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UGO FOSCOLO (1778-1827)
OPERE
L’ultima edizione non è sostanzialmente diversa dalle prime.
à “All’amica risanata”
Influenze molto varie; Parini, Arcadia.
LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS
È un romanzo epistolare scritto già dal 1796
>”La nouvelle elise” (J.J.Rousseau)
>”I dolori del giovane Werther” (Goethe)
Alcuni ritengono che Jacopo Ortis sia una rielaborazione di Werther, altri invece sostengono che l’opera sia solo ispirata, ma originale.
L’incipit del romanzo
Lettera introduttiva, molto significativa per capire il carattere del personaggio. Quello usato è un linguaggio tragico.
Jacopo presenta se stesso come un esule, come una sorta di “eroe risorgimentale”: non c’è per lui una via di uscita.
È pronto ad affrontare tutte le conseguenze dei suoi gesti. Non accetta compromessi politici, neanche nella sua vita sentimentale. Parla della sua morte dicendo che non sarà lontana.
Quando dice “tu mi fai raccapricciare” risponde ad una lettera precedente , inviata da Lorenzo.
SCHEDA 14 maggio, a sera
Jacopo racconta del primo e unico bacio con la fanciulla. Lo descrive con toni decisamente romantici , sia per la descrizione del paesaggio (tutta la natura sembra concorrere alla loro gioia), ma anche per la stessa vicenda amorosa ( è un amore irrealizzabile, destinato al fallimento).
Teresa è presentata come la celeste, la divina fanciulla. È un amore trascendente, un’unione di anime.
Jacopo fa alcune riflessioni a proposito delle illusioni, che per lui leniscono le sofferenze dell’uomo: l’amore è una di queste.
Jacopo invidia i popoli antichi perché erano più ingenui e dunque potevano coltivare miti ed illusioni (questo si rifà alla filosofia del ‘700 e anticipa il pensiero di Leopardi).
Nella lettera del 15 maggio c’è qualcosa che riporta al Neoclassicismo. Il riferimento al cielo è un riferimento a valori spirituali che si ritroveranno nel romanticismo.
La sorella di Teresa si chiama Isabella (è uno dei personaggi secondari).
Sentiva = sentivo
“Non posso essere vostra mai” è un frase molto simile a quella che userà il poeta romantico Shelley
SCHEDA à 15 maggio
Dopo il bacio si sente pieno di una nuova spiritualità: lui diventa quasi come qualcosa che è superiore all’uomo.
Zefiri = venti primaverili
Descrive la natura che si risveglia in primavera; tutta la seria di osservazioni che fa sono tipiche del neoclassicismo.
Noiadi = ninfe de boschi
Il linguaggio è molto teso e solenne, piuttosto dalla prosa moderna.
La lettera da Ventimiglia
È passato circa un anno e Jacopo ha già lasciato i colli Euganei. Giunge nei pressi di Ventimiglia: qui abbandona l’idea di andare all’estero e torna ai colli Euganei.
Jacopo fa osservazioni sul destino d’Italia: vi è dunque il tema della mancanza di libertà politica che si ritroverà anche nei “Sepolcri”.
Rappresentazione della natura dal gusto preromantico: è aspra, solitaria e minacciosa. È descritta in questo modo perché fa da sfondo al suo animo (aspira già al suicidio).
<<Ne più mai toccherò le sacre sponde>> A Zacinto
È il sonetto più famoso di Foscolo, scritto tra il 1802 e il 1803, il periodo dell’esilio. Esprime il rimpianto verso l’isola greca di Zante: ci sono numerosi richiami al mondo classico.
Vi è un riferimento a Venere, Omero, che scrisse di Ulisse, il quale è paragonato a se stesso: la differenza con Ulisse, è che Foscolo non potrà più tornare a casa, come fece Ulisse con Itaca.
C’è il tema della tomba, dei sepolcri.
Le due quartine e la prima terzina formano un unico complesso periodo, in cui Foscolo rimpiange la sua terra natia. Il suo esilio non avrà mai fine.
In morte del fratello Giovanni
Composto intorno al 1803, è dedicato al fratello morto nel 1801, che probabilmente si uccise per debiti.
Vi è il tema dei sepolcri, dell’esilio (Foscolo non può andare a visitare la tomba del fratello), ma vi è anche il tema degli affette familiari.
Foscolo non condanna il suicidio; questo accade per il pensiero classico.
Nel Carme 101 di Catullo il tema è molto simile perché egli immagina di parlare con il fratello nella tomba (non l’ha imitato, ma si è comunque ispirato a lui).
C’è quasi un augurarsi la propria futura morte da parte di Foscolo.
IL CARME DEI SEPOLCRI
Considerata la maggiore opera di Foscolo, è un componimento poetico in endecasillabi sciolti, composto nel 1806 e pubblicato nel 1807: è dunque un’opera della maturità.
All’origine della scrittura dei “Sepolcri” c’era l’emanazione dell’editto di Saint-Cloud, che nel 1806 venne esteso all’Italia (editto napoleonico).
Questo editto prescrive che i cimiteri fossero fuori dalle mura cittadine e che sulle lapidi non ci fossero iscrizioni particolari: era un metodo per eguagliare la società , per evitare cioè l’ostentazione del lusso.
C’erano gruppi di intellettuali favorevoli e altri contro a questo editto: Foscolo, ad esempio, è completamente contrario. Foscolo svolge in quest’opera un’esposizione sulle funzioni delle tombe: questo devono permettere a chi è in vita di riflettere ricordare le gesta dei morti. Questo è sostanzialmente impossibile se vengono utilizzate le fosse comuni.
Foscolo si rifà a:
>Orazio
>Lucrezio, autore di “De Rerum natura” (poema didascalico in cui affronta anche il tema della morte, anche dal punto di vista dell’epicureismo che predicava la morte dell’anima; scritto in esametri latini è spesso tradotto in endecasillabi sciolti.
STRUTTURA
Diviso in 4 parti:
vv. 1-90: utilità della tomba: illusione di un rapporto affettivo tra vivi e morti à “Corrispondenza celeste in amorosi sensi”
vv.91-150: rassegna dei riti funerari delle varie civiltà: quelle cristiani e della Controriforma sono criticati perché accusati di portare immagini spaventose per incutere il terrore della morte. Invece i riti classici non incutevano queste paure, e per vengono considerati migliori (i riti britannici sono da lui considerati simili a quelli classici)
vv.151-212: funzione civile della tomba: Foscolo si vuole riferire alle tombe dei grandi: infatti queste devono o spingere gli uomini alle imprese gloriose. A questo scopo viene citato il cimitero di Santa Croce, dove sono sepolti personaggi come Galileo e Michelangelo. Anche il tema politico è importante: lo stesso Alfieri si rammaricava che gli italiani venissero calpestati dagli stranieri, invece che farsi ispirare dai grandi del passato, e insorgere.
vv.213-295: Funzione della poesia, che attraverso il suo canto rende immortale: quando una civiltà è trascorsa e tramontata subentra la poesia, e questa continua a tramandarsi nel tempo, rendendo immortali i personaggi le cui tombe sono andate perdute à Omero, dopo la distruzione di Troia inizia l’ “Iliade” per renderla immortale.
LE GARZIE
àVenere
àVesta
àPallade
Scrisse parte di tutti e tre gli inni in maniera discontinua e non li completò
Scrive tramite il mito greco delle tre Grazie: l’autore intende fare un discorso sulla bellezza attraverso una favola mitologica in cui le Grazie accompagnano la dea Venere in corteo
Nel primo inno Venere nasce dal mare greco accompagnata dalle tre Grazie, simbolo della bellezza, della grazia e della poesia. La nascita di Venere, ma in modo maggiore quella della Grazie fa allontanare l’uomo dal suo stato ferino (Foscolo si rifà alle teorie di Vico)
NOTIZIA INTORNO A DIDIMO CHIERICO
Foscolo rappresenta un nuovo tipo di intellettuale, più indipendente e che cerca di vivere del proprio lavoro. Così sarà sempre più negli anni successivi, anche se con Foscolo non esiste una vera e propria industria libraria. Non varrà per tutti, come per esempio per Leopardi o Manzoni. Il Parini ad esempio viveva grazie ai soldi ecclesiastici.
Fonte: http://firemusic.altervista.org/appunti/lett/01-foscolo.doc
Sito web da visitare: http://firemusic.altervista.org
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