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AIDS
CHE COS’E’
AIDS è una sigla inglese che significa Acquired Immune Deficiensy Syndrome, cioè Sindrome(complesso di sintomi) da Immunodeficienza (mancanza di difese immunitarie) Acquisita (sta a indicare che questo difetto non era presente alla nascita, ma è comparso successivamente).
E' lo stadio finale di una malattia infettiva provocata da un particolare virus. L'immunodeficienza insorge quando il corpo non è in grado di difendersi da infezioni che, normalmente riesce a debellare con facilità. Questa malattia, scoperta da alcuni medici americani nel 1981, ha provocato allarme e preoccupazione in tutto il mondo. L'opinione, ormai diffusa intorno agli anni Ottanta, che in seguito ai progressi della medicina, le malattie infettive non costituivano più un problema per l'umanità, veniva seriamente messa in discussione. La scienza infatti non era in grado di fare nulla, e la malattia conduce ancora oggi, il più delle volte, alla morte.
A causare la malattia è il virus, denominato dagli scienziati HIV, Human Immunodeficiensy Virus, cioè virus dell'immunodeficienza dell'uomo, che è stato isolato per la prima volta nel 1983.
Tutte le malattie virali sono "incurabili", nel senso che l'unica cura è la reazione immunitaria dell'organismo. Nella migliore delle ipotesi utilizziamo i vaccini. Ma per questa malattia non abbiamo un vaccino, e le nostre difese non sono efficaci.
VIRUS: parola latina che significa veleno
I virus non sono costituiti da una cellula, ma da una capsula contenente del materiale analogo a quello del nucleo cellulare (cioè DNA o RNA) e non posseggono né citoplasma né organuli, pertanto non sono in grado di riprodursi autonomamente. Per farlo devono entrare in una cellula e utilizzare le sue sostanze: essi si comportano perciò da parassiti.
Quando un virus attacca una cellula le inietta il suo materiale e la "costringe" a fabbricare una enorme quantità di copie di se stesso. In questo modo la cellula muore, la sua membrana si rompe e i virus vanno a infettare altre cellule.
E' un sistema di prevenzione che ha lo scopo di evitare all'uomo l'insorgenza di una malattia infettiva. Si ottiene provocando una immunizzazione artificiale, cioè ottenendo la formazione di anticorpi, da parte dell'organismo, mediante l'inoculazione di germi, virus o tossine, ai quali però sia stato tolto preventivamente qualsiasi potere patogeno.
L'introduzione nell'uomo di questo materiale, opportunamente trattato, determina la formazione di anticorpi specifici, attivi per un certo periodo o addidirittura per tutta la vita.
Il materiale che si introduce nell'organismo a questo scopo si chiama vaccino.
IL SEGRETO DELL'HIV: PARALIZZARE LE DIFESE PRIMA ANCORA CHE QUESTE POSSANO ORGANIZZARSI PER COMBATTERLO
Penetrato nell' organismo umano, il virus si inserisce nei linfociti T4 helper, che sono il centro direzionale del nostro sistema immunitario, dove può restare silente per lungo tempo (Individuo Sieropositivo), ma entrato in azione le cellule T helper si trasformano da "guardiacaccia" a "complici" dell'invasore, mettendosi a disposizione per produrre copie del virus. Durante questo processo i linfociti si autodistruggono e il loro numero diminuisce drasticamente. Senza la guida degli helper il sistema immunitario non funziona più, e lentamente, in media nell'arco di 10 anni, l'organismo diventa incapace di reagire alle infezioni, è questo l'ultimo stato della malattia: l'AIDS "conclamato", cioè la malattia si manifesta.
INDIVIDUO SIEROPOSITIVO.
ATTENZIONE: essere sieropositivi non significa che si è ammalati di AIDS ma soltanto che si è venuti a contatto con il virus HIV.
Prima di presentare i sintomi della malattia, le persone infettate dal virus HIV si trovano nel cosiddetto stato di sieropositività, caratterizzato dal fatto che mentre gli esami del sangue indicano la presenza di anticorpi contro il virus, segno dell'avvenuto contagio, lo stato generale dell'organismo è ancora buono.
La durata del periodo di sieropositività è molto variabile e dipende dal fisico della persona contagiata.
Quasi sempre la sieropositività prelude alla malattia vera e propria.
I primi sintomi sono l'ingrossamento dei linfonodi, malessere, stanchezza, dimagrimento e febbre.
Sopraggiunge rapidamente l'infezione da parte di uno o più microrganismi: il malato di AIDS si ammala contemporaneamente di vari tipi di malattie.
Infezioni diffuse agli apparati respiratorio, digerente ed escretore provocano tosse, diarree, infiammazioni, ulcere, fino a sviluppare tumori maligni.
Queste condizioni portano inesorabilmente alla morte.
La sorgente di infezione è costituita da tutti i malati di AIDS e dai sieropositivi.
In queste persone il virus si trova in grande concentrazione nel sangue, nello sperma, nelle secrezioni vaginali e, in misura minore, nella saliva.
Il contagio può avvenire solo ed esclusivamente per contatto diretto sperma-sangue o sangue-sangue.
-L'uso di siringhe o aghi contaminati da sangue infetto. Pertanto i tossicodipendenti rappresentano una categoria a rischio.
-I contatti sessuali occasionali, con persone appena conosciute, presentano un rischio elevato in quanto in questo modo, è più probabile venire in contatto con un sieropositivo.
-Strumenti di igiene personali taglienti come rasoi, spazzole di metallo, anche lo spazzolino da denti, perché possono veicolare sangue infetto.
-Le trasfusioni di sangue o plasma infetto (purtroppo qualche volta è successo che il sangue donato da una persona ignara di essere infetta sia sfuggito ai controlli di sieropositività; recentemente tuttavia sono state messe a punto delle tecniche per purificarlo e rendere sicure le trasfusioni.
-La gravidanza, il parto e l'allattamento attraverso i quali una madre infetta trasmette al figlio il virus.
In tutte le situazioni che permettono al sangue o allo sperma di una persona infetta di venire a contatto con il sangue di una persona sana, attraverso lesioni anche piccole e invisibili della pelle o delle mucose interne.
Il virus non sopravvive a lungo all'aperto e viene distrutto dal calore a 56° e dai comuni disinfettanti.
Pertanto non costituiscono fattori di rischio:
-i contatti sociali con persone infette (ambiente familiare, ambiente di lavoro, scuola, locali pubblici, piscine, palestre, ecc.);
-il virus liberato nell'aria attraverso colpi di tosse o starnuti;
-il contatto fisico quale strette di mani, abbracci o baci;
-il contatto con liquidi biologici quali urine, lacrime, saliva, sudore;
purtroppo la malattia è in espansione soprattutto tra i giovani.
Dai dati raccolti emerge una maggiore diffusione tra i popoli del Terzo Mondo, dove contagio e mortalità raggiungono le punte più alte: in particolare, la povertà, la denutrizione, la mancanza di medicinali e usanze tribali rendono l'Africa il continente più devastato dall'epidemia.
Non esiste al momento un vaccino contro l'AIDS, nè esistono medicine che possano dare la guarigione dalla malattia. Mentre i ricercatori sperano di trovare il modo di produrre un vaccino che ci permetta di reagire all'infezione, la medicina può solo allungare il periodo di latenza della malattia: controlli specifici e costanti, l'uso regolare di farmaci particolari e le cure adeguate allungano sempre di più la speranza di vita dei sieropositivi. La lotta contro l'AIDS deve perciò concentrarsi sulla PREVENZIONE del contagio e sulla SOLIDARIETA'.
Poichè il diffondersi dell'AIDS è legato al comportamento delle persone soprattuttto rispetto al sesso e alla droga, è solo con il cambiamento responsabile di questi comportamenti sbagliati che possiamo sperare di limitare il diffondersi di questa pericolosa malattia.A questo scopo:
- Evitare rapporti sessuali a rischio;
-Evitare scambi di siringhe e possibilmente smettere di drogarsi;
-In caso di trasfusioni fare uso di sangue proveniente esclusivamente da centri trasfusionali autorizzati;
-Aghi e strumenti usati da estetisti, barbieri, parrucchieri ecc. siano sempre disinfettati.
-I sieropositivi si attengano al dovere morale di evitare il contagio ad altri prendendo le dovute precauzioni;
-Le donne sieropositive in gravidanza devono porsi sotto stretto controllo medico.
E' molto importante abbandonare paure e pregiudizi ingiustificati, per evitare che le persone sieropositive si sentano emarginate dalla società.
Coloro che rifiutano di condividere l'ambiente di lavoro con un collega sieropositivo, o cercano di impedire che un bambino sieropositivo frequenti la stessa scuola dei loro figli, compiono un'azione non solo ingiusta, ma doppiamente dannosa: per i malati e per la società. Infatti, se il malato teme di venire emarginato, si sforza di nascondere la malattia; quindi non cerca aiuto presso i medici ed esita a informare della propria condizione altre persone, anche nelle occasioni in cui rischia davvero di contagiarle.
Invece, dimostrando solidarietà per il malato, si può aumentare la sua volontà di vivere e di combattere contro il male e contro il tempo, nella speranza che la scienza medica giunga a scoprire cure efficaci.
Fonte: http://sitoprof.altervista.org/doc/AIDS.doc
Sito web da visitare: http://sitoprof.altervista.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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