Dante e la divina commedia

Dante e la divina commedia

 

 

 

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Dante e la divina commedia

Dante (1265-1321)

Dante nasce tra il mese di maggio e quello di giugno del 1265, data abbastanza sicura perché nell’Inferno dice di essere del segno dei gemelli. Sulla sua biografia non vi sono molte informazioni. Muore a Ravenna nel 1321 a 55 anni.
Suo padre si chiamava Alighiero Alighieri e sua madre Bella, questa famiglia risale ai Cacciaguida (crociate).
La famiglia di Dante appartiene alla nobiltà guelfa cittadina (parte vicino al papa, mentre i ghibellini difendono le prerogative imperiali). Nel 1266 i guelfi prendono il potere a Firenze. I guelfi sono divisi in 2: bianchi e neri.
La formazione scolastica di Dante non è molto conosciuta, è solo noto che ha soggiornato a Bologna e che a 20 anni sposa Gemma Donati tramite un matrimonio pianificato.
Il poeta partecipa alla vita culturale fiorentina: nel 1295 è iscritto all’arte dei Medici e Speziali (un tipo di università). Prima, nel 1289, Dante è anche soldato e partecipa alla battaglia di Campaldino, in cui Firenze cerca di conquistare il paese e il castello di Caprona contro gli Arentini.
Nel 1300 Dante diventa priore di Firenze.

La divisione in bianchi e neri dei guelfi è dovuto a due convinzioni diverse secondo le quali una parte segue la famiglia dei Cerchi e l’altra la famiglia dei Donati, che sono molto più legati al papa Bonifacio VIII.
Dante è convinto della divisione papato-comuni (o signorie) e si schiera con i guelfi bianchi pur avendo sposato una Donati.
Nel 1301 Bonifacio VIII chiama Carlo di Valais, chiedendo aiuto alla Francia per scacciare i bianchi di Firenze. Carlo si reca a Firenze e aiuta i neri a salire al potere, permettendogli di esiliare Dante da Firenze, che in quel momento si trova a Roma per interloquire col papa. Il poeta ha il permesso di rientrare solo se paga una multa, ammettendo che è nel torto. Non accetta. Tenta comunque di rientrare ma non gli viene concesso l’armistizio, perciò cominci a pellegrinare tra varie corti italiane: la prima è quella degli Scaligeri, a cui dedica il Paradiso.
Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Ravenna da Guido Novello da Polenta, nipote di Francesco da Rimini, la figura dantesca del V canto dell’Inferno.
Dante muore nel 1321 probabilmente a causa della malaria.

Al giorno d’oggi non si possiedono autografi di Dante. Esistono 700 manoscritti della Commedia, il più retrodatato è del 1336.
I filologi costituiscono uno stemma (una specie di albero genealogico) e un’edizione critica, cioè ricostruire  la versione più attendibile di un testo in mancanza d’autografi più vicini alla volontà dell’autografo.
Boccaccio è il primo commentatore di Dante e introduce l’aggettivo divina per qualificare la Commedia.
In un’edizione del 1555 a cura di Ludovico Dolce viene dato il titolo di “Divina Commedia” all’opera di Dante.

In gioventù Dante ha scritto “La Vita Nuova”, un’opera compiuta del 1293-94, di cui la prima edizione critica è stata pubblicata nel 1907, con quella commentata da Guglielmo Gomi come riferimento.

Prossimetro = opera in cui confluiscono delle poesie e dei commenti (esile trama biografica, testi commentati in prosa)

Dante dice di avere letto il “De Consolatione Philosophie” di Boezio (filosofo medievale) per consolarsi della morte di Beatrice, per poi comporre la Vita Nuova.

La Vita Nuova

 

  1. Dante ne è protagonista
  2. Scritta tra il 1293 e il 1294
  3. Racconta le vicende dal momento in cui Dante incontra Beatrice (morta nel 1290), figlia di Folco Poltimoni, da lui cantata e amata
  4. Dante chiama la sua opera libello, rubrica
  5. L’opera è composta da sonetti, canzoni e commenti (= prosimetro); i commenti sono scritti in prosa e contribuiscono a mantenere una certa continuità narrativa, oltre che a supportare i testi
  6. Questo è un testo nel quale Dante canta, alla maniera degli stilnovisti, di Beatrice angelicandola, dal momento del primo incontro con il ragazzino di 10 anni fino al momento in cui Dante dichiara che parlerà della donna in un altro modo, che si rivelerà essere il Paradiso della Commedia
  7. La Vita Nuova contiene le più famose rime di Dante

Si può considerare un testo in cui si narra la storia d’amore tra lo scrittore e la sua gentilissima donna, in cui ci sono incontri, sogni,… Tutto il livello vede il poeta cantare il tema della funzione beatificante della donna.
L’amore citato nel libro è platonico, cioè spirituale. Bisogna però tenere conto anche del fatto che Dante camuffa, a volte, la realtà.
Dante usa spesso perifrasi, come ad esempio “donne ch’avete intelletto d’amore” , per evitare ripetizioni.

La Vita Nuova è composta da 5 stanze di cui 3 sono centrali, ognuna ha 14 endecasillabi e lo schema di rime: ABBA ABBC CDD CEE.

Stanza 1

  1. raccordo con ciò che viene prima e dopo
  2. Dante dice di non riuscire a lodare la sua amata Beatrice, perché è perfetta
  3. Instaura un rapporto con le destinatarie
  4. Utilizza parole della sfera semantica della ragione
  5. Utilizza un nuovo stile dolce come dichiarazione di intenti

 

Stanza 2

  1. nella concezione dantesca l’angelo non parla
  2. grazie alla misericordia di Dio Beatrice rimane sulla Terra
  3. pietà = misericordia di Dio

madonna = donna = Beatrice

  1. si sono già le fondamenta della Commedia
  2. affinità con i principi dello stilnovo (intelligenza angelica, tramite, splendore, virtù, bellezza, perfezione)

Stanza 3

  1. Beatrice purifica l’uomo e ha delle virtù spirituali ( fa risplendere la bellezza degli altri e fa scomparire la viltà)
  2. Nobiltà d’animo
  3. Senso della vita

 

Stanza 4

  1. nuovo personaggio che parla: l’amore
  2. Beatrice è una creatura derivata da Dio
  3. La sua bellezza non ha confronti
  4. Sembra che inizi con una descrizione normale, ma poi dice ancora che attraverso di lei si può essere salvati

Stanza 5 (congedo)

  1. chiude il cerchio, cioè Dante torna ai dati iniziali, la donna, il pubblico scelto, la presenza dell’amore, la canzone che parla e chiede qual è il cammino per arrivarci

La canzone dantesca inaugura un nuovo stile, perché esprime un amore che si innalza ad un livello superiore, un amore che tende alla perfezione celeste.

Altri testi

 

  1. le rime (per certe vi è un problema filologico)
  2. il Convivio (tratto filosofico incompiuto)
  1. de Vulgari Eloquentia: -     Dante studia la lingua
  2. sceglie il volgare illustre come modello
  3. opera non compiuta
  4. de Monarchia (conflitto tra stato e chiesa)
  5. le Epistolae (alcune sono andate perse)
  6. la Commedia (con l’Eneide come modello)

 

La Divina Commedia

Della Commedia non vi sono manoscritti autografi, il primo testo risale al 1336 e quindi vi è un problema filologico. Si è cercato di ricorrere a vari metodi, ma il più valido è stato quello Lachman.

Metodo Lachman: ricostruire lo stemma scegliendo il testo che ha meno errori, questo metodo è valido, ma per la Commedia si esaurisce, dato che vi sono contaminazioni orizzontali, cioè errori in tutti i manoscritti.

Opere minime:

  1. 1555 prima edizione stampata curata da Ludovico Dolce, dove si introduce l’aggiunta dell’aggettivo “divina”
  2. 1966 prima edizione che segue i codici più antichi (edizione Petrocchi)
  3. edizione critica a cura di Federico Sanguinetti (edizioni del Galluzzo)
  4. 1975 concordanza (edizione Einaudi), cioè la raccolta di tutte le voci presenti nell’opera in modo che possano essere rintracciate (quando, come, dove)
  5. enciclopedia dantesca (edizioni Trecconi)

Tre concetti per la lettura

 

  1. elezione (Dante racconta in prima persona)
  2. istruzione (Dante è guidato da Dio attraverso i suoi interpreti)
  3. missione (portare un messaggio divino a tutta l’umanitä

Dante personaggio è diverso da Dante poeta.

I significati del viaggio

 

  1. Percorso esistenziale concesso da Dio
  2. Allegoricamente inteso come percorso verso la conoscenza per liberarsi da uno stato di colpa per ottenere una felicità eterna

L’inferno si trova vicino a Gerusalemme, è un vortice conico rivolto verso il basso, è situato nell’emisfero boreale e più si scende più la pena aumenta. Diametralmente opposto all’inferno ci è la montagna del purgatorio.
Durante il suo viaggio Dante incontrerà fiumi, cerchi, guide, soldati e una miriade di personaggi che parleranno o verranno osservati. Bisogna dunque tener presente:

  1. Dante fa parlare i personaggi
  2. Li presenta come li conosce lui

Canto 1

 

  1. Proemiale per tutta l’opera
  2. Secondo Dante è il Sole che gira attorno alla Terra
  3. Dante opera una scelta precisa per simboleggiare i numeri: 33 canti per cantica, 1 iniziale

1-12     Dante perde la cognizione della verità
“lago del cor” parte interna del cuore in cui risiedono gli spiriti vitali
“notte” condizione spirituale di smarrimento
“lo passo” passaggio

  1.       Prima similitudine

            “piaggia deserta” pendio deserto del colle
“’l piè fermo sempre era ‘l più basso” è faticoso risalire in superficie
“lonza” specie di lince che rappresenta la lussuria (peccato che ostacola la risalita)
37-43   Ci indicano che il viaggio è stato iniziato in primavera e più precisamente il 21 marzo (l’equinozio di primavera), questo è un buon auspicio
“leone” incute paura a Dante e rappresenta la superbia (altro peccato che ostacola)
“lupa” rappresenta l’avarizia, radice di tutti i mali e impedisce a Dante di proseguire il viaggio
55-57   Figura del giocatore d’azzardo
“mi si fu offerto” mi apparve
“chi per lungo silenzio paree fioco” simbolicamente Virgilio che non ha contorni ben precisi, che rappresenta la ragione.

    1. Dante incontra il primo personaggio: Virgilio, compositore dell’Eneide (opera fondamentale della letteratura latina)

76        “noia” sofferenza, pena, angoscia
“largo fiume” tante parole da dire
“vagliami” desidera che
“volume” testi
stile tragico = stile alto e sublime (proprio quello stile di cui è maestro Virgilio)
Dante nel De Vulgari Eloquentia parla di tre stili: tragico, comico o mediano, elegiaco o basso, umile, e poi vi è il bello stile (opere poetiche)

  1. Dante piange per la prima volta
    1. Dante non può oltrepassare la lupa

“veltro” cane da caccia, in senso metaforico nuovo salvatore
“sapienza ed amore e virtute” parole chiave
“feltro” tonaca modesta

Riassunto del primo canto

 

Divisione in sequenze:

    1. Dante si smarrisce in una selva oscura
    2. Il colle illuminato dal sole

31-60   Apparizione delle tre fiere: Dante retrocede verso la selva

    1. Apparizione di Virgilio

100-111 La profezia del veltro
112-136 L’unica via di salvezza: il viaggio nell’Oltretomba

L’impianto allegorico e il senso del viaggio

 

Questo canto introduttivo dell’intero poema si presenta folto di motivi, aspetti fondamentali per tutta l’opera:

  1. L’impianto allegorico: ha radici medievali e non è chiaribile nel nostro tempo (sole, monte e selva sono tre mondi che compaiono fisicamente ma che hanno un significato allegorico)
  2. Il senso del viaggio: è il tentativo di trovare la salvezza, via non semplice per tutta l’umanità del tempo, prigioniera del peccato che non si può sconfiggere se nn lo si conosce a fondo
  3. Carattere profetico: si delinea subito la visione del mondo ultraterreno. Con questo viaggio si preannuncia il senso della visione di Dante, che ha ricevuto da Dio l’incarico di visitare i regni dell’Oltretomba, per indicare la via all’umanità per scampare alla perdizione (fitto rimando a citazioni bibbliche). La profezia del veltro (il dover far scappare la lupa) compare davanti ad una dimensione morale-esistenziale alla quale se ne contrappone una storico-politica
  4. Il ruolo di Virgilio: Virgilio è la guida intellettuale e spirituale (una figura paterna) di Dante, che ha una grande ammirazione per il suo maestro (conosce a menadito passi dell’Eneide e della Bibbia, di cui fa svariate citazioni, esaltando la classicità)
  5. Il ruolo di Dante: narratore e personaggio sono due entità ben distinte. Il personaggio è al centro di passioni ed emozioni di forte drammaticità (paura, angoscia, speranza), è sempre al centro della scena come protagonista assoluto, sensibile, curioso, emotivo. Dante narratore invece ci informa che, memore di queste esperienze, vuole raccontarle all’umanità senza riuscire a nascondere i suoi sentimenti.

Canto 2

 

Questo canto è il proemio dell’Inferno ed inizia con l’invocazione alle muse (=protasi), una dichiarazione dell’argomento tipica dei poemi classici.
Come mai un poeta Cristiano invoca delle divinità pagane? Perché sia l’Eneide che l’odissea che l’Illiade iniziano con un’invocazione alle muse, che è di buon auspicio.
Il primo canto finisce all’alba e il secondo comincia alla sera, perché il viaggio nella selva oscura non può che cominciare con le tenebre: è simbolico.

“Sostenere la guerra” sostenere un cammino pieno di insididie
“cammino sì della pietate” angoscia

  1. Dante spera che la sua mente non lo tradisca
  2.       non è una lode a sé stesso , ma una sottolineatura dell’alto compito che lo aspetta
  3. perifrasi (il padre di Silvio, Enea) ripresa dal VI libro dell’Eneide, la discesa agli inferi di Enea (Virgilio ricostruisce le origini di Roma ed afferma che la discendenza risale alla discendenza di Enea e Dante lo considera un dato storico, perché Virgilio è una auctoritas e quindi non si possono mettere in discussione le sue idee)
  4. chi (Augusto) e che cosa (istituzioni romane)
    1. Roma è stabilita da Dio come luogo santo, è la sede del papato e dell’Impero
  5. metonimia: papale ammanto
    1. Anche S. Paolo è andato nell’Oltretomba e ha portato conferme che la fede è una via di salvezza
  6. similitudine: Dante è colui che non vuole più ciò che voleva prima

“tosta” rapida, esitazione psicologica

    1. Virgilio spiega il viaggio e come mai è stato chiamato a guidare Dante

“pusillanimi” ignavi (coloro che in vita non hai mai preso alcuna posizione, nessuno schieramento)
“limbo” antinferno (chi non è stato battezzato)
Beatrice vuole catturare la benevolenza di Virgilio, perché ha visto Dante nello smarrimento e chiede al maestro di aiutarlo. Virgilio le chiede il motivo per il quale è scesa nell’Inferno e lei risponde che non teme l’Inferno ma teme ciò che nuoce altrui. La risposta alla domanda di Virgilio del perché non teme l’Inferno è che è stata creata in modo che le pene non la tocchino e dichiara di essere scesa su invito di S. Lucia, che ha ricevuto l’invito della Madonna, che a sua volta ha avuto pena della condizione di Dante. Virgilio accetta così l’incarico.
“S. Lucia” grazia dominante
127-132 similitudine: spiega come sta Dante (un fiore che si riapre al mattino così Dante si sente non appena
gli è giunta la notizia all’orecchio)

Riassunto del secondo canto

 

    1. Proemio alla prima cantica
    2. Timori e dubbi di Dante
    3. Conforti di Virgilio e la discesa di Beatrice nel Limbo
    4. Spiegazione di Beatrice

127-142 Dante si rinfranca

Altri viaggi nell’Oltretomba:

  1. Omero, Odissea, libro II: Ulisse scende agli inferi per conoscere l’esito del proprio viaggio, lì si incontrano i fiumi Acheronte, Cocito, la palude Stiga, il Flagetonte
  2. Cicerone, Sommium Sciupius: tratto dal de Republica; narra di Scipione l’Emiliano che ha sognato suo nonno che gli ha descritto l’Oltretomba
  3. Enea, Eneide, libro VI e S. Paolo, 2° lettera ai Corinzi: Enea svolge il viaggio guidato dalla Sibilla Sumana, c’è un antinferno, il fiume Acheronte, le anime traghettate da Caronte. Enea incontra il cane a tre teste Cerbero, Minosse, il fiume Cete (l’uomo se vi viene immerso perde la memoria) e il fiume Flafetonte..

Il senso della missione di Dante

 

E’ un viaggio voluto da Dio, la sua impresa si pone come una sorta di prosecuzione dei viaggi di Omero e S. Paolo. Al tempo di Dante l’Impero ha perso la sua autorità e la chiesa è corrotta, Dante deve indicare la via per far si che queste due istituzioni possano riprendere le loro consuetudini

Il numero 3 ha un ruolo fondamentale

 

  1. 3 cantiche
  2. 33 canti
  3. 9 cerchi dell’Inferno
  4. 9 balze del Purgatorio
  5. 9 cieli del Paradiso
  6. 3 guide: Virgilio, Beatrice e S. Bernardo
  7. 3 fiere
  8. 3 gironi
  9. 3 gruppi di anime
  10. 3 gerarchie in Paradiso
  11. le terzine

Canto 3

 

Inizia con la porta dell’Inferno.

    1. Anafora (per me)
  1. pena che dura per sempre (eterna)
  2. si va tra la gente che ha perso la fede
  3. perifrasi: alto fattore = Dio
    1. la trinità: ha creato l’Inferno secondo il principio della giustizia corruttibile, la caduta di Lucifero ha portato alla creazione delle cose corruttibili
  4.       frase sentenziosa

Dante non coglie subito il significato dell’iscrizione sulla porta dell’Inferno ( non riesce a concepire il concetto di eterno). Virgilio gli consigli a di lasciare ogni paura e di annientare ogni pusillanimità
22-69   Prima schiera di dannati: gli ignavi

    1. Dante sente dei pianti che risuonano nel buio, varie lingue, orribili pronunce, ira, voci inarticolate che si diffondevano nell’aria eternamente scura
  1.       similitudine: come il turbine che si innesca dopo un forte vento
  2.       e io ero pieno di dubbi
  3. le anime che nella vita non ebbero né motivo di infamia né di lode (= pusillanimi, coloro che non hanno mai preso una posizione)
    1. i pusillanimi sono mischiati agli angeli che non si sono dichiarati
    2. non possono sperare nella seconda morte e ciò è tanto triste che invidiano qualsiasi altra vita

Dante riconosce Celestino V, che ha rifiutato la carica di pontefice
Contrappasso = relazione fra peccato e pena
La pena dei pusillanimi è correre per sempre dietro ad una bandiera, dato che in vita non hanno mai preso posizioni. In più sanguinano, perché ancora, in vita non hanno mai versato sangue per niente e nessuno (contrappasso per contrapposizione)

    1. Dante vede le anime che vengono traghettate attraverso l’Acheronte.

 

 

Canto 5

 

Per Dante esiste solo una cosa eterna: l’amore verso Dio.

    1. Dante scende nel secondo cerchio, più stretto e più doloroso

31        bufera infernale: i peccatori carnali che sottomettono alla ragione la passione

  1. similitudine: stornelli

I lussuriosi non avranno mai la speranza di fermarsi (contrappasso per analogia), sono travolti dalla bufera della passione, volano in modo casuale e la seguono in eterno.

  1. similitudine: gru

Dante vede delle ombre che si rincorrono una dietro l’altra

Personaggi citati

  1. Semiramide, regina degli Assiri condannata perché amante del proprio figlio
  2. Didone, che ha lasciato il marito per sposare Enea, lasciandolo e uccidendosi
  3. Cleopatra, che si fece morsicare da un serpente dopo aver avuto tre amanti
  4. Elena, rapita da Davide
  5. Achille
  6. Tristano, nipote del re di Cornovaglia, innamoratosi della zia e vengono sorpresi e uccisi

 

Pietà: se Dante non avesse provato questo sentimento non avrebbe potuto proseguire il viaggio. Oggi significa compassione, allora significava angoscia.

Dante vede due anime che volano insieme e chiede informazioni. Una è Francesca, figlia di Guido, mentre l’altro è Paolo Malatesta. Francesca sposa il deforme e zoppo Gianciotto Malatesta, dato che questo matrimonio permette di porre pace fra le due casate. Lei però si innamora del cognato, con il quale viene sorpresa dal marito, che li uccide entrambi. Il tutto accadde nel 1280. L’amore tra i due è ciò che li conduce nella bufera.

  1. Similitudine: colombe

come due colombe spinte dal desiderio amoroso volano verso il loro nido con le ali spiegate condotte dalla volontà di accoppiarsi
Solitamente è l’uomo a parlare, mentre in questo caso parla Francesca.

    1. “animale” essere animato cortese e benevolo che attraverso il buio ci ha visti, noi che abbiamo tanto tinto il mondo di sangue. Se fosse nella loro facoltà, Paolo e Francesca pregherebbero per far sì che Dante ritrovi la via, perché ha avuto pietà dei lussuriosi ed è gentile e grazioso nei loro confronti

Dante e Virgilio sono a riparo dalla bufera, e così anche i due innamorati quando vengono chiamati da Dante

  1. incomincia la vicenda di Paolo e Francesca; lei racconta: la città dove sono nata ha sede sulla riva del mare dove sfocia il Po’ con i suoi affluenti e si confonde con l’altra acqua (Ravenna)

100-102 l’amore trova accesso nel cuore nobile (concetto stilnovista), fece innamorare Paolo della mia
bellezza fisica e mi fu tolto in un modo che mi strazia
Questi versi riprendono le teorie dell’amor cortese dal testo de Amore di Cappellano: è inevitabile che un cuore nobile subito si innamori, la fonte dell’innamoramento è la bellezza rilevata dallo sguardo (vedi anche Al cor gentil reimpaira sempre amore v. 22)
“il modo ancor m’offende” il modo in cui conquistò paolo oppure il fatto che è stata uccisa nel peccato senza possibilità di redimersi
103-105 l’amore che non permette a nessuna persona che sia amata di non ricambiare l’amore mi indusse ad 
innamorarmi della bellezza di Paolo con tale intensità che come vedi la passione non mi ha lasciata
Anche per la donna alla base dell’amore c’è la bellezza fisica.
106-108 L’amore ci condanna e ci ha condotti alla morte carnale che attende Gianciotto nell’ultimo cerchio
(traditore dei parenti)
112-114 Dante rispose “oimè quanti dolci pensieri e quanto desiderio portò questi all’Inferno”.
Dante è ansioso di sapere come mai non sono riusciti a controllare la passione
116-120 i dolori di Francesca fanno piangere Dante ma le chiede per quale ragione l’amore le concedette di
conoscere certi desideri
124-126 se hai come desiderio di conoscere le radici del nostro amore lo dirò piangendo e parlando
contemporaneamente
127-129 un giorno leggevano insieme le avventure di Lancillotto e di come l’amore si impossessò di lui
senza alcun sospetto eravamo soli
La vicenda di Lancillotto era un esempio di amore cortese
130-132 per più volte quella lettura ci indusse a guardarci negli occhi e ci fece impallidire ma solo un passo
vinse la nostra resistenza morale
133-138 metonimia: disiato riso
quando leggemmo che la bocca desiderata di Ginevra fu baciata da un così eroico amante, che per
l’eternità non sarà separato da lei, Paolo mi baciò tutto tremante: il libro ed il suo autore furono il tramite che ci indusse a rivelarci il nostro amore, quel giorno non andammo più avanti con la lettura
“galeotto” stalliere che fece da tramite per Lancillotto e Ginevra
ellisse: più non vi leggemmo avanti
139-142 mentre lo spirito di Francesca raccontò tutto questo e lo spirito di Paolo pianse, Dante sviene

Il coinvolgimento emotivo

 

Dante dinanzi alle donne antiche prova il tormento che riguarda anche questo episodio. L’autore prova tanta pietà, perché? Cosa vuol dire pietà? Perché Dante desidera parlare con loro? Perché Dante dimostra tanta preoccupazione?
Francesca ricostruisce la sua vicenda, non si pente di ciò che ha commesso, anzi, rappresenta la sua storia come una forza fatale, come se l’amore li avesse spinti in un vortice da cui nn riescono a tornare (la loro pena). Dante utilizza delle forme della lirica cortese. Medita sulla storia perché è turbato, si chiede come un sentimento così nobile, fatto da dolci pensieri, possa condurre a esiti così dolorosi, possa causare la dannazione. Dante concentra il suo interesse sul momento in cui la dichiarazione nascosta diventa esplicita, si interessa a come si manifesti questo amore.

Le insidie dell’amor cortese

 

Vi è la caduta nel peccato che viene delineata dall’episodio di Lancillotto; chiarisce tutto l’episodio. Dante implicitamente presenta il gesto come un attento e doloroso riesame di tutta la letteratura cortese. La poesia cortese sublima la passione amorosa, cioè la rappresenta in termini idealizzati, rendendola affascinante; spinge a cadere nel peccato facendo dimenticare che la passione amorosa ha un carattere carnale e sensuale, cioè la passione amorosa possiede in sé una natura peccaminosa. Dante condanna l’adulterio, anche se le insidie sono belle. La differenza delle due bocche è che la bocca di Ginevra è desiderata mentre quella di Francesca è reale. Emerge una distanza tra letteratura e vita: ciò che vi è nella letteratura può ispirare qualcosa di sensuale. Paolo e Francesca si innamorano l’uno della bellezza dell’altra.

Presa di distanza dalla letteratura cortese

 

Dante maturo si distacca dalla letteratura cortese, nella quale si è esercitato in gioventù. Supera questa dimensione e approda ad una conquista religiosa e morale, a una concezione di poesia diversa. Guinizzelli e d’Agnel sono piazzati nel purgatorio (26), perché stanno espiando i loro peccati di lussuria. Dante supera la passione amorosa, ma la ricorda dato che anche lui era così. In questo modo capiamo perché Francesca parla, è la stessa cosa che accade in vita: la sensualità coinvolge entrambi. C’è un rovesciamento del codice cortese: Dante denuncia le insidie che vi sono dietro ad esso.

Il conflitto delle interpretazioni

Foscolo ha presentato Francesca come un’eroina redente dall’invincibile forza dell’amore. Dante, come teologo, condanna le gesta di Francesca, però come uomo le condivide. La critica più recente rovescia quest’interpretazione, perché rivaluta il concetto di pietà, nel senso di angoscia, sottolineando che il poeta condanna moralmente questo peccato e la letteratura cortese, questo senza cedimenti, anche s esi riconosce che è presente una forte emotività.

 

Canto 6

1-12     terzo cerchio

  1. ellissi: Dante tralascia il passaggio dal 2° al 3° cerchio

Al riprendere dei sensi che perse a causa della compassione per i cognati, si accorge di essere circondato da nuovi tormenti e nuovi tormentati (l’anticipazione del complemento oggetto mette in risalto l’impatto visivo)

    1. climax ascendente sottolineato dall’anafora: come che io mi muova (avanzare), che io mi giri (sguardi sommersi) e che io guardi (con attenzione)
    2. sono nella pioggia del terzo cerchio che è eterna, maledetta, fredda e pesante (anche la composizione delle parole fa ripensare alla pioggia)

9          non ha mai nuove regole e nuove qualità (monotonia)

    1. grandine grossa, acqua nera (sporca) e neve si riversano nell’aria tenebrosa, la terra sottostante puzza

Dante incontra i golosi (gli ingordi), predatori di cibo diventati prede di cerbero, abituati a sensazioni olfattive gradevoli ora vivono nella puzza, la loro bestialità si riflette nella pena che li rende simili ad animali (contrappasso per analogia e contrasto)
sei un cerbero = persona arcigna, irosa
“Cerbero” nell’Eneide riescono a calmarlo buttandogli una focaccia con miele ed altre dolci sostanze nelle fauci
13-21   con le sue tre gole latra sopra la gente. Ha gli occhi rossi, la barba unta e nera (come un
ingordo), un grande ventre e le zampe unghiate. Graffia gli spiriti, li spella e li squarta. La pioggia li fa urlare come cani: si girano spesso perché cercano di ripararsi con uno dei due fianchi.

    1. quando Cerbero si accorge della loro presenza apre la bocca e mostra le zanne, non stava mai fermo. Virgilio si riempie le mani di fango e lo getta nelle sue fauci.

“vermo” Lucifero

    1. similitudine: come il cane che quando gli si dà da mangiare lo avventa e si calma, così si acquietarono quelle tre facce del lurido Cerbero, che assorda le anime che vorrebbero essere sorde.
    2. Noi passavamo sopra le ombre che la pioggia pesante fiacca e ponevamo le piante dei piedi sopra di loro, vane parvenze di corpo (privi di consistenza, quindi muoiono solo una volta)
    3. Giacevano tutte per terra eccetto una, che si alzò a sedere quando ci vide passare. Oh tu che sei condotto per questo Inferno, mi disse, riconoscimi se sai: tu sei nato prima che io morissi (eppure sei diventato uomo)
    4. E lui a me: l’angoscia che hai forse non ti fa ricordare, così non ti pare di riconoscermi. E io: Ma dimmi chi sei, che in questo luogo dolente sei parto e a questa pena maggiore di tutte le altre sei sottomesso
    5. E lui a me: la tua città talmente piena di invidia che trabocca (Firenze), con sé mi tenne quando ero in vita. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco per la colpa di gola, e come vedi adesso mi piego alla pioggia. Tutte queste anime hanno la mia colpa. Poi nn mi disse più nulla.

Ciacco è il primo di 33 anime fiorentine.
Cerbero rappresenta anche la discordia civile.

    1. Io gli risposi: Ciacco, il tuo tormento mi addolora a tal punto che mi fa piangere. Ma dimmi, se tu lo sai, a quel fiume giungeranno i cittadini di quella città divisa, se c’è qualcuno di onesto e dimmi la ragione di tanta discordia
    2. E lui a me: dopo una lunga lotta arriveranno allo scontro (1301) sanguinoso e il partito dei bianchi caccerà l’altro con molte persecuzioni. Nello spazio di tre anni è destino che i bianchi cadano e che l’altro partito prenda il potere con una forza di un tale che ora si barcamena da una all’altra parte (Bonifacio VIII). La parte nera sarà a lungo padrona assoluta della città tenendo i bianchi sotto pressione. Son pochi gli onesti e non son stati ascoltati: superbia, invidia e avarizia sono le tre cose che hanno infiammato i cuori. Qui pose fine alla sua profezia.
    3. E io a lui: ancora voglio che tu mi dica dove sono posizionate quelle anime della generazione passata (Farinata, capo ghibellino, X; Mosca, XXVIII; Tegghiaio e Iacopo Rusticucci, mediatori per la pace XVI)

81-84   E gli altri che si adoperarono per Firenze vorrei sapere se il cielo li ospita tra le sue dolcezze l’Inferno li avvelena

    1. Sono tra le anime più colpevoli e son collocate nel fondo dell’Inferno, se tu là scendi li troverai. Quando tornerai nel mondo ricordami: di più non dico e di più non rispondo.
    2. Virgilio dice: costui non si sveglierà più fino al giorno del giudizio finale, quando riprenderanno il loro corpo e sentiranno il giudizio eterno.

100-105 Così passammo la sozza mistura a passi lenti, toccando un po’ la vita futura. Io chiesi: Maestro,
questi tormenti cresceranno dopo il giudizio o saranno minori?
106-108 E lui a me: torna alla tua scienza, secondo la quale tanto una cosa è più perfetta tanto più sente il
bene e sarà così anche per il dolore
112-115 Seguimmo il bordo del cerchio, giungemmo al punto dove si scende all’altro, qui trovammo Pluto
Pluto: Dio della ricchezza trasformato in guardiano che presiede il cerchio degli ignavi

Canto 7

Figure infernali incontrate

  1. Caronte
  2. Minosse
  3. Cerbero
  4. Pluto

 

  1. Lingua infernale: Pluto invoca Satana
    1. Pluto cominciò ad imprecare con la roca voce e Virgilio, che conosce la mia sensibilità mi disse: non ti nuocia la tua paura, perché non ci impedirà di proseguire il cammino e scendere la roccia
    2. Il demonio Pluto o Plutone (Dante si è inspirato ad entrambi)

Non coincide d’ora in poi, il rapporto tra cerchio e canto, perché in questo canto ci sono due schiere di dannati.
La ricchezza è il grande nemico dell’umanità

Caratteristiche del demone

  1. lingua incomprensibile
  2. voce roca, aspra
  3. rabbioso
  4. maledetto lupo

 

  1. Sineddoche: poi si rivolse a quelle labbra gonfiate
    1. E disse: taci, maledetto lupo (simbolo dell’avarizia), consuma dentro di te la tua rabbia
  2. si vuole così nell’alto, là dove Michele diede la giusta punizione alla superba violenza (ribellione degli angeli)
  3. metastasi: strupo-stupro
    1. similitudine presa dalla navigazione: come le vele gonfiate cadono a causa dell’albero fiacco, così cadde la fiera crudele (la lupa)
    2. Avari e prodighi

Nuovi dannati che spingono un enorme masso: gli avari in una direzione e i prodighi nell’altra, quando si incontrano si rinfacciano ognuno la pena dell’altro. Il giorno del giudizio gli avari usciranno con il pugno alzato, in simbolo che hanno tenuto tutto, mentre i prodighi con la testa rasata rappresentante il dispendio totale. Dante non riconosce nessuno in questo cerchio, perché i dannati durante la loro vita si comportarono in modo ottuso e nn si facevano riconoscere.

    1. similitudine: due onde si scontrano come queste schiere di dannati
  1.       nuovi travagli e nuove pene io vidi (come l’inizio del VI canto)

            ci sono sia pene morali che fisiche

  1.       Dante si accorge che il numero delle anime dannate è superiore a quello negli altri cerchi

26        sia da una parte che dall’altra cercavan di spingere i massi con il petto

  1. con la forza del petto

i dannati spingono i massi col petto. Dante chiede al suo maestro cos’è la fortuna, intesa come destino
30        i dannati si rinfacciano la loro pena (perché sciupi? Perché spendi?)

    1. così i prodighi a destra e gli avari a sinistra ripetono in eterno questa pena
  1.       ed io che avevo il cuore triste

            chercute: chierici (hanno la pelata ma sono avari)

    1. Sia gli avari che i prodighi furono ciechi che non riuscivano a vedere al di là, in vita, che non fecero nessuna spesa con misura
    2. Metafora dell’abbaiare: Abbaiano chiaramente quando si incontrano, dove la colpa contraria li divide
    3. Questi furon chierici, questi che non hanno sulla sommità del capo i capelli, in cui l’avarizia esercita il suo eccesso (anche papi e cardinali)
    4. E io: Maestro se ve ne sono così tanti, perché non riesco a riconoscerne uno?
  1. Accogli nella tua mente un pensiero vano, quella vita senza senno che li fece immondi ora li rende irriconoscibili

La pena dei prodighi e degli avari è dolorosa, ma soprattutto inutile: il loro spingere il masso senza scopo equivale al loro vano affaticamento sulla Terra (contrappasso per analogia).

  1. E’ la prima volta che incontriamo due schiere opposte sia nell’Inferno che nel Purgatorio
  2. Forse in vita non hanno conosciuto valori, per questo sono irriconoscibili
  3. Qui si incontrano molti rappresentanti della chiesa ufficiale e quindi sembra un vizio di categoria
  4. La concezione d’avarizia è l’attaccamento al denaro e allo sfarzo (desiderio di gloria e potere) e tutti hanno vissuto condizionati dalla ricchezza
  5. La ricchezza è instabile a seconda di come gira la fortuna

 

    1. Teoria della fortuna
    2. Tu puoi vedere questa instabilità della fortuna
    3. Perché tutto l’oro e le ricchezze della Terra non potrebbero accontentare una sola di queste anime, facendo cessare la pena
    4. Maestro, dissi a lui, che cos’è la Fortuna che governa i beni degli uomini?
    5. E quello a me: Oh creature sciocche, quanta ignoranza vi danneggia! Adesso voglio che tu riceva la mia opinione
  1. perifrasi per Dio
    1. Dio creò i cieli e prepose a loro le intelligenze angeliche, cosicchè ognuna di esse rifletta la sua luce su ogni cielo, similmente agli splendori mondani ordinò una ministra che distribuisce e muove questi eventi e si chiama Fortuna, che cambiasse i vari beni da persona a persona, da stirpe a stirpe, oltre le capacità dell’uomo di cambiarla
    2. ecco perché gente domina e gente decade, seguendo le proprie decisioni, nascoste come il serpente nell’erba (imprevedibili)
    3. Il nostro sapere non ha contrasto con lei, questa provvede, giudica e attua i suoi decreti come le altre intelligenze, gli altri dei. I suoi mutamenti non hanno tregua, l’obbligo di seguire l’ordine divino la rende veloce: spesso avviene che qualcuno abbia cambiamenti di stato sociale
    4. Questa è colei che è maledetta anche da quelli che dovrebbero lodarla (frase citata da un filosofo) dandole cattiva fama, ma lei è beata e non sente (ha un certo distacco dal nostro mondo)

Dio prevede tutto.
La funzione della Fortuna è di attuare e nascondere il volere di Dio (nel de Monarchia la fortuna equivale alla divina previdenza).

    1. Discesa al quinto cerchio: gli iracondi
    2. Ora scendiamo in un luogo dal quale quando io mi mossi le stelle salivano, mentre ora scendono (sono passate 12 ore). L’acqua era buia, le onde sono torbide e gorgogliano, e poi si riversano in un fossato, che si indirizza alla stesa fonte

106-130 Questo corso d’acqua va nella palude Stigia, che poi incontra Dite; questi scoscendimenti separano
il IV dal V cerchio. E io che stavo guardando vidi gente nel pantano, completamente nude (come gli ignavi nel III canto, v.65) con un’espressione crucciata. Non solo si percuotevano con le mani, ma anche con i piedi, la testa, il petto e i denti, dilaniandosi a vicenda (contrappasso per analogia)
Virgilio: Ora vedi le anime di coloro che son stati iracondi e tra loro vi sono quelli tristi, che sotto l’acqua sospirano e lo fanno pullulare come ci dice l’occhio (il fiume è pieno di dannati). Dicono: tristi siam stati in vita, ora ci attristiamo. Non riescono a parlare e a finire la frase, e quindi vagano nella lurida pozza.
Sono gli iracondi tristi (acidiosi) che fanno gorgogliare l’acqua con i loro sospiri.
La pena degli iracondi è quella di rivoltare la loro ira sugli altri, smembrandosi.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Dante%20-%20La%20divina%20commedia.doc

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