Letteratura Scuola Siciliana

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Letteratura Scuola Siciliana

LA SCUOLA SICILIANA
Alla corte di Federico II amante della cultura sia cristiana che araba, sovrano liberale e illuminato di uno stato ben organizzato con capitale Palermo, nacque, nella prima metà del '200, la prima scuola poetica della nostra letteratura (il termine "scuola" si deve intendere come l'insieme degli aderenti ad un comune indirizzo artistico).
Non tutti i poeti erano funzionari della corte e non tutti erano nativi della Sicilia; "siciliani" vennero chiamati per estensione tutti i poeti italiani che in questo periodo imitarono i provenzali, usando un linguaggio (italiano volgare) dotto e raffinato. Ma non si trattò di pura e semplice imitazione, senza originalità.
Gli aspetti più importanti per cui i poeti siciliani si differenziano dai rimatori provenzali sono i seguenti:
a) I trovatori provenzali erano cantori di professione, che passavano di corte in corte; invece i siciliani sono spesso funzionari, notai, ecc. e sono quindi colti dilettanti di poesia (l'attività poetica è per essi una specie di hobby)
b) I trovatori trattarono temi amorosi, morali e politici, mentre i siciliani trattarono esclusivamente il tema amoroso, per cui nei loro componimenti non ci sono quasi mai riferimenti ai contemporanei avvenimenti sociali, politici, religiosi.

Questa autolimitazione (al solo tema amoroso), più che ad una proibizione da parte di Federico II di trattare contenuti politici, si deve al fatto che i poeti siciliani intesero l'attività poetica come un elegante divertimento, come evasione, come distrazione dagli impegni politici e burocratici.
Si capisce perciò come venga riproposto quasi sempre il medesimo tema ("La servitù d'amore") e nelle medesime forme, anche se si ottengono "variazioni" trattando temi dipendenti: la lontananza, la gelosia, il rimpianto, la timidezza, ecc.

Tuttavia l'insistenza su un solo tema, quello amoroso, ha prodotto almeno due effetti positivi:
a) l'avvio di quell'approfondimento psicologico, che sarà proprio dello Stil Novo
b) la ricerca e l'impiego di forme metriche (ad esempio il sonetto) che i poeti successivi utilizzeranno.
I poeti della scuola siciliana scrissero in un siciliano illustre, in un siciliano cioè depurato degli elementi più dialettali e nobilitato dal continuo confronto con il provenzale e il latino.
I poeti più importanti furono:
1) JACOPO DA LENTINI, che fu considerato il caposcuola e al quale si attribuisce l'invenzione del sonetto (componimento di 14 endecasillabi, in 2 quartine e due terzine)
2) PIER DELLA VIGNA (MINISTRO DI fEDERICO ii; si uccise, dopo essere stato imprigionato perchè accusato di tradimento. Sarà il
protagonista del XIII canto dell'Inferno).
3) Giacomino Pugliese, Rinaldo D'Aquino, Guido e Odo delle Colonne, Arrigo Testa (genovese), Iacopo Mostacci (di Arezzo) 

 

Fonte: http://www.luigisaito.it/appunti/scuola_siciliana.doc

Sito web da visitare: http://www.luigisaito.it/

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