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NUMERI E ALGORITMI
Mod. 5 Numeri razionali, irrazionali, numeri reali.
INTRODUZIONE
Propongo un approccio ai reali tramite gli allineamenti decimali. Questo è l’approccio che sto utilizzando in classe negli ultimi anni, dopo molti tentativi (e molte delusioni) di costruire i reali tramite il metodo di Dedekind delle sezioni (o sue varianti). Mi sembra che questo sia il metodo più naturale: è il metodo che, storicamente, ha portato ai grandi risultati dell’analisi, che meglio utilizza i modelli mentali già in possesso degli alunni, sufficientemente operativo, che consente di affrontare i concetti fondamentali con concretezza (in un senso ben preciso). È, infine, il metodo utilizzato da Cantor nella sua dimostrazione sulla non numerabilità dei reali.
Una volta acquisita questa conoscenza (direi quasi confidenza) con i reali, è possibile comprendere le costruzioni dei reali tramite sezioni o classi contigue.
Infine, alcuni spunti sulla misura, visto che la misura è il ponte tra mondo reale e mondo matematico, ed è uno dei problemi da cui hanno avuto origine molte idee matematiche.
Per una presentazione teorica dei reali, si veda ad esempio:
http://www.math.unipd.it/~azanardo/ssis/numeri.pdf
Per una comparazione didattica tra le varie costruzioni dei reali, si veda Villani, Cominciamo da zero, già citato nella bibliografia.
Ecco una sintesi ed un completamento per punti di quanto visto nella lezione. Di seguito un elenco di argomenti per possibili attività su R.
Numeri razionali, irrazionali, numeri reali.
1- i numeri naturali (struttura adeguata per contare e ordinare insiemi finiti) e
2- la retta geometrica, che da sempre ha fornito supporto visivo (e non solo, spesso ha fornito anche supporto alla deduzione) per i razionali e i reali.
Dal modello dei naturali, con ampliamenti successivi, si costruiscono gli insiemi Q+, Z, Q, e si passa a rappresentarli sulla retta geometrica, ampliando e infittendo i punti che sono associati ai numeri. In questa rappresentazione giocano un ruolo particolare la simmetria e il teorema di Talete (sotto forma di omotetia).
Con la simmetria (o, se si preferisce, con il compasso), una volta fissati sulla retta i punti corrispondenti a 0 e a 1, si individuano i punti corrispondenti ai naturali, e poi agli interi.
Con il teorema di Talete (o, se si preferisce, con riga e compasso) si individuano i punti associati ai numeri razionali.
Nota storica: I numeri reali, intesi come allineamenti decimali, sono stati usati senza particolari problemi per due secoli, dalla creazione dell’analisi matematica fino alla metà del 1800. Solo dopo gli studi sui fondamenti dell’analisi sono comparse le definizioni di Dedekind e Cantor dei reali come sezioni in Q o classi di equivalenza di successioni di Cauchy, con l’obbiettivo di fondare tutta la matematica sui naturali (aritmetizzazione dell’analisi), in modo da ridurre gli assiomi di cui si necessita. Questo però è un problema di logica fondazionale che mal si presta ad una trasposizione didattica efficace, in quanto è un punto di arrivo (di alcuni secoli di riflessione), non un punto di partenza. Notiamo infine che dal punto di vista teorico gli allineamenti decimali sono particolari successioni di Cauchy.
L’approssimazione è lo strumento che la matematica si è data per trattare con gli infiniti senza restarne invischiata (si potrebbe dire che l’approssimazione consiste nel trasformare gli infiniti in atto in infiniti in potenza). È comunque uno strumento complesso, che gli alunni imparano a controllare con molte difficoltà. È anche uno strumento che presenta molti aspetti.
Sembrerà strano, ma a questa domanda molti studenti (anche universitari) rispondono “sono infinitamente vicini, ma non uguali” .
Questo è un caso particolare del problema: quando due numeri reali coincidono? La risposta può essere data con una variante del principio di Eudosso-Archimede: diciamo che due numeri sono uguali quando la loro differenza (in valore assoluto) è minore di ogni numero positivo.
Qui risulta esplicita la somiglianza con la relazione di equivalenza tra successioni di Cauchy.
Nel nostro caso, otteniamo:
la differenza è minore di 0,1, perché 1- 0,99=0,01 e 0,999… >0,99
la differenza è minore di 0,01, perché 1- 0,999=0,001 e 0,999… >0,999
la differenza è minore di 0,001, perché 1- 0,9999=0,0001 e 0,999… >0,9999
…
e quindi in conclusione: 1=0,999…
Anche la rappresentazione dei due numeri sulla retta numerica porta alla stessa conclusione.
Vale la pena di notare qui che questa conclusione è possibile solo se si ammette l’archimedeità dei reali.
Consideriamo ad esempio il procedimento della somma di π = 3,1415…e √2=1,4142…
Data la presenza di infinite cifre, non possiamo eseguire l’usuale operazione in colonna, partendo dalla cifra più a destra. In questi casi, si considerano le successioni di approssimazioni decimali finite per difetto e per eccesso dei due numeri, e se ne calcola la differenza termine a termine: poiché tale differenza tende a 0, in base alla variante del nostro principio di Eudosso possiamo concludere affermando che ognuna delle due successioni individua il risultato dell’addizione.
Nel nostro esempio:
Somma per difetto |
Somma vera |
Somma per eccesso |
Differenza |
3 + 1 = 4 |
< π +√2 < |
4 + 2 |
2 |
3,1 + 1,4 = 4,5 |
< π +√2 < |
3,2 + 1,5 |
0,2 |
3,14 + 1,41 = 4,55 |
< π +√2 < |
3,15 + 1,42 |
0,02 |
3,141 + 1,414 = 4,555 |
< π +√2 < |
3,142 + 1,415 |
0,002 |
3,1415 + 1,4142 = 4,5557 |
< π +√2 < |
3,1416 + 1,4143 |
0,0002 |
Dopo questi passaggi, possiamo affermare con sicurezza che la somma π + √2 ha le prime 4 cifre uguali a 4,555, essendo questo un valore per difetto. Il procedimento può essere portato avanti per un numero di cifre arbitrario, da cui la conclusione.
Un po’ più complesso risulta il caso del prodotto, ma si giunge ad una conclusione analoga.
NOTA: quindi, nel caso delle operazioni, non si deve pretendere che la scrittura come allineamenti decimali dia immediatamente il risultato come allineamento decimale (questo può capitare, in alcuni casi). Però questa scrittura consente certamente di ottenere le cifre decimali del risultato in modo ottimale: qualsiasi altra rappresentazione risulta meno efficiente.
Possibile percorso su R.
Nell’elenco, in corsivo appaiono gli argomenti di approfondimento opzionale.
ATTIVITA' PER CAPIRE E PER INSEGNARE
Verrà “premiata” la soluzione più facile ed elegante.
Archimede enuncia questo postulato per garantire che due cerchi di raggio r si intersechino, se la distanza dei centri è minore di 2r.
Gli irrazionali sono abitualmente suddivisi in algebrici, se sono soluzioni di equazioni a coefficienti interi, e trascendenti se non lo sono. π e e sono esempi di numeri trascendenti. La dimostrazione della trascendenza di π è dovuta a F. Lindemann, ed è del 1882.
Ciononostante, Cantor stesso usa i reali come allineamenti decimali nella sua teoria delle cardinalità, quando dimostra che l’insieme dei reali ha cardinalità più che numerabile.
Vedi Villani, op. cit. pag.77
Ecco la versione del principio di Eudosso data da Archimede, nell’introduzione alla Quadratura della parabola: “L’eccesso (cioè la differenza) per cui la maggiore di due aree disuguali supera la minore può, se sommato a se stesso, diventare superiore a qualsiasi area finita data”.
Fonte: http://www.di.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid908684.doc
Sito web da visitare: http://www.di.univr.it
Autore del testo: Prof. Sergio Zoccante
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