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Lo studio dei solidi immersi in liquidi fermi è alla base di un metodo molto comune di separazione solido liquido: la sedimentazione. Questa tecnica è basata sul fatto che solidi di opportune dimensioni e di peso specifico maggiore di quello del liquido in cui sono immersi, si muovono verso il basso.
Nell’istante iniziale, a particella ferma, agiscono su di essa la forza peso e la forza di Archimede. Quando il peso specifico della particella e del liquido sono uguali la forza peso è uguale alla forza di Archimede. La particella comincia a scendere, se γs (p.s. del solido) > γ1, e a salire se γs < γ1. Studiando il caso γs < γ1 notiamo che la particella assumerà una certa accelerazione verso il basso in cui si contrapporrà una forza di attrito diretta in senso opposto.La forza d’attrito è variabile, perché dipende dalla velocità, ed essendo il moto accelerato, la forza aumenta tendendo così ed equilibrare la forza peso.. Dopo un certo tempo la forza d’attrito sarà aumentata al punto che la somma vettoriale delle forze risulterà zero; in queste condizioni l’accelerazione sarà zero e la velocità costante. E’ chiamata velocità di sedimentazione proprio la velocità raggiunta nelle condizioni di regime. La forza di attrito ha la seguente formula:
La velocità di sedimentazione aumenta con l’aumentare della densità del solido e delle dimensioni della particella e diminuisce all’aumentare della viscosità e della densità del liquido. Le particelle presenti in sospensione possono influenzare ed ostacolare il moto delle particelle circostanti ed, a loro volta, influenzate. Possiamo distinguere due meccanismi di sedimentazione:
Nel tempo l’altezza dell’interfase tra la fase limpida e quella torbida si andrà spostando versi il basso, mentre il livello della fase più concentrata si sposterà verso l’alto. Riportando in un asse cartesiano il tempo e l’altezza dell’interfase, si otterrà una curva che per il primo tratto avrà andamento rettilineo, per poi appiattirsi.
I solidi di natura fioccosa sedimentano generalmente con meccanismo di massa, mentre quelli di natura granulare, con meccanismo indipendente.
I sedimentatori sono le apparecchiature utilizzate nella separazione dei solidi da una corrente liquida per sedimentazione. La frazione di solidi separati è costituita da solidi sedimentabili. I sedimentatori trovano largo impiego perché, essendo basati sul principio della eliminazione per gravità, non consumano niente. Il campo di maggiore applicazione è il trattamento delle acque grezze o delle acque di scarico.
Sedimentatore Dorr
È un sedimentatore di forma circolare. La torbida viene immessa al centro dell’apparecchiatura in un cassone di forma cilindrica di sezione piccola; in questo modo l’acqua acquista velocità diretta verso il basso, trascinando con sé i solidi in essa contenuti. Superato il cassonetto cilindrico l’acqua cambia direzione e riduce drasticamente la sua velocità. In questo modo i solidi di maggiore dimensione, dotati di una certa inerzia, non cambiano direzione con l’acqua ma proseguono verso il fondo. Gli altri solidi continuavano a sedimentare, agevolati dalla bassa velocità di trascinamento dell’acqua. L’acqua chiarificata raggiunge quindi la periferia del sedimentatore da dove esce per troppo pieno, tramite un apposita canaletta di raccolta. I solidi raccolti sul fondo formano uno strato di fanghi che deve essere smaltito. De un sistema di pale raschia fanghi, collegate ad un carro-ponte che, fissato al centro dell’apparecchiatura, gira sul bordo della vasca trascinato da un motore elettrico. La particolare angolazione delle pale permette ai fanghi di spostarsi verso il centro ove è presente una tramoggia di scarico. Questo sedimentatore può essere munito di un sistema per la raccolta dei materiali galleggianti. In tal caso il carro-ponte trascina anche una lama paraschiume, che convoglia le schiume e gli oli verso un apposito punto di smaltimento.
L’ingresso del liquido avviene in maniera uniforme lungo il lato più corto. In alcuni tipi è presente un deflettore, che serve a impartire un’elevata velocità di trascinamento diretta verso il basso. Superato il deflettore il liquido cambia direzione mentre i solidi di maggiori dimensioni proseguono la loro discesa verso il basso e si raccolgono nella tramoggia di scarico dei fanghi. Successivamente si ha la sedimentazione dei solidi di minori dimensioni. Il sedimentatore è dotato di un carro-ponte che trascina un sistema di raschia-fanghi che convogliano i fanghi verso la tramoggia. Il carro-ponte può essere munito di lame paraschiume.
L’ispessitore si usa per trattare i fanghi estratti dal fondo, per aumentare la loro concentrazione. È un decantatore alimentato dalle correnti fangose estratte dai sedimentatori, che permangono nell’apparecchiatura per periodi di settimane. Un sistema a pale in lenta rotazione viene periodicamente attivato per facilitare la separazione tra l’acqua e gli aggregati fangosi.
Per l’eliminazione dei solidi si usano i filtri, questi funzionano facendo passare la corrente liquida attraverso un mezzo filtrante che trattiene i solidi. Il mezzo filtrante può essere costituito da un letto di sabbia, da tela o da altri materiali porosi. Durante la filtrazione si andrà accumulando uno strato di solidi trattenuti, chiamato pannello o torta.
Il moto di un liquido attraverso mezzo filtrante, sia esso un solido granulare che un tessuto, comporta delle perdite di carico e quindi una caduta di pressione tra i due lati del filtro. Inoltre, le perdite di carico aumentano all’aumentare dello spessore del solido trattenuto. La portata è
Flusso di liquido
Il contributo del mezzo filtrante dipende dal grado di vuoto dello stesso mezzo, all’aumentare del quale aumenta lo spazio lasciato libero per il passaggio del liquido. Minori sono le dimensioni del mezzo filtrante minore sarà il grado di vuoto lasciato. La resistenza opposta al solido trattenuto dipende dal suo spessore e dalla sua natura. Il pannello che si accumula sui mezzi filtranti può essere incomprimibile, generalmente particelle granulari, o comprimibile, generalmente particelle fioccosa (Me(OH)3); i due tipi imprimono resistenze diverse a seconda dello spessore. La portata che può essere trattata dipende dalla differenza di pressione e dalla resistenza del mezzo; poiché la resistenza aumenta durante il funzionamento si dovrà. Per avere una portata costante, aumentare gradualmente la pressione durante il ciclo. Operando a pressione costante la portata diminuirà via via che il filtro si va intasando.
I filtri a sabbia sono filtri discontinui che utilizzano come mezzo filtrante un letto di sabbia disposta in un contenitore costituito da una vasca in cemento, nel caso dei filtri a gravità, o da un serbatoio metallico, nel caso dei filtri a pressione.Con questo metodo anche particelle molto inferiori alla sabbia vengono trattenute dal filtro causa di vari fenomeni (attrazione elettromagnetica, forza di Van der Waals, mutuo assorbimento, ecc.). Ne esistono di due tipi, con funzionamento analogo:
Sono apparecchiature usate per la disidratazione dei fanghi; cioè la separazione di una ulteriore quantità d’acqua con il risultato di rendere i fanghi apparentemente secchi. Nelle filtro-presse la separazione avviene grazie ad una tela filtrante disposta su una serie di telai. I telai hanno dei fori posti in maniera tale che, accostandoli gli uni agli altri, si forma un condotto attraverso cui viene introdotta l’alimentazione, tramite una pompa adatta.
La nastro pressa è un’apparecchiatura che lavora in continuo costituita da due bande di tela filtrante messe in moto da una serie di rulli. La distanza tra le due serie di rulli si va sempre riducendo, in modo da obbligare il liquido ad attraversare la tela filtrante. Alla fine del processo il solido cade aiutato da una speciale lama; successivamente raccolto e smaltito.
È un filtro continuo che lavora sotto vuoto. Il filtro è costituito da un tamburo rotante che fa da supporto ad una tela filtrante, parzialmente immerso nella torbida da filtrare. Il tamburo è suddiviso in un certo numero di scomparti che, grazie ad un particolare sistema di aspirazione, vengono posti in depressione o in pressione in base alla posizione in cui si vengono a trovare durante la rotazione. Il sistema di distribuzione è costituito da due dischi:
Durante la rotazione gli scomparti del tamburo vengono inizialmente a contatto con la torbida. In questa fase i condotti dei vari scomparti sono in comunicazione con il settore M del disco D2: gli scomparti si vengono così a trovare in depressione, per cui la torbida aderisce sulla tela che viene attraversata dall’acqua; successivamente il pannello formatosi sul tamburo viene sottoposto a lavaggio. L’acqua di lavaggio viene aspirata attraverso la tela e successivamente smaltita. Infine, quando gli scomparti si trovano in comunicazione con il settore P in pressione, il pannello viene sollevato e asciugato da un flusso di aria compressa, e aiutato da un’apposita lama, si distacca dalla tela.
Se poniamo il sistema in rotazione alle forze presenti si aggiungerà un’altra: la forza centrifuga.
In un campo di forze centrifughe il sistema non si dispone in orizzontale, ma in direzione ortogonale alla forza centrifuga, generalmente di gran lunga superiore alla forza peso (anche 10000 volte). Ciò determina tempi di separazione dei solidi molto inferiori a quelli della sedimentazione e della filtrazione.
Tra le centrifughe usate in alternativa ai sedimentatori si usano le centrifughe a tazza; ne esistono di tre tipi:
Le centrifughe usate in alternativa alla filtrazione possono essere continue o discontinue, e sono dotate di paniere forato attraverso il quale fluisce il liquido.
Fonte: http://members.xoom.virgilio.it/alberto_chim/separazione%20solido-liquido.doc
Sito web da visitare: http://members.xoom.virgilio.it/alberto_chim
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