Leopardi il sistema filosofico leopardiano

Leopardi il sistema filosofico leopardiano

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Leopardi il sistema filosofico leopardiano

Il sistema filosofico leopardiano

Si è a lungo negato che il pensiero di Leopardi avesse rilevanza filosofica: gli mancherebbero la sistematicità, la coerenza e l’originalità. Solo dopo la seconda guerra mondiale le riserve sono cadute: la sottovalutazione ottocentesca e primo novecentesca dipendevano dalla prevalenza di tendenze filosofiche antitetiche al pensiero leopardiano come l’Idealismo romantico e il Positivismo di secondo Ottocento che non potevano accettare né la sfiducia di Leopardi nell’idea di progresso né il suo radicale pessimismo. Si aggiunga che il materialismo leopardiano dava molto fastidio sia alla cultura cattolica (fortissima in Italia) sia alla tradizione idealista.
Leopardi parla spesso del suo “sistema” e definisce “teorie” alcune sue impostanti riflessioni. Ciò che manca di sistematicità e può definirsi “aperto” è il metodo di indagine leopardiano, ma per espressa volontà del pensatore che rifiuta un uso specialistico della filosofia e individua la tendenza alla speculazione quale bisogno esistenziale e sociale, in una parola come bisogno antropologico.
Non pensa cioè in quanto filosofo, ma in quanto essere umano e in quanto essere sociale.
Due criteri-guida dirigono le riflessioni leopardiane: la ricerca del vero esistenziale dell’io e del vero sociale dei molti. Le leggi del “sistema” devono, per esser vere, restare valide tanto davanti ai requisiti della propria esperienza individuale quanto davanti a quelli di ogni altra esperienza; devono cioè avere valore sia soggettivo che oggettivo.

1817-18: pessimismo storico. Rousseau. Illuminismo settecentesco. L’infelicità umana non dipende dalla natura che è un’entità positiva e benefica, non perché assegna all’uomo una condizione felice, ma perché produce solide e generose illusioni che rendono l’uomo capace di virtù e di grandezza. La civiltà umana e il progresso, però, hanno distrutto le illusioni che abbellivano la vita e la rendevano sopportabile e ha svelato all’uomo l’arido vero della sua condizione infelice sulla terra. L’uomo non era veramente felice sulla terra, ma le illusioni lo proteggevano dal rendersene conto e potevano fargli credere che la felicità fosse comunque raggiungibile. La civiltà ha abbandonato l’uomo ad un’infelicità sempre più consapevole e insopportabile.
In questa fase del pensiero leopardiano l’infelicità non è un dato costitutivo ed esistenziale ma un dato storico: gli antichi, gli uomini primitivi, i Greci e i Romani erano ancora capaci di grandi illusioni, mentre i moderni le hanno perdute quasi completamente. Vi sono per i moderni dei margini di recupero delle grandi illusioni degli antichi attraverso l’azione e l’eroismo, il rischio e il disprezzo della vita in nome di una sfida al destino. L’ispirazione civile di alcune canzoni di questo periodo (dal 1818 fino al 1822-23) testimonia la fiducia nella recuperabilità dei grandi valori del mondo antico.

1819-1823: abbandono del cattolicesimo; fallimento dei moti liberali del 1821 = sfiducia nel valore dell’impegno civile e nella sua praticabilità ed efficacia nel presente. Leopardi abbraccia definitivamente il sensismo illuministico e acquisisce un punto di vista rigorosamente materialistico ispirato al meccanicismo settecentesco: le idee dipendono dalle sensazioni, “il corpo è l’uomo”; “il corpo pensa” “è materia pensante”.
Teoria del piacere (1820): l’infelicità è data dal contrasto insanabile tra il bisogno dell’individuo di essere felice e l’impossibilità del soddisfacimento oggettivo di tale bisogno. L’uomo aspira naturalmente al piacere, ma il piacere desiderato è sempre superiore, per intensità e durata, al piacere effettivamente conseguito e conseguibile. Il desiderio è anzi in se stesso illimitato e perciò destinato comunque a non essere soddisfatto.
Pessimismo cosmico. Ora la responsabilità dell’infelicità umana da Leopardi è fatta ricadere per intero sulla natura, che determina la tendenza umana al piacere e infonde negli uomini il bisogno di felicità, senza poter poi in alcun modo soddisfare tale bisogno; e anzi facendo della vita umana un insieme di delusioni, di sofferenze e di noia, con l’unico scopo di procedere verso la morte. Non sono più le condizioni storiche la causa dell’infelicità, bensì le condizioni esistenziali dell’uomo.
E’ il “pessimismo cosmico”: è la vita stessa nella sua organizzazione universale ad essere orientata esclusivamente alla perpetuazione dell’esistenza, senza che il desiderio di piacere degli individui venga tenuto in alcun conto. Il giudizio sulla civiltà ora è ambivalente: da un lato essa è l’arma attraverso la quale l’uomo ha smascherato la verità della propria condizione, recuperando così, se non la possibilità di essere felice, almeno la dignità della coscienza. Ciò è vero però solo per quelle fasi della storia e per quelle forme di pensiero che non hanno esitato a cercare di comprendere coraggiosamente e senza mistificazioni la verità della condizione dell’uomo sulla terra. Di qui un’esaltazione del razionalismo europeo che va dal Rinascimento al Settecento, culminando nell’Illuminismo;  e una condanna di ogni forma di religione (e del Cristianesimo), e in particolare del Medioevo (elemento non secondario di distanza rispetto ai romantici). Le tendenze prevalenti durante la Restaurazione rappresentano per Leopardi un doppio regresso: la fiducia nel progresso come processo inevitabile e la ripresa religiosa spiritualistica convergono nel vanificare gli effetti positivi dell’Illuminismo.
D’altra parte la civiltà, sottraendo l’uomo al dominio delle forze naturali e delle illusioni, lo ha reso più egoista e più fragile, più inautentico: le società moderne vedono una lotta disperata di tutti contro tutti che Leopardi rappresenta nei termini ereditati dalla riflessione politica di Hobbes e di Machiavelli.

1823-1827: approdo provvisorio; saggezza distaccata e scettica ispirata dal pensiero greco ellenistico (Epitteto). Rinuncia alla scrittura poetica. Operette morali attraverso le quali Leopardi colpisce con l’arma del sarcasmo le illusioni dei suoi contemporanei.

1827-1837: A partire dal Dialogo di Plotino e di Porfirio delle Operette (1827) si assiste ad una valorizzazione del momento sociale dell’esperienza umana. Ciò consente anche di dare una risposta definitiva alla questione del suicidio affrontata frequentemente da Leopardi: esso costituisce una viltà ed un errore perché provoca dolore nei superstiti, rendendo loro più insopportabile la vita. Lo sforzo degli esseri umani deve essere invece rivolto a soccorrersi scambievolmente, facendo fronte comune contro la nemica Natura. Da questa intensa pietà per il genere umano deriva la possibilità di ricostruire una morale fondata non su astrazioni, ma sul sentimento della fraternità sociale. Alla civiltà, cioè all’uomo compete di conquistare la coscienza del vero; e il vero coincide con il riconoscere il male della condizione umana. Compiere questa denuncia è un dovere sociale.
A questo punto il pensiero leopardiano assume i connotati di un progetto di civiltà. Sulla coscienza del vero, infatti, deve basarsi un nuovo modo di vivere da parte degli uomini: consapevoli del male comune e del nemico comune (la Natura), essi devono allearsi per ridurre il più possibile il dolore di tutti gli uomini e accrescere la felicità consentita dal loro stato fisico-biologico.
Promuovendo l’intera umanità a soggetto di questa lotta contro i limiti naturali, Leopardi trasferisce a tutti gli uomini, senza distinzione alcuna, i valori del titanismo alfieriano, nati quale opposizione aristocratica di un eroe singolo alla massa del volgo. Sta qui innanzitutto la democraticità del pensiero leopardiano ultimo. Ed è su questa base concettuale che si muovono tanto la ricerca artistica degli ultimi anni (con al centro i Paralipomeni e La ginestra), quanto l’impegno intellettuale e civile tra la Firenze dei cattolici moderati e la Napoli degli spiritualisti.

 

Fonte: http://www.istitutogentili.it/public/materiale/Leopardi%20sistema%20filosofico.doc

Sito web da visitare: http://www.istitutogentili.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Leopardi il sistema filosofico leopardiano

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Leopardi il sistema filosofico leopardiano

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Leopardi il sistema filosofico leopardiano