Principali aziende italiane

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Principali aziende italiane

 

La storia d’impresa in Italia e le nuove frontiere digitali:
archivi e risorse telematiche

 

4.1 La situazione italiana delle fonti telematiche per la storia d’impresa

            La storia dell’impresa – come, del resto, molte altre discipline – ha dovuto fare i conti con le innovazioni profonde realizzate in questo periodo nel campo delle conoscenze scientifiche, della comunicazione e dell’informazione, con il sistema delle reti e della connessione globale, rappresentato dalla diffusione del World Wide Web. Questa novità è stata ancora più forte per una materia che fa largo uso di una memoria complessa e stratificata, come quella contenuta negli archivi. Perciò, è di notevole importanza effettuare un’analisi sullo “stato dell’arte” delle fonti telematiche italiane per la storia d’impresa. L’affermazione di Massimiliano Grandi, secondo cui l’Italia, rispetto agli altri paesi, si troverebbe meno indietro per gli archivi d’impresa su Internet rispetto ad altri settori, va considerata come una valutazione da collocare in un contesto molto vicino in termini temporali, ma notevolmente distante dal punto di vista dei progressi tecnologici intervenuti in questi ultimi anni. Grandi, nel suo articolo, ha posto in rilievo una “forte sproporzione numerica tra i siti archivistici dell’Italia e i siti archivistici di nazioni quali gli USA, il Regno Unito o la Germania”, che diventava, però, “meno sfavorevole per il nostro paese”, prendendo in considerazione “solo gli archivi d’impresa”: infatti, “anche in altre nazioni industrializzate i siti www di questo tipo di istituti sembrano essere molto meno numerosi di quelli pertinenti ad archivi di enti pubblici, di università e di associazioni”; inoltre, “in questo settore il ritardo dell’Italia su altri paesi è meno evidente, forse perché su internet le affinità tra le imprese e le realtà in cui operano compensano in parte le differenze indotte dalle varie istituzioni nazionali nel saper approfittare delle opportunità portate dalla telematica” .
Tuttavia, a ben vedere, una tale sproporzione oggi riguarda anche i siti web dedicati agli archivi d’impresa, che, a parte alcune eccellenze, non sono in grado di tenere il passo con l’evoluzione continua in corso a livello internazionale. La distanza diviene ancor più marcata, quando si esaminano i portali e le risorse istituzionali, di tipo scientifico e accademico, reperibili a livello globale: in questo campo, l’Italia si trova ancora in una posizione di partenza , che richiede un coordinamento e una messa a sistema di carattere generale. In ogni caso, rispetto agli undici siti archivistici d’impresa (Archivio Storico dell’Italgas, Archivio Storico del Banco di Napoli, Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, Archivio Fotografico della Fratelli Alinari, Archivio Storico Elettronico dell’IRI, Archivio Storico dell’Istituto Luce, Archivio Storico di Telecom, Archivio Storico della Piaggio, Archivio Storico dell’Azienda Trasporti Consorziali di Bologna, Archivio Storico della Cassa di Risparmio di Bologna, Archivio Storico dell’Ansaldo) censiti da Grandi nel 2000 , i risultati attuali indicano, non solo dal punto di vista numerico, una proliferazione delle fonti elettroniche, che rappresenta il dato comunque positivo di una situazione in movimento.
In generale, dal 1980 – quando fu istituito il primo archivio storico d’impresa, quello del “Raggruppamento Ansaldo” – ad oggi, si possono verificare concretamente i notevoli passi in avanti compiuti da questo settore in Italia, anche in termini di trattamento innovativo delle fonti. Basti, poi, rileggere l’articolo di Nico De Ianni su L’archivio storico IRI su Internet , per comprendere le differenze di contesto nell’ambito delle applicazioni digitali, ovvero quante generazioni telematiche siano passate soltanto negli ultimi anni. Egli, infatti, scriveva: “Ciò che più lascia sgomenti è quel senso di impotenza in cui ci si imbatte se solo si pensa alla smisurata sproporzione tra potenzialità dello strumento e sua effettiva utilizzazione” . Nelle condizioni attuali, quella sproporzione si è considerevolmente ridotta e, al contrario di qualche tempo fa, lo smarrimento è l’effetto dell’immensa mole di risorse disponibili in Internet, del rischio di naufragare in un mare troppo vasto e insicuro.
Eppure, nonostante le molteplici novità e l’incremento del complesso di informazioni fruibili, la cultura d’impresa non ha ancora avuto la necessaria diffusione nel nostro paese e manca un impegno sistematico – al di là di singole e molto interessanti iniziative, alcune delle quali di vera e propria eccellenza – delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati del settore, volto a realizzare l’obiettivo di un deciso avanzamento nella disponibilità di tecniche innovative, di adeguati materiali e di un più vasto patrimonio documentario per lo studio e la ricerca. Inoltre, in riferimento agli archivi e, in genere, alle risorse telematiche per la storia d’impresa, occorre uno sforzo effettivo di modernizzazione, che è stato descritto con parole molto semplici e chiare già nell’articolo di Grandi: “Quello che può essere veramente determinante per lo sviluppo sia dei siti archivistici su internet (di impresa e non) sia degli archivi in generale è la capacità di promuovere l’immagine degli archivi nelle nostre società” . Si tratta, in sintesi, di elevare la qualità dell’offerta archivistica italiana, guardando con attenzione alle fasce di utenza che si servono (o potrebbero servirsi) di queste fonti di documentazione e, soprattutto, traendo insegnamento dalle “esperienze pilota” realizzate negli altri paesi, per originare un circuito virtuoso di crescita culturale, miglioramento dei servizi, sviluppo delle fonti elettroniche e ampliamento delle possibilità di ricerca.
A questo scopo, si può far ricorso ad una nuova categoria, quella delle fonti complesse, le cosiddette “metafonti” , che consentono di affrontare anche i problemi dell’aggiornamento e dell’innovazione delle risorse archivistiche esistenti, in un quadro di sistemazione organica e di unificazione delle fonti. Come ha proposto Andrea Zorzi: “Si può – e forse si dovrebbe – cominciare a parlare di metafonti. Il termine è stato usato per la prima volta nel 1992 da un medievista francese, Jean-Philippe Genet (Source, Métasource, Texte, Histoire, in Storia &  multimedia, a cura di F. Bocchi e P. Denley, Bologna, 1994, pp. 3-17), in relazione all’insieme complesso di testi e di banche dati digitali di cui ciascun studioso ormai potenzialmente dispone lavorando anche solo sul proprio computer. Da allora nessuno ha ripreso questa nozione, forse anche perché essa si riferiva alla mera dimensione informatica delle banche digitali (Genet scriveva infatti prima della creazione del web e dell’impetuoso sviluppo dell’ipermedialità), una prospettiva che appare ormai irrimediabilmente obsoleta nel mondo delle reti. Ma essa può essere utilmente sviluppata – a mio avviso – proprio in riferimento agli archivi consultabili on line, vale a dire a quella nuova tipologia di documentazione immateriale che viene crescendo tra le mani degli storici che alla riproduzione in formato immagine dei documenti accompagna trascrizioni o edizioni critiche, strumenti informativi (regesti, descrizioni e inventari archivistici, etc.), banche dati, bibliografie, saggi e altri materiali miscellanei, come anche strumenti di ricerca sempre più affinati (motori, e softwares dedicati)” . Da questo nuovo confine, dunque, si può ripartire per effettuare un’esplorazione approfondita nel mondo delle risorse virtuali.

 

4.2 I portali italiani di storia d’impresa

            La situazione delle fonti elettroniche italiane per gli archivi e la storia d’impresa è molto variegata. A cominciare da quelle metarisorse rappresentate dai portali. Infatti, in questo settore, si possono ritrovare alcune fonti significative, anche se la dotazione italiana non è assolutamente paragonabile a quella degli altri paesi, che hanno fatto dei portali uno strumento caratterizzante per l’accesso alle risorse elettroniche, in particolare a quelle di valore scientifico. Tra gli esempi individuati, vi è il complesso sito web del sistema archivistico nazionale , che ha dedicato un settore al “portale italiano alle risorse archivistiche mondiali sul WWW” , con una sezione specifica, all’interno delle categorie gerarchiche di orientamento, relativa agli archivi delle imprese e delle banche italiane . Questa parte del sito web contiene un numero di link limitato ad alcune delle risorse archivistiche più significative della rete italiana. Va segnalato, altresì, che questo portale, attualmente, è in fase di radicale rinnovamento. Inoltre, tra i siti delle Soprintendenze, collegati al sistema archivistico nazionale, si possono indicare varie iniziative interessanti: quello del Lazio presenta, tra l’altro, una Guida agli archivi economici a Roma e nel Lazio, con informazioni relative agli archivi degli istituti di credito, degli operatori economici privati, di società per azioni ed ex aziende a partecipazione statale, di enti pubblici e di aziende ex municipalizzate ; quello del Piemonte e della Valle d’Aosta contiene una pagina web dedicata agli inventari degli archivi economici ; quello della Campania comprende gli inventari dell’Archivio Storico del Banco di Napoli ; quello della Puglia mostra alcune attività relative alla tutela degli archivi degli enti sanitari, di trasporto, delle aziende autonome e municipalizzate, degli archivi degli enti di assistenza e beneficenza, assicurativi e previdenziali e degli archivi degli istituti di credito ; quello del Veneto ha, tra i “progetti in corso” finanziati dalla Direzione Generale per gli Archivi, il recupero dell’archivio storico dell’azienda “Lanerossi” ; quello della Sardegna descrive, in modo particolareggiato, un insieme di archivi privati – tra cui, diversi di imprenditori e di imprese –, espone una mostra del 2005, molto curata, con immagini fotografiche delle miniere e presenta una galleria di immagini ottenute dagli archivi privati .
Un altro sito web collegato al portale del sistema archivistico nazionale è quello del “Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche (SIUSA)”, che  “si propone come punto di accesso primario per la ricerca sul patrimonio archivistico non statale pubblico e privato conservato al di fuori degli Archivi di Stato” . Si tratta di una fonte di carattere generale, molto articolata e innovativa, nella quale: “Il sistema di fruizione web del materiale archivistico costituisce la parte pubblica di un sistema di descrizione, memorizzazione e gestione dei dati organizzati attraverso un modello concettuale analitico e modulare. L’interfaccia è stata interamente realizzata utilizzando strumenti Open Source” . Il sito web è suddiviso in tre grandi categorie: complessi archivistici, soggetti produttori e soggetti conservatori , ciascuna delle quali consente una ricerca con varie opzioni . L’indagine all’interno di ciascuna classificazione può essere effettuata in base ad alcuni campi, che consentono di scegliere tra diversi soggetti: stato; regione; ente pubblico territoriale; ente funzionale territoriale; ente economico/impresa; ente di credito, assicurativo, previdenziale; ente di assistenza e beneficenza; ente sanitario; enti di istruzione e ricerca; ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico; partito politico, organizzazione sindacale; ordine professionale, associazione di categoria; ente e associazione della chiesa cattolica; ente e associazione di culto acattolico; persona o famiglia. La ricerca sugli enti economici o imprese e sugli enti di credito, assicurativi e previdenziali consente di ottenere risultati considerevoli , che forniscono una serie di descrizioni sintetiche della storia di ogni azienda e una molteplicità di schede relative alla documentazione archivistica (complessi di fondi, fondi, sezioni, serie, sottoserie) di società di persone e di capitali – con particolare riferimento ai documenti amministrativo-contabili, ai bilanci, al personale e agli atti costitutivi –, di cooperative e consorzi, di aziende agrarie, di società di mutuo soccorso, di banche, casse di risparmio e monti di pietà – con particolare riguardo ai verbali degli organi amministrativi, ai libri sociali, ai documenti contabili e agli atti costitutivi –, di  compagnie assicurative .
Vi sono altri portali italiani, come quello “Archivi & Futuro” , frutto di un progetto impegnativo, avviato da Telecom Italia in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti, l’Archivio Storico di Telecom Italia e l’Archivio Storico di Pirelli, che hanno messo a disposizione il loro patrimonio di documentazione e di conoscenze per iniziare a dotare il sito web di testi, immagini e materiali adeguati. Questa fonte di recente costituzione, infatti, si propone l’obiettivo ambizioso di “rilanciare la cultura industriale” e “creare un riferimento autorevole e rigoroso, ma allo stesso tempo semplice e fruibile, per chi vuole conoscere la storia di aziende che tanta parte hanno avuto e hanno nella vita dell’industria italiana” . Il portale si articola su nove temi: tecnologia e ricerca, prodotti e servizi, lavoro, pubblicità, storia aziendale, personaggi, attività sociali, iniziative culturali, architetture industriali . Inoltre, presenta un’area dedicata ai tre archivi delle aziende promotrici, con una descrizione essenziale delle fonti primarie e un link ai due siti di carattere storico preesistenti (Olivetti e Telecom) . Infine, è di notevole utilità la sezione destinata alle novità del portale, che riporta di continuo una varietà di informazioni e aggiornamenti puntuali sulla storia d’impresa ; così come, uno strumento di grande efficacia è rappresentato dalla maschera di ricerca, che permette la navigazione all’interno del sito web per l’acquisizione della documentazione disponibile .

M. Grandi, Gli archivi italiani di impresa su internet, in “Imprese e storia”, n. 21, gennaio-giugno 2000, pp. 154-155. Inoltre, si può far riferimento a lavori di carattere generale sulle fonti primarie in rete, anche per i periodi iniziali dello sviluppo degli archivi digitali: cfr. M. Guercio, Gli archivisti italiani e la sfida dell’automazione: archivi correnti e nuovi documenti, in “Archivi per la Storia”, V, n. 2, 1992; M. Guercio, Automazione e archivi storici, in “Archivi e Imprese”, n. 11-12, 1995; E. Boretti, Le fonti e la diffusione dell’informazione: fonti cartacee, fonti elettroniche e Internet, in P. Costanzo Capitani, E. Moretti, M. Rosati, La gestione dell’informazione e l’utilizzo di Internet, Firenze, Ifnia, 1995; A. Valente, R. Sepe, Internet and italian archives, in “FID news bulletin”, XLV, n. 6, 1995; A. Valente, Internet e archivi, in Gli Standard per gli archivi europei: esperienze e proposte, Atti del Seminario Internazionale (San Miniato, 31 agosto - 2 settembre 1994), Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1996; R. Cerri, Risorse archivistiche in rete, in “Archivi & Computer”, n. 2, 1996; E. Boretti, Primi elementi di “webografia”, in “Bollettino AIB”, n. 1, 1998, <http://www.aib.it/aib/boll/1998/98-1-029.htm>; M. Grandi, Gli archivi italiani su Internet, Roma, Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari, Università “La Sapienza”, 1998-1999; F. Valacchi, Internet e gli archivi storici. I possibili approcci alle risorse disponibili sulla rete e alcune considerazioni in merito ai servizi telematici offerti dal sistema archivistico nazionale, in “Archivi & Computer”, n. 3, 1999, <http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/docs/valacchi.htm>; G. Abbattista, Ricerca storica e telematica in Italia. Un bilancio provvisorio, in “Cromohs”, n. 4, 1999, <http://www.cromohs.unifi.it/4_99/abba.html>; M. Guercio (a cura di), Il futuro degli archivi, gli archivi del futuro, Atti del Seminario di Studi, Cagliari, 29-31 ottobre 1998, in “Archivi per la storia”, XII, n. 1-2, 1999; A. Zorzi, Documenti, archivi digitali, metafonti, in I Medici in rete: ricerca e progettualità scientifica a proposito dell’archivio Mediceo avanti il Principato, Atti del Convegno di Studi, organizzato dall’Archivio di Stato di Firenze in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e con l’Harvard University Center for Renaissance Studies at Villa I Tatti, Firenze, Archivio di Stato, 18-19 settembre 2000, <http://www.archiviodistato.firenze.it/nuovosito/index.php?id=87>, anche in “Archivi & Computer”, n. 3, 2000, <http://www.storia.unifi.it/_PIM/AIM/metafonti.htm>; G. Abbattista, A. Zorzi (a cura di), Il documento immateriale. Ricerca storica e nuovi linguaggi, in “L’indice dei libri del mese”, dossier n. 4, maggio 2000, <http://lastoria.unipv.it/dossier/index.htm>; M. Grandi, Gli Archivi in Internet: risultati di una ricerca, in “La memoria dell’impresa”, n. 4, maggio 2000, <http://www.culturadimpresa.org/archivio/newslet/news-04/Grandi.htm>; S. Vitali, “Archivi on line”: qualche riflessione metodologica, in Archivi storici e archivi digitali tra ricerca e comunicazione, a cura del Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, Firenze, 20-21 ottobre 2000, <http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/archivi/ws-archivi-alia.htm>; F. Klein, Riflessioni a proposito di progettualità culturale e digitalizzazione documentaria, in Archivi storici e archivi digitali tra ricerca e comunicazione, cit., <http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/archivi/ws-archivi-alia.htm>; C. Vivoli, Quale sistema informativo per gli archivi?, in Archivi storici e archivi digitali tra ricerca e comunicazione, cit., <http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/archivi/ws-archivi-alia.htm>; F. Valacchi, Fonti archivistiche, risorse digitali e digitalizzazione, in Fonti digitalizzate. Problemi, metodi, esegesi, a cura del Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, Firenze, 19-20 ottobre 2001, <http://www.dssg.unifi.it/_storinforma/Ws/archivi2/ws-archivi2-prog.htm>; S. Vitali, Navigare nel passato. Problemi della ricerca archivistica in Internet, in “Contemporanea”, IV, n. 2, 2001; S. Noiret, Una lente italiana per accedere alla storia contemporanea in internet, Firenze, Istituto Universitario Europeo, 5 aprile 2002; G. Bergamin, Progetti di digitalizzazione: strumenti e obiettivi, in “Archivi & computer”, n. 3, 2002; D. Bondielli, I sistemi informativi archivistici in rapporto alle risorse telematiche: nuovi progetti a confronto, in “Archivi & computer”, n. 3, 2002; C. Salmini, Bussole e ami da pesca. I siti archivistici come strumento per la ricerca: come cambia il lavoro dell’archivista, in “Archivi & computer”, n. 3, 2002; F. Valacchi, Il web per gli archivi e gli archivi nel web, in “Archivi & computer”, n. 3, 2002; A. Zorzi, Documenti e archivi per lo storico. Qualche prospettiva digitale, in “Archivi & computer”, n. 3, 2002; F. Valacchi, I siti web come strumenti per la ricerca archivistica, in “Archivio Storico Italiano”, anno CLX, n. 593, luglio-settembre 2002, <http://www.storia.unifi.it/asidspt/ASI/Testi_online/valacchi.htm>; F. Chiocchetti, Fonti storiche, fonti digitalizzate, metafonti. Qualche nota su alcune iniziative recenti, in “Storia della Storiografia”, n. 44, 2003; S. Soldani, L. Tomassini (a cura di), Storia e computer. Alla ricerca del passato con l’informatica, Milano, Bruno Mondadori, 1996; M. Guercio, Archivistica informatica: i documenti in ambiente digitale, Roma, Carocci, 2002; S. Vitali, Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer, Milano, Bruno Mondadori, 2004; A. Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali (a cura di), La storia a(l) tempo di Internet, Bologna, Pàtron Editore, 2004; P. Rygiel, S. Noiret (a cura di), Les historiens, leurs revues et Internet (France, Espagne, Italie), Paris, Publibook, 2005; L. Spinazzè, La comunicazione scientifica accademica italiana nel mondo digitale: siti internet, biblioteche digitali, archivi aperti, case editrici universitarie digitali, Tesi di laurea in Ricerca Storica e Risorse Digitali, Corso di laurea in Informatica per le Discipline Umanistiche, Università degli Studi “Ca' Foscari” di Venezia, Venezia, 2005, <http://eprints.rclis.org/archive/00004736/>; F. Valacchi, La memoria integrata nell’era digitale. Continuità archivistica e innovazione tecnologica, San Miniato, Titivillus, 2006.

Del resto, lo stesso Grandi ha riconosciuto che “in Italia non c’è ancora un organismo come il Business Archives Council del Regno Unito, che, nato già nel 1934, dispone oggi di un suo sito internet e anche di un’apposita mailing list dove tutti coloro che sono interessati agli archivi d’impresa, e in primo luogo il personale che lavora al loro interno, possono discutere dei temi di maggiore interesse” (M. Grandi, Gli archivi italiani di impresa su internet, cit., p. 155). Per il sito web di quest’archivio, cfr. The Business Archives Council, <http://www.businessarchivescouncil.org.uk/>.

Cfr. M. Grandi, Gli archivi italiani di impresa su internet, cit., p. 143.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, <http://fondazioneansaldo.it/archivi%20e%20raccolte.htm>; Fondazione Ansaldo, Attività e Informazioni, Fondazione: cronologia, <http://fondazioneansaldo.it/fondazione%20cronologia.htm>. Nel 2000, inoltre, per iniziativa del Comune di Genova, della Provincia di Genova e della Finmeccanica S.p.A., è stata costituita la “Fondazione Ansaldo – Archivio economico delle imprese liguri O.N.L.U.S.”, cioè, il primo archivio economico territoriale italiano. Nel 2002, infine, è stato realizzato il sito web della “Fondazione Ansaldo” (www.fondazioneansaldo.it).

Cfr. N. De Ianni, L’archivio storico IRI su Internet, in “Rivista di Storia Finanziaria”, n. 2, gennaio-giugno 1999, <http://www.delpt.unina.it/stof/2.htm>, <http://www.delpt.unina.it/stof/2_gennaio_giugno1999/DeIanni2.2.pdf>.

Ibidem, p. 95.

M. Grandi, Gli archivi italiani di impresa su internet, cit., p. 155.

Per “metafonte” si intende “il configurarsi, tutto nuovo, di una dimensione intermedia nella gerarchia della documentazione storica costituito dalla creazione di nuove «fonti» (e, correlativamente, di banche dati in grado di fornire nuovi strumenti di accesso alle riproduzioni degli originali) da parte dello storico attraverso l’elaborazione informatica di testi, immagini e dati” (A. Zorzi, Medievisti nelle reti. La mutazione telematica e la pratica della ricerca storica, in “Quaderni medievali”, n. 44, dicembre 1997, anche in Medioevo preso in rete. Una guida selezionata alle risorse telematiche per lo studio e per la ricerca, <http://www.storia.unifi.it/_pim/AIM/risorse.htm>, <http://www.storia.unifi.it/_PIM/AIM/qm1.htm>).

A. Zorzi, Documenti, archivi digitali, metafonti, cit., <http://www.storia.unifi.it/_PIM/AIM/metafonti.htm>, <http://www.archiviodistato.firenze.it/nuovosito/index.php?id=87>.

Cfr. Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione Generale per gli Archivi, <http://archivi.beniculturali.it/>. In questo portale, è possibile reperire anche materiali di notevole interesse per gli archivi in rete, come, ad esempio, quelli contenuti nel “Forum” (cfr. Il Forum di ARCHIVI, <http://archivi.beniculturali.it/forum/>). Ma, più in generale, è possibile trovare una dettagliata ripartizione delle fonti e utili indicazioni per l’utilizzo delle risorse archivistiche, attraverso i settori destinati all’amministrazione archivistica (cfr. Amministrazione Archivistica Italiana, <http://archivi.beniculturali.it/organ.html>), al patrimonio documentario pubblico (cfr. Il patrimonio documentario statale sul Web, <http://archivi.beniculturali.it/Patrimonio/ricerca.html>), alle principali disposizioni normative (cfr. Normativa, <http://wwwdb.archivi.beniculturali.it/>), agli strumenti di ricerca online (cfr. Strumenti, <http://archivi.beniculturali.it/strumenti.html>) e alla biblioteca (cfr. Biblioteca di Archivi, <http://archivi.beniculturali.it/notbiblio.html>).

Cfr. RINVII, il portale italiano alle risorse archivistiche mondiali sul WWW, <http://archivi.beniculturali.it/link/21.html>.

Cfr. ARCHIVI - RINVII / in Italia / imprese e banche, <http://archivi.beniculturali.it/link/43.html>. Un’altra sezione, con riferimenti alla storia d’impresa, è quella riguardante le fondazioni (cfr. ARCHIVI - RINVII / in Italia / fondazioni, <http://www.archivi.beniculturali.it/link/42.html>).

Cfr. Soprintendenza Archivistica per il Lazio, <http://archivi.beniculturali.it/SARM/attivita.html>; Soprintendenza Archivistica per il Lazio, Guida agli archivi economici a Roma e nel Lazio, <http://archivi.beniculturali.it/SARM/Archivi_economici/Frameset2ArchiviEconomici.htm>.

Cfr. Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, <http://www.sato-archivi.it/>; Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Progetto Inventari On Line, Tipo Archivio: Economici, <http://www.sato-archivi.it/inventari/Esp2.htm>, <http://www.sato-archivi.it/inventari/TipArch7.htm>.

Cfr. Soprintendenza Archivistica per la Campania, <http://www.archivistica-na.it/Home.asp>; Soprintendenza Archivistica per la Campania, Materiali, <http://www.archivistica-na.it/materiali.htm>; Soprintendenza Archivistica per la Campania, Archivio Storico del Banco di Napoli (inventari), <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/banco_napoli/Banco_napoli.htm>; Soprintendenza Archivistica per la Campania, Archivio Storico del Banco di Napoli (breve storia), <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/banco_napoli/Arc_stor_B_N.htm>. In questa parte del sito web, è possibile consultare anche i seguenti inventari: Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Affari diversi, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/Aff_div/cerca_aff_div.htm>; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Lettere Ministeriali, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/lett_minist/cercabib.htm>; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie  - Verbali di reggenza, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/verb_reggenza/cerca_aff_div.htm>; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Inventario del Credito Fondiario, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/credito_fondiario/cerca_aff_div.htm>; Inventario del “Collocamento dei Fondi”, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/colloc_fondi/cerca_aff_div.htm>; Indice onomastico della clientela degli antichi Banchi Pubblici napoletani durante il decennio francese (1806-1815), <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/clienti_banchi/cerca_aff_div.htm>; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Inventario del servizio di Cassa di Risparmio, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/cass_risparm/cerca_aff_div.htm>.

Cfr. Soprintendenza Archivistica per la Puglia, <http://www.sabapuglia.it/home.asp>; Soprintendenza Archivistica per la Puglia, Attività, Gli archivi degli enti sanitari, di trasporto, delle aziende autonome e municipalizzate, <http://www.sabapuglia.it/inventari_ass.asp>; Soprintendenza Archivistica per la Puglia, Attività, Gli archivi degli enti di assistenza e beneficenza, assicurativi e previdenziali, <http://www.sabapuglia.it/inventari_ben.asp>; Soprintendenza Archivistica per la Puglia, Attività, Gli archivi delle banche, <http://www.sabapuglia.it/archivi_istituti_credito.asp>.

Cfr. Soprintendenza Archivistica per il Veneto, Progetti in corso, Archivio Lanerossi, <http://www.archivi.beniculturali.it/SAVE/Progetti.htm>, <http://www.archivi.beniculturali.it/SAVE/Lanerossi.htm>.

Cfr. Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, <http://www.sacasardegna.org/>; Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, Gli archivi privati, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=23>, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=24>, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=25>, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=26>, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=27>, <http://www.sacasardegna.org/read_topic.php?id=28>; Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, Miniere: luci, ombre, identità, territorio, <http://www.sacasardegna.org/site/cd1/homepage.htm>; Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, Galleria Immagini di Archivi privati, <http://www.sacasardegna.org/galleria_immagini.php?category=Immagini%20Archivi%20Privati>.

Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, <http://siusa.signum.sns.it/>. Cfr. D. Bondielli (a cura di), SIUSA – Sistema informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Genesi e sviluppi di un progetto, in “Bollettino d’Informazioni del Centro di Ricerche Informatiche per i Beni Culturali”, XI, n. 2, 2001; M. G. Pastura, D. Iozzia, D. Spano, M. Taglioli (a cura di), Il Sistema informativo unificato per le soprintendenze archivistiche, in “Archivi & Computer”, n. 2, 2004. Come è precisato nella home page, il sito web: “Nasce come sistema aperto, dal quale e verso il quale è possibile esportare e importare informazioni raccolte con altri sistemi. In SIUSA sono descritti i complessi archivistici con le loro articolazioni, i soggetti (enti, persone e famiglie) che hanno prodotto la documentazione nello svolgimento della loro attività, i soggetti che conservano gli archivi. Inoltre, schede di carattere generale forniscono informazioni storiche, istituzionali ed archivistiche utili per la comprensione del contesto. Nel sistema sono presenti dati acquisiti con precedenti progetti di censimento e inventariazione, nazionali e locali, condotti dalle Soprintendenze archivistiche in epoche diverse e con differenti gradi di analiticità. La necessaria normalizzazione rispetta comunque tradizioni descrittive consolidate localmente. I dati vengono progressivamente integrati ed aggiornati. SIUSA costituisce anche un ambiente ottimale per la presentazione di progetti tematici, frutto di collaborazioni fra enti diversi”.

Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, Informazioni, <http://siusa.signum.sns.it/info.html>.

Le tre diverse articolazioni corrispondono, rispettivamente: a “fondi e complessi di fondi, con le loro partizioni interne. La descrizione del patrimonio archivistico è gerarchica: ad una prima scheda relativa a un fondo o a un complesso di fondi sono collegate quelle che illustrano ciascuna sua articolazione (subfondo/sezione; serie; sottoserie)”; a “istituzioni ed enti, persone e famiglie che nel corso della loro attività hanno prodotto, accumulato, conservato e usato la documentazione archivistica descritta”; a “enti pubblici e privati, persone e famiglie - che conservano e rendono consultabili gli archivi descritti” (SIUSA. Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, <http://siusa.signum.sns.it/index2.html>).

I complessi archivistici prevedono due tipi di interrogazione guidata, per “lista dei fondi”, relativa a insiemi documentari che costituiscono aggregati di fondi o fondi, e per “lista generale dei complessi”, riguardante raggruppamenti archivistici di tutti i livelli (complessi di fondi, fondi, sezioni, serie, sottoserie); è possibile, inoltre, una ricerca per “tipologie documentarie”. I soggetti produttori prevedono tre tipi di ricerca guidata, per “enti”, “persone” e “famiglie”; vi sono, poi, chiavi di ricerca di carattere generale, relative ai “contesti storico istituzionali”, ai “profili istituzionali generali” e agli “ambiti territoriali”. I soggetti conservatori prevedono due tipi di indagine guidata, per “regione di appartenenza” e per “tipologia”. Ciascuna scheda risultante dalla ricerca contiene, nel caso di completezza di informazioni, i seguenti campi – che si restringono, nel caso contrario –: il titolo, gli estremi cronologici, la consistenza, la storia archivistica, la descrizione della documentazione, l’ordinamento, gli strumenti di ricerca, il soggetto da cui è stata prodotta la documentazione e il soggetto che la conserva.

Effettuando una ricerca su questi due soli soggetti, è possibile individuare 67 fonti riferite a enti economici o imprese e 124 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria “Complessi archivistici – Lista dei fondi” (tipologia: conservatore), 89 fonti riferite a enti economici o imprese e 150 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria “Complessi archivistici – Lista dei fondi” (tipologia: produttore); 354 fonti riferite a enti economici o imprese e 551 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria “Complessi archivistici – Lista generale dei complessi” (tipologia: conservatore), 188 fonti riferite a enti economici o imprese e 668 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria “Complessi archivistici – Lista generale dei complessi” (tipologia: produttore). Allo stesso modo, è possibile individuare 90 fonti riferite a enti economici o imprese e 189 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria “Soggetti produttori – Enti”. Così come, è possibile individuare 49 fonti riferite a enti economici o imprese e 34 fonti relative a enti di credito, assicurativi e previdenziali, nella categoria dei “Soggetti conservatori – Tipologia”.

Cfr. Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, Complessi archivistici – Lista dei fondi, <http://siusa.signum.sns.it/cgi-bin/RSOLSearchSiusa.pl?_op=search&_entrylevel=11&_additionalfield=tipologia&_additionalvalue=fondo%20e%20%20iperfondo&_ecclesia=NO&_selectby=SI&_tipofondi=liste>; Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, Complessi archivistici – Lista generale dei complessi, <http://siusa.signum.sns.it/cgi-bin/RSOLSearchSiusa.pl?_op=search&_entrylevel=11&_additionalfield=tipologia&_ecclesia=NO&_selectby=SI&_tipofondi=fondi>; Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, Soggetti produttori – Enti, <http://siusa.signum.sns.it/cgi-bin/RSOLSearchSiusa.pl?_useinternal=&_selectbycompilationdate=&_op=search&livello=1&_func=searchsprod&_entrylevel=21&_additionalfield=&_additionalvalue=&_language=ita&_ecclesia=NO&_selectby=SI>; Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche, Soggetti conservatori – Tipologia, <http://siusa.signum.sns.it/tipologia_frame_center.html>, <http://siusa.signum.sns.it/cgi-bin/RSOLSearchSiusa.pl?_op=search&livello=1&_func=searchconservatore&_entrylevel=8&_additionalfield=tipologia&_additionalvalue=ente%20economico/impresa&_language=ita&_ecclesia=NO&_selectby=SI>, <http://siusa.signum.sns.it/cgi-bin/RSOLSearchSiusa.pl?_op=search&livello=1&_func=searchconservatore&_entrylevel=8&_additionalfield=tipologia&_additionalvalue=ente%20di%20credito,%20assicurativo,%20previdenziale&_language=ita&_ecclesia=NO&_selectby=SI>.

Cfr. Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/index.jsp>.

Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, Il progetto A&F, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/progetto.jsp?menuId=1>.

Cfr. Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, Temi, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=-1733448124>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=4>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=7>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=1>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=2>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=5>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=-1733427743>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=-1733403818>, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/sommario_temi.jsp?idMacrotema=8>.

Cfr. Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, Gli archivi, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/aboutus.jsp?menuId=2>.

Cfr. Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, Novità del portale, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/elencoNews.jsp>.

Cfr. Archivi & Futuro. Conoscere il passato per progettare il futuro, Ricerca Avanzata, <http://www.archiviefuturo.it/cgi-bin/portali/aef/frontend/cerca.jsp>.

Un altro portale innovativo è quello del “Centro per la ricerca e lo sviluppo di Metodologie e Applicazioni per gli Archivi Storici (MAAS)” , il cui obiettivo è quello di “costituire una sede privilegiata, aperta a soggetti diversi, nella quale promuovere la riflessione e lo studio sui temi inerenti il trattamento di giacimenti informativi, rivolgendo la propria ricerca agli standard di descrizione, a strumenti e soluzioni tecniche, e alla formazione di personale specializzato”, sviluppando l’analisi “di applicazioni tecnologicamente avanzate per la conservazione, l’ordinamento, la digitalizzazione e la consultazione di patrimoni archivistici di diversa natura (cartacei, iconografici, audiovisivi, ecc.) posseduti da istituzioni pubbliche e private” . Il Centro ha dato vita a diverse iniziative, come: la realizzazione dell’Archivio Storico Elettronico dell’IRI (il “progetto ASEI” e un secondo progetto, che ha rappresentato la naturale evoluzione del precedente) ; l’informatizzazione dell’archivio cinematografico dell’Istituto Luce; il trattamento elettronico dei quattro volumi della Guida generale degli Archivi di Stato; la creazione di un database XML nativo della Guida agli Archivi delle Camere di Commercio Italiane; la progettazione e la realizzazione dei sistemi di gestione elettronica dei documenti (e delle immagini) per alcuni importanti archivi (fra i quali, l’Archivio Cinematografico della Cineteca Nazionale e l’Archivio Storico dell’IMI); l’avvio del recupero retrospettivo dell’inventario dell’Archivio Storico del Crediop e dell’inventario dell’Archivio Storico dell’Intersind . Nel sito web del MAAS, è possibile, altresì, collegarsi ad alcuni specifici progetti di ricerca (“Labirinti”, “European CHronicle On-line (ECHO)”, “May Day”) e alle attività di formazione specialistica del Centro .
La banca dati “Imita.db”, un progetto realizzato a cura dell’Università di Siena in collaborazione con l’Università “Bocconi” di Milano, l’Università di Bologna e l’Università di Firenze, rappresenta l’Archivio Storico delle Società per Azioni Italiane, che contiene “la trasposizione digitale di una fonte seriale composta da una serie di volumi pubblicati, a partire dal 1908 e fino al 1926, a cura del Credito Italiano, e quindi, dal 1928, dall’Associazione fra le società italiane per azioni (Asipa)” . Questa fonte fornisce informazioni molto significative sulle aziende (di tipo anagrafico e di bilancio) e sulla loro gestione (amministratori e organi), relative a tutte le società per azioni quotate in borsa e a quelle localizzate in Italia, con “un capitale sociale superiore ad una soglia prestabilita, variabile di anno in anno” . A questo scopo, è possibile effettuare una ricerca online all’interno del database, utilizzando diversi parametri: la ragione sociale dell’azienda; il codice ISTAT; l’anno di fondazione; il cognome dell’amministratore e l’organo di appartenenza; il settore ISTAT, l’area geografica e l’intervallo degli anni di bilancio; ma, anche, una combinazione tra i primi tre riferimenti .
L’Italian History Index, uno strumento di notevole rilievo – a cura dell’European University Institute di Firenze – per le risorse virtuali di storia italiana, presenta, tra i vari portali tematici disponibili, quello dedicato alla Economic, Financial and Business History, che contiene un ampio elenco di siti web di archivi e storia d’impresa, con brevi descrizioni del contenuto di ciascuna fonte elettronica . All’interno del portale degli Archivi dell’UNESCO, poi, è possibile reperire un’area destinata agli archivi italiani d’impresa e del lavoro, con i collegamenti ad alcuni tra i siti più importanti sull’argomento . Altre risorse, che contengono indicazioni e connessioni ad una varietà di fonti significative, sono: i links del “Centro per la cultura d’impresa” e di “Museimpresa”; la pagina web sulla “Storia economica, sociale e della tecnologia” della Biblioteca del  Dipartimento di Scienze della Storia e della Documentazione Storica dell’Università degli Studi di Milano; “Industrie.it”, il portale e motore di ricerca delle industrie, imprese ed aziende online e “Azienda Italia”, la banca dati in versione telematica del Compendio Nazionale dell’Economia, realizzato ad opera del “C.R.E.A. - Centro di Ricerche Economico Aziendali” dell’Università “Bocconi” di Milano .

 

4.3 Le riviste italiane. I centri, le associazioni, gli istituti, i musei e le fondazioni

            Una fonte di informazione essenziale, sempre più diffusa in rete, è quella delle riviste di storia dell’impresa, come “Imprese e Storia” – in sostituzione di “Archivi e Imprese”, dal 1999 – e la più recente “Culture e impresa” , che rappresentano le due esperienze più significative in questo settore. Nel sito web di “Imprese e Storia”, tenuto dal Dipartimento di Economia Politica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, la rivista è presentata come: “una pubblicazione semestrale dedicata alla storia dell’impresa e degli imprenditori, dei modelli organizzativi e manageriali, del mondo del lavoro e delle tecnologie, delle istituzioni finanziarie e delle forme di regolazione dei mercati; alla storia dei mutamenti economici, sociali e politici. Pubblica ricerche originali teoricamente fondate e stimola il confronto tra approcci metodologici e disciplinari diversi. Tratto distintivo è la spiccata apertura verso l’evoluzione della disciplina a livello internazionale. Fedele alle proprie origini, la rivista è luogo privilegiato di informazione e dibattito delle questioni che riguardano gli archivi e gli archivisti di impresa, al fine di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale che è loro affidato. «Imprese e storia» si rivolge a storici, economisti, studiosi di management, scienziati sociali ed archivisti pubblici e d’impresa” .        A sua volta, la rivista elettronica bilingue “Culture e impresa”, promossa dalla “Fondazione Ansaldo” di Genova e dal “Centro per la cultura d’impresa” di Milano, si propone – come è stato indicato nell’editoriale del primo numero – “la tutela del patrimonio culturale dei soggetti economici e la promozione della cultura d’impresa”, con l’intento di “mettere a disposizione degli studiosi e dell’intera comunità la documentazione storica prodotta dalle imprese per rendere socialmente visibile il loro procedere operativo e ridurre il distacco con cui l’attore economico è spesso percepito nella società” . Inoltre, la rivista vuole diventare, sempre più, il “luogo della riflessione tra imprenditori, attori dell’impresa e studiosi sulla base del reciproco riconoscimento di una comune matrice intellettuale che muove dalla rilevanza culturale degli obiettivi e dall’impronta scientifica delle prassi operative dell’impresa” e rappresenta “l’occasione per porre agli attori economici la questione della memoria come fondamento della dimensione culturale ed etica del proprio operare” . Mentre il sito web di “Imprese e Storia” consente, attraverso l’archivio, di accedere a tutti i numeri della rivista, ma offre solo gli indici aggiornati e gli abstracts in inglese di una parte degli articoli più recenti ; “Culture e impresa” rende disponibili tutti i numeri della rivista e gli articoli finora pubblicati, oltre a presentare recensioni, news, schede e collegamenti ipertestuali di rilevante interesse .
Va segnalata, poi, una rivista interamente online come “Tafter”, che si occupa di economia della cultura . Altre rilevanti pubblicazioni periodiche, di cui si può trovare documentazione e presenza in Internet, sono: “Annali di Storia dell’Impresa” ; “Archivi & Computer” ; “Archivi” e “Il Mondo degli Archivi”, edite ambedue a cura della “Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI)” ; “Le culture della tecnica”, rivista della “Associazione degli Industriali Metallurgici Meccanici ed Affini (AMMA)” ; “Rivista di Storia Finanziaria”, in collaborazione tra la Sezione di Storia Economica “Corrado Barbagallo” del Dipartimento di Analisi dei Processi Economico-Sociali, Linguistici, Produttivi e Territoriali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e il “Centro Interuniversitario di Ricerca per la Storia Finanziaria Italiana (CIRSFI)” ; “Harvard Business Review”, nell’edizione italiana .
Tuttavia, una risorsa elettronica di fondamentale importanza per gli archivi e la storia d’impresa in Italia è rappresentata da una serie di portali e siti web, che fanno riferimento a centri, associazioni, istituti, musei e fondazioni, il cui patrimonio non si limita alla semplice trasposizione delle fonti cartacee in rete, ma costituisce il nucleo di una prima complessa organizzazione dei contenuti settoriali su basi virtuali. Il sito Internet del “Centro per la cultura d’impresa” , un’associazione sorta nel 1991 per iniziativa della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, è un notevole esempio di questo raggruppamento. Il Centro, allo scopo di favorire la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico delle imprese, opera “nell’ambito degli archivi, dell’archeologia industriale, dei musei aziendali, della ricerca scientifica, della formazione” e si occupa di diverse attività, puntualmente indicate nel sito . Tra queste ultime, riveste un interesse considerevole l’iniziativa per la “realizzazione di un Archivio economico territoriale per la tutela degli archivi d’impresa a rischio nell’area milanese” , che si fonda sulla concentrazione di alcuni primi archivi storici aziendali conservati dal Centro (A. L. Colombo, Caproni, La Postelegrafonica, Montedison, Unione Esercizi Elettrici, Ordine professionale degli Agenti di cambio, Carlo Erba) . Così come, è opportuno ricordare i corsi di formazione effettuati dall’associazione, l’itinerario virtuale attraverso i luoghi dell’economia milanese, gli studi e le ricerche, le pubblicazioni, le mostre online, le fonti orali, la biblioteca e la newsletter . Tuttavia, i due aspetti più importanti delle attività del Centro riguardano la predisposizione della banca dati elettronica sull’archeologia industriale in Lombardia e l’area del sito web dedicata agli archivi e musei d’impresa . Nel primo caso, è possibile accedere, attraverso una mappa interattiva, a 824 schede sui siti di archeologia industriale, con informazioni di dettaglio sulla localizzazione, sulla classificazione, sui manufatti e su alcune note storiche. Nel secondo caso, sono state unificate in un’unica voce le informazioni sugli archivi e sui musei d’impresa, con riferimenti al censimento ricognitivo degli archivi d’impresa della provincia di Milano , all’archivio fotografico e all’archivio audiovisivo del Centro , ma, soprattutto, con la connessione alla maschera di ricerca relativa agli elenchi degli archivi d’impresa e degli enti economici attivi in Italia, che consente di entrare in contatto diretto con un’ottantina di entità storiche aziendali .
Un altro portale di notevole valore è quello di “Museimpresa” , l’associazione promossa nel 2001 da Assolombarda e Confindustria, che “si propone di promuovere la politica culturale dell’impresa attraverso la valorizzazione del museo e dell’archivio d’impresa” e che “svolge altresì attività di ricerca, formazione, sviluppo e approfondimento nel campo della museologia e dell’archivistica d’impresa” . Tra le iniziative più significative dell’associazione va sicuramente annoverata la “Settimana della cultura d’impresa” – giunta alla sesta edizione e promossa in collaborazione con la Confindustria –, che prevede un articolato calendario di eventi (convegni, seminari, laboratori didattici, visite guidate, mostre e rassegne cinematografiche, per valorizzare saperi e competenze custoditi negli archivi e nei musei d’impresa) . Così come, rappresenta un’interessante novità il “Fondo di storia dell’impresa in Italia dall’Unità a oggi”, una raccolta unica nel nostro paese, che comprende oltre seimila volumi e pubblicazioni di varia natura dedicati all’argomento in Italia . Tuttavia, il settore più rilevante del sito web è quello riservato ai musei e agli archivi, con una mappa, che si intende mantenere costantemente aggiornata, delle strutture italiane, delle collezioni e delle raccolte di documenti, collegate ad almeno un’impresa . All’interno di quest’area, vi è la possibilità di effettuare tre tipi di ricerca, tra oltre un centinaio di musei e archivi d’impresa: una ricerca merceologica, per settori di attività; una ricerca geografica, per province; una ricerca per marchio, attraverso una suddivisione per brand aziendale .
Vi sono, poi, altri siti Internet da considerare in questo ambito associativo, come quelli del rinomato “Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa «Franco Momigliano» (ICSIM)”, della “Fondazione ASSI”, della “Associazione Duccio Bigazzi”, della “Associazione degli Industriali Metallurgici Meccanici ed Affini (AMMA)”, della “Fondazione ISEC”, del “Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti»” e, quello più recente, del “Museoweb dell’economia varesina”. L’ICSIM di Terni è un centro di eccellenza per l’alta formazione, che “svolge attività di studio, di formazione e di diffusione culturale sui problemi dell’economia, della storia dell’impresa e delle discipline afferenti” : tra i suoi obiettivi comprende il progetto per la realizzazione di un “Museo a cielo aperto” dell’archeologia e del patrimonio industriale , mentre la sua attività ordinaria si sviluppa attraverso momenti articolati di preparazione e aggiornamento, iniziative diversificate (conferenze, convegni, seminari, itinerari tematici e territoriali, premi e presentazioni di libri), ma anche attraverso la pubblicazione di una newsletter e la gestione del “Centro di Documentazione sul Patrimonio Industriale”, creato nel 2000 .
La “Fondazione ASSI”, “un organismo di ricerca sorto per coordinare le attività di un gruppo di studiosi, di varia estrazione e formazione disciplinare, accomunati dall’interesse per la storia e l’analisi diacronica dell’impresa” , fornisce – attraverso il sito web – una serie di informazioni di notevole utilità sulle proprie attività editoriali, su convegni, seminari e working papers . L’attività della “Associazione Duccio Bigazzi” per la ricerca sulla storia d’impresa e del mondo del lavoro è dettagliatamente descritta in Internet , con particolare riferimento alla documentazione disponibile (una bibliografia di Duccio Bigazzi e un fondo tesi) e alle iniziative (incontri, pubblicazioni e borse di studio) .
Il sito web della “Associazione degli Industriali Metallurgici Meccanici ed Affini (AMMA)” , fondata nel 1919 per volontà di Giovanni Agnelli, è ricco di informazioni e presenta aree di rilevante interesse, come quella dedicata al fondo antico, una raccolta di materiali – manoscritti, volumi a stampa, carte e incisioni – di storia della tecnica, che coprono un periodo di tempo compreso tra il 1466 e il 1850 . O come quella riservata al catalogo degli imprenditori piemontesi , un vero e proprio archivio elettronico, composto da fonti essenziali (soprattutto di carattere bibliografico) riferite a oltre settemila nominativi di persone o ragioni sociali, che hanno svolto un’attività economica privata fra il 1740 e il 1911 : tale repertorio è dotato di un motore di ricerca, consultabile per lettere dell’alfabeto o per nominativi . Inoltre, insieme alla rivista “Le culture della tecnica”, sono disponibili in rete numerose pubblicazioni dell’associazione, come “I Quaderni de «Le Culture»”, la collana “Documenti”, la collana “Archivi di scienza e tecnica” , e una serie di mostre di grande pregio .
La “Fondazione ISEC” , anche se solo negli ultimi anni ha rivolto un’attenzione particolare “alla storia economica dell’area milanese, soprattutto all’evoluzione delle grandi imprese industriali attive dalla fine dell’Ottocento” , pone oggi tra i suoi tre principali filoni di ricerca il tema del lavoro e dell’impresa . Nel sito web, molto strutturato, è possibile trovare notizie sulle pubblicazioni e sui lavori di ricerca monografica in corso , sul riordinamento di alcuni archivi (Archivio Storico Breda – Finanziaria Ernesto Breda, Archivio del Bottonificio Binda, Archivio della Famiglia Lucini Passalacqua, Sezione Fotografica dell’Archivio Storico Ercole Marelli, Archivio Storico Italtel) , sulla biblioteca e sull’emeroteca , sul patrimonio della fondazione e sui lavori in rete. L’area dedicata al patrimonio, che ha visto crescere l’archivio con reperti cospicui di storia dell’industria , presenta due sezioni tematiche (su tre), “Fondi antichi” e “Imprese e fabbriche”, che raccolgono, rispettivamente, gli inventari delle attività di alcune famiglie lombarde e fondi di diversa natura, tra i quali inventari e documenti amministrativi, commerciali e tecnici, prodotti dalle imprese milanesi . Il settore dei lavori in rete è costituito, essenzialmente, dal progetto di digitalizzazione della sezione fotografica dell’Archivio Storico Ercole Marelli (e della relativa mostra), nonché dalla mostra fotografica virtuale “La Breda produce. 1886-1994” , due notevoli esempi delle opportunità offerte dalle fonti elettroniche.
Il progetto “Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti»” di Brescia , promosso dalla “Fondazione Civiltà Bresciana” e dalla “Fondazione Luigi Micheletti” , rappresenta il nucleo di un sistema museale integrato , dotato di una notevole varietà di risorse. Nel sito web del “Musil”, si trova un’anticipazione dei reperti che danno vita alle gallerie principali della sede centrale del museo, suddivisi in quattro sezioni: la “galleria del ‘900”, incentrata sullo sviluppo economico contemporaneo; la “galleria del cinema”, su strumenti, produzioni, creatività e tecniche cinematografiche; la “galleria delle macchine”, su archeologia industriale, storia della tecnica, del lavoro e dell’impresa; la “galleria di Brescia”, sulla trasformazione industriale di un territorio specifico . Le attività del museo sono imperniate sugli studi e sui progetti realizzati o in corso e sulle pubblicazioni . Inoltre, il ricco patrimonio del museo è stato raccolto in due diverse aree: le collezioni (gli inventari e gli schedari ) e la documentazione (un archivio con una settantina di fondi, una biblioteca, una cineteca, un’emeroteca, una fototeca, un’iconoteca e una mediateca ), con la disponibilità di un composito, qualificato e vasto insieme di risorse ipertestuali online .
Il “Museoweb dell’economia varesina” , da poco in rete, è un’iniziativa sorta come “come sviluppo del Censimento degli archivi delle imprese longeve della provincia di Varese promosso dalla Camera di commercio di Varese con il contributo della Regione Lombardia e realizzato dal Centro per la cultura d’impresa” . Il sito web, oltre a fornire un primo elenco dei musei e delle istituzioni della cultura d’impresa a livello locale e una bibliografia sulla storia d’impresa di quel territorio , contiene una maschera di ricerca e un “Museo virtuale delle imprese longeve”, con una gallery delle singole aziende . Il museo virtuale si presenta come uno strumento di conoscenza circostanziata, particolarmente avanzato e in continuo aggiornamento. Per ciascuna impresa, infatti, vi sono cinque diverse aree informative: “L’impresa”, che, oltre a indicare i dati anagrafici della ditta, comprende un profilo storico in forma ipertestuale; le “Genealogie”, sia dell’impresa che della famiglia; “I segni dell’impresa”, dove si raccolgono i materiali che riguardano la comunicazione aziendale; le “Fonti”, dove si trovano le schede descrittive dell’archivio e delle fonti orali, oltre ad una bibliografia; le “Segnalazioni”, con l’indirizzo di posta elettronica per inviare notizie, documenti, immagini e testimonianze, relativi alla storia dell’impresa .
Altri numerosi esempi contribuiscono a corroborare la presenza italiana in rete del comparto dei centri, delle associazioni, degli istituti, dei musei e delle fondazioni che si occupano di storia dell’impresa. Tuttavia, data la loro vastità e nonostante il loro precipuo interesse, si preferisce limitare la loro indicazione ad un mero elenco, con tutti i nessi sitografici, rinviando alla navigazione elettronica una puntuale scoperta di contenuti e risorse di valore non trascurabile. Questa sitografia fornisce, nel complesso, un quadro aggiornato delle ulteriori fonti telematiche esistenti a livello nazionale e comprende i seguenti riferimenti: il progetto, a cura del CSI-Piemonte e della Compagnia di San Paolo, denominato “Storia e cultura dell’industria. Il Nord Ovest dal 1850”, che presenta un intero corso di lezioni online, con un apparato multimediale sistemico in continua evoluzione, dedicato ai temi della cultura industriale e alla storia dei settori industriali e delle imprese di tre regioni (Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) ; le pagine del “Gruppo Italiano Archivi di Impresa (GIAI)”, all’interno del sito della “Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI)” ; il portale della “Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI)” e diversi siti di archeologia industriale ; il sito dell’associazione promossa dalla Confindustria e dall’Università “Carlo Cattaneo – LIUC” di Castellanza, intitolato “Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa”, che contiene una maschera di ricerca per ciascun catalogo disponibile (cinema industriale, musei d’impresa, Carosello) ; il sito del “Museo del Patrimonio Industriale” di Bologna ; il sito del “Centro Studi sull’Impresa e sul Patrimonio Industriale” di Vicenza ; le pagine dedicate agli archivi d’impresa della “Biblioteca Civica e Archivi Storici Rovereto” ; la pagina della rivista di engramma su “I musei aziendali veneti nel web” ; il sito dell’associazione culturale “Il Paesaggio dell’Eccellenza” di Recanati ; il sito della “Fondazione Famiglia Legler”, che contiene una banca dati storica sulle imprese bergamasche (Imberg.db), dall’Unità al 1952 ; il sito della “Fondazione IRI” ; il “Forum di Omegna” , gestito dalla “Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna”, che si propone come polo per la ricerca e la conservazione della memoria storica dell’impresa cusiana ; i siti di altre fondazioni (la “Fondazione Luigi Einaudi”, la “Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori”, la “Fondazione Giangiacomo Feltrinelli”, la “Fondazione Giannino Bassetti”, la “Fondazione Edison”, la “Fondazione Eni Enrico Mattei” e la “Fondazione Giovanni Agnelli”) ; il portale del “WorldWideMetaMuseum”, che costituisce un meta-museo in continua evoluzione ; il sito del “Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale”, che, insieme a una varietà di risorse sulle origini e sull’evoluzione del movimento cooperativo, offre la possibilità di individuare online la presenza di archivi storici cooperativi e il loro contenuto documentario ; i siti del “Centro Interuniversitario di Ricerca per la Storia Finanziaria Italiana (CIRSFI)” e della “Anagrafe delle corporazioni in Italia durante l’età moderna” ; l’area del portale di Unioncamere su “Gli Archivi e le Biblioteche delle Camere di Commercio” , che contiene, tra l’altro, una “Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio Italiane” .

 

4.4 Le associazioni delle imprese storiche: Les Hénokiens, I Centenari e l’Unione Imprese Storiche Toscane

            Una valutazione a parte va effettuata per tre portali, come quello de “Les Hénokiens”, quello de “I Centenari – Associazione Imprese Storiche Familiari Campane” e quello della “Unione Imprese Storiche Toscane (UIST)” , che presentano singolari analogie, sebbene uno sia di livello internazionale e altri due italiani, a carattere regionale. “Les Hénokiens” è un’associazione di imprese, costituita oltre un quarto di secolo fa da Gérard Glotin, presidente della società francese “Marie Brizard”: questa associazione riunisce imprese bicentenarie, guidate da eredi del fondatore, la cui famiglia d’origine possiede ancora la maggioranza del capitale o dei diritti di voto . Il portale de “Les Hénokiens” consente di accedere alle informazioni essenziali sulla storia e sull’attività del raggruppamento , fornendo anche una cronologia e una mappa europea delle imprese storiche . Inoltre, esso contiene un’area dedicata ai singoli associati italiani (“Amarelli”, “Fonderia Campane Daciano Colbachini & Figli”, “Confetti Mario Pelino”, “Torrini”, “Cartiera Mantovana”, “Barovier&Toso”, “Ditta Bortolo Nardini”, “Beretta”, “Gruppo Falck”, “Augustea”, “Marioboselli”, “Piacenza Cashmere”, “Crespi1797”, “Lanificio G. B. Conte”, “Garbellotto”) , con pagine specifiche, nelle quali si ritrovano indicazioni particolareggiate sui recapiti di ciascuna ditta (compresi i collegamenti ai siti web, quasi tutti con elementi di notevole interesse storico-documentario) , sui momenti chiave della sua storia e sull’azienda nell’attualità.
Il portale delle imprese toscane, prima limitato alla sola area fiorentina e, poi, esteso all’intera regione , riunisce un insieme di attività storiche, con una struttura molto simile a quella de “Les Hénokiens”. Al suo interno è possibile reperire, oltre alla descrizione dell’associazione in quanto tale , dati informativi sulla storia di ciascuna impresa, riportati in apposite schede, e la connessione ai relativi siti web . Il più significativo tra questi è sicuramente quello della “Fratelli Alinari”, che rende disponibile in rete il patrimonio iconografico , fornendo – attraverso il proprio archivio digitale – l’acceso online a circa 300.000 fotografie . Inoltre, il sito presenta collegamenti molto articolati, tra i quali spiccano il “Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari” e il costituendo “Museo dell’Immagine” .
Il portale de “I Centenari – Associazione Imprese Storiche Familiari Campane” raggruppa ventiquattro aziende storiche della regione , utilizzando un modello analogo a quello de “Les Hénokiens”. Infatti, questa associazione, formata da imprese ultracentenarie, mette a disposizione tutte le relative schede digitali, nelle quali sono riportati la denominazione, l’indirizzo, il recapito telefonico, una breve storia di ciascuna attività e il collegamento ai siti web corrispondenti .

Cfr. Centro MAAS, <http://www.maas.ccr.it/>.

Il Centro MAAS, <http://www.maas.ccr.it/presentazione/ilcentro.html>. Va, inoltre, rilevato che hanno fornito la propria adesione al protocollo d’intesa di costituzione del Centro MAAS: l’IRI, la Finmeccanica, la RAI, l’Istituto Luce, la Fondazione Istituto Gramsci, il Dipartimento di Economia della III Università di Roma e la Soprintendenza Archivistica per il Lazio.

Cfr. Centro MAAS, Introduzione all’Archivio Storico IRI, <http://www.maas.ccr.it/cd%20iri.htm>.

Cfr. Centro MAAS, Progetti Realizzati, <http://www.maas.ccr.it/fr_progettirealizzati.html>.

Cfr. Centro MAAS, Progetti di Ricerca, <http://www.maas.ccr.it/fr_progettidiricerca.html>; Centro MAAS, Formazione, <http://www.maas.ccr.it/fr_formazione.html>. Nel portale è spiegato che: “Il Progetto Labirinti (…) ha come obiettivi principali la interoperabilità, l’accesso condiviso e l’indipendenza tecnologica dei sistemi informatici di gestione e consultazione del patrimonio archivistico nazionale, partendo dai giacimenti documentali degli enti coinvolti nella sperimentazione”. Mentre: “Il Progetto ECHO (European CHronicle On-line), finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del V programma quadro, (…) si pone l’obiettivo di realizzare una infrastruttura aperta per la disribuzione sul web di servizi e contenuti digitali relativi a documenti audiovisivi (cinegiornali, documentari, ecc.) di valore storico-culturale unendo i materiali di alcuni dei principali archivi audiovisivi europei” e il  “progetto MayDayNet” ha lo scopo di “mettere in relazione l’eredità complessa e articolata del 1° Maggio con l’Europa di oggi attraverso i linguaggi e le tecnologie della società dell’informazione”. Tra i programmi di formazione, il progetto denominato “Labirinti” ha prodotto un sito web molto interessante (Cfr. Centro MAAS, Labirinti - Archivi, Labirinti Della Memoria, <http://www.maas.ccr.it/labirinti>, <http://www.maas.ccr.it/labirinti/framehomepagepresentazione.htm>).

Imita.db – Banca Dati delle Aziende Italiane, <http://imitadb.unisi.it/>.

Ibidem. Nel sito, viene precisato che: “La soglia per il capitale è così definita:
1908-1940: (eccetto il 1914): 1.000.000 Lire
1914: 500.000 Lire
1949-1952: 10.000.000 Lire
1956: 25.000.000 Lire
1958-1961: 50.000.000 Lire
1964-1973: 100.000.000 Lire
1980: 1.000.000.000 Lire
1984: 2.000.000.000 Lire
Sino al volume del 1937 sono incluse anche alcune società che, pur non raggiungendo la soglia prestabilita, erano associate all’Asipa e le società italiane con sede all’estero che però sono escluse dagli archivi digitali. Per i volumi del 1912 e del 1914, la soglia è definita sul capitale versato, mentre per tutti gli altri volumi viene stabilita sul capitale nominale” (Imita.db – Banca Dati delle Aziende Italiane, Soglie prestabilite, <http://imitadb.unisi.it/soglia.asp>).

Cfr. Imita.db – Banca Dati delle Aziende Italiane, Ricerca nella base dati, <http://imitadb.unisi.it/index.asp>.

Cfr. Italian History Index: Economic, Financial and Business History, <http://vlib.iue.it/hist-italy/economic.html>.

Cfr. UNESCO Archives Portal, <http://www.unesco.org/cgi-bin/webworld/portal_archives/cgi/page.cgi?d=1>; UNESCO Archives Portal, Archives/Business and Labour Archives/Europe/Italy, <http://www.unesco.org/webworld/portal_archives/pages/Archives/Business_and_Labour_Archives/Europe/Italy/index.shtml>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Link, <http://www.culturadimpresa.org/link/linkcent.htm>; Museimpresa, Info, Link, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?area=3&menu=52&overmenu=0>; Biblioteca del  Dipartimento di Scienze della Storia e della Documentazione Storica dell’Università degli Studi di Milano, Risorse per la storia in rete, Storia economica, sociale e della tecnologia, <http://users.unimi.it/storia/biblioteca/cataloghi/risorse/storiainrete/sto_economica.htm>; Industrie.it: portale e motore di ricerca, <http://www.industrie.it/>; Azienda Italia, <http://www.aziendaitaliaonline.it/aziendaitalia/index.jsp>. Questi ultimi due motori di ricerca forniscono una serie di informazioni essenziali. Il primo dei due permette il collegamento ai siti Internet di un vasto numero di imprese italiane, suddivise per un insieme molto articolato di settori. Il secondo “offre una panoramica esaustiva dell’Italia che produce ed è finalizzato non solo all’aspetto conoscitivo (…). Il database illustra i profili di tutte le società per azioni, gli enti e le società di controllo nonchè le srl e le altre imprese più significative, selezionabili con molteplici chiavi di ricerca”.

Cfr. Imprese e Storia, <http://dipeco.economia.unimib.it/impreseestoria/>; Culture e impresa, <http://www.cultureimpresa.it/index.html>.

Imprese e Storia, <http://dipeco.economia.unimib.it/impreseestoria/IT/intro.html>.

A. Lombardo, G. Paletta, I perché di una rivista, in “Culture e impresa”, n. 1, ottobre 2004, <http://www.cultureimpresa.it/01-2004/italian/editoriale.html>.

Ibidem.

Cfr. Imprese e StoriaArchivio, <http://dipeco.economia.unimib.it/impreseestoria/IT/archivio.html>.

Cfr. Culture e impresa, Archivio, <http://www.cultureimpresa.it/04-2006/italian/archivio.html>.

Cfr. Tafter. Cultura è sviluppo, <http://www.tafter.it/>. Questa pubblicazione, che contiene articoli sul mondo delle aziende e un focus sulla cultura d’impresa, intende rappresentare: “Un punto di incontro e uno stimolo per la ricerca sul binomio cultura-impresa, sul marketing territoriale, sullo sviluppo locale, sull’economia legata ai beni culturali in senso più ampio” (Tafter. Cultura è sviluppo, Chi siamo, <http://www.tafter.it/pagina.asp?id=1>; cfr. Tafter. Cultura è sviluppo, Articoli, Aziende, <http://www.tafter.it/elenco.asp?idcat=1&idsottocat=20>, Tafter. Cultura è sviluppo, Focus, Cultura d’impresa, <http://www.tafter.it/elenco.asp?idcat=11&idsottocat=28>).

Cfr. Annali di Storia dell’Impresa, <http://www.associazioneassi.it/User/pubblica_pres_annali.php?testata_id=8&last=last&flash=pubb_annali1>. Nel sito web corrispondente alla pubblicazione – curata dalla “Fondazione ASSI”, l’organismo italiano di ricerca che si occupa di business history – si informa che: “Gli Annali di Storia dell’Impresa vengono pubblicati a cadenza annuale. Raccolgono, organizzati in sezioni omogenee o secondo uno stile miscellaneo, contributi di varia natura: dibattiti relativi a specifiche tematiche di storia dell’impresa e dell’industria, traduzioni di contributi di particolare rilievo in lingua straniera, rassegne bibliografiche e tematiche, studi e ricerche”.

Cfr. Archivi & Computer, <http://www.comune.san-miniato.pi.it/ospiti/archivio/archilab/Archivi%20&%20Computer.htm>.

Cfr. ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Pubblicazione della nuova rivista «Archivi», <http://www.anai.org/pubblicazioni/archivi_2006/archivi-2006.htm>; Il Mondo degli Archivi, <http://www.ilmondodegliarchivi.org/index.html>, <http://www.ilmondodegliarchivi.org/index/channelid/112>, <http://www.ilmondodegliarchivi.org/index/channelid/63>.

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Rivista “Le culture della tecnica”, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/campidiattivita/rivistaleculturedellatecnica/index.htm>. Di questa rivista, fino al numero 8 sono pubblicati solo gli indici, dal numero successivo tutto il contenuto è interamente disponibile in rete.

Cfr. Rivista di Storia Finanziaria, <http://www.delpt.unina.it/stof/>.

Cfr. Harvard Business Review, <http://www.hbritalia.it/default.aspx>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, <http://www.culturadimpresa.org/>. L’associazione punta a promuovere: “la tutela e la valorizzazione del patrimonio documentale dei propri associati; la cultura d’impresa attraverso l’acquisizione, la tutela diretta e la valorizzazione delle fonti documentali storiche e contemporanee prodotte dalle imprese e dagli altri soggetti economici; la costituzione di archivi economici territoriali e di musei d’impresa in collaborazione con le istituzioni locali e con il sistema di rappresentanza degli interessi; la formazione di operatori culturali in grado di intervenire sul patrimonio documentale delle imprese assicurandone la tutela e la valorizzazione; la pubblicazione dei risultati della propria attività” (Centro per la cultura d’impresa, Chi siamo, <http://www.culturadimpresa.org/chi.htm>).

Centro per la cultura d’impresa, Chi siamo, Soci, <http://www.culturadimpresa.org/chi/soc-up.htm>. Insieme alla Camera di Commercio, socio fondatore del Centro, vi sono altri venticinque soci ordinari, quasi esclusivamente di carattere economico-aziendale.

Come è rilevato nel sito web: “Il concetto di Archivio economico territoriale (o archivio territoriale di concentrazione) nasce dall’esperienza tedesca dove, sin dal 1904, le Camere di commercio e le associazioni imprenditoriali si sono poste l’obiettivo di tutelare la cultura del sistema imprenditoriale locale conservandone gli archivi. Questa stessa esigenza è avvertita anche in altri Paesi dove viene coltivata secondo modalità che variano a seconda della struttura del sistema imprenditoriale e dell’organizzazione della gestione dei beni culturali. Nel mondo anglosassone sono le università a svolgere le funzioni di concentrazione e salvaguardia. In Francia e in Danimarca tali fondi sono affidati a una branca specializzata dell’ordinamento statale. Le radici di un tale bisogno affondano naturalmente nell’esigenza che le tante culture dell’impresa (organizzative, tecnologiche, scientifiche, economico-gestionali) non vadano perse al momento in cui le istituzioni commerciali presentano cesure di continuità. L’attenzione all’impresa in quanto protagonista della produzione culturale è un’acquisizione recente e deriva dal riconoscimento della sua natura di istituzione economica in grado di influire sulle dinamiche dislocative, formative e decisionali del Paese. La storia delle imprese è dunque essenziale alla formazione delle identità dei territori e delle popolazioni. (…) Di qui la necessità che sul territorio nascano Archivi economici territoriali, istituzioni inserite nel sistema relazionale della comunità imprenditoriale ma, al tempo stesso, ancorate ad autonome motivazioni culturali in virtù delle quali esse possono intervenire al fine di evitare che il dissesto economico di un’impresa ne porti con sé un secondo, inutile e non scontato, di natura culturale” (Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivio economico territoriale, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/arch_terr.htm>, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/arch_terr_01.htm>).

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivio economico territoriale, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/arch_terr.htm>, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/arch_terr_elenco.htm>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Formazione, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/05.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archeologia industriale, I luoghi dell’economia, <http://www.culturadimpresa.org/luoghi_economia/home.html>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Studi e ricerche, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/studi.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Pubblicazioni, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/pubblicazioni.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Esposizioni, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/06.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Fonti orali, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/07.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Biblioteca, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/03.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Archivio, Newsletter “La memoria dell’impresa”, <http://www.culturadimpresa.org/archivio/newslet/news-a.htm>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archeologia industriale, Banca dati di archeologia industriale in Lombardia, <http://www.culturadimpresa.org/banca_arch.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivi e musei d’impresa, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/01.htm>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivi e musei d’impresa, Censimento ricognitivo degli archivi d’impresa della provincia di Milano, <http://www.culturadimpresa.it/attivita/Archivi/archivi_provincia_milano.htm>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivi e musei d’impresa, Archivio fotografico del Centro, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/Archivi/archivi10.htm>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivi e musei d’impresa, Archivio audiovisivo del Centro, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/Archivi/archivi11.htm>.

Cfr. Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archivi e musei d’impresa, Elenco degli archivi d’impresa e degli enti economici attivi in Italia, <http://www.culturadimpresa.org/archivi_impresa/archivi_impresa.htm>. Come è chiarito nella stessa pagina del sito web: “Questo Elenco ha lo scopo di evidenziare le imprese e le istituzioni economiche che hanno saputo cogliere il valore culturale e sociale della propria documentazione mettendola concretamente a disposizione del pubblico. I dati qui riportati non forniscono indicazioni sulla documentazione ma aiutano a mettersi in contatto diretto con l’archivio”. Ciascuna scheda dell’elenco, infatti, riporta notizie riguardanti la denominazione dell’impresa o dell’ente, i nomi dei responsabili del servizio e dell’archivio, l’indirizzo, i recapiti telefonici, la e-mail e il sito web, la consultabilità dell’archivio, eventuali note ed eventi, la data di aggiornamento delle informazioni.

Cfr. Museimpresa, <http://www.museimpresa.com/default.aspx>.

Museimpresa, Associazione, Mission, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?template=testo&area=1&menu=1&pageid=143&overmenu=0>. Come è rilevato nel sito web: “L’impresa rappresenta uno dei principali agenti di progresso e di modernizzazione nella società contemporanea: genera innovazione e trasmette un insieme di segni materiali e di valori che sono a pieno titolo beni culturali; è espressione diretta di valenze etiche ed estetiche, paradigma di sviluppo sociale e culturale, di conoscenze e formazione”. “L’Associazione Italiana Musei e Archivi d’Impresa” (Museimpresa), attualmente costituita da trentacinque soci, “intende sviluppare la consapevolezza del sistema imprenditoriale nazionale e internazionale su questi temi e incentivare un’aperta e libera cooperazione nello svolgimento di attività di ricerca, divulgazione, aggiornamento e dibattito sulla cultura d’impresa” (cfr. Museimpresa, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?area=1>).

Cfr. Museimpresa, Attività, Settimana della cultura d’impresa, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?area=2&menu=24&overmenu=0>.

Cfr. Museimpresa, Attività, Iniziative, Pubblicazioni, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?template=attivita&area=1&menu=30&pageid=130&overmenu>, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?template=testo&menu=30&pageid=130&area=1&detail=345&overmenu=0>. Il fondo di storia dell’impresa, conservato nella Biblioteca di via Senato di Milano (cfr. Biblioteca di via Senato, Biblioteca, <http://www.bibliotecadiviasenato.it/m_Biblioteca/Default.htm>), costituisce, come è indicato nel sito web di “Museimpresa”: “una vera e propria novità nel panorama delle biblioteche italiane, documenta le vicende dell’attività e della produzione imprenditoriale italiana attraverso i testi e le immagini di libri celebrativi di aziende, cataloghi di vendita, brochure, strenne, materiale che spesso esula dai consueti canali di distribuzione editoriale. Una parte significativa della raccolta è dedicata ai Repertori (elenchi di aziende con schede informative, divisi per settore merceologico) e alla storia della Pubblicità per i rapporti privilegiati che da sempre essa intrattiene con la comunicazione d’impresa”.

Cfr. Museimpresa, Musei e Archivi, <http://www.museimpresa.com/cms.aspx?area=5>.

Cfr. Museimpresa, Musei e Archivi, Ricerca merceologica, <http://www.museimpresa.com/merceologica.aspx>; Museimpresa, Musei e Archivi, Ricerca geografica, <http://www.museimpresa.com/geografica.aspx#risultati>; Museimpresa, Musei e Archivi, Ricerca per marchio, <http://www.museimpresa.com/marchio.aspx>. I risultati di questa ricerca sono schede relative a ciascuna entità, con informazioni riguardanti la tipologia, i marchi, i recapiti e i siti web delle imprese.

Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, <http://www.icsim.it/>, <http://www.icsim.it/istituto/institute.htm>.

Cfr. Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, Archeologia Industriale, i Beni Culturali per ICSIM, <http://www.icsim.it/beni_culturali/xdef.htm>. Questo progetto si propone “l’obiettivo di costituire un museo a cielo aperto che sia contemporaneamente strumento operativo di un percorso di consapevole conservazione dei monumenti dell’industrializzazione, ma anche momento di attività permanente di riflessione sulla cultura industriale e sulle sue testimonianze, vero e proprio istituto culturale di valenza nazionale ed internazionale” (Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, Archeologia Industriale, i Beni Culturali per ICSIM, L’unicità ternana: le ragioni del progetto, <http://www.icsim.it/beni_culturali/a1.htm>). Inoltre: “Il contributo dell’ICSIM in questo quadro può sostanzialmente esplicarsi in tre settori chiave (…): la formazione di figure professionali capaci di operare concretamente nel settore; la messa in opera di processi di formazione continua soprattutto attraverso l’aggiornamento di operatori già attivi nella scuola e nel settore pubblico e privato dei beni culturali ed ambientali; la raccolta e la sistemazione della documentazione e la sua messa a disposizione di specialisti, amministratori, studiosi, cittadini attraverso repertori e inventari da «trattare» con le moderne tecniche informatiche; la promozione culturale, sulle tematiche relative ai beni archeologico-industriali e al patrimonio industriale attraverso convegni, seminari, momenti di riflessione che rappresentino un elemento di raccordo con le più avanzate esperienze italiane ed europee” (Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, Archeologia Industriale, i Beni Culturali per ICSIM, Il ruolo dell’ICSIM, <http://www.icsim.it/beni_culturali/a2.htm>).

Cfr. Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, Centro Documentazione sul Patrimonio Industriale, <http://www.icsim.it/beniculturali/beniculturali.htm>, <http://www.icsim.it/beni_culturali/a5.htm>. Come è precisato nella prima delle due pagine web indicate: “Lo scopo del Centro è quello di promuovere la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio archeologico industriale ternano, nella prospettiva di creare un grande museo a cielo aperto come già è stato fatto in altre città industriali europee. (…) Il Centro Documentazione sul Patrimonio Industriale è uno strumento che consente (…) di orientarsi e documentarsi su uno dei più importanti siti archeologico-industriali presenti in Italia ed in Europa. La realtà ternana e narnese costituisce infatti un eccezionale parco archeologico industriale di fondamentale importanza per la comprensione del processo di industrializzazione italiana, non solo per quanto riguarda i cicli e i processi produttivi o le tecniche impiantistiche, ma anche per quello che concerne le soluzioni architettoniche e stilistiche utilizzate nella progettazione degli edifici industriali e insediativi”.

ASSI – Associazione di Studi e Storia sull’Impresa, Chi siamo, <http://www.associazioneassi.it/User/assi.php>.

Cfr. ASSI – Associazione di Studi e Storia sull’Impresa, <http://www.associazioneassi.it/User/index.php>.

Cfr. Associazione Duccio Bigazzi, <http://www.associazionebigazzi.it/>. Come viene evidenziato nel sito web: “L’Associazione intende promuovere attività di ricerca e di studio, favorire occasioni di dibattito teorico e metodologico, contribuire alla salvaguardia, conoscenza e valorizzazione di fonti documentarie. Le attività e le iniziative si rivolgeranno principalmente ai giovani studiosi, con l’obiettivo di sviluppare quei filoni di ricerca ai quali Duccio Bigazzi ha dato grande impulso con i suoi studi innovativi e con il suo appassionato e rigoroso insegnamento”.

Cfr. Associazione Duccio Bigazzi, La documentazione, <http://www.associazionebigazzi.it/documentazione.html>; Associazione Duccio Bigazzi, Le iniziative, <http://www.associazionebigazzi.it/iniziative.html>.

Cfr. A.M.M.A., <http://www.amma.it/>; A.M.M.A., Chi siamo, Notizie storiche, <http://www.amma.it/italiano/chisiamo/notizie.htm>.

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Fondo Antico, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/fondoantico/index.htm>; A.M.M.A. - Archivio Storico, <http://www.amma.it/italiano/servizi/archivio/libri-macchine/nt-frameset.htm>.

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Catalogo Imprenditori, <http://www.amma.it/italiano/catalogo_imprenditori/intro-imprenditori.htm>. A proposito del database sugli imprenditori, nel sito Internet è scritto che: “La ricerca (…) si è proposta di costruire un repertorio il più possibile completo dei nominativi di quanti hanno svolto attività manifatturiera o commerciale in Piemonte, con caratteristiche spiccatamente imprenditoriali; dei luoghi nei quali le attività sono avvenute, limitando il campo d’indagine ai confini del Piemonte attuale (salvo qualche limitata estensione alla Savoia o alla Valle d’Aosta, o anche ad altre regioni italiane, nel caso in cui le imprese esaminate avevano sede nell’area piemontese); delle tipologie merceologiche dei prodotti realizzati o trattati. La ricerca si arresta al 1911 - anno nel quale viene costituito il registro delle ditte - e si sviluppa attraverso lo spoglio sistematico di tutte le fonti disponibili” (A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Catalogo Imprenditori, Nota Metodologica, <http://www.amma.it/italiano/catalogo_imprenditori/note-imprenditori.htm>).

Il repertorio degli imprenditori piemontesi è stato costruito attraverso schede che contengono una serie di informazioni dettagliate, con il nome dell’imprenditore o la ragione sociale dell’impresa, il luogo in cui opera l’impresa, l’anno di riferimento della fonte esaminata, la tipologia merceologica, i prodotti specifici e le indicazioni bibliografiche. In alcuni casi, è possibile reperire anche altri elementi, come il numero di addetti, la quantità e qualità del macchinario, la quantità e qualità della potenza istallata, i brevetti conseguiti, il rinvio ad altri nominativi, l’iconografia, i premi di esposizioni, i prezzi di vendita, ecc. (cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Catalogo Imprenditori, Nota Metodologica, <http://www.amma.it/italiano/catalogo_imprenditori/note-imprenditori.htm>).

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Catalogo Imprenditori, <http://www.amma.it/nn-parse.phtm?action=catalogo&url=/italiano/catalogo_imprenditori/catalogo-imprenditori.htm>, <http://www.amma.it/italiano/catalogo_imprenditori/ricerca-imprenditori.htm>.

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, I Quaderni de “Le Culture”, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/campidiattivita/iquadernideleculture/index.htm>; A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Collana “Documenti”, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/campidiattivita/collanadocumenti/index.htm>; A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, Collana “Archivi di scienza e tecnica”, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/campidiattivita/collanaarchividiscienzaetecnica/index.htm>.

Cfr. A.M.M.A., Servizi, Culturale - Storico, <http://www.amma.it/servizi/culturalestorico/>.

Cfr. Fondazione ISEC, <http://www.fondazioneisec.it/index.php>. Come è indicato in questa pagina del sito web: “La Fondazione ISEC - Istituto per la Storia dell’Età Contemporanea, è un centro di studio e di ricerca storica. Raccoglie, conserva, ordina e mette a disposizione degli studenti e dei ricercatori materiale archivistico e bibliografico sui grandi temi della storia del Novecento: storia del lavoro e dell’impresa, storia sociale e politica. Presta la consulenza di personale specializzato per ricerche individuali, per attività didattiche su fonti e storiografia e per la costituzione e l’ordinamento di archivi storici. Organizza convegni, seminari in collaborazione con analoghe istituzioni italiane ed europee e promuove corsi di aggiornamento per docenti e allievi delle scuole medie inferiori e superiori. In base a convenzioni con le Università milanesi propone infine stages per gli studenti”.

Fondazione ISEC, Chi siamo, <http://www.fondazioneisec.it/chi/chi.php>.

Cfr. Fondazione ISEC, Cosa facciamo, La ricerca, <http://www.fondazioneisec.it/cosa/index.php>.

Cfr. Fondazione ISEC, Cosa facciamo, Le pubblicazioni, <http://www.fondazioneisec.it/cosa/pubblicazioni.php>; Cfr. Fondazione ISEC, Cosa facciamo, Lavori in corso, <http://www.fondazioneisec.it/cosa/lavori.php>.

Cfr. Fondazione ISEC, Cosa facciamo, Riordino archivi, <http://www.fondazioneisec.it/cosa/archivi.php>.

Cfr. Fondazione ISEC, Il patrimonio, La Biblioteca e l’Emeroteca, <http://www.fondazioneisec.it/patrimonio/biblio.php>.

Cfr. Fondazione ISEC, Il patrimonio, <http://www.fondazioneisec.it/patrimonio/index.php>; Fondazione ISEC, Il patrimonio, L’Archivio, <http://www.fondazioneisec.it/patrimonio/archivio.php>. Infatti, in questa parte del sito Internet, si osserva che: “A partire dagli anni Novanta la Fondazione ha lavorato (…) per recuperare la documentazione di grandi imprese sestesi e milanesi, alcune delle quali hanno avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo industriale dell’Italia. Questi fondi per la storia dell’industria e dell’economia sono caratterizzati da una grande ricchezza tipologica: accanto alla documentazione cartacea, i disegni tecnici dei prodotti e degli impianti permettono l’indagine delle trasformazioni tecnologiche e della cultura di progetto, le planimetrie svelano il farsi del paesaggio industriale, le fotografie narrano quasi un secolo di storia del lavoro, dalle lavorazioni che avevano al centro l’operaio di mestiere all’automazione, i bozzetti pubblicitari, firmati spesso da noti esponenti della grafica (vale la pena citare Araca, Boccasile, Huber), sono espressione di una cultura della comunicazione che ancora oggi qualifica l’immagine internazionale di Sesto San Giovanni e dell’area milanese”.

Cfr. Fondazione ISEC, Il patrimonio, Fondi Antichi, <http://www.fondazioneisec.it/patrimonio/fondi.php?id_gruppo=1>; Fondazione ISEC, Il patrimonio, Imprese e fabbriche, <http://www.fondazioneisec.it/patrimonio/fabbriche.php?id_gruppo=3>.

Cfr. Fondazione ISEC, Marelli, <http://www.fondazioneisec.it/marelli/index.htm>; Fondazione ISEC, Marelli, Archivio, <http://www.fondazioneisec.it/marelli/archivio/index.php>; Fondazione ISEC, Marelli, Mostra, <http://www.fondazioneisec.it/marelli/marelli.htm>; Fondazione ISEC, La Breda produce. 1886-1994, <http://www.associazioni.milano.it/isec/mostra%20Breda/pagine/home%20page/index.htm>, <http://www.fondazioneisec.it/breda/breda.htm>.

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», <http://www.musil.bs.it/flash.html>.

Cfr. Fondazione Civiltà Bresciana, <http://www.civiltabresciana.it/>; Fondazione Biblioteca Archivio Luigi Micheletti, <http://www.brescialeonessa.it/micheletti/index.htm>. Anche i siti web delle due fondazioni rivestono un grande interesse, data la qualità delle informazioni in essi contenute. La “Fondazione Civiltà Bresciana” presenta due iniziative di rilievo: il “Museo del Ferro”, il primo polo didattico-espositivo del “Musil”, ove è possibile “apprezzare la ricchezza culturale ed i saperi del passato artigianale e proto-industriale” (Fondazione Civiltà Bresciana, Il Museo del Ferro - La Fucina di San Bartolomeo, <http://www.civiltabresciana.it/museo/home.htm>) e il “Centro di Documentazione per la Storia e l’Arte del Ferro”, che si pone l’obiettivo “del graduale recupero e della registrazione informatizzata della documentazione storica pertinente alla lavorazione del ferro nel Bresciano, reperibile presso archivi pubblici e privati” (Fondazione Civiltà Bresciana, Centro di Documentazione per la Storia e l’Arte del Ferro, Il Centro, <http://www.civiltabresciana.it/cdf/centro.htm>; cfr. Fondazione Civiltà Bresciana, Centro di Documentazione per la Storia e l’Arte del Ferro, <http://www.civiltabresciana.it/cdf/home.htm>). La “Fondazione Luigi Micheletti” consente un’articolata visita virtuale alla mostra “Scienza e tecnica nell’industrializzazione italiana”, riuscendo a porre in evidenza “l’apporto fornito da ricercatori e inventori italiani allo sviluppo tecnico-scientifico nell’età dell’industrializzazione” (Fondazione Biblioteca Archivio Luigi Micheletti, Scienza e tecnica nell’industrializzazione italiana, Presentazione, <http://www.brescialeonessa.it/micheletti/01_inizio.htm>; cfr. Fondazione Biblioteca Archivio Luigi Micheletti, Scienza e tecnica nell’industrializzazione italiana, <http://www.brescialeonessa.it/micheletti/visita.htm>). Il sito di questa fondazione, inoltre, contiene la rivista telematica di storia, ambiente, tecnica e società “altroNovecento” (cfr. altroNovecento, ambiente – tecnica – società, <http://www.altronovecento.quipo.it/>). Un altro caso significativo, collegato al precedente, è quello della “Fondazione Negri”, che ha avviato l’archiviazione digitale delle 75.000 immagini dell’omonimo studio fotografico (oltre 38.000 schede delle quali, già disponibili online) e ha rilevato gli archivi della Carrozzeria Borsani di Milano, della Carrozzeria Orlandi di Brescia e quello, anche iconografico, del giornalista torinese storico dell’automobile Carlo Felice Zampini Salazar (cfr. Fondazione Negri, <http://www.negri.it/index.htm>).

Come è indicato nel sito Internet del “Musil”: “Il Museo dell’Industria e del Lavoro  «Eugenio Battisti» si colloca nel solco delle più recenti realizzazioni di sistemi museali articolati sul territorio e incentrati sulla storia dello sviluppo industriale. Con i suoi diversi poli e percorsi museali il Musil di Brescia prefigura un sistema a scala regionale sul modello delle più avanzate esperienze europee. Nel contesto italiano è il primo caso di museo dinamico che già dai primi passi si struttura attraverso una sede centrale in città e una rete di antenne sul territorio” (Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Sedi, <http://www.musil.bs.it/sedi.html>).

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Gallerie, <http://www.musil.bs.it/gallerie.html>.

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Studi e progetti realizzati, <http://www.musil.bs.it/ElencoStudi?filtra=inArchivio>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Studi e progetti in corso, <http://www.musil.bs.it/ElencoStudi?filtra=inPubblicazione>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Pubblicazioni, <http://www.musil.bs.it/pubblicazioni.html>.

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Inventari, <http://www.musil.bs.it/inventari.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Schedari, <http://www.musil.bs.it/schedari.html>.

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Archivio, <http://www.musil.bs.it/archivi.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Biblioteca, <http://www.musil.bs.it/biblioteca.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Cineteca, <http://www.musil.bs.it/cineteca.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Emeroteca, <http://www.musil.bs.it/emeroteca.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Fototeca, <http://www.musil.bs.it/fototeca.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Iconoteca, <http://www.musil.bs.it/iconoteca.html>; Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Mediateca, <http://www.musil.bs.it/mediateca.html>.

Cfr. Museo dell’Industria e del Lavoro «Eugenio Battisti», Mappa, <http://www.musil.bs.it/sezioni.html>. In particolare, all’interno delle sezioni del sito web, va fatto riferimento a quelle che fanno capo al patrimonio e alla sua documentazione.

Cfr. Museoweb dell’economia varesina, <http://www.museoweb.it/index.html>.

Museoweb dell’economia varesina, Presentazione, <http://www.museoweb.it/presentazione.html>. In questa pagina, è stato precisato che hanno aderito all’iniziativa “sessanta imprese nate prima del 1950 e in possesso di un archivio storico (documentazione cartacea, fotografie, disegni tecnici, brochures e cataloghi, etc) a testimonianza della longevità e della permanenza sul territorio dell’impresa. Si tratta perlopiù di piccole e medie imprese a conduzione familiare” e che: “Il passo successivo è stato di portare a conoscenza dell’intera comunità il patrimonio storico posseduto da queste imprese attraverso un contenitore multimediale in grado di esaltarne la varietà tipologica: documenti archivistici, oggetti, immagini, edifici, testimonianze orali e ogni altro segno che aiuti a interpretare il percorso imprenditoriale”. Per impresa longeva, si intende “un soggetto economico che opera sul mercato da un numero considerevole di anni”; inoltre, si sottolinea che: “Non esiste un criterio univoco per stabilire quando un’impresa possa dirsi longeva. Trent’anni cominciano ad essere considerati significativi; cinquant’anni rappresentano un traguardo importante dato che, generalmente, comportano un passaggio generazionale. Oltre i cento anni si spingono poche imprese gloriose che tendono a riunirsi in associazioni. L’importanza delle imprese longeve sul territorio deriva dalla loro capacità di persistere sul mercato nonostante le vicissitudini che determinano la continua mortalità delle imprese e il loro ricambio. Questa «nati-mortalità delle imprese», determina un costante rinnovamento della popolazione di imprenditori, ma anche una continua dispersione di esperienze imprenditoriali. Le imprese longeve sono in grado di tesaurizzare queste competenze, accumularle e trasmetterle alle generazioni successive sotto forma di informazioni, di stile operativo, di valori. Nel corso della propria storia le imprese hanno elaborato comportamenti fondati sulla fiducia e sulla qualità dei rapporti con i clienti, con i fornitori, con la comunità locale. Le imprese longeve vedono nel mercato l’ambito di una competizione economica regolata e caratterizzata anche da componenti etiche. Un tale comportamento è ispirato anche dalla tradizione familiare che spesso sta alle spalle di queste imprese: ciò da un lato consente loro di recuperare all’attività gestionale il patrimonio di fiducia, affettività e solidarietà che matura all’interno della famiglia; dall’altro spinge gli imprenditori a salvaguardare, nel proprio operato, le relazioni sociali che la famiglia ha costruito nel tempo sul territorio e garantisce credibilità ai propri membri. Concetti entrati di recente nella cultura delle imprese quali la reputazione sociale o la responsabilità sociale dell’impresa, appartengono da sempre al codice genetico delle imprese longeve” (Museoweb dell’economia varesina, Il sistema delle imprese, <http://www.museoweb.it/sistema.html>).

Cfr. Museoweb dell’economia varesina, Cultura e territorio, Musei e istituzioni della cultura d’impresa, <http://www.museoweb.it/cultura1.html>; Museoweb dell’economia varesina, Cultura e territorio, Bibliografia, <http://www.museoweb.it/cultura2.html>.

Cfr. Museoweb dell’economia varesina, Il sistema delle imprese, Imprese longeve della provincia di Varese, <http://www.museoweb.it/sistema1.html>; Museoweb dell’economia varesina, Museo virtuale delle imprese longeve, Visita le gallery, <http://www.museoweb.it/mappa.html>.

Nella presentazione del sito si è posto in evidenza che: “Le vicende delle imprese si sviluppano all’interno di una galleria storica costituita dai profili delle singole imprese e cui si accede attraverso una mappa del territorio. La ricerca si avvale di varie piste: i documenti conservati nel fascicolo anagrafico del Registro imprese della Camera di commercio di Varese e di altre Camere, i materiali presenti nell’archivio dell’impresa, la bibliografia, il racconto dei protagonisti attraverso interviste videoregistrate. La testimonianza diretta ha assunto un ruolo primario nella redazione dei profili storici. Il racconto degli imprenditori, dei loro familiari o dei loro collaboratori mette in rilievo la presenza di temi ricorrenti: l’apprendistato imprenditoriale presso aziende del territorio, il passaggio dal lavoro dipendente al lavoro autonomo; la sovrapposizione tra luoghi dell’abitazione e luoghi del lavoro; l’ingresso dei figli nell’impresa, spesso impiegati durante le vacanze scolastiche nei lavori manuali accanto agli operai esperti; la successione generazionale nelle sue sfumature positive e negative; il ruolo delle donne (madri e mogli) nella conduzione dell’impresa. Attraverso la testimonianza, l’imprenditore analizza la propria opera e quella dei suoi predecessori alla luce del sistema di valori in cui si riconosce: ogni racconto diventa pertanto una autorappresentazione, un ordinamento di ricordi e valori alimentato da una ricerca di coerenza. La decisione di inserire frammenti di filmato all’interno del racconto non è dunque soltanto una soluzione tecnica propria del linguaggio multimediale: è l’esplicitazione al lettore del legame privilegiato che l’autorappresentazione dell’imprenditore ha avuto nell’elaborazione del profilo storico. I profili sono corredati dalle immagini provenienti dall’archivio d’impresa, dall’archivio di famiglia e dall’archivio della Camera di commercio di Varese. Si tratta delle foto degli imprenditori, delle trasformazioni della sede, dei prodotti realizzati, brochure, cataloghi, dipinti. Il menù laterale ricostruisce le dinamiche anagrafico-commerciali dell’impresa e le affianca a quelle della famiglia. Altre informazioni riguardano l’interesse storico del sito, la raccolta dei marchi e delle carte intestate (i segni dell’impresa). Le informazioni generate dal Mueoweb non sono a senso unico: il pubblico può interagire con le imprese interessate e con i curatori scientifici del sito inviando documenti e riflessioni sulla storia dell’impresa” (Museoweb dell’economia varesina, Presentazione, <http://www.museoweb.it/presentazione.html>).

Cfr. Storia e cultura dell’industria. Il Nord Ovest dal 1850, <http://www.storiaindustria.it/index.htm?1>.

Cfr. ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana, GIAI - Gruppo Italiano Archivi di Impresa, <http://www.anai.org/attivita/N_gruppi/gdl_impresa.htm>, <http://www.anai.org/attivita/N_giai/giai_lista.htm>.

Cfr. AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, <http://www.patrimonioindustriale.it/>. Per uno sguardo generale alle fonti elettroniche di archeologia industriale: cfr. Museo della Cantieristica, <http://www.archeologiaindustriale.it/>, <http://www.ccm.it/cantieri/>; ARCHEOIND, Archeologia Industriale nell’alto Lazio, <http://digilander.libero.it/archeoind/>; Archeologia Industriale - indice, <http://www.istitutodistruzionesuperiore.191.it/arch%5Find/index.htm>; Archeologia Industriale a Roma, <http://www.sturzo.it/archind/recu.htm>; Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti, Terni - Archeologia Industriale, <http://www.archeologiaindustriale.org/>; Archeometallurgia e archeologia mineraria, <http://192.167.112.135/SitoCNR/Metalli/archeomin.html>; Archeometallurgia del ferro, <http://192.167.112.135/SitoCNR/Metalli/ferro/home.html>; Archeologia Industriale – Impianti industriali, <http://www.storiaecultura.it/cornucopia/indici/iindu.htm>; Fornace Guerra - Gregorj, <http://www.venice2.it/gregorj/indexi.htm>; Crespi d’Adda, <http://www.crespidadda.it/cgi-bin/WebObjects/Valxer.woa/wa/page?id=1050406&lan=ita>; Museo dell’Industria e del Lavoro, <http://www.sestosg.net/servlet/page?_pageid=54&_dad=portal30&_schema=PORTAL30&_type=site&_fsiteid=33&_fid=41632&_fnavbarid=12605&_fnavbarsiteid=33&_fedit=0&_fmode=2&_fdisplaymode=1&_fcalledfrom=1&_fdisplayurl>; ar’raìs. Associazione di Archeologia Industriale del Mediterraneo, <http://www.cinet.it/arrais/>; Centro per la cultura d’impresa, Attività, Archeologia industriale, <http://www.culturadimpresa.org/attivita/02.htm>; Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano”, Archeologia Industriale, La coltivazione e la lavorazione del tabacco in Umbria, <http://www.icsim.it/lettera/lettera7/pag33.htm>; Ecomuseo delle ferriere  e fonderie di Calabria, <http://web.tiscali.it/ecomuseocalabria/>; Ecomuseo del Biellese, <http://www.ecomuseodelbiellese.it/on-line/Home.html>.

Cfr. Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa, <http://archindhi.liuc.it/home.htm>; Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa, i cataloghi, <http://archindhi.liuc.it/cataloghi.htm>.

Cfr. Museo del Patrimonio Industriale, <http://www.comune.bologna.it/patrimonioindustriale/>.

Cfr. Centro Studi sull’Impresa e sul Patrimonio Industriale, <http://www.studimpresa.vi.it/>.

Cfr. Biblioteca Tartarotti, Biblioteca Civica e Archivi Storici Rovereto, <http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it/context04.jsp?ID_LINK=165&area=19>.

Cfr. La Rivista di engramma, I musei aziendali veneti nel web, <http://www.engramma.it/engramma_v4/homepage/33/link/vallini.htm>.

Cfr. Il Paesaggio dell’Eccellenza, <http://paesaggioeccellenza.it/>.

Cfr. Fondazione Famiglia Legler, <http://www.ffl.it/>; Fondazione Famiglia Legler, La Banca Dati, <http://www.ffl.it/archivio.asp>.

Cfr. Fondazione IRI, <http://www.fondazioneiri.it/>. Di questo sito istituzionale si tratterà in seguito, a proposito dell’Archivio Storico Elettronico dell’IRI. Tuttavia, è opportuno riprendere un brano di presentazione, secondo cui: “Il progetto di rinnovamento del sito della Fondazione nasce con l’intento di rendere disponibili agli utenti, in particolare a studiosi, ricercatori e laureati, (…) l’enorme mole di dati che sono pervenuti nella disponibilità della Fondazione dopo la liquidazione dell’IRI. (…) Dal nuovo sito è possibile raggiungere direttamente il patrimonio di dati e di notizie riguardanti i 70 anni di storia dell’IRI, di recente riordinato e catalogato, nell’ARCHIVIO STORICO DELL’IRI, reso consultabile elettronicamente via WEB. La grafica del nuovo sito è frutto di un attento lavoro di ricerca iconografica su quella parte dell’attività dell’IRI dedicata alla comunicazione e alle immagini. (…) Dal punto di vista tecnico, proprio per assicurare una maggiore tempestività di aggiornamento delle informazioni e dei dati, il sito è stato dotato di un suo CMS, un sistema di gestione dei contenuti, che consentirà di fornire agli utenti un panorama completo di tutte le attività istituzionali della Fondazione. Con il CMS adottato il sito diventa comunque un work in progress, un cantiere di idee e informazioni, oltre che un archivio di importanti dati socio-economici sul nostro paese, facilmente consultabili” (Fondazione IRI, La Fondazione, In primo piano, <http://www.fondazioneiri.it/inside.asp?id=44&idNotizia=31>).

Cfr. Forum di Omegna, <http://www.forumomegna.org/>.

Cfr. Forum di Omegna, Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna, Storia, <http://www.forumomegna.org/pagine/entita/storia/introf.htm>.

Cfr. Fondazione Luigi Einaudi, <http://www.fondazioneeinaudi.it/>; Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, <http://www.fondazionemondadori.it/cms/>; Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, <http://www.fondazionefeltrinelli.it/it>; Fondazione Giannino Bassetti, <http://www.fondazionebassetti.org/it/>; Fondazione Edison, <http://www.fondazioneedison.it/>; Fondazione Eni Enrico Mattei, <http://www.feem.it/Feem/default.htm>; Fondazione Giovanni Agnelli, <http://www.fga.it/>.

Cfr. WWMM, WorldWideMetaMuseum, <http://www.wwmm.org/index.asp>.

Cfr. Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale, <http://www.cooperazione.net/>; Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale, Risorse online, Network, <http://www.cooperazione.net/risorseonline_network.html>; Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale, Risorse online, Network, Database nazionale degli archivi cooperativi, <http://www.cooperazione.net/networkfind.asp>.

Cfr. Centro Interuniversitario di Ricerca per la Storia Finanziaria Italiana (CIRSFI), <http://www.dssi.unimi.it/dipstoria/biblio/cirsfi/index.html>; Anagrafe delle corporazioni in Italia durante l’età moderna, <http://www.dssi.unimi.it/dipstoria/corp40/home.html>.

Cfr. Camere Cultura, Gli Archivi e le Biblioteche delle Camere di Commercio, <http://www.camerecultura.it/>. In questa pagina del sito web è evidenziato che: “In oltre due secoli di storia le Camere di commercio italiane hanno accumulato un patrimonio documentario ricchissimo. Gli archivi e le biblioteche camerali costituiscono fonti di primaria importanza per la conoscenza dello sviluppo economico territoriale e della storia economica nazionale e locale. (…) Questo sito consente di avere un’informazione approfondita del patrimonio documentario camerale e di conoscerne le modalità di consultazione, oltre alle principali iniziative in atto per la sua valorizzazione”.

Cfr. Camere Cultura, Gli Archivi Storici delle Camere di Commercio Italiane, <http://www.camerecultura.it/GuidaArchiviStorici/index.htm>.

Cfr. Les Hénokiens, <http://www.henokiens.com/index_fr.php>; I Centenari – Associazione Imprese Storiche Familiari Campane, <http://assocentenari.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, <http://www.storiaimpresa.it/>.

Cfr. Les Hénokiens, Devenir Hénokien, <http://www.henokiens.com/index_dev_fr.php>. Nel gruppo de “Les Hénokiens”, le imprese italiane sono la maggioranza: infatti, su trentotto associate, quindici sono del nostro paese, dieci francesi, quattro tedesche, una olandese, una irlandese, quattro giapponesi, una belga e due svizzere. La filosofia generale dell’associazione è volta a diffondere il valore del concetto di impresa familiare, in alternativa a quello delle multinazionali (cfr. Les Hénokiens, Histoire des Hénokiens, <http://www.henokiens.com/index_histo_fr.php>).

Cfr. Ibidem; Les Hénokiens, Activités des Hénokiens, <http://www.henokiens.com/index_act_fr.php>; Les Hénokiens, Portrait d'un Hénokien, <http://www.henokiens.com/index_mois_fr.php>.

Cfr. Les Hénokiens, Au coeur du temps, <http://www.henokiens.com/index_coeur_fr.php>; Les Hénokiens, Itinéraire Européen des Entreprises Historiques, <http://www.henokiens.com/index_itine_fr.php>.

Cfr. Les Hénokiens, Amarelli, <http://www.henokiens.com/index_amarelli_fr.php>; Les Hénokiens, Fonderia Campane Daciano Colbachini & Figli, <http://www.henokiens.com/index_colbachini_fr.php>; Les Hénokiens, Confetti Mario Pelino, <http://www.henokiens.com/index_confetti_fr.php>; Les Hénokiens, Torrini, <http://www.henokiens.com/index_torrini_fr.php>; Les Hénokiens, Cartiera Mantovana, <http://www.henokiens.com/index_cartiera_fr.php>; Les Hénokiens, Barovier&Toso, <http://www.henokiens.com/index_barovier_fr.php>; Les Hénokiens, Ditta Bortolo Nardini, <http://www.henokiens.com/index_nardini_fr.php>; Les Hénokiens, Beretta, <http://www.henokiens.com/index_beretta_fr.php>; Les Hénokiens, Gruppo Falck, <http://www.henokiens.com/index_falck_fr.php>; Les Hénokiens, Augustea, <http://www.henokiens.com/index_augustea_fr.php>; Les Hénokiens, Marioboselli, <http://www.henokiens.com/index_marioboselli_fr.php>; Les Hénokiens, Piacenza Cashmere, <http://www.henokiens.com/index_piacenza_fr.php>; Les Hénokiens, Crespi1797, <http://www.henokiens.com/index_crespi_fr.php>; Les Hénokiens, Lanificio G. B. Conte, <http://www.henokiens.com/index_lanificio_fr.php>; Les Hénokiens, Garbellotto, <http://www.henokiens.com/index_garbellotto_fr.php>.

Cfr. Amarelli, <http://www.liquirizia.it/>; Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, <http://www.museodellaliquirizia.it/>; Fonderia Campane Daciano Colbachini & Figli, <http://www.fonderiacolbachini.it/>; Confetti Mario Pelino, <http://www.pelino.it>; Torrini, Opificio Orafo, <http://www.torrini.it/>; Torrini, Negozio Storico, <http://www.torrinishop.it/pagina00.htm>; Torrini, Museo, <http://www.torrinimuseo.it/>; Cartiera Mantovana, <http://www.cartieramantovana.it/>; Barovier&Toso, <http://www.barovier.com/>; Ditta Bortolo Nardini, <http://www.nardini.it/>; Beretta, <http://www.beretta.com/>, <http://www.beretta.it/>; Gruppo Falck, <http://www.falck.it/>; Augustea, <http://www.augustea.com/>; Marioboselli, <www.marioboselli.it>; Piacenza Cashmere, <www.piacenza1733.it>; Crespi1797, <http://www.crespi1797.it/>; Lanificio G. B. Conte, <http://www.gbconte-galtes.it/>; Garbellotto, <http://www.garbellotto.it/>.

La “Associazione Imprese Storiche Fiorentine (AISF)”, infatti, è recentemente evoluta in una più ampia compagine, denominata “Unione Imprese Storiche Toscane (UIST)”.

Cfr. Unione Imprese Storiche Toscane, Mission, <http://www.storiaimpresa.it/it/mission.php>.

Cfr. Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Fratelli Alinari, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_alinari.php>; Fratelli Alinari, <http://www.alinari.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Marchesi Antinori, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_antinori.php>; Marchesi Antinori, <http://www.antinori.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_crf.php>; Cassa di Risparmio di Firenze, <http://www.entecarifirenze.it/online/html/asp/index.asp>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Banca Federico Del Vecchio, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_delvecchio.php>; Banca Federico Del Vecchio, <http://www.bancadelvecchio.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Toscana Energia, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_toscanaenergia.php>; Toscana Energia, <http://www.toscanaenergia.eu/>; Fiorentina Gas, <http://www.fiorentinagas.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Fondiaria-Sai, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_fondiaria.php>; Fondiaria-Sai, <http://www.fondiaria-sai.it/cmsfs/start.do?site=fondiariaSai>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Marchesi de’ Frescobaldi, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_frescobaldi.php>; Marchesi de’ Frescobaldi, <http://www.frescobaldi.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Libreria Antiquaria Gonnelli, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_gonnelli.php>; Libreria Antiquaria Gonnelli, <http://www.gonnelli.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Giusto Manetti Battiloro, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_manetti.php>; Giusto Manetti Battiloro, <http://www.manetti.it/>, <http://www.manetti.it/itmanetti.html>, <http://www.manetti.it/cop.html>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, G. Masini & Figli, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_masini.php>; G. Masini & Figli, <http://www.masinicostruzioni.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Hotel Porta Rossa, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_portarossa.php>; Hotel Porta Rossa, <http://www.hotelportarossa.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_officinasmn.php>; Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, <http://www.smnovella.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Barone Ricasoli, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_ricasoli.php>; Barone Ricasoli, <http://www.ricasoli.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Torrini, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_torrini.php>; Torrini, Negozio in Firenze, <http://www.torrinishop.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Vallecchi, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_vallecchi.php>; Vallecchi, <http://www.vallecchi.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_bcc_cambiano.php>; Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, <http://www.bancacambiano.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Firenze, Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, <http://www.storiaimpresa.it/it/fi_marinelli.php>; Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, <http://www.fonderiamarinelli.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Siena, Fiore, <http://www.storiaimpresa.it/it/si_fiore.php>; Fiore, <http://www.panfortefiore.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Siena, Marchesi Mazzei, <http://www.storiaimpresa.it/it/si_fonterutoli.php>; Marchesi Mazzei, <http://www.mazzei.it/sezione1.php?Id=1>; Unione Imprese Storiche Toscane, Siena, Franco Biondi Santi, <http://www.storiaimpresa.it/it/si_biondi.php>; Franco Biondi Santi, <http://www.biondisanti.it/>; Unione Imprese Storiche Toscane, Livorno, Salomone Belforte & C., <http://www.storiaimpresa.it/it/li_belforte.php>; Salomone Belforte & C., <http://www.libreriabelforte.com/>. Rispetto al portale della “Associazione Imprese Storiche Fiorentine (AISF)”, nella home page di quello della nuova compagine mancano i riferimenti ai siti di tre imprese storiche, precedentemente inseriti: cfr. Antico Setificio Fiorentino, <http://www.anticosetificiofiorentino.it/>; Casa Editrice Leo S. Olschki, <http://www.olschki.it/>; Artimino, <http://www.artimino.it/home.htm>.

Cfr. Fratelli Alinari, Archivi Fotografici, <http://www.alinari.it/it/archivi-online.asp>; Alinari Archives, <http://www.alinariarchives.it/login/index.aspx?languageID=IT>. Per un quadro più ampio della fotografia come fonte per la storia d’impresa, cfr. D. Bigazzi, Gli archivi fotografici e la storia dell’industria, in “Archivi e Imprese”, n. 8, 1993.

Infatti: “Nel 2001 si inaugura l’archivio digitale, che continua ad espandersi con un aumento costante ed in progress delle immagini consultabili on line. Oggi ci sono oltre 200.000 immagini ricercabili sul sito business Alinari Archives e più di 100.000 disponibili nella sezione Education” (Fratelli Alinari, Chi siamo, <http://www.alinari.it/it/storia.asp>). Come viene evidenziato, sempre nel sito web: “L’archivio è il cuore della Fratelli Alinari. Qui è custodito il grande patrimonio ritrattistico e documentario sull’arte, la storia, il folklore, il paesaggio, l’industria e la società d’Italia, d’Europa e del resto del mondo, dalla seconda metà dell’800 ad oggi. Il corpus dell’archivio si è continuamente arricchito anche con una contemporanea serie di campagne fotografiche a colori e in bianco e nero. Agli straordinari materiali degli archivi Alinari, Anderson, Brogi, Chauffourier, Fiorentini e Mannelli, si sono aggiunti, in anni più recenti, altri negativi su lastra e su pellicola provenienti dalle collezioni Wulz, Michetti, Nunes Vais, Bombelli, Mollino, Betti-Borra, Zannier, Pozzar, Balocchi, Vannucci-Zauli, Unterveger, Tuminello, Muzzani, Miniati, Trombetta, Panatta e l’archivio Villani di Bologna composto da 600.000 immagini appartenenti ad un arco di tempo dal 1914 al 1980. (…) Le nuove campagne fotografiche vanno ad incrementare l’archivio che ad oggi conserva oltre 2.350.000 acquisizioni di negativi storici, su lastra e pellicola, di vario formato, in bianco e nero e a colori, 400.000 fotocolors, 350.000 altre stampe fotografiche moderne cui si sommano 900.000 vintage prints che portano a un totale di 4.000.000 immagini di proprietà” (Fratelli Alinari, Chi siamo, Museo & Archivi, Gli Archivi Fotografici Alinari, <http://www.alinari.it/it/archivi-fotografici.asp>).

Cfr. Fratelli Alinari, Chi siamo, Museo & Archivi, Museo di Storia della Fotografia, <http://www.alinari.it/it/museo.asp>; Museo Nazionale Alinari della Fotografia, <http://www.alinarifondazione.it/>; Fratelli Alinari, Chi siamo, Museo & Archivi, Museo dell’Immagine, <http://www.alinari.it/it/museo-immagine.asp>.

E precisamente: “Industrie Tessili Alois S.r.l.”, “Fratelli Aprea Di Franco S.n.c.”, “Giovanni Ascione e Figlio S.a.s.”, “Michele Autuori S.r.l.”, “Giuseppe Bottiglieri di Navigazione S.p.A.”, “Uberto Bowinkel”, “Theo Brinkmann e Adriana & C. S.n.c.”, “CO.EL.MO. S.r.l.”, “Cianciullo Marmi S.r.l.”, “M. Cilento & F.llo S.r.l.”, “D’Ambra Vini d’Ischia S.r.l.”, “A. D’Andrea S.a.s.”, “De Luca Industria Grafica e Cartaria S.r.l.”, “Don Alfonso 1890”, “Fabbriche Riunite Torrone di Benevento”, “Hotel Jaccarino”, “E. Marinella S.n.c.”, “Ristorante Europeo Mattozzi”, “Pasticceria Pantaleone”, “Pettisani Service”, “Rizzo-Bottiglieri-De Carlini Armatori S.p.A.”, “Ottica Cav. Sacco”, “Serpone S.r.l.”, “Pastificio F.lli Setaro S.a.s.” (cfr. I Centenari – Associazione Imprese Storiche Familiari Campane, <http://assocentenari.it/home.htm>).

Cfr. Alois è, <http://www.casertaweb.org/public/alois/index.htm>; Fratelli Aprea, <http://www.fratelliaprea.com/>; Ascione, <http://www.ascione.it/>; Michele Autuori, <http://www.autuori.it/>; Giuseppe Bottiglieri di Navigazione S.p.A., <http://www.gbottiglieri.com/>; COELMO, <http://www.coelmo.it/>; Cianciullo Marmi, <http://www.cianciullo.it/>; M. Cilento & F.llo, <http://www.cilento1780.com/>; Casa D’Ambra, Vini d’Ischia, <http://www.dambravini.com/>; D’Andrea Biancheria, <http://www.dandreabiancheria.it/>; De Luca Industria Grafica e Cartaria, <http://www.delucacartaria.it/>; Don Alfonso 1890, <http://www.donalfonso.com/>; Fabbriche Riunite Torrone di Benevento, <http://www.frtb.it/>; Hotel Jaccarino, <http://www.hoteliaccarino.it/>, <http://www.hoteltramontano.it/>; E. Marinella, <http://www.marinellanapoli.it/>; Rizzo-Bottiglieri-De Carlini Armatori S.p.A., <http://www.rbdarmatori.it/>; Ottica Cav. Sacco, <http://www.otticasacco.it/>; Serpone, <http://www.serpone.it/>; Pastificio F.lli Setaro, <http://www.setaro.it/>. Come si può vedere da questi siti (e dal fatto che alcuni manchino), le imprese che fanno capo all’associazione, caratterizzate da una dimensione di tipo familiare, tuttavia, sono di differente importanza e hanno una presenza in rete molto diversificata.

4.5 Le imprese più rilevanti nel web, i loro archivi ed altre esperienze analoghe

            Un approfondimento specifico va compiuto anche per le fonti delle imprese italiane, che più hanno valorizzato la memoria storica e che hanno fatto maggiore uso dei processi di digitalizzazione. Si tratta di alcune tra le esperienze più significative nell’ambito degli archivi italiani del settore, che, non a caso, eccellono anche nell’offerta di contenuti elettronici. A cominciare dal sito web della “Fondazione Ansaldo” , che “mette a disposizione della comunità scientifica internazionale un rilevante complesso documentario costituito da archivi cartacei, fotografici e filmici prodotti in centocinquanta anni di storia industriale da imprese soprattutto liguri” . Il sito, oltre alle aree dedicate alla struttura e all’organizzazione della fondazione (organi, regolamento, statuto, codice deontologico), all’attività e alle informazioni (bacheca, notizie, cronologia, tesi di laurea, ricerche e pubblicazioni, ecc.) , contiene la sezione degli archivi e delle raccolte (archivio, raccolte, fototeca, cineteca, fonti orali), che è sicuramente la più ricca di dati . Infatti, in questa parte del sito, è possibile reperire “i complessi archivistici acquisiti a vario titolo da imprese, enti e persone fisiche diversi” , con l’indicazione dei nomi del fondo, dell’archivio e della serie o della collezione, oltre alla descrizione della serie o della collezione, alla consistenza, alla datazione e al mezzo di corredo disponibile (l’inventario o l’elenco) . In particolare, si fa riferimento alla documentazione distribuita tra: il Fondo Ansaldo e gli Archivi aggregati ; il Fondo Borsa Valori di Genova ; il Fondo Costa ; l’Archivo Dufour ; il Fondo Finmare ; il Fondo Gerolamo Gaslini ; il Fondo Ilva e gli Archivi aggregati ; l’Archivio Francesco Manzitti ; l’Archivio Perrone ; l’Archivio Flavia Steno ; l’Archivio Giovanni Zoncada . Inoltre, è possibile rinvenire notizie sulle raccolte di disegni tecnici e industriali, di manufatti d’epoca e cimeli, di titoli azionari e obbligazionari, del laboratorio fotografico Campostano, di vari registri navali . Infine, questa sezione del sito include le informazioni riguardanti la fototeca, la cineteca e le fonti orali, con una presentazione per ciascuna risorsa e la segnalazione dei relativi fondi e raccolte .
Altro caso di primaria importanza è quello dell’Archivio Storico Elettronico dell’IRI , la cui digitalizzazione è stata realizzata mediante due progetti . Tale iniziativa ha consentito di acquisire la disponibilità in rete di gran parte della documentazione dell’ente, costituita – nel suo complesso, dal momento della sua costituzione, nel 1933, al momento della cessazione delle attività, nel 2002 – da tre grandi banche dati: l’Archivio Generale - Numerazione Rossa, che riunisce le pratiche delle società controllate o partecipate dall’Istituto e dalle sue finanziarie; l’Archivio II - Numerazione Nera, che raccoglie le carte prodotte dai singoli uffici dell’IRI; l’insieme della documentazione dell’Istituto prodotta ai fini della comunicazione esterna (bilanci annuali, programmi quadriennali, annuari, “letteratura grigia” e quant’altro) . A questo proposito, va evidenziato che il sito web della “Fondazione IRI” contiene un link al sito dell’Archivio Storico dell’IRI , che – oltre a presentare una serie dettagliata di informazioni sui progetti realizzati dal gruppo di lavoro del “Centro per la ricerca e lo sviluppo di Metodologie e Applicazioni per gli Archivi Storici (MAAS)” del Consorzio Roma Ricerche e sull’archivio in quanto tale   – è dotato di una maschera di ricerca online , per l’accesso diretto alla documentazione archivistica di cui è stata effettuata la trasposizione digitale. L’Archivio Storico dell’IRI, quindi, costituisce l’esempio più rilevante, nel nostro paese, di una singola fonte, estremamente complessa e articolata, per la quale il processo di superamento della forma tradizionale è stato compiuto, avvalendosi di metodologie raffinate e di una pratica del tutto innovativa di impiego delle risorse elettroniche, non limitata alla semplice inventariazione e descrizione dei fondi, ma volta alla più ampia disponibilità di riproduzioni integrali dei documenti archivistici .
All’interno del portale del gruppo bancario “Intesa Sanpaolo” – che contiene anche il sito web di “Banca Intesa” –, si trova la sezione dedicata all’Archivio Storico unificato, istituito nel 2003, come prodotto dell’aggregazione del vasto patrimonio documentario della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, del Banco Ambrosiano Veneto e della Banca Commerciale Italiana . Oltre alle norme per la consultazione dell’archivio, alle indicazioni di natura logistica e ai contatti con gli archivisti, questa sezione del sito fornisce un insieme articolato di notizie sui patrimoni documentari , sulla genealogia e sul profilo storico delle tre banche, sulla loro tradizione archivistica, su altri aspetti della loro ricca dotazione di risorse storiche ed economiche . L’attenzione, poi, viene rivolta agli inventari e ai cataloghi , mediante un sistema informativo integrato, come “GEA-Banca Intesa”, che permette di esaminare in modo omogeneo i diversi fondi . Tuttavia, per la formazione di questa banca dati è stata mantenuta la suddivisione dei tre differenti patrimoni archivistici degli istituti di credito, adottando una metodologia di riferimento alle norme internazionali ISAD , che prevedono un ordine gerarchico di archiviazione della documentazione, legato alla struttura organizzativa di provenienza . La consultazione è possibile in varie forme: attraverso la visualizzazione della struttura dell’intero Archivio Storico unificato, restringendo, poi, l’indagine ai patrimoni archivistici e ai fondi selezionati ; attraverso l’esplorazione diretta dell’inventario di ciascun fondo ; attraverso l’esecuzione di interrogazioni sull’ambiente di lavoro predisposto (con una ricerca universale o di tipo specifico) . Le schede che si ricavano da questa consultazione online non si limitano al testo dell’inventario (per i faldoni), ma sono particolarmente ricche di dati (identificazione, produttore e oggetti, storia archivistica, accesso, informazioni complementari) e, in numerosi casi, presentano dei collegamenti multimediali alle immagini della fonte originale (documenti o fotografie) e ad altri oggetti. Inoltre, vi sono risorse di notevole entità, immediatamente disponibili in rete, come: i verbali, fino al 1934, dei massimi organi decisionali delle tre banche (Consigli di Amministrazione della Banca Commerciale Italiana, del Banco Ambrosiano e della Banca Cattolica del Veneto, Commissione Centrale di Beneficenza della Cariplo); il cospicuo patrimonio iconografico della Banca Commerciale Italiana; le Carte miscellanee di Raffaele Mattioli, relative al salvataggio della Banca Commerciale Italiana nei primi anni Trenta e al rapporto con l’azionista di maggioranza, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale . La sezione del portale riservata all’Archivio Storico, infine, contiene alcune pagine destinate alle pubblicazioni (guide, inventari, studi e ricerche), alle segnalazioni (atti di convegni e seminari) e alle news .


Cfr. Fondazione Ansaldo, <http://www.fondazioneansaldo.it/>.

Ibidem. In questa pagina iniziale, viene precisato che si tratta di: “Un vasto e crescente patrimonio archivistico per la cui fruizione, oltre ai tradizionali strumenti di sussidio e corredo, si è resa necessaria la realizzazione del presente sito: uno strumento di lavoro, volutamente conciso e pratico, in grado di fornire a studiosi e utenti una visione d’insieme sull’intera consistenza degli archivi acquisiti in gestione e di informare sulle attività e sulle finalità istituzionali”.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Struttura e Organizzazione, <http://fondazioneansaldo.it/struttura%20e%20organizzazione.htm>; Fondazione Ansaldo, Attività e Informazioni, <http://fondazioneansaldo.it/news/catalog.php?catalogid=6>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, <http://fondazioneansaldo.it/archivi%20e%20raccolte.htm>. Come viene indicato nella stessa pagina web di presentazione di questa sezione: “L’Archivio storico Ansaldo (…) svolgeva ormai da tempo un’attività ben più ampia di quella normalmente esercitata da un archivio storico d’impresa ed il riconoscimento della sua natura di archivio economico territoriale lo si è avuto nel febbraio del 2000 con la costituzione della «Fondazione Ansaldo-Archivio Economico delle Imprese Liguri», ente a cui è stato trasferito il patrimonio archivistico sino a quel momento conservato dall’Archivio storico Ansaldo”.

Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Struttura e ordinamento, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio%20struttura%20e%20ordinamento.htm>. Nella stessa parte del sito,  è spiegato che: “Come livello di base di descrizione si è assunto l’archivio. Quando la struttura di un insieme documentario è piuttosto complessa, con archivi molteplici uniti da vincoli da rispettare ed evidenziare, si è fatto ricorso ad un livello, il fondo, gerarchicamente superiore. Nel caso di archivi particolarmente articolati si è fatto ricorso ad un livello che descrive la serie o la collezione, inferiore a quello di base”.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Struttura e ordinamento, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio%20struttura%20e%20ordinamento.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Ansaldo, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20ansaldo.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Ansaldo – Archivi aggregati, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20ansaldo%20archivi%20aggregati.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Borsa Valori di Genova, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20borsa%20valori%20genova.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Costa, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20costa.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Archivio Dufour, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/archivio%20dufour.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Finmare, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20finmare.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Gerolamo Gaslini, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20gerolamo%20gaslini.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Ilva, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20ilva.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fondo Ilva – Archivi aggregati, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/fondo%20ilva%20archivi%20aggregati.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Archivio Francesco Manzitti, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/archivio%20manzitti.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Archivio Perrone, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/archivio%20perrone.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Archivio Flavia Steno, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/archivio%20flavia%20steno.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Archivio Giovanni Zoncada, <http://www.fondazioneansaldo.it/archivio/archivio%20giovanni%20zoncada.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Disegni tecnici e industriali, <http://www.fondazioneansaldo.it/disegni%20tecnici%20industriali.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Manufatti d’epoca e cimeli, <http://www.fondazioneansaldo.it/manufatti%20epoca%20cimeli.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Titoli azionari e obbligazionari, <http://www.fondazioneansaldo.it/titoli%20azionari%20obbligazionari.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Laboratorio fotografico Campostano, <http://www.fondazioneansaldo.it/laboratorio%20fotografico%20campostano.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Registri navali, <http://www.fondazioneansaldo.it/registri%20navali.htm>.

Cfr. Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fototeca, <http://www.fondazioneansaldo.it/fototeca%20presentazione.htm>, <http://www.fondazioneansaldo.it/fototeca%20fondi%20raccolte.htm>, <http://www.fondazioneansaldo.it/videodisco.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Cineteca, <http://www.fondazioneansaldo.it/cineteca%20presentazione.htm>, <http://www.fondazioneansaldo.it/cineteca%20fondi%20raccolte.htm>; Fondazione Ansaldo, Archivi e Raccolte, Fonti orali, <http://www.fondazioneansaldo.it/fonti_orali.htm>, <http://www.fondazioneansaldo.it/fonti_orali_struttura_ordinamento.html>. Come è ricordato nella pagina web dedicata al progetto di videodisco: “Nel 1988 l’Archivio Storico Ansaldo ha avviato un’esperienza «pilota» nel campo della salvaguardia e fruizione del materiale fotografico attraverso la realizzazione di un videodisco nel quale sono state memorizzate circa trentamila immagini fotografiche appartenenti ai fondi Ansaldo, CGE e Perrone, prodotte in un arco di tempo cha va dalla fine del secolo XIX agli anni Sessanta del XX. Si tratta di uno strumento digitale gestionale che consente una buona qualità dell’immagine riprodotta e che permette a tutt’oggi un veloce accesso ad una considerevole mole di informazioni visive” (inoltre, cfr. L. Borzani, La fotografia tra documento e monumento: l’esperienza della fototeca Ansaldo, in “Archivi e Imprese”, n. 1, 1990). Va rilevato, altresì, che la cineteca - di cui alla relativa pagina web - “è oggi una delle prime in Italia per la consistenza della documentazione originale conservata” e che: “La ricerca della cineteca ha privilegiato il cinema industriale prodotto o indotto dalle aziende: un cinema che al di là del suo valore estetico e spettacolare si presenta come utile strumento di conoscenza e di analisi storica, dall’archeologia industriale ai modelli di informazione istituzionale, dai comportamenti sociali alla dinamica della cultura del lavoro. Il fondo cinematografico dell’Ansaldo, che comprende filmati databili dal 1910 sino ai giorni nostri, ha rappresentato il nucleo originario della cineteca. La ricerca si è in seguito indirizzata all’acquisizione di archivi di altre grandi imprese quali l’Italia di Navigazione e l’Ilva-Italsider. Questi tre fondi costituiscono tutt’oggi una fonte storica indispensabile per ricostruire - attraverso la documentazione visiva - il rapporto tra Genova e l’attività della cantieristica navale, della meccanica, della produzione bellica, di quella siderurgica, della navigazione. Altri fondi industriali sono confluiti nella cineteca: quelli di aziende operanti nel campo alimentare come la Sasso del Ponente ligure o la dolciaria Dufour di Genova, come il fondo Donato (acquisito dalla Fondazione Micheletti) di carattere pubblicitario, o ancora come i fondi Costa e Lloyd Triestino relativi a navi da carico, passeggeri e da crociera”. Per ulteriori informazioni sull’archivio nel suo complesso, cfr. A. Lombardo, L’Archivio Storico Ansaldo, in “Archivi e Imprese”, n. 11-12, 1995.

Cfr. N. De Ianni, L’archivio storico IRI su Internet, cit., <http://www.delpt.unina.it/stof/2.htm>, <http://www.delpt.unina.it/stof/2_gennaio_giugno1999/DeIanni2.2.pdf>.

A questo proposito, viene ricordato che: “L’Iri è stato promotore di un programma di lungo respiro finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione del proprio patrimonio archivistico, dichiarato nel febbraio 1993, di «notevole interesse storico» dalla sovrintendenza archivistica del Lazio. Questo programma si è articolato in due distinti progetti. Il primo, avviato nel 1993 e concluso nel 1998, ha riguardato il fondo documentario depositato dall’Istituto all’Archivio centrale dello Stato nel corso degli anni Ottanta. Il progetto prevedeva la schedatura analitica e l’acquisizione digitale dell’intero fondo, nonché la predisposizione degli strumenti informatici e dell’ambiente di fruizione per la ricerca e la consultazione di questo materiale (schede descrittive e immagini digitali delle carte) attraverso Internet. Nel corso del 1999 è stato avviato un secondo progetto, finalizzato a rendere fruibile il cospicuo patrimonio documentario che l’Istituto conservava presso la sua sede storica di via Veneto: quasi 2 km di documentazione, che è stata interamente censita, ordinata e descritta in maniera analitica fino al 1980. È stato in tal modo realizzato un unico sistema informativo, che integra in un insieme organico le diverse sezioni dell’archivio, il vasto patrimonio documentario prodotto direttamente dall’ente e quello raccolto e organizzato dall’Istituto stesso per la gestione del vasto e mutevole complesso di società finanziarie e operative che hanno fatto parte del Gruppo. Sono state trattate complessivamente oltre 18.000 unità tra buste registri e volumi, descritte entro un sistema di banche dati, composto di circa 90.000 schede informative e di 1.130.000 immagini, frutto di una serie di campagne di acquisizione ottica di alcuni nuclei documentari dell’archivio” (ASIRI – Archivio Storico IRI, Il Progetto, <http://213.199.9.13/archivioiri/progetto/fr_descrizione.html>). Per un profilo generale degli archivi dell’IRI, cfr. L’Archivio Storico IRI, in F. Russolillo (a cura di), L’IRI nella storia d’Italia. Problemi e prospettive di ricerca, Roma, Edindustria, 2003.

Allo stato, sono disponibili in formato digitale: tutta la documentazione, conservata in deposito presso l’Archivio Centrale dello Stato (dal 1933 al 1945-‘47); gli atti costitutivi e gli statuti delle società compresi nell’Archivio della Numerazione Rossa; un terzo della documentazione dei bilanci annuali di tali società; serie particolarmente significative dell’Archivio della Numerazione Nera (consigli di amministrazione, comitati, relazioni dell’ispettorato, ecc.); le serie dei bilanci dell’IRI, delle relazioni al Ministero delle Partecipazioni Statali e le annate della rivista “Notizie IRI”. Insieme a questa documentazione in formato digitale, sono disponibili anche strumenti di corredo all’inventariazione (con elenchi topografici e di consistenza). L’opera di digitalizzazione delle fonti è stata effettuata con i due progetti già portati a termine. Tuttavia, sono state programmate nuove attività di riordino, per il completamento del trasferimento di tutti i materiali in Internet, all’interno del sito web della “Fondazione IRI” (cfr. Fondazione IRI, Archivio Storico dell’IRI, <http://www.fondazioneiri.it/inside.asp?id=14&id_tool=1>). In questa pagina del sito web della fondazione, è stata anche indicata la richiamata tripartizione delle banche dati, che amplia la definizione canonica dei “due archivi”, basata sulla distinzione tra la Numerazione Rossa e la Numerazione Nera (cfr. G. Bruno, I “due archivi” IRI, <http://www.maas.ccr.it/Documentazione/xml/File%20introduttivo.xml>).

Cfr. ASIRI – Archivio Storico IRI, <http://213.199.9.13/archivioiri/>.

Nel sito web, si precisa che: “Le carte dell’archivio sono ordinate e conservate secondo un duplice criterio organizzativo, indicato dalla diversa colorazione, che almeno alle origini contraddistingueva la costa dei raccoglitori. Questa distinzione tra «numerazione Rossa» e «numerazione Nera», formalizzata nell’elenco di versamento redatto in occasione dei depositi delle carte più antiche presso l’Archivio Centrale dello Stato, rappresenta il riflesso formale dell’attività dell’Istituto che, sin dal momento della sua nascita, si è esplicata su un doppio binario, determinando anche nella gestione delle carte la costituzione di «due archivi» dell’Istituto per la ricostruzione industriale:
* l’Archivio Generale delle pratiche societarie (numerazione rossa) raccoglie in maniera sistematica le carte ordinate in base all’oggetto della pratica, rappresentato, nel caso specifico, dalle diverse società controllate o partecipate dall’Iri e dalle sue finanziarie. A partire dagli inizi degli anni Cinquanta viene adottato un titolario e un sistema di codificazione numerico, che provvede ad incardinare tutto il complesso delle partecipazioni Iri entro una struttura gerarchica che riflette il modello operativo e gestionale delle società del Gruppo (finanziarie di settore, società operative, partecipazioni).
* l’Archivio II, delle pratiche degli uffici Iri (numerazione nera) include tutta la documentazione prodotta dai singoli uffici in cui la holding è stata strutturata nel corso della sua vita, conserva i cosiddetti documenti ufficiali, libri sociali (cda, cdp, giunta esecutiva, delibere presidenziali e commissariali), la corrispondenza in entrata ed uscita, le scritture obbligatorie (libri mastri, libri giornali, libri degli inventari), i bilanci dell’Istituto. La gestione di questa documentazione era totalmente separata ed era affidata direttamente all’ufficio che la produceva e che provvedeva alle normali operazioni di deposito, ordinamento, scarto.
La descrizione del materiale archivistico è stata realizzata seguendo standard descrittivi generali. Il modello descrittivo prescelto è quello proposto dalle Isad, basato sul principio della multilevel description in cui ogni unità è rappresentata da una descrizione specifica e dalla descrizione delle parti che la compongono collegate gerarchicamente; la struttura informativa è articolata in aree di informazione e in elementi descrittivi generali, validi per tutti i livelli della scala gerarchica. L’attività di inventariazione ha interessato tutta la documentazione fino al 1992, anche se in alcuni casi, nel rispetto della continuità delle serie si è andato oltre. Il 1992 rappresenta l’estremo cronologico conclusivo della documentazione Iri trasferita alla Fondazione: in quell’anno l’Istituto viene trasformato in società per azioni e viene avviata la stagione delle dismissioni, conclusa dieci anni dopo con la definitiva liquidazione dell’Iri. L’archivio del periodo 1992-2002 è stato trasferito alla società Fintecna” (ASIRI – Archivio Storico IRI, L’Archivio, Premessa, <http://213.199.9.13/archivioiri/archivio/fr_descrizione.html>).

Cfr. ASIRI – Archivio Storico IRI, Ricerca on-line, <http://213.199.9.13/archivioiri/bancadati/fr_descrizione.html>, <http://213.199.9.13/asirirossa/Archinauta_NSC.aspx>, <http://213.199.9.13/asirinera/Archinauta_NSC.aspx>. Va rilevato, inoltre, che è ancora disponibile in rete la precedente maschera di ricerca del “progetto ASEI”, attraverso la quale è possibile ottenere la riproduzione dei circa 650.000 documenti fino ad allora digitalizzati (cfr. Centro MAAS, Progetto ASEI, <http://www.maas.ccr.it/maas/asei/asei.html>; Centro MAAS, Progetto ASEI, La ricerca, <http://www.maas.ccr.it/maas/asei/asiri.html#ricerca>).

L’opera di digitalizzazione dei documenti è stata minutamente descritta: “Nell’ambito del progetto di intervento sull’archivio dell’Iri è stato adottato un sistema di inventariazione informatizzata dei fondi in formato XML che consente anche l’acquisizione in formato digitale di tutta la documentazione originale, con un impianto gerarchico di schedatura descrittiva nel rispetto delle norme internazionali Isad ed EAD. Il sistema riproduce esattamente la struttura dei fondi inventariati (…). Il modello adottato è una struttura multilivellare che prevede 4 livelli di schede: fondo-subfondo, serie-sottoserie, unità archivistica e unità documentaria, secondo una sequenza di combinazioni relazionali che riproduce immediatamente il vincolo archivistico dei documenti. La documentazione depositata all’Archivio Centrale dello Stato è stata schedata analiticamente fino alla tipologia di grado inferiore – l’unità documentaria – ed integralmente acquisita in formato digitale. Per la documentazione tuttora conservata presso l’Iri è stata adottata, di norma, una schedatura a livello di unità archivistica, fatte salve alcune tipologie documentarie per le quali si è dimostrata necessaria una schedatura più approfondita. La digitalizzazione ha interessato serie specifiche, quali: i registri prodotti dagli organi deliberanti dell’Istituto, la documentazione del consiglio di amministrazione e del comitato di Presidenza, i piani quadriennali a cura dell’Ufficio Studi, gli indici delle Relazioni dell’Ispettorato. La descrizione a livello di scheda è analitica. Ferme restando le informazioni anagrafiche (titolo, estremi cronologici, composizione, collocazione) presenti in tutte le schede di livello, per la schede fondo e serie sono previste, oltre alle note archivistiche, anche note di carattere storico istituzionali. A livello di unità archivistica è previsto un campo di descrizione del contenuto dei singoli fascicoli. A livello di unità documentaria, un campo descrizione e un campo allegati. Sul patrimonio particolarmente rilevante di immagini digitali acquisite sin dal 1994, ammontanti complessivamente a più di un milione di immagini, si è resa necessaria una procedura informatica di monitoraggio che ne ha verificato la integrità, segnalando eventuali problemi di lettura, ed ha effettuato la conversione dai formati originari (TIFF, Jpeg) di acquisizione delle singole pagine ad un formato (PDF) collegato all’intero documento, più efficiente sia in termini di occupazione di memoria, che di gestione complessiva della procedura di consultazione del documento. Complessivamente sono state elaborate circa 1.200.000 pagine (circa 520.000 per l’Archivio II - Numerazione nera e 600.000 per l’Archivio generale pratiche societarie - Numerazione rossa), poco più di tremila delle quali sono risultate essere non più leggibili, e sono state prodotte circa 29.000 «unità documentali» in formato pdf (oltre 12.200 per la «Nera» e 16.600 per la «Rossa»), con dimensione variabile da 8.536 a 78.260.332 bytes” (ASIRI – Archivio Storico IRI, Ricerca on-line, <http://213.199.9.13/archivioiri/bancadati/fr_descrizione.html>).

Cfr. Intesa Sanpaolo, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/home/ita_index.jsp>.

Cfr. Banca Intesa, <http://www.bancaintesa.it/>.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_archivio_storico.jsp>. In questa stessa pagina, si ricorda che: “La storia del Gruppo Intesa Sanpaolo ha radici molto antiche (1563). Le molteplici realtà che compongono il gruppo hanno sviluppato nei secoli profondi legami e modelli diversi di rapporto con i propri territori. La documentazione sedimentatasi presso le banche preesistenti costituisce un immenso serbatoio di conoscenze per gli studiosi di oggi e di domani, da rendere accessibile e valorizzare. (…) L’Archivio storico rappresenta, in prospettiva, la memoria vivente di Intesa Sanpaolo: uno strumento per conoscere e far conoscere le proprie tradizioni, lo sviluppo delle filiali e gli interventi positivi sul territorio”. Inoltre, come veniva sottolineato nella precedente collocazione della sezione dell’Archivio Storico – trasferita, recentemente, dal sito web di “Banca Intesa” al portale di “Intesa Sanpaolo” –: “A seguito delle fusioni tra Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde (Cariplo), Banco Ambrosiano Veneto (Bav) e Banca Commerciale Italiana (Comit), Banca Intesa ha la responsabilità della gestione dell’archivio bancario privato più importante del nostro Paese. Il patrimonio storico documentario ereditato è infatti una componente essenziale per la storia del sistema bancario italiano dell’Ottocento e del Novecento nella sua articolazione istituzionale. Anche a livello europeo gli archivi di Comit e Cariplo sono considerati tra i più rilevanti per i loro contenuti e per la relativa completezza dei materiali sopravvissuti. In aggiunta, le Carte di Raffaele Mattioli (1895-1973) costituiscono di per sé uno straordinario patrimonio, considerato un’eredità vivente, all’intersezione tra banca e cultura civile. Nel loro insieme, i documenti consentono di ricercare le vicende di migliaia di imprese, ma anche di studiare con ottica comparativa i rapporti tra mondo economico e mondo politico, e di ricostruire il progressivo inserimento dell’economia italiana nell’economia internazionale” (Dagli Archivi di Banca Intesa il Valore della tradizione, in “Banking online”, n. 6, 2005, <http://www.bankingitalia.com/banking/eb/Index.asp?Anno=2005&Numero=6>). Infine, per un quadro generale dell’archivio della Banca Commerciale Italiana, cfr. AA.VV., Banca Commerciale Italiana. Archivio Storico, Milano, BCI, 1988; F. Pino, Notizie sul riordino dell’Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, in “Rivista di Storia Economica”, n. 2, 1989; AA.VV., L’Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, Torino, U. Allemandi & C., 1990; S. Giglietta, La collana inventari dell’Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, in “Rivista di Storia Finanziaria”, n. 7, luglio-dicembre 2001, <http://www.delpt.unina.it/stof/7_luglio_dicembre_2001/paginato67-80.pdf>.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_patrimoni_documentari.jsp>. In questa pagina, si chiarisce che: “Nella realtà di Banca Intesa l’Archivio Storico è oggi il depositario della memoria collettiva di una pluralità di enti, il perno di una molteplicità di valori che derivano dall’eredità storica dei tre gruppi bancari preesistenti. La ricchezza che nasce dalle diversità è uno dei supporti sui quali cresce la nuova identità di Banca Intesa. L’Archivio Storico contiene la documentazione sugli assets confluiti in Banca Intesa (clientela, personale, palazzi, ecc.) e la prova delle passate procedure (normative interne, circolari, manuali operativi); frequenti sono anche le indagini di carattere legale”. Inoltre, viene osservato che: “Cariplo (con il Mediocredito Lombardo), Comit e Banco Ambrosiano Veneto hanno avuto un ruolo storico estremamente importante: le prime due sono state capofila nei rispettivi settori relativi al sistema creditizio italiano, come è noto, rigidamente segmentato e regolato per decenni dopo la formulazione della legge bancaria del 1936: casse di risparmio, istituti di credito speciale, società di credito ordinario. Accanto ad esse, vale la pena di esplorare la dinamica vicenda di una banca privata di medie dimensioni come il Banco Ambrosiano Veneto, che si è fatto promotore di un processo di aggregazione su scala nazionale. Nell’esperienza Cariplo e Comit si rintracceranno longevità, solida cultura aziendale e forte senso di appartenenza da parte di generazioni susseguitesi con fedeltà di servizio; sistemi organizzativi che si possono leggere anche come microcosmi socio-politici; capacità diversamente coniugate di delineare sviluppi del mercato del credito, nelle politiche economiche e del lavoro e non ultimi, ruoli guida anche nella vita culturale del paese. Nella cultura del Banco Ambrosiano Veneto, invece, riscontriamo maggiore snellezza, attenzione alla redditività e una più spiccata predisposizione all’innovazione nei servizi e prodotti unita alla tenacia nel rinsaldare i legami con i territori di insediamento. Siamo quindi in presenza di un patrimonio irrinunciabile per il mondo della ricerca, che senza dubbio resterà essenziale negli anni a venire per gli studi di storia economica, politica, sociale e culturale del XIX e del XX secolo”.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, Cariplo, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/cariplo/ita_cariplo.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, Cariplo, Profilo Storico, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/cariplo/ita_cariplo_profilo_storico.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, Cariplo, Tradizione archivistica, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/cariplo/ita_cariplo_trad_archivi.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, Cariplo, Beneficenza e risparmio, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/cariplo/ita_cariplo_Obiettivi_app.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, BAV, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/bav/ita_bav.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, BAV, Profilo Storico, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/bav/ita_bav_profilo_storico.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, BAV, Tradizione archivistica, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/bav/ita_bav_tradiz_archivi.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, BAV, I verbali ritrovati, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/bav/ita_bav_obiettivi_app.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, COMIT, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/comit/ita_comit.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, COMIT, Profilo Storico, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/comit/ita_comit_profilo_storico.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, COMIT, Tradizione archivistica, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/comit/ita_comit_trad_archivi.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, COMIT, Antonello Gerbi, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/comit/ita_comit_gerbi.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Patrimoni documentari, COMIT, Massimiliano Majnoni, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/comit/ita_comit_majnoni.jsp>.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Inventari e cataloghi, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_inventari_cataloghi.jsp>.

Cfr. Banca Intesa, Archivio Storico, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/index.htm>. Come è stato evidenziato: “Con l’informatizzazione dell’intero ciclo di lavoro le conoscenze che crescono intorno e dentro all’Archivio Storico vengono concentrate, travasate e condivise nel sistema informativo, a favore anche di quanti in futuro continueranno questa preziosa attività. (…) La Banca Commerciale Italiana aveva già sviluppato nel 1998 per l’Archivio Storico un sistema informativo integrato per gestire tutte le attività svolte correntemente dall’Archivio Storico e salvare i dati preesistenti. Saranno quindi ricercabili simultaneamente: gli inventari dei fondi aperti al pubblico, le schede relative ai fondi speciali (materiale bibliografico, fotografico e audiovisivo), il registro di carico, le liste di trasferimento dei pacchi e la previsione delle acquisizioni, i dati del servizio di consultazione (completamente automatizzato e con produzione di statistiche), dati biografici, cronologie societarie e risposte a importanti quesiti storici affrontati di volta in volta” (Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Inventari e cataloghi, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_inventari_cataloghi.jsp>). A questo proposito, vanno anche segnalati i seguenti lavori: A. Gottarelli, G. Montanari, F. Pino, Gli studi d’uso dell’Archivio Storico Comit: ricerca storica e servizio di consultazione in un’epoca di accelerata transizione, in G. Tatò (a cura di), Le Carte preziose. Gli archivi delle banche nella realtà nazionale e locale: le fonti, la ricerca, la gestione e le nuove tecnologie, Trieste, Associazione Nazionale Archivistica Italiana - Sezione Friuli-Venezia Giulia, 1999; G. Montanari, F. Pino, Un sistema informativo integrato per gli archivi storici: le funzionalità di GEA IntesaBci per l’utente Internet e per l’archivista, in “Archivi & Computer”, n. 2, 2001; F. Pino, Co-operation while preserving historical specificity: the experience of IntesaBci, in AA.VV., Archive Year. Series of Workshops dedicated to Financial Institutions’ Archives, vol. I, “Central Corporate Archives during and after mergers”, Francoforte, EABH, 2004; G. Montanari, An integrated information system: the Computer Application of the IntesaBci Historical Archives, in AA.VV., Archive Year. Series of Workshops dedicated to Financial Institutions’ Archives, vol. II, “Archives and IT Solutions”, Francoforte, EABH, 2004; A. Gottarelli, Le fonti Comit per la storia d’impresa, in AA.VV., Le carte operose. Gli archivi delle imprese nella realtà nazionale e locale: le fonti, la ricerca, la gestione e le nuove tecnologie, Trieste, ANAI - Sezione Friuli-Venezia Giulia, 2004; G. Montanari, L’unificazione gestionale degli archivi storici di BancaIntesa, in AA.VV., Riforme in corsa. Archivi pubblici e archivi d’impresa tra trasformazioni, privatizzazioni e fusioni, Bari, Edipuglia, 2006.

Per questa regolamentazione – oltre alle indicazioni contenute in La traduzione italiana delle ISAD (G), traduzione italiana di International Council on Archives - ICA, ISAD(G): General International Standard Archival Description, in “Rassegna degli Archivi di Stato”, LV, n. 2-3, 1995, pp. 392-413; cfr. <http://www.mclink.it/personal/MD1431/sito/isaargrp/isad(g)e.html>, <http://www.ica.org/en/node/30000>, <http://www.anai.org/attivita/N_isad/Isad%20-%20traduzione%20vitali.pdf> –, si può far riferimento anche al collegamento dedicato specificamente alle norme ISAD, all’interno del sito web del sistema archivistico nazionale (cfr. Archivi - Sistema Informativo degli Archivi di Stato, <http://www.archivi.beniculturali.it/Patrimonio/patrdoc-sias.html>).

Infatti, i documenti sono descritti sulla base di una struttura gerarchica, che si articola in fondi, serie, sottoserie, faldoni (o registri), fascicoli, sottofascicoli e pezzi, con una dettagliata guida a livello di fondi e serie (cfr. Banca Intesa, Archivio Storico, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/index.htm>).

Cfr. Banca Intesa, Archivio Storico, Seleziona fondi, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQSELECT >.

Cfr. Banca Intesa, Archivio Storico, Esplora fondi, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQEXPLORE&LEV=1>.

Cfr. Banca Intesa, Archivio Storico, Ricerca universale, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQSEARCHFORM>; Banca Intesa, Archivio Storico, Ricerca specifica, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQSEARCHFORMSPEC>.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Documenti on-line, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_documenti_online.jsp>; Banca Intesa, Archivio Storico, <http://gea.bancaintesa.it/archivio/index.htm>.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Pubblicazioni, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_pubblicazioni.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Pubblicazioni, Guide, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_pubbl_guide.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Pubblicazioni, Inventari, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_pubbl_inventari.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Pubblicazioni, Studi e ricerche, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_pubbl_studi.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, Segnalazioni, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_segnalazioni.jsp>; Intesa Sanpaolo, Archivio Storico, News dall’Archivio, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/archivio_storico/ita_news.jsp>.

            Un esempio di un’esperienza, che al sito aziendale ha affiancato quello della fondazione corrispondente, dell’archivio e del museo d’impresa, è quello della “Piaggio” . In primo luogo, dal portale , si passa al sito vero e proprio del gruppo, con alcune pagine dedicate alla storia aziendale dalle origini a oggi . Sempre all’interno del sito web della società, si trovano le informazioni relative al museo e all’Archivio Storico “Antonella Bechi Piaggio” (per quest’ultimo, in particolare, sono indicati i recapiti e le modalità di accesso alla documentazione) . Un altro sito, inoltre, è specificamente riservato al “Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli” , con una storia dell’azienda , una descrizione del museo e una presentazione della collezione di veicoli, motori e parti meccaniche , un collegamento agli eventi culturali promossi dall’ente . Vi è, poi, la sezione dedicata alla “Fondazione Piaggio” , che offre una breve illustrazione della sua origine e delle sue finalità , ma che contiene anche notizie dettagliate sull’Archivio Storico, costituito da tredici fondi, per un totale di oltre 150.000 documenti e 3.700 record , nonché un richiamo alle pubblicazioni, con particolare riferimento ai “Quaderni” della fondazione . Infine, va segnalato il sito ufficiale della “Vespa”, che presenta una storia dello scooter, una raccolta delle principali campagne pubblicitarie e un catalogo di estremo interesse, realizzato per il sessantesimo anniversario di questo motoveicolo .
Un’altra impresa, che pure è stata oggetto di una relazione nel corso del convegno di Spoleto , le “Officine Nazionali di Savigliano” di Torino, pur avendo una storia significativa nel comparto ferroviario, ma anche in altri settori , e un archivio esteso, non ha grandi riferimenti in rete – se non di carattere indiretto –, in attesa della trasposizione digitale del patrimonio documentario dell’azienda. Altra valutazione deve essere effettuata per i siti Internet delle aziende municipalizzate (o di pubblica utilità), che sono di diversa consistenza e molto differenziati tra loro nei principali settori di competenza (elettricità, gas, acque, trasporti, igiene urbana, latte): si tratta di una varietà di esperienze, caratterizzate dalla presenza di indicazioni di tipo generale sulla storia e sull’evoluzione aziendale, quasi sempre di valore meramente informativo .
Il sito web della “Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica F. Datini” , di cui si è anche discusso durante il convegno sulla storia d’impresa di Spoleto, in riferimento all’archivio del mercante di Prato , contiene notevoli risorse per gli studiosi ed è estremamente curato. In particolare, le immagini digitalizzate della banca dati iconografica, il catalogo della biblioteca e i volumi in linea, gli indici delle riviste e il notiziario rappresentano fonti telematiche di grande importanza e utilità . Il cuore della fondazione, “la più importante istituzione internazionale operante nel campo della storia economica dell’età preindustriale” , è costituito dall’area dedicata a Francesco di Marco Datini e al relativo archivio , anche se collocato e implementato altrove. Infatti, il “Progetto Datini”, l’ambiziosa iniziativa volta alla digitalizzazione del carteggio (1364-1411) e alla realizzazione di un database comprensivo anche dei libri contabili aziendali (1363-1416) , è stato sviluppato dall’istituzione presso la quale si trova tutta la documentazione, l’Archivio di Stato di Prato. Il relativo sito Internet, oltre a presentare una descrizione dei fondi archivistici conservati , comprende una storia del progetto, una serie dettagliata di notizie sulla costituzione dell’archivio numerico di dati e immagini e sulla creazione della banca dati testuale informatizzata delle lettere edite , ma, soprattutto, contiene il collegamento alla pagina dedicata alla consultazione online del corpus lemmatizzato del carteggio Datini, in una versione ancora di carattere sperimentale .
Un archivio di analoga importanza, dal punto di vista delle fonti digitalizzate, è il “Mediceo avanti il Principato”, che rappresenta una delle più qualificate iniziative dell’Archivio di Stato di Firenze – ideata e curata da Francesca Klein – e che “comprende la documentazione dell’archivio della famiglia Medici per un arco cronologico che va dal XIV alla metà del XVI secolo, cioè per il periodo precedente l’investitura di Cosimo dei Medici a Duca di Firenze (anno 1537)” . La riproduzione integrale in digitale di questi fondi documentari, effettuata con una risoluzione che ne consente una straordinaria leggibilità, ha come scopo precipuo quello di mettere l’archivio “a disposizione di utenti diffusi in una platea mondiale” per “facilitare lo sviluppo degli studi storici e, nel contempo, sottrarre alla consultazione diretta gli originali preziosissimi” . Oltre all’elevata qualità di lettura dei documenti, riguardanti anche l’attività economica, commerciale e finanziaria dei Medici, va sottolineata la notevole duttilità degli strumenti di ricerca e delle riproduzioni digitali, che possono essere ingrandite, spostate e ruotate, consentendo una visione delle scritture addirittura migliore di quella degli originali . A questo fondo, inoltre, si collega il codice denominato “Acquisti e Doni”, contenente ventotto lettere indirizzate a Cosimo il Vecchio da vari mittenti, disponibili in formato digitale sempre presso l’Archivio di Stato di Firenze .
Vi sono, poi, altri casi significativi di fonti elettroniche, dalle caratteristiche simili, per consistenza e qualità, a quelle delle esperienze aziendali trattate nel corso del convegno di Spoleto sugli archivi d’impresa. Innanzitutto, l’Archivio Storico della Fondazione Dalmine, costituito da cinque sezioni (documenti, fotografie, disegni architettonici, audiovisivi e biblioteca storica), raccoglie il “patrimonio documentale prodotto o ricevuto dall’azienda e dalle sue controllate e collegate a partire dal 1906, anno di costituzione della Società, che testimonia la storia dell’impresa, la sua evoluzione tecnologica ed organizzativa, le sue interazioni con il territorio e la comunità” . Il sito web della fondazione , oltre ad un’originale sezione iconografica, denominata “faccia a faccia” , e a quella dedicata alle sue molteplici attività , contiene l’area dedicata all’Archivio Storico e alla sua inventariazione informatizzata, che “riguarda attualmente le Sezioni Documenti e Fotografie e prevede, accanto alla descrizione analitica della documentazione, il suo riordino complessivo, là dove possibile, secondo l’originario ordinamento delle carte” . La consultazione in rete delle sezioni e delle serie di documentazione, inventariate fino a questo momento, avviene attraverso due modalità: una ricerca per indici e una ricerca libera , che permettono di ottenere schede analitiche molto accurate delle singole unità archivistiche. Inoltre, va menzionata una prima disponibilità online – attraverso una galleria d’immagini commentate sulla fabbrica e sulla company town – del patrimonio fotografico aziendale, formato da circa 15.000 immagini, che vanno dagli anni venti agli anni ottanta del Novecento . Anche il tour virtuale, che è possibile effettuare partendo dalla home page del sito della fondazione, è utile e interessante .


Cfr. Piaggio&C. s.p.a., <http://www.piaggiogroup.com/home_page.htm>.

Cfr. Piaggio - Gateway, <http://www.piaggio.com/>. Il portale contiene anche i collegamenti con i siti web delle altre aziende del gruppo “Piaggio”, che forniscono diverse notizie sulla loro storia (cfr. Moto Guzzi, La Storia di Moto Guzzi, <http://www.motoguzzi.it/it_IT/il_mondo_mg/il_sogno_italiano/il_sogno_italiano.aspx>, <http://www.motoguzzi.it/it_IT/il_mondo_mg/le_tappe_fondamentali/tappe_fondamentali.aspx>; Moto Guzzi, Museo, <http://www.motoguzzi.it/it_IT/il_mondo_mg/museo/default.aspx>; Moto Guzzi, Personaggi, <http://www.motoguzzi.it/it_IT/il_mondo_mg/personaggi/default.aspx>; Aprilia, La storia di Aprilia, <http://www.aprilia.com/company04.asp>; Aprilia, Museo, <http://www.aprilia.com/apriliamuseo_ita.asp>; Gilera, Gilera World, Storia, <http://www.it.gilera.com/it_IT/gilera_world/storia/storia.aspx>; Gilera, Gilera World, Moto Storiche, <http://www.it.gilera.com/it_IT/gilera_world/moto_storiche/moto_storiche.aspx>; Nacional Motor S.A.U., Derbi, <http://www.derbi.com/>).

Cfr. Piaggio&C. s.p.a., Company, Storia, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/1882_1923/index.htm>, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/1924_1945/index.htm>, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/1946_1972/index.htm>, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/1973_1998/index.htm>, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/1999_2003/index.htm>, <http://www.piaggiogroup.com/company/storia/2004_oggi/index.htm>.

Cfr. Piaggio&C. s.p.a., Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli, <http://www.piaggiogroup.com/museo_piaggio/museo_piaggio.htm>; Piaggio&C. s.p.a., Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli, Archivio Storico, <http://www.piaggiogroup.com/museo_piaggio/archivio_storico/archivio_storico.htm>.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, <http://www.museopiaggio.it/>.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Museo, La storia della Piaggio, <http://www.museopiaggio.it/storiapiaggio.html>.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Museo, <http://www.museopiaggio.it/museo.html>; Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Collezione, <http://www.museopiaggio.it/collezione.html>; Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Collezione, Collezione Vespa, <http://www.museopiaggio.it/collezionevespa/collezionevespa.html>; Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Collezione, Collezione Gilera, <http://www.museopiaggio.it/collezionegilera/collezionegilera.html>; Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Collezione, Collezione Piaggio, <http://www.museopiaggio.it/collezionepiaggio/collezionepiaggio.html>. Nella prima delle pagine web dedicate alla collezione, si sottolinea che: “Il Museo Piaggio è nato per conservare e porre in risalto il valore di una straordinaria memoria storica e si pone l’obiettivo di raccontare la storia dell’azienda, e mediante essa lo sviluppo dell’industria, dell’economia e della società italiane, con l’esposizione dei prodotti più famosi e rappresentativi. Oggetti straordinari che, come un filo rosso, conducono attraverso tutti i comparti della mobilità. I pezzi espositivi che costituiscono l’esposizione permanente del Museo riguardano i prodotti dei marchi Piaggio, Vespa e Gilera. La Collezione comprende oltre cento modelli tra veicoli, motori e parti meccaniche. Tra essi vi sono esemplari rarissimi sia perché prodotti in numerazione unica per occasioni speciali, come i modelli Gilera o Vespa per i record di velocità o perché pur essendo modelli di serie hanno acquisito particolari irripetibili come la Vespa autografata da Salvador Dalì. In queste pagine è possibile visitare una selezione limitata di alcuni tra i modelli più prestigiosi del Museo”.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Eventi, <http://www.museopiaggio.it/eventi.html>.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Fondazione Piaggio, <http://www.museopiaggio.it/fondazione.html>.

Come è stato rilevato: “Nel 1994, all’interno di un progetto che prevedeva la ricostruzione della storia della Piaggio e la valorizzazione della memoria storica dell’azienda e con essa della società civile, nasceva la Fondazione Piaggio fermamente voluta dal giovane Presidente Giovanni Alberto Agnelli, da Enrico Rossi – Sindaco di Pontedera – e da Gino Nunes – Presidente della Provincia di Pisa – che condividevano con lui il progetto. Piaggio, Comune di Pontedera e Provincia di Pisa sono i tre soci della Fondazione. La Fondazione nasce per accrescere il valore del rapporto impresa-cultura, impresa-territorio e si pone un programma annuale che dalla nascita ad oggi la colloca quale significativo punto di riferimento nel dibattito locale e nazionale su tematiche attuali, (…) come la ricerca sull’innovazione tecnologica, la ricostruzione delle relazioni industriali dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, le più complesse e specifiche problematiche sull’integrazione europea (…)” (Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Fondazione Piaggio, <http://www.museopiaggio.it/fondazione.html>).

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Fondazione Piaggio, Archivio Storico, <http://www.museopiaggio.it/archivio.html>; Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Fondazione Piaggio, Archivio Storico, Fondi Archivistici, <http://www.museopiaggio.it/fondiarchivistici.html>. In quest’ultima pagina web, è stato osservato che: “Il primo progetto della Piaggio finalizzato al recupero della memoria storica materiale dell’azienda prende avvio nel 1993 con l’Archivio Storico Piaggio. In questi dieci anni sono stati ordinati, all’interno di tredici fondi archivistici, circa 150.000 documenti, provenienti soprattutto da uffici degli stabilimenti di Pontedera e Genova”. Si tratta di una raccolta di circa 4.000 filze, in cui sono conservate e ordinate le testimonianze dell’attività aziendale in tutti in suoi aspetti. L’archivio, infatti, custodisce la documentazione cartacea dell’azienda, relativa a vari settori: commerciale, contabile, finanziario e produttivo. Inoltre, è disponibile una raccolta di bozzetti, disegni, fotografie, filmati e campagne pubblicitarie, perlomeno dagli anni trenta del Novecento in poi. Per un prospetto complessivo dell’archivio e del museo, cfr. T. Fanfani, Una leggenda verso il futuro. I centodieci anni di storia della Piaggio, Pisa, Piaggio Veicoli Europei, 1994; T. Fanfani, Le imprese e il “valore immateriale” della cultura. Museo ed archivio storico in un caso aziendale, in Alla scoperta delle carte. Gli archivi d’impresa in Italia, Atti della Conferenza, vol. I, Pontedera, Fondazione Piaggio, 2003; T. Fanfani, I Musei d’impresa in Italia, in Il Museo Piaggio, Milano, Touring Club Italia, 2003; T. Fanfani, La Vespa al Museo, in “Millenovecento”, n. 1, 2003; T. Fanfani, Un museo per sognare - Collezioni Piaggio Vespa Gilera, Pisa, Pacini Editore, 2005.

Cfr. Museo Piaggio – Giovanni Alberto Agnelli, Fondazione Piaggio, Pubblicazioni, <http://www.museopiaggio.it/editoria.html>.

Cfr. Vespa Official Web Site, AmoVespa, Vespa Story, <http://www.it.vespa.com/it_IT/amo_vespa/vespa_story/default.aspx>; Vespa Official Web Site, AmoVespa, Vespa Story, Vespa Adv, <http://www.it.vespa.com/it_IT/amo_vespa/vespa_story/vespa_story_adv.aspx>; Vespa Official Web Site, AmoVespa, 60 anni Vespa, <http://www.it.vespa.com/it_IT/amo_vespa/60_anni_vespa/default.aspx>.

Si fa riferimento al Convegno di Studi su “Archivi d’impresa: stato dell’arte e controversie”, promosso dalla Società Italiana degli Storici dell’Economia (SISE) in collaborazione con l’Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano” (ICSIM), svoltosi l’11 novembre 2006 presso il Chiostro di San Nicolò di Spoleto.

Nell’atto costitutivo del 1880, si precisava che la società “Officine Nazionali di Savigliano” aveva come oggetto la “costruzione e la riparazione di materiale ferroviario, ponti metallici, tettoie, costruzioni meccaniche, elettriche ed aeronautiche nonché la lavorazione dei legnami in genere” (Torino 1938/45 – La città delle fabbriche. Società Nazionale Officine Savigliano, <http://www.istoreto.it/museo_lab/to38-45_industria/schede/officine_savigliano.htm>).

Ad esempio, oltre al sito web indicato nella nota precedente, si può richiamare il documento intitolato “Rapports du jury international de l’exposition universelle de 1900”, nella parte destinata ai mezzi di trasporto, che mostra le principali caratteristiche e i grafici di alcune vetture ferroviarie costruite dalla società torinese (cfr. Le Conservatoire numérique des Arts & Métiers, Exposition universelle internationale de 1900 à Paris. Rapports du jury international, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/3/100/598/0564/0568>, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/80/100/598/0564/0568>, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/81/100/598/0564/0568>, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/82/100/598/0564/0568>, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/124/100/598/0564/0568>, <http://cnum.cnam.fr/CGI/fpage.cgi?8XAE570.3/125/100/598/0564/0568>).

A questo proposito, è opportuno richiamare solo alcuni dei siti in questione, a titolo esemplificativo e senza distinzioni di settore, facendo diretto riferimento alle pagine web dedicate alla storia delle singole esperienze aziendali:  A2A, <http://www.aem.it/A2AGruppo/it/Il_Gruppo/Storia_di_A2A/index.html>; AEM, <http://www.aem.it/A2AGruppo/it/Il_Gruppo/Storia_di_A2A/Storia_di_Aem/index.html>; ASM, <http://www.aem.it/A2AGruppo/it/Il_Gruppo/Storia_di_A2A/Storia_di_Asm/index.html>; ACEA, <http://www.aceaspa.it/pagine/ACEA_70.asp>; AEM Cremona, <http://www.aemcremona.it/index.aspx?m=53&did=36>; AEM Torino, <http://www.gruppo-iride.it/storia_aem.asp>; Toscanagas, <http://www.toscanagas.it/pag_chisiamo/storia.asp?menu=chisiamo>; Fiorentinagas, <http://www.fiorentinagas.it/default.asp?s=52&o=125>; AMGA, <http://www.gruppo-iride.it/storia_amga.asp>; Gruppo Hera, <http://www.gruppohera.it/bologna/?sub=3&id=2>; Napoletanagas, <http://www.napoletanagas.it/Storia.htm>; Acquedotto Pugliese, <http://www.aqp.it/portal/page?_pageid=33,187523&_dad=portal&_schema=PORTAL>; ARIN, <http://www.arin.na.it/index.php?id_page=27>; AMAP, <http://www.amap.it/storia1.asp>; SMAT, <http://www.smatorino.it/area_istituzionale?id=3>; ATM Milano, <http://www.atm-mi.it/ATM/Azienda/La+storia/>; AMT Verona, <http://www.amt.it/azienda/storia.htm>; AMT Genova, <http://www.amt.genova.it/amt/storia.asp>; ATC Bologna, <http://www.atc.bo.it/CMS_Software/XMLEngine.asp?md=0&p=0159449088&l=IT>; ATAF Firenze, <http://www.ataf.net/Template/Contenuto.aspx?LN=it-IT&idC=116>; ATAC Roma, <http://www.atac.roma.it/index.asp?p=2&i=726&o=3&a=1&ci=57&tpg=2>; ANM Napoli, <http://www.anm.it/default.php?ids=4&>; CTP Napoli, <http://www.ctpn.it/pagina.asp?ID=1>; ACTV Venezia, <http://www.actv.it/azienda.php?pagina=storia>; CTM Cagliari, <http://www.ctmcagliari.it/storia_ieri.php>; Ama Roma, <http://www.amaroma.it/presentazione.htm>; Gruppo Hera, <http://www.gruppohera.it/bologna/?sub=3&id=3>; Centrale del Latte di Milano, <http://www.centralelattemilano.it/fr_stampa.htm>; Mukki – Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno, <http://www.mukki.it/mukki/m?id_sezione=2&id_categoria=36>; Centrale del Latte di Brescia, <http://www.centralelatte-brescia.it/or4/or?uid=CELATesy.main.index&oid=348>; Centrale del Latte di Salerno, <http://www.centralelatte.sa.it/articolo.asp?IDArticolo=2>.

Cfr. Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, <http://www.istitutodatini.it/>.

Cfr. Archivio di Stato di Prato, Progetto Datini, <http://www.archiviodistato.prato.it/datini/>.

Cfr. Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Banca-Dati Immagini, <http://www.istitutodatini.it/biblio/images/it/presenta.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Banca-Dati Immagini, Maschera di Ricerca, <http://www.istitutodatini.it/biblio/images/it/datini/>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Catalogo, <http://catalogo.po-net.prato.it/dat/campi.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, E-Book, <http://www.istitutodatini.it/ebook/home.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Pubblicazioni, <http://www.istitutodatini.it/collane/home.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Biblioteca, Volumi in Linea, <http://www.istitutodatini.it/biblio/htm/volumi.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Indici delle Riviste, <http://www.istitutodatini.it/biblio/riviste/home.htm>; Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Notiziario, <http://www.istitutodatini.it/notiz/home.htm>.

Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Chi siamo,  <http://www.istitutodatini.it/gener/home.htm>. In questa stessa pagina, si ricorda che l’Istituto “è stato fondato nel 1967 su iniziativa di Federigo Melis, immediatamente raccolta da Fernand Braudel, e da un importante gruppo di studiosi, che andarono a costituire il primo Comitato Scientifico” e si nota che: “La sua principale finalità è quella di agevolare una dimensione internazionale della cultura storica, favorendo il confronto fra diverse metodologie di ricerca, e sostenendo la formazione di giovani studiosi”.

Cfr. Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Schede, Francesco di Marco Datini, <http://www.istitutodatini.it/schede/datini/home.htm>.

Come è indicato nel sito web dell’Archivio di Stato di Prato: “Il Progetto Datini si è proposto due obiettivi: la creazione di un archivio di dati e immagini attraverso la digitalizzazione di tutto il carteggio conservato nell’archivio di Francesco di Marco Datini (circa 150.000 lettere) e la creazione di un database che contiene tutti i dati descrittivi relativi all’intero archivio Datini (carteggio e libri contabili); la creazione di una banca dati testuale contenente le circa 3.000 lettere edite conservate nell’archivio Datini” (Archivio di Stato di Prato, Progetto Datini, <http://www.archiviodistato.prato.it/datini/>).

Cfr. Archivio di Stato di Prato, Fondi archivistici conservati, Archivi di famiglie o persone, Datini, <http://www.archiviodistato.prato.it/fondi/famig/home.htm#datini>.

Cfr. Archivio di Stato di Prato, Progetto Datini, Archivio numerico di dati e immagini, <http://www.archiviodistato.prato.it/datini/p1/home.htm>; Archivio di Stato di Prato, Progetto Datini, Banca dati testuale informatizzata delle lettere edite, <http://www.archiviodistato.prato.it/datini/p2/home.htm>.

Cfr. Archivio di Stato di Prato, Archivio Datini, Corpus lemmatizzato del carteggio Datini, <http://aspweb.ovi.cnr.it/(qnji4vryxrxeym55g2tzdw45)/CatForm01.aspx>.

Archivio di Stato di Fienze, Progetto Mediceo avanti il Principato, <http://www.archiviodistato.firenze.it/rMap/index.html>. Nella stessa pagina, si precisa che l’archivio contiene, tra l’altro, buste di carteggio privato e documentazione proveniente dal Banco dei Medici e che: “Il progetto Mediceo avanti il Principato dell’Archivio di Stato di Firenze ha dato luogo alla costituzione di una banca dati di immagini (a colori) dell’intero fondo, che consta di 165 unità archivistiche, convenzionalmente definite tutte come Filze composte di lettere, fascicoli o interi registri definiti come Documenti (composti quindi in alcuni casi di più carte)”.

Archivio di Stato di Fienze, Mediceo avanti il Principato, <http://www.archiviodistato.firenze.it/nuovosito/index.php?id=71>.

Cfr. Archivio di Stato di Fienze, Mediceo avanti il Principato, Ricerca su Inventario, <http://www.archiviodistato.firenze.it/rMap/VisRicInv.html>; Archivio di Stato di Fienze, Mediceo avanti il Principato, Ricerca su Filza, <http://www.archiviodistato.firenze.it/rMap/VisRicFil.html>.

Cfr. Archivio di Stato di Fienze, Acquisti e Doni, <http://www.archiviodistato.firenze.it/Aed/index.htm>.

Fondazione Dalmine, Archivio Storico, <http://www.fondazione.dalmine.it/archivio/archivio.asp>.

Cfr. Fondazione Dalmine, <http://www.fondazione.dalmine.it/>.

Cfr. Fondazione Dalmine, Album Virtuale, <http://www.fondazione.dalmine.it/album_virtuale/idex.html>. In questa sezione interattiva del sito, sono confluite circa 300 immagini provenienti dall’Archivio Fotografico della Fondazione Dalmine, che consentono, anche attraverso la partecipazione dei visitatori, di ricostruire un secolo di storie aziendali.

Cfr. Fondazione Dalmine, Attività, <http://www.fondazione.dalmine.it/attivita/attivita.asp>. Come è scritto in questa pagina del sito: “La Fondazione Damine promuove attività di studio, ricerca, formazione e divulgazione nelle aree tematiche della business history e cultura d’impresa, della storia della tecnologia e dell’organizzazione, della storia sociale, dell’archeologia industriale. Tutte le aree di attività prendono avvio dall’obiettivo di valorizzare, in una prospettiva non solo storica, nuclei di patrimonio documentario conservato presso l’Archivio storico della Fondazione, attraverso progetti di relazione o partnership con altri enti di ricerca, conservazione, formazione”. Questa sezione del sito presenta le pubblicazioni e, in particolare, i “Quaderni della Fondazione Damine”, la collana di studi monografici sui temi legati alla storia e alla cultura industriale. Inoltre, fornisce un quadro dei corsi, degli stages e del tutoring per le tesi di laurea, svolti dalla fondazione, che riguardano, in genere, argomenti legati a vario titolo alla storia e allo sviluppo dell’impresa e, in particolare, per i seminari: gli archivi e l’archivistica d’impresa, la valorizzazione del patrimonio storico dell’impresa, le fonti per la storia contemporanea dell’industria e dell’impresa, la fotografia come fonte documentale per la storia dell’industria.

Fondazione Dalmine, Archivio Storico, <http://www.fondazione.dalmine.it/archivio/archivio.asp>.

Cfr. Fondazione Dalmine, Archivio Storico, Ricerca on line, <http://www.fondazione.dalmine.it/archivio/RicercaOnLine.asp>.

Cfr. Fondazione Dalmine, Archivio Storico, Archivio Fotografico, Galleria Immagini, <http://www.fondazione.dalmine.it/archivio/ArchivioFotograficoFrame.asp>.

Cfr. Fondazione Dalmine, Archivio Storico, Archivio Fotografico, <http://www.fondazione.dalmine.it/archivio/foto.asp>.

Cfr. Fondazione Dalmine, Virtual Tour, <http://www.fondazione.dalmine.it/panlink/pagconten.html>.

            Il portale dell’azienda “Eni” contiene alcune risorse di notevole valore, come una breve ed efficace storia dell’azienda petrolifera e del suo marchio , o l’area dedicata a Enrico Mattei , che fornisce il calendario degli eventi, le informazioni e gli approfondimenti legati al centenario della sua nascita , una biografia, una cronologia e una bibliografia . Tuttavia la parte più rilevante del sito è quella – ampliata di recente – riservata all’Archivio Storico, che costituisce una fonte insostituibile per lo studio della storia economica nazionale (e internazionale) dell’ultimo secolo , dove si può trovare la sezione dei documenti, con alcune riproduzioni di originali cartacei e una suddivisione per fondi specifici , oltre a una ricostruzione grafica della struttura dei fondi documentali . In quest’area, vi sono anche le pagine dell’Archivio Storico Fotografico, con una rassegna iconografica articolata per serie , e quelle dell’Archivio Audiovisivo, con l’indicazione dei filmati e dei materiali sonori dell’azienda . All’interno del portale, inoltre, si possono reperire alcune informazioni sull’inaugurazione dell’Archivio Storico e una presentazione dal titolo “L’Archivio storico. Fonti per lo studio della storia energetica italiana” , nonché una “Web TV”, ricca di materiali di considerevole interesse sull’Eni, sulla sua vicenda storica e sulla sua documentazione . Infine, insieme ad altri collegamenti relativi a vari argomenti (pillole di storia, strumenti, l’archivio racconta, ecc.) , è disponibile una sezione destinata alla comunicazione d’impresa .
Il sito web di “Italgas” presenta, a sua volta, una storia del gas a Torino e in Italia , con un’accurata esposizione della produzione del gas, a partire dai primordi di questa industria . La sezione riservata all’Archivio Storico è limitata ad una prima illustrazione della documentazione e delle iniziative volte a conservare la memoria della società , anche se riporta notizie sulla biblioteca storica, sui precursori del gas e sulla mostra permanente degli oggetti del gas .
Il portale di un’azienda come “Enel”, in molte parti ancora circoscritto, è caratterizzato dalla presenza di una storia dell’industria dell’energia elettrica essenziale, ma ben articolata e inserita in un quadro generale di riferimento . La parte dedicata all’Archivio Storico “Giuseppe Cenzato” è molto concentrata e si limita ad una descrizione delle relative fonti archivistiche . Tuttavia, il sito web “Enelikon” , che rappresenta “una piattaforma attraverso la quale accedere, in modo semplice e diretto, a fonti informative e documentali eterogenee, conservate in formato digitale” , contiene una crescente varietà di contenuti di elevata qualità . Infatti, questo sito presenta una sezione fotografica, con oltre 15.000 immagini, che sono il frutto dell’aggregazione di altri archivi di foto (i Fondi Parisio e Larderello) alla banca dati iconografica dell’Enel; una sezione riservata agli archivi storici, che accoglie le riproduzioni digitali dei documenti, a partire dai primi progetti idroelettrici meridionali; una sezione per gli audiovisivi, che comprende i filmati storici prodotti dai principali gruppi elettrici italiani e quelli attuali, sia di tipo informativo che formativo . Gli archivi storici raccolgono “materiale documentario di oltre 1.200 società elettriche operanti prima della nazionalizzazione e quello dell’Enel a partire dal 1963, suddiviso in un archivio della Direzione Generale e in otto archivi territoriali, ora accessibili attraverso un unico sistema di inventariazione e presentazione” . Tra questi, l’Archivio Storico di Napoli “Giuseppe Cenzato” - che comprende la documentazione relativa alla Società Meridionale di Elettricità (SME) - è collegato in linea, con l’inventario, una maschera di ricerca avanzata e le raccolte documentarie . L’Archivio Fotografico è suddiviso in tre comparti, l’Archivio Enel (con i materiali riguardanti gli impianti, i fotografi, i percorsi tematici, le nuove acquisizioni), il Fondo Giulio Parisio e il Fondo Larderello : tutti dotati di opzioni di ricerca delle immagini digitalizzate. L’Archivio Audiovisivo, a sua volta, contiene l’Archivio Enel (con i documentari, i filmati istituzionali, i film d’animazione) e altri fondi storici (il Fondo gruppo Edison, il Fondo SME, il Fondo SADE) . In una versione del sito “Enelikon”, inoltre, sono presenti una galleria fotografica, un cineclub e un magazine . All’interno del portale “Enel”, poi, vi sono altre risorse significative, come: la videoteca; la collana editoriale “Cultura e industria” – interamente scaricabile –; alcune riviste elettroniche, a cominciare da “Emporion”, il quindicinale online di geoeconomia; la visita virtuale alle centrali e l’itinerario dei paesaggi elettrici . Infine, va segnalato il sito dedicato al “Progetto geotermia”, che presenta una serie di interessanti risorse multimediali sulla storia di questa fonte di energia pulita, il cui centro nevralgico di sfruttamento è nella zona boracifera di Larderello, in Toscana .
Il sito web di “Telecom” è ricco di informazioni e riproduzioni di reperti della storia aziendale , costituiti, innanzitutto, da una cronologia meticolosa , da una collezione di fotografie , da una galleria di immagini storiche (i marchi, le attività, le centraliniste, operai e tecnici, la pubblicità, l’editoria, le centrali, le reti) , da alcuni video “di culto” . Tuttavia, l’area più significativa è quella dell’Archivio Storico, che contiene una descrizione delle fonti documentarie, di quelle iconografiche, della biblioteca e dell’emeroteca, degli audiovisivi e dei beni museali . In quest’area, inoltre, vi sono alcune pagine di brevi resoconti storici legati all’evoluzione aziendale . Una più completa illustrazione dell’Archivio Storico di Telecom Italia e della sua documentazione si può trovare nel sito Internet destinato proprio ad esso , con la spiegazione di come si è formato, un’ampia bibliografia e la suddivisione del suo patrimonio culturale in quattro sezioni . La sezione dedicata all’archivio documentario è la più dettagliata: si articola, infatti, nelle parti riservate rispettivamente al “Gruppo elettrico Sip”, al “Gruppo telefonico Stet-Sip” e agli archivi aggregati . Va segnalato, infine, che una storia particolareggiata dell’industria delle telecomunicazioni, dalla fine dell’Ottocento a oggi, è contenuta nell’area del sito intitolata “L’Italia al telefono. Società, imprese, tecnologie” .
Al contrario, l’area storico-archivistica del sito web di “Pirelli”, pur partecipe del progetto “Archivi & Futuro” insieme a Telecom e Olivetti, è molto meno sviluppata delle altre dal punto di vista delle fonti elettroniche, limitandosi a presentare una succinta storia del gruppo e del settore più caratteristico, quello della produzione di pneumatici, oltre a brevi notizie sull’evoluzione della pubblicità e ad un archivio fotografico . Informazioni e immagini più ragguardevoli dell’Archivio Storico di Pirelli si possono reperire all’interno del portale del museo virtuale delle storie per immagini, il “WorldWideMetaMuseum” .
L’Associazione Archivio Storico Olivetti, che persegue “l’obiettivo dell’ordinamento del grande patrimonio di documentazione ad esso affidato ma anche l’obiettivo della sua valorizzazione sia a livello nazionale che internazionale, promuovendo a tal fine mostre, studi, pubblicazioni, convegni e incontri, collezionando una serie di importanti iniziative” , ha un sito web connotato dall’impegno per il potenziamento della memoria storica dell’azienda . La parte più sviluppata del sito è, per l’appunto, quella dedicata all’archivio, “strutturato in diverse sezioni, che comprendono libri, fotografie, riviste, manifesti pubblicitari, e molto altro materiale” . I principali settori (la biblioteca, l’emeroteca, la cinevideoteca, la fototeca, l’audioteca, l’eidoteca, l’archivio della famiglia, l’archivio della società e i fondi delle personalità) sono descritti con dovizia di dati , ma è soprattutto l’archivio della Olivetti ad essere minutamente considerato, con l’elencazione dei fondi e la loro presentazione . Anche il sito Internet della “Fondazione Adriano Olivetti” contribuisce, attraverso la diffusione delle sue attività, alla valorizzazione complessiva di un’esperienza economica e culturale del tutto originale .


Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_1_archivio_storico&channelId=-1073755885&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_1_archivio_storico&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, La Storia di Eni e del Marchio, <http://www.eni.it/eni/realProgram.do?layout=la_compagnia&programName=lc_2_le_tappe&mnselected=lc_1_la_storia_dell_eni_e_del_marchio&channelId=-1073754605&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_1_la_storia_dell_eni_e_del_marchio&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, La Storia di Eni e del Marchio, Storia del Marchio, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_2_storia_del_marchio&channelId=-1073754613&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_2_storia_del_marchio&lang=it>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, La Storia di Eni e del Marchio, Enrico Mattei, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_2_enrico_mattei&channelId=-1073754608&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_2_enrico_mattei&lang=it>. Alla fine di questa pagina, è anche possibile collegarsi ad un video dal titolo “Enrico Mattei, la storia”.

Cfr. Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, <http://www.eni.it/cultura-energia/index.htm>.

Cfr. Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, Biografia, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/enrico_mattei_biogr_ita.htm>; Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, L’Eni di Mattei, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/enrico_mattei_cronolog_ita.htm>; Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, Bibliografia, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/enrico_mattei_bibliograf_ita.htm>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_1_archivio_storico&channelId=-1073755885&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_1_archivio_storico&lang=it&sessionId=13747568>. Come è sottolineato in questa pagina web: “La storia di Eni e delle sue società è una lunga storia, parte integrante dello sviluppo del Paese. È con questa consapevolezza che Eni raccoglie, seleziona e conserva materiali diversi che raccontano il passato. Documenti, immagini, film, reperti e oggetti consentono di percorrere a ritroso la storia dell’energia dall’inizio del secolo scorso fino a oggi: gli anni dell’autarchia, il secondo dopoguerra, il boom economico, la crisi energetica, la realizzazione delle grandi infrastrutture per il trasporto dell’energia”.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2xOIx|0?xoidcmWopk&catId=-1610634559&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Eni Corporale, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_fondo_eni_corporate&channelId=-1610634666&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_fondo_eni_corporate&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Exploration & Production, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_fondo_ep&channelId=-1610634667&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_fondo_ep&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Gas & Power, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_fondo_gp&channelId=-1610634668&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_fondo_gp&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Refining & Marketing, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_fondo_rm&channelId=-1610634669&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_fondo_rm&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Archivi aggregati, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_archivi_aggregati&channelId=-1610634664&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_archivi_aggregati&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Fondo Archivi personali, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_archivi_personali&channelId=-1610634665&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_archivi_personali&lang=it>. Nella prima di queste pagine web, si nota che: “La documentazione conservata nella sede dell’Archivio storico a Pomezia è il risultato di un lungo lavoro di ricerca e selezione avviato negli anni Novanta. Eni si è impegnata a mettere in sicurezza le carte delle società confluite negli anni nella Corporate e a procedere ad un lavoro di riordino della documentazione nel suo complesso. E’ stato necessario esaminare tutte le sedi, i depositi, gli impianti dismessi per acquisire il patrimonio storico esistente, selezionarlo, tracciarne la mappa e raccoglierlo in un unico luogo di conservazione. E’ stato così possibile conservare non solo le carte strettamente legate alla storia dell’Ente Nazionale Idrocarburi, ma anche quelle relative a società nate ad inizio secolo e legate alla ricerca, alla produzione o alla commercializzazione di prodotti petroliferi, così come di quelle di altri settori risanati da Eni quando la società faceva parte del sistema delle Partecipazioni Statali. Per questo motivo l’Archivio storico Eni rappresenta un punto di riferimento per chi intenda capire dall’interno le origini e lo sviluppo dell’industria petrolifera italiana e comprendere l’organizzazione, il funzionamento e le specificità di una società che, al momento della sua costituzione nel 1953, aveva assunto le forme di ente di Stato. Le carte confluite nell’Archivio storico di Pomezia vengono descritte in maniera analitica (al livello di fascicolo), con un apposito software, custodite in contenitori a norma e in scaffalature compatte, in un ambiente in cui vengono costantemente monitorate temperatura ed umidità. A scadenze periodiche l’Archivio di deposito versa all’Archivio storico i documenti non più d’uso corrente determinando – con una media annuale di 100 metri lineari – l’incremento del patrimonio storico aziendale. Sono liberamente consultabili da studiosi e ricercatori tutti i documenti che abbiano superato almeno trent’anni dal momento della loro redazione”.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaDocumenti, Struttura dei fondi documentali dell’Archivio storico Eni SpA, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2smDU|0?xoidcmWopk&catId=-1610634559&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_2_fotografie&channelId=-1610634670&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_2_fotografie&lang=it>. In questa pagina del sito web, si sottolinea che: “L’Archivio storico fotografico di Eni conserva 50mila fotografie a stampa in bianco e nero e a colori, 200mila pellicole invertibili (diapositive), 30mila negativi, tutti di vari formati e tipologie per un arco temporale che copre l’intero secolo scorso. Si tratta di un patrimonio fotografico di alto valore storico e artistico, sia per i contenuti rappresentati che per gli autori e gli studi fotografici coinvolti (…). La ricchezza del fondo fotografico consente di ripercorrere la storia di Eni e di molte delle sue società attraverso un patrimonio le cui informazioni sono immediatamente accessibili e ricche di significati. Come per altre tipologie documentarie, prima tra tutte il cinema, la fotografia consente di ottenere notizie che vanno oltre l’immediatezza dell’immagine. (…) La schedatura del materiale dell’archivio fotografico è effettuata con il software comune a tutte le tipologie documentarie dell’Archivio storico e con un’apposita scheda fotografica costruita secondo gli standard descrittivi internazionali in materia. Le informazioni contenute nella scheda consentono, in fase di consultazione, di reperire un gran numero di informazioni relative all’immagine, gli eventuali collegamenti con l’archivio documentale e cinematografico, di vedere in anteprima le immagini principali della serie, precedentemente scansionate. L’Archivio storico fotografico è stato costituito nel febbraio del 2005 dopo aver predisposto e realizzato presso il sito di Pomezia, condizioni ottimali di conservazione specifiche per ogni tipo di materiale depositato”. Inoltre, cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Archivio Foto e Storia, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2xmCe|0?xoidcmWopk&catId=-1610634437&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Serie Agip, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_serie_agip&channelId=-1610634671&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_serie_agip&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Serie Anic, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_serie_anic&channelId=-1610634672&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_serie_anic&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Serie Eni, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_serie_eni&channelId=-1610634673&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_serie_eni&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Serie Enrico Mattei, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_serie_enrico_mattei&channelId=-1610634674&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_serie_enrico_mattei&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra StoriaFotografie, Serie Snam, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_serie_snam&channelId=-1610634675&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_serie_snam&lang=it>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Audiovisivi, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_2_audiovisivi&channelId=-1610634660&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_2_audiovisivi&lang=it>. In questa pagina del sito web, si rileva che: “L’Archivio audiovisivo comprende tutta la documentazione cinematografica e video-audiomagnetica, su diversi supporti, prodotta da Eni e dalle società confluite nella Corporate. Il materiale, molto articolato per contenuti e tipologia, offre una panoramica dello sviluppo della Compagnia a 360 gradi. Nei documentari, realizzati fin dai primi anni Cinquanta, si raccontano la scelta del metano, la costruzione della rete dei metanodotti, il lavoro dei tecnici e, poco dopo, la presenza all’estero, la ricerca petrolifera in aree geografiche complesse, la convivenza e la collaborazione con etnie diverse. Tutta la storia di Eni è raccontata in maniera analitica nelle pellicole disponibili – «firmate» da registi famosi o da altri direttori meno affermati – in cui si manifesta la capacità di raccontare in modo originale il mondo dell’energia. Oltre a questo materiale, di sicuro il più rilevante in termini quantitativi, è conservata, in ordine sparso, molta altra documentazione audiovisiva: spot pubblicitari ideati per lanciare sul mercato la benzina Supercortemaggiore (…), le registrazioni sonore di discorsi di Enrico Mattei, i cinegiornali degli anni Cinquanta fino alle registrazioni delle più recenti Assemblee degli azionisti”. Inoltre, cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Audiovisivi, Film, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_film&channelId=-1610634661&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_film&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Audiovisivi, FilmArchivio dei Film, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2xl5h|0?xoidcmWopk&catId=-1610634572&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Audiovisivi, Materiali sonori, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_3_materiali_sonori&channelId=-1610634662&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_3_materiali_sonori&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Audiovisivi, Materiali sonori, Archivio audio, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2wfE|0?xoidcmWopk&catId=-1610634573&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>.

Cfr. Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, La Memoria, Inaugurazione archivio storico, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/memoria/programma_archivio_ita.htm>; Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, La Memoria, L’Archivio storico. Fonti per lo studio della storia energetica italiana, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/memoria/inaugur_arch_stor_ita.htm>. In quest’ultima pagina, si evidenzia che: “L’archivio ospita, nella sua sede di Pomezia (Roma), circa 45.000 faldoni di documentazione oltre a materiale di diversa tipologia: fotografie, audiovisivi, disegni tecnici, oggettistica. Il patrimonio documentario conservato è databile a partire dai primi anni del Novecento, anni in cui si è formato il primo nucleo dell’industria petrolifera italiana. Tra le carte ordinate e descritte si trovano, oltre a quelle prodotte dall’Ente nazionale idrocarburi (ora Eni SpA), a partire dalla sua costituzione nel 1953, quelle delle prime società che operarono nel settore italiano del petrolio e del gas, già dai primi anni del secolo scorso, quali l’Agip, l’Azienda italiana petroli Albania (Aipa), la Società petrolifera italiana (Spi), la Società nazionale metanodotti (Snam), società tutte confluite nell’Eni SpA, per citare solo alcuni degli esempi più significativi”.

Cfr. Centenario Enrico Mattei, Il futuro è di chi lo sa immaginare, Archivio Web TV, La Memoria, <http://www.eni.it/cultura-energia/ita/video/web_tv_archivio_memoria.htm>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Pillole di storia, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2y5r|0?xoidcmWopk&catId=-1073755865&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, Strumenti, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2y5r|0?xoidcmWopk&catId=-1073755865&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>; Eni S.p.A., La Compagnia, La Nostra Storia, L’archivio racconta, <http://www.eni.it/eni/internal.do?RID=@2y8Hd|0?xoidcmWopk&catId=-1073755865&cntTypeId=1004&portalId=0&lang=it>.

Cfr. Eni S.p.A., La Compagnia, Comunicazione d’Impresa, <http://www.eni.it/eni/internal.do?layout=la_compagnia&mnselected=lc_1_comunicazione&channelId=-1073756271&menu=false&mncommand=openById&mnparam=lc_1_comunicazione&lang=it>.

Cfr. Italgas, La società, Chi siamo, Storia del gas a Torino, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/storia/default.htm>; Italgas, La società, Chi siamo, La storia del gas in Italia, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/storia/cartina.htm>.

Cfr. Italgas, La società, Chi siamo, La produzione del gas, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/storia/produzione.htm>. In questa pagina del sito, si nota che: “L’Archivio Storico Italgas raccoglie gli atti ufficiali e legali, i documenti amministrativi, organizzativi, operativi e tecnici della Società Italiana per il Gas e di molte altre Società che nel tempo hanno gravitato nel Gruppo Italgas, a partire dalla metà del XIX secolo, fino al 1967, anno in cui l’Italgas, attraverso la SNAM, entrò nel sistema delle Partecipazioni Statali”.

Cfr. Italgas, La società, Chi siamo, Archivio storico, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/archivio+storico/default.htm>.

Cfr. Italgas, La società, Chi siamo, Archivio storico, La biblioteca storica, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/archivio+storico/bibliotecastorica.htm>; Italgas, La società, Chi siamo, Archivio storico, I precursori, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/archivio+storico/precursori.htm>; Italgas, La società, Chi siamo, Archivio storico, Gli oggetti del gas, <http://www.italgas.it/home_italgas/la+societa/chi+siamo/archivio+storico/t_oggettigas.htm>.

Cfr. Enel S.p.A., Azienda, Chi siamo, Storia, <http://www.enel.it/azienda/chi_siamo/storia/>, <http://www.enel.it/azienda/chi_siamo/storia/62_92/>, <http://www.enel.it/azienda/chi_siamo/storia/93_02/>, <http://www.enel.it/azienda/chi_siamo/storia/02_06/>.

Cfr. Enel S.p.A., Attività, Novità ed eventi, Archivio, Scienziati-Artisti, Cenzato, <http://www.enel.it/attivita/novita_eventi/archivio/scienziati_artisti/cenzato/>. In questa pagina del sito web, si sottolinea che: “Nell’Archivio Storico dell’Enel di Napoli è confluito in larga parte l’archivio della Società Meridionale di Elettricità (SME). La società napoletana, direttamente o attraverso una serie di filiali e aziende controllate, ha gestito quasi interamente la produzione, la distribuzione e la commercializzazione dell’energia elettrica in tutto il Mezzogiorno continentale. L’intera vicenda industriale di questa impresa, nei suoi rapporti con le società collegate, con i finanziatori, con gli utenti e con le altre aziende elettriche italiane, è documentata dai carteggi di questo archivio”.

Cfr. Enelikon, <http://www.enelikon.it/ikproc/index.html>.

Enelikon, Il progetto, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/myenelikon/progetto.jsp>. In questa pagina, si chiarisce ulteriormente che sul sito Enelikon: “è raccolta e messa a disposizione dei navigatori della Rete - specialisti e addetti ai lavori, storici, ricercatori, studenti o semplici appassionati di fotografia - una selezione di materiali e di fondi tratta dagli archivi storici, fotografici e audiovisivi di Enel. Il sito costituisce in tal modo un’importante «vetrina» su realizzazioni e progetti che raccontano la storia dell’industria elettrica italiana e, con essa, l’attività quotidiana e molteplice di persone e strutture protagoniste nel processo di industrializzazione del nostro paese”.

Come è stato indicato in una prima versione del sito: “Il programma di lavoro prevede la costruzione (…) di un più vasto «magazzino di contenuti» aperto a contributi sia interni che esterni, e la creazione di nuovi canali tematici dedicati ai «new media», come i prodotti multimediali. L’obiettivo di questi progetti non è solo una crescita quantitativa dei contenuti; la sfida principale è nella capacità di offrire risorse e strumenti di gestione attiva dei grandi patrimoni documentari prodotti e conservati dall’azienda” (cfr. Enelikon, I contenuti, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/myenelikon/contenuti.jsp>).

In queste tre sezioni, dunque, è conservata e resa disponibile “una parte importante del patrimonio documentale e iconografico dell’azienda” (Enelikon, I contenuti, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/myenelikon/contenuti.jsp>).

Enelikon, Archivi Storici Enel, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/storico/home_storico.jsp>. Gli archivi territoriali sono: l’Archivio Storico di Torino “Giancarlo Vallari”, l’Archivio Storico di Milano “Giuseppe Colombo”, l’Archivio Storico di Venezia “Nicolò Papadopoli Aldobrandini”, l’Archivio Storico di Roma “Orso Maria Corbino”, l’Archivio Storico di Napoli “Giuseppe Cenzato”, l’Archivio Storico di Cagliari “Angelo Omodeo”, l’Archivio Storico di Palermo “Emirico Vismara” e l’Archivio Storico di Firenze “Piero Ginori Conti”.

Cfr. Enelikon, Archivi Storici Enel, Archivio Storico di Napoli, Inventario online, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/HierBrowserServlet?docToggle=1&docStart=1&theArch=xw/asenaXML>; Enelikon, Archivi Storici Enel, Archivio Storico di Napoli, Ricerca avanzata, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/storico/home_storico.jsp?theArch=xw/asenaXML>; Enelikon, Archivi Storici Enel, Archivio Storico di Napoli, Raccolte documentarie, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/RicercaPercorsiStoricoNapoliServlet?theArch=xw/asenaXML>.

Cfr. Enelikon, Archivio Fotografico,  <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/fotografico/home_fotografico.jsp>; Enelikon, Archivio Fotografico, Archivio Corrente, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/fotografico/archivio_corrente.jsp>; Enelikon, Archivio Fotografico, Fondi Storici, Fondo Parisio, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/RicercaFondiStoriciParisioServlet>; Enelikon, Archivio Fotografico, Fondi Storici, Fondo Larderello, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/RicercaFondiStoriciLarderelloServlet>.

Cfr. Enelikon, Archivio Audiovisivo, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet//audiovisivo/home_audiovisivo.jsp>; Enelikon, Archivio Audiovisivo, Archivio Corrente, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/AudiovisivoServlet>; Enelikon, Archivio Audiovisivo, Fondi Storici, <http://enelikon.enel.it/Enelikon-Internet/AudiovisivoServlet?storico=true>.

Cfr. Enelikon, Galleria fotografica, <http://enelikon.net/ikon/h3.dll/aikon_galleria_int/fgalleria?tab_left.x=1;modulo.x=galleria;group.x=galleria>; Enelikon, Cineclub, <http://enelikon.net/ikon/h3.dll/aikon_cineclub_int/fcineclub?tab_left.x=1;modulo.x=cineclub;group.x=cineclub;dati>; Enelikon, Magazine, <http://enelikon.net/ikon/h3.dll/aikon_magazine_int/fmagazine?group.x=news>. Va sottolineato che queste ultime pagine fanno parte di un’altra versione del sito, che si può ancora trovare all’indirizzo <http://enelikon.net/ikon/h3.dll/aikon_magazine_int/findex>.

Cfr. Enel S.p.A., Attività, Education, Videoteca, <http://www.enel.it/attivita/education/videoteca/>; Enel S.p.A., Biblioenel, Cultura e Industria, <http://www.enel.it/biblioenel/culturaindustria/culturaindustria.asp>; Enel S.p.A., EnelMagazine, Emporion - Quindicinale online di geoeconomia, <http://magazine.enel.it/emporion/>; Enel S.p.A., Visita alle Centrali, <http://www.enel.it/VisitaCentralihtml/>; Enel S.p.A., Paesaggi Elettrici, <http://www.enel.it/PaesaggiElettriciHtml/default.htm>.

Cfr. Enel S.p.A., Geotermia. Cento anni di energia pulita, <http://www.enel.it/progettoGeotermia/>.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?channelPage=/ep/TIgruppo/TIhistory.jsp&channelId=-8670&tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT>. In questa pagina del sito, si osserva che: “Nato dalla fusione degli archivi della Sip e della Stet, l’Archivio storico Telecom Italia è fra i maggiori archivi d’impresa in Italia e in Europa; esso custodisce il patrimonio documentario delle aziende che sono state una parte importante della storia economica e industriale del nostro Paese”. All’interno del sito, poi, è possibile “trovare informazioni utili per conoscere meglio la storia delle numerose aziende che hanno dato vita alla nostra impresa. Si tratta di un lungo cammino, iniziato nell’Ottocento, che attraversa tutto il XX secolo e arriva fino ai nostri giorni. Ripercorrere questa strada significa anche fare luce sull’evoluzione di un settore strategico dell’industria italiana, quello delle telecomunicazioni, che ha trasformato la vita degli italiani”.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Cronologia, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?channelPage=/ep/channel/default.jsp&channelId=-9751&tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT>.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Cult photos, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?channelPage=/ep/channel/default.jsp&channelId=-12494&tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT>.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, I marchi, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?channelPage=/ep/channel/default.jsp&channelId=-9444&tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Le attività, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=11150&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Le centraliniste, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=9455&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Operai e tecnici, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=11151&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, La pubblicità, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=9458&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Editoria, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=11154&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Le centrali, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=9457&programPage=/ep/program/editorial.jsp>; Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Fotogallery, Le reti, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9444&programId=11153&programPage=/ep/program/editorial.jsp>.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, Cult movies, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?channelPage=/ep/channel/default.jsp&channelId=-9753&tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT>.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, L’Archivio storico, Descrizione, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/programView.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9443&programId=10936&programPage=/ep/program/editorial.jsp>. Nella pagina dedicata alla descrizione dell’archivio si precisa che: “Inaugurato a Torino nel 1998, l’Archivio storico Telecom Italia (…) è una straordinaria miniera per lo studio delle due maggiori tecnologie di rete del nostro Paese: l’elettrica e la telefonica. (…) La consistenza quantitativa delle sezioni che formano l’Archivio dà chiaramente la dimensione della sua rilevanza. L’archivio documentario, costituito attualmente da 24 fondi schedati, include 18.000 unità archivistiche, per circa 1.200 metri lineari, più altri fondi in fase di schedatura, per circa 230 metri lineari. Le carte più antiche risalgono alla fine dell’Ottocento, le più recenti alla fondazione di Telecom Italia. L’archivio iconografico contiene circa 64.000 immagini. La parte inventariata, suddivisa in 26 fondi, raccoglie circa 20.000 immagini tra stampe fotografiche, negativi e diapositive provenienti in larga misura dalle riviste aziendali «Cronache dal Gruppo» (Stet) e «Selezionando» (Stipel e Sip). La biblioteca comprende circa 3000 volumi, che vertono soprattutto sulla storia delle telecomunicazioni italiane e straniere. L’emeroteca conserva 38 testate di riviste aziendali di società collegate alla storia della Sip, della Stet e di Telecom Italia, e circa 450 testate del fondo ASCAI (Associazione per lo sviluppo delle comunicazioni aziendali in Italia ). La sezione audiovisivi possiede filmati e video aziendali su supporti vari (pellicola, Betacam, VHS e altro), che riguardano materiale per la formazione del personale, la comunicazione d’impresa e la pubblicità di prodotti e servizi. I documenti più antichi risalgono al periodo precedente la seconda guerra mondiale, i più recenti arrivano ai giorni nostri. I beni museali consistono in oltre 1800 oggetti, schedati e inseriti in una banca dati consultabile dagli utenti sotto forma di documentazione fotografica. Si tratta di apparecchi e attrezzature di telecomunicazioni, che vanno dalle centrali ai selettori, dai contatori alle cassette duplex, dai relè ai tavoli di prova, dai telefoni ad uso pubblico e privato agli attrezzi di lavoro e altro”.

Cfr. Telecom Italia, Il Gruppo, Storia, L’Archivio racconta, <http://www.telecomitalia.it/cgi-bin/tiportale/TIPortale/ep/browse.do?tabId=1&pageTypeId=-8661&LANG=IT&channelId=-9752&channelPage=/ep/channel/default.jsp>.

Cfr. Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/index.html>. Come è indicato nella prima pagina del sito: “I documenti iconografici e testuali riprodotti in questo sito provengono in larga parte dal patrimonio documentario custodito presso l’Archivio storico Telecom Italia, nella cui emeroteca e biblioteca sono conservate buona parte delle fonti che hanno ispirato i contenuti di quest’opera”.

Cfr. Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, L’archivio documentario, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/archivio_documentario.html>; Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, L’archivio iconografico, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/archivio_iconografico.html>; Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, La biblioteca e l’emeroteca, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/biblioteca.html>; Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, I beni museali, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/beni_museali.html>.

Cfr. Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, L’archivio documentario, Gruppo elettrico Sip, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/gruppo_sip/index.html>; Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, L’archivio documentario, Gruppo telefonico Stet-Sip, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/gruppo_stet_sip/index.html>; Telecom Italia, L’Italia al telefono, Archivio storico Telecom Italia, Il patrimonio culturale, L’archivio documentario, Gli archivi aggregati, <http://italiaaltelefono.alice.it/archivio/patrimonio_culturale/archivi_aggregati/index.html>.

Cfr. Telecom Italia, L’Italia al telefono, L’Italia al telefono. Società, imprese, tecnologie, <http://italiaaltelefono.alice.it/cover.html>.

Cfr. Pirelli, Gruppo, Storia, <http://www.it.pirelli.com/web/group/history/default.page>; Pirelli, Società, Pirelli Tyre in breve, Storia, <http://www.pirelli.it/web/company/about-pirelli-tyre/history/default.page>; Pirelli, Media, Comunicazione, Pubblicità, <http://www.it.pirelli.com/web/media/communication/advertising/default.page>; Pirelli, Media, Archivio Fotografico, <http://www.it.pirelli.com/web/media/photogallery/default.page>.

Cfr. WWMM - WorldWideMetaMuseum, Musei, Archivio Storico delle Industrie Pirelli, Presentazione, <http://www.wwmm.org/musei/museo.asp?project=0&museo_id=57&content=&test=>; WWMM - WorldWideMetaMuseum, Musei, Archivio Storico delle Industrie Pirelli, Storie, <http://www.wwmm.org/musei/museo.asp?project=0&museo_id=57&content=2&test=>; WWMM - WorldWideMetaMuseum, Musei, Archivio Storico delle Industrie Pirelli, Immagini, <http://www.wwmm.org/musei/museo.asp?project=0&museo_id=57&content=3&test=>.

Associazione Archivio Storico Olivetti, Chi siamo, <http://www.arcoliv.org/chi_siamo.html>.

Cfr. Associazione Archivio Storico Olivetti, <http://www.arcoliv.org/>.

Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, <http://www.arcoliv.org/archivio/archivio.html>.

Cfr. Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Biblioteca, <http://www.arcoliv.org/archivio/biblio.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, L’Emeroteca, <http://www.arcoliv.org/archivio/emeroteca.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Cinevideoteca, <http://www.arcoliv.org/archivio/cinevideo.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Fototeca, <http://www.arcoliv.org/archivio/fototeca.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, L’Audioteca, <http://www.arcoliv.org/archivio/audioteca.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, L’Eidoteca, <http://www.arcoliv.org/archivio/eidoteca.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Famiglia Olivetti, <http://www.arcoliv.org/archivio/famiglia.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Società Olivetti, <http://www.arcoliv.org/archivio/societa.html>; Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, Le Personalità, <http://www.arcoliv.org/archivio/personalita.html>. Di queste descrizioni, le più significative riguardano la cinevideoteca e la fototeca. Come è stato indicato in quest’area del sito: “L’importanza della Cinevideoteca è data dalle numerose sezioni in cui può essere suddiviso l’intero corpus di filmati prodotti o raccolti, un corpus consistente se si pensa ai circa duemila titoli. Ciò che sorprende è l’insieme delle opere che, sia per l’aspetto quantitativo che per il livello qualitativo, costituisce una vera e significativa presenza nella storia della videocinematografia italiana come fa notare Adriano Bellotto in un suo libro dedicato proprio a questa Cinevideoteca (La memoria del futuro, Fondazione Adriano Olivetti, 1994). Siamo di fronte alla vasta produzione del cosiddetto cinema e video industriale, dove con il termine industriale si intende caratterizzare il particolare committente, la natura documentaristica, la sostanziale brevità, i contenuti non sempre orientati a scopi pubblicitari ma anche alla illustrazione di ambienti, produzioni, processi e tecnologie fino ad allargarsi a tematiche quali arte, storia, società, paesaggio. Insomma, cultura in senso lato. In questo senso, la Cinevideoteca dell’Archivio Storico Olivetti copre un lungo periodo di produzione che risale alla fine degli anni quaranta”. La fototeca, poi, raccoglie l’estesa dotazione “di immagini che accompagnano e descrivono la singolare storia della Olivetti e di tutta la cultura ad essa legata in modo diretto o da essa suggerita e sviluppata in modo indiretto. Sono centinaia di migliaia le immagini che, risalendo tutto il XX secolo, testimoniano lo sviluppo dell’Azienda e il suo coinvolgimento nella trasformazione del territorio, a partire cioè dalle prime ormai storiche fotografie fino alle più recenti realizzazioni sia industriali che culturali”.

Cfr. Associazione Archivio Storico Olivetti, L’Archivio, La Società Olivetti, <http://www.arcoliv.org/archivio/societa.html>. Come viene notato in questa pagina: “È questa la sezione più ricca dell’Archivio Storico Olivetti, soprattutto in termini quantitativi, anche se in gran parte non ancora ordinata e purtroppo non del tutto completa e perciò non idonea a documentare certi settori e alcuni periodi della vita aziendale. Ciò è dovuto anche al continuo avvicendarsi di tecnologie che hanno caratterizzato l’attività di ricerca, di progettazione e di produzione, dalla meccanica alla meccanica di precisione, dall’elettronica all’informatica fino alle telecomunicazioni, fasi che nel loro sviluppo e nella conseguente affermazione hanno comportato la dispersione o addirittura la distruzione di parti significative della documentazione cartacea o elaborata su altri supporti. La cessione ad esempio di interi settori aziendali è quasi sempre stata accompagnata dalla completa perdita dei relativi archivi”.

Cfr. Fondazione Adriano Olivetti, <http://www.fondazioneadrianolivetti.it/home.htm>.

Una presenza unica nel panorama italiano, che è riuscita a coniugare i caratteri più pregnanti dell’evoluzione storica con le novità delle tecnologie della comunicazione, è rappresentata dall’Istituto Luce . L’Archivio Storico dell’Istituto Luce, in particolare, costituisce una risorsa di primaria importanza, ormai pienamente sviluppata in rete . Infatti, nel sito web dell’Istituto, è stato precisato che questo archivio è l’unico al mondo che mette al servizio di tutti, gratuitamente, il suo patrimonio di filmati, attraverso Internet . Il sito dell’archivio permette una vasta ricerca online (semplice, avanzata, dei soli cinegiornali, dei documentari o dei repertori), con l’accesso ai contenuti delle schede, che mostrano i dati anagrafici e di merito di ogni documento; dai dati descrittivi, poi, si può accedere alla visione dei filmati, in uno dei formati previsti . Nelle altre pagine web, è possibile verificare l’offerta di contenuti in forma elettronica – le collezioni disponibili –, oppure navigare in aree destinate ad alcuni percorsi tematici o settoriali . L’archivio elettronico, poi, presenta innumerevoli testimonianze dirette, di grande interesse per la storia dell’impresa: come, ad esempio, i filmati dedicati alle industrie e alle altre attività produttive, agli enti economici, alle fiere e alle esposizioni, all’andamento economico e allo sviluppo . L’Archivio Storico dell’Istituto Luce è una fonte in continuo aggiornamento e con sempre maggiori disponibilità di materiali audiovisivi e iconografici: per questi motivi, rappresenta uno strumento di straordinario valore per il lavoro di ricostruzione storica.

 

4.6 Le altre banche e le assicurazioni italiane in rete

            Un altro settore di notevole rilevanza è costituito dalle fonti elettroniche relative alle banche e alle assicurazioni. Oltre al sito web di “Banca Intesa”, cui si è già fatto riferimento , vi sono alcune altre esperienze importanti, che possono essere reperite, ad esempio, nella guida ragionata dell’ABI alle principali fonti Internet di specifico interesse per il sistema creditizio e finanziario , nel portale italiano dedicato alle banche , o nel portale che contiene la lista di tutte le banche italiane . Anche il sito istituzionale della “Banca d’Italia” ha collegamenti per i cosiddetti “siti utili” , oltre a rendere disponibili una serie di risorse di assoluto rilievo, riguardanti: la storia dell’Istituto; le pubblicazioni e le statistiche, specie quelle di carattere storico; la ricerca economica e le relazioni internazionali; la videogalleria; la biblioteca “Paolo Baffi”, il museo della moneta e l’Archivio Storico . In particolare, la sezione della biblioteca comprende il patrimonio librario generale, i fondi librari e la collezione su microfilm della biblioteca “Paolo Baffi”, i diversi cataloghi e le risorse elettroniche ; la sezione del museo presenta un’introduzione, una galleria fotografica e una serie di riferimenti alla collezione di monete esposta ; la sezione dell’archivio contiene un’introduzione, la descrizione del patrimonio archivistico e gli strumenti di ricerca a disposizione degli studiosi (database “Archea”, guida all’archivio e altri strumenti) .
Il caso della “Banca di Roma”, del gruppo “Capitalia” , è tra i più significativi, specialmente per l’area del sito web destinata all’Archivio Storico . Infatti, questo archivio unificato, che custodisce la documentazione del Monte di Pietà di Roma, del Banco di Santo Spirito, della Cassa di Risparmio di Roma e del Banco di Roma, presenta in formato elettronico: una ricostruzione degli avvenimenti legati alla conservazione del patrimonio documentario delle diverse banche; gli inventari dei fondi; le iniziative di tutela e valorizzazione dei materiali; gli studi e le pubblicazioni esistenti; le modalità di consultazione; gli eventi culturali . La pagina riservata agli inventari archivistici, “composti da 18 volumi, comprensivi di introduzioni storico-economiche, per un totale complessivo di oltre 5.000 pagine di testo” , contiene una descrizione dettagliata delle varie fasi dell’operazione di schedatura, ordinamento e inventariazione, oltre a comprendere gli elenchi dei fondi dei quattro istituti . La pagina degli studi e delle pubblicazioni presenta una bibliografia per ciascuna banca, di notevole interesse, anche se non esaustiva . Infine, va segnalata la realizzazione di un CD-ROM multimediale, a cura dell’Archivio Storico della Banca di Roma, con un video sull’archivio, una tavola sinottica e la storia delle quattro banche, costituita da un’illustrazione delle loro vicende, dalle biografie dei fondatori, dall’elenco degli amministratori, dall’indicazione delle sedi storiche e da altre utili informazioni .
Il portale di “UniCredit” – già tra i principali gruppi finanziari a livello europeo – , contiene riferimenti storici, analisi e ricerche, un settimanale elettronico, ma, soprattutto, il collegamento al sito web del patrimonio culturale, che offre una dettagliata ricostruzione della sua storia . Questo sito è suddiviso in tre sezioni, dedicate rispettivamente a: “I nostri tesori”, che presenta le quattro aree del patrimonio culturale della banca (l’archivio storico, il museo, il centro di documentazione e la biblioteca); “Le origini del gruppo”, che fornisce un’articolata serie di informazioni, approfondimenti e immagini sulla storia di nove banche italiane (Credito Italiano, Caritro, CariVerona, Cassamarca, Cassa di Risparmio di Carpi, Rolo Banca 1473, Cassa di Risparmio di Torino, Banca dell’Umbria e Cassa di Risparmio di Trieste) confluite in UniCredit; “Viaggi nella nostra storia”, che mostra una selezione di argomenti e testimonianze del passato, con immagini di grande efficacia (“Un’opera editoriale nell’Italia del 1920”; “La propaganda del risparmio nel 1920”; “C’era una volta in Sardegna”; “Il Calendario: lo specchio dei tempi”; “La banca è un albero”; “Albero genealogico”) . Il patrimonio dell’Archivio Storico è accuratamente descritto, ma è anche possibile effettuare un download dell’elenco, non ancora definitivo, dei fondi disponibili e delle informazioni sulle modalità di consultazione .
L’Archivio Storico più importante, quello del “Banco di Napoli” , trova collocazione all’interno del sito web della fondazione “Istituto Banco di Napoli”, la cui origine è strettamente legata alla storia del Banco omonimo . La sezione dedicata espressamente all’archivio contiene una descrizione puntuale della documentazione, che si distingue in scritture patrimoniali e scritture apodissarie ; un breve cenno di carattere storico ; due ricerche sul Servizio emigrati e sul Sacro Monte e Banco dei Poveri . La prima riguarda la formazione dell’inventario della “complessa corrispondenza, articolata a sua volta in prospetti, tabelle, allegati a stampa, intercorsa tra la direzione Generale del Banco Napoli, con le filiali, con i corrispondenti esteri, con i ministeri, consolati e tutti quegli Istituti che in vario modo svolsero un ruolo determinante nella gestione delle rimesse degli emigrati” , un servizio che era stato conferito proprio alla banca più diffusa nel Mezzogiorno . L’inventario è collegato anche a due indici analitici, che riportano rispettivamente i nominativi degli emigrati e quelli degli enti che avevano relazioni con il Banco di Napoli per la gestione del servizio delle rimesse degli emigrati . La seconda ricerca, partita dal lavoro di ordinamento del fondo apodissario del Sacro Monte e Banco dei Poveri, ha portato alla redazione di una sorta di repertorio, suddiviso in due sezioni e corredato di un indice onomastico e toponomastico . Inoltre, sul sito Internet della Soprintendenza Archivistica per la Campania, è possibile consultare online gli inventari dell’Archivio Storico del Banco di Napoli .
Altre fonti elettroniche significative per questo settore sono quelle di due banche come il “Monte dei Paschi di Siena” e la “BNL”, che hanno siti Internet con una buona dotazione di informazioni storiche ed archivistiche . Il “Monte dei Paschi di Siena” presenta una fonte multimediale, con testi e immagini, ma anche con una sintesi della propria storia in formato audio . L’area del sito web destinata all’Archivio Storico, poi, comprende una rassegna di immagini e di documenti, che ripercorrono le tappe più importanti della banca dalle sue origini a oggi . A queste risorse si collega il sito della “Fondazione Monte dei Paschi di Siena”, con i cenni storici in esso contenuti . Il sito della “BNL” presenta, oltre alle notizie storiche, una sezione riservata all’Archivio Storico, corredata da una descrizione della documentazione e dello stato del suo ordinamento, da informazioni sulla gestione dei materiali e sulla loro consultazione . Di particolare interesse sono i contenuti relativi al patrimonio fotografico disponibile e al carteggio tra Vilfredo Pareto e Maffeo Pantaleoni . Vi sono, poi, molte altre fonti elettroniche che attengono al settore del credito, a cominciare da quelle di altri istituti bancari , o delle banche di credito cooperativo, delle casse rurali e artigiane, delle banche popolari e delle casse di risparmio ; ma anche le risorse relative alle fondazioni bancarie rivestono un’importanza non secondaria in questo panorama .
Per quanto riguarda le assicurazioni, oltre ad esaminare i siti Internet delle singole compagnie con informazioni di natura storico-archivistica , va sottolineato il valore di una fonte telematica, come quella della “Fondazione Mansutti”, che possiede una biblioteca e un Archivio Storico “imperniati sulla storia dell’assicurazione, documentata – dalle origini all’epoca moderna – dal punto di vista economico, giuridico, tecnico, sociale e di costume” . Il relativo sito web presenta, in particolare: un quadro dettagliato di informazioni sul patrimonio librario della fondazione ; una sezione dedicata alla documentazione del fondo archivistico, costituito dalle polizze assicurative ; una galleria dei manifesti conservati nell’archivio ; i cosiddetti “Quaderni di sicurtà”, ovvero il catalogo delle opere della biblioteca, che rappresenta “una sorta di enciclopedia bibliografica sulle assicurazioni” .

 

4.7 Altre fonti elettroniche di imprese, archivi e musei in Italia

            Lo scenario finora emerso fa scorgere – insieme alla presenza di un vasto e qualificato numero di imprese, con una dotazione considerevole di risorse telematiche di tipo storico e archivistico – una imprevedibile assenza di alcune tra le più importanti realtà aziendali del paese. Il motivo di tale mancanza è da ricercarsi nello sviluppo e nell’impiego disomogeneo delle fonti elettroniche a livello nazionale, ma anche nelle diverse politiche seguite da soggetto a soggetto, visto che non sempre appare chiara l’importanza della tutela della memoria storica e della valorizzazione della cultura d’impresa. Un’altra spiegazione può essere fornita dal fatto che mentre le aziende di recente costituzione si muniscono immediatamente di un sito web, quelle consolidate o di più antica origine forse trovano meno naturale ricorrere alla telematica per farsi conoscere e per comunicare. Tuttavia, nonostante queste problematiche di fondo, vale la pena di completare la rassegna degli strumenti virtuali per la storia e gli archivi d’impresa, verificando altri siti Internet, alcuni dei quali di minore impatto e armatura, oppure legati a iniziative imprenditoriali meno consistenti e affermate. In ogni caso, dato il significato conclusivo di queste valutazioni, si intende procedere per casi esemplificativi, con una verifica di tipo random, senza nessuna pretesa di completezza delle fonti individuate.
Il portale della “Fiat”, ancorché molto ricco e avanzato, non presenta una dotazione di risorse relative alla documentazione archivistica, pari alla sua dimensione e alla sua storia . Il sito Internet internazionale, però, contiene una sintetica ricostruzione dell’evoluzione del “logo” identificativo del marchio di fabbrica e una breve storia dell’azienda dal 1899 a oggi , oltre a una pagina di collegamento con i “Fiat Clubs” del mondo . Sul sito del “Gruppo Fiat” si può trovare un’altra descrizione del tragitto secolare dell’impresa, molto più articolata e compiuta (con la disponibilità di riproduzioni dei manifesti d’epoca, delle biografie dei protagonisti dell’azienda, di una galleria dei modelli automobilistici e, soprattutto, di un filmato di natura storica per ciascun decennio) . In un altro sito “Fiat”, è possibile reperire le foto dei marchi e delle auto per oltre cento anni di produzione . Invece, le informazioni riguardanti l’Archivio Storico e una serie di iconografie, collegate alla città, alle persone, ai prodotti e all’attività produttiva della maggiore industria italiana, si ritrovano in un repertorio elettronico di “Immagini di Storia” , predisposto da un’azienda che si occupa di “progetti nel campo dell’elaborazione culturale e dell’applicazione delle nuove tecnologie di comunicazione” .
Tra le fonti elettroniche delle industrie automobilistiche che gravitano nell’orbita del “Gruppo Fiat”, è opportuno segnalare quelle relative a due aziende come “Lancia” e “Alfa Romeo” . Mentre il sito web della prima, però, si limita ad offrire un’esposizione sintetica di vari aspetti della storia aziendale , l’altra esperienza industriale – oltre a ricostruire la sua evoluzione dalle origini a oggi – si è dotata di un sito specifico per l’Archivio Storico . Questa risorsa telematica è di notevole interesse, sia per la sua accuratezza e leggibilità, che per i contenuti particolareggiati e innovativi proposti . Infatti, l’Archivio Storico dell’Alfa Romeo fornisce una varietà di informazioni sulla formazione dell’archivio stesso , sulla metodologia d’inventariazione e sulla documentazione in esso custodita (“foto, pubblicazioni tecniche, libri e filmati, oltre a una rilevante raccolta di testimonianze di vita aziendale: bilanci, cartelle stampa, caratteristiche tecniche dei prodotti, pubblicità” ), sulle attività di valorizzazione del patrimonio documentario esistente e sulle norme per la consultazione . Inoltre, vi è una puntuale descrizione delle serie archivistiche e della loro consistenza , con un’attenzione precipua alle fotografie, alle pubblicazioni tecniche, ai disegni, alla biblioteca e alla cineteca . In altre pagine web, sono elencate le tesi di laurea, realizzate con i materiali dell’archivio, ed è possibile vedere – oltre che scaricare – due filmati dal titolo “Alfa Romeo, una tradizione che continua” .
Un sito Internet di una certa importanza è quello del gruppo “Same Deutz-Fahr”, una delle principali industrie di trattori, motori diesel, mietitrebbie e macchine agricole al mondo, con sede a Treviglio . Questa fonte, oltre a contenere una sezione dedicata alla storia aziendale, con una timeline molto efficace , ne presenta un’altra interamente riservata all’Archivio Storico, con l’indicazione delle modalità di accesso, della mission e delle funzioni , nonché con una maschera di ricerca, in grado di fornire notizie, dati e riproduzioni ricavate dal vasto patrimonio documentario (bilanci, brevetti, calendari, cataloghi, filmati, macchinari e modelli in scala, materiale fotografico, progetti e disegni tecnici, pubblicazioni tecniche, pubblicità, ecc.) . L’archivio, inoltre, mette a disposizione alcuni filmati aziendali, che è possibile vedere direttamente dal sito . Infine, va segnalata l’area destinata al museo storico del gruppo, che offre una rappresentazione di “alcune tra le più importanti tappe della storia della meccanizzazione agricola (…) con materiale originale, testuale e iconografico” .
Vi sono altri siti web interessanti, nel campo dell’industria dei veicoli a motore, come, ad esempio, quello del “Gruppo Pininfarina”, che rappresenta “uno dei maggiori fornitori in campo automobilistico di servizi di Design, Engineering di prodotto e di processo e di Produzione di veicoli di nicchia” . In questo sito, oltre ad un racconto filmato sulle origini e l’evoluzione dell’azienda , si trova una sezione dedicata alla storia, agli uomini e ai modelli, con una “linea del tempo”, le biografie delle persone che hanno portato al successo il marchio, la storia del suo raffinato design e le collaborazioni con le altre case produttrici . Il “Museo dell’automobile” di Torino è presente su Internet con una breve ricostruzione storica, con la descrizione della sua collezione, costituita da modelli di ottanta marche differenti, con articoli di diversa natura, con un resoconto del centro di documentazione e con una maschera di ricerca interna . Il sito della “Ducati” contiene una storia, in forma testuale e fotografica, e un’ampia illustrazione dei contenuti del museo dell’azienda, sorta con l’intento di produrre componenti industriali per le apparecchiature radio e divenuta una delle più rinomate industrie motociclistiche italiane . La vicenda della “MV Augusta”, nata, a sua volta, come industria aeronautica e diventata, poi, una delle più famose ditte costruttrici di moto al mondo, è trattata sia nella ricostruzione storica all’interno del suo sito , sia nelle pagine dedicate al museo aziendale .
È possibile considerare altri esempi di musei d’impresa (o di tipo analogo, come quelli relativi alla produzione e ai prodotti), che dispongono di fonti elettroniche più o meno sviluppate . Al tempo stesso, è opportuno volgere lo sguardo ad alcuni specifici settori industriali italiani, che pure fanno ampio uso di risorse digitali. Nel campo della moda e dell’industria tessile, vi sono diversi siti web di un certo rilievo, tra i quali: “Gucci”, che presenta una timeline dell’impresa dalle origini a oggi; “Salvatore Ferragamo”, che offre una cronologia aziendale e una sezione destinata al museo, con la raccolta delle sue creazioni; “Missoni”, che contiene una sezione dedicata ai cinquant’anni di attività dell’azienda, con filmati e fotografie; “Gianfranco Ferré”, che propone un museo virtuale delle sue collezioni, con immagini e video; “Benetton”, che comprende una “linea del tempo” e alcuni filmati, dedicati ai quarant’anni di attività del gruppo; “Ermenegildo Zegna”, che descrive la storia dell’impresa e del lanificio, con testi e relative gallerie di foto; “Zucchi”, che ha realizzato una preziosa web collection dei blocchi per stampa a mano su tessuto, per il periodo dal 1785 al 1935 . La “Fondazione Micol Fontana” , a sua volta, “ha la materiale disponibilità degli abiti prodotti dalle sorelle Fontana dagli anni 50 a oggi, con tutto quello che ad essi fornisce valore storico e culturale: figurini, ricami e campioni di tessuto, nonché un ricchissimo archivio fotografico di personaggi illustri che hanno indossato gli abiti stessi” . Questa fonte, inoltre, consente di disporre in forma telematica – ma anche mediante un CD-ROM – di molte informazioni sui “documenti di 50 anni di moda che hanno reso famoso il made in Italy nel mondo” e, di conseguenza, di un quadro definito dei contenuti dell’Archivio Storico della fondazione .
In un altro settore tipico del made in Italy, come quello delle imprese collegate allo sviluppo del design, vi sono altri esempi da esaminare. Innanzitutto, il sito del “Museo del design italiano on-line”, che permette di accedere liberamente ad un Archivio Storico, costituto da “oltre 7000 schede dedicate a aziende, designer, prodotti, uomini d’impresa; uno strumento unico che vuole valorizzare la storia e l’attualità del design italiano, dal 1945 ad oggi” . Un sito di concezione molto avanzata – con un suggestivo mix di testi e immagini – è certamente quello di “Kartell”, l’azienda sorta nel 1949 per produrre oggetti in plastica, che apre una finestra sulla sua storia, mostra un archivio fotografico, fornisce un video e, soprattutto, presenta una sezione riservata al museo, dove, oltre alla ricostruzione dell’evoluzione e dell’identità dell’iniziativa industriale, si può procedere ad una visita virtuale di tutta la struttura e ad una minuta ricerca della documentazione, effettuata per prodotto, per designer e per tecnologia . Altre fonti elettroniche significative sono: “Alessi”, considerata una tra le più importanti “Fabbriche del design italiano”; “Fimag – Gruppo Guzzini”, che offre una discreta dose di informazioni anche per le singole società operative; “Venini”, che presenta foto e scritti sulle tecniche di lavorazione, oltre che sulle vicende aziendali . Il sito web di “Richard Ginori”, infine, non è solo la fonte elettronica di un’azienda dalle antiche radici, ma si colloca anche tra quelli dotati di maggiore accuratezza, eleganza ed efficacia, con particolare riferimento alla sezione dedicata alla storia della manifattura di Sesto Fiorentino e al collegamento in rete con il “Museo di Doccia” .
Alcune altre testimonianze di particolare interesse riguardano settori meno tradizionali, come quelli del turismo e delle nuove tecnologie. Nel primo caso, vale la pena di riportare l’esempio del tutto originale di “Balnea Museum – Museo Virtuale dei Bagni di Mare e del Turismo Balneare”, costituito da “dieci gallerie, centoventi sale, tremila opere tra dipinti, miniature, incisioni, affiches, fotografie e reperti d’epoca, per documentare l’evoluzione del rapporto dell’uomo con i bagni di mare e le spiagge” , con diverse collezioni iconografiche, una biblioteca e una maschera di ricerca ; nonché, quello del “Touriseum”, il sito Internet del museo del turismo di Merano , che fornisce un quadro significativo della “storia bisecolare del turismo nel Tirolo, rappresentata sia dal punto di vista dei villeggianti sia da quello della popolazione locale” . Nel secondo caso, si può far riferimento a vari siti web italiani, anche qui perlopiù musei, che si occupano della storia del computer e dell’innovazione tecnologica. Innanzitutto, va indicato il portale “Musei-it.net – Musei e Nuove Tecnologie”, che dispone di una molteplicità di risorse considerevoli e, in particolare, di una lista – suddivisa per regioni – delle aziende specializzate nelle applicazioni informatiche e multimediali per i musei, le gallerie, le biblioteche e le altre istituzioni culturali . Il sito “Computer Museum .it” è dedicato alla storia del computer e dell’informatica , ma presenta anche un’esposizione dei pc più conosciuti e una cronologia delle quattro successive generazioni dei macchinari elettronici, una mediateca delle immagini storiche della pubblicità Apple, un archivio tecnico con oltre mille modelli di computer prodotti dal 1970 al 2000 . Tra tutti gli altri, si possono segnalare alcuni siti che trattano dell’evoluzione dell’informatica, con estese indicazioni di differente natura, collegate alle vicende di questo settore e delle relative attività: il “Museo Virtuale dell’Informatica” del Consiglio Nazionale delle Ricerche; il “Museo dell’Informatica e del Calcolo Scientifico”, a cura dell’AICA e di CILEA; il “Museo on line” del portale “Tecnoteca.it”; la “Storia Informatica e dei Computer”, a cura di un operatore privato; il “FWT UNESCO Computer Museum. Museo Didattico di Storia dell’Informatica”, in corso di realizzazione a Padova .
Si potrebbe continuare, seguendo la strada dei raggruppamenti ripartiti per settori aziendali o individuando i casi singoli di ulteriori iniziative presenti in rete, con lo scopo di fornire un quadro dello “stato dell’arte” per gli archivi e la storia d’impresa in Italia di ancor maggiore dettaglio. Tuttavia, il compito rischierebbe di complicarsi, fino a diventare impari. Infatti, la velocità alla quale si sviluppano le fonti elettroniche, anche in un campo specialistico come questo, è estremamente elevata. Inoltre, non è solo la straordinaria nati-mortalità delle risorse telematiche a rendere improbabile ogni tentativo di realizzare un repertorio definitivo. Vi è da considerare anche un altro aspetto, poco evidenziato finora, che riguarda l’evoluzione generale dei saperi e la loro contaminazione, anche in virtù della disponibilità delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che permettono di ampliare notevolmente lo spettro delle possibilità di analisi, comprese quelle di ricostruzione storica, e favoriscono il dialogo tra campi diversi della conoscenza. In questo modo, si arricchisce di molto la disponibilità di fonti da valutare e, di conseguenza, diventa più ardua la loro comprensione e la rappresentazione organica delle risorse esistenti.
Questo fatto, tuttavia, non rende meno significativo il lavoro meticoloso di ricerca effettuato sui siti web italiani, che hanno registrato un notevole progresso negli ultimi anni e che, pur non essendo paragonabili a quelli dei paesi più avanzati nell’impiego dei mezzi elettronici, dimostrano una consistenza e una varietà notevoli. Sembra, in conclusione, che l’Italia abbia cominciato a camminare più speditamente e in una direzione giusta. Occorre, però, una strategia e un coordinamento maggiore degli sforzi, per ottenere un avanzamento a livello di sistema e non di singole iniziative scollegate tra loro. Questo campo è di grande interesse non solo per gli archivisti e per i nuovi addetti ai lavori del mondo telematico, ma anche per gli storici dell’economia e dell’impresa. Infatti, gli studiosi di questo vasto settore possono ormai disporre, sapendo cogliere appieno la portata metodologica e culturale dell’innovazione in corso, di nuove tecniche e di nuovi materiali, non sostitutivi dei precedenti, ma in grado di far interagire a fondo le fonti tradizionali, soprattutto di tipo cartaceo, con quelle elettroniche, sans papier. Un obiettivo affascinante e impegnativo, che richiede una piena, consapevole applicazione a questa nuova frontiera.

Cfr. Istituto Luce, <http://www.luce.it/istitutoluce/index.htm>.

Cfr. Archivio Storico dell’Istituto Luce, <http://www.archivioluce.com/archivio/>.

Cfr. Istituto Luce, <http://www.luce.it/istitutoluce/index.htm>.

Cfr. Archivio Storico dell’Istituto Luce, <http://www.archivioluce.com/archivio/>. In un’altra pagina del sito web, è precisato che: “L’Archivio dell’Istituto Luce conserva un vastissimo patrimonio filmico e fotografico composto da documenti di propria produzione (a partire dal 1924, anno della sua nascita) e da collezioni private e fondi audiovisivi acquisiti nel tempo da fonti diverse. Il patrimonio è attualmente composto da 12.000 cinegiornali, 4.700 documentari e da altre tipologie di film che vanno dalla cinematografia delle origini fino alla documentazione degli eventi e della vita sociale degli ultimi decenni. Sono inoltre conservati in Archivio un milione di metri di «girato non montato» che compongono il «repertorio» Incom e Luce, oggi in corso di catalogazione e informatizzazione. A questo vanno aggiunti circa 3 milioni di fotografie di produzione Luce o di provenienza esterna, oggi in fase di ordinamento e digitalizzazione. Le diverse testate dei cinegiornali coprono un arco temporale che va dal 1928 al 1990 e sono costituite dai «Giornali Luce», prodotti dallo stesso Istituto nel ventennio fascista, e dai vari notiziari del periodo repubblicano acquisiti successivamente. Il fondo dei documentari comprende i «soggetti» prodotti dall’Istituto tra il 1924 e il 1943, i documentari realizzati o distribuiti dall’Azienda nell’ambito delle sue funzioni istituzionali a partire dal dopoguerra e tutte le acquisizioni di materiale prodotto esternamente (a cominciare dagli anni Sessanta)”.

Cfr. Archivio Storico dell’Istituto Luce, <http://www.archivioluce.com/archivio/>.

Cfr. Ibidem.

Il sito di “Banca Intesa”, come si è visto, si trova all’interno del portale del gruppo bancario “Intesa Sanpaolo”, che contiene anche i riferimenti alla rete commerciale Sanpaolo, alla storia di due banche come “San Paolo” di Torino e “IMI - Istituto Mobiliare Italiano” (cfr. Intesa Sanpaolo, Rete commerciale Sanpaolo, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/servizi/ita_rete_commerciale.jsp>; Intesa Sanpaolo, Chi siamo, Storia, Istituto Bancario San Paolo di Torino, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/chi_siamo/ita_istituto_sanpaolo.jsp>; Intesa Sanpaolo, Chi siamo, Storia, IMI – Istituto Mobiliare Italiano, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/chi_siamo/ita_istituto_mobiliare_italiano.jsp>). A questo proposito, va segnalato anche il sito web della “Compagnia di San Paolo”, che oltre a riassumere la sua lunga storia, contiene una descrizione dell’Archivio Storico dell’antica compagnia e del suo inventario, ma anche del complesso documentario delle “Opere Pie - Istituto di San Paolo” e di tre archivi aggregati, nonché delle pubblicazioni di carattere storico-archivistico (cfr. Compagnia di San Paolo, <http://www.compagnia.torino.it/>; Compagnia di San Paolo, Informazioni generali, Origini, <http://www.compagnia.torino.it/informazioni/origini.html>; Compagnia di San Paolo, Informazioni generali, Origini, Archivio storico, <http://www.compagnia.torino.it/informazioni/archiviosto.html>; Compagnia di San Paolo, Comunicazione, Pubblicazioni, <http://www.compagnia.torino.it/comunicazioni/pubblicazioni.html>). Come è indicato nella pagina relativa: “L’archivio dell’antica Compagnia di San Paolo, nel quale sono presenti un centinaio di pergamene, comprende statuti, regolamenti, ordinati, verbali, bilanci, lasciti, censi della Confraternita, del Monte di pietà, dell’Ufficio pio e delle altre istituzioni amministrate. Alcuni atti, giunti probabilmente nell’archivio attraverso lasciti, precedono la fondazione della Compagnia, risalendo fino al XIV secolo. Il fondo, composto da 283 unità archivistiche, per uno sviluppo lineare di 33 metri, è dotato di un inventario molto analitico ed è integralmente microfilmato. Il complesso documentario delle Opere Pie – Istituto di San Paolo, compreso tra metà Ottocento e metà Novecento (con propaggini fino ad anni recenti per alcune serie, come statuti e bilanci), consiste di 22.000 volumi e fascicoli (circa 300 metri lineari) ed è consultabile, oltre che con l’inventario cartaceo, mediante un database. Il fondo è suddiviso nelle sezioni: Istituto di San Paolo. Funzioni centrali, Ufficio Pio, Educatorio Duchessa Isabella, Azienda di risparmio e credito (già Monte di pietà), Credito fondiario, Credito agrario, Opere pubbliche e comprende tre archivi aggregati: Banca Grasso (1874-1972), Cassa di Previdenza per il personale della disciolta Confederazione Fascista degli Industriali (1920-1962), Banca Popolare San Gaetano (1939-1969)”.

Cfr. ABI, Links, <http://www.abi.it/jhtml/home/linksEsterni/linksEsterni.jhtml>. Inoltre, a questo proposito, cfr. ABI, Conoscere le banche, Introduzione, <http://www.abi.it/jhtml/home/conoscereBanche/conoscereBanche.jhtml>.

Cfr. Portalino, World wide banks, <http://www.portalino.it/banks/links.htm>; Portalino, Banche – Casse di Risparmio, <http://www.portalinoweb.it/pagine/ban.htm>.

Cfr. Comuni-Italiani.it, Lista Banche Italiane, <http://www.comuni-italiani.it/banche/index.html>.

Cfr. Banca d’Italia, <http://www.bancaditalia.it/>; Banca d’Italia, Links, <http://www.bancaditalia.it/footer/links>; Banca d’Italia, Ricerca economica e Relazioni internazionali, Link utili, <http://www.bancaditalia.it/studiricerche/link>.

Cfr. Banca d’Italia, Storia, <http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/storia>; Banca d’Italia, Pubblicazioni, <http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni>; Banca d’Italia, Statistiche, <http://www.bancaditalia.it/statistiche>; Banca d’Italia, Ricerca economica e Relazioni internazionali, <http://www.bancaditalia.it/studiricerche>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Media ed eventi, Video Gallery, <http://www.bancaditalia.it/media/videoaudio>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Biblioteca, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/biblioteca>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Museo della Moneta, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/museo_mon>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Archivio storico, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto>.

Cfr. Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Biblioteca, Patrimonio, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/biblioteca/patrimonio>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Biblioteca, Cataloghi, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/biblioteca/cataloghi>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Biblioteca, Risorse elettroniche - Biblioteca Paolo Baffi, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/biblioteca/ris_elet>.

Cfr. Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Museo della Moneta, Introduzione, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/museo_mon/intro>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Museo della Moneta, Foto Gallery, <http://www.bancaditalia.it/media/fotogallery/museomoneta/museomoneta>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Museo della Moneta, Approfondimenti sul museo: la moneta metallica, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/museo_mon/approfondimenti>.

Cfr. Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Archivio storico, Introduzione, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/intro>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Archivio storico, Patrimonio, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/patrimonio>; Banca d’Italia, Servizi al pubblico, Archivio storico, Strumenti di ricerca, <http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/strumric>.

Cfr. Capitalia, <http://www.capitalia.it/index.htm>, <http://www.unicredit-capitalia.eu/DOC/jsp/navigationDayOne/index.jsp>; Unicredit-Capitalia, Archivio Capitalia, <http://www.unicredit-capitalia.eu/DOC/jsp/navigationDayOne/include_content.jsp?parCurrentId=0b0030398052f532&parCurrentPage=archivio_capitalia.html&parLocale=it>. La recente fusione tra Unicredit e Capitalia, con la costituzione di un gruppo bancario secondo solo a HSBC in Europa, comporterà effetti, per ora non valutabili, anche sull’organizzazione degli archivi e della memoria storica delle diverse banche di origine. Intanto, per il gruppo “Capitalia”, oltre al sito della “Banca di Roma”, si possono esaminare anche quelli delle altre banche: cfr. Banco di Sicilia, L’Azienda, La Storia del Banco, <https://www.bancodisicilia.it/f_storia.htm>; Bipop Carire, Chi siamo, La storia, <http://www.bipop.it/chi_siamo/storia.shtml>; MCC, Profilo, La nostra storia, <http://www.mcc.it/mappa/selezionato.php?page=profilo/storia.html>.

Cfr. Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/archivio.html>.

Cfr. Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Vicende dell’Archivio, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/vicende.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/inventari.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Tutela e valorizzazione, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/tutela.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/studi.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Consultazione e Regolamento, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/consultazione.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Eventi culturali, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/eventi.html>. Nella pagina dedicata alle vicende dell’Archivio, è posto in evidenza che: “Dal 2003 l’insieme della documentazione storica appartenente ai quattro archivi le cui vicende abbiamo qui sintetizzato è confluita all’interno di una sede unificata situata in un piazza del Monte di Pietà, 33. Qui si trova anche la Sala espositiva dell’Archivio storico dove vengono mostrati al pubblico i documenti più rappresentativi del ricco patrimonio documentale della Banca di Roma. La consistenza complessiva della documentazione conservata è di circa 2.500 metri lineari”.

Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/inventari.html>.

Cfr. Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, Monte di Pietà di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/montepietainventari.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, Banco di Santo Spirito, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/bancospinventari.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, Cassa di Risparmio di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/cassainventari.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Inventari, Banco di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/bancoinventari.html>.

Cfr. Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, Monte di Pietà di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/montepieta.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, Banco di Santo Spirito, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/bancospirito.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, Cassa di Risparmio di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/cassarisparmio.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, Banco di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/bancoroma.html>; Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Studi e pubblicazioni, Banca di Roma, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/bancaroma.html>. Come è indicato nella prima pagina degli studi e pubblicazioni: “Gli studi e le pubblicazioni elencati, pur non costituendo un quadro completo di quanto è stato pubblicato sulle vicende del Monte di Pietà di Roma, del Banco di Santo Spirito, della Cassa di Risparmio di Roma, del Banco di Roma e della Banca di Roma, intendono comunque offrire un utile supporto bibliografico alla ricerca. I testi selezionati comprendono: opere complete e relazioni d’interesse storico-economico; articoli e singoli capitoli contenuti in volumi collettanei; tesi di dottorato, di specializzazione e di laurea compilate in tutto o in parte con l’ausilio della documentazione archivistica conservata presso l’Archivio Storico; specifici contributi, di tipo spiccatamente archivistico, relativi alla formazione e alle vicende evolutive degli archivi storici confluiti nell’Archivio Storico della Banca di Roma”.

Cfr. Archivio Storico della Banca di Roma, Viaggio attraverso cinque secoli di memorie nelle carte dell’Archivio Storico della Banca di Roma, Roma, 2001 (cfr. Banca di Roma, La vostra banca, Archivio Storico, L’Archivio, Eventi culturali, <http://www.bancaroma.it/site/labanca/archiviostorico/eventi.html>).

Cfr. UniCredit Group, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/index.jsp?parLocale=it>; UniCredit Group, Il profilo, UniCredit in breve, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/gruppo_content.jsp?parCurrentId=0b00303980002313&parCurrentPage=unicredit_in_breve.html&parLocale=it>; UniCredit Group, Il profilo, Mission e valori, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/large_include_content.jsp?parCurrentId=0b00303980000e1e&parCurrentPage=nostra_visione.html&parLocale=it>; UniCredit Group, Il profilo, Storia, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/include_content.jsp?parCurrentId=0b00303980000ef2&parCurrentPage=storia.html&parLocale=it>; UniCredit Group, Studi, Analisi e ricerche, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/large_include_content.jsp?parCurrentId=0b0030398025019b&parCurrentPage=home_page_ufficio.htm&parLocale=it>; UniCredit Group, Media Center, Uninews, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/large_include_content.jsp?parCurrentId=0b0030398030b4d4&parCurrentPage=uninews.html&parLocale=it>.

Cfr. UniCredit Group, Sostenibilità, Sviluppo culturale, Patrimonio culturale, <http://www.unicreditgroup.eu/DOC/jsp/navigation/include_content.jsp?parCurrentId=0b0030398031ae68&parCurrentPage=patrimonio_culturale.html&parLocale=it>. In questa pagina, si rileva che: “Il Gruppo UniCredit ha origini antiche. È il frutto di una storia ricca e complessa, di esperienze e di avvenimenti che risalgono alla nascita di ciascuna delle banche confluite nel Gruppo, fino alla creazione della prima banca veramente europea”.

Cfr. Patrimonio Culturale, UniCredit, <http://www.patrimonioculturale.unicredit.it/>.

Cfr. Ibidem.

Cfr. Intesa Sanpaolo, Chi siamo, Storia, Sanpaolo Banco di Napoli, <http://www.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/isInvestor/ita/chi_siamo/ita_banco_napoli.jsp>.

Cfr. Istituto Banco di Napoli – Fondazione, <http://www.ibnaf.it/>. A proposito dell’Istituto, viene sottolineato che: “Tra le sue attività rientra anche la gestione dell’eccezionale patrimonio documentale degli antichi Banchi Pubblici Napoletani e del Banco di Napoli (secc. XVI-XX) custodito nell’Archivio Storico (…), che costituisce un punto di riferimento essenziale per l’approfondimento della storia della città di Napoli e dell’intero Mezzogiorno” (Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Istituto, Chi siamo, <http://www.ibnaf.it/frame/framesetchisiamo.html>).

Mentre “le prime si riferiscono alla gestione del patrimonio fruttifero dei banchi e alla congiunta contabilità oltre che a documenti che non hanno natura contabile, le seconde riguardano l’attività di raccolta dei depositi e l’emissione di bancali. (…) Le scritture apodissarie sono libri di conti attestanti i depositi effettuati presso i banchi e devono il loro nome alla forma analitica, e quindi dimostrativa, in cui erano redatte” (Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, I Contenuti, <http://www.ibnaf.it/frame/framesetarchivioicontenuti.html>). In altre parole: “I suoi fondi documentari possono essere divisi in scritture patrimoniali e apodissarie, rispettivamente riferite alla vita interna dei banchi, o ai rapporti che essi ebbero con la clientela. Fanno parte del patrimoniale le conclusioni, i dispacci, le rappresentanze, gli ordini, che rispecchiano la gestione dei banchi. Vi sono pure i Giornali, le Pandette, i libri maggiori di terze, cioè rendite dei beni di proprietà dei banchi, gli arrendamenti, i fiscali, le adoe, cioè rendite di tributi e imposte feudali. Gli apodissari sono i libri dei conti, dei depositi effettuati dai clienti e sono costituiti dalle fedi di credito e dalle polizze. La fede di credito era titolo negoziabile e girabile, surrogato della moneta, che fu invenzione dei banchi pubblici napoletani dalla metà del secolo XVI. Le polizze servivano al depositante per disporre della somma accreditata” (Soprintendenza Archivistica per la Campania, Materiali, Archivio Storico del Banco di Napoli, <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/banco_napoli/Arc_stor_B_N.htm>).

Cfr. Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, La Storia, <http://www.ibnaf.it/frame/framesetarchiviolastoria.html>. Questa sintesi si conclude con l’osservazione, secondo cui i documenti “pervenutici sono di notevole pregio” e “il patrimonio a tutt’oggi custodito nell’Archivio ammonta a 2.478 unità per quanto riguarda le Scritture Patrimoniali ed a 276.595 unità per quanto riguarda quelle Apodissarie”.

Cfr. Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, <http://www.ibnaf.it/frame/aem_fsetricmenu.html>.

Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Servizio emigrati, <http://www.ibnaf.it/frame/aem_fsetemigranti.html>.

“La legge del 1º febbraio 1901, nº 24 autorizzava il Banco di Napoli ad assumere il servizio di raccolta di tutela, impiego e trasmissione dei risparmi. Due sono le finalità basilari della suddetta legge: a) demolire gradualmente l’attività dei banchieri privati che tendevano a monopolizzare i risparmi degli emigrati; b) assicurare la trasmissione delle rimesse in patria senza dispersioni o sottrazioni. Il presente inventario è stato strutturato tenendo in considerazione proprio il complesso sistema che il Banco di Napoli andò realizzando per poter garantire un’adeguata nonché corretta gestione delle rimesse degli emigranti. La IV serie, infatti, raccoglie tutto il materiale documentario relativo all’organizzazione del servizio emigrazione, per cui di particolare rilievo si possono considerare le circolari che la Direzione Generale trasmetteva quotidianamente a tutte le filiali. Sempre in questa serie sono confluite le Relazioni Generali sull’organizzazione, gestione e tutela delle rimesse degli emigrati. Si tratta di documenti che, stilati dalla Direzione Generale in collaborazione con i corrispondenti esteri, si configurano come uno spaccato delle condizioni economiche e sociali di quegli anni. Le suddette Relazioni, proprio per la loro importanza venivano inviate dalla Direzione Generale a tutti gli enti pubblici, morali e agli istituti che fornivano servizi agli emigrati” (Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Servizio emigrati, <http://www.ibnaf.it/frame/aem_fsetemigranti.html>)

Mentre l’indice degli emigrati “è stato ripartito per aree geografiche di residenza, con la specificazione del nome dell’emigrato, la sua residenza in America, e l’indicazione della serie, cartella e fascicolo in cui quel nominativo compare”; l’indice generale “prevede tre fincature: il nome dell’ente o del corrispondente; la sua qualifica; la cartella di appartenenza” (Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Servizio emigrati, Indice emigrati, <http://www.ibnaf.it/frame/aem_fsetemigranti1.html>; Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Servizio emigrati, Indice generale, <http://www.ibnaf.it/frame/aem_fsetindicegen.html>).

“La prima sezione, intitolata Il palazzo Ricca-Cuomo: i lavori di fabbrica e di manutenzione nella sede del Banco e nelle sue dipendenze (secc. XVII-XVIII), raccoglie documentazione relativa ai lavori ed agli artefici intervenuti nel corso dei due secoli per la valorizzazione artistica, ma non solo, del complesso monumentale. La seconda parte, dal titolo Il quotidiano bancario, raggruppa, invece, notizie sulle spese ordinarie e straordinarie, sugli apprezzamenti di oggetti, sull’organizzazione di celebrazioni religiose e sulle attività di assistenza e beneficenza” (Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Sacro Monte e Banco dei Poveri, <http://www.ibnaf.it/frame/amb_fsetintroduzione.html>; cfr. Istituto Banco di Napoli – Fondazione, L’Archivio Storico, Le Ricerche, Sacro Monte e Banco dei Poveri, Indice onomastico e toponomastico, <http://www.ibnaf.it/frame/amb_fsetindiceon.html>).

Cfr. Soprintendenza Archivistica per la Campania, Materiali, Archivio Storico del Banco di Napoli (inventari), <http://www.archivistica-na.it/materiali/BN_ARC/banco_napoli/Banco_napoli.htm>. Gli inventari consultabili, mediante varie modalità di ricerca – testuale nei regesti, per anno, nel campo data, nel campo matricola, per collocazione, per nome –, sono i seguenti: Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Affari diversi; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Lettere Ministeriali; Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Verbali di reggenza; Inventario del Credito Fondiario; Inventario del Collocamento dei Fondi; Indice onomastico della clientela degli antichi Banchi Pubblici napoletani durante il decennio francese (1806-1815); Inventario del servizio di Cassa di Risparmio; Fondo Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie. Matricole 1881-1913.

Cfr. Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Storia, <http://www.mps.it/La+Banca/Storia/>; BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=49>.

Cfr. Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Storia, Il primo Monte Pio, <http://www.mps.it/La+Banca/Storia/IlPrimoMontePio.htm>; Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Storia, La nascita del Monte, <http://www.mps.it/La+Banca/Storia/La+nascita+del+Monte+dei+Paschi.htm>; Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Storia, La riforma dei Lorena, <http://www.mps.it/La+Banca/Storia/La+riforma+dei+Lorena.htm>; Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Storia, Dal XIX° al XX° secolo, <http://www.mps.it/La+Banca/Storia/La+banca+dal+XIX+al+XX+secolo.htm>.

Cfr. Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Archivio, <http://www.mps.it/La+Banca/Archivio/>. In questa parte del sito, infatti, si possono ritrovare sia alcuni dei documenti di maggiore interesse dell’Archivio Storico del Monte dei Paschi di Siena, ciascuno con un’accurata descrizione, che una selezione di immagini della banca dalla fine del XIX secolo a oggi, con le relative didascalie (cfr. Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Archivio, Documenti, <http://www.mps.it/La+Banca/Archivio/Documenti/Default.htm>; Monte dei Paschi di Siena, La Banca, Archivio, Galleria fotografica, <http://www.mps.it/La+Banca/Archivio/Galleria+fotografica/default.htm>).

Cfr. Fondazione Monte dei Paschi di Siena, La Fondazione, Introduzione, <http://www.fondazionemps.it/ita/introduzione.asp?id=1>; Fondazione Monte dei Paschi di Siena, La Fondazione, Cenni storici, <http://www.fondazionemps.it/ita/cenni_storici.asp?id=2>.

Cfr. BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=75>; BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, Documentazione, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=388>; BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, Gestione archivio, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=83>; BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, Consultazione, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=86>.

Cfr. BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, Documentazione, Il patrimonio fotografico, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=81>; BNL [Gruppo BNP Paribas], Identità, Storia, Archivio storico, Documentazione, Il carteggio Pareto-Pantaleoni, <http://www.bnl.it/pagina.asp?Page=79>. Come è indicato in queste pagine: “La documentazione conservata nell’Archivio Storico di BNL è costituita, oltre che dall’ingente quantitativo di documenti cartacei, anche da un importante e cospicuo patrimonio fotografico. Si tratta di centinaia di immagini che testimoniano il cammino della Banca e il suo contributo alla storia del Novecento, il secolo delle grandi e veloci trasformazioni, sia in campo economico, sia in quello sociale e culturale. La sezione iconografica raccoglie una significativa collezione di manifesti con le prime campagne istituzionali e pubblicitarie”. Inoltre: “Tra i documenti di particolare interesse conservati nell’Archivio Storico non possiamo non citare le lettere che Vilfredo Pareto (Parigi 1848-Cligny, Ginevra 1923) indirizzava al collega e amico Maffeo Pantaleoni (Frascati 1857-Milano 1924) tra il 1890 e il 1923. In questo periodo i due noti economisti si scambiarono, oltre a informazioni utili al progresso dei loro studi, anche impressioni e pensieri rivolti a una società civile in piena trasformazione (l’industrializzazione del Paese, il libero mercato, il protezionismo, l’affermarsi del socialismo e l’affacciarsi sulla scena politica del fascismo)”.

Cfr. Comuni-Italiani.it, Lista Altre Banche, <http://www.comuni-italiani.it/banche/bv.html>, <http://www.comuni-italiani.it/banche/bv2.html>; ma anche: Banco di Sardegna, Il Banco, Storia, Le Origini, <http://www.bancosardegna.it/il_banco/storia/origini.jlcm>; Banco di Sardegna, Il Banco, Archivio Storico, Cenni Storici, <http://www.bancosardegna.it/il_banco/Archivio_Storico/cenni_storici.jlcm>; Banco di Sardegna, Il Banco, Archivio Storico, Inventario, <http://www.bancosardegna.it/il_banco/Archivio_Storico/inventario.jlcm>; Banca Antonveneta - ABN AMRO, Chi siamo, La Storia, La storia di Antonveneta, <http://www.antonveneta.it/chi-siamo/lastoria/storia-antonveneta.aspx>; Gruppo Banca Sella, Chi siamo, Storia del Gruppo, <https://www.gruppobancasella.it/shb/chi_siamo/il_gruppo/la_storia.jsp>.

Per questi istituti, vista la numerosità dei relativi siti, si fa riferimento solo ad alcuni portali e directories (cfr. Comuni-Italiani.it, Lista Banche di Credito Cooperativo, <http://www.comuni-italiani.it/banche/bcc.html>, <http://www.comuni-italiani.it/banche/bcc2.html>, <http://www.comuni-italiani.it/banche/bcc3.html>; Comuni-Italiani.it, Lista Casse Rurali e Artigiane, <http://www.comuni-italiani.it/banche/cra.html>; Kub, Lista siti Banche: Credito Cooperativo e Casse Rurali, <http://www.kub.it/dir/975630/>; Comuni-Italiani.it, Lista Banche Popolari, <http://www.comuni-italiani.it/banche/pop.html>; Kub, Lista siti Banche: Popolari, <http://www.kub.it/dir/975632/>; ICBPI, Le Banche Popolari, <http://www.icbpi.it/main.asp?tipo=5&ID=113>; Comuni-Italiani.it, Lista Casse di Risparmio, <http://www.comuni-italiani.it/banche/cr.html>; Kub, Lista siti Banche: Casse di Risparmio, <http://www.kub.it/dir/975633/>; Borsa Italiana, Prestito-online, Banche, <http://www.prestito-online.org/>). Inoltre, va segnalato il sito della “Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e delle Fondazioni di Origine Bancaria”, che presenta, tra le altre cose, un breve profilo storico delle casse di risparmio (cfr. ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Casse Spa, Storia, <http://www.acri.it/2_cass/2_cass0001.asp>).

Cfr. ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Fondazioni, Presentazione, <http://www.acri.it/3_fond/3_fond0050.asp>; ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Fondazioni, Storia, <http://www.acri.it/3_fond/3_fond0002.asp>; ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Fondazioni, Link alle Fondazioni, <http://www.acri.it/3_fond/3_fond0028.asp>.

Cfr. Gruppo Generali, Chi siamo, Storia, <http://www.generali.com/generalicom/sezione.do?idItem=1135&idSezione=1134>; Gruppo Generali, Chi siamo, Storia, Il tempo del Leone, <http://www.generali.com/generalicom/sezionePop.do?idSezione=2638>; Assicurazioni Generali S.p.A., Chi siamo, La Storia di Generali Italia, <http://www.generali.it/generaliit/sezione.do?idItem=1602&idSezione=1601>; Assicurazioni Generali S.p.A., Chi siamo, La Storia del Gruppo Generali, <http://www.generali.it/generaliit/sezione.do?idItem=1604&idSezione=1603>; Assicurazioni Ina Assitalia, Chi siamo, La nostra storia, <http://www.inaassitalia.it/iaportal/sezione.do?idItem=233&idSezione=232>; Assicurazioni Ina Assitalia, Chi siamo, Archivio storico, <http://www.inaassitalia.it/iaportal/sezione.do?idItem=413&idSezione=412>; Reale Mutua Assicurazioni, Chi siamo, La Storia, <http://www.realemutua.it/index_ie.html?http://www.realemutua.it/chi_siamo/lastoria.html>; Reale Mutua Assicurazioni, Chi siamo, Il Museo Storico, <http://www.realemutua.it/index_ie.html?http://www.realemutua.it/chi_siamo/museo.html>; Toro Assicurazioni, Chi siamo, Storia, <http://www.toroassicurazioni.it/index.asp?IDCAT=8>; RAS, Chi siamo, RAS e il Gruppo, Storia della società RAS, <http://www.ras.it/chi-siamo-ras/ras-gruppo-ras/storia-societa-ras>; Alleanza Assicurazioni, Alleanza da vicino, Storia, Le principali tappe, <http://www.alleanzaassicurazioni.it/pagine/pagina.aspx?ID=Storia&L=IT>; Cattolica Assicurazioni, Chi siamo, Storia e valori, <http://www.cattolica.it/default.aspx?idPage=404>; Sara Assicurazioni, Informazioni istituzionali, La Storia, <http://www.saraassicurazioni.it/opencms/opencms/SaraAssicurazioni/SaraAssicurazioni/chi_siamo/storia>.

Biblioteca Mansutti, la Fondazione, <http://www.bibliotecamansutti.it/home.php?ID=FOND>.

Cfr. Biblioteca Mansutti, la Fondazione, la Biblioteca, <http://bibliotecamansutti.it/home.php?ID=BIBL>; Biblioteca Mansutti, la Fondazione, i libri, <http://bibliotecamansutti.it/home.php?ID=LIBR>. Nella pagina web della biblioteca, si evidenzia che: “La Biblioteca possiede circa quattromila titoli di opere di storia delle assicurazioni stampate dal ‘500 a oggi. La raccolta di questo prezioso materiale librario è iniziata cinquant’anni fa e da allora prosegue in una costante ricerca di testi del passato, unita a un continuo aggiornamento sulle pubblicazioni contemporanee di storia assicurativa”.

Cfr. Biblioteca Mansutti, la Fondazione, le polizze, <http://www.bibliotecamansutti.it/home.php?ID=POLI>. Come è notato in questa pagina web: “La documentazione del fondo archivistico è costituita anche da oltre 2500 polizze di assicurazione raccolte in tutto il mondo. È sufficiente citarne alcuni esemplari per rendersi conto della varietà del materiale posseduto. Dalla più antica polizza del 1582, interamente manoscritta - con cui Bartolomeo Corsini assicurava il trasporto via mare di un carico di merce dal porto di Londra a quello di Livorno - ai contratti che (nei primissimi anni del ‘600) iniziano a utilizzare un formulario già predisposto a stampa. E poi le polizze, soprattutto inglesi, della fine del ‘700 decorate con raffinate incisioni e, senza tuttavia esaurire il tema, le assicurazioni sulla vita degli schiavi, quelle francesi contro il rischio di richiamo alle armi o quelle, di recente memoria, destinate a investire i piccoli risparmi dei Balilla. Per finire, meritano di essere segnalate alcune raccolte di polizze marittime che - per il fatto di provenire in gran numero da singole piazze mercantili in un arco ristretto di tempo - possono fornire precise notizie sulla prassi assicurativa dell’epoca. Si possono citare le polizze (seconda metà del sec. XVIII) delle imbarcazioni per la pesca del merluzzo sulla rotta da St. Malo alle coste del Canada, quelle della Compagnia del Commercio attiva a Genova fra il 1780 e il 1800 e le oltre 250 polizze con cui, in sette anni (1853-1860), 56 compagnie maltesi si sono alternate nella copertura delle navi in partenza dalla Valletta”.

Cfr. Biblioteca Mansutti, la Fondazione, i manifesti, <http://www.bibliotecamansutti.it/home.php?ID=MANI>.

“Con il termine quaderni di sicurtà si indicavano in età medievale i registri contabili sui quali le aziende di commercio annotavano gli elementi essenziali dei loro contratti di assicurazione, in cui comparivano come assicurati oppure, con altrettanta frequenza, come assicuratori. Quaderni di sicurtà è anche il titolo del Catalogo delle opere possedute dalla (…) Biblioteca che è stato pubblicato nel 1996: oltre 1700 schede che rappresentano il nucleo iniziale del nostro patrimonio librario. In un’unica sequenza alfabetica, Marina Bonomelli, che ha curato la compilazione delle schede, ha riunito tutte le voci di accesso ai libri: autori, titoli, curatori, autori secondari, con diverse schede di spoglio, di rinvio e di rimando da una voce all’altra. I testi più significativi sono illustrati da fotografie in bianco e nero o a colori. Il tutto è completato sia da un elenco delle Compagnie, Enti, Istituti di assicurazione di cui si parla nei libri, sia da un Indice cronologico, sia infine da un Indice per soggetti articolato in due livelli in cui le voci di soggetto sono raggruppate per aree geografiche, ambiti cronologici e settori tematici” (Biblioteca Mansutti, la Fondazione, i Quaderni di sicurtà, <http://www.bibliotecamansutti.it/home.php?ID=QSIC>).

Cfr. Fiat, <http://www.fiat.com/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_COM/home.jsp>, <http://www.fiat.it/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_ITALIA/home.jsp>.

Cfr. Fiat, The Fiat brand, The Fiat brand today, <http://www.fiat.com/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_COM/fbrand/fbrand.jsp?BV_SessionID=@@@@0581373569.1200005429@@@@&BV_EngineID=cccfaddmmmkmlhjcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073762967>; Fiat, The Fiat brand, History of Fiat, <http://www.fiat.com/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_COM/fbrand/fbrand.jsp?BV_SessionID=@@@@0581373569.1200005429@@@@&BV_EngineID=cccfaddmmmkmlhjcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073762968>.

Cfr. Fiat, Fiat Worldwide, Fiat Clubs, <http://www.fiat.com/cgi-bin/pbrand.dll/FIAT_COM/fiatuniverse/club.jsp?BV_SessionID=@@@@0581373569.1200005429@@@@&BV_EngineID=cccfaddmmmkmlhjcefecejgdfkhdfjj.0>.

Cfr. FIATGROUP, Il Gruppo Fiat, Fiat S.p.A., Storia, <http://www.fiatgroup.com/main.php?w=1&tl=Gruppo%20Fiat&gs=Storia>.

Cfr. Fiat Auto Press, Archivio Fotografico, <http://www.fiatautopress.com/index.php?method=gallery>.

Cfr. Immagini di Storia, I luoghi, Torino, Archivio Storico Fiat, <http://www.immaginidistoria.it/luoghi1.php?id=18>. Come è indicato in questa pagina web: “L’Archivio Storico Fiat ha sede in un edificio liberty che fu il primo ampliamento (1907) delle officine di Corso Dante dove nacque l’azienda. Conserva oltre 5 mila metri lineari di documenti, dal 1900 agli anni Ottanta, relativi ai diversi aspetti della storia industriale del Gruppo Fiat (amministrazione, finanza, personale, produzione, comunicazione, ufficio studi, tecnologie, progettazione…) e dei suoi prodotti (automobili, veicoli commerciali, trattori e macchine movimento terra, treni, aeroplani, motori marini…). A questo si aggiunge un patrimonio iconografico di quasi un milione di fotografie, lastre fotografiche, negativi; migliaia di manifesti e bozzetti pubblicitari; più di 200 ore di film e video riversati in digitale. Una biblioteca di tremila volumi sulla storia della Fiat, dei mezzi di trasporto, delle imprese e del lavoro, completa la dotazione del centro”. Le immagini riportate in questa e nelle pagine successive sono accompagnate da date e didascalie.

Zadìg, L’Azienda, <http://www.zadigweb.com/Azienda.html>; inoltre, cfr. Zadìg, Progetti realizzati, Internet, <http://www.zadigweb.com/web.html>.

Cfr. Lancia, <http://www.lancia.it/cgi-bin/pbrand.dll/LANCIA_ITALIA/home.jsp>; Alfa Romeo, <http://www.alfaromeo.com/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAROMEO_COM/home.jsp>.

Cfr. Lancia, Storia, <http://www.lancia.it/cgi-bin/pbrand.dll/LANCIA_ITALIA/history/history.jsp?BV_SessionID=@@@@1260972854.1200006160@@@@&BV_EngineID=cccdaddmmmkmkljcefecejgdfkhdfjj.0>.

Cfr. Alfa Romeo, Storia, <http://www.alfaromeo.com/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAROMEO_COM/history/history.jsp?BV_SessionID=@@@@1974597320.1200006141@@@@&BV_EngineID=cccgaddmmmkmlkicefecejgdfkhdfjj.0>. La storia dell’Alfa viene narrata in modo elaborato, attraverso i riferimenti, per ciascun decennio, all’evoluzione del marchio, alla diversificazione delle vetture, all’andamento delle corse automobilistiche, alle vicende dei principali personaggi e dell’azienda in quanto tale. Nel sito, inoltre, si trova una bibliografia sulla storia aziendale (cfr. Alfa Romeo, Storia, Bibliografia, Bibliografia storica, <http://www.alfaromeo.com/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAROMEO_COM/history/history.jsp?BV_SessionID=@@@@1974597320.1200006141@@@@&BV_EngineID=cccgaddmmmkmlkicefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073750548>).

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/>, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/home.jsp>.

Come è sottolineato nel sito dell’archivio: “Alfa Romeo ha sempre riservato una particolare attenzione alla storia dell’impresa come componente essenziale dell’evoluzione della società moderna e dello sviluppo della cultura industriale. Questo interesse ha un duplice obiettivo: soddisfare il crescente coinvolgimento del mondo scientifico/culturale e soprattutto amatoriale verso la storia della Marca, e assecondare l’esigenza di tener viva l’immagine aziendale attraverso il filtro dei suoi trascorsi. È così che nel 1969 la Presidenza di Alfa diede l’avvio alla costituzione dell’Archivio Storico Alfa Romeo. (…) Dopo anni di continuo e proficuo lavoro durante i quali prendeva forma, si arricchiva di preziosi documenti, si riorganizzava in chiave moderna, oggi l’Archivio Storico Alfa Romeo è una realtà viva, pulsante e perfino propositiva” (Archivio Storico Alfa Romeo, Chi siamo, Intro, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/aboutus/aboutus.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0>).

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, Chi siamo, Storia, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/aboutus/aboutus.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073790842&contentType=PB_GEN_CNT1>.

Archivio Storico Alfa Romeo, Chi siamo, Metodologia, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/aboutus/aboutus.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073790867&contentType=PB_GEN_CNT1>.

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, Chi siamo, Attività e Mission, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/aboutus/aboutus.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073790865&contentType=PB_GEN_CNT1>; Archivio Storico Alfa Romeo, Chi siamo, Norme per la consultazione, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/aboutus/aboutus.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073790868&contentType=PB_GEN_CNT1>.

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Intro, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0>.

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Foto, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073772630&contentType=PB_GEN_CNT2>; Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Pubblicazioni Tecniche, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073772631&contentType=PB_GEN_CNT2>; Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Disegni, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073772632&contentType=PB_GEN_CNT2>; Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Biblioteca, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/biblioteca.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073772634>; Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Cineteca, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073772636&contentType=PB_GEN_CNT2>.

Cfr. Archivio Storico Alfa Romeo, Documenti, Tesi, <http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/cgi-bin/pbrand.dll/ALFAAS_ITALIA/documents/documents.jsp?BV_SessionID=@@@@1182969495.1200006624@@@@&BV_EngineID=ccceaddmmmkmlejcefecejgdfkhdfjj.0&categoryOID=-1073792966&contentType=PB_GEN_CNT2>; Vodcast, Alfa Romeo, Alfa Romeo, una tradizione che continua I, <http://vodcast.alfaromeo.it/?watch=E6MJ7DJD3AQK7S4YHHK8EJW2X3>; Vodcast, Alfa Romeo, Alfa Romeo, una tradizione che continua II, <http://vodcast.alfaromeo.it/?watch=USVAZQ6FT399SBD8FYZE7ASMMZ>.

Cfr. Same Deutz-Fahr Group, <http://www.samedeutz-fahr.com/it/>.

Cfr. Same Deutz-Fahr Group, La nostra storia, <http://www.samedeutz-fahr.com/it/museum.php>; Same Deutz-Fahr Group, La nostra storia, Quattro ruote che lavorano, <http://www.samedeutz-fahr.com/museum_it.html>. Come è stato notato nella prima di queste due pagine web: “La storia della Same trattori è insieme la storia di un uomo geniale e di un’azienda che è riuscita a conquistarsi un ruolo di prestigio nel panorama mondiale. Sono passati 75 anni da quando il giovane Francesco Cassani presentò il primo progetto di trattore che anticipava i tratti del primo trattore a quattro ruote motrici e con un vero motore Diesel, che realizzerà nel 1952. La curva dell’apprendimento è stata lunga e dolorosa ma costellata da continui progressi verso la maturità imprenditoriale, un itinerario sempre alimentato da un intuito tecnologico eccezionale, dall’interesse profondo verso i problemi reali del cliente, dalla ricerca «assillante» di soluzioni volte ad aiutare l’agricoltore a liberarsi dalla dura fatica manuale, da una forte ambizione creatrice. Il Gruppo nel corso degli anni è divenuto un vero gruppo internazionale, con le sue fabbriche in Italia, Germania, Polonia, India e con società di distribuzione ed assistenza tecnica presenti nei principali paesi”.

Cfr. Same Deutz-Fahr Group, Archivio Storico, Modalità di accesso, <http://195.103.16.109/archiviostorico/regolamento_ita.htm>; Same Deutz-Fahr Group, Archivio Storico, Mission e Funzioni, <http://195.103.16.109/archiviostorico/mission_ita.htm>.

Cfr. Same Deutz-Fahr Group, Archivio Storico, <http://195.103.16.109/archiviostorico/default.asp?lingua=e>.

Cfr. Same Deutz-Fahr Group, Archivio Storico, Una storia in movimento, <http://195.103.16.109/archiviostorico/filmati_ita.htm>.

Same Deutz-Fahr Group, Museo Storico, <http://195.103.16.109/museostorico/index.asp>.

Pininfarina, Il Gruppo, <http://www.pininfarina.it/index/gruppo>.

Cfr. Pininfarina, Pininfarina racconta, Pininfarina Video, <http://www.pininfarina.it/repository/multimedia/Video/01_video_welcome/index.htm>.

Cfr. Pininfarina, Storia & Modelli, <http://www.pininfarina.it/index/storiaModelli.html>; Pininfarina, Storia & Modelli, Timeline, <http://www.pininfarina.it/index/storiaModelli/timeline>; Pininfarina, Storia & Modelli, Biografie, <http://www.pininfarina.it/index/storiaModelli/biografie>; Pininfarina, Storia & Modelli, Modelli Pininfarina, <http://www.pininfarina.it/index/storiaModelli/modelli>; Pininfarina, Storia & Modelli, Collaborazioni, <http://www.pininfarina.it/index/storiaModelli/collaborazioni>.

Cfr. Museo dell’automobile, <http://www.museoauto.it/>. Inoltre, cfr. Museo dell’automobile di Torino, <http://www.racine.ra.it/orione39/attivita/ipertesti/Una_gita_a_Torino/home_auto.htm>. Si possono trovare altri musei di questo tipo sul web: cfr. Museo Nicolis, <http://www.museonicolis.com/website/index.php>; Museo dell’Automobile, San Martino in Rio (RE), <http://www.museodellauto.it/>; Museo delle Auto della Polizia di Stato, <http://www.museoautopolizia.it/>; Museo di Macchine “Enrico Bernardi”, <http://www.unipd.it/musei/macchine/collezioni.html>. Un sito del tutto particolare, con molte riproduzioni di reperti industriali, è quello del “Museo Fisogni”, dedicato ai distributori di benzina (cfr. Museo Fisogni, <http://www.museo-fisogni.org/>).

Cfr. Ducati, Tradizione, Le cronache della leggenda, <http://www.ducati.com/it/heritage/index.jhtml>; Ducati, Tradizione, Il Museo Ducati, <http://www.ducati.com/it/heritage/museo/introduzione.jhtml>. Vi sono, poi, alcuni altri siti che fanno riferimento alla storia di aziende motociclistiche: cfr. Museo Morbidelli, <http://www.museomorbidelli.it/index.htm>; Moto Morini, Storia, <http://www.motomorini.com/storia-intro_ita.asp>; Benelli, Azienda, Storia, <http://www.benelli.com/storia.asp>.

Cfr. MV Augusta, Company, La storia, <http://www.mvagusta.com/_vti_g1_hist1.aspx?rpstry=3>.

Cfr. Gruppo Lavoratori Anziani Augusta MV, <http://www.glaagusta.org/museo/index.shtml>; Museo Augusta, <http://www.dgualdo.it/museo-agusta.htm>.

Cfr. Museo Virtuale – Il Regio Museo Industriale, <http://www2.polito.it/strutture/cemed/museovirtuale/luoghi/3-01/3-1-08/3-1-08.htm>; Museo Virtuale – Il Regio Museo Industriale Italiano di Torino, <http://www2.polito.it/strutture/cemed/museovirtuale/nome/1-02/1-2-03/1-2-0308.htm>; M.I.L.S. – Museo delle Industrie e del Lavoro Saronnese, <http://www.saronno.com/Associazioni/Mils/Mils.htm>; Museo Italiano della Ghisa, <http://www.museoitalianoghisa.org/default.asp?L=IT>; I “Magli” di Sarezzo, <http://www.comune.sarezzo.bs.it/fucina>; Museo della Filigrana, <http://www.museofiligrana.org/index.htm>; Museo della Carta e della Filigrana, <http://www.museodellacarta.com/home_page.html>; Museo della Carta - Amalfi, <http://www.museodellacarta.it/>; Museo della Figurina - Modena, <http://www.comune.modena.it/museofigurina/>; Tipoteca Italiana fondazione, Museo del Carattere e della Tipografia, <http://www.tipoteca.it/>; Museo Bodoniano, <http://www.mb-museobodoniano.it/index-flash.htm>; Museo Tipografico Rondani, <http://www.museotipograficorondani.it/>; Museo della Plastica, <http://museo.cannon.com/museonew/primaReale.asp>; Museo della Paglia e dell’Intreccio “Domenico Michelacci”, <http://www.museopaglia.it/>; Museo Artistico Industriale, <http://mai.museum.com/italiano/index.html>, <http://martind.scie.remuna.org/>; Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, <http://www.micfaenza.org/index.htm>; Il Museo della Ceramica di Montelupo, <http://www.museomontelupo.it/mu/1/museoceramica/museoceramica.asp>; Museo della ceramica, <http://www.museogrottaglie.it/>; Museo Unoaerre, <http://www.unoaerre.it/it/museums_virtualtour.aspx>; Museo Bulgari, <http://www.bulgari.com/splash.php>; Mario Buccellati, Il Museo Aziendale, La Collezione di Lorenzo Buccellati, <http://www.mariobuccellati.it/collezione/collezione1.htm>; Museo dell’Orologeria Pesarina, <http://www.valpesarina.org/orologi/museo/museo_home.htm>; Museo dell’Orologio da Torre “Roberto Trebino”, <http://www.trebino.it/>, <http://www.dpsonline.it/trebino/museo.asp>; Museo della pipa di Brebbia, <http://www.brebbiapipe.it/museo_storia.php>; Museo del Cavallo Giocattolo, <http://www.museodelcavallogiocattolo.it/>; Museobottega della Tarsialignea, <http://www.alessandrofiorentinocollection.it/afc/ita/museo.html>; Museo della Tarsia di Rolo, <http://www.museodellatarsia.it/servizi/notizie/notizie_homepage.aspx>; Sagsa S.p.A., Spazio Museo Sagsa, <http://www.sagsa.net/SAGSA.HTM>; Museo del Tessuto, <http://www.museodeltessuto.it/>; Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile, <http://www.fondazionetessilchieri.com/>; Museo della Lana, <http://www.regione.abruzzo.it/museum/museo.html>; Museo del Costume Raffaello Piraino, <http://www.museopiraino.it/>; Villa Foscarini Rossi, Come è nato il museo, <http://www.villafoscarini.it/cultura-nascita.php>; Museo dell’Arte del Cappello di Ghiffa, <http://www.museodellartedelcappello.it/index.htm>; Museo dell’Ombrello e del Parasole, <http://www.gignese.it/museo/ombrello/index.html>; Il Museo dell’Occhiale, <http://eyesway.com/Contents/home_museo.php>; Musei del cibo, <http://www.museidelcibo.it/>; Museo del Confetto “Giovanni Mucci”, <http://www.museodelconfetto.it/>; Museo Nazionale delle Paste Alimentari, <http://www.museodellapasta.it/>; Museo dell’Olivo, <http://www.museodellolivo.com>; Lungarotti, Museo dell’Olio, <http://www.olio.lungarotti.biz/>; Lungarotti, Museo del vino, <http://www.vino.lungarotti.biz/>; Museo del vino - Caldaro, <http://www.provinz.bz.it/volkskundemuseen/Wm_it_0.htm>. Va segnalato, poi, un portale, interamente dedicato ai musei dell’artigianato delle diverse regioni italiane (cfr. Musei dell’Artigianato, <http://www.musei.confartigianato.it/Progetto.asp>). Infine, nel settore dei trasporti – oltre alla documentazione storico-archivistica contenuta nel portale delle “Ferrovie dello Stato” (cfr. Ferrovie dello Stato, <http://www.ferroviedellostato.it/>; Ferrovie dello Stato, Gruppo Ferrovie dello Stato, La nostra storia, <http://www.ferroviedellostato.it/ferrovie/v/index.jsp?vgnextoid=d3d2ecb4439ab010VgnVCM1000002f2af90aRCRD>), a due rilevanti fonti specifiche (cfr. Treni & Dintorni, <http://www.treni-dintorni.com/trenidintorni/homepage.htm>; La mia Ferrovia, <http://www.miaferrovia.it/>) e alla notevole bibliografia ferroviaria online (cfr. Bibliografia Ferroviaria Italiana, <http://www.trenidicarta.it/>) –, vi sono alcuni siti museali di un certo interesse (cfr. Il sito del Museo Ferroviario Piemontese, <http://www.museoferroviariopiemontese.com/default.asp>; Il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio, <http://www.retecivica.trieste.it/museofer/>; Museo Ferroviario Ligure, <http://www.museoferroviarioligure.it/>; Il Museo Ferroviario Sardo a Cagliari, <http://web.tiscali.it/sardegnavapore/museo.htm>; AMFV/Associazione Museo Ferroviario Valdostano, <http://www.amfv.it/>; Il Museo Ferroviario di Cuneo, <http://www.dlfcuneo.net/museo.html>; Associazione Verbano Express - Museo Ferroviario del Verbano, <http://xoomer.alice.it/verbanoexpress/>; Musei e Siti Archeologici, Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, <http://www.laportadelvesuvio.it/musei_pietrarsa.htm>; Museo Nazionale dei Trasporti, <http://www.laspezia.net/mnt/main.htm>; Museo Europeo dei Trasporti Ogliari, <http://www.museo-ogliari.it/>).

Cfr. Gucci, About Gucci, History, <http://www.gucci.com/int/uk-english/about-gucci/history/>; Salvatore Ferragamo, Cronologia, <http://www.salvatoreferragamo.it/web/itadonnacronologia.html>; Salvatore Ferragamo, Museo Salvatore Ferragamo, <http://www.salvatoreferragamo.it/web/itadonnamuseo.html>; Missoni, Storia, <http://www.missoni.com/ita.html>; Gianfranco Ferré, History, Gallery, <http://www.gianfrancoferre.com/ita/win.html>; United Colors of Benetton, Sito Stampa 40 Anni, 40 Anni di Storia, <http://www.benettongroup.com/40years-press/ITA/40_years_timeline.html>; United Colors of Benetton, Sito Stampa 40 Anni, Video, <http://www.benettongroup.com/40years-press/ITA/videos.html>; Ermenegildo Zegna, Zegna Group, <http://www.zegna.com/?page=ZegnaGroup.HP>; The Zucchi Collection of Antique Handblocks 1785-1935, <http://www.zucchicollection.org/pages/index.php?language=it>. In quest’ultimo sito, si precisa che: “Il significato della Collezione Zucchi non è limitato alla raccolta dei blocchi da stampa, alla loro catalogazione e conservazione, all’esposizione negli spazi museali. Infatti, una serie di iniziative, dedicate a varie categorie di persone, mette continuamente questo patrimonio a disposizione del pubblico”; tuttavia, va sottolineato che: “Questi blocchi erano appartenuti ad una prestigiosa azienda tessile inglese, la David Evans & Co., che, per più di centocinquant’anni li aveva raccolti dalle più importanti stamperie d’Europa”, oltre che: “I 12.000 disegni della Collezione registrano, in un arco di tempo che comprende tre secoli, dal 1785 al 1935, le mode più varie e ricercate che attraversarono l’Europa in uno dei periodi più vitali e fecondi della sua cultura, fino alle prime avanguardie stilistiche rappresentate dall’Art Nouveau e dall’Art Déco. 56.000 blocchi da stampa, un volume straordinario, che rappresenta (…) oggi la più grande biblioteca di blocchi per stampa a mano su tessuto” (The Zucchi Collection of Antique Handblocks 1785-1935, Manifestazioni ed eventi, <http://www.zucchicollection.org/pages/knowhow.php>; The Zucchi Collection of Antique Handblocks 1785-1935, Il passato ritrovato, Introduzione, <http://www.zucchicollection.org/pages/past_intro.php>; The Zucchi Collection of Antique Handblocks 1785-1935, Il passato ritrovato, La collezione, <http://www.zucchicollection.org/pages/past_collection.php>).

Cfr. Fondazione Micol Fontana, <http://www.micolfontana.it/index2.html>.

Fondazione Micol Fontana, La Fondazione, <http://www.micolfontana.it/fonda.htm>.

Fondazione Micol Fontana, 50 anni di moda – il fascino del made in Italy, <http://www.micolfontana.it/>. In questa pagina, si evidenzia che: “Tesoro della Fondazione è l’archivio storico costituito da alcuni abiti creati dalle Sorelle Fontana nel periodo compreso tra il 1950 ed il 1990; si tratta di circa 100 capi selezionati tra i più significativi per la storia dell’atelier che, soprattutto a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, hanno vestito alcune donne che si collocano tra le icone del fascino e dell’eleganza femminile”.

Design-Italia Official Web Site, Museum of Italian Design, <http://www.design-italia.it/italiano/museo.htm>. Inoltre, proseguendo nell’esposizione, viene rilevato che: “I criteri alla base della selezione dei contenuti pubblicati prevedono la presenza di schede di aziende italiane, di prodotti delle aziende italiane progettati da designer stranieri e i progetti di designer italiani, anche quelli prodotti da aziende straniere”. Altri siti di questo tipo sono: la “Collezione Permanente del Design Italiano”, la “Fondazione Anna Querci per il Design” e la “Fondazione ADI per il Design Italiano” (cfr. Collezione Permanente del Design Italiano, <http://www.triennale.it/triennale/permanente/home_.html>; Fondazione Anna Querci per il Design, <http://www.fondazioneannaquerci.it/>; Fondazione ADI per il Design Italiano, <http://www.fondazioneadi.org/>).

Cfr. Kartell, <http://www.kartell.it/global.aspx?idLingua=IT>.

Cfr. Alessi, L’Azienda, Storia, <http://www.alessi.com/azienda/storia.jsp>; Fimag – Gruppo Guzzini, Il Gruppo, <http://www.fimag.it/ita/ilgruppo.htm>; Fimag – Gruppo Guzzini, La Storia, <http://www.fimag.it/ita/lastoria.htm>; Venini, <http://www.venini.com/venini.html>.

Cfr. Richard Ginori 1735.Com, <http://www.richardginori1735.com/>; Richard Ginori 1735.Com, Storia, <http://www.richardginori1735.com/ita/storia/storia.html>; Museo di Doccia, <http://www.museodidoccia.it>.

Balnea Museum, <http://www.balnea.net/museum/index.html>. Il museo è molto ricco di documentazione e, in linea generale: “Propone un panorama storico che spazia dai primi bagni terapeutici sulla Manica della metà del Settecento e dalla nascita delle città d’acqua in Europa, Australia, Sud Africa e negli Stati Uniti, fino all’esplosione del turismo di massa degli anni Cinquanta” (Balnea Museum, Informazioni e link, Mission, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=mission>).

Cfr. Balnea Museum, Gallerie, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=category>; Balnea Museum, Biblioteca, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=doc>; Balnea Museum, Visite e mappa, Ricerca, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=search>. Le gallerie sono suddivise in tre sezioni molto articolate: “Esposizioni permanenti”, “Mostre temporanee” e “Rimini e Riviera” (cfr. Balnea Museum, Gallerie, Gallerie permanenti, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=category&id=113>; Balnea Museum, Gallerie, Special Exhibitions, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=category&id=6>; Balnea Museum, Gallerie, Rimini e Riviera, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=category&id=9>). La biblioteca, a sua volta, è ripartita in tre aree: “Documenti” – con varie riproduzioni di volumi in facsimile –, “Saggi e articoli” e “Scaffale riminese” (Balnea Museum, Biblioteca, Documenti, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=doc&type=documenti>; Balnea Museum, Biblioteca, Saggi e articoli, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=doc&type=saggi%20e%20articoli>; Balnea Museum, Biblioteca, Scaffale riminese, <http://www.balnea.net/default.asp?cmd=doc&type=scaffale%20riminese>). La maschera di ricerca, poi, consente di costruire un percorso personalizzato all’interno dell’archivio.

Cfr. Touriseum. Museo provinciale del Turismo, <http://www.touriseum.it/index_it.asp>.

Touriseum. Museo provinciale del Turismo, Chi siamo, <http://www.touriseum.it/it/chisiamo/default.htm>. Come è stato osservato: “Il Museo del Turismo Castel Trauttmansdorff è un museo provinciale che tratta la tematica del turismo regionale nei suoi diversi aspetti: come segmento economico, come fenomeno sociale, come occasione di incontro e scambio culturale, come stimolo ed al contempo risultato di mutamenti sociali, come fattore di modificazione paesaggistica e di mutamento culturale ecc. Questi aspetti vengono tratteggiati all’interno del museo sia da un punto di vista dell’analisi storica, sia per la loro importanza odierna” (Touriseum. Museo provinciale del Turismo, Chi siamo, Linee guida, <http://www.touriseum.it/it/chisiamo/lineeguida1.htm>). Inoltre, va evidenziata l’importanza della sezione del sito destinata all’esposizione permanente e l’accuratezza della trasposizione del percorso museale in rete (cfr. Touriseum. Museo provinciale del Turismo, Esposizione permanente, <http://www.touriseum.it/it/esposizionepermanente/default.htm>; Touriseum. Museo provinciale del Turismo, Esposizione permanente, Percorso museale, <http://www.touriseum.it/it/esposizionepermanente/percorso.htm>).

Cfr. Musei-it.net - Musei e Nuove Tecnologie, <http://www.musei-it.net/index.php>; Musei-it.net - Musei e Nuove Tecnologie, Aziende, <http://www.musei-it.net/aziende.php>.

Cfr. Computer Museum .it, <http://www.computermuseum.it/index.asp>.

Cfr. Computer Museum .it, Museo, <http://www.computermuseum.it/museum/index.htm>; Computer Museum .it, Storia, <http://www.computermuseum.it/history/index.htm>; Computer Museum .it, Mediateca, <http://www.computermuseum.it/media/pub.asp>; Computer Museum .it, Archivio, <http://www.computermuseum.it/archive/index.htm>.

Cfr. Museo Virtuale dell’Informatica, <http://museoinf.isti.cnr.it/>; Museo dell’Informatica e del Calcolo Scientifico, <http://www.museoaica.it/>; Tecnoteca.it - Museo on line, <http://www.tecnoteca.it/museo>; Storia del Computer e Informatica, <http://www.windoweb.it/edpstory_new/edp.htm>; FWT UNESCO Computer Museum, <http://musi.fwtunesco.org/index.html>. Un altro sito museale di qualche interesse è quello del “Museo Virtuale Glauco Pegorini”, che presenta macchine da scrivere, calcolatrici e strumenti d’ufficio di un’altra epoca – i predecessori del computer –, con particolare riferimento alla marca “Olivetti” (cfr. Museo Virtuale Glauco Pegorini, <http://typewriter.gammac.net/Default.aspx?tabid=62>).

Fonte: https://www.researchgate.net/profile/Amedeo_Lepore/publication/216620782_Nuove_metodologie_per_la_Storia_Economica_Fonti_elettroniche_e_telematiche/links/09e414fd1a781d39d8000000

Sito web da visitare: https://www.researchgate.net

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