Arto superiore

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Arto superiore

 

APPARATO SCHELETRICO

Introduzione

Lo scheletro è costituito da due parti: lo scheletro assile, che forma l’asse longitudinale del corpo, e lo scheletro appendicolare, dato dall’insieme delle ossa degli arti e delle cinture. L’apparato scheletrico è costituito dalle ossa, dalle articolazioni, da segmenti cartilaginei e da legamenti.

Funzioni

Le funzioni principali dello scheletro sono:

  • sostegno. Le ossa formano l’impalcatura interna del corpo fornendo sostegno e attacco a tutti i tessuti molli.
  • Protezione. Alcune ossa proteggono organi interni.
  • Movimento. I muscoli scheletrici che s’inseriscono sulle ossa, tramite i tendini usano le ossa come leve per spostare l’intero corpo o muovere alcune sue parti.
  • Riserva. Nelle cavità contenute all’interno delle ossa si accumula del grasso e l’osso, di per sé costituisce un deposito di minerali, i più importanti dei quali sono il calcio e il fosforo. L’osso costituisce la riserva dalla quale attingere ioni calcio per immetterli nel sangue.
  • Emopoiesi. La formazione delle cellule del sangue o emopoiesi si svolge all’interno delle cavità midollari di alcune ossa.


Classificazione delle ossa

Lo scheletro di un adulto è composto di 206 ossa. Esistono due tipi di architettura ossea: l’osso compatto, che appare omogeneo e denso come l’avorio; l’osso spugnoso, composto da una rete di sbarrette e lamine ossee che racchiudono cavità più o meno ampie. In base alla forma si distinguono quattro tipi di ossa:

  • le ossa lunghe sono più lunghe che larghe. Sono formate di un corpo, dialisi, e di due estremità. Epifisi, e sono costituite in gran parte da osso compatto. Tutte le ossa degli arti sono ossa lunghe.
  • Le ossa brevi sono generalmente cuboidali e sono costituite per lo più da osso spugnoso.  Sono ossa brevi quelle del polso e della caviglia.
  • Le ossa piatte sono laminari, sottili e generalmente incurvate. Sono formate di due strati sottili di osso compatto tra i quali è compreso uno strato di osso spugnoso. Sono ossa piatte quelle del cranio, della scapola, dello sterno e delle coste.
  • Le ossa irregolari sono diverse da tutte le altre e comprendono le vertebre e l’osso dell’anca.


Struttura delle ossa lunghe

La maggior parte dell’osso è formata dalla dialisi, che è composta di osso compatto. La dialisi è rivestita da una membrana di tessuto connettivo fibroso, il periostio, che è ancorato all’osso da fibre connettivali. Le epifisi sono le estremità delle ossa lunghe e sono formate da un sottile strato di osso compatto che racchiude una massa di osso spugnoso. La superficie articolare delle epifisi non è rivestita da periostio. Nei soggetti adulti la cavità presente all’interno della dialisi contiene il midollo osseo giallo che è un deposito di tessuto adiposo; nei soggetti giovani contiene, invece, midollo osseo rosso, che produce le cellule del sangue. Le cellule mature dell’osso, gli osteociti, stanno all’interno di microscopiche lacune situate dentro la matrice ossea. Nell’osso lamellare le lacune sono situate entro lamine connettivali, dette lamelle, attorno a un canale centrale. La formazione microscopica, costituita dal canale centrale e dagli strati concentrici che lo circondano, viene detta osteone. I canali centrali contengono vasi sanguigni e nervi e, nelle ossa lunghe, decorrono secondo l’asse longitudinale della dialisi.

Formazione, accrescimento e rimodellamento dell’osso

Il processo di formazione dell’osso, o ossificazione, si svolge secondo due fasi principali. Dapprima il modello di cartilagine ialina viene avvolto da un manicotto di matrice ossea deposta da cellule che producono osseo, denominate osteoblasti. Successivamente la porzione interna del modella cartilagineo viene rimossa e si crea la cavità midollare nella dialisi del nuovo segmento osseo neoformato. Quando la calcemia (livello del calcio nel sangue) scende sotto un certo limite, le ghiandole paratiroidi vengono stimolate a immettere nel sangue ormone paratirodeo (PTH), che attiva gli osteoclasti a erodere la matrice ossea, liberando da questo ioni di calcio che entrano nel sangue. Nella condizione opposta, quando la calcemia è troppo elevata, il calcio viene depositato nella matrice ossea sotto forma di cristalli di Sali di calcio. Il rimodellamento osseo è essenziale affinché le ossa mantengono le loro proprietà e robustezza mentre, durante lo sviluppo, si accrescono in parallelo all’aumento delle dimensioni e del peso del corpo. Grazie al rimodellamento le ossa si ingrossano e sulla loro superficie si formano protuberanze che aumentano la resistenza dei segmenti scheletrici nelle zone in cui si inseriscono masse muscolari voluminose. In tali sedi gli osteoblasti depongono nuova matrice nella quale restano intrappolati, diventando così osteociti, vale a dire le cellule mature dell’osso. Al contrario, lo scheletro di soggetti immobilizzati a letto, o inattivi da un punto di vista motorio, tende a perdere massa ossea e ad atrofizzarsi, dal momento che non è più sollecitato meccanicamente.

Fratture ossee

Nonostante la loro notevole robustezza, le ossa possono subire, nel corso della vita, rotture o fratture. Una frattura viene trattata con la riduzione, che è il riallineamento delle estremità fratturate dell’osso. Nella riduzione chiusa i monconi di frattura vengono rimessi in asse, cioè nella posizione normale, dal medico con manovre manuali. Nella riduzione aperta si ricorre alla chirurgia e i monconi fratturati dell’osso sono saldati assieme tramite chiodi o fili metallici.
Nella riparazione di una frattura si susseguono quattro fasi principali:
1) formazione dell’ematoma. Quando un osso si frattura, alcuni vasi sanguigni si rompono dando origine a un accumulo di sangue, detto ematoma.
2) formazione del callo fibrocartilagineo. I primi processi che si manifestano nella riparazione di un qualsiasi tessuto sono la neoformazione di capillari sanguiferi nel coagulo ematico della sede del danno e la rimozione del tessuto morto ad opera dei macrofagi.
3) formazione del callo osseo. Via via che nell’area di frattura migrano e si moltiplicano osteoblasti e osteoclasti, la fibrocartilaginee viene gradualmente rimpiazzata da osso ad architettura spugnosa, il callo osseo.
4) rimodellamento osseo. Nei pochi mesi successivi, il callo osseo viene rimodellato in risposta al carico meccanico che agisce su di esso, finché nella zona fratturata si forma “rattoppo” stabile e robusto.

SCHELETRO ASSILE

Il cranio

Il cranio è formato da due gruppi di ossa: il neurocranio, che racchiude e protegge l’encefalo, e lo splacnocranio, che contiene i globi oculari e che fornisce inserzione alla muscolatura della faccia, in particolare ai muscoli mimici che esprimono i nostri sentimenti. Tutte le ossa del cranio sono collegate da suture, che sono articolazioni immobili, solo la mandibola è connessa al resto del cranio tramite un’articolazione mobile.
Neurocranio. Il neurocranio, simile a una scatola, è formato da otto ossa piatte, delle quali due sono pari e laterali e le altre sono impari e mediane.
Splacnocranio. Lo scheletro della faccia è formato da quattordici ossa, delle quali dodici sono pari e due sono impari.
L’osso ioide. L’osso ioide è correlato alla mandibola e alle ossa temporali. È un osso impari e mediano del tutto particolare, in quanto i è l’unico segmento scheletrico che non si articola direttamente con un latro. Si trova sospeso nel collo. È a forma di ferro di cavallo e presenta un corpo e due coppie di corna. Funziona da base mobile per la lingua e offre inserzione ai muscoli della faringe e del collo che innalzano e abbassano la laringe durante la deglutizione e la fonazione.
Cranio fetale. Nel neonato lo splacnocranio è meno sviluppato rispetto al neurocranio, mentre il cranio in toto è più voluminoso relativamente alla dimensione corporea. Alla nascita lo scheletro non è ancora completamente formato; anche il cranio, presenta regioni non ancora ossificate, denominate fontanelle, che sono formate da membrane fibrose interposte tra le ossa craniche. La fontanella anteriore è quella più ampia; la fontanella posteriore è la più piccola. Grazie alla loro cedevolezza le fontanelle conferiscono al cranio fetale un certo di grado plasticità al momento del parto.

Colonna vertebrale

La colonna vertebrale costituisce l’asse portante del corpo e si estende dal cranio, da essa sorretto, alla pelvi, tramite la quale scarica il peso del corpo sugli arti inferiori. Nella cavità centrale della colonna vertebrale trova alloggio e protezione il midollo spinale. Prima della nascita la colonna vertebrale è formata da 33 ossa separate, chiamate vertebre ma successivamente nove di queste vertebre si fondono, formando due ossa composite, l’osso sacro e il coccige. Le singole vertebre sono separate da cuscinetti flessibili di fibrocartilagine, i dischi intervertebrali, che ammortizzano gli urti. Ci sono diversi tipi di curvature anormali della colonna vertebrale: scogliosi, cifosi e lordosi. Alcune curvature patologiche possono essere congenite o possono conseguire a malattie o a scorretto atteggiamento posturale. Tutte le vertebre hanno in comune le seguenti caratteristiche morfologiche:

  • corpo: cilindroide e situato anteriormente nella colonna vertebrale;
  • arco vertebrale: è formato dall’unione di tutte le sporgenze che emergono posteriormente al corpo vertebrale, le lamine e i peduncoli;
  • foro vertebrale: canale circoscritto dal corpo e dall’arco;
  • processi traversi, processo spinoso e processi articolari superiori e inferiori.

Vertebre cervicali. Le 7 vertebre cervicali formano la regione della colonna vertebrale che costituisce lo scheletro del collo.
Vertebre toraciche .Le 12 vertebre toraciche sono tutte simili. Sono più grandi di quelle cervicali, hanno il corpo cilindroide e possiedono due faccette costali che si articolano con la testa delle coste.
Vertebre lombari. Le 5 vertebre lombari hanno un corpo voluminoso e massiccio. Sono le vertebre più robuste, dal momento che sulla regione lombare della colonna si scarica la maggior parte delle sollecitazioni meccaniche.
Osso sacro. L’osso sacro è formato dalla fusione di cinque vertebre. Le sue parti a forma di ali si articolano lateralmente con l’osso dell’anca.
Coccige. Il coccige è consta della fusione di 3-5 piccole vertebre di forma irregolare. Rappresenta il residuo della coda dei vertebrati inferiori.

Gabbia toracica

La gabbia toracica consta dello sterno, delle coste e delle vertebre toraciche. La gabbia toracica, oltre a proteggere organi vitali come il cuore, i grossi vasi e i polmoni, svolge un ruolo determinante nella respirazione.
Sterno. Lo sterno è un tipico osso piatto che deriva dalla fusione di tre ossa: il manubrio, il corpo e il processo xifoideo. Esso si articola con le prime sette coppie di cartilagini costali.
Coste. Le coste sono dodici paia e concorrono alla formazione delle pareti della gabbia toracica. Le coste vere sono le prime sette paia che si articolano direttamente con lo sterno tramite le cartilagini costali. Le coste false sono le successive tre paia che si congiungono con lo sterno indirettamente tramite la costa sovrastante. Le coste fluttuanti sono le ultime due paia che terminano libere, cioè non si attaccano allo sterno.

SCHELETRO APPENDICOLARE

Ossa della cintura toracica

La cintura toracica è formata da 2 ossa: la clavicola e la scapola. La clavicola è un osso sottile e incurvato a ’S’; si articola medialmente con il manubrio dello sterno e lateralmente con la scapola, assieme alla quale forma l’articolazione della spalla. La clavicola agisce da puntello che mantiene il braccio in posizione laterale. La scapola è un osso piatto triangolare, che soprattutto nei soggetti magri sporge come un ala dal dorso quando il braccio si muove all’indietro. La cintura toracica è molto leggera e consente all’arto superiore di compiere movimenti molto ampi.

Scheletro dell’arto superiore

Lo scheletro dell’arto superiore è fo4rmato da 26 ossa ed è suddiviso in 3 regioni:

  1. braccio = lo scheletro del braccio è formato dall’omero, che è l’osso lungo. Presenta alla sua estremità prossimale la testa. Al livello del centro della dialisi si trova un’area rugosa, la tuberosità deltoidea, dove si inserisce il deltoide, un voluminoso muscolo della spalla.
  2. avambraccio = è formato da due ossa: il radio e l’ulna. Nella posizione anatomica il radio è posto lateralmente (pollice). Quando l’arto superiore nella posizione anatomica, l’ulna è posta medialmente, vale a dire dove prospetta il dito mignolo.
  3. mano = lo scheletro della mano è costituito dalle 8 ossa carpali disposte in due file irregolari, formano quella parte della mano chiamato carpo (polso). Le ossa carpali sono tenute assieme da legamenti che ne limitano i movimenti. Il palmo della mano è formato dalle ossa metacarpali; dalle falangi ovvero lo scheletro delle dita (ciascuno formato da 3 falangi, a parte il pollice che ne contiene 2).

Ossa della cintura pelvica

La cintura pelvica è formata dall’osso dell’anca. L’osso dell’anca dei 2 lati assieme all’osso sacro e al coccige forma la pelvi, o bacino osseo. La funzione più importante della cintura pelvica è di sopportare il carico meccanico dovuto a tutto il peso del corpo. L’osso dell’anca deriva dalla fusione di 3 ossa:

  1. ileo = è particolarmente formato in superficie e forma la maggior parte dell’osso dell’anca;
  2. ischio = è l’osso sul quale ci si siede, dato che costituisce l’elemento inferiore dell’osso dell’anca;
  3. pube = è l’osso più anteriore dell’anca. Dalla fusione del ramo del pube con il ramo dell’ischio si forma una barra ossea che delimita il foro otturato (canale di passaggio per vasi e nervi). Le ossa del pube dei due lati si uniscono tra di loro tramite la sinfisi pubica, un’articolazione fibrocartilaginea.

Le differenze più vistose del bacino si riscontrano tra sesso maschile e femminile;nel sesso femminile sono: 1) lo stretto superiore è più ampio 2) il bacino è complessivamente più basso 3) le ali iliache sono più sviluppate in larghezza 4) il sacro è più breve e meno incurvato 5) l’arcata del pube è più arrotondata perché l’angolo che sottende è maggiore.

Scheletro dell’arto inferiore

  • coscia = il femore costituisce lo scheletro della scoscia ed  il più pesante e robusto osso del corpo. La sua estremità prossimale presenta la testa di forma sferica. La testa del femore si articola saldamente con la profonda cavità articolare dell’acetabolo dell’anca. Nel soggetto in posizione anatomica il femore è inclinato dall’alto verso il basso.
  • Gamba = lo scheletro della gamba è formato da due ossa: la tibia e la fibula. La tibia è più grande e sta medialmente. Distalmente il malleolo mediale forma la protuberanza mediale della caviglia. Lungo il versante anteriore della tibia decorre la tagliente cresta anteriore che, risulta facilmente palpabile al di sotto della cute. La fibula (perone) è posta di fianco alla tibia; è sottile come un bastoncino e non prende parte all’articolazione del ginocchio.
  • Piede = lo scheletro del piede è composto dalle ossa del tarso, dai metatarsi e dalle falangi. Il tarso volgarmente chiamato caviglia, è composto da 7 ossa tarsali. Il peso corporeo grava principalmente sulle due ossa più grandi: il calcagno (tallone) e il talo. I  5 metatarsi formano la pianta del piede, mentre le 14 falangi formano le dita del piede.

ARTICOLAZIONI

Le ossa sono tutte articolate tra di loro almeno con un altro osso, ad eccezione dell’osso ioide, situato nel collo. Le articolazioni hanno due funzioni: collegano saldamente le ossa e nel contempo conferiscono mobilità a una formazione rigida come lo scheletro. La funzione delle articolazioni di congiungere le ossa è importante quanto quella di sentire il movimento. Le articolazioni vengono classificate secondo due criteri: funzionale e strutturale. La classificazione funzionale le suddivide in articolazioni sinartrosi (immobili), anfiartrosi (semiboli), e diartrosi (mobili). La classificazione strutturale le distingue in fibrose, cartilaginee e sinoviali.

Articolazioni fibrose

Nelle articolazioni fibrose le ossa sono unite da tessuto fibroso un esempio sono le suture del cranio. Nelle suture i margini irregolari delle ossa si congiungono e vengono tenuti saldamente assieme da fibre connettivali.

Articolazioni cartilaginee

Nelle articolazioni cartilaginee i segmenti ossei sono connessi da tessuto cartilagineo. Esempi sono la sinfisi pubica e le articolazioni intervertebrali (semiboli).

Articolazioni sinoviali

Nelle articolazioni sinoviali i capi articolari delle ossa sono separati da una cavità articolare contenente liquido sinoviale. Tutte le articolazioni sinoviali hanno in comune la seguenti 4 formazioni: 1) cartilagine articolare: è una cartilagine ialina che ricopre le superfici articolari delle ossa. 2) capsula articolare fibrosa: i capi articolari sono racchiusi da una capsula, che è rivestita internamente da una membrana sinoviale liscia. 3) cavità articolare: è delimitata dalla capsula articolare e dai capi articolari; contiene il liquido sinoviale che funge da lubrificante. 4 )legamenti: rinforzano esternamente la capsula articolare; tra i legamenti e le ossa si interpongono delle borse sinoviali. Le articolazioni sinoviali sono assai più mobili. Quelle non assiali consentono solamente movimenti di scivolamento; quelle uniassiali consentono le ossa di spostarsi attorno ad un singolo asse; altre articolazioni consentono movimenti secondo due assi, e sono pertanto dette articolazioni biasciali. La dislocazione di un segmento scheletrico dalla sua posizione articolare normale è detta lussazione. La manovra che viene eseguita per riportare l’osso in posizione corretta è detta riduzione.

Processi infiammatori delle articolazioni

Nelle distorsioni i legamenti o i tendini che rinforzano le articolazioni vengono danneggiati da uno stiramento eccessivo o addirittura disinseriti dall’osso.
La patologia articolare più dolorosa è l’infiammazione dell’articolazione detta artrite. Tutte le forme di artrite esordiscono con gli stessi sintomi: dolore, rigidità e gonfiore articolare. Tra le forme croniche di artrite si comprendono l’osteoartrite, l’artrite reumatoide e l’artrite gottosa.

  • l’osteoartrite (OA) è la forma più frequente di artrite che si manifesta tipicamente in età avanzata. Nell’OA la cartilagine articolare si rammollisce, si logora e si rompe. Con il progredire della malattia l’osso prolifera attorno ai margine della cartilagine erosa dando origine a “spicole ossee” le articolazioni interessate sono quelle delle dita delle mani, della colonna cervicale e lombare.
  • L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria cronica. La sua insorgenza è subdola e generalmente avviene tra i 30 e i 40 anni. Risultano interessate più articolazioni contemporaneamente e in maniere simmetrica (es. ginocchio sinistroàginocchio destro). L’AR è una malattia autoimmune nella quale il sistema immunitario del corpo tenta di autodistruggere i proprio tessuti. La malattia insorge con l’infiammazione delle membrane sinoviali. La malattia comporta una limitazione dei movimenti articolari.
  • L’artrite gottosa, o gotta, è una malattia nella quale l’acido urico si accumula nel sangue e si può depositare sottoforma di cristalli nei tessuti molli delle articolazioni; ciò causa attacchi di dolore lancinante che interessano tipicamente una sola articolazione, quella dell’alluce. La gotta può essere estremamente devastante perché esita nella fusione dei capi ossei delle articolazioni affette e loro conseguente immobilità.

SVILUPPO E SENESCENZA DELLO SCHELETRO

Negli stadi iniziali dello sviluppo le ossa lunghe sono formate da cartilagine ialina, e le ossa piatte del cranio sono in realtà membrane fibrose. Lo scheletro muta nel corso di tutta la vita ma i cambiamenti più drastici avvengono nell’infanzia. La maggior parte delle curvature anormali della colonna vertebrale come la scoliosi o lordosi sono di natura congenita. Nella scogliosi avviene uno spostamento della colonna vertebrale verso destra o verso sinistra; nella cifosi la curva toracica cambia da convessa a concava (la cosiddetta gobba); nella lordosi la curva lombare da concava cambia in convessa. Lo scheletro risponde all’esercizio fisico all’azione dei muscoli e alla forza di gravità; viceversa, in condizioni di inattività le ossa diventano più sottili e fragili. L’osteoporosi è la perdita della massa ossea che comporta assottigliamento e fragilità dei segmenti scheletrici. L’avanzare degli anni richiede un prezzo anche alle articolazioni. In particolare cominciano a degenerare le articolazioni sottoposte a pesi e quindi è comune l’osteoartrite.

SISTEMA NERVOSO

Il sistema nervoso è il principale sistema di controllo e comunicazione del corpo; il suo meccanismo di segnalazione è l’impulso elettrico.
Il sistema nervoso agisce mediante tre funzioni: 1) monitorazione dei cambiamenti chiamati stimoli; l’informazione acquisita è detta impulso sensitivo; 2) analizza l’impulso sensitivo e decide che cosa deve essere fatto: processo chiamato integrazione; 3) emette una risposta chiamata risposta motoria, mediante l’attivazione dei muscoli o delle ghiandole.

Classificazione morfologica

Il sistema nervoso centrale (SNC) comprende l’encefalo e il midollo spinale che occupano la cavità dorsale del corpo; essi interpretano le informazioni sensitive in entrate.
Il sistema nervoso periferico (SNP) è formato dai nervi che emergono dall’encefalo e dal midollo spinale. I nervi spinali trasportano impulsi dal midollo spinale alla periferia e viceversa; i nervi cranici trasportano impulsi dall’encefalo alla periferia.

 

Classificazione funzionale del SNP

  • la componente sensitiva o afferente comprende le fibre nervose che dai recettori sensitivi inviano impulsi al SNC. Le fibre nervose che trasportano gli impulsi proveniente dalla cute dei muscoli e dalle articolazioni sono chiamate fibre sensitive somatiche mentre quelli che trasmettono impulsi provenienti ai visceri sono dette fibre sensitive viscerali.
  • La componente motoria o efferente, trasporta impulsi dal SNC agli organi effettori, questi impulsi determinano una risposta motoria, la quale è suddivisa in due parti: 1) il sistema nervoso somatico permette il controllo volontario dei muscoli scheletrici (sistema nervoso volontario). 2) Il sistema nervoso autonomo regola le attività automatiche, ossia involontarie (sistema nervoso involontario, il quale è suddiviso a sua volta in simpatico e parasimpatico.

Struttura e funzione

È formato da due tipi di cellule: quelle di sostegno e i neuroni.
Cellule di sostegno
Sono denominate nevroglia (colla nervosa). La nevroglia comprende  vari tipi di cellule che svolgono funzioni di sostegno.
Gli astrociti di forma stellata sono numerosi e costituiscono quasi metà del tessuto nervoso. Proteggono i neuroni da sostanze nervose presenti nel sangue, controllano l’ambiente chimico del SNC.
Le cellule microglia sono fagociti che ingoiano le cellule morte. Le cellule ependimali tappezzano le cavità dell’encefalo e del midollo spinale. Gli oligodendrociti inguaiano strettamente con i loro prolungamenti appiattiti le fibre nervose, costituendo dei rivestimenti lipidici (guaine mieliniche) che agiscono da isolante elettrico.
Nel SNP ci sono due elementi di sostegno: le cellule di Schawn formano guaine mieliniche attorno alle fibre nervose che si trovano al di fuori del SNC. Le cellule satelliti rivestono con funzione protettiva il pirenoforo dei neuroni situati nei gangli.
Neuroni
Struttura
Sono specializzati nella trasmissione di messaggi tra le varie parti del corpo. Tutti hanno un corpo cellulare, uno o più sottili prolungamenti. Essi conducono correnti elettriche verso il corpo cellulare e sono detti dendriti, mentre quelli che generano impulsi nervosi e li conducono lontano dal corpo cellulare sono denominati assoni.
Gi impulsi nervosi che gli assoni trasportano lontano dal copro cellulare, una volta raggiunti i terminali assonici, li stimolano a rilasciare nello spazio extracellulare molecole chiamate neurotrasmettori.
La maggior parte degli assoni lunghi è rivestita di materiale lipidico i colore biancastro chiamato mielina. Quando il processo di avvolgimento termina, l’assone finisce per trovarsi incluso in una guaina mielinica formata dalla membrana plasmatici delle cellule di Schawn arrotolatasi su se stessa. Questa porzione della cellula che si trova all’esterno della guaina è detta neurilemma. La guaina presenta interruzioni chiamate noi di Ranvier. Quando una fibra viene danneggiata il neurilemma gioca un ruolo importante nella rigenerazione della fibra nervosa.
Nel SNC i corpi dei neuroni si trovano per lo più ammassati in formazioni detti nuclei. Un insieme di fibre nervose viene denominato fascio se decorre nel SNC mentre è detto nervo nel SNP. La sostanza bianca è formata da fasci di fibre mieliniche mentre la sostanza grigia contiene corpi cellulari.
Classificazione
- funzionale = i neuroni vengono distinti in rapporto alla direzione dell’impulso nervoso. I neuroni che trasportano gli impulsi dai recettori di senso al SNC sono neuroni sensitivi. Le terminazioni periferiche dei neuroni sensitivi sono associate a recettori specializzate. I neuroni che trasportano impulsi dal SNC ai visceri e ai muscoli sono detti neuroni motori. I corpi cellulari sono localizzati nel SNC. La terza categoria dei neuroni è quella dei interneuroni; collegano i neuroni motori e i neuroni sensitivi in vie nervose. I corpi sono situati nel SNC.
- morfologica = si basa sul numero di prolungamenti del corpo cellulare. Se essi sono molti il neurone è multipolare, se sono due il neurone è bipolare, mentre se è uno è unipolare. In questi neuroni, l’assone conduce impulso nervoso verso il corpo cellulare.
Fisiologia
- impulso nervoso = i neuroni sono dotati di proprietà funzionali: l’eccitabilità(capacità di rispondere a 1 stimolo) e la conduttività(capacità di trasmettere l’impulso). La membrana plasmatici di un neurone a riposo è polarizzata: all’interno di esso si trovano meno ioni positivi(potassio e sodio); gli ioni sodio si trovano all’esterno della membrana, mentre gli ioni potassio all’interno. La maggior parte dei neuroni viene eccitata da neurotrasmettitori rilasciati da altri neuroni. Il flusso di ioni sodio verso l’interno provoca una depolarizzazione, che stimola il neurone a trasmettere un potenziale d’azione, detto anche impulso nervoso. La conduzione dell’impulso nervoso può essere alterata da vari fattori: alcol, sedativi, anestetici.
- arco riflesso =  esistono modalità di comunicazione tra i neuroni, ma la maggior parte di ciò che l’organismo deve fare è programmato sotto forma di riflessi; questi si attuano attraverso circuiti neuronali chiamati archi riflessi. I riflessi viscerali regolano la muscolatura liscia del cuore e delle ghiandole. I riflessi somatici comprendono tutti i riflessi che stimolano i muscoli scheletrici. Gli archi riflessi sono formati da: uno recettore sensitivo, un organo effettore, un neurone afferente, uno efferente e il centro di integrazione del SNC. L’esame dei riflessi è un importante mezzo per valutare la funzionalità del sistema nervoso.

SNC ( sistema nervoso centrale)

Encefalo

Pesa poco più di 1350g ed è la massa di tessuto nervoso. È suddiviso in quattro regioni:
- emisferi cerebrali = costituiscono la parte più craniale dell’encefalo. La loro superficie è percorsa da rilievi chiamati circonvoluzioni chiamati solchi(i più profondi scissure). I due emisferi sono separati dalla scissure longitudinale. Il linguaggio, la memoria, le risposte logiche e quelle emotive, e anche la coscienza, l’interpretazione delle sensazioni e il movimento volontario sono funzioni svolte dai neuroni della corteccia cerebrale. L’area sensitiva somatica è localizzata nel lobo parietale. L’area motoria primaria si trova nel lobo frontale, davanti alla scissura centrale; gli assoni dei neuroni motori formano il fascio motore volontario, detto fascio piramidale; l’area sensitiva del linguaggio si trova alla congiunzione dei lobi temporale, parietale e occipitale. I corpi dei neuroni sono localizzati nella sostanza grigia. Il rimanente tessuto degli emisferi è composto da sostanza bianca, cioè da fasci di fibre nervose.
- diencefalo = è posto sopra al tronco cerebrale ed è compreso tra i due emisferi, è formato da: 1) talamo (stazione di ritrasmissione degli impulsi sensitivi verso la corteccia cerebrale). 2) ipotalamo (costituisce il pavimento del diencefalo e partecipa alla regolazione della temperatura corporea; è il centro mobile di molte pulsioni ed emozioni). 3.epitalamo (è formato dall’epifisi e dal plesso corioideo (struttura vascolare ricca di capillari, produce il liquido cerebrospinale)).
- tronco cerebrale = lungo di esso si trova la formazione reticolare, costituita da sostanza grigia. È formato da: 1) mesencefalo (parte piccola del tronco attraversata dall’acquedotto cerebrale; la parte ventrale di esso è formata dai peduncoli cerebrali che trasportano impulsi). 2) ponte (formazione arrotondata che sporge sotto al mesencefalo, contiene fasci di fibre). 3) bulbo (costituisce la parte inferiore del tronco: contiene fasci di fibre e nuclei che regolano funzioni vitali.
- cervelletto = formazione voluminosa sottostante i lobi occipitali: regola la sequenza temporale degli atti motori e controlla l’equilibrio; se il cervelletto viene danneggiato, i movimenti diventano impacciati e scoordinati.
Protezione del SNC
L’encefalo e il midollo spinale sono chiuse all’interno di formazioni ossee. Altri dispositivi di protezione:
- meningi = sono tre membrane connettivali che avvolgono l’SNC. Quella più esterna e più robusta è la dura madre. La meninge intermedia è l’aracnoide che rassomiglia ad 1 ragnatela. La sottostante meninge è la più delicata ed è la pia madre.
- liquido cerebrospinale = composizione simile a quella del plasma sanguigno dal quale deriva. L’LCS viene formato per ultrafiltrazione del sangue. Esso forma una forma di cuscino d’acqua che protegge il tessuto nervoso.
Midollo spinale
Forma cilindrica e di aspetto bianco-lucente, è la continuazione del tronco cerebrale, costituisce la via di comunicazione con il tronco cerebrale, ed è un centro di riflessi. Il midollo spinale è protetto dalle meningi. La sostanza grigia del midollo spinale appare simile alla lettera ‘H’; le due sporgenze posteriori sono chiamate corna dorsali mentre quelle anteriori corna ventrali; la sostanza grigia circonda il canale centrale che contiene il LCS. I corpi cellulari dei neuroni sensitivi stanno nel ganglio della radice dorsale. Nella sostanza grigia sono localizzati neuroni con specifiche funzioni. La sostanza bianca del midollo spinale è formata da fasci di fibre mieliniche; la sostanza bianca è divisa in tre cordoni: posteriore, laterale e anteriore.

SNP (sistema nervoso periferico)


Struttura del nervo

Un nervo è un fascio di fibre nervose che si trova al di fuori del SNC. All’interno di esso le fibre sono avvolte da una serie di rivestimenti protettivi. Ogni fibra è circondata dall’endonevrio; gruppi di fibre formano fascicoli avvolti dal perinevrio; tutti i fascicoli sono tenuti assieme dall’epinevrio. I nervi che trasportano fibre sia sensitive che motorie, sono detti nervi misti; quelli che trasportano impulsi verso l’SNC sono nervi afferenti, mentre quelli che contengono solo fibre motorie sono nervi efferenti.
Nervi cranici
Le dodici paia nervi cranici innervano la testa e il collo; i loro nomi indicano le strutture che innervano; la maggior parte dei nervi cranici sono nervi misti. Le dodici paia sono: olfattivo, ottico, oculomotore, trocleare, trigemino, abducente, faciale, vestibolococleare, glossofaringeo, vago, accessorio, ipoglosso.
Nervi spinali e plessi nervosi
Le radici ventrali e dorsali che emergono dal midollo spinale si uniscono per formare le 31 paia di nervi spinali. Il nervo spinale si divide in un ramo dorsale e in un ramo ventrale. Questi rami contengono sia fibre motorie che sensitive: quelli dorsali innervano la cute e i muscoli della parete posteriore del tronco mentre quelli ventrali formano i nervi intercostali. I rami ventrali di tutti gli altri nervi spinali formano reti nervose complicate dette plessi, che innervano i muscoli e la cute degli arti.
SNA (sistema nervoso autonomo)
L’SNA è la parte del SNP che controlla le attività automatiche del corpo, è formato da neuroni che regolano il muscolo cardiaco, la muscolatura liscia e le ghiandole. Nel sistema nervoso autonomo ci sono 2 sistemi complementari:
- sistema simpatico =i nervi splancnici raggiungono il secondo neurone situato in uno dei gangli prevertebrali che provvedono con i loro assoni a innervare gli organi addominali e pelvici
- sistema parasimpatico= i neuroni di esso stanno sia in speciali nuclei di alcuni nervi cranici situati nel tronco, sia nel midollo spinale. I neuroni inviano all’esterno i loro assoni per innervare gli organi della testa e del collo.

Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Apparato%20scheletrico%20e%20sistema%20nervoso.doc

Sito web da visitare: http://www.studenti.it

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