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Professioni per Aree Occupazionali - Commercio e distribuzione
Addetto alle casse
L’Addetto alle casse, che rappresenta una delle principali figure all’interno degli esercizi commerciali, svolge attività di incasso e di registrazione delle vendite ed è presente soprattutto nelle strutture di maggiori dimensioni.
Addetto alle casse
L’Addetto alle casse, che rappresenta una delle principali figure all’interno degli esercizi commerciali, svolge attività di incasso e di registrazione delle vendite ed è presente soprattutto nelle strutture di maggiori dimensioni.
I principali compiti di questa figura sono:
Competenze
Questa figura deve prima di tutto saper attivare le procedure di apertura e chiusura della cassa. In particolare deve saper utilizzare le tecnologie per la registrazione delle merci in uscita e quelle per la riscossione dei pagamenti, come lo scanner per la lettura ottica dei codici a barre, il POS (Point Of Sale) e le carte di credito. Deve poi ovviamente conoscere i prodotti che sono in vendita.
È molto importante per quest’addetto sapersi relazionare con il cliente ed essere in grado di fornirgli informazioni sui prezzi, nonché assisterlo ed orientarlo negli acquisti. Contemporaneamente deve saper comunicare con gli altri responsabili del punto vendita.
Questa figura deve conoscere le tecnologie informatiche usate nel suo lavoro. Inoltre, a seconda del tipo di esercizio nel quale è impiegato, del segmento di mercato o della localizzazione del punto vendita, l’Addetto alle casse deve avere una buona conoscenza della lingua inglese ed eventualmente di un’altra lingua straniera. Deve infine avere una conoscenza generica in merito alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su eventuali normative igienico-sanitarie.
Formazione
Per accedere a questo ruolo non esistono percorsi standardizzati. Il diploma di scuola superiore è considerato un titolo preferenziale. La prima formazione dell’Addetto alle casse, di norma, è affidata alla stessa impresa commerciale presso cui opera.
Carriera
Non esistono ampi margini di mobilità verticale per questa figura. Tuttavia, nella grande distribuzione un Addetto alle casse esperto può diventare Supervisore(vedi Scheda 4).
Situazione di Lavoro
In genere l’Addetto alle casse è un lavoratore dipendente di imprese commerciali di medie e grandi dimensioni (negli esercizi commerciali minori la sua funzione è svolta, di solito, dall’Addetto alle vendite - vedi Scheda 2).
I livelli di autonomia di questa figura sono molto limitati. Nonostante ciò, l’Addetto alle casse è investito di una grande responsabilità: la prima gestione del denaro riscosso.
L’orario di lavoro è fissato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) in 40 ore settimanali suddivise in 5 o 6 giornate lavorative. Spesso quest’orario può subire variazioni poiché il lavoro dell’Addetto alle casse è frazionato ed articolato in più turni. Inoltre, nelle ore di punta o nei periodi di festività e di promozioni è prevista una maggiore flessibilità.
La retribuzione di un Addetto alle casse varia a seconda delle dimensioni dell’impresa commerciale e del livello di inquadramento. In un’azienda con meno di 14 dipendenti questa figura, inquadrata al IV livello, percepisce una retribuzione lorda annua pari a circa 14.000 euro, mentre in un’impresa di medie dimensioni (15-50 dipendenti) egli è inquadrato al V livello e percepisce all’anno una retribuzione di circa 15.000 euro lordi. In un’azienda con più di 51 dipendenti, l’Addetto alle casse è inquadrato, a seconda delle mansioni, al IV o al V livello, e percepisce una retribuzione che oscilla tra i 16.000 e i 18.000 euro lordi annui. Questi importi si riferiscono a quanto stabilito nel CCNL di settore.
Tendenze Occupazionali
Nel breve periodo è previsto un incremento della domanda di Addetti alle casse e ciò è legato soprattutto all’apertura di nuovi punti vendita della grande distribuzione.
Le richieste nella maggior parte dei casi provengono da imprese di dimensioni medio grandi e sono indirizzate soprattutto verso giovani privi di particolari qualifiche, da formare direttamente ‘on the job’. In questa professione si registra, allo stato attuale, una netta prevalenza femminile anche se in futuro è prevedibile un aumento degli occupati maschi.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine all’Addetto alle casse sono: l’Addetto alle vendite(vedi Scheda 2)e, considerando la gerarchia dell’organizzazione, il Supervisore casse (vedi Scheda 4) e il Direttore del punto vendita o l’Esercente(vedi Schede 7 e 9).
Addetto alle vendite
L’Addetto alle vendite è una figura che assiste ed orienta i clienti nelle operazioni di acquisto. Negli esercizi di piccole dimensioni si può occupare anche del magazzino o della cassa.
I compiti di questa figura variano in base alle dimensioni, alla tipologia del punto vendita ed al reparto nel quale opera. Spesso nei piccoli esercizi l’addetto gestisce ogni fase del processo di vendita: accoglie i clienti, li informa, ne orienta l’acquisto presentando la merce e svolge talvolta anche le operazioni di cassa.
Fra i vari compiti rientrano attività che vanno dall’allestimento degli scaffali e delle vetrine, agli inventari, alla sistemazione del magazzino, fino alla gestione degli eventuali reclami della clientela. Nella grande distribuzione i compiti sono più definiti: nei supermercati ad esempio questa figura è presente esclusivamente ai banchi dei prodotti freschi, che deve saper manipolare, servendo la clientela e fornendo informazioni sugli stessi prodotti. Nei grandi magazzini gli addetti operano nei vari reparti (casalinghi, abbigliamento, cura della persona, ecc.) e svolgono la loro funzione di assistenza alla clientela solamente nel proprio ambito.
Nelle grandi aziende dove il numero di addetti è elevato, è diffusa la figura del Primo assistente alla vendita.
A quest’ultimo viene riconosciuta un maggiore professionalità, ma non una qualifica più elevata rispetto ai colleghi: egli può occuparsi della gestione di un reparto diventando così la figura di riferimento per il Capo area.
Competenze
L’Addetto alle vendite deve conoscere i prodotti di cui si occupa. Deve saper realizzare allestimenti originali per presentare la merce in modo ottimale. Deve sapersi relazionare con la clientela, interpretandone le esigenze e orientandola all’acquisto. Nel settore alimentare questa figura deve essere in grado di trattare e preparare i prodotti e deve conoscere le norme igienico-sanitarie. La conoscenza di una o più lingue straniere è necessaria soprattutto nei punti vendita frequentati da turisti. Quando la gestione delle merci è informatizzata, l’addetto deve saper utilizzare il computer ed i software specifici. In generale, questa figura deve avere attitudine al lavoro di gruppo.
Formazione
Per svolgere questa professione serve un diploma di scuola media superiore. La conoscenza di una lingua straniera e l’aver frequentato corsi sulle tecniche di vendita sono titoli preferenziali. In genere la formazione è affidata alle associazioni di categoria, anche se il più delle volte avviene ‘on-the-job’ e consiste nell’affiancare il neo-assunto ad un venditore esperto.
Carriera
Non c’è grande mobilità verticale in quest’attività. Nella grande distribuzione un venditore con esperienza può diventare Capo reparto(vedi Scheda 6). Negli esercizi di piccole dimensioni un’evoluzione può essere rappresentata dall’apertura di un’attività in proprio.
Situazione di Lavoro
L’Addetto alle vendite è generalmente un lavoratore dipendente, anche se sono frequenti i contratti a termine legati alla stagionalità o a particolari eventi (saldi, periodi festivi, ecc.). grado di autonomia di questo profilo è molto basso nella grande distribuzione, mentre negli esercizi minori i margini sono più ampi.
Spesso l’orario di lavoro, di 40 ore settimanali suddivise in 5 o 6 giorni, può subire notevoli variazioni, soprattutto nei piccoli esercizi, se l’addetto svolge anche attività di sistemazione delle merci, di pulizia chiusura contabile. L’uso del part-time e l’organizzazione del lavoro in turni sono piuttosto diffusi.
La retribuzione varia in base alle dimensioni dell’azienda e al livello di inquadramento. In una piccola impresa questa figura è inquadrata, in base alle mansioni, al III o al IV livello e percepisce una retribuzione che si aggira intorno ao 14 mila euro annui lordi, mentre in aziende con un numero di dipendenti compreso tra 15 e 50, è inquadrata, a seconda dei compiti, al III, IV o V livello e la sua retribuzione varia tra 14,5 e i 16 mila euro lordi annui. Infine, in imprese con più di 50 dipendenti l’addetto è, anche in questo caso, inquadrato al III, IV o V livello in base alle mansioni, ma la retribuzione annuale oscilla tra i 16,5 e i 18 mila euro lordi.
Tendenze Occupazionali
C’è sempre bisogno di Addetti alle vendite a causa del forte turn-over: alla domanda di giovani apprendisti, si affianca la richiesta di personale con precedenti esperienze di vendita e conoscenze specifiche determinati prodotti.
In generale la presenza femminile è maggiore rispetto a quella maschile, ma si registrano variazioni diversi comparti. Prevalgono i Commessi nella vendita di alcuni generi alimentari (carne, pesce, bevande), articoli di elettronica, informatica e ferramenta. Mentre nei grandi magazzini, nelle profumerie, nelle farmacie e nei prodotti tessili e di abbigliamento il numero delle occupate è nettamente superiore. In altri comparti (frutta e verdura, tabacchi, giornali, mobili) la presenza maschile e femminile si equilibrano.
Figure Professionali Prossime
Profili professionali vicini sono: il Promoter, l’Addetto alle casse, il Magazziniere, il Capo reparto,il Direttore del punto vendita e l’Esercente(vedi Schede 3,5,6,7 e 9).
Agente di commercio
L’Agente di commercio è una figura di collegamento tra imprese e organizzazioni della distribuzione che promuove contratti di fornitura in zone determinate.
I principali compiti di questa figura prevedono:
•visite presso i clienti con la presentazione delle merci e dei prodotti;
•l’assistenza alla clientela e la consulenza sulle più idonee modalità di pagamento (leasing, rate, ecc.);
•la predisposizione dei contratti, la registrazione degli ordini e la trasmissione di questi alla propria azienda;
•l’eventuale riscossione dei pagamenti;
•la valutazione dei reclami da parte dei clienti;
•la raccolta di informazioni sul mercato della zona assegnatagli, utili a determinare le strategie commerciali della propria impresa;
•la ricerca e l’acquisizione di nuovi clienti.
Competenze
Oltre alla perfetta conoscenza delle caratteristiche dei prodotti o dei servizi che vende, questa figura deve saper utilizzare le tecniche di comunicazione ed avere nozioni di marketing. L’Agente deve conoscere le norme che regolano il settore del commercio e, se si occupa di mercati internazionali, deve avere competenze sugli scambi commerciali oltre frontiera, sulla legislazione vigente nei paesi interessati ed in generale su ogni aspetto dell’import-export che lo riguarda. Infine, per svolgere correttamente i suoi compiti deve conoscere le strategie di Customer Service, e del software di CRM (Customer Relationship Management): un insieme di procedure organizzative creato per gestire le relazioni con il cliente e migliorare i rapporti con il fornitore.
L’Agente di commercio conosce almeno una lingua straniera e sa utilizzare gli strumenti informatici. Deve avere anche buone capacità comunicative e relazionali, intraprendenza, e possedere inoltre un’elevata autonomia gestionale ed organizzativa.
Formazione
Per poter svolgere questa professione non sono richiesti particolari titoli di studio sebbene sia apprezzato il possesso di un diploma di scuola secondaria o di una laurea in materie commerciali o giuridiche.
L’Agente è una figura iscritta ad un albo professionale istituito presso le Camere di commercio. Per l’iscrizione al ruolo, oltre ai consueti requisiti generali (maggiore età, cittadinanza dell’Unione Europea o permesso di soggiorno per i cittadini non UE, godimento dei diritti civili, assenza di fallimenti o condanne per reati particolari) è necessario aver frequentato con esito positivo uno specifico corso di formazione professionale istituito o riconosciuto dalle Regioni.
L’iscrizione al ruolo avviene senza l’obbligo di seguire il corso, ma semplicemente presentando una domanda, per:
•i diplomati di istituti tecnici commerciali e di istituti professionali per il commercio;
•i laureati in discipline economiche o giuridiche;
•tutti quelli che abbiano lavorato come Viaggiatore piazzista o abbiano svolto mansioni di Addetto alle vendite in un’impresa al dettaglio per almeno due anni (anche non continuativamente), ma entro cinque anni dalla data di presentazione della domanda.
Un nuovo ‘must’ del mercato è la Certificazione di Qualità: percorsi di certificazione piuttosto severi rilasciano quest’attestato molto richiesto come garanzia sia per l’azienda che per i consumatori.
Carriera
La carriera dell’Agente di Commercio è commisurata al numero di clienti in agenda e all’ampiezza della zona da servire, che lo possono portare a ricoprire il ruolo di Capo Area (v. Scheda 5 in Opuscolo A3 ‘Commerciale e marketing').
Situazione di Lavoro
L’Agente di commercio è un lavoratore autonomo che riceve dal suo datore di lavoro una parziale copertura fissa per la sua funzione. In genere il suo referente è un Capo area, da cui riceve indicazioni su ogni aspetto degli ordini, sugli sconti e sulle le politiche di promozione, avendo però totale autonomia nella gestione del proprio tempo di lavoro.
La remunerazione di questa figura varia ed è costituita da una quota fissa più le provvigioni (una percentuale sul totale dell’importo fatturato al cliente), che costituiscono il guadagno vero e proprio e il principale incentivo economico dell’Agente. Le provvigioni vengono definite nei contratti individuali stipulati con l’azienda in base all’esperienza e all’abilità dell’Agente. Il suo reddito può dunque variare da un minimo iniziale di 20/25 mila euro lordi annui fino a ben più di 50 mila euro per un professionista affermato.
Va però precisato che nella prima fase di attività (da uno a tre anni) i guadagni possono limitarsi ad un rimborso spese di soli 5-10 mila euro annui.
Tendenze Occupazionali
Gli Agenti di commercio in Italia sono più di 300 mila e sono una delle categorie professionali più richieste negli ultimi anni (oltre il 35% delle ricerche di nuovo personale è concentrato su questa figura). Nel breve periodo è previsto un incremento dell’ordine di alcune migliaia di posti di lavoro e le prospettive migliori sono attese per i liberi professionisti.
Gli uomini sono in netta prevalenza rispetto alle donne, che rappresentano solo il 20% del totale e sono concentrate in settori come quello dei cosmetici o della moda femminile.
Figure Professionali Prossime
Professioni vicine all’Agente sono il Procuratore di commercio, il Trader generale e l’Agente merceologico.
Capo reparto
Il Capo reparto è il responsabile del settore di vendita a lui assegnato. I suoi compiti variano in base all’ampiezza dell’area merceologica di cui si occupa.
Questa figura svolge un numero elevato di attività:
•organizza gli acquisti e le vendite;
•gestisce i rapporti con i fornitori, controlla le merci in arrivo e verifica le scorte in magazzino;
•coordina il lavoro dei suoi collaboratori, ne stabilisce le mansioni, i turni e le ferie;
•organizza le merci del reparto in base agli spazi disponibili;
•organizza le offerte e le promozioni in accordo con il marketing e supervisiona l’allestimento delle merci;
•collabora alla definizione del budget e degli obiettivi di vendita del reparto;
•definisce con i responsabili merceologici l’acquisto e la promozione di nuovi prodotti;
•cerca di fidelizzare i clienti, garantendone la soddisfazione;
•assicura l’efficienza delle attività in accordo con le politiche commerciali dell’azienda.
Competenze
Il Capo reparto deve conoscere molto bene le merci vendute nel suo reparto, deve essere competente nelle tecniche di vendita ed avere nozioni di marketing. Deve avere inoltre la capacità di gestire le risorse umane, impiegandole in modo ottimale, sia attraverso l’analisi delle competenze e delle motivazioni dei singoli collaboratori, sia valutandone le prestazioni ed il potenziale.
Questa figura deve conoscere una o più lingue straniere e deve essere in grado di utilizzare i principali strumenti informatici, in particolare le tecnologie per il trattamento dei dati. Deve inoltre conoscere l’organizzazione dell’impresa, le norme igienico-sanitarie e quelle relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per il Capo reparto è indispensabile avere una spiccata propensione al lavoro di gruppo e una forte capacità di relazionarsi con la clientela.
Formazione
Per accedere a questo profilo è necessario il diploma di scuola secondaria superiore o una laurea, possibilmente in discipline economiche. Le capacità acquisite nel settore della grande distribuzione rappresentano tuttavia un titolo preferenziale: in genere questo ruolo viene affidato a chi ha maturato un’adeguata esperienza come Addetto alle vendite(vedi Scheda 2).
Carriera
La figura di Capo reparto costituisce un primo gradino per una carriera che può portare a ricoprire il ruolo di Direttore di filiale(vedi Scheda 7), passando attraverso altri incarichi direttivi.
Situazione di Lavoro
Il Capo reparto ha responsabilità e poteri direttivi: egli gode pertanto di ampi margini di autonomia nello svolgimento dei propri compiti. È una figura impiegata principalmente nelle reti distributive di media e soprattutto grande dimensione, nelle quali esistono diverse aree merceologiche, in particolare negli ipermercati, nei grandi magazzini o nelle catene dei negozi di elettronica, di elettrodomestici e bricolage.
In base al CCNL, l’orario di lavoro è fissato in 40 ore settimanali da suddividersi in 5 o 6 giornate lavorative. Tuttavia, considerato il livello di responsabilità, è necessario che questa figura sia presente all’apertura del punto vendita, come anche in quei periodi nei quali gli esercizi commerciali effettuano orario prolungato o sono aperti anche la domenica, come ad esempio durante le promozioni, i saldi o le festività.
In un’azienda sia di medie (15-50 dipendenti) che di grandi dimensioni (più di 51 dipendenti), il Capo reparto è inquadrato al II livello e la sua retribuzione oscilla fra i 20 mila e i 22 mila euro lordi annui, senza considerare eventuali premi di produzione e benefit aziendali.
Tendenze Occupazionali
Le analisi sulla richiesta di questa figura indicano un discreto incremento della domanda, legato al generale andamento positivo della grande distribuzione e all’apertura di nuovi esercizi commerciali caratterizzati da grandi superfici.
Il numero dei Capi reparto uomini è nettamente superiore a quello delle donne. Per il futuro, è prevista una crescita della presenza femminile, non solo nei comparti nei quali le donne sono già molto rappresentate (profumerie e articoli cosmetici, abbigliamento, grandi magazzini, ecc.), ma anche in quelli nei quali prevale attualmente la presenza maschile (mobili, elettronica, ecc.).
Figure Professionali Prossime
Questa figura professionale può svolgere incarichi analoghi in reparti diversi della stessa azienda o in altri esercizi commerciali.
Considerata la scala gerarchica di un’organizzazione commerciale, i profili più vicini al Capo reparto sono: il Capo settore, il Direttore del punto vendita e/o l’Esercente(vedi Scheda 9).
Direttore di centro commerciale
Il Direttore del centro gestisce, anche dal punto di vista immobiliare, i locali nei quali operano gli esercizi commerciali. È la figura professionale che organizza i servizi comuni a beneficio delle imprese e della clientela.
I compiti del Direttore di un centro commerciale sono:
•la selezione degli esercenti a cui affittare gli spazi di vendita in base a determinate scelte merceologiche;
•il progetto, la cura e il controllo dell’organizzazione del centro;
•l’organizzazione dei servizi comuni, come ad esempio i parcheggi, la vigilanza e le pulizie;
•la cura dei rapporti con i commercianti all’interno del centro e con l’azienda proprietaria delle strutture;
•la gestione delle attività promozionali e pubblicitarie;
•la predisposizione del budget delle spese comuni;
•la gestione del personale all’interno del centro;
•la responsabilità dell’immobile e della sua manutenzione;
•la cura degli aspetti amministrativi e delle autorizzazioni necessarie per le attività del centro.
Competenze
Questa figura deve avere una conoscenza approfondita delle tecniche di marketing e di quelle di bilancio e budget e deve essere in grado di analizzare gli andamenti del mercato, nonché di elaborare business plan e preventivi. Egli deve pertanto essere preparato in materia economica, amministrativa e legislativa. Deve inoltre sapersi relazionare con gli altri, in particolare con gli esercenti e con i proprietari del centro commerciale, interpretandone le esigenze e risolvendo gli eventuali problemi che possono insorgere.
Parallelamente egli è in grado di motivare e gestire efficacemente il personale, con spirito organizzativo, autonomia gestionale e una buona dose di flessibilità.
Più in generale il Direttore del centro deve conoscere bene una o più lingue straniere e deve saper utilizzare gli strumenti informatici e i programmi per l’elaborazione dati. La conoscenza delle norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro è infine un altro requisito indispensabile.
Formazione
Per accedere a questa professione non esistono percorsi standardizzati: in genere è richiesta una formazione superiore, preferibilmente una laurea in scienze economiche o giuridiche.
Anche il solo possesso di un diploma di scuola media superiore, se integrato da una significativa esperienza ‘on-the-job’ in situazioni analoghe, può essere considerato un titolo valido. I corsi specifici per questa figura sono ancora poco numerosi: fra tutti vanno segnalati quelli organizzati da IFOA (Istituto Formazione Operatori Aziendali ) e dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali.
Carriera
Normalmente il Direttore di un centro commerciale ha alle spalle un certo numero di anni di esperienza nel settore, avendo ricoperto nel tempo posizioni di livello inferiore. I passi successivi nella carriera lo possono portare ad altri incarichi direttivi come, ad esempio, quello di Dirigente amministrativo o di Direttore generale.
Situazione di Lavoro
Il Direttore di centro commerciale lavora come dipendente o libero professionista. È una figura che opera all’interno di un complesso sistema di relazioni e che possiede, pur sempre nel rispetto delle esigenze della proprietà e degli esercenti, un elevato grado di autonomia. I suoi orari di lavoro sono strettamente legati a quelli di apertura e chiusura del centro commerciale.
Il Direttore del centro deve essere presente sia per poter svolgere le ordinarie attività quotidiane che per affrontare gli eventuali imprevisti. La sua presenza - in particolare nei periodi di saldi, promozioni, e nelle festività natalizie - deve essere assicurata per l’intera settimana.
Questa figura, se inserita come quadro, percepisce una retribuzione che oscilla - in base all’esperienza e alle dimensioni aziendali - tra i 45 mila ed i 60 mila euro lordi annui, esclusi i benefit aziendali e premi di produzione.
Tendenze Occupazionali
Si prevedono buone opportunità per questa figura soprattutto in quelle aree del Centro-Nord nelle quali i centri commerciali sono più diffusi. Egli può trovare lavoro anche nei così detti Factory Outlet Center, vere e proprie cittadelle commerciali che si stanno moltiplicando in questi ultimi anni. In questa professione la presenza maschile è nettamente superiore a quella femminile, anche se per il futuro è prevedibile una leggera crescita del numero delle donne.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine al Direttore di un centro commerciale sono il Responsabile coordinamento filiali, il Dirigente amministrativo e il Direttore generale.
Direttore di filiale
Il Direttore di filiale gestisce il punto vendita seguendo criteri fissati a livello centrale ed è il responsabile dei risultati commerciali e della qualità del servizio offerto alla clientela.
Numerosi sono i compiti del Direttore di filiale, che possono essere così sintetizzati:
•intrattenere i rapporti con la sede centrale;
•definire gli obiettivi commerciali;
•coordinare i programmi merceologici;
•revisionare periodicamente i piani di merchandising;
•verificare il corretto andamento di ordini e consegne;
•avere la responsabilità finanziaria della filiale;
•gestire il personale;
•allestire un organico adeguato all’attività di vendita;
•predisporre piani promozionali;
•proteggere i beni aziendali ed il contante;
•garantire un adeguato funzionamento degli impianti, nonché la sicurezza e la pulizia del punto vendita;
•interpretare le preferenze della clientela;
•aggiornarsi sulla concorrenza.
Competenze
Questa figura deve avere approfondite competenze nella gestione aziendale e nell’organizzazione dei servizi, curando sia la struttura che la clientela, nonché possedere adeguate capacità nella gestione delle risorse sia umane che finanziarie e una buona conoscenza delle tecniche di marketing, in particolare per quanto riguarda le analisi di mercato. Il Direttore di filiale è poi in grado di utilizzare i principali strumenti informatici e ha dimestichezza con una o più lingue straniere. Egli deve inoltre conoscere le norme igienico-sanitarie e quelle che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Egli possiede anche buone competenze analitico-decisionali e forti capacità di autonomia di gestione. È in grado poi di relazionarsi con gli altri operatori e di risolvere tempestivamente gli eventuali problemi che possono insorgere. Il Direttore di filiale deve infine avere spirito organizzativo, unito ad una buona dose di creatività e di flessibilità.
Formazione
Per accedere al ruolo è necessaria la laurea, preferibilmente in economia e commercio. Ad integrazione della formazione universitaria, è considerato fondamentale aver frequentato corsi o master su materie come marketing, tecniche di analisi di mercato o logistica, promossi da istituti specializzati, enti o associazioni di categoria.
Carriera
Per svolgere in maniera efficiente questa professione è necessario aver maturato un’esperienza di almeno cinque anni presso un punto vendita. In genere, i passaggi necessari per acquisire una preparazione adeguata al ruolo sono: Vice-capo negozio, Capo negozio, Assistente di filiale, fino a diventare Responsabile di filiale.
Situazione di Lavoro
Il Direttore di filiale è un dipendente, impiegato in strutture di dimensioni medio-grandi, come supermercati, grandi magazzini, megastore e ipermercati, ma anche in esercizi commerciali più piccoli, come ad esempio uno o più punti vendita in franchising. Questa figura gode di un elevato grado di autonomia, senza perdere di vista gli obiettivi dell’azienda per la quale lavora.
Normalmente i suoi orari coincidono con quelli di apertura e di chiusura dell’esercizio di cui è responsabile.
Il Direttore coordina tutte le figure presenti all’interno della filiale (Addetti alle vendite, Addetti alle casse, Magazzinieri, Capi reparto, ecc. - vedi Schede 2,3,5,6) e risponde del suo operato al titolare del punto vendita. Se l’esercizio fa capo ad una società, egli interagisce con i dirigenti presenti al suo interno, ed in particolare con i responsabili della direzione commerciale (Direttore marketing, acquisti, comunicazione, finanza e così via – vedi anche Opuscolo A3 ‘Commerciale e marketing’), da cui riceve le direttive e con i quali definisce i piani di vendita della filiale. Egli tiene inoltre i contatti con le imprese e con i consulenti che erogano i servizi necessari alla gestione del struttura, come gli allestimenti, l’informatica, l’amministrazione ordinaria, la sicurezza, la manutenzione, le pulizie e così via.
La sua retribuzione annuale può variare dai 55 ai 70 mila euro lordi, in base all’esperienza e alle dimensioni aziendali.
Tendenze Occupazionali
Questa figura è molto richiesta: in passato, le funzioni del Direttore di filiale venivano svolte personalmente dal titolare mentre oggi, grazie alla professionalizzazione del settore, si stanno diffondendo figure manageriali in grado di gestire al meglio forme commerciali più complesse, sia per dimensioni che per organizzazione, come accade ad esempio nel franchising.
Considerando il numero dei punti vendita con almeno 6 addetti, si può ipotizzare che in Italia vi siano circa 35 mila Direttori di filiale. Rispetto ai valori dello scorso decennio, si registra per questa figura un incremento di circa il 15%. L’andamento generale del settore lascia supporre che questa tendenza continui a manifestarsi anche nei prossimi anni, con ritmi di crescita costanti.
In questa professione la presenza maschile è nettamente superiore a quella femminile, anche se per il futuro è prevedibile una leggera crescita del numero di donne in questo ruolo.
Figure Professionali Prossime
Tra le professioni più simili abbiamo il Direttore regionale e le altre figure manageriali che operano nelle sedi centrali delle società.
Esercente
In genere l’Esercente è il proprietario del negozio, ma è considerato tale anche chi gestisce soltanto un’attività commerciale, senza possederla.
Questa figura svolge un numero elevato di compiti che variano in base alle dimensioni dell’attività:
•individua il segmento di mercato;
•si occupa degli acquisti, ricercando e selezionando i fornitori;
•cura l’allestimento degli spazi e la presentazione dei prodotti, da solo o con l’aiuto di consulenti esterni;
•seleziona e gestisce il personale;
•stabilisce i budget annuali;
•gestisce, in proprio o con l’aiuto di esperti, gli aspetti finanziari ed amministrativi;
•pianifica e realizza i servizi destinati alla clientela, dalle consegne a domicilio all’assistenza post-vendita.
Competenze
L’Esercente è in grado di gestire la sua attività, coordinando in modo ottimale le risorse di cui dispone, al fine di realizzare i propri obiettivi aziendali. Questa figura deve avere competenze economico-finanziarie, legislative e commerciali: in particolare deve conoscere le tecniche di bilancio e di budget ed avere nozioni di marketing e di visual merchandising. Egli conosce ovviamente in modo approfondito il proprio settore merceologico.
In base alla tipologia ed alla localizzazione del suo punto vendita, l’Esercente parla una o più lingue straniere. Egli deve essere in grado di utilizzare sia gli strumenti informatici di base che le tecnologie di pagamento (POS); conosce ed applica inoltre le norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’Esercente ha spirito d’iniziativa e senso pratico; è pronto a cogliere e promuovere le idee creative ed è propenso al cambiamento. Infine, è indispensabile che egli possegga spiccate doti relazionali per poter comunicare in maniera efficace con la clientela, con i dipendenti e con i fornitori.
Formazione
Per svolgere questa professione è preferibile aver acquisito una grande esperienza sul campo, avendo in tasca una formazione di livello medio-alto, che sia un diploma di scuola secondaria superiore o meglio ancora una laurea. Molto importante è l’aggiornamento professionale: le associazioni di categoria organizzano periodicamente corsi di formazione per aiutare gli Esercenti ad essere sempre competitivi sul mercato. Con l’entrata in vigore del cosiddetto “decreto Bersani” (D.L. 114 del 31/03/1998), l’iscrizione al R.E.C. (Registro Esercenti il Commercio) rimane necessaria soltanto per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristoranti, bar, birrerie, ecc.). Nel settore alimentare sono i Comuni che accertano i requisiti professionali degli esercenti.
Carriera
Non è appropriato parlare di carriera in un’attività di solito svolta in forma autonoma. Quando l’Esercente non è titolare dell’attività commerciale, può - col tempo - riuscire ad avviare un proprio punto vendita, oppure approdare al ruolo di Direttore di filiale(vedi Scheda 7) alle dipendenze di una società di maggiori dimensioni.
Situazione di Lavoro
L’Esercente gode di un elevato grado di autonomia nello svolgimento della propria attività. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, la nuova normativa ha ampliato dalle 7 alle 22 la fascia nella quale i negozianti possono tenere aperti i punti vendita al dettaglio; in genere, l’apertura non può superare le 13 ore giornaliere. Ogni Esercente può scegliere l’orario più adatto alle proprie esigenze o a quelle della clientela. Fanno eccezione i punti vendita che si trovano in località turistiche (villaggi, campeggi, complessi alberghieri ecc.) e nelle città d’arte o determinate tipologie di negozi, come ad esempio le edicole, i tabaccai, gli esercizi situati in aree di servizio lungo le autostrade e così via. La retribuzione dell’Esercente non è fissa ma è legata all’andamento dell’attività commerciale.
Tendenze Occupazionali
Attualmente gli Esercenti sono circa 500 mila. Nell’ultimo decennio si è registrata una forte contrazione del numero di imprese commerciali, in larga parte per la chiusura di molti piccoli esercizi tradizionali.
È probabile che questa tendenza si protragga anche nel medio periodo, senza tuttavia portare alla scomparsa di questo tipo di negozi che potrebbero anzi trarre nuova linfa dai mercati di nicchia lasciati scoperti dalla grande distribuzione.
In linea di massima, il numero di Esercenti maschi è superiore a quello delle femmine. Nel commercio si registra tuttavia un’altissima percentuale di donne imprenditrici, con valori più che doppi rispetto agli altri settori economici e destinati a crescere ulteriormente.
Figure Professionali Prossime
L’Esercente di punto vendita in franchising(vedi Scheda 10) è la figura professionale che più si avvicina a questo profilo.
Esercente di punto vendita in franchising (franchisee)
L’Esercente di punto vendita in franchising è il gestore o il proprietario di un negozio, la cui attività è vincolata da un rapporto contrattuale con un’impresa commerciale di maggiori dimensioni.
Il franchising è una formula di collaborazione fra un’impresa ‘affiliante’ detta franchisor e più imprenditori ‘affiliati’ detti franchisee (fra loro indipendenti), in cui la prima concede ai secondi il diritto a ricevere ed utilizzare, dietro compenso, il proprio marchio, il know-how commerciale e le merci.
Le principali attività svolte da questa figura professionale sono:
•la gestione del punto vendita affiliato;
•l’allestimento degli spazi, la presentazione dei prodotti, l’esecuzione delle campagne promozionali, in linea con le direttive impartite dall’impresa affiliante;
•l’organizzazione dei servizi di vendita, di assistenza e gestione reclami, attuando le politiche commerciali della casa madre;
•la selezione e la gestione del personale;
•la stima dei budget annuali;
•la gestione degli aspetti finanziari ed amministrativi;
•la cura della soddisfazione del cliente.
Competenze
Le competenze dell’Esercente in franchising riguardano la sua capacità di gestire il punto vendita, nel rispetto dei vincoli previsti dal contratto di affiliazione. Per assolvere tale compito, questa figura deve conoscere i principi delle scienze economiche e gestionali ed essere in grado di utilizzare le tecniche di bilancio e di budget. Egli conosce ovviamente i prodotti che vende, nonché le norme che regolano il commercio e, in particolare, le nuove disposizioni in materia di affiliazione commerciale. Questa figura, in base alla localizzazione e alla tipologia del punto vendita, deve conoscere una o più lingue straniere. È capace di usare gli strumenti informatici di base e, in particolare, sa utilizzare le moderne tecnologie di pagamento. Infine, egli deve conoscere le norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro. Più in generale, l’Esercente in franchising deve possedere autonomia decisionale e capacità di negoziazione.
Per intraprendere quest’attività è indispensabile una buona dose di senso degli affari e di spirito d’iniziativa. La predisposizione alla gestione dei rapporti umani è una qualità fondamentale per questa figura professionale.
Formazione
Per diventare Franchisee è preferibile avere una formazione di livello medio-alto (diploma di scuola secondaria superiore o laurea in scienze economiche o giuridiche) e avere acquisito esperienza sul campo. Negli ultimi anni sono nate scuole di formazione specializzate, tra queste la “Scuola Italiana del Franchising” e la “Franchising School”, che oltre a realizzare corsi, promuovono anche seminari, convegni e meeting.
Carriera
Il Franchisee può approdare alla gestione di più punti vendita, affiliati alla stessa catena di franchising.
Situazione di Lavoro
L’Esercente di punto vendita in franchising, a differenza di un Esercente tradizionale, deve lavorare nell’ambito di vincoli molto stretti ed ha quindi uno scarsissimo grado autonomia. In compenso, egli gode di vantaggi e facilitazioni sia nella fase di avvio (accesso al credito facilitato, diminuzione del rischio imprenditoriale, abbattimento delle barriere di ingresso nel mercato), che nella fase gestionale, in quanto è alleviato dai compiti relativi al controllo amministrativo, alla scelta dei fornitori, alla gestione delle scorte, all’impostazione di campagne pubblicitarie e promozionali, alla formazione professionale, sempre a carico del Franchisor.
La situazione di lavoro di questa figura dipende dalla tipologia di esercizio che gestisce: egli è presente, ad esempio, nei supermercati, nei negozi di abbigliamento, nei negozi di cosmesi e profumerie e così via. Il Franchisee coordina tutte le figure presenti all’interno del suo punto vendita. Sulla base di quanto previsto dal contratto di franchising, egli interagisce con molte figure professionali dell’azienda titolare del marchio: capi area, figure di controllo, dirigenti del marketing e così via.
La retribuzione del Franchisee non è fissa, ma è legata al fatturato del punto vendita che gestisce.
Tendenze Occupazionali
Questa figura non si trova solo nel Commercio ma anche in settori di attività, quali ad esempio, nell’ambito dei Servizi, l’intermediazione immobiliare e il settore degli Alberghi e della Ristorazione. Ad oggi risultano circa 43.000 Franchisee, di cui un buon 50% opera nell’area Commercio e distribuzione. Negli ultimi dieci anni si è registrata una crescita esponenziale del numero degli affiliati e anche per il futuro sono previsti ampi margini di crescita legati, da un alto, al consolidamento delle reti esistenti, e, dall’altro, all’entrata di nuovi operatori sul mercato.
In generale, come per gli Esercenti tradizionali, il numero dei maschi coinvolti in questo tipo di ‘business’ è superiore a quello delle femmine che tuttavia, nel Commercio, sono più del doppio rispetto ad altri settori dell’economia.
Figure Professionali Prossime
L’Esercente(vedi Scheda 9) è, per ovvi motivi, la figura professionale più simile al Franchisee.
Magazziniere
Il Magazziniere è una figura presente in tutte le imprese della grande distribuzione ed in quelle del commercio all’ingrosso, dove le merci sono gestite con tecniche di movimentazione e stoccaggio.
Magazziniere
Il Magazziniere è una figura presente in tutte le imprese della grande distribuzione ed in quelle del commercio all’ingrosso, dove le merci sono gestite con tecniche di movimentazione e stoccaggio.
Le principali attività svolte dal Magazziniere sono:
•il controllo quantitativo e qualitativo delle merci ricevute dai fornitori (le condizioni di arrivo, il peso, il rispetto delle norme di sicurezza e così via);
•la registrazione delle merci in entrata e in uscita tramite software di gestione specifici;
•la verifica dei documenti di trasporto ossia delle bolle di accompagnamento;
•la sistemazione e lo stoccaggio delle merci in magazzino con l’ausilio di mezzi meccanici;
•la distribuzione dei prodotti nel punto vendita e la gestione dei resi;
•la supervisione e l’assistenza alle società che eseguono lavori di manutenzione;
•occasionalmente, l’apertura e la chiusura del punto vendita.
Competenze
Il Magazziniere è in primo luogo capace di assicurare i rifornimenti necessari al punto vendita nei tempi previsti, controllando i livelli delle scorte ed è in grado sia di sistemare la merce negli appositi locali che di predisporne l’allestimento nell’area vendita. Per fare questo egli da un lato deve avere dimestichezza con la modulistica per il controllo e la verifica della corrispondenza tra ordini e arrivi (attestando le eventuali differenze riscontrate), dall’altro deve saper utilizzare i mezzi necessari alla gestione delle merci in entrata e in uscita dal magazzino, comprese le macchine adibite alla loro movimentazione (i muletti, le piattaforme elevatrici, i carrelli elevatori, ecc.). Egli deve avere inoltre competenze tecniche sia relative alle merci da richiedere, al fine di poterle stoccare correttamente, salvaguardandone l’integrità, sia relative alle modalità con cui farlo, utilizzando diversi strumenti di comunicazione (telefono, fax, e-mail).
Il Magazziniere conosce in particolare le tecniche di gestione del magazzino, anche a livello amministrativo e contabile ed è capace di utilizzare per questo appositi software. Questa figura deve operare nel rispetto delle norme di sicurezza, interagire con gli spedizionieri, collaborare con i colleghi e con i responsabili degli altri reparti. Deve infine avere capacità organizzative e una buona predisposizione al problem solving.
Formazione
Per l’accesso a questa professione non sono richiesti particolari requisiti. In generale, oltre al diploma di scuola secondaria superiore, l’aver frequentato corsi di formazione professionale sulle tecniche organizzative e gestionali costituisce un titolo preferenziale.
Carriera
Una possibile evoluzione della carriera del Magazziniere può essere quella di diventare Capo area ricevimento merci.
Situazione di Lavoro
Il Magazziniere lavora come dipendente presso le imprese commerciali della grande distribuzione. Avendo compiti piuttosto standardizzati è una figura con un limitato grado di autonomia. I suoi orari sono stabiliti, in base al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), in 40 ore settimanali, suddivise in 5 o 6 giornate lavorative.
Spesso l’organizzazione dell’attività è articolata in turni, in modo da garantire la presenza di addetti al magazzino dall’apertura fino alla chiusura del punto vendita.
Il Magazziniere interagisce con il Responsabile delle vendite(vedi Scheda 12) e con il Responsabile degli acquisti(vedi Scheda 11)e, nelle aziende più strutturate, con il Capo area ricevimento merci.
Il Magazziniere è inquadrato al V livello e la sua retribuzione varia in base alle dimensioni dell’azienda presso la quale lavora. In generale, il livello retributivo di questa figura è compreso tra i 15 mila e i 18 mila euro lordi annui.
Tendenze Occupazionali
Le possibilità di un aumento di posti di lavoro per questa figura sono legate all’andamento della grande distribuzione e del commercio all’ingrosso: gli indici sono positivi grazie al turn-over e all’apertura di nuovi punti vendita.
Va segnalato tuttavia che questo non è l’unico settore nel quale opera il Magazziniere: egli è infatti presente in tutti i comparti dell’industria manifatturiera.
Quella del Magazziniere è (e sembra destinata a rimanere) una professione maschile, pur non esistendo formali limitazioni all’accesso delle donne.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine a quella del Magazziniere sono: l’Addetto alle casse(vedi Scheda 3), l’Addetto alle vendite(vedi Scheda 2), il Capo reparto(vedi Scheda 6), il Direttore di filiale(vedi Scheda 7), il Responsabile degli acquisti(vedi Scheda 11) e l’Esercente(vedi Scheda 9).
Responsabile degli acquisti
Il Responsabile degli acquisti organizza l’approvvigionamento delle merci e ne assicura l’assortimento, definendo la quantità e i tempi di consegna dei prodotti.
I principali compiti affidati al Responsabile degli acquisti sono:
•la ricerca e la valutazione dei fornitori con metodi tradizionali o attraverso Internet;
•il controllo dell’approvvigionamento delle merci;
•la gestione delle scorte sia dal punto di vista fisico che finanziario-amministrativo;
•la verifica della qualità dei materiali acquistati;
•il contributo nella definizione delle azioni pubblicitarie e promozionali;
•la collaborazione nell’impostazione del budget di approvvigionamento;
•la ricerca di soluzioni alternative qualora si esaurissero i prodotti presso i fornitori abituali;
•la rilevazione delle necessità aziendali e la predisposizione di iniziative formative in accordo con il Direttore del personale;
•il coordinamento del personale addetto alle funzioni di acquisto;
•la gestione delle offerte;
•la definizione delle trattative.
Competenze
Il Responsabile degli acquisti deve saper gestire gli approvvigionamenti, assicurando i rifornimenti necessari nei tempi previsti e nel rispetto dei budget stabiliti.
Egli deve essere in grado di:
•negoziare i contratti di approvvigionamento;
•gestire le procedure di evasione degli ordini;
•valutare le prestazioni dei fornitori;
•utilizzare sistemi informativi specifici per la gestione degli acquisti;
•valutare l’incidenza di merci difettose.
Il Responsabile sa inoltre cogliere i mutamenti nel mercato, elaborando dati e formulando previsioni sugli andamenti della domanda. Egli deve conoscere le caratteristiche dei prodotti che acquista, avere competenze in materia di economia ed amministrazione, nonché nelle tecniche di marketing.
Deve anche avere nozioni sui contratti commerciali. Egli sa utilizzare l’inglese tecnico-commerciale e agisce rispettando i principi del sistema di qualità e lle norme di sicurezza. Più in generale, il Responsabile acquisti deve gestire un team di approvvigionatori e negoziare con successo gli accordi con i fornitori.
Formazione
Per esercitare questa professione è richiesto, in genere, un diploma di scuola secondaria superiore supportato da un corso specifico, oppure la laurea, preferibilmente in discipline economiche. Non è raro che le competenze proprie di questa figura si acquisiscano sul campo, spesso aggiornate con corsi di formazione promossi dalla stessa azienda, per la quale il Responsabile acquisti opera.
Carriera
Il Responsabile degli acquisti può diventare Responsabile delle vendite(vedi Scheda 12), per poi passare a Direttore di filiale(vedi Scheda 7), fino ad assumere il ruolo di Direttore di centro commerciale(vedi Scheda 8).
Situazione di Lavoro
Questa figura, di norma, è un lavoratore dipendente all’interno di imprese di dimensioni medio-grandi. Il Responsabile degli acquisti gode di ampi margini di autonomia e discrezionalità nello svolgimento dei sui compiti.
Nelle imprese della grande distribuzione esiste una Direzione di acquisto strutturata su scala gerarchica, per cui ad ogni figura sono affidati compiti specifici. Negli esercizi commerciali minori il profilo del Responsabile degli acquisti può coincidere con quello del titolare che, pertanto, svolgerà i compiti propri di questa figura.
All’interno dell’ambiente di lavoro, il Responsabile degli acquisti coordina il personale assegnato alla direzione acquisti; interagisce con i Responsabili di reparto(vedi Scheda 6) e con il Responsabile del magazzino(vedi anche Scheda 5). Inoltre ha costanti rapporti con gli altri dirigenti dell’azienda, soprattutto con la direzione commerciale e marketing e con la logistica. Il suo lavoro viene svolto principalmente nella sede centrale ma, quando si rendono necessarie, sono frequenti le visite presso i fornitori.
L’orario di lavoro è definito dal contratto nazionale in 40 ore settimanali; tuttavia, dato il ruolo ricoperto da questa figura, il numero di ore può variare a seconda della fase di lavoro che si sta seguendo.
Il Responsabile degli acquisti è di solito inquadrato al II livello e la sua retribuzione lorda (escludendo i superminimi individuali) varia tra i 25 mila e i 30 mila euro annui.
Tendenze Occupazionali
Nell’ultimo decennio questa figura ha registrato notevoli incrementi, una tendenza che sembra confermarsi anche nel medio periodo. Va tuttavia segnalato che i numeri a cui ci si riferisce sono piuttosto limitati, nell’ordine di qualche migliaio di occupati. Il Responsabile degli acquisti è infatti presente quasi esclusivamente nella grande distribuzione e lavora perlopiù presso la sede centrale e raramente nei punti vendita: è anche per questo motivo che la sua consistenza occupazionale è così bassa.
In questa professione la presenza maschile è nettamente superiore a quella femminile e non si prevedono tendenze al riequilibrio.
Figure Professionali Prossime
Figure assimilabili al Responsabile degli acquisti sono: il Buyer (vedi B6 'Tessile, Abbigliamento e Cuoio' - Scheda 4), il Responsabile del magazzino(vedi anche Scheda 5) ed il Responsabile della logistica(vedi Opuscolo C2 'Trasporti').
Responsabile delle vendite e del marketing
Il Responsabile delle vendite e del marketing definisce le strategie commerciali dell’impresa, occupandosi anche della promozione, della distribuzione, della commercializzazione dei prodotti e dell’immagine del punto vendita.
Responsabile delle vendite e del marketing
Il Responsabile delle vendite e del marketing definisce le strategie commerciali dell’impresa, occupandosi anche della promozione, della distribuzione, della commercializzazione dei prodotti e dell’immagine del punto vendita.
Le principali mansioni di questa figura sono:
•l’elaborazione delle linee strategiche del marketing, basate sull’andamento del mercato;
•la definizione dei piani di comunicazione e di merchandising;
•l’identificazione delle tipologie merceologiche da proporre ed i relativi prezzi di vendita;
•la pianificazione degli obiettivi commerciali;
•la valutazione dei risultati raggiunti attraverso lo strumento delle promozioni;
•la valutazione del grado di soddisfazione dei consumatori, identificando eventuali punti deboli e apportando soluzioni correttive.
Competenze
Il Responsabile delle vendite e del marketing sa utilizzare gli strumenti e le tecniche merchandising, del marketing strategico ed operativo. Per far questo deve avere notevoli competenze in materia economica, amministrativa, comunicativa, statistica e legislativa. Egli è anche un esperto di comunicazione pubblicitaria e di organizzazione del lavoro. Conosce una o più lingue straniere e sa utilizzare gli strumenti informatici, soprattutto i programmi di gestione dati.
Questa figura deve avere buone capacità analitiche, decisionali ed organizzative e deve essere in grado di operare con un elevato grado di autonomia. Deve inoltre sapersi relazionare efficacemente con i suoi collaboratori più diretti e possedere infine una buona dose di creatività e di flessibilità, nonché di disponibilità al rischio.
Formazione
Per ricoprire questo ruolo non esistono percorsi standardizzati. In genere è necessaria una laurea, preferibilmente in economia aziendale con indirizzo marketing o in statistica. La formazione deve essere integrata da master o corsi specialistici in merchandising, marketing strategico e operativo.
Carriera
Questa figura può passare al settore degli acquisti, diventando Responsabile(vedi Scheda 11), oppure può crescere ancora e diventare prima Direttore di filiale(vedi Scheda 7) e poi Direttore di centro commerciale(vedi Scheda 8).
Situazione di Lavoro
Il Responsabile delle vendite e del marketing è uno specialista che lavora prevalentemente come dipendente presso aziende distributive di medie e grandi dimensioni, ma può anche esercitare come consulente per conto di società di servizi alle imprese. Nello svolgimento delle sue mansioni gode di ampia autonomia e discrezionalità, sempre agendo in linea con gli obiettivi strategici dell’azienda per la quale opera.
L’orario di lavoro per un ruolo di questa responsabilità è molto flessibile, soprattutto durante la preparazione di campagne promozionali o in particolari periodi (festività, saldi, promozioni, ecc.). Per quanto riguarda il contesto lavorativo, il Responsabile delle vendite e del marketing può svolgere la sua attività presso la sede centrale dell’azienda oppure presso una delle filiali. I compiti restano gli stessi, anche se il lavoro in una sede decentrata richiede maggiore assistenza ed implica un rapporto continuo con il Direttore di filiale(vedi Scheda 7).
La retribuzione di questa figura, se inquadrata al I livello, è di circa 20 mila euro lordi annui (esclusi eventuali benefit aziendali e premi di produzione), ma può salire fino a circa 50 mila euro, se è inserita come quadro. Il tipo di contratto e il relativo reddito dipendono principalmente dal grado di esperienza e dalle dimensioni dell’impresa per la quale il Responsabile lavora.
Tendenze Occupazionali
La richiesta di questa figura risulta, nel breve periodo, elevata, soprattutto da parte di aziende di medie e grandi dimensioni e da parte di imprese sia a rete cooperativa che in franchising. La presenza maschile in questa professione è nettamente superiore a quella femminile, anche se per il futuro è prevedibile una leggera crescita del numero di donne in questo ruolo.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali che presentano maggiori affinità con il Responsabile delle vendite e del marketing sono: il Brand manager, l’Esperto in marketing (vedi Opuscolo C1 ‘Servizi finanziari e assicurativi’- Scheda 8) , i Responsabili del marketing strategico e operativo (vedi Opuscolo A3 ‘Commerciale e Marketing’- Schede 1 e 2) e il Product manager (vedi Opuscolo B6 ‘Tessile, Abbigliamento e Cuoio’- Scheda 3).
Supervisore casse
Il Supervisore casse controlla la regolarità delle operazioni di pagamento e di incasso, coordina la raccolta del denaro, trasmette i dati contabili alla direzione ed assiste la clientela, soprattutto nel caso di contestazioni.
I compiti di questa figura professionale sono:
Competenze
Le competenze del Supervisore riguardano la gestione contabile delle attività di cassa ed il coordinamento del personale addetto. Questa figura deve avere conoscenze in materia contabile, amministrativa e di tecnica bancaria e deve possedere buone capacità sia nell’organizzazione del lavoro che nella gestione delle risorse umane.
Il Supervisore casse, in base alla tipologia o alla localizzazione dell’esercizio commerciale, conosce una o più lingue straniere e sa utilizzare gli strumenti informatici, soprattutto i sistemi automatizzati di raccolta dati, provenienti dalle casse elettroniche. Egli deve anche conoscere la norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e quelle igienico-sanitarie.
Questa figura professionale deve infine possedere autonomia gestionale, capacità decisionale e predisposizione a lavorare in gruppo .
Formazione
Per questa figura è richiesto il diploma di scuola secondaria superiore, preferibilmente di carattere tecnico o professionale. Inoltre, è necessario aver avuto esperienza come Addetto alle casse(vedi Scheda 3) o nella sezione amministrativa.
Carriera
Per quanto riguarda le possibilità di carriera, essendo già il Supervisore casse una figura di responsabilità, un suo avanzamento può essere rappresentato dal passaggio al ruolo di Direttore di filiale(vedi Scheda 7).
Situazione di Lavoro
Il Supervisore casse è inserito all’interno delle aziende di distribuzione commerciale come dipendente ed è presente, quasi esclusivamente, presso strutture o punti vendita di grandi dimensioni. Gode di una relativa autonomia nello svolgimento dei suoi compiti, soprattutto per quanto riguarda la soluzione delle controversie con l’utenza.
Svolge la sua attività di coordinamento organizzativo presso il “centro cassa”, che è collocato di solito in un ufficio con vista sul settore casse e i suoi addetti. Il Supervisore risponde del suo operato al Direttore amministrativo, al Direttore di filiale(vedi Scheda 7) o all’Esercente(vedi Scheda 9).
L’orario di lavoro di questo professionista è fissato dal CCNL di settore in 40 ore settimanali da suddividersi in 5 o 6 giornate lavorative. Tuttavia la flessibilità e la disponibilità sono sue prerogative essenziali. La retribuzione del Supervisore casse, con inquadramento al II livello, è di circa 18-20 mila euro lordi annui, escludendo eventuali superminimi individuali, benefit aziendali e premi di produzione.
Tendenze Occupazionali
Per il breve periodo si evidenzia un incremento dell’occupazione per questa figura professionale, anche considerando il progressivo ingrandimento della superficie media di vendita delle strutture della grande distribuzione.
Bisogna però far presente che una parte della domanda viene spesso soddisfatta con la promozione a questo profilo di Addetti alle casse, già impiegati all’interno del punto vendita. In questo ruolo la presenza femminile è nettamente superiore a quella maschile, anche se per il futuro è prevedibile una crescita del numero di maschi che ricoprono questa posizione.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine al Supervisore casse, per competenze e responsabilità, sono rappresentate dagli Addetti e dai Responsabili alle vendite(vedi Schede 2 e 12).
Vetrinista
Il Vetrinista allestisce le vetrine del punto vendita, cercando di valorizzare i prodotti e di presentarli in modo tale da attirare l’attenzione della clientela; se si occupa anche del loro allestimento all’interno del negozio, è detto ‘visual merchandiser’.
Le mansioni di questa figura variano in base al settore merceologico nel quale opera. In generale, i suoi compiti consistono nel curare gli aspetti decorativi degli allestimenti.
Entrando nei particolari, il vetrinista deve:
•disporre nelle vetrine e negli scaffali i prodotti ed il materiale relativo ad eventuali promozioni (ad esempio, cartelli informativi sulle merci in offerta e così via);
•supervisionare le operazioni di allestimento e verificare che i progetti siano eseguiti in maniera corretta;
•collaborare alla progettazione dei display e realizzare i campioni espositivi;
•curare la manutenzione degli allestimenti.
Nel settore alimentare conta di più l’organizzazione degli spazi di vendita che gli aspetti strettamente decorativi: in questo caso il vetrinista, nella disposizione dei prodotti, può privilegiare la funzionalità, cercando al tempo stesso di rendere attraenti le merci esposte.
Competenze
Le competenze del Vetrinista riguardano le sue capacità di sfruttamento degli spazi interni e di vetrina. Egli deve pertanto avere conoscenze di grafica pubblicitaria, di tecniche espositive (rapporti tra forme e volumi nello spazio), di illuminotecnica, di teoria del colore e di scenografia. Questa figura deve inoltre possedere nozioni di marketing, di merceologia, di psicologia di vendita e comunicazione.
Il Vetrinista conosce una o più lingue straniere, in particolar modo l’inglese e sa utilizzare gli strumenti informatici di base, soprattutto i programmi di grafica. Egli deve infine conoscere le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
In questa professione sono soprattutto necessari:
•creatività e senso artistico;
•sensibilità nell’interpretare le novità e nel cogliere l’evoluzione dei gusti della clientela;
•capacità di analizzare le tendenze del mercato;
•predisposizione a lavorare in gruppo;
•buone doti di comunicazione.
Formazione
Per intraprendere questa professione è necessaria una formazione di carattere artistico di livello medioalto: un diploma presso Istituti d’arte o Licei artistici, a cui aggiungere un’eventuale laurea in architettura costituiscono, dunque, titoli preferenziali. È comunque necessario completare la propria formazione con un corso professionale o un master per Vetrinisti, organizzati da varie camere di commercio, associazioni di categoria o presso l’“Accademia vetrinistica italiana” con sede a Milano.
Carriera
Di solito il Vetrinista, dopo aver inizialmente acquisito esperienza all’interno di una o più imprese, passa alla libera professione, aumentando così, insieme ai suoi guadagni, le sue opportunità di crescita professionale.
Situazione di Lavoro
Nelle grandi aziende il Vetrinista lavora alle dipendenze del Responsabile degli allestimenti e collabora con gli Addetti alle vendite (vedi Scheda 2). In quelle medio-piccole dipende invece dal Responsabile delle vendite e del marketing(vedi Scheda 12) e si relaziona con il Direttore di filiale o l’Esercente (vedi Schede 7 e 9).
Il Vetrinista, pur essendo una figura che si occupa prevalentemente di vetrine e negozi, può lavorare come ‘free-lance’ anche per sfilate di moda, fiere, esposizioni o nell’allestimento di spazi pubblici. Molte aziende, per evitare questa fuga di professionalità, propongono incentivi retributivi e di carriera.
L’orario di lavoro, per i dipendenti come per i liberi professionisti, è caratterizzato da una buona dose di flessibilità, sia per il numero di ore lavorative svolte che per l’esigenza di operare in situazioni chenon ostacolino l’attività commerciale, come ad esempio la sera o durante la chiusura dei negozi.
Lo stipendio di ingresso di un Vetrinista dipendente è di circa 1.000 euro netti al mese. Con l’esperienza, la retribuzione può aumentare fino a circa 50 mila euro lordi annui. Nel caso di un libero professionista, il compenso varia in funzione delle sue capacità: un bravo ‘free-lance’ può percepire fino a 600 euro lordi per l’allestimento di una vetrina.
Tendenze Occupazionali
Ad oggi, i Vetrinisti iscritti agli albi presso le camere di commercio sono circa 10 mila. Si registrano molte opportunità di lavoro nella grande distribuzione, sia alimentare che nei grandi magazzini, ma anche nei negozi più piccoli, soprattutto in quelli di abbigliamento e nelle profumerie di fascia elevata. È in aumento anche la richiesta per l’allestimento di fiere, sia in Italia che all’estero. Nel breve periodo è previsto un incremento dell’ordine di alcune migliaia di posti di lavoro nel settore distributivo. Le prospettive migliori si hanno in prevalenza per i liberi professionisti. La presenza femminile è nettamente superiore a quella maschile anche se, per il futuro, è prevedibile una crescita del numero di maschi che eserciterà questa professione.
Figure Professionali Prossime
Le professioni che presentano analogie con quella del Vetrinista sono: l’Allestitore esecutivo di vetrina, l’Arredatore vetrinista e lo Store planner.
Fonte: http://www.ebiten.it/doc/apprendistato/07%20-%20PROFILI%20COMMERCIO.DOC
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