Anatomia articolazioni
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Anatomia articolazioni
APPARATO LOCOMOTORE
INTRODUZIONE
L’apparato locomotore è formato dallo scheletro, che si compone di:
- ossa
- muscoli
- articolazioni
Lo scheletro ha svariate funzioni:
- di sostegno
- di protezione delle cavità interne
- di movimento
il movimento è reso possibile dai muscoli scheletrici e dalla loro proprietà contrattile.
La direzione del movimento di un osso dipende dai siti ossei di intersezione rispetto al fulcro, che è dato dal centro dell’articolazione. Infatti, la gran parte dei movimenti scheletrici possono essere compresi studiando il movimento delle leve.
Le leve sono di differente tipologia e hanno diverse efficace:
- leva del primo tipo: il fulcro si trova tra il carico e la forza. Mediamente vantaggiosa
- leva del secondo tipo: il fulcro si trova all’estremo opposto rispetto alla forza ed il carico si situa nel mezzo. È molto vantaggiosa
- leva del terzo tipo: il fulcro si trova ad un estremo ed il carico a quello opposto. La forza agisce all’interno del braccio del carico. È la leva meno vantaggiosa, ma la più rappresentata nel corpo umano.
Nello scheletro umano si individuano:
- fulcro è dato dalle articolazioni
- carico dato dal peso corporeo o da agenti esogeni
- forza permessa dalla contrazione muscolare.
È tuttavia necessario precisare che nel corpo umano i vari sistemi di leve sono compenetrati.
GENERALITA’
Le ossa sono organi di dimensioni e forma estremamente variabili che costituiscono, nel loro insieme lo scheletro.
Principali caratteristiche:
- colore biancastro o giallastro
- notevole resistenza meccanica
- solida consistenza
Negli esseri umani all’età del completo sviluppo (25/30 anni) si contano circa 203 ossa, ma questo numero può subire variazioni a causa di:
- ossa soprannumerarie
- ossa sesamoidi (che si sviluppano all’interno dei legamenti in prossimità delle articolazioni).
Il numero delle ossa varia con l’età:
- è maggiore nei giovani
- negli anziani alcune ossa che normalmente si trovano slegate e indipendenti sono completamente fuse.
Dal punto di vista morfologico le ossa sono distinte in:
- ossa lunghe
- ossa piatte (hanno due assi pressoché uguali e l’altro molto ristretto)
- ossa brevi o corte (hanno tre assi pressoché uguali).
Le ossa presentano sempre degli elementi descrittivi che ne permettono l’individuazione:
- nomenclati in relazione alla parte del corpo o alla direzione in cui si rivolgono.
Vengono chiamate eminenze delle ossa tutte le parti che presentano una sporgenza sulla superficie dell’osso. Le eminenze si dividono in:
- articolari
- non articolari.
Le eminenze non articolari, sono generalmentesede di inserzione di tendini e legamenti. Si distinguono, rispetto alla forma in:
- bozze
- tubercoli
- protuberanze o tuberosità
- eminenze mammillari
- impronte,
- spine,
- linee,
- creste
- ecc…
Nelle ossa sono chiamate cavità tutte le introflessioni rispetto alla superficie ossea. Si dividono in:
- cavità articolari
- cavità non articolari
Le cavità articolari sono situate in fronte alle eminenze articolari dell’osso con cui si uniscono:
- sono strutturate in modo pressoché complementare per l’eminenza che debbono accogliere
Le cavità non articolari hanno morfologia molto variabile e prendono differenti nomi (docce, solchi, fosse, cavità d’inserzione se si innestano i legamenti o i muscoli).
I fori o i canali si aprono sulla superficie delle ossa e sono di due specie:
- canali di trasmissione: passaggio di vasi e nervi
- canali nutritizi: lasciano passare i vasi che apportano alle ossa sostanze nutritizie.
ARTICOLAZIONI
Le articolazioni sono punti di contatto tra ossa del nostro scheletro che permettono la coesione o il movimento a livello ti tali punti.
A livello delle articolazioni sono anche da considerare i legamenti, oltre alle ossa, che servono ad unire le ossa nei singoli distretti articolari:
- hanno forma di lamine
- hanno la funzione di unire le articolazioni tra loro.
La classificazione delle articolazioni avviene in funzione delle condizioni funzionali che esse possono presentare. Si distinguono pertanto due grandi categorie di articolazioni:
- sinartrosi: sono articolazioni necessarie a mantenere la continuità tra due o più ossa, sono articolazioni immobili.
- diartrosi: sono articolazioni per contiguità. Sono anche dette articolazioni mobili.
SINARTROSI
La caratteristica fondamentale delle sinartrosi prevede che le ossa non siano in diretto contatto tra loro, ma siano separate da un sottile strato di tessuto connettivo o di cartilagine (o entrambe).
Si distinguono tre tipi fondamentali di sinartrosi:
- suture
- sinfisi
- sincondrosi.
Si analizzano queste strutture passo per passo con le loro sottocategorie.
Sono articolazioni immobili in cui le due superfici articolari sono intramezzate da uno strato di tessuto connettivo denso.
Si possono distinguere tre tipi di suture:
- suture dentate: sono articolazioni immobili in cui le due superfici articolari di ossa piatte presentano una dentatura irregolare complementare tra le due ossa.
- Suture squamose: le superfici articolari sono tagliate di sbieco. Si formano punti in cui due tavolati ossei sono sovrapposti. Es. l’articolazione del parietale con la squama del temporale.
- Suture piane o armoniche: le due superfici hanno un andamento lineare. Es. articolazione tra le due ossa nasali.
Le sinfisi sono articolazioni in cui le superfici articolari sono rivestite di cartilagine.
Nell’intervallo tra i due rivestimenti di cartilagine si trova un disco fibroso o fibrocartilagineo che:
- può avere al centro una zona molle
- è in continuità con il periostio
La mobilità delle sinfisi è assai scarsa:
- dipende dallo spessore del nucleo fibrocartilagineo.
Le sincondrosi sono articolazioni immobili simili alle sinartrosi, ma la differenza sta nel fatto che il materiale interposto tra le due superfici ossee è cartilagine:
- la cartilagine, con l’avanzare dell’età si trasforma il tessuto osseo
- quando la cartilagine di una sincondrosi si trasforma in tessuto osseo si forma una sinostosi.
DIARTROSI
Le diartrosi sono articolazioni che consentono ampi movimenti, sono perciò chiamate anche articolazioni mobili.
Ogni diartrosi è formata da alcune parti fondamentali che si ripetono costantemente:
- superfici articolari
- capsula articolare
- cavità articolari.
Le superfici articolari possono essere concave, convesse, piane o avere altre forme. Generalmente le due superfici articolari sono complementari.
In condizioni normali sono solitamente lisce e rivestite da uno strato di cartilagine articolare:
- una formazione di colore bianco che ha la caratteristica di essere molto resistente alla pressione, abbastanza elastica e priva di pericondrio.
A livello delle diartrosi si possono trovare però altre formazioni:
- formazioni fibrose: completano le superfici articolari e sono solitamente chiamate labbri, menischi, cenci, ecc…
- dischi articolari: sepimenti fibrosi che separano completamente le due superfici articolari.
La capsula articolare è un manicotto fibroso che avvolge completamente l’articolazione e si fissa direttamente sulle ossa ad una certa distanza dalle superfici articolari:
- contribuisce a creare la cavità articolare
- contiene il liquido sinoviale (o sinovia) che permette la lubrificazione dell’articolazione stessa.
La capsula articolare è formata da due strati:
- uno strato superficiale detto membrana fibrosa,
- uno strato interno detto membrana sinoviale, che presenta caratteristiche proprie, sebbene abbia la medesima origine istologica della membrana fibrosa.
Le membrana sinoviale è ricca di strutture particolari:
- presenta delle frange
- è molto vascolarizzata
- provvista di numerose fibre nervose, solitamente amieliniche.
La cavità articolare è solitamente una sottile fessura che contiene sinovia, un materiale liquido. È delimitata dalle superfici articolari e dalla capsula (membrana sinoviale).
Solitamente è unica, ma nelle ossa che possiedono un disco completo la cavità è duplice (ossa doppie).
Il liquido sinoviale è un liquido di colore giallo:
- contiene mucina, cellule sfaldate, goccioline di grasso.
- Sono presenti granulociti, macrofagi e lifociti, monociti (in quantità maggiore nei giovani).
- Viene continuamente rinnovato, prodotto e riassorbito in egual misura.
- La mucina è un prodotto di secrezione della membrana sinoviale.
La lubrificazione con il liquido sinoviale sui capi articolari delle diartrosi avviene con differenti modalità:
- idrostatica o idrodinamica: se sull’articolazione grava un carico leggero il liquido rimane interposto tra i due capi articolari
- elastodinamica: il liquido sottoposto ad un carico maggiore del normale passa dal centro alla periferia dell’articolazione.
La classificazione delle diartrosi viene effettuata in base alla morfologia delle superfici articolari.
Si pensa che la conformazione delle superfici articolari sia data dalla tensione dei muscoli durante i movimenti.
I vari tipi di diartrosi sono:
- articolazioni piane o artrodie: Sono articolazioni le cui superfici articolari sono totalmente piane e l’unico movimento concesso è quello di scivolamento
- articolazioni sferoidee o enartrosi: sono articolazioni le cui superfici articolari sono a forma di porzione di sfera (una concava e l’altra convessa, rispettando la complementarietà). Sono articolazioni molto mobili, che permettono sia movimenti angolari che rotatori.
- Articolazioni a condilo o condiloartrosi: sono simili alle enartrosi, differiscono solamente per lo sviluppo delle superfici articolari, che non permettono movimenti uguali in tutte le direzioni. Sono ammessi solitamente solo i movimenti angolari, raramente è concessa una piccola rotazione. Esempio: articolazione tempora-mandibolare.
- Articolazioni a sella: Sono date dall’articolazione tra due piani, uno concavo, uno convesso i cui assi di curvatura sono perpendicolari. Sono ammessi solamente movimenti angolari orientati lungo la curvatura dei piani.
- Ginglimi: articolazioni in cui le superfici sono rappresentate da segmenti di cilindro (concavo e convesso nelle differenti superfici).
Secondo l’andamento dell’asse del semicilindro convesso nei confronti delle ossa che prendono parte all’articolazione si possono distinguere due differenti tipi di giglimi:
- Troclea o giglimo angolare: l’asse del cilindro è pressoché perpendicolare agli assi delle ossa che si articolano. In linea teorica sono ammessi solamente movimenti angolari, sul piano perpendicolare all’asse del cilindro. Poiché il cilindro non è regolare, non si sviluppano movimenti lungo un solo asse di rotazione. Es. omeroulnare.
- Trocoide o giglimo laterale: L’asse del cilindro corrisponde o è parallelo all’asse di almeno una delle due parti dell’articolazione. Ammessi solo movimenti di rotazione. Es. radioulnare.
La classificazione delle articolazioni mobili, o diartrosi, non è solamente in relazione alla morfologia delle superfici articolari, ma anche al numero delle superfici articolari e alla distribuzione e al numero degli assi attorno ai quali avviene il movimento.
Si distinguono quindi:
- articolazioni semplici, se vi sono solamente due superfici articolari
- articolazioni composte se sono presenti piùdi due superfici articolari
- articolazioni complesse se sono presenti dischi o menischi all’interno della capsula articolare.
In relazione al numero degli assi attorno ai quali si sviluppa il movimento (al numero di gradi di libertà) si possono distinguere:
- articolazioni monoassiali: possono muoversi attorno ad un unico asse. Individuate dai giglimi angolari e da quelli laterali
- articolazioni biassiali: i movimenti avvengono su due assi perpendicolari tra loro
- articolazioni triassiali: articolazioni che consentono movimenti lungo tre assi ortogonali tra loro, essendo dotate di tre gradi di libertà
- articolazioni pluriassiali: sono le enartrosi, in cui è possibile svolgere teoricamente ogni movimento, con infiniti assi.
CINESIOLOGIA
In base alla forma delle articolazioni e al tipo di movimento che si può sviluppare attorno ad esse si classificano le diartrosi (o articolazioni mobili) in:
- artrodie o articolazioni piane
- giglimi angolari o troclee
- giglimi laterali o trocoidi
- articolazioni a sella
- enartrosi o articolazioni sferoidee
- condilartrosi.
Questi tipi di articolazioni possono compiere differenti movimenti quali:
- scivolamento
- movimento angolare
- rotazione
- circumduzione
- tutti i movimenti combinati dai precedenti.
Il movimento angolare è un movimento che è reso possibile da:
- enartrosi
- giglimi angolari
- condilartrosi
- articolazioni a sella
e detersi a la riduzione o l’ampliamento tra due ossa che costituiscono l’articolazione.
I movimenti angolari tipici sono quelli che si svolgono attorno ad un asse ortogonale alle ossa e sono:
- flessoestensione (flessione = piegamento ventrale e estensione = piegamento dorsale)
- abduzione (allontanamento) e adduzione (avvicinamento)
Talora i movimenti di flessoestensione sono di difficile definizione in relazione alla posizione degli assi che si svolgono in determinate parti del corpo:
- nel piede, ad esempio si parla di flessione dorsale e flessione plantare
- nelle mani si parla di flessione dorsale/voltare e flessione palmare.
I movimenti di abduzione e adduzione sono invece facilmente individuabili, poiché si attuano attorno al piano sagittale.
Il movimento di rotazione si riscontra quando un osso può ruotare attorno al proprio asse (es. la diafisi di un osso lungo).
Particolari movimenti di rotazione sono quelli di pronosupinazione, che avvengono per rotazione all’interno (pronazione) e all’esterno (supinazione) della mano:
- la rotazione pronosupina della mano avviene grazie al giglimo laterale del radio e dell’ulna.
Il movimento di circumduzione è tipico delle articolazioni della spalla e dell’anca:
- si verifica quando un osso lungo circoscrive uno spazio conico la cui circonferenza di base è data dall’estremo distale dell’osso durante la rotazione
- la circonduzione è tipica delle enartrosi ed è la fusione dei movimenti di flessoestensione e di abduzione e adduzione.
- Si utilizza, per descrivere meglio il movimento di circumduzione il concetto di asse meccanico dell’osso, che individua il centro di rotazione in cui è simmetrico il movimento, ma non sempre corrisponde al centro dell’enartrosi (o articolazione circonferenziale).
Nel caso delle superfici articolari ovoidali, si utilizza il concetto di ovoide di movimento:
- un punto situato sull’asse meccanico oscilla lungo un piano con uno dei movimenti possibili dell’osso.
- Dal momento che i piani delle possibili rotazioni dell’osso si incontrano in un solo punto, si dice che il movimento di un osso sia comunque dato da movimenti di rotazione.
Si individuano tuttavia molteplici movimenti, che sono dovuti alla forma dell’articolazione e alle forze esterne attorno ad una superficie articolare ovoidale:
- rotazione
- slittamento
- oscillazione.
I vari tipi di movimenti articolari dipendono dalla possibilità di un’articolazione di assumere una posizione allentata o serrata.
La posizione serrata prevede che le superfici articolari rimangano congruenti anche quando l’osso giunge al limite:
- i tendini della capsula fibrosa e i loro punti di inserzione vengono stirati al limite
- i tendini e legamenti della capsula fibrosa si contorcono a spirale, quindi si viene a creare una posizione serrata, in cui i legamenti mantengono congruente l’articolazione.
Tutte le altre articolazioni che non prevedono il blocco serrato dell’articolazione da parte della capsula articolare sono dette articolazioni allentate:
- la capsula è solitamente lassa, che consente la separazione delle superfici articolari.
- Consente i movimenti di slittamento e di oscillazione che sono necessari per compiere ampi movimenti e garantire il minor consumo delle superfici articolari.
Un altro fattore importante per la tenuta delle articolazioni è dato dal fatto che anche i muscoli possiedono una forza traente e una possibilità di estensione a seconda della loro disposizione in antagonisti.
ARTICOLAZIONI DEL CRANIO
La maggior parte delle articolazioni del cranio è rappresentata dalle sinartrosi (art. immobili).
È presente una sola diartrosi, l’articolazione temporomandibolare.
SINARTROSI
La maggior parte le sinartrosi sono suture dentate:
- sutura coronale
- sutura sagittale
- sutura lamboidea
- sutura metodica, quando è presente, tra i due abbozzi dell’osso frontale.
Una sutura squamosa è quella tra l’osso parietale e la parte squamosa del temporale.
Nello scheletro facciale, invece, si ha una prevalenza quasi totale di suture piane:
- solamente l’articolazione tra il vomere e il rostro dello sfenoide è una articolazione per schindilesi.
SINCONDROSI
Esiste nel cranio una sola sincondrosi:
- si forma tra la parte basilare dell’osso occipitale e il corpo dello sfenoide.
- Questa sincondrosi si trasforma in sinostosi nell’età adulta.
Anche molte altre strutture del viscerocranio e del neurocranio si trasformano, nell’anzianità, in sinostosi.
ARTICOLAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE.
Tipo: condiloartrosi doppia (diartrosi).
Stabilita tra:
- fossa mandibolare del temporale
- condilo della mandibola.
L’articolazione temporomandibolare è una articolazione doppia perché tra i due capi articolari è presente un disco articolare, composto da cartilagine fibrosa che suddivide la cavità articolare in due separate cavità:
- superiormente tra la fossa mandibolare del temporale e la superficie superiore del disco
- inferiormente tra la superficie inferiore del disco fibrocartilagineo e il condilo della mandibola.
Le superfici articolari:
- nel temporale è composta da:
- fossa mandibolare posteriormente
- tubercolo articolare anteriormente.
- Nella mandibola:
- è formata dalla testa del condilo, che è un rilievo ellissoidale con l’asse maggiore diretto posteriormente e medialmente.
Tra le superfici articolari è interposto un disco articolare fibrocartilagineo, che è adeso lateralmente alla capsula articolare:
- rende concordi le due superfici articolari
- divide l’articolazione in due metà, che individuano due cavità
- ogni cavità articolare è rivestita dalla membrana sinoviale.
La capsula articolare che comprende le due cavità:
- si inserisce:
- superiormente attorno al contorno anteriore del tubercolo articolare e davanti alla fessura petrotimpanica.
ARTICOLAZIONI DEL TRONCO.
ARTICOLAZIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE
Le articolazioni della colonna vertebrale possono essere classificate in:
- intrinseche: quelle tra le vertebre
- estrinseche: articolazioni della colonna con le coste, con il cranio, con le ossa dell’anca.
Tra le articolazioni intrinseche si possono annoverare:
- art. tra i corpi vertebrali
- art. tra processi articolari
- legamenti a distanza.
ARTICOLAZIONI TRA I CORPI DELLE VERTEBRE
Le articolazioni tra i corpi vertebrali sono sinfisi che si stabiliscono tra le facce intervertebrali:
- sono concave
- rivestite di cartilagine ialina.
Tra le superfici articolari si interpone un disco intervertebrale fibrocartilagineo biconvesso.
L’articolazione è rinforzata da legamenti:
- longitudinale anteriore
- longitudinale posteriore.
I dischi intervertebrali sono costituiti da un anello fibroso periferico e da un nucleo polposo centrale:
- l’anello fibroso è formato da cartilagine fibrosa più abbondante in fibre rispetto a nucleo polposo
- corrisponde all’epifisi del corpo vertebrale
- le fibre sono disposte sia concentriche, che a fasci obliqui, che penetrano nei corpi delle vertebre contigue.
- Il nucleo polposo è molle ed è formato da cartilagine con scarse fibre, molti condrociti, abbondante matrice e acqua:
- ernia del disco: avviene quando il nucleo polposo fuoriesce da una rottura dell’anello fibroso, formando un’ernia che inficia le formazioni vicine.
- Le dimensioni dei dischi sono, come quelle dei corpi, sempre maggiori in senso craniocaudale.
- La presenza dei dischi permette alla colonna movimenti di torsione e inclinazione nei vari piani.
Il legamento longitudinale anteriore è un legamento che si unisce nella parte anteriore ai corpi vertebrali e in parte anche ai dischi intervertebrali:
- origina dall’osso occipitale
- termina nella faccia pelvica del sacro.
Il legamento longitudinale posteriore ha forma di fascia sottile ed è posto nel canale vertebrale e decorre:
- dall’occipitale
- al canale sacrale.
ARTICOLAZIONE TRA PROCESSI ARTICOLARI
Sono artrodie che si stabiliscono tra le faccette articolari inferiori di una vertebra e quelle superiori della vertebra sottostante:
- le superfici articolari sono solitamente piane
- solamente nelle vertebre lombari vi sono faccette articolari ricurve, che permettono maggiore mobilità nello scivolamento.
I mezzi di unione tra le faccette sono dati dalle capsule articolari, che si inseriscono in vicinanza delle superfici articolari.
LEGAMENTI A DISTANZA
I legamenti a distanza sono legamenti che uniscono parti diverse delle vertebre e comprendono:
- legamenti gialli
- legamenti interspinosi
- legamento sopraspinoso
- legamenti trasversari.
Il legamenti gialli sono legamenti rettangolari tesi tra il margine inferiore di una lamina vertebrale e il margine inferiore della soprastante:
- sono due per ogni coppia di vertebre (Dx e sx) e chiudono lo spazio interposto tra le lamine
- il loro nome è dovuto al colore, il quale dipende dalla ricchezza di fibre elastiche.
- Delimitano posteriormente il canale vertebrale.
I legamenti interspinosi sono tesi tra i vari processi spinosi:
- continuano ventralmente nei legamenti gialli
Il legamento sopraspinoso è un cordone fibroso teso dall’osso occipitale fino alla faccia dorsale del sacro:
- unisce gli apici dei processi spinosi
- in avanti si fonde con il margine posteriore dei legamenti interspinosi.
- Diventa molto spesso in posizione caudale a formare il legamento nucale:
- Teso tra la protuberanza occipitale esterna e il processo spinoso della settima vertebra cervicale.
I legamenti intertrasversari sono fasci fibrosi che uniscono gli apici dei processi trasversi:
- poco sviluppati nel segmento cervicale
- aumentano nel tratto lombare e toracico.
- Nel lombare sono tesi tra:
- Processo costiforme della vertebra superiore
- Processo mammillare della vertebra inferiore.
ARTICOLAZIONE DELLE PRIME DUE VERTEBRE CERVICALI E CON L’OCCIPITALE.
ARTICOLAZIONE ATLANTOCCIPITALE
Condiloartrosi.Si stabilisce tra:
- condili dell’osso occipitale: convessi e allungati dall’avanti all’indietro e verso l’esterno.
- faccia articolare superiore delle masse laterali dell’atlante: hanno una forma corrispondente ai condili, ma sono concavi.
L’articolazione è racchiusa da una capsula articolare che si inserisce sul contorno delle superfici articolari.
A rinforzo dell’articolazione sono presenti:
- membrana atlantooccipitale anteriore: dal contorno anteriore del foro occipitale si fissa sul margine superiore dell’arco anteriore dell’atlante
- membrana atlantooccipitale posteriore: dal contorno posteriore del foro si inserisce sull’arco posteriore
ARTICOLAZIONE ATLANTOASSIALE LATERALE
Costituita da due artrodie che si svolgono tra:
- faccette articolari inferiori dell’atlante
- faccette articolari superiori dell’epistrofeo
La capsula articolare diparte dalle superfici articolari delle faccette. L’articolazione è rinforzata da:
- legamenti atlantoassiale anteriore: margine inferiore dell’arco anteriore dell’atlante >> superficie anteriore del corpo dell’asse.
- Legamento atlantoassiale posteriore: margine inferiore dell’arco posteriore >> contorno superiore del corpo.
ARTICOLAZIONE ATLANTOASSIALE MEDIANA:
Si stabilisce tra:
- faccia posteriore dell’arco anteriore dell’atlante
- faccia anteriore del dente dell’epistrofeo.
È una articolazione di tipo trocoide in cui:
- cilindro pieno: rappresentato dal dente
- cilindro cavo: rappresentato dalla fossetta del dente dell’atlante e dal legamento trasverso dell’atlante.
La stabilizzazione dell’articolazione atlantoassiale mediana è estremamente complessa, ed è ad opera di numerosi legamenti:
- legamento dell’apice del dente: si inserisce sul contorno anteriore del foro occipitale e si lega all’apice del dente.
- Legamenti alari: dal dente si portano sulle superfici mediali dei condili dell’occipitale.
- Legamento crociato dell’atlante: formato da:
- Fibre trasversali del legamento trasverso dell’atlante
- Fibre longitudinali dei fascicoli longitudinali che dipartono dal contorno anteriore del foro dell’occipitale e scendono fino alla faccia posteriore del corpo dell’asse.
- Membrana tectoria: diparte dal clivo dell’occipitale e si inserisce sulla faccia posteriore del corpo dell’epistrofeo, continuando nel legamento longitudinale posteriore.
ARTICOLAZIONI DEL SACRO E DEL COCCIGE.
ARTICOLAZIONE LOMBOSACRALE.
È l’articolazione tra la quinta vertebra lombare e l’osso sacro. Si stipula tra:
- quinta vertebra lombare: faccia intervertebrale e faccette articolari inferiori
- osso sacro: superficie ovoidale e processi articolari superiori della sua base.
I legamenti che rinforzano l’articolazione sono:
- soliti legamenti delle altre vertebre:
- legamento longitudinale (anteriore e posteriore)
- legamenti interspinoso e soproaspinoso
- legamento giallo
- legamento intertrasversario (teso tra il processo costiforme e le ali del sacro)
- legamento ileolombare, che unisce il processo costiforme della L5 alla cresta iliaca dell’osso dell’anca.
ARTICOLAZIONE SACROCOCCIGEA
È una sinfisi che si stabilisce tra:
- faccetta articolare sull’apice del sacro
- faccia intervertebrale superiore della prima vertebra coccigea.
Tra le superfici articolari è frapposto un disco fibrocartilagineo.
L’articolazione è rinforzata da cinque legamenti:
- legamento sacrococcigea anteriore: teso tra la faccia pelvica del sacro e la faccia anteriore del coccige.
- Legamenti sacrococcigei posteriori, superficiale e profondo: uniscono la faccia dorsale del sacro alla faccia dorsale del coccige.
- Legamento sacrococcigei laterali: dalle superfici laterali del sacro si portano ai corni del coccige.
MOVIMENTI CONCESSI PER LE ARTICOLAZIONI DEL RACHIDE.
Le caratteristiche delle articolazioni tra i corpi vertebrali e tra i processi articolari delle vertebre consentono una scarsa motilità:
- è consentito solamente
- lo scivolamento delle facce articolari
- deformazione del disco intervertebrale
- il movimento più ampio è dato dalla somma dei movimenti in tutte le singole articolazioni
Nelle vertebre cervicali:
- buona possibilità di flessoestensione
- buona inclinazione laterale
- rotazione massima possibile a livello dell’articolazione atlantoassiale mediana.
Nel tratto toracico:
- flessoestensione scarsa
- inclinazione laterale buona
- tutti i movimenti sono maggiori nel tratto inferiore.
Nel tratto lombare:
- buona la flessoestensione, massima a livello dell’articolazione lombosacrale
- discreta l’inclinazione
- scarsa la rotazione
Nell’articolazione sacrococcigea:
- piccoli movimenti di flessoestensione per il coccige
- questi movimenti aumentano in prossimità del parto nelle donne, facilitando l’espulsione del feto.
ARTICOLAZIONI DEL TORACE
Le articolazioni del torace comprendono:
- articolazioni costovertebrali
- art. sternocostali
- art. condrocostali
- art intercondrali
- art. sternali.
ARTICOLAZIONI COSTOVERTEBRALI.
Le coste si articolano posteriormente con le vertebre in due punti, quindi vi sono due tipi di articolazioni costovertebrali:
- articolazione della testa della costa: articolazione della testa della costa con le faccette articolari costali sui corpi vertebrali.
- Articolazione costo-trasversaria: articolazione del tubercolo costale con il processo trasverso delle vertebre toraciche.
L’articolazione della testa della costa:
- tipo: artrodie doppie
- si stabilisce tra la testa della costa e le faccette articolari costali (inferiore e superiore) delle vertebre contigue.
- La prima, l’undicesima e la dodicesima costa si articolano con una sola faccia articolare laterale sul corpo vertebrale.
Le superfici articolari sono chiuse da una capsula articolare:
- si inserisce in vicinanza della rima articolare
- esternamente è rinforzata dal legamento raggiato.
- All’interno della capsula è presente il legamento intraarticolare, che divide in due settori la cavità articolare, teso tra:
- Cresta della testa
- Anello fibroso del disco intervertebrale
L’articolazione costotrasversaria:
- si stabilisce tra
- la faccia articolare del tubercolo costale
- faccia articolare del processo trasverso.
- Può essere considerata un’artrodia, nonostante la forma arcuata delle facce articolari.
Il rinforzo avviene ad opera di:
- capsula articolare, che si fissa sui contorni articolari
- legamento del tubercolo costale: unisce il tubercolo costale >> apice del processo trasverso
- Legamenti costotrasversari: sono di tre tipi
- Interosseo: faccia posteriore del collo della costa >> faccia anteriore del processo trasverso
- Superiore: margine inferiore del processo trasverso della vertebra soprastante >> margine superiore del collo della costa sottostante.
- Laterale: margine superiore del collo della costa, vicino al tubercolo >> base del processo trasverso della lamina della vertebra soprastante.
ARTICOLAZIONI STERNOCOSTALI
Sono artrodie doppie che si stabiliscono tra:
- cartilagini costali delle coste vere
- incisure costali dello sterno.
La prima articolazione sternocostale fa eccezione, è una sincondrosi.
Le cartilagini costali hanno una estremità mediale a forma di cuneo, in cui sono presenti due faccette articolari, separate da una cresta orizzontale.
Le incisure costali hanno due faccette piane convergenti che si adattano al cuneo della cartilagine costale.
Il rinforzo e la fissazione dell’articolazione sono dovuti a:
- presenza della capsula articolare
- la capsula è rinforzata da legamento sternocostale raggiato:
- i fasci si estendono sulla faccia anteriore dello sterno con quelli del legamento sternocostale raggiato della costa opposta, formando la membrana sternale, aderente al periostio.
- All’interno della capsula articolare è presente anche il legamento sternocostale intraarticolare:
- Teso tra la cresta della cartilagine ostale e il fondo dell’incisura costale dello sterno
- Divide in due metà la cavità articolare.
ARTICOLAZIONI COSTOCONDRALI
Sono sincondrosi che si formano tra:
- estremità anteriore delle coste
- estremità laterali delle cartilagini costali.
ARTICOLAZIONI INTERCONDRALI
Sono particolari tipi di giunzione che si stabiliscono tra:
- cartilagini costali delle coste false
- cartilagine della 7° costa.
Sono formate da fasci fibrosi.
ARTICOLAZIONI STERNALI
Sono le articolazioni che si formano:
- tra manubrio e corpo dello sterno
- tra corpo e processo xifoideo.
L’articolazione manubriosternale:
- è una sinfisi, in cui è presente un disco fibroso tra le due unità ossee
- i fasci fibrosi del periostio fungono da rinforzo come dei legamenti.
L’articolazione xifosternale:
- è una sincondrosi che si trasforma in sinostosi nell’adulto.
- Si forma tra il corpo dello sterno e il processo xifoideo.
MOVIMENTI DELLE ARTICOLAZIONI DEL TORACE
Le faccette articolari sono generalmente piane, nelle articolazioni tra le coste e le vertebre, e tra le coste e lo sterno:
- permesso leggero scivolamento
- il movimento dipende dalla somma complessiva dei movimenti delle 12 articolazioni.
- I movimenti permettono di abbassare e innalzare la gabbia toracica, consentendo la respirazione.
- Nella respirazione si ha una rotazione delle coste a livello del collo.
Fonte: http://www.bluejayway.it/Enrico_Colombos_Page/Medicina_files/ANATOMIA%20UMANA%20-%20locomotore.doc
Sito web da visitare: http://www.bluejayway.it
Autore del testo: Rezzani
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