Letteratura Francese

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LETTERATURA FRANCESE

 Produzione letteraria in lingua francese; se ne stabilisce l'inizio alla fine del secolo XI, quando nel Nord della Francia la lingua volgare derivata dal latino e parlata ancora in diverse varianti dialettali diede vita a forme scritte di chiare finalità artistico-letterarie. Vedi anche Lingua francese.

IL PERIODO MEDIEVALE

Le chansons de geste raccontavano le gesta di cavalieri cristiani ed erano composte da menestrelli girovaghi, chiamati jongleurs, che intrattenevano viandanti e corti feudali. In base alle tre fonti principali, a cui gli autori delle chansons de geste si ispiravano, i poemi cavallereschi sono stati suddivisi in tre cicli: il ciclo carolingio, bretone e classico.
Il ciclo carolingio ha per protagonisti eroi guerrieri in lotta per la difesa della propria religione: la figura centrale è quella di Carlo Magno, rappresentato come campione della cristianità. Il poema epico più famoso di questo ciclo, composto probabilmente all'inizio del XII secolo, è la Chanson de Roland.
Il ciclo bretone è basato perlopiù su tradizioni celtiche e ha tra i suoi principali esponenti Chrétien de Troyes e Maria di Francia.
Il ciclo classico è il meno originale e, quindi, il meno importante. Gli autori trassero ispirazione dalla mitologia classica e trasformarono Enea, Alessandro, gli eroi di Tebe, di Troia e di Roma in paladini cristiani: l'opera più famosa di questo ciclo è il Roman d'Alexandre.
Nello stesso periodo venne prodotta anche una forma di letteratura più popolare, costituita da racconti in versi. Il fatto che, inizialmente, queste storie trattassero esclusivamente di argomenti religiosi denota il forte controllo della Chiesa cattolica sulla letteratura. Questo monopolio culturale venne meno quando, in seguito, alcuni autori laici cominciarono a scrivere opere di carattere secolare. Nel XII e XIII secolo fiorì il genere del fabliau e apparvero le satire del Roman de Renart e del Roman de la Rose.
Le Roman de Renart è un'allegoria di 32.000 versi (poi aumentati a 100.000) avente per protagonisti degli animali; in quest'opera, alcune classi sociali medievali come il clero e la nobiltà venivano prese di mira con efficace sarcasmo.
Altra importante opera allegorica del XIII secolo fu il Roman de la Rose, in 18.000 versi, in cui la rosa è il simbolo dell'amore e della donna amata dal poeta, il quale desidera entrare nel giardino a cogliere il desiderato fiore. I primi 4000 versi furono composti da Guillaume de Lorris e i successivi da Jean de Meung (1240-1305 ca.). Quest'opera rivestì per diversi secoli un notevole influsso sulla letteratura europea.

Sostenuta da una crescente popolarità, la poesia lirica divenne un genere molto frequentato, soprattutto nella Francia meridionale, che ebbe in François Villon il suo maggior poeta. Le sue opere più importanti, il Piccolo testamento (1456) e il Grande testamento (1461), continuano la tradizione comico-burlesca e contengono, soprattutto il secondo, numerose ballate. Queste opere, che contano complessivamente meno di 2500 versi, introdussero nella poesia francese una vigorosa e originale vena espressiva, rivelando un uomo che, pur manifestando un robusto attaccamento alla vita in tutti i suoi aspetti, condivideva il senso del peccato e l'ossessione per la morte tipici del Medioevo. I componimenti poetici di Villon, grazie alla loro forza e individualità, hanno esercitato una forte influenza sulla poesia lirica sino ai giorni nostri.
La letteratura francese medievale fu caratterizzata da tematiche religiose che gradualmente, e soprattutto in ambito teatrale, cedettero il passo a soggetti profani. Tale produzione consisteva nei drammi liturgici, aventi generalmente per oggetto episodi tratti dalla Bibbia e momenti della passione di Cristo; a partire dal XII secolo, il francese cominciò a essere utilizzato nel drame profane o drame sécularisé, ancora incentrato su tematiche bibliche ma destinato a estendersi, nel XIII secolo, ai miracoli dei santi e della Vergine. In questo periodo apparve anche la prima opera teatrale comica di argomento pastorale, Le Jeu de Robin et de Marion. Per tutto il XIV secolo i temi dominanti rimasero tuttavia quelli religiosi, e anche le scene ispirate alle chansons vennero adattate a questi soggetti. Solo nel secolo seguente, con la crescente popolarità del teatro, la produzione drammatica si svincolò progressivamente dall'influenza della Chiesa.
La prosa anteriore al XVI secolo era rappresentata prevalentemente da romans d'aventure, lunghe versioni in prosa delle chansons, non particolarmente rilevanti, se non per motivi di interesse storico.
Tra i pochi storici che meritano di essere ricordati figurano Geoffroi de Villehardouin e Jean de Joinville, che scrissero cronache relative alle crociate; Christine de Pisan, autrice di piacevoli cronache in versi di argomento cortese; Alain Chartier, che descrisse in versi la disastrosa battaglia di Azincourt. Lo storico più importante fu però Jean Froissart, le cui Chroniques (Cronache) sono una vivace rappresentazione dell'età della cavalleria. Le Mémoires (Memorie, 1524) di Philippe de Commynes, intellettualmente vicino alle teorie del suo contemporaneo Niccolò Machiavelli, costituiscono il primo coerente resoconto di eventi politici narrati secondo l'ottica di uno statista.

 

Fonte: http://www.luigisaito.it/appunti/ciclo_carolingio.doc

Sito web da visitare: http://www.luigisaito.it/

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