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MODELLO PER LA VALUTAZIONE TECNICO-ECONOMICA, IN AMBITO STRATEGICO, DELL’IMPIEGO DELLA POTENZA TRATTORISTICA AZIENDALE

1 - ANALISI DEL SISTEMA

La corretta scelta della potenza trattoristica installata nelle aziende agricole è uno dei fattori che maggiormente condiziona le prestazioni tecnico-economiche delle aziende stesse. In termini di sistema, ai fini di detta scelta, è necessario considerare l’azienda come un insieme di sottosistemi produttivi che sono tra loro integrati e la cui conduzione risulta inoltre condizionata da aspetti ambientali di contesto che hanno una elevata influenza sulle tecniche impiegabili.

Per il dettaglio che qui interessa possiamo immaginare l’azienda come un sistema composto da due principali sottosistemi:

  • Il sottosistema per le produzione erbacee;
  • Il sottosistema per la produzioni zootecniche.

 

All’interno del sottosistema delle produzioni erbacee abbiamo che ogni coltura che viene attivata necessita che venga svolta una serie di operazioni colturali che sono tipiche per la medesima e che debbono essere svolte in ben determinati periodi utili.  A ogni singola operazione deve essere associata una determinata macchina operatrice e questa richiederà di essere accoppiata ad un trattore il quale deve soddisfare le esigenze in termini di potenza e forza di trazione sufficiente a fare in modo che l’operatrice stessa possa svolgere il suo lavoro fisico nel tempo assegnato.
L’impiego delle diverse operatrici e le loro richieste in termini di potenza risulta inoltre condizionato dal tipo di terreno in cui si deve andare ad operare in quanto questo condiziona l’entità delle forze necessarie per ricreare una struttura agronomicamente valida.

Il sottosistema per la produzione zootecnica richiede che vengano svolte le operazioni di alimentazione e governo degli animali che sono differenti a seconda della specializzazione degli allevamenti. Anche in questo caso si dovrà ricorrere ad operatrici in genere specifiche e motrici in genere aspecifiche.

La potenza trattoristica deve essere quindi adeguata alla dimensioni dei differenti sottosistemi e alle loro caratteristiche intrinseche.

Per una analisi di tipo strategico è tuttavia troppo complesso andare ad analizzare nello specifico i diversi diagrammi produttivi estrinsecando le diverse operazioni e le diverse macchine impiegate. E’ invece possibile partendo da dati sintetici dei consumi energetici delle diverse colture e da una stima di massima delle richieste del sottosistema zootecnico, risalire alla potenza trattoristica che potrebbe soddisfare efficacemente da un punti di vista tecnico una determinata azienda. Ciò anche sulla base di dati medi di ore di lavoro necessarie per mettere in essere le diverse produzioni.

 

2 - CONOSCENZA A PRIORI

Un aspetto fondamentale da considerare per una scelta corretta dei trattori riguarda l’esigenza di assicurarsi che, in fase di utilizzazione aziendale, i trattori stessi possano essere impiegati utilizzando al massimo le prestazioni in grado di offrire. Ciò riguarda:

  • da un lato, la massimizzazione del coefficiente di utilizzazione della potenza, il che comporta una scelta appropriata di M.O. tali da sfruttare al meglio la potenza disponibile;
  • dall’altro, la massimizzazione del coefficiente di utilizzazione oraria, ossia lo sfruttamento massimo della vita utile dei trattori nel periodo entro cui risulta superato tecnicamente, ossia ha raggiunto la sua obsolescenza tecnica. Si considera, di media, che un trattore abbia una vita utile Vu = 10.000 ore e che risulti superato tecnicamente in un periodo Ot = 10 anni. Per essere sfruttato integralmente, quindi, un trattore dovrebbe lavorare per Va = 1.000 ore/anno.

Orbene, il costo di gestione di un generico trattore varia, in funzione dei due parametri sopra richiamati, secondo le curve delle Figg. 2.3 e 2.4. Da esse si vede chiaramente che:

  • il costo per kWh realmente utilizzato varia nel rapporto di 4/1 passando da un’utilizzazione della potenza massima disponibile del 20% ad una del 100%;
  • il costo per ora di impiego effettivo del trattore varia nel rapporto di 5/1 passando da un’utilizzazione del 20% (200 ore/anno) a una del 100% (1000 ore/anno) della Va.

Ciò significa che occorre sempre:

  • avere in azienda i trattori di potenza complessiva adeguata (e non inutilmente superiore) alle esigenze delle M.0. che vengono ad essi accoppiate;
  • verificare le ore di possibile impiego annuo dei trattori siano congruenti con un loro ammortamento economicamente adegato.

 

Quindi, un modello approssimato ma utile ad avere un’idea dell’ordine di grandezza della potenza trattoristica Pm necessaria a coprire i fabbisogni aziendali è riferito alla conoscenza della necessità di energia che è necessaria per effettuare le lavorazioni alle diverse colture in un tempo adeguato a sfruttare economicamente i trattori che debbono sviluppare tale energia.
La quantità di energia necessaria dipenderà quindi:

  • dalle colture presenti e dalla loro superficie
  • dalla presenza o meno del sottosistema zootecnico
  • dalla tipologia di terreno, in quanto i terreni pesanti richiedono maggiore energia per essere lavorati;
  • dalla pendenza
  • dalla dimensione aziendale, in quanto a piccole dimensioni è difficile effettuare degli accoppiamenti trattore attrezzo ottimali e quindi un certo sovradimensionamento risulta inevitabile,
  • dal fatto di delegare o meno alcune operazioni a servizi esterni.

 

3 - IL PROBLEMA

 

Il problema è quello di trovare un livello di potenza trattoristica aziendale che soddisfi le esigenze tecnico-economiche sopra individuate. Partendo dall’energia necessaria per le esigenze sia di campo sia di stalla, dalle ore lavorate e da un’ipotesi di numero di trattori utilizzabili a livello di azienda è necessario scegliere quella soluzione che presenti i maggiori vantaggi tecnico-economici ed organizzativi

4 - I DATI NECESSARI

 

4.1 – INDIVIDUAZIONE DELLA POTENZA TRATTORISTICA

Per quanto riguarda la potenza necessaria per le operazioni di campagna possiamo in prima istanza individuare la seguente relazione:

 

 

dove:

Pm = potenza trattoristica [kW]
S = Superficie delle singole colture [ha]
E = Energia richiesta per la coltivazione  (solo a trattori) [kWh/ha]
h = ore di impiego teoriche del trattore in lavoro TT (esclusi tutti i perditempo) [h]

Il tipo di coltura con riferimento alle sue esigente in termini di operazioni da svolgere è quindi il primo fattore che condiziona la potenza trattoristica. E’ così da sottolineare che:

  • colture molto esigenti in termini di preparazione del letto di semina, quali a esempio, la barbabietola da zucchero e le orticole in generale presentano valori di richiesta di energia molto elevati;
  • il mais o gli altri rinnovi sono mediamente esigenti in termini di richieste di energia;
  • i cereali autunno-vernini sono poco esigenti.

I valori di E per le condizioni medie italiane della Pianura del Nord Italia sono riportati in tab. 2.4.

Importante è rimarcare il significato del valore h. In questo caso non è impiegato il valore delle ore complessive di lavoro dei trattori (quelle che si leggono sui contatori di cui i trattori stessi dispongono), ma le ore durate le quali le macchine sviluppano la loro potenza per fornire l’energia necessaria alle lavorazioni. In pratica si tratta di tener conto dell’efficienza aziendale. Il valore utilizzato per addivenire ad una utilizzazione della potenza ottimale è quindi dell’ordine delle 500 ore.

  • A livello aziendale, tuttavia, difficilmente ci si ritrova in situazioni semplici come quelle che stanno alla base delle ipotesi di calcolo derivate dalla formula precedente. In primo luogo, combinando le colture in rotazione, si verifica spesso una sovrapposizione dei relativi calendari di lavoro cui corrisponde una sovrapposizione nel tempo di esigenze delle stesse macchine motrici e operatrici, oltre che della manodopera. Un secondo scoglio, è rappresentato dalle situazioni di crisi dovute a eventi atmosferici avversi che obbligano l’agricoltore a variare repentinamente i suoi programmi affrontando punte di richieste di lavoro molto accentuate. Tutto ciò, ed altri fattori ancora - non ultimo il già citato deperimento nel tempo delle prestazioni delle macchine, non possono in nessun modo essere inclusi in un semplice metodo matematico analitico e quindi, si tratta di ricorrere ad alcuni espedienti pratici per risolvere il problema del dimensionamento del parco macchine motrici.
  • Per tenere conto del fenomeno, si tratta di inserire nella formula precedente un coefficiente ß compreso tra 0,90 e 2, il cui valore diminuisce all’aumentare della dimensione aziendale. Il modello empirico cui fare riferimento per il calcolo di detto coefficiente (valido per aziende con dimensione max fino a 500 ha) è il seguente:
  •  
  • ß = 0,83 + 36/S – 190/ S2– 350/ S3
  •  
  • La formula precedente diviene così:
  •  
  •  
  • dove Pmv è sempre espresso in kW.
  •  
  • Altri fattori dei quali si deve tener conto sono:
  • la pendenza;
  • la presenza o meno di zootecnia
  • la tessitura del terreno;
  • una ipotesi di quanto intensamente l’agricoltore intende sfruttare le sue macchine;
  • la mancata effettuazione di una o più operazioni colturali
  •  
  •  
  • La pendenza influenza in modo preminente l’energia utilizzata (e quindi persa ai fini dello svolgimento del lavoro utile) per l’autodislocamento del treno motrice-operatrice in campo. In prima approssimazione possiamo considerare che il valore di Pmv trovato debba essere incrementato di una percentuale pari a quella media della pendenza aziendale. 
  • La presenza della zootecnia comporta un incremento della potenza installata che è relativamente contenuto dell’ordine del 20%, nel caso di aziende non specializzate o che comunque richiedono poca energia per le operazioni di stalla, e del 40% tipicamente nel caso di aziende specializzate per l’allevamento di bovine dal latte.
  • La tessitura del terreno condiziona le forze necessarie per procedere a una sua lavorazione. In prima approssimazione possiamo considerare che fatta pari a 1 la potenza necessaria per  svolgere il ciclo colturale su un terreno a medio impasto, tale potenza sarà pari a 1,25 in caso di terreni pesanti e a 0,8 nei terreni di tipo leggero.
  • Lo sfruttamento delle trattrici a livello aziendale di pende in molti casi da aspetti che vanno al di là di ragioni puramente tecniche ma che tengono conto della personale sensibilità dell’imprenditore che valuta le sue proprie esigenze di comfort (a esempio sfruttare molto i trattori significa dover procedere frequentemente all’attacco e allo stacco delle macchine operatrici), alla disponibilità finanziaria, al verificarsi di sconti derivanti da politiche commerciali delle case costruttrici ecc. Così fatto pari a 1 il valore di Pmv in aziende dove i trattori vengono mediamente sfruttati, raggiungendo comunque gli obiettivi di cui sopra si è discusso, questo valore scende a 0,9 nel caso di aziende molto efficienti e sale a 1,1 per le aziende meno efficienti
  • Riguardo alla mancata effettuazione di una o più operazioni colturali è da ricordare che la maggior quota di energia (circa il 30%) viene richiesta per le lavorazioni principali del terreno e che se si considerano anche le operazioni di lavorazione secondaria le richieste salgono al 50 %. Le altre voci che concorrono a formare le richieste totali sono la semina (5%), le operazioni colturali (20%), le manutenzioni dei campi e aziendali in generale (spesso non considerate me che assommano mediamente ad un 10%) i trasporti (15% in costante crescita).

 

4.1 – INDIVIDUAZIONE DELLE ORE DI LAVORO TRATTORISTICA

 

Analogamente a quanto visto sopra per il calcolo della potenza trattoristica le ore di lavoro dei trattori dipendono in prima istanza dalle lavorazioni di campagna e dalla superficie investita con le differenti colture. Per cui in prima istanza possiamo scrivere la seguente:

 

Htr = S * H

 

  •   S = Superficie
  •   H = h/ha per ogni coltura come indicato in tabella 2.4

Gli atri fattori che influenza le ore di lavoro sono:

  • il tipo di terreno, che influenza il numero e la gravosità delle operazioni per una sua preparazione;
  • la dimensione aziendale, che ha grande influenza sui tempi di preparazione delle macchine;
  • la presenza o meno del sottosistema zootecnica e il suo grado di specializzazione
  • la pendenza
  • la quota ore lavoro trattoristico fatta eseguire in contoterzi;
  • le condizioni di accorpamento che caratterizzano la maglia aziendale
  • la dimensione dei singoli appezzamenti da lavorare.

Per i primi 5 punti già si è visto sopra a proposito della potenza trattoristica. Il medesimo approccio e i medesimi valori dei coefficienti si applicano anche al presente caso delle ore di lavoro.
Per quanto riguarda le condizioni di accorpamento dell’azienda possiamo distinguere tra:

  • aziende a corpo unico, per le quali le ore calcolate partendo dai dati di tabella 2.4 vadano diminuite di un 10%;
  • aziende normali, per le quali si conserva il valore trovato;
  • aziende frammentate, per le quali, in prima approssimazione, le ore di lavoro vanno aumentate del 20%.

 

  •  d = coeff. per tipo terreno
  •  β = coeff. per dimensione azienda
  •  t  = coeff. per azienda zootecnica
  • P = pendenza percentuale
  •  x quota ore lavoro per operazioni non effettuate
  •  j = coeff. accorpamento  ( 1,25 az. Molto framm.; 1 aziende normali; 0,9 aziende accorpate)
  •  a = coeff. per dimensione appezzamenti (1,1  sup. Med. < 1ha; 0,9 sup. Med. > 5ha

Htr = S * H * d * β * t * (1 + (p/100) – x)) * j *a

 

TABELLE E FIGURE

  • Tab. 2.4 - Ore medie di impiego (H) e spesa media di energia (E) di trattori per le principali colture di pianura.
  • Colture    

H                                         (h/ha)

E
(kWh/ha)

  • Frumento

10-20

400-500

  • Mais

10-30

500-750

  • Soia

10-30

500-700

  • Riso

10-30

600-950

  • Foraggere avvicendate (5 tagli/anno)

20-45

600-900

  • Cereali foraggeriI

15-35

450-550

  • Barbabietole

15-35

900-1100

  • Patate

20-40

900-1200

  • Vite

20-35

700-900

  • Olio

20-37

700-900

  • Frutta polposa

20-40

700-900

 


 

 

 


Fonte: http://users2.unimi.it/lzzmsm/calcola_p_tratt_az2.doc

Sito web da visitare: http://users2.unimi.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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