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I tre capitoli di Bagnasco.
CAPITOLO I.
L’ECONOMIA: è l’insieme delle attività atte alla produzione distribuzione e consumo di beni e servizi per la sussistenza dell’uomo. I bisogni dell’uomo sono cambiati nel corso del tempo. Vi sono due nozioni di economia:
Nel mercato si adotta un comportamento che gli economisti definiscono razionale in quanto si massimizzano i risultati minimizzando l’utilizzo dei mezzi.
Nelle società pre-industriali la produzione e distribuzione era legata per quantità e costi al semplice autoconsumo. E’ possibile nella storia dell’evoluzione economica rintracciare 3 modi di integrazione dell’economia nella società:
-generalizzate: rapporti famigliari in cui la restituzione dei beni o servizi non eguaglia mai in valore il bene o servizio prestato.
-Bilanciata: al contrario ne richiedere la restituzione in termini di tempi,costi ecc..
In questo tipo di società , la posizione della famiglia è rappresentata dal ruolo che ha nel processo produttivo.
L’economia regolata è basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione attraverso l’investimento di capitale per trarne profitto. L’istituzione fondamentale della produzione e consumo è l’impresa. Le banche operano su un altro tipo di mercato quello del denaro. Un ‘economia basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione,lavoro libero pagato secondo le leggi del mercato in competizione è definita CAPITALISMO. L’economia va analizzata tanto in relazione al rapporto tra istituzione sociale ed economica , che al potere di intervento regolatore dello stato nell’economia. Per quanto riguarda il suo rapporto con lo stato questo può essere inserito in un continuum in cui, da un lato del polo possiamo portare l’esempio dell’economia del laissez-faire, in cui seppur presente l’intervento dello stato è minimo. Dall’altro lato invece un’ economia pianificata , come quella comunista basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sulla distribuzione di beni legato ad azioni e scelte politiche. (urss e cina) l’intervento di regolazione politica si attua soprattutto nelle comunità ad economia mista attraverso la promozione di leggi antimonopolistiche e alla produzione di beni pubblici. Ma lo stato non è una macchina perfette, è comunque legata a fasi alternate di crescita e crisi economica. Interviene cosi nel cercare di riequilibrare l’economia attraverso la pressione fiscale o variazioni del denaro. Particolari combinazioni tra mercato e intervento politico vengono definite keynesiane. È possibile riconoscere due differenti assetti istituzionali :
-Anglosassone: basato su un mercato autoregolato.
-Europeo: in cui è preminente l’intervento statale nelle scelte economiche.
Negl’anni ’70 il modello Keynesiano entra in crisi mentre la politica economica liberalista statunitense incrementa le sue potenzialità. Questo perché in passato erano stati possibili accordi politici nazionali che permettevano di equilibrare la divisione di vantaggi e costi senza intaccare la salute economica. Alcuni aspetti fondamentali prodotti dall’economia nei nuovi paesi sviluppati sono:
E’ possibile analizzare il rapporto tra i diversi paesi del proprio grado di sviluppo, tenendo conto del livello di ricchezza in rapporto al numero di abitanti. Se i paesi meno sviluppati devo costantemente combattere con la fame, miseria,povertà, i paesi sviluppati devono cercare di mantenere attivo la loro produzione per consumo. I sociologia hanno analizzato molti fattori che impediscono lo sviluppo: la distinzione tra definizione formale e sostanziale di economia, l’aumento della natalità e la diminuzione della mortalità, fattori legati alla povertà, le tradizioni e le religioni, lo sviluppo industriale. A questi si aggiungono altri problemi definibili “Limite dello sviluppo” e sono :
Per risolvere o cercare di diminuire il problema sarebbe necessario attuare un vero e proprio SVILUPPO SOSTENIBILE, che si preoccupi di non esaurire le risorse fisiche a disposizione e di curare l’ambiente a disposizione.
CAPITOLO II.
Lavoro: si intende quelle attività svolte che permettono la trasformazione di risorse e materiali in beni e servizi per la sussistenza dell’uomo. Il lavoro è l’attività economica per eccellenza. Ovviamente rientra nella definizione formale , il lavoro svolto in cambio di reddito.
Occupazione: lavoro svolto, in cambio di remunerazione, in un determinato periodo di tempo. Gli occupati, o quelli in cerca di lavoro, rappresentano la popolazione attiva.
Professione: è il lavoro svolto per essere pagati a prescindere dal fatto che il soggetto sia occupato o meno.
Una distinzione fondamentale si ha tra indipendenti proprietari, i quali posseggono propri mezzi di produzione e dipendenti, e i dipendenti non proprietari. Questi, insieme a fatto di specializzazione di settore e di organizzazione confluiscono nel realizzare la divisione sociale del lavoro. Diverse sono le condizioni che incidono sul tasso di attività : legislazione del lavoro, offerta del lavoro,le caratteristiche dell’economia, fattori culturali. Inoltre bisogna far riferimento al grado di concentrazione urbana e alla crescita del settore terziario, che permette l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro e stabilizza il grado di lavoro degl’uomini. In italia per esempio il tasso di attività è basso rispetto al suo grado di sviluppo, ma questo è legato alla bassa industrializzazione e alla presenza di numerose piccole imprese. In italia ci troviamo di fronte a condizione tipiche lavorative, quelle che magari implicano il 60 % della popolazione impegnata il situazione lavorative a tempo determinato. Ad oggi, invece , ci troviamo di fronte ad una condizione atipica, in cui il 20% della popolazione si trova a lavorare a tempo determinato, il 4% è caratterizzato dai parasubordinati mentre da non sottovalutare è il lavoro precario la cui eccessiva manifestazione si ha nel lavoro nero. Anche il secondo lavoro rientra in quello che viene definito “Lavoro nero”, il tasso dei bioccupati è pari a quello dei disoccupati. Sociologi ed economisti hanno rintracciato due modelli di mercato di lavoro:
Questo dualismo può essere ricollegato anche al mercato interno , che si occupa semplicemente di spostare occupati da una parte e l’altra, mentre nel mercato esterno, si cerca di posizionare persone non ancora occupate mettendole in concorrenza tra loro. Questo spiega che il mercato non è unitario ma segmentato al suo interno. Gli economisti hanno individuato 3 tipologie di disoccupati:
A seconda delle dimensioni, dei settori e della produzione cambiano i modelli organizzativi. Quelli moderno si sono realizzati nella prima metà del secolo. In passato l’artigiano era imprenditore di se stesso, attraverso un alta specializzazione delle funzioni, l’utilizzo di utensili flessibili e l’appoggio e aiuto familiare creava e produceva le proprie merci. Nel XVIII secolo con l’avvento delle fabbriche si assiste a quello che viene definito putting-out system, ovvero il lavoro domiciliare degl’artigiani richiesto dai mercanti per piazzare le proprie merci richieste sul mercato. Ben presto però si passa a quello che viene definito factory system, ovvero un modello basato sulla presenza di nuove macchine flessibile e universali che permettevano la riduzione dei tempi e l’aumento della produzione . Questa è la fase della organizzazione sociale del lavoro di Taylor. Con la macchina di montaggio creata da Ford,la meccanicizzazione e la spersonalizzazione dell’individuo si fanno sempre più presenti. Nonostante questo riduca le ore di lavoro e aumenti il salario degl’operai, questi sono alienati al proprio lavoro, non vi è più mestiere, ma la professionalità consisteva nella ripetizione di semplici gesti elementari. Nella terza fase che riguarda quella della produzione JUST IN TIME, la produzione riguarda sono prodotti necessari e richiesti. Un aspetto fondamentale del modello Toyota è il principio di auto attivazione, per cui a qualsiasi margine di errore la macchina e la produzione si interrompeva. Questo richiedeva una nuova professionalità
Fonte: http://s0d84aabb37dbc6e2.jimcontent.com/download/version/1424534880/module/9938397521/name/Bagnasco.docx
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