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Introduzione e storia della Fitoterapia
Le origini della fitoterapia risalgono a migliaia di anni fa e sono strettamente legate alla nascita e alla sopravvivenza dell’uomo.
Tutti gli animali dipendono dal regno vegetale dal quale prendono i nutrienti necessari e indispensabili per loro funzioni vitali. Questo stretto rapporto con la natura ed il mondo vegetale, ha spinto l’uomo, da sempre, ad utilizzare principalmente le piante come rimedio naturale per ovviare agli effetti provocati da un'alterazione del suo stato di salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980, nella riunione di Tien- Tsin in Cina, definì le piante medicinali nel modo seguente: "È pianta medicinale ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono i precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche".
La fitoterapia moderna si basa, principalmente, sulle conoscenze provenienti dalle tre grandi medicine: fitoterapia della medicina tradizionale cinese, fitoterapia della medicina ayurvedica e la fitoterapia occidentale.
Le più antiche testimonianze di Fitoterapia sono egiziane, risalenti ad oltre il quarto millennio avanti Cristo, sono note anche testimonianze cinesi, tibetane e indiane. Il testo di Fitoterapia più antico risale ad un libro erboristico cinese del terzo millennio avanti Cristo (Pen Tsao), che contemplava circa mille piante e rimedi naturali.
I primi documenti scritti risalgono al papiro di Ebers (1500 a. C.) e Assiria (650
a.C.), nei quali sono documentate e descritte decine di erbe.
Le terapie dell’antichità si basavano principalmente su rimedi a base di piante medicinali, alcuni trattati medici greci ci hanno tramandato queste conoscenze: “l’Erbario Greco” di Dioscoride, o la "Storia Naturale" di Plinio il Vecchio.
Il primo erbario di cui sono pervenute notizie è del medico ateniese Diocle di Caristo, vissuto intorno al 350 a. C.. Alla sua scuola si formò Teofrasto di Ereso che scrisse una serie di testi botanici tra cui Historia Plantarum.
Altri due personaggi, di cui ci sono pervenute notizie e che ebbero una notevole importanza nell’evoluzione dell’erbario, furono Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, e il suo medico Crateva. Secondo Dioscoride, Crateva fu il primo a compilare un erbario corredato di immagini.
L'efficacia delle piante a scopi medicamentosi era nota già a Dioscoride, medico della Cilicia del I secolo d. C., autore del famoso: De Materia Medica.
In questa opera sono illustrare le virtù terapeutiche delle piante, e costituirà il punto principale della conoscenza scientifica in Occidente e in Oriente per tutto il
Medioevo, sino alla comparsa della farmacologia chimica.
L’opera è formata da cinque libri con la descrizione di circa seicento piante e le relative indicazioni terapeutiche; nel primo libro, dopo il proemio, sono trattate le "sostanze aromatiche" (ventisette piante e droghe medicinali, sedici oli, venticinque unguenti, diciannove resine e catrami, trentasette tra alberi e arbusti, trentadue frutti medicinali e commestibili).
Nel secondo libro si descrivono settantasette sostanze fornite dagli animali (alimenti o farmaci) e cento piante alimentari.
Nel terzo e nel quarto libro si parla delle rimanenti sostanze medicamentose di origine vegetale (rispettivamente centosettanta nel terzo e centonovantaquattro nel quarto.
Nel quinto libro, infine, c’è una parte dedicata alla vite e ai vini (quarantadue capitoli) e ai minerali (novantasette).
Successivamente l’erborista inglese John Parkinson, pubblica il Theatrum Botanicum (1640), contenente la descrizione di circa trentamila piante, classificate secondo le loro proprietà terapeutiche; in Italia, Durante Castore, pubblica a Venezia nel 1617 un volume dal titolo "Herbario Novo"; sono riferimenti ancora attuali come spunto di riflessione e di indagine sulle virtù medicamentose di molte piante.
In tempi più recenti l’erbario di Otto Gessner (1974) e Schauenberg e Paris (1977), contengono classificazioni di numerose piante medicinali e i riferimenti ai principi attivi costituenti delle piante e la loro azione farmacologia.
La moderna Fitoterapia prende origini dal periodo rinascimentale con la nascita delle prime scuole mediche laiche e delle prime Università.
La prima scuola medica laica è la Scuola Medica Salernitana sorta con ogni probabilità tra il secolo VII e VIII, deve essere ritenuta la più antica e importante istituzione per l’insegnamento e l’esercizio della medicina.
È la prima nel suo genere e diviene famosa in tutto il mondo, allora noto, per i suoi maestri e per il suo orto botanico. Questa scuola era frequentata da allievi di ogni nazionalità, e l’insegnamento era affidato a personaggi provenienti dalle varie culture, con lo scopo di verificare e confrontare le varie conoscenze mediche.
Nel IX secolo era famosa in tutta Europa ed era rappresentata nel sigillo di Salerno col motto: Civitas Hippocratica. Fautore della scuola fu Costantino L’Africano, dotto cartaginese giunto a Salerno e successivamente monaco a Cassino, egli favorì la divulgazione della cultura araba
sull’uso delle piante medicinali e la traduzione dall’arabo in latino “dell’Arte medica” di Galeno.
Contribuirono alla fama della Scuola Benvenuto Grafeo e Ruggero di Fugardo, autore quest’ultimo del Trattato di Chirurgia (XII sec.). L’opera che rese celebre la Scuola fu “Flos Medicinae” o “Regimen Sanitatis Salerni”, (XII sec.).
Con la Scuola Medica Salernitana si sviluppano altre famose istituzioni come quella di Montpellier, Bologna e Padova.
In Francia, nel XII secolo sorge l’Università di Montpellier, considerata da molti come l’erede della Scuola Salernitana, fautore e maestro più illustre fu lo spagnolo Arnaldo da Villanova (1240-1312 d.C.), animato da uno spirito indipendente di ricerca.
Egli si affida alla ragione, uscendo dagli schemi empirici e dogmatici; fu il primo ad intuire le proprietà solventi dell’alcool, e il modello di estrazione dei principi attivi delle piante per macerazione in soluzione idroalcoolica.
Il rinascimento, coincide col risveglio culturale della mente umana e con le scoperte geografiche, in questo periodo l’uomo cerca di dare risposte razionali e scientifiche alle conoscenze basate sull’empirismo.
In questo periodo, uno degli studiosi di rilievo fu Philiph Theophrast Bombast von Hohenheim, detto Paracelso (1493-1541 d.C.), nacque in una località vicina a Zurigo medico alchimista, cercò di isolare dalle piante la loro "quintessenza". Paracelso si può considerare il padre della moderna Fitoterapia rinnovata, in cui l’azione delle piante Medicinali è riferita al fitocomplesso e non al principio attivo. Di Paracelso sono da ricordare aforismi di grande significato ed attualità: "La natura causa e cura le malattie, ed è quindi necessario che il medico conosca i processi della Natura,
l'uomo invisibile al pari dell'uomo visibile", da questo aforisma si evince la visione olistica dell’uomo paracelsiana, e con il secondo aforisma “Sola dosis facit venenum”, si rappresenta il canone fondamentale della Farmacognosia
(studio della chimica e della farmacologia dei principi attivi delle piante medicinali), e della moderna Farmacologia.
È considerato il precursore della iatro-chimica, ossia, della chimica medica basata essenzialmente sulla distillazione e l'analisi dei minerali dai quali estraeva le sostanze che servivano a preparare i medicamenti.
Paracelso non fu solo medico e alchimista, egli fu un attento osservatore dei fenomeni naturali: studia e raggruppa i vegetali in base alle loro caratteristiche morfologiche. Individua la similitudine del colore, delle forme e della morfologia delle piante in raffronto agli organi del corpo umano, definendo così la "similitudine magica delle signature" e pubblica il “Trattato delle Segnature”. Con questa classificazione tenta di dare un senso al secondo principio di Ippocrate relativo alla legge delle similitudini: “Similia similibus curentur”, anticipando di alcuni secoli Samuel Hahnemann (1755-1843) nella scoperta dell’Omeopatia.
Nello stesso periodo anche Leonardo da Vinci (1452-1519 d.C.) si occupa dello studio della botanica e della fisiologia vegetale, studiò il percorso della linfa, la disposizione delle foglie nelle varie specie e cercò di isolare i principi attivi di alcune piante.
Nacque il primo giardino orto botanico a Padova per opera di Anguillara, Guillandini e Falloppio, seguito da quello di Pisa e di Bologna.
Determinante e fondamentale fu l’apporto, del botanico svedese Carlo Linneo (1707-1778 d.C.), per lo studio sistematico delle piante. È merito della sua ricerca la classificazione e l’identificazione delle piante descritta nella sua opera "Systema Naturae", egli utilizza, come principio di distinzione e di classificazione delle piante, la distribuzione dei sessi nei fiori e le caratteristiche degli organi maschili. Inoltre, divide il regno vegetale in due grandi branche: le Crittogame, con stami e pistilli invisibili a occhio nudo; le Fanerogame nelle quali tali organi sono ben visibili. Queste ultime, a loro volta, saranno divise dal naturalista svedese in 23 classi, in base alle loro differenze morfologiche.
La fitoterapia, fino al 1970, appannaggio della chimica, si basava sull’utilizzo del principio attivo delle piante medicinali, identificando in esso sia il titolo riportato in Farmacopea ufficiale sia l’azione terapeutica, seguendo i dettami della chimica e della farmacognosia. In quest’anni, Claude Bergeret e Max Tetau, rilevarono e diffusero il concetto che l’azione di una pianta medicinale non era da identificare necessariamente solo nel principio attivo, bensì, al sinergismo d’azione derivato dai vari componenti della pianta.
Quindi, ridefinirono il concetto di fitoterapia in fitoterapia rinnovata, in cui la determinante principale non era più il principio attivo, bensì il fitocomplesso.
Essi affrontato lo studio della Fitoterapia dal punto di vista clinico e biologico, introducono delle forme galeniche partendo da estratti derivanti dalla pianta fresca e si orientano verso la definizione della risposta terapeutica da attribuire al totum dei componenti dell’estratto, definito fitocomplesso. Le forme farmaceutiche utilizzate sono: la Tintura madre e il Macerato glicerico 1DH, alla prima diluizione decimale hahnemanniana.
BOTANICA FARMACEUTICA E FARMACOGNOSIA
La botanica farmaceutica si occupa delle piante tenendo conto, non soltanto delle caratteristiche morfologiche e funzionali, ma studiando in particolare le piante ad indirizzo terapeutico.
Le piante, dal punto di vista della botanica, sono raggruppate in entità tassonomiche1 o taxa (da cui deriva lo stesso termine “tassonomia”, metodo, descrizione e classificazione degli organismi e
delle piante, botanica sistematica).
Le entità tassonomiche sono ordinate secondo un criterio logico, che tiene conto del loro valore crescente. Si parte così dall’unità sistematica elementare, che è la specie; a questa, sono subordinate alcune entità, come la sottospecie, mentre altre entità sono superiori (si tratta, in ordine crescente, di genere, famiglia, ordine, classe e phylum o divisio).
Tutto questo è di particolare rilevanza, perché, gli individui di una determinata specie non sono geneticamente omogenei, ma differiscono proprio in base alla sottospecie, alla varietà e ai tipi e questo comporta, non solo una diversa
morfologia, ma anche una diversità biochimica che si riflette in una differente composizione quali-quantitativa.
Si parla, quindi, in tale caso di razze chimiche o chemiotipi: i chemiotipi sono uguali nell’aspetto esterno, ma differiscono per i loro costituenti chimici.
Le sostanze chimiche presenti nella pianta, capaci di esplicare un’azione farmacologia, sono definiti principi attivi e il vegetale (o la parte di questo) che le contiene è detto droga.
Le sostanze farmacologicamente attive possono essere impiegate sia sotto forma di droga così come essa è (si parla, in tale caso, di fitocomplesso), oppure allo stato puro, dopo essere state estratte dalla droga stessa.
Può accadere che i principi attivi siano anche materiale di partenza per ottenere composti semisintetici, come è avvenuto con la morfina, da cui è stata ottenuta in seguito la nalorfina.
Potrebbe essere molto importante conoscere le reazioni di sintesi che portano nelle droghe vegetali alla formazione dei vari principi attivi, infatti, ciò consentirebbe di aumentare o migliorare, con opportuni “interventi” sui suddetti processi biosintetici, la resa della droga in esame.
1 La classificazione tassonomica creata nel XVIII° secolo ad opera del naturalista svedese Carl von Linné (italianizzato in Carlo Linneo). Nel 1735 egli propose un sistema di classificazione scientifica delle piante (Systema naturae, siver tria regna naturae systematicae proposita per classes, ordines, genera et species) basato sull'istituzione di raggruppamenti gerarchici che classificava le piante in "Classi, Ordini, Generi, Specie e, Varietà"
Tali conoscenze però sono ancora incomplete, anche se si è riuscito a comprendere che i principi attivi delle droghe vegetali sono suddivisi in costituenti cellulari primari e costituenti cellulari secondari.
I costituenti cellulari primari sono comuni e diffusi tra tutte le piante e sono polimeri ad alto peso molecolare (proteine, lipidi e polisaccaridi) o metaboliti intermedi (acidi organici). Sembra che tali componenti siano utili per la vita della pianta.
I costituenti cellulari secondari sono, invece, presenti solo in alcune piante oppure sono in grado di accumularsi solo in alcune specie (saponine, antrachinoni).
Si tratta dei principi attivi più interessanti dal punto di vista farmacologico, anche se spesso s’ignora la funzione all’interno dell’organismo produttore. Inoltre, derivano dagli stessi precursori dei costituenti primari.
Infine, è interessante ricordare che, nella raccolta
delle piante medicinali, occorre tener presente il tempo balsamico, cioè il periodo in cui il contenuto in principi attivi raggiunge il suo massimo livello: è appunto in tale momento che deve essere effettuata la raccolta.
Il tempo balsamico è influenzato dal ciclo vitale della pianta, dalla sua età e perfino dall’ora del giorno.
È diverso per ogni pianta, anche se si può affermare in generale che i principi attivi si formano in misura maggiore nel periodo d’accrescimento della pianta e quindi il contenuto sarà massimo quando l’accrescimento sarà terminato.
Ogni organismo vivente, comprese le piante, scambia continuamente con l’ambiente esterno una grande quantità di energia. L’energia proviene dal Sole ed è incamerata dalle piante grazie alla fotosintesi, che permette così di ottenere energia chimica per produrre le molecole necessarie alla sopravvivenza, mediante reazioni chimiche dette anaboliche.
L’energia può anche essere accumulata mediante molecole di riserva che possiedono legami altamente energetici: quando queste molecole vengono degradate a semplici prodotti finali, restituiscono l’energia immagazzinata, tramite le reazioni cataboliche.
Le reazioni anaboliche sono dunque biosintetiche, mentre quelle cataboliche sono degradative e sono catalizzate entrambe da enzimi.
Nell’anabolismo, si parte da precursori semplici per formare molecole più complesse, come proteine o acidi nucleici, mediante le vie di biosintesi, partendo da un piccolo numero di precursori, si arriva ad una grande varietà di prodotti diversi.
Nelle reazioni cataboliche, invece, si parte dalle macromolecole con funzione di
riserva, come i carboidrati, per ottenere prodotti più semplici come l’anidride carbonica e l’acido lattico.
Queste reazioni partono da molecole molto diverse tra loro, ma producono sempre poche molecole finali; inoltre, si libera una notevole quantità di energia, precedentemente immagazzinata.
Esistono dunque le reazioni del metabolismo primario, che partono da grandi quantità di sostanze di riserva e portano a grandi quantità di prodotti.
Tuttavia, nelle piante, sono di grande importanza le vie del metabolismo secondario, caratterizzate da un flusso minore, che portano alla produzione e all’accumulo di molecole molto specializzate (oli essenziali, alcaloidi, ecc…), non strettamente necessarie per l’organismo produttore.
Ancora oggi non si conosce la loro funzione nelle piante, ma si pensa che possano essere utili per richiamare alcuni insetti impollinatori o allontanare delle possibili fonti di pericolo dalla pianta stessa.
Le molecole del metabolismo primario sono le materie prime necessarie per il metabolismo secondario. Infatti, la fotosintesi porta alla
formazione dei carboidrati, che sono la base per la formazione di tutte le altre molecole.
Quando i carboidrati sono degradati, si ottengono tre molecole più semplici, che sono i precursori dei principali principi attivi esistenti in natura.
Si tratta dell’acido scichimico, precursore dei composti aromatici; degli aminoacidi, derivati del ciclo dell’acido citrico, che portano alla formazione degli alcaloidi e dei peptidi; dell’acido acetico che, sotto forma di acetil coenzima A, è il precursore di polifenoli e, sotto forma del suo derivato acido mevalonico, dà origine a terpeni e steroidi. Il tutto è evidenziato nello schema seguente.
Dagli albori della medicina fino a pochissimi decenni fa, il legame con la fitoterapia è stato strettissimo. Dell'uso terapeutico delle piante officinali c'è già traccia nei geroglifici egiziani con la
descrizione di oli essenziali distillati da piante aromatiche.
Già circa 4 secoli prima della nascita di Cristo, Ippocrate il padre della medicina moderna aveva individuato le proprietà antidolorifiche della linfa estratta dalla corteccia di salice, senza immaginare che questa azione era dovuta all'acido salicilico, che ancora oggi è la base del principio attivo dell'aspirina. Analogamente, le proprietà della digitale, dell'aglio, della salvia e dell'assenzio erano già conosciute presso Greci e Romani. Anche al di fuori del mondo mediterraneo, le civiltà dell'India, della Cina, del Tibet e dell'Arabia conoscevano dai tempi più remoti le proprietà curative delle erbe: un manoscritto cinese di ben 4.700 anni fa, il Pen-Tsao, già descriveva le proprietà terapeutiche del Ginseng e dell'Efedra.
Indubbiamente i preparati fitoterapici hanno rappresentato nei secoli il principale strumento terapeutico per diverse medicine tradizionali quali quella cinese, quella araba o ancora la scuola Salernitana di Medicina, che si impose in Italia e in Europa come abbiamo visto intorno al 1200.
Con il trascorrere dei secoli si è accentuata maggiormente la dicotomia tra il curante (medico) e il preparatore (botanico o farmacista) e ciò ha consentito, grazie alla maggior specializzazione, di giungere a preparati officinali sempre più puri ed efficaci. Si può infatti affermare che il lungo periodo compreso tra il 1500 e il 1800 ha visto crescere l'importanza della professione del botanico/farmacista, unico depositario della preparazione dei fitoterapici. Non dimentichiamo che ancora oggi importanti orti botanici inglesi non sono altro che ex campi di coltivazioni delle piante officinali di importanti laboratori farmaceutici del '700.
Successivamente, al principio del '900, il costante interesse per le piante medicinali e le opportunità di una più moderna e sistematica ricerca di
laboratorio, hanno dato vita alla farmacognosia, branca specializzata della botanica e della farmacologia sperimentale. Così i chimici scoprirono la complessità dei composti di origine vegetale e animale, cercando nel contempo di comprendere la correlazione tra struttura chimica e attività farmacologica di questi composti. Divenne quindi inevitabile tentare di isolare i principi "attivi" delle piante da quelli "inerti" e di ricostruire per sintesi le molecole più potenti; ciò consentì non solo di preparare in laboratorio sostanze identiche a quelle naturali ma anche di modificare le loro strutture chimiche originali, per potenziarne l'azione farmacologica o migliorarne la tollerabilità. E' evidente che i grandi progressi compiuti dalla farmacologia nella comprensione del legame tra struttura chimica e attività farmacologica e nella messa a punto di farmaci di sintesi molto potenti se da un lato hanno permesso di valutare sempre meglio anche i preparati fitoterapici e di migliorarne le attività di produzione, dall'altro hanno segnato un po' il declino della fitoterapia.
Oggi, alle soglie del 2000 riconosciamo che il prolungamento della vita media rappresenta una notevole vittoria ottenuta soprattutto grazie a farmaci di sintesi monocostituenti molto efficaci (soprattutto antibiotici). Ciò nonostante dagli anni ottanta in poi ha cominciato ad emergere un rinnovato interesse per le sostanze naturali e per la farmacologia dei complessi vegetali. La moderna fitoterapia si basa sul concetto della "attività terapeutica globale della pianta" secondo cui nessun costituente della pianta può considerarsi "attivo" o "inerte". La pianta medicinale è un organismo unitario nel quale ogni costituente ha una propria ragione d'essere nell'economia fisiologica della pianta stessa, ed esercita una determinata funzione. Tutti i costituenti, sia quelli farmacologicamente attivi che quelli non farmacologicamente attivi ma che modificano spesso l'assorbimento dei primi, concorrono a determinare l'attività terapeutica globale della pianta medicinale.
In conclusione se con le conoscenze di oggi non possiamo che sorridere davanti ad uno dei testi sacri della medicina di un tempo, il famoso "erbario" xilografato del botanico tedesco Otto Brunfels (primi decenni del '500) o davanti alle curiose locandine pubblicitarie in stile bella époque che illustrano gli impieghi illimitati degli estratti di corteccia di china, non possiamo trascurare l'importanza e l'attualità della fitoterapia.
Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre tratto dal mondo naturale, e dalle piante in particolare, i rimedi per ogni tipo di patologia, anche se questi erano utilizzati esclusivamente su base empirica.
Attualmente, la disponibilità di metodiche d’indagine più avanzate ci consentono di effettuare ricerche e di stabilire standard riproducibili degli effetti terapeutici delle piante secondo le moderne tecniche di laboratorio.
Ciò è di particolare rilievo, in quanto proprio di recente si stanno rivalutando le piante medicinali come importante presidio farmacologico, dopo un lungo periodo di abbandono a favore dell’utilizzo di principi attivi sintetizzati in laboratorio.
I farmaci di sintesi, infatti, non hanno tardato a mostrare i limiti del loro utilizzo ed è stato necessario ampliare la possibilità di scelta terapeutica con la rivalutazione delle piante medicinali.
Per utilizzare al meglio le piante in terapia, è stato necessario focalizzare l’attenzione sui loro principi attivi, studiandone non solo gli effetti, ma anche considerando la loro struttura chimica e i processi metabolici in cui sono coinvolti nell’organismo produttore.
È possibile, quindi, classificare le molecole di origine naturale secondo la struttura chimica:
*salicilici
*iridoidi
*antrachinonici
*cardiotonici
*saponine
*solforati
*flavonici
*idrochinonici
Salicilici (azione antinfiammatoria, antifebbrile antireumatica; principali piante: Salix alba)
Iridoidi (azione antinfiammatoria; principali piante: Arpagofito)
Antrachinonici (azione lassativa o purgante; principali piante: Aloe, Cascara, Rabarbaro)
Cardiotonici (azioni antiaritmiche, cardiotoniche; principali piante: Digitale, Strofanto, Oleandro)
Saponine (azione antinfiammatoria e cicatrizzante (Liquirizia) o antiedemigene e vasculotrope (Ippocastano))
Solforati (azione mucolitica e fluidificante; principali piante: le Crucifere come Cavoli, Senape, Rafano)
Flavonici o flavonoidi (azione antinfiammatoria e diuretica (Sambuco, Tiglio, Liquirizia) o riduzione della permeabilità capillare (Ruscus, Centella) o antidepressiva (Iperico) o ansiolitica (Passiflora))
Antocianosidi (azione endotelio protettiva ed antiaggregante piastrinica; principali piante: Mirtillo, Lampone, Malva)
Idrochinonici (azione disinfettante urinaria; principali piante: Uva ursina, Corbezzolo)
ALCALOIDI: Sostanze azotate basiche attive a dosi anche molto basse.
Coniina (contenuta nella Cicuta), Chinina, Cocaina, Reserpina, Caffeina (attive sul SNC). Atropina, Scopolamina, Pilocarpina, Ergotamina, Nicotina (attive sul SNV). Colchicina (per l'artrite gottosa). Vincristina, Vinblastina (alcaloidi della Vinca ad azione antileucemica) Alcaloidi ossindolici (azione antinfiammatoria immunostimolante contenuti nell'Uncaria Tormentosa)
Miscele di sostanze chimiche tra le quali (alcoli, fenoli, aldeidi, chetoni, eteri, esteri, acidi e idrocarburi terpenici) a diversa azione: stimolazione funzioni apparati digerente, antimicrobica, azioni sul SNC.
Azione antiflogistica, antiedemigena e vasocostrittrice; risultano irritanti per le mucose ed epatotossici.
Sono prevalentemente rappresentati dalle mucillagini che a contatto con l'acqua si rigonfiano e danno soluzioni colloidi con azione emolliente, antinfiammatoria, protettiva delle mucose e lassativa. Polisaccaridi ad azione antinfiammatoria ed immunostimolante sono presenti nell'Astragalo, nell'Echinacea, nel Ginseng, nell'Aloe vera e nell'Eleuterococco.
Le resine, sostanze complesse, vengono spontaneamente secrete dai vegetali. I balsami sono costituiti da miscele di oli essenziali e resine, sono densi, vischiosi ed aromatici ed hanno azione disinfettante ed espettorante (Balsamo del Perù e Balsamo del Tolù usati nei prodotti antitosse ed espettoranti.)
Tra le terapie facenti capo alla medicina non convenzionale, la Fitoterapia riveste un ruolo di grande importanza sia come terapia integrativa sia come terapia sostitutiva della terapia medica; specie laddove, l’accesso alle terapie farmacologiche rappresenta un problema di sopravvivenza economico.
È riconosciuto in ogni angolo del mondo, a livello etnico e scientifico la priorità e la insostituibilità della fitoterapia.
Mentre nei paesi dell’area sud del mondo la scelta della fitoterapia è obbligata da ragioni economiche, etniche e culturali, nei paesi più industrializzati, la scelta della fitoterapia esprime una valenza orientata alla qualità della vita: minore tossicità, più propensione verso l’autocura ed un'alternativa alla standardizzazione e ricerca della propria individualità.
Non a caso, la Fitoterapia, come forma di cura, si riafferma negli anni settanta, nei paesi europei occidentali; in particolare in Francia si sviluppa la moderna Fitoterapia rinnovata, appannaggio quasi esclusivo della classe medica; mentre in Germania l'utilizzo delle piante officinali legato all'Omeopatia, quali fonti di estrazione.
La fitoterapia nella tradizione terapeutica erboristica ereditata da Ippocrate, Paracelso o Mattioli, è concepita interamente come medicina allopatica, la cui attività terapeutica è attribuita all'azione dei principiativi, quindi, un'azione in base alla prima legge ippocratica dei contrari. Negli anni settanta con l'introduzione della moderna Fitoterapia rinnovata, ad opera di Claude Bergeret e Max Tetau.
Si focalizza la risposta terapeutica della pianta medicinale non solo ai principi attivi, bensì al totum della pianta stessa e all'insieme di sostanze presenti nella pianta che concorrono all'effetto benefico prodotto dalla stessa.
Il fitocomplesso rappresenta l'insieme di tutte le sostanze presenti nella droga, alcune dotate di precipue proprietà medicamentose, altre meno importanti, ma indispensabili nel fornire un supporto ed una consistenza d'insieme, per garantire la completezza delle azioni caratteristiche della pianta.
Il concetto di fitocomplesso è diverso da quello che regola l'azione dei farmaci di sintesi, anche se di derivazione vegetale, nei quali viene considerato il singolo principio attivo come unico responsabile dell'azione farmacologica, essendo gli altri suoi componenti rappresentati da eccipienti e supporti inerti.
Pertanto, ne deriva, che i vantaggi del fitocomplesso nei confronti del singolo principio attivo sono:
Questa molteplicità di azioni ci dà la possibilità di affrontare con un unico rimedio diversi problemi, che altrimenti richiederebbero l'assunzione di più farmaci, di sintesi nella stessa giornata. È anche indispensabile che la pianta venga raccolta nel cosiddetto tempo balsamico che è il periodo dell'anno, variabile da pianta a pianta, nel quale il vegetale contiene la massima quantità di principi attivi e la sua ottimale composizione qualitativa.
La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI edizione 2002 insieme alla Farmacopea Europea, rappresentano i testi ufficiali di raccolta di tutte le preparazioni farmaceutiche.
Nell'edizione Italiana, è stato dato ampio risalto alle preparazioni vegetali, che adesso tornano ad essere presenti in maniera cospicua, nonostante il continuo sviluppo dei farmaci di sintesi.
Nell’attuale edizione è presente, come nell'edizione precedente, un capitolo di descrizione dei Metodi Generali Usati in Farmacognosia, nel quale si definiscono criteri, metodologie e controlli di qualità delle droghe vegetali e loro preparazioni.
Inoltre, nell'edizione 2002 è aumentato il numero delle Monografie relative alle piante medicinali, una parte di particolare interesse per la fitoterapia riguarda le preparazioni generali a partire da materiale vegetale.
Vengono trascritte di seguito le definizioni riportate nelle monografie relative alle preparazioni delle piante medicinali: Droghe Vegetali, Preparazioni a Base di Droghe Vegetali, Tinture, Estratti, Infusi e Decotti, Oli Grassi Vegetali, Piante per Tisane,
II° PARTE PARTE SISTEMATICA
Docente: Prof. Rocco Carbone
Aglio
Allium sativum L.
Parte utilizzata: bulbo e bulbilli
Principi attivi: olio essenziale (minimo 0,25 %) contenenti diversi solfuri di allile (da cui il caratteristico odore) ed altre sostanze solforate derivate dal solfuro di divinile (allina, che per la presenza di un enzima, alliinasi, si trasforma in allicina), allisatina, glucosidi solforati, vitamine del gruppo B.
Effetti dimostrati: antibatterico, antivirale, antielmintico (ascaridi ed ossiuri), anticoagulante, antiaggregante piastrinico, ipotensivo, vasodilatatore periferico, fibrinolitico ed antiipertensivo. Fluidificante ed espettorante. Antidislipidemico ed antiaterogeno Avvertenze: Non somministrare in gravidanza e durante l’allattamento, può alterare il sapore del latte e
provocare coliche gassose nel neonato. Iperacidità gastrica, intolleranza individuale all’odore/sapore. Ipotensione.
Note: l'azione dell'aglio è stata valutata in studi clinici con estratti secchi titolati e standardizzati in 6 mg/die di allicina 2-3 volte/die, in forma fresca 8 g di bulbilli al giorno.
Alga marina
Parte utilizzata: tallo disseccato
Principi attivi: Acido alginico, Polisaccaridi, Polifenoli, Bromo, Iodio, Potassio, Sodio
Effetti dimostrati: Dà volume alle feci favorendo lo svuotamento intestinale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in allattamento, non associare ad aspirina, lassativi, medicinali per tosse e raffreddore, antiacidi, vitamine, minerali, aminoacidi
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Note: l'azione del fucus valutata in studi clinici con estratti secco nebulizzato al dosaggio di 1-1,5 g/die
Principi attivi: foglie da cui si estrae un gel Sostanze chimiche contenute: Acemannano, Beta-barbaloina (purgativo), Resina, Socaloina, Tannino
Effetti dimostrati: Aiuta a ridurre l'infiammazione e accelera la guarigione nelle ustioni di primo e secondo grado. Agisce come catartico, ma se tale effetto sia benefico o pericoloso dipende da molti fattori. Cura le ustioni da raggi X o da altre radiazioni. Interferisce nell'assorbimento del ferro e degli altri minerali quando assunta per via orale Avvertenze: Non assumere in caso di ulcera gastrica o duodenale, in presenza di piccole complicazioni all'intestino, come enteriti periferiche. Non assumere in caso di colite ulcerosa, diverticolosi o diverticoliti, proctiti o emorroidi
Note: l'azione dell'aloe vera è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in polisaccaridi (acemannano) al dosaggio di 400-800 mg 1-2 volte/die
Ananas sativus Sch.
Parte utilizzata: parte fibrosa del gambo
Principi attivi: Bromelina A e B
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria, antiedemigena. Azione antiaggregante piastrinica
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in caso di ulcera gastrica
Note: l'azione dell'ananas è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in bromelina al dosaggio di 80 mg 3 volte/die (reperibile anche come specialità medicinale registrata)
Parte utilizzata: frutto secco
Principi attivi: oli essenziali (anetolo, metilcavicolo, anisochetone), flavonodi.
Effetti dimostrati: Aiuta nell'espulsione dei gas dall'apparato intestinale. Stimola la diuresi. Aumenta la traspirazione. Diminuisce la densità e aumenta la fluidità del muco dai polmoni e dai bronchi. Causa allucinazioni
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nei disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ulcera duodenale o gastrica, reflusso esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche, diverticolite, diverticolosi Note: l'azione dell'anice è stata valutata estratti titolati e standardizzati in anetolo al 70-90% al dosaggio 0,3 g di essenza
Parte utilizzata: fiore
Principi attivi: Acidi grassi, Acido angelico, Acido formico, Arnidendiola (si trova anche nei fiori di tarassaco), Colina, Timoidrochinone
Effetti dimostrati: Ha un effetto revulsivo se applicata sulla pelle in un punto infiammato o irritato. Agisce come sedativo del sistema nervoso centrale. Irrita il tratto gastrointestinale Avvertenze: Non assumere in gravidanza, nei disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ad esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi, diverticolite
Note: si usa in infusi 2 g di droga per 100 ml di acqua; in tintura madre per cataplasmi diluita in acqua 1:3-1:10; come colluttorio diluita in acqua 1:10 o come pomata (solitamente in gel) contenente il 20-25% di tintura madre.
Frequenti reazioni allergiche cause di dermatiti
Harpagophytum procumbens De Candolle
Parte utilizzata: radici secondarie essiccate Principi attivi: Arpagoside, Procumbite, Arpagide, Acido cinnamico libero, Zuccheri, Aminoacidi, Steroli, Grassi, Cere
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria ed antireumatica, fibromiositi, tendinite, periartriti Avvertenze: Non assumere in gravidanza e in soggetti con ulcere gastriche
Note: l'azione dell'artiglio del diavolo è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in arpagoside all'80% al dosaggio di 350-700 mg 3-4 volte/die
Parte utilizzata: fiori, foglie
Principi attivi: Acido crategolico, Flavina, Glicoside, Proantocianidine, Purine, Saponine, Vitexina
Effetti dimostrati: Diminuisce la respirazione. Diminuisce il battito cardiaco. Azione ipotensivante. Causa irregolarità nel battito cardiaco. Causa insufficienza cardiaca congestizia. Riduce le contrazioni muscolari dell'utero e dell'intestino. È un costrittore bronchiale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nelle cardiopatie
Note: l'azione del biancospino è stata valutata con estratti titolati e standardizzati in flavonoidi al 2% al dosaggio di 250-1000 mg/die (per garantire un dosaggio di 5-20 mg di flavonoidi totali
Principi attivi: Acidi boswellici, Triterpeni
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria, antireumatica (inibisce la 5 lipoossigenasi che stimola la produzione di leucotrieni), riduce il dolore ed il gonfiore articolare ed aiuta a ristabilire una buona funzionalità articolare
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nelle gastropatie quali gastriti ed ulcera gastro-duodenale Note: l'azione della boswellia è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in ac.
boswellici al 75%-95% al dosaggio di 200-400 mg 2-3 volte/die
Parte utilizzata: capolini disseccati Principi attivi: Alcooli sesquiterpenici, Alfabisabolo, Azulene, Furfurale, Paraffina, Sesquiterpene, Tannini
Effetti dimostrati: Agisce come antinfiammatorio e spasmolitica sulla mucosa gastrica e duodenale, cicatrizzante, immunostimolante, antibatterico per uso topico. Deprime le funzioni muscolari.
Interferisce nell'assorbimento del ferro e di altri minerali
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche, diverticolite, diverticolosi
Note: l'azione della camomilla è stata valutata con estratti titolati e standardizzati al dosaggio di 400 mg 4 volte/die.
La Farmacopea Ufficiale prevede l'estratto secco ad alto titolo di apigenina. Infusi al 3-10% per cataplasmi e lavande, tisane con 3 gr. in 150 ml di acqua
Cinnamonum verum J.S. Presl
Parte utilizzata: corteccia disseccata (olio essenziale per uso topico)
Principi attivi: Aldeide cinnamica (70-80%), Eugenolo (5-10%)
Effetti dimostrati: Proprietà antibatteriche e micostatiche (specie nelle onicomicosi) Avvertenze: Non utilizzare in gravidanza.
Frequenti reazioni allergiche cutanee e mucose
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Flavonoidi, Tannini, Ac. clorogenico, Cinarina, Poliacetileni, Fitosteroli (sitosterolo e stigmasterolo), Cinaropicrina (principio amaro) Effetti dimostrati: Azione coleretica (stimola la secrezione di bile), epatoprotettiva ed epatostimolante. Azione ipocolesterolemizzante.
Azione diuretica.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in soggetti con calcolosi della colecisti
Note: l'azione del carciofo è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in ac. clorogenico tra 4,5%-6% al dosaggio di 3-5 g 2 volte/die
Parte utilizzata: corteccia disseccata Principi attivi: Antrachinone, Cascarosidi Effetti dimostrati: Irrita l'apparato gastrointestinale e può indurre diarrea.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche, diverticolite, diverticolosi
Parte utilizzata: parti aeree disseccate
Principi attivi: Asiaticoside (saponina triterpenica), Ac. asiatico, Ac. madecassico, Madecassicoside, Polifenoli, Fitosteroli, Sali minerali e vitamine Effetti dimostrati: Cicatrizzanti, flebotropi e
flebotonici (v. varicose, emorroidi), blandamente diuretici
Avvertenze: Cautela in gravidanza (contiene fitosteroli) e nelle gastropatie quali gastriti ed ulcera gastro-duodenale
Note: l'azione della centella è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati nella frazione triterpenica al dosaggio di 60 mg/die, (reperibile anche come specialità medicinale registrata)
Parte utilizzata: boccioli dei fiori essiccati (olio essenziale per uso topico)
Principi attivi: Eugenolo (90%)
Effetti dimostrati: Elevate proprietà antibatteriche e antimicotiche (onicomicosi, tigne), antinfiammatorie ed analgesiche locali (mal di denti)
Avvertenze: Non utilizzare in gravidanza. Frequenti reazioni allergiche cutanee e mucose
Parte utilizzata: radici, rizomi
Principi attivi: Acido isoferulico, Acido oleico, Acido palmitico, Cimicifugina, Tannino
Effetti dimostrati: Attività estrogeniche ed inibizione dell'LH, utile nei disturbi premestruali, dismenoree e disturbi climaterici. Interferisce con l'assorbimento del ferro e di altri minerali quando viene ingerito.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche, diverticolite, diverticolosi
Note: l'azione della cimicifuga è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in glicosidi triterpenici al 2,5% al dosaggio di 40-80 mg/die
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Acidi grassi, Betaina, Echinacina, Echinoside, Inulina, Resina, Saccarosio
Effetti dimostrati: Agisce come insetticida, attivo soprattutto sulle mosche. Stimola le difese immunitarie. Probabile attività anti-tumorale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza.
Note: l'azione dell'echinacea è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in polisaccaridi al 16% ed echinacoside al 4% al dosaggio di 200mg 2-3 volte/die
Eleutherococcus senticosus Ruprecht
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Eleuteroside A (glucoside del beta- sitosterolo), B1 (glucoside cumarinico dell'isofrassidina, C (eterogalattoside), B-D-E (eterosidi del siringasterolo), I-K-L-M (derivati dall'ac. oleanoico)
Effetti dimostrati: Stimola il sistema immunitario, aumenta il numero di linfociti T e cellule natural killer, aumenta la produzione di interferone, stimola la risposta anticorpale (studi effettuati su soggetti con malattie dell'apparato ORL, otiti, sinusiti) Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dell'eleuterococco è stata valutata in
studi clinici con estratti titolati e standardizzati in eleuterosidi al 3% e polisaccaridi al dosaggio di 200-400 mg/die
Foeniculum vulgare Miller
Principi attivi: Trans-anetolo, Estragolo, Fencone, Alfa-fellandrene
Effetti dimostrati: Attività antispastica e procinetica (specie a livello intestinale), attività antimeteorica Avvertenze: Non assumere in gravidanza, ed in soggetti asmatici con forte componente allergica Note: i semi di finocchio possono essere utilizzati in preparazioni per tisane spesso in associazione con anice, timo, senna, ecc. Molto utile anche l'olio essenziale F.U. che preparato in capsule ed assunto
dopo i pasti, è la forma che maggiormente esplica le proprietà sull'apparato digerente
Parte utilizzata: scorza essiccata del frutto Principi attivi: Acido idrossicitrico, Calcio, Carboidrati, Pectine in tracce
Effetti dimostrati: Azione riducente l'assorbimento di colesterolo e trigliceridi. Azione di aumento del senso della sazietà
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della garcinia è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in ac. idrossicitrico al 50% al dosaggio di 500-1000 mg mezz'ora prima dei pasti
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Ginkgolidi A, B e C, Acidi ginkgolici, Quercetina, Kempferolo
Effetti dimostrati: Agisce aumentando la tolleranza all'ipossia, soprattutto nel tessuto cerebrale. Inibisce lo sviluppo di edemi cerebrali di origine traumatica o tossica. Riduce gli edemi della retina. Aumenta le capacità della memoria. Azione antiossidante ed antagonista nei confronti del PAF (fattore aggregante piastrinico)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, negli epatopatici, in soggetti con turbe della coagulazione,
possibili interazioni in terapie con antiaggreganti piastrinici ed anticoagulanti. Non associare a terapie con Aglio e Salice che hanno una spiccata azione antiaggregante
Note: l'azione terapeutica di gingko biloba è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in flavonoidi 24%, ginkgolidi 6% esenti da ac. ginkgolici, al dosaggio medio di 120-240 mg/die. La durata del trattamento deve essere di almeno otto settimane
Panax ginseng C.A. Meyer
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Ginsenosidi, Amido, Fitosteroli, Vitamine B1-B2-B12, Biotina, Composti poliacetilenici, Tannini, Peptidi, Colina
Effetti dimostrati: Tonico-adattogeno, azione sul sistema neuroendocrino e neuromuscolare (aumento serotonina, dopamina, noradrenalina, ACTH), attività antidepressiva simile all'imipramina, azione immunostimolante (polisaccaridi)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza (possibile androgenizzazione fetale), cautela negli ipertesi (possibili eccessi ipertensivi e tachicardia), in soggetti in terapia con anticoagulanti ed in donne in menopausa (favorisce le metrorragie). Segnalati casi di reazioni avverse quali insonnia, cefalea, nervosismo, diarrea. In caso di abuso segnalati reazioni quali edema, prurito, depressione, vertigini, palpitazioni, iperpiressia, cefalea grave, turbe del sistema immunitario
Note: l'azione terapeutica del ginseng è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in ginsenosidi 10-15% al dosaggio medio di 80-100 mg 2-3 volte/die
Parte utilizzata: resina purificata ottenuta per incisione della corteccia dell'albero
Principi attivi: Polisaccaridi, Lipidi steroidi (Gugulsterone E, Gugulsterone Z, Gugulsterone I, Gugulsterone II, Gugulsterone III), Olio essenziale Effetti dimostrati: Azione ipolipemizzante (riduce i valori di colesterolo totale, trigliceridi e LDL, aumenta i valori di HDL a causa della riduzione dell'assorbimento intestinale dei lipidi alimentari, dell'attivazione degli enzimi lipolitici nel siero e della riduzione della sintesi epatica e dell'aumento della escrezione fecale di colesterolo), azione antiaterogena (per attività
fibrinolitica e inibizione dell'aggregazione piastrinica, associato all'aspirina
migliora il decorso dell'ictus ischemico), azione stimolante nei confronti della tiroide, azione anti-acne, azione antinfiammatoria
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, in soggetti in terapia con anticoagulanti se non sotto stretto controllo della crasi ematica, in soggetti con disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche. Il gugul può ridurre la concentrazione plasmatica di farmaci quali il propanololo ed il diltiazem
Note: l'azione terapeutica del gugul è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in gugulipide al 2% al dosaggio medio di 100- 150 mg/die da suddividere in 2-3 somministrazioni
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Acido gymnemico (il cui sale di potassio viene indicato come gymnemina) Effetti dimostrati: Azione ipoglicemizzante Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in soggetti diabetici in cura con antidiabetici orali Note: l'azione della gymnema è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in ac. gymnemico al 25-50% al dosaggio di 200-300 mg 2-3 volte/die lontano dai pasti
Parte utilizzata: sommità fiorite
Principi attivi: Ipericina, Olii volatili, Resina, Tannini, Flavonoidi
Effetti dimostrati: Causa fotosensibilizzazione. Interferisce con l'assorbimento di ferro e di altri minerali quando viene ingerito. Agisce come I-MAO sul sistema nervoso centrale, da cui l'uso come antidepressivo. Usato esternamente è un antisettico.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza. Possibile fotosensibilizzazione
Note: l'azione antidepressiva dell'iperico è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in flavonoidi al 50% e iperforina al 5%
al dosaggio di 300-900 mg/die (reperibile anche come specialità medicinale registrata). Recenti studi hanno dimostrato che la fotosensibilizzazione è prevalentemente legata all'ipericina mentre l'azione antidepressiva è legata ai flavonoidi. L'ASA (American Society of Anesthesiologists) avverte che l'assunzione di Iperico può prolungare l'effetto di anestetici o farmaci narcotizzanti. Inoltre sono state segnalate reazioni avverse quali dermatiti, irritazioni gastrointestinali, nausea, vomito, vertigini, neuropatie acute, astenia, cefalea. Possibile interazione con la Sertralina (sindrome serotoninergica), possibile interazione con la Teofillina (> della concentrazione plasmatica della teofillina). Alcuni studi recenti hanno messo in evidenza che l'iperico diminuisce notevolmente l'effetto terapeutico di anticoncezionali orali o a farmaci per la cura dell'AIDS o antirigetto (per es. ciclosporina), se assunto contemporaneamente ad essi
Principi attivi: Glicosidi triterpenici, Escina, Tannini, Flavonoidi, Cumarina
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria, anti edemigena, vasocostrittrice
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in soggetti con disturbi gastro-intestinali
Note: l'azione dell'ippocastano è stata valutata in studi clinici con estratti standardizzati titolati in escina 10% (glucosidi triterpenici) al dosaggio di 250-350mg 2 volte/die
Piper methysticum Forster
Parte utilizzata: radici
Sostanze chimiche contenute: Diidrokawina, Diidrometisticina, Dimetossiyangonina, Flavorawina, Kawaina, Metisticina, Yangonina
Effetti dimostrati: Sedativo del sistema nervoso centrale. Causa pigmentazione della pelle Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione ansiolitica del kawa kawa è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in kavalattoni al 30% al dosaggio di 200-300 mg 2-3 volte/die. L'effetto terapeutico compare dopo 1 settimana circa, la pianta è sottoposta a limitazione d’uso da parte del Ministero della Salute.
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Asparagina, Glicirrizina, Gomma, Terpene pentaciclico, Saponine, Zuccheri
Effetti dimostrati: Diminuisce l'infiammazione. Mostra un effetto ormonale di tipo estrogenico. Diminuisce le contrazioni della muscolatura liscia. Diminuisce la densità e aumenta la fluidità del muco dei polmoni e dei bronchi. Un largo consumo di liquirizia può essere causa di ipertensione. Effetti benefici supposti non dimostrati: Promuove la rigenerazione dei tessuti lesi. Ammorbidisce la pelle ed è un lenitivo. Cura la tosse
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, in presenza di una malattia cardiaca, insieme a diuretici
Note: l'azione della liquirizia è stata valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e standardizzati in glicirrizina al 20% al dosaggio di 250-500mg 2 volte/die
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Mentolo, Acetato di mentile, Mentone
Effetti dimostrati: Carminative, colagoghe, antibatteriche. Per ingestione può irritare le mucose ed interferire con l'assorbimento del ferro e di altri minerali.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nei disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ad esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi, diverticolite
Note: l'azione della menta piperita è stata valutata in studi clinici con olio essenziale contenente
mentolo (35-55%) e mentone (10-35%) al dosaggio di 10 mg 2-3 volte/die
Parte utilizzata: frutto
Principi attivi: Acidi grassi, Acido loeanolico, Acido ursolico, Idrochinone, Neomirtillina, Tannini
Effetti dimostrati: Azione astringente e vasoprotrettrice (antocianosidi). Riduce la glicemia. Stimola la diuresi. Interferisce con l'assorbimento del ferro e di altri minerali quando viene ingerito. Azione antiossidante
Avvertenze: Non assumere negli allergici al mirtillo Note: l'azione del mirtillo è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in antocianosidi al 25% al dosaggio di 300 mg 1-2 volte/die
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Composti triterpenici, Flavonoidi, Glucosidi amari, Oleaceina, Oleuropeina
Effetti dimostrati: Azione spasmolitica, broncodilatatrice, ipoglicemizzante, diuretica, ipotensivante, ipocolesterolemizzante Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dell'olivo è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in oleaceina o oleuropeina, i dosaggi non hanno ancora una standardizzazione esatta
Parte utilizzata: frutto
Principi attivi: Caricina, Enzima amilolitico, Mirosina, Papaina, Peptidasi, Vitamine C e E Effetti dimostrati: Stimola le secrezioni gastriche. Libera istamina dai tessuti. Agisce come sedativo del sistema nervoso centrale. Elimina alcuni parassiti intestinali Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della papaya è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in papaina al dosaggio di 1500 mg /die corrispondenti a 2520 unità FIP
Parte utilizzata: semi, frutto (buccia) Principi attivi: bioflavonoidi (esperidina, neoesperidina, quercetina, apigenina rutoside, canferolo), naringina, polifenoli, vitamina C, aminoacidi, fibre, oli essenziali
Attività principali:
antiossidante, antibatterico, antivirale, antimicotico, immunostimolante, capillaroprotettore; buccia (disturbi circolatori degli arti inferiori, alterazioni della funzionalità del microcircolo, fragilità capillare, edemi e ritenzione idrica, sindrome emorroidaria, stati infiammatori; semi: infezioni delle vie urinarie, infezioni del cavo orale, acne, gengiviti,
infezioni della pelle, delle unghie e micosi cutanee, infezioni del tratto gastrointestinale
Note: l'azione della perilla è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati al 10% diesperidina mg 100 2-3 volte/die, ed in estratto secco standardizzato dai semi 150-300 mg estratto standardizzato dai semi 2 volte/die dopo i pasti
Sostanze chimiche contenute: Glicoside, Mucillagine
Effetti dimostrati: Produce forti movimenti intestinali (1 grammo aumenta di volume per 8-14 volte se viene posto nell'acqua). Rende più morbide le feci Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dello psillio è stata valutata con dosaggio di 10-30 g/die di semi interi
Parte utilizzata: bacche, foglie, semi
Principi attivi: bacche: Flavonoidi, Procianidine, Antociani, Vitamine; foglie: Polifenoli, Triterpeni, Kempferolo, Quercetina, Glicosidi della miricitina e dell'isoramnetina; semi: Acidi grassi polinsaturi
Effetti dimostrati: bacche: Azione vasoprotettrice tipo quella del mirtillo (vedi); foglie: Attività diuretica e ipotensivante, attività antinfiammatoria specie sulle flogosi articolari; semi: Azione antiallergica degli ac. polinsaturi per inibizione delle prostaglandine e delle ciclo- ossigenasi.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza Note: le azioni ed i dosaggi del ribes si diversificano a seconda della parte della pianta utilizzata: bacche: (antinfiammatoria) succo 30ml 3 volte/die, (vasoprotezione) estratto secco titolato in antocianosidi 300 mg 1-2 volte/die; foglie: (diuretica ed antinfiammatoria) 60 g in infuso da assumere
200 ml 3 volte/die; semi: (antiallergica) estratto di semi titolato in ac. polinsaturi.
Molto utile anche l'utilizzo della sospensione di pianta fresca di ribes in flaconcini monodose (antiallergica) al dosaggio di 1 flac. in un bicchiere di acqua prima di colazione e pranzo
Parte utilizzata: falsi frutti maturi
Principi attivi: Vitamina C, Beta-carotene, Carotenoidi, Flavonoidi, Pectine, Tannini, Antociani
Effetti dimostrati: Tutte le attività della vitamina C (vasoprotezione, antiossidante, stimolante il sistema immunitario, facilita l'assorbimento del ferro). E' la più importante fonte di vit. C (ac. ascorbico) del mondo vegetale, altamente biodisponibile ed assorbibile. Rende maggiormente biodisponibili i carotenoidi ed i flavonoidi potenziandone l'azione antiossidante
Avvertenze: Non eccedere nelle dosi di assunzione Note: l'azione della rosa canina è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in vitamina C
al 50%. Il fabbisogno quotidiano di vit. C è di circa 60 mg per cui per coprire il fabbisogno occorrono 120 mg/die di e.s. di rosa canina. In casi di aumentato fabbisogno si può arrivare al dosaggio di 2 g/die (per avere 1 grammo di vitamina C effettiva)
Parte utilizzata: semi da cui si estrae un olio extra-vergine
Principi attivi: Acidi grassi polinsaturi (AGP) totali 80% di cui: Ac. Linoleico (omega 6) 45% e Ac. Alfa- Linolenico (omega 3) 35%, Acidi grassi saturi esenti da colesterolo 5,5%, Vitamina E e Pro-vitamina A
Effetti dimostrati: Azione antiossidante (aumento dei livelli plasmatici di vitamina E e C). Azione fluidificante delle membrane cellulari. Azione antinfiammatoria (favorisce la diminuzione dell'acido arachidonico precursore di molecole ad azione infiammatoria). Azione antiaggregante. Per tali azioni l'olio di Rosa Rubiginosa può risultare utile nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardio e cerebro vascolari, nel trattamento di cicatrici, scottature, eczema e psoriasi,
nelle riduzioni delle complicanze delle malattie autoimmuni (quali artrite reumatoide o sclerosi multipla)
Avvertenze: Non superare le dosi consigliate in gravidanza
Note: l'azione dell'olio extra-vergine di Rosa rubiginosa è stata valutata in studi clinici al dosaggio di 3g/die
Parte utilizzata: corteccia
Principi attivi: Salicilina, Flavonoidi, Tannini Effetti dimostrati: Azione antipiretica, antiflogistica, analgesica ed antireumatica comportandosi come FANS. Azione antiaggregante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nei disturbi del tratto gastrointestinale, come ad esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi, diverticolite. Non assumere in caso di allergia all'acido acetilsalicilico (aspirina). Non assumere in caso di terapie concomitanti con antiaggreganti
Note: l'azione della salicilina è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in salicilina al 15% al dosaggio di 60-120 mg/die
Mutall
Principi attivi: Caprico, Caprilico, Caproico, Laurico, Oleico, Palmitico, Resina, Fitosterine Effetti dimostrati: Stimola la diuresi.
Attività antiandrogena (nell'iperplasia prostatica). Attività antiessudativa Avvertenze: Non assumere in gravidanza Note: l'azione della serenoa è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in ac. grassi liberi e fitosteroli (beta-sitosterolo, campesterolo e
stigmasterolo) al 85-95% al dosaggio di 320 mg 1-2 volte/die
Principi attivi: Daidzeina, Genisteina (fitoestrogeni) Effetti dimostrati: Migliorano la sintomatologia menopausale (vampate) ed il rischio di neoplasia a seno ed endometrio, per l'analogia strutturale con gli estrogeni femminili svolgendo una blanda azione simil-ormonale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, possibile interazione con terapie ormonali sostitutive in menopausa
Note: l'azione degli isoflavoni della soia è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati al 40% di isoflavoni (daidzeina e genisteina) al dosaggio di 60-80 mg/die
Parte utilizzata: radici e parti aeree
Principi attivi: Amari, Ferro, Glutine, Gomma, Inulina, Niacina, Potassio, Resina, Tarassina, Vit. A e C
Effetti dimostrati: Stimola le secrezioni gastriche. Stimola l'escrezione di bile dal fegato. Stimola la diuresi. È una fonte di vitamine A e C Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione del tarassaco è stata valutata con estratti secchi titolati in inulina al 40% e lattoni sesquiterpenici, al dosaggio di 100-300 mg 2-3 volte/die
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Polifenoli (Epigallocatechina gallato, Catechina, Flavonoidi, Tannini, Ac. clorogenico), Caffeina, Teobromina, Teofillina, Saponine, Minerali e Vitamine in bassa percentuale
Effetti dimostrati: Azione antiossidante, astringente, antinfiammatoria legata all'azione dei polifenoli. Azione antiseborroica per inibizione della 5-α-reduttasi
Avvertenze: Non assumere in gravidanza Note: l'azione del the verde è stata valutata in studi clinici con estratti secchi titolati e
standardizzati in polifenoli al 95% e saponine esenti da caffeina al dosaggio di 100-200 mg 2-3 volte/die
Uncaria tormentosa Willd D.C.
Parte utilizzata: foglie, radici, corteccia Principi attivi: Glucosidi triterpenici, Tannini, alcaloidi ossindolici pentaciclici e tetraciclici
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria ed immunostimolante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza Note: l'azione dell'uncaria tormentosa è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in alcaloidi ossindolici pentaciclici al 3% e glucosidi triterpenici al 6%, al dosaggio di 100-500 mg/die
Arctostaphylos uva ursi Sprengel
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Glucosidi idrochinonici (Arbutina, Metil-arbutina), Miricetina, Unedoside, Tannini, Terpenoidi (Alfa e Beta Amirina)
Effetti dimostrati: Attività disinfettante delle vie urinarie (infezioni acute e croniche) per l'azione dell'idrochinone metabolita coniugato a livello epatico ed escreto per via renale dove diventa attivo in presenza di urina alcalina
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in soggetti con ulcere duodenali o gastriche
Note: l'azione dell'uva ursina è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in arbutina al 6% al dosaggio di 200 mg 4 volte/die
Parte utilizzata: foglie, buccia del frutto e acini
Principi attivi: Polifenoli, Proantocianidine B Effetti dimostrati: Azione vasoprotettrice, protezione degli endoteli. Azione antiossidante per inibizione delle ciclo-ossigenasi (COX) Avvertenze: Non assumere in gravidanza Note: l'azione della vitis vinifera è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in POC (proantocianidine) al 95- 98% e resveratrolo allo 0,1% al dosaggio di 100-400 mg/die
Withania somnifera Dunal
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Withaferina A, Withanolidi, Flavonolglicosidi
Effetti dimostrati: Azione analgesica, antinfiammatoria, antireumatica. Azione protettiva contro le ulcere provocate FANS. Azione preventiva sulla leucopenia da radioterapia
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della withania è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in withanolidi al 5%, al dosaggio di 200-400 mg 2-3 volte/die
Fonte: http://www.estetologia.com/download/corso1/Fitoterapia%20LULV%20I%20e%20II%20parte.pdf
Sito web da visitare: http://www.estetologia.com/
Autore del testo: Rocco Carbone
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