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Il motore ibrido
Un motore diesel dell’ultima generazione (iniezione diretta), con cilindri da 1/2 litro, che marcia a 4000 giri/min, ha un rendimento termodinamico massimo attorno al 43%. Un motore a benzina non supera il 30%. Questi dati, tradotti in consumi ci dicono che dei 7 litri che mediamente consumiamo per percorrere 100 km in autostrada, 3 litri si traducono in energia meccanica necessaria a fare muovere l’auto ed i rimanenti 4 si degradano in calore da dissipare, inquinanti ed incombusti. Questi i dati sino a quando non sarà smentito il secondo principio della termodinamica.
Perché questa premessa? Per riaffermare un concetto sul quale la stampa, anche quella di divulgazione tecnico-motoristica, dovrebbe martellare di più: il prezzo che paghiamo alla nostra mobilità in termini ambientali ed economici è altissimo, i benefici che riceviamo sono invece minimi, specialmente nelle città, in cui l’auto raramente supera la media dei 15 km/h, quindi per lunghi intervalli di tempo rimane ferma e con il motore acceso.
Le stesse cose possono dirsi anche per le moto.
Vale la pena immolare in nome della nostra mobilità un cosi alto costo sulla economia personale ed imporre a noi tutti un così alto costo ambientale? La mia risposta è no!
Quali sono le alternative? Anzitutto il mezzo pubblico e poi una rapida sostituzione dei combustibili.
Il gas è una buona soluzione, ma in termini di calore, incombusti e prodotti della combustione, ad eccezione del particolato, non ci sono grandi differenze, ne rendimenti migliori.
L’idrogeno potrebbe essere la soluzione migliore ma aldilà da venire poichè richiede investimenti per importanti infrastutture.
I motori elettrici potrebbero dare un evidente contributo nelle città, a patto che risolvano il problema pratico del peso e della ricarica delle batterie al piombo.
La soluzione oggi più realistica appare quella dei motori ibridi. Essi sono il risultato dell’accoppiamento meccanico di un motore a benzina e di uno o più motori elettrici. Sembra l’uovo di Colombo ma non è così. Il motore a benzina ricarica con opportuni ingranaggi le batterie al litio che fanno funzionare il/i motore/i elettrico/i e questo/i consentono la marcia in città ad emissioni 0. Come avviene il miracolo? Semplicemente sfruttando attraverso opportuni scambiatori di calore, parte del calore dissipato dal motore a combustione interna e l’energia cinetica posseduta dall’auto nella fase di rilascio dell'acceleratore, per metterli a disposizione della ricarica delle batterie al litio. Quando si chiederà uno spunto maggiore di quello consentito dal motore elettrico, basta schiacciare l’acceleratore per ottenere l’accellerazione in più che fa ripartire “per incanto” il motore a benzina. Un sistema nervoso elettronico controlla tutti i parametri del motore e degli ausiliari e lo "scambio di energia" consente di ottenere consistenti economie di benzina e inquinamento ridotto nella marcia in città.
La Toyota lo ha fatto, la Honda sta seguendo a ruota e le case automobilistiche europee cosa aspettano?
Una risposta a questa domandaviene dall'articolo di repubblica on-line.
Leggendolo viene spontanea un'altra domanda e la Fiat e la Magneti Marelli cosa aspettano per stabilire alleanze, programmi e progetti?
Fonte: http://www.giuseppe.demarte.editarea.com/res/site12143/res199410_Il-motore-ibrido.doc
Sito web da visitare: http://www.giuseppe.demarte.editarea.com
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