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Il riscaldamento di solidi e liquidi mediante irraggiamento di potenza a microonde, noto anche come riscaldamento dielettrico o elettromagnetico a microonde, si è in realtà ormai affacciato da più di due decenni, e si sta progressivamente imponendo, su scenari tecnologici, scientifici e medici di straordinaria vastità.
Ciò consente di considerare il riscaldamento a microonde nel novero di quei promettenti strumenti non convenzionali di promozione di processi di sintesi o trasformazione chimica a cui viene dedicata da oltre un decennio un'attenzione crescente, tra i quali citiamo:
Si tratta di un riscaldamento estremamente peculiare, che non prevede l’utilizzo di alcun fluido trasportatore di calore, l’energia trasportata dal campo elettromagnetico inoltre viene ceduta in maniera decisamente particolare con diversa intensità da sostanza a sostanza, e con tempi sorprendentemente brevi. La possibilità di cedere energia selettivamente ad alcune molecole rispetto ad altre, possibilità legata sostanzialmente alle caratteristiche della molecola stessa, si presenta come una via di straordinario interesse per accelerare tutta una serie di reazioni, nonché per incrementarne la selettività verso i prodotti di maggiore interesse.
Un po’ di storia delle microonde
La predizione dell'esistenza delle onde elettromagnetiche, di cui le microonde fanno parte, è dovuta a James Clerk Maxwell con le sue famose equazioni del 1864. La dimostrazione dell'esistenza avvenne nel 1888 ad opera di Heinrich Rudolf Hertz che studiò le onde radio.
Alcuni nomi di personaggi che con le loro ricerche hanno contribuito allo sviluppo delle moderne applicazioni delle microonde sono: Nikola Tesla, Guglielmo Marconi, Samuel Morse, Sir William Thomson noto come Lord Kelvin, Oliver Heaviside, Lord Rayleigh, Oliver Lodge.
Da un punto di vista puramente storico il primo dispositivo per generare microonde fu sviluppato durante la seconda guerra mondiale all’Università di BIRMINGHAM, nell’ambito delle ricerche belliche sul RADAR.
Anche se la possibilità dell’utilizzo delle microonde per la cottura di alimenti fosse già stato intuito nei primi anni cinquanta, si dovranno aspettare gli anni SETTANTA ed OTTANTA per l’effettivo debutto commerciale di dispositivi domestici per la cottura basati sull’utilizzo di tale tecnologia. Ciò fu in gran parte dovuto agli sforzi in tale direzione dell’industria elettronica giapponese. È da questo periodo che si rendono disponibili i primi forni a basso costo e facilmente accessibili a laboratori chimici. Si dovrà tuttavia attendere, come già detto, oltre un decennio prima che le potenzialità nel campo della chimica cominciassero ad essere indagate.
Alla fine degli anni Settanta sono state effettuate le prime ricerche sull'azione delle microonde in
processi chimici, anche se limitate a processi industriali molto particolari:
la polimerizzazione di resine epossidiche,
la vulcanizzazione di gomme uretaniche
la devulcanizzazione di elastomeri allo zolfo.
Queste ricerche hanno originato una serie di brevetti e, nel caso specifico della vulcanizzazi4one,
l'impiego delle microonde ha in parte sostituito i processi tradizionali.
Tra il 1984 ed il 1986 si è sviluppata un'ampia ricerca sull'applicazione delle microonde alla chimica analitica, che ha portato alla messa a punto di diversi sistemi rapidi e a resa elevata di disgregazione chimica di composti inorganici, di campioni geologici come sedimenti, rocce, terreni, etc. e di incenerimento di prodotti biologici come sangue, cibo, tessuti animali e vegetali.
IL FORTE INCREMENTO DELLA VELOCITÀ (DA 5 A 100 VOLTE) dei processi chimici
sotto l'effetto delle microonde ha suggerito di esplorare l'utilità dell'impiego delle microonde anche in processi come la SINTESI DI COMPOSTI ORGANICI, METALLORGANICI, COMPOSTI DI COORDINAZIONE E LA PREPARAZIONE VELOCE DI RADIOFARMACI
La vera svolta nell'applicazione delle microonde alle reazioni organiche si ha nel 1986 con la pubblicazione dei lavori di Giguere e di Gedye. Si osservava per le reazioni studiate, come ossidazioni, esterificazioni, benzilazioni, addizioni e sostituzioni nucleofile, etc. venissero accelerate fino a 500 volte con l’impiego delle microonde.
Produzione delle microonde
Le microonde possono essere prodotte in vari modi, classificabili in due categorie: a stato solido e con tubi a vuoto.
I dispositivi a stato solido sono basati su semiconduttori (silicio o arseniuro di gallio)
I tubi a vuoto si basano sul movimento balistico degli elettroni nel vuoto sotto l'influenza di campi elettrici o magnetici di controllo. Includono: magnetron, klystron, travelling wave tube (TWT) e gyrotron.
Sicurezza
Nonostante le microonde siano largamente impiegate dalla metà del XX secolo, la loro pericolosità è ancora in discussione. Al di là di questo, un rischio è ben documentato relativamente all'uso del magnetron.
La cornea dell'occhio non è percorsa da vasi sanguigni che possano raffreddarla e corre il rischio di surriscaldarsi se colpita da microonde, anche perché non è trasparente a queste lunghezze d'onda. Per questo motivo l'esposizione cronica alle microonde, esattamente come alla luce solare, può aumentare l'incidenza della cataratta in età avanzata. Se dalla luce solare ci si può difendere con occhiali da sole, non esistono protezioni simili contro le microonde.
Un forno a microonde con il portello difettoso può essere fonte di rischi. È opportuno quindi evitare di usare apparecchi danneggiati e controllare eventualmente il campo disperso con appositi strumenti. Per lo stesso motivo è bene evitare di trovarsi nel lobo di emissione dell'antenna dei potenti radar aeronautici, così come guardare direttamente e da vicino i sensori di antifurto a tecnologia radar.
L'esposizione diretta alle microonde sembra possa inoltre generare interazioni con il cervello, provocando irritabilità e mal di testa. Ricerche effettuate dalla NASA nel 1970 hanno mostrato che questo può essere causato dall'espansione termica di parti dell'orecchio interno.
Riassumendo i più importanti impieghi del riscaldamento a microonde:
GOMME
eV) inferiori di diversi ordini di grandezza alle energie di dissociazione dei legami chimici covalenti, ionici e a idrogeno (1 - 15 eV), e persino delle pur deboli interazioni intra- e inter-molecolari come quelle dipolari e di Van der Waals (1x10-2 – 1 eV).
MECCANISMO DI AZIONE DELLE MICROONDE:
PROPRIETA’ DIELETTRICHE E MAGNETICHE
Fonte: http://www.chimica.uniba.it/didattica/pubblicazioni/download/file?fid=102.441
Sito web da visitare: http://www.chimica.uniba.it
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