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La membrana plasmatica è un sottile involucro che separa la cellula dall’esterno.
Ha anche una funzione regolatrice:
Struttura
Con metodologie differenti si è giunti a scoprire la conformazione del plasmalemma:
Secondo il modello a mosaico fluido elaborato da Singer e Nicholson la membrana plasmatica è composta da un bilayer fosfolipidico:
Questa struttura è riscontrabile in tutti gli altri tipi di membrana.
Le proteine sono di due tipi:
Le principali funzioni
Le principali funzioni della membrana plasmatica sono:
Composizione chimica
La membrana cellulare è composta essenzialmente da:
Le proporzioni sono essenzialmente differenti per ogni tipo di cellula, per la funzione che riveste. Possono esservi anche differenze in vari settori della cellula.
Componente lipidica
Nonostante i lipidi varino a seconda delle membrane, è abbastanza comune la struttura che li caratterizza:
Sono costituiti da:
La maggioranza è rappresentata dai fosfolipidi in due categorie principali:
I glicolipidi sono dei lipidi formati da acidi grassi (glicerolo esterificato con due acidi grassi o un complesso formato da sfingosina con un acido grasso) a cui sono legati delle porzioni glucidiche:
Ciò che caratterizza la componente lipidica della membrana cellulare è la caratteristica dell’anfipaticità, ovvero la duplice componente polare e apolare:
Questa composizione chimica permette alla membrana di essere a contatto con soluzioni acquose (matrice extracellulare e citoplasma) e di essere relativamente impermeabili all’acqua:
La componente apolare instaura interazioni irofobiche (a ivello delle code):
Tuttavia si possono anche presentare dei grassi saturi, che ad una determinata temperatura possono diventare insaturi:
è interessante puntualizzare che talvolta la composizione della membrana a livello lipidico dipende dal tipo di dieta:
Componente carboidratica
La componente proteica all’interno della membrana è molto eterogenea e differenziata.
Vi sono proteine sempllici che possono avere funzioni differenti:
Sono presenti anche in grande quantità delle proteine complesse, che hanno soprattutto delle attività in relazione all’esterno della cellula. Sono per lo più glicoproteine:
Le proteine del plasmalemma si possono distinguere in:
le proteine intrinseche necessitano, per essere estratte della distruzione della membrana stessa, mentre quelle periferiche possono essere separate con metodi più blandi, senza danneggiare la membrana.
Le proteine intrinseche possono cambiare il loro strato di immersione nella membrana in relazione al loro momento funzionale:
Il movimento all’interno del film fosfolipidico è dato dal cambiamento conformazionale della proteine:
Un esempio di questo meccanismo è dato dalla rodopsina, che cambia la propria conformazione in funzione dell’illuminazione che riceve.
La mobilità di queste proteine è influenzato da differenti fattori:
Nel proprio cammino, una molecola proteica può avere destini differenti:
Il movimento di una proteina è molto spesso circoscritto in un’area delimitata dalle tight junctions (giunzioni strette), particolari giunzioni cellulari.
La disposizione di alcune proteine o glicoproteine che interagiscono con il citoscheletro non è casuale:
Componente proteica
La componente saccaridica della membrana è formata in gran parte da oligosaccaridi associati a proteine (glicoproteine) o ai lipidi (glicolipidi).
Si trovano inoltre i proteoglicani di membrana:
le glicoproteine sono costituite da una o più catene di oligosaccaridi legate a residui di asparagina.
Le glicoproteine e gli elementi affini prendono parte a molte atività della cellula:
La presenza percentuale dei carboidrati è abbastanza costante in tutti i tipi di cellule, ad eccezione dei globuli rossi:
Nonostante i glucidi che compongono i polisaccaridi siano soltanto sette, questi possono formare una infinità di legami e combinazioni differenti:
La specificità delle glicoproteine le permette di agire come recettori peri più svariati substrati:
fisiologia della membrana
La membrana esercita una permeabilità selettiva, poiché è in grado di selezionare gli agenti che entrano e quelli che escono, e di essere attiva nell’attuare gli scambi con l’esterno.
Attraversano la membrana:
Il passaggio di sistanze attraverso la membrana plasmatica avviene con diverse modalità.
Per l’immissione o l’espulsione di componenti particolari quali macromolecole o particolari fluidi si hanno meccanismi quali:
Il trasporto passivo tende ad eguagliare le differenze di concentrazione (o potenziale) che vi sono sui due versanti della membrana:
Esistono due diversi tipi di membrana rispetto ad una soluzione:
Per alcune sostanze la membrana plasmatica si comporta come semipermeabile, ma va ben oltre:
Secondo gradiente possono entrare:
La membrana non è permeabile a:
La diffusione facilitata è un mecanismo che si avvale di speifiche proteine per attuare scambi allinterno della cellula:
Le proteine che svolgono il lavoro di diffusione facilitata sono altamente specifiche per il substrato che devono accoliere:
Vi sono due tipi di proteine che attuano la diffusione facilitata (dette carrier):
Vengono trasportate all’interno da specifiche proteine di membrana quelle sostanze che non si immetterebbero nella membrana per dimensioni o per carica.
Le proteine canale trasportano per lo più ioni:
Normalmente questi canali sono chiusi. Si aprono solo in relazione a precisi stimoli:
Le proteine vetrici invece assicurano il passaggio di molecole di dimensioni maggiori di natura polare, quali zuccheri, amminoacidi, nucleotidi, ecc..
Quando il substrato si lega alla proteina specifica, questa assume una modifica della propria conformazione, in modo da rilasciare la molecola dall’altra parte della membrana, sempre secondo gradiente di concentrazione.
Le proteine carrier che attuano il trasporto attivo sono sempre dirette contro gradiente:
Queste sono proteine transmembrana, che si presentano sotto forma di poro, che normalmente è chiuso:
Le principali proteine carrier sono:
Quete pompe ioniche, in cui l’energia è spesa in situ sono dette di trasporto attivo primario.
Esistono anche dei sistemi di trasporto attivo secondario, in cui l’ATP viene idrolizzata per fonire energia prima del trasporto:
Una proteina puòavere siti di legame per più molecole:
I sistemi di sinporto e antiporto sono deti di cotrasporto.
Possono esservi questi tipi di trasporto specifici in determinae zone de citoplasma:
La differente composizione ionica ai due lati della membrana permtte alla cellula di svolgere varie attività funzionali:
La principale differenza a livello di carica è data dalla maggiore presenza di piccoli cationi all’interno della cellula.
Questo fatto è dovuto alla presenza di cellule non diffusibili all’interno della cellula, ad esempio le proteine, che si dissociano in anioni:
L’unica eccezione è fatta dal sodio:
Sono presenti vari canali di fuga sempre aperti per il K+, che esce senza bisogno di ATP:
Anche nel caso di organismi semplici, le cellule sono in grado di riconoscersi tra loro, anche se non hanno la facoltà di legarsi.
Sono due e famiglie di molecole che supportano questo tipo di attività non giunzionale (riconoscimento):
Il segnale può diffondersi in diversi modi, su diverse scale:
Per le ricezioni che devono raggiungere lo spazio cellulare vi è la necessità che il sito di ricezione abbia all’interno della cellula un trasduttore che comunichi in zona citoplasmatica il segnale:
I ligandi di natura proteica necessitano dei metodi di trasduzione del segnale, poiché non attraversano le membrane.
I ligandi liposolubili (ormoni di tipo steroideo) passano direttamente la membrana:
I tipi di segnale tradotto all’interno della cellula sono differenti.
Il recettore è una proteina canale normalmente chiusa.
Quando il ligando si lega al recettore, la proteina-canale si apre e determina l’immisione di ioni che determinano una variazione di potenziale (da -75 a +30/110 mV) che induce determinati meccanismi cellulari.
È il caso di neurotrasmettitori come l’acetilcolina che aprono i canali di Na+.
Il ligando, legandosi al recettore, determina l’attivazione di un complesso enzimatico di tipo chinasico.
Il complesso enzimatico può indurre egli stesso l’attivazione di 8-10 proteine di tipo chinasico.
L’attivazione di proteine-G, una volta formato il complesso ligando/recettore, può stimolare l’attivazione (solitamente con dispendio energetico) di atre molecole dette secondi messaggeri, che andranno poi ad attivare la riposta cellulare.
È da tenere in considerazione che un singolo segnale a lungo raggio può stimolare in un organismo una differente risposta in tessuti differenti:
Può anche darsi che la riposta cellulare sia dovuta alla fosforilazione di una proteina legata al recettore:
Glicocalice
Le cellule animali non presentano un rivestimento rigido all’esterno della membrana plasmatica:
Gran parte delle interazioni tra cellule sono mediate da questo mantello, in cui sono distribuite in maniera ordinata una serie i molecole che svolgono importanti attività funzionali:
Il glicocalice è costituito prevalentemente da un rivestimento glicoproteico, che è riscontrabile immediatamente all’esterno della membrana, con la quale opera delle interazioni molto strette.
Il glicocalice è strettamente connesso alla membrana, mediante alcune porzioni glucidiche che sono legate alla struttura del plasmalemma, ma anche con materiale della matrice extracellulare.
È composto da:
le funzioni
Le strutture carboidratiche sono associate al citoscheletro, con cui interagiscono strettamente.
Il glicocalice svolge la propria funzione protettiva in due modalità:
Il glicocalice aiuta a fare da filtro per le sostanze che devono essere assorbite:
è una funzione calcio-dipedente in alcuni casi.
Il glicocalice si lega ad altre cellule o alla matrice extracellulare in vari modi che si vedranno in seguito.
Sono presenti nel glicocalice specifici recettori per ogni tipo di cellula o molecola.
Ad esempio, l’epitelio della vescicola urinaria ha un glicocalice particolarmente sviluppato, poiché non può fare passare l’urina.
La membrana plasmatica presenta notevoli tipi di specializzazione:
Queste specializzazioni possono essere:
Le cellule si organizzano morfologicamente a formare i tessuti, i quali si organizzano a loro volta in organi.
I tessuti sono costituiti da:
Differenti tipi di tessuto sono caratterizzati da una differente quantità di cellule o matrice intracellulare.
Nel costituire tessuti compatti le cellule si posizionano in rapporti stretti ma non intaccano mai la loro individualità.
Si posizionano ad una distanza circa di 10-20 nm tra di loro.
Dopo anni di ricerche, con l’avvento del microscopio elettronico si è scoperto che le cellule sono specializzate nell’operare sistemi di giunzione tra loro o tra la matrice extracellulare.
Nelle cellule epiteliali, nello spazio intracellulare (10-20 nm), si trova materiale di natura glicoproteica che per aderire necessita di ioni calcio:
Nello spazio tra le cellule circolano i liquidi interstiziali e il sangue proveniente dai capillari, che permettono lo scambio di:
Le giunzioni cellulari vengono classificate secondo criteri funzionali in tre tipi principali:
Bisogna precisare la differenza tra zonula e macula:
Giunzioni occludenti
Giunzioni ancoranti:
Sono giunzioni comunicanti le gap junctions (ginuzioni serrate).
I meccanismi di giunzione possono trovarsi isolati o raccolti in specifici complessi di giunzione, come nel caso degli epiteli.
Nella zonula occludens che si trova al di sotto della superficie libera delle cellule, le membrane sono adese una all’altra fino a chiudere completamente il passaggio.
Gli strati più esterni si fondono in più punti andando a formare delle giunzioni strette.
Nelle fasce di giunzione stretta, sono presenti anche dei punti di contatto tra le due membrane dette connessioni focali, che si organizzano in una struttura reticolare che circonda tutto il perimetro della cellula:
La funzione principale di queste giunzioni è:
Thight junctions sono ad esempio presenti:
L’aspetto di queste zone sigillanti varia a seconda del tipo di epitelio:
Al di sotto della zonula occludens, vi è quella aderens, in cui le mmbrane plasmatiche delle cellule adiacenti sono separate da uno spazio di 15-20 nm:
Con il termine giunzione aderente si intende delle proteine transmembrana della famiglia delle caderine che:
I fasci di actina si legano alla proteina transmembrana attraverso altre proteine di attacco intracellulare (vincoline, catenine, alfa-actinina). I filamenti di actina si legano all’intreccio soprastante (verso la zona apicale) formando la trama terminale.
Queste differiscono dai desmosomi perché:
L’insieme di fasce occludenti e fasce aderenti forma la “terminal bar” (quadro di chiusura).
I desmosomi o maculae adhaerens sono tra i più complessi sistemi i giunzione intracellulare, ma anche tra i più diffusi.
Sono osservabili al microscopio elettronico, dove paiono come inspessimenti della membrana, che possono arrivare anche a 0,2 micron, con anche un micron di diametro.
L’ispessimento è dato dalla presenza di placche citoplasmatiche:
Il desmosoma è formato da:
Proprio in virtù della dipendenza dal calcio la cellula può inattivare il desmosoma creando una forte carenza di calcio nella zona intracellulare:
La funzione principale dei desmosomi è meccanica:
I desmosomi si trovano principalmente nelle cellule soggette a stress meccanico:
Una malattia come il pemfigo dimostra l’importanza dei desmosomi:
Sono dispositivi di giunzione che stabiliscono l’ancoraggio con la superficie basale della cellula e la lamina basale (o membrana basale).
Appaiono morfologicamente come una delle metà simmetriche di un desmosoma, ma presentano rilevanti differenze:
Le placche di adesione sono specifiche regioni specializzate per l’adesione modulabile (attacco/sgancio) alla matrice extracellulare, particolarmente studiate nei fibroblasti in coltura.
Sono molecole stellate, che modificano temporaneamente la propria forma citoplasmatica emanando delle estensioni dette pseudopodi che si legano al substrato sottostante mediante placche di adesione (o contatti focali, o adesioni focali).
La loro locomozione dipende proprio da questo tipo di giunzioni.
In tali zone, sembra che nel citoplasma vi siano delle emanazioni di filamenti di actina che si legano al substrato extracellulare:
La placca di adesione è particolarmente complessa, poiché i filamenti di actina non si legano direttamente ad una proteina transmembrna della famiglia delle integrine:
Strutture come queste sono anche i podosomi, presenti negli osteocasti in zone del plasmalemma in cui questi aderiscono al tessuto oseo da distruggere.
Le cellule orgnizzate in tessuti, si dimostrano strettamente interconnesse e comunicanti:
Si è osservato al microscopio elettronico un’area della membrana in cui le cellule sono strettamente adiacenti (2-4 nm) di diversa conformazione rispetto al bilayer fosfolipidico:
Le proteine globulari che formano i canali sono molto ravvicinate tra di loro e immerse nella membrana fosfolipidica. Hanno un diametro di circa 7-8 nm, mentre il canal che formano è di circa 1,5 nm.
Sono di forma esagonali, e la struttura prevede:
Ogni tessuto elabora il proprio tipo di connessina:
Le ginzioni serrate non sono strutture stabili:
Le giunzioni serrate hanno un aminore resistenza elettrica rispetto alla membrana:
Queste gap junctions non sono permanentemente aperte:
Dal punto di vista funzionale:
È un sistema costituito da membrane formate da:
I principali costituenti sono:
Tutte queste membrane e sistemi di cisterne non hano funzione protettiva, ma funzionale:
I ribosomi sono piccoli organuli presenti nel citoplasma (15-30 nm), con un carattere spiccatamente basofilo, poiché la loro composizione è prevalentemente di natura ribonucleica (rRNA, acido).
Nel citoplasma possono trovarsi liberi o adesi al reticolo endoplasmatico (rugoso):
Si nota che:
Sono dei piccoli corpuscoli formati da due subunità (minore e maggiore), che prendono parte alla sintesi proteica, e interagiscono con:
Vi sono sostanzialmente due classi di ribosomi:
Nelle cellule eucariote, i ribosomi 80S sintetizzano tipi di proteine differenti a seconda della loro posizione:
I ribosomi sono sensibili ad agenti chimici che bloccano le attività sintetiche:
- per le cellule eucariote (ribosomi 80 S) l’inattivatore è la cicloesimide.
La sintesi dei ribosomi nelle cellule eucariotiche avviene a livello del nucleolo, ma senza entrare in contatto con il DNA (differentemente dai procarioti).
Funzioni
I ribosomi assicurano le corrette interazioni e le disposizioni di tutte le molecole che intervengono nel processo di sintesi proteica.
Diventano unità attive quando sono ribosomi liberi (citosol):
Il reticolo endoplasmatico rugoso è composto da cisterne appiattite e parallele delimitate da una membrana citoplasmatica, che divide la composizione chimica tra il lume ed il citosol.
Sulla faccia ialoplasmatica della membrana aderiscono i ribosomi, che caratterizzano il reticolo endoplasmatico liscio per 2 motivi:
Nei poliribosomi liberi sono sintetizzate le proteine destinate a:
Nel RER, invece, sono sintetizzate le proteine che penetrano nel lume del reticolo endoplasmatico:
Dal RER si distaccano delle vescicole che sono destinate all’apparato di Golgi, ed all’interno di questo, riversano i proprio contenuto.
All’interno del reticolo endoplasmatico sono presenti moltissimi enzimi che catalizzano le reazioni di sintesi proteica (RER), lipidica e glucidica (REL).
Tra le maggiori cellule che sintetizzano proteine da secernere (con ReR molto sviluppato) vi sono:
La sintesi proteica è attuata principalmente dai ribosomi, che si trovano inizialmente liberi nel citoplasma.
L’associazione al RER avviene in questo ordine:
La SRP è un grosso complesso proteico formato da:
Per quanto riguarda le proteine destinate a rimanere nella membrana del RER il procedimento differisce in parte:
Le sequenze amminoacidiche libere e il numero delle volte che la proteina attraversa la membrana durante la sintesi determinano poi la configurazione spaziale.
In base alla disposizione dei gruppi e della sequenza si classificano le proteine transmembrana del reticolo in:
All’interno del lume del RER sono attive particolari proteine:
LA GLICOSILAZIONE DELLE PROTEINE NEL RER.
Il processo di glicosilazione generico può essere così sintetizzato:
L’oligosaccaride contenuto nel dolicolo è formato da 14 zuccheri di cui:
La glicosilazione N-linked non è l’unica possibile. Vi sono anche zuccheri O-linked, che si legano alla serina e alla treonina.
Le porzioni glucidiche delle glicoproteine vengono poi rielaborate:
Il trasporto delle proteine avviene per mezzo di vescicole transfer, delle vescicole che si vengono a formare in un preciso luogo della membrana del RER, detta zona di transizione:
In definitiva, nel RER vi possono essere le seguenti modifiche post traduzionali:
Il REL è molto differente dal RER per struttura, composizione chimica e funzione:
Il Reticolo Endoplasmatico Liscio ha un differente sviluppo a seconda del tipo di cellula in cui risiede.
È abbondante per la produzione di ormoni steroidei, formando una struttura a rete di tubuli anastomizzati nelle cellule:
Negli epatociti l’abbondante REL è associato alle riserve di glicogeno:
Nelle cellule del tessuto muscolare formano una struttura precisa con le miofibrille: il reticolo sarcoplasmatico:
Lo sviluppo del REL può essere influenzato da particolari stimolatori chimici, con processi solitamente reversibili.
Funzioni
la sintesi dei fosfolipidi non avviene all’interno del lume del reticolo endoplasmatico, ma avviene sul versante citosolico.
Gli enzimi necessari alla sintesi dei lipidi sono situati sulla membrana del reticolo endoplasmatico, con i siti attivi sulla faccia esterna.
I vari fosfolipidi sono poi trasportati alle altre membrane della cellula attraverso delle particolari proteine di trasporto fosfolipidi.
Il principale fosfolipidi è la fosfatidil-colina.
Nelle cisterne del REL sono presenti numerosi enzmi che catalizzano le reazioni di produzione di:
Gli ormoni steroidei vengono sintetizzati insieme ai mitocondri:
Nelle cellule epatiche vengono prodotte nel reticolo endoplasmatico liscio le lipoproteine.
Nel REL possono essere presenti numerosi enzimi che inattivano le sostanze tossiche, che poi verranno espulse.
Molto spesso elimina le sostanze lipofile mediante ossidrilazione.
Nel REL sono presenti numerosi enzimi che consentono il metabolismo del glicogeno.
Nelle cellule del pancreas, in risposta all’attivazione di particolari ormoni si attuano glicogenosintesi o glicogenolisi:
Nel reticolo sarcoplasmatico, le cisterne del REL fungono da regolatori degli ioni Mg e Ca, che sono indispensabili alla contrazione muscolare.
Osservato al microscopio ottico dopo una colorazione con sali d’argento si nota una precipitazione a livello cellulare dell’argento in prossimità di un apparato reticolare di tubuli e vescicole anastomizzate e strette tra loro.
Solitamente questo apparato si situa nel centro cellulare, in prossimità del nucleo e adiacente al reticolo endoplasmatico, tuttavia in alcune cellule dotate di polarità morfo-funzionale (ad esempio le cellule secretorie) occupa una posizione ben precisa (tra il nucleo e la superficie apicale).
La morfologia del complesso di Golgi prevede un numero variabile d cisterne appiattite disposte a pila una sull’altra:
La posizione di questo apparato, può inoltre subire delle fluttuazioni a seconda del momento del ciclo secretorio in cui si trova.
Il complesso di golgi è la sede in cui vengono convogliati e rielaborati i materiali sintetizzati nel RER e nel REL, inoltre attua specifiche attività di sintesi di polisaccaridi e lipidi complessi.
Tutte le funzioni e la struttura dell’apparato di Golgi sono sotto il controllo diretto del nucleo:
Struttura.
Sono tre i componenti osservabili dal punto di vista ultrastrutturale nell’apparato di Golgi:
Le cisterne sono dei dischi fatti di una membrana simile a quella del reticolo endoplasmatico che delimita uno spazio interno di altezza circa 10 nm nella parte centrale, che si espande ai lati fino ad arrivare ad altezze di 30-50 nm.
Una cisterna è separata da un’altra da uno spazio di circa 10 nm, in cui non sono presenti né ribosomi, né inclusi citoplasmatici vari.
Il complesso di Golgi presenta anche una polarità interna anche a livello delle singole cisterne. Si possono quindi distinguere, in funzione anche dell’attività enzimatica e di sintesi:
La faccia prossimale (o cis) è solitamente rivolta verso l’involucro nucleare o verso il reticolo endoplasmatico:
La faccia distale (o trans) è solitamente rivolta verso la periferia della cellula:
Lo spessore delle membrane golgiane è costante:
L’aumento dello spessore è lieve ed è nella direzione della faccia distale.
La composizione biochimica delle cisterne è differente:
Ogni pila di cisterne dell’apparato di golgi è costituita da tre differenti compartimenti, ognuno dotato di uno specifico corredo enzimatico che catalizza le varie fasi di elaborazione delle glicoproteine giunte dal RER:
Questi tre compartimenti constano di una o due cisterne ciascuno e sono in rapporto tra loro mediante il distacco di vescicole laterali:
Come già accennato, vi sono altri due tipi di vescicole:
Le vescicole transfer hanno un diametro di circa 80-100 nm e sono indipendenti:
Queste vescicole hanno movimenti bidirezionali mediati da tracce microtubulari:
I granuli di secrezione presentano un diametro di circa 1 micron e derivano dai vacuoli che si staccano dal compartimento trans:
Anche nel caso delle macrovescicole vi è un ritorno di membrana al complesso del Golgi:
Compartimentazione delle cisterne golgiane.
È più plausibile la teoria che le cisterne si scambino materiale attraverso vescicole piuttosto che il ricambio di materiale avvenga per trasformazione di un compartimento nei suoi vari stadi:
Questa compartimentazione rende possibile la simultanea elaborazone di tre tipologie di prodotti:
Ogni compartimento ha una precisa competenza biochimica, contenendo enzimi differenti.
Da studi biochimici si è dimostrato che le proteine vengono glicosilate con l’aggiunta di:
La glicosilazione delle proteine
Altre glicoproteine sono elaborate a livello del compartimento mediano ad opera di altri enzimi:
Trasportate nel trans-Golgi network le glicoproteine subiscono, da parte di enzimi specifici, l’aggiunta di altre molecole quali:
Queste glicoproteine differenti, a seconda delle diverse aggiunte nel trans, hanno destini differenti:
Le proteine, dunque, non sono separate finché non raggiungono il reticolo trans dell’apparato di Golgi, dove vengono riconosciute e smistate alle loro differenti destinazioni.
Ad ogni spostamento di vescicole, è bene ricordare che la membrana del vacuolo di trasporto viene restituita mediante un ritorno alla cisterna precedente.
Funzioni
Il ruolo primario dell’apparato di golgi è quello dell’impacchettamento e della condensazione dei secreti.
Tuttavia il complesso di Golgi svolge anche altri ruoli fondamentali che si sono scoperti negli ultimi anni:
Oltre alla rielaborazione degli oligosaccaridi N-linked legati alle proteine sintetizzate nel RER è anche capace di operare la O-glicosilazione:
Alcune proteine di secrezione (es. insulina) vanno incontro a modificazioni per proteolisi, ovvero subiscono il distacco dalla catena più lunga che ha origine nel RER.
Avvengono anche le sintesi di:
Partecipa anche alla sintesi di alcuni lipidi:
La sintesi degli sfingolipidi avviene solo per quanto riguarda lo scheletro molecolare nel REL, mentre nel Golgi viene legato un gruppo di fosforilcorina, formando sfingomieline a cui vengono aggiunti carboidrati.
Il RER, il REL e il complesso di Golgi svolgono un ruolo sinergico in vari processi:
Uno dei processi più importanti è quello della secrezione:
Nel complesso di Golgi le proteine subiscono modifica post-traduzionali ed entrano a far parte di vescicole che gemmano dal trans-golgi network.
In molte cellule secernenti che accumulano il prodotto di secrezione, le vescicole sono sede di condensazione:
I granuli di zimogeno sono la forma inattiva delle proteine enzimatiche sintetizzate, che si attivano non appena rilasciate all’esterno della cellula per esocitosi.
Nel processo di evoluzione il meccanismo secretorio si è conservato:
Molte cellule, degli organismi pluricellulari, si specializzano per un particolare tipo di secreto, ad esempio:
tuttavia esistono due differenti modalità con cui il secreto viene espulso dalla membrana plasmatica:
La via secretoria costitutiva comprende quei fenomeni che avvengono in tutte le cellule, come il rinnovamento della membrana plasmatica e delle proteine di membrana, il rilascio di lipidi o proteoglicani all’esterno della membrana o altro genere di molecole regolativeI.
Questa via è un processo continuo che non necessita di essere stimolata e non è calcio-dipendente.
La via secretoria regolata, invece è presente solamente in cellule specializzate, come ad esempio le cellule ghiandolari endocrine ed esocrine e alcune cellule nervose, che accumulano in vescicole il secreto per lungo tempo.
Questi granuli contenenti il secreto si accumulano al di sotto della membrana plasmatica, talvolta fondendosi con essa, e rilasciano il secreto solamente quando, a causa di uno stimolo nervoso o ormonale esterno, i innalza la concentrazione degli ioni Ca2+ nel citoplasma.
I granuli secretori sono dunque dei granuli di accumulo del secreto soggetti alla concentrazione di calcio nella via secretoria regolata.
I granuli secretori che vengono gemmati dal trans-Golgi sono granuli immaturi, che nel corso della permanenza nel citoplasma giungono a maturazione:
I lisosomi sono vacuoli delimitati da membrana che contengono enzimi idrolitici a pH acido (idrolasi acide):
Il materiale che viene degradato può avere differenti provenienze:
I lisosomi sono molto eterogenei per il tipo di enzimi che contengono e per le loro dimensioni:
Ogni cellula contiene un numero variabile di lisosomi:
La forma di questi piccoli vacuoli e le dimensioni possono variare a seconda di cosa hanno inglobato:
Un lisosomi contiene enzimi idrolitici di varia natura, che possono variare a seconda dei tipi cellulari. I più comuni e frequenti sono:
Tutti i tipi di molecole biologiche possono essere degradati all’interno dei lisosomi in condizioni di pH ottimali, ovvero intorno a 5:
Oltre alle pompe protoniche ATP-asiche della membrana del lisosomi sono presenti altre proteine transmembrana:
Formazione e funzione dei lisosomi
La formazione del lisosomi, con le sue caratterisitiche funzioni enzimatiche e la sua peculiare acidità si forma per la fusione di varie vescicole che forniscono le varie componenti molecolari necessarie.
Dalla membrana plasmatica, per endocitosi, si formano delle vescicole che possiedono già alcune proteine di membrana: gli endosomi precoci:
Si ritiene che le pompe protoniche, sintetizzate nel RER e rielaborate nel Golgi siano fatte giungere agli endosomi mediante vescicole differenti da quelle contenenti idrolasi.
La fusione dell’endosoma tardivo con le vescicole idrolasiche (prodotte dal Golgi, di diametro di circa 400 nm e contenenti enzimi idrolasi) porta alla formazione di un endolisosoma:
Lo smistamento delle idrolasi è dovuto alla marcatura delle stesse con mannosio-6-fosfato:
Il lisosoma non contiene solamente enzimi proteolitici e idrolasi acide, ma anche materiale residuo che deve essere degradato, solitamente assunto per endocitosi dalla cellula.
Quando il materiale che deve essere degradato è di grosse dimensioni poiché assunto per fagocitosi, la fusione del fagosoma (vacuolo contenente il materiale fagocitato) con l’endosoma tardivo forma una grossa struttura detta fagolisosoma.
Se invece la necessità e di digerire organuli invecchiati, quindi di fare dell’autofagia:
Il meccanismo dell’autofagia, a seconda del tipo cellulare, può avere dimensioni imponenti:
Le molecole risultanti dalla digestione intercellulare sono rilasciate nel citosol, trasportate all’esterno del lisosoma da specifiche proteine di membrana, che possono in futuro fungere da materiale di sintesi per:
Altri prodotti, invece, sono espulsi dalla cellula come prodotti d’escrezione.
Talvolta, come nel caso degli osteoblasti, gli enzimi lisosomiali possono essere espulsi dalla cellula, con specifiche funzioni nella matrice extracellulare.
Deficienze genetiche ed enzimi lisosomiali
Sono state descritte parecchie malattie in cui le mutazioni geniche portano alla mancanza di geni che codificano per specifiche idrolasi:
Un altro genere di malattia, riguarda il deficit di recettori per il mannosio-6-fosfato:
Il complesso sistema di membrane all’interno di una cellula (RER, REL, involucro nucleare, Golgi, sistema endosomi/lisosomi) è in continua comunicazione:
La comunicazione tra le vescicole e il plasmalemma aiuta anche a cambiare la composizione proteica della membrana plasmatica:
IN cellule specializzate/polarizzate la differente composizione molecolare di lipidi e proteine di membrana è assicurata dalle differenti destinazioni delle vescicole gemmate dal trans-Golgi:
Il traffico delle vescicole avviene su due differenti vie:
Su ogni via, è assicurato il riciclaggio dei componenti poiché vi è la presenza di un traffico di ritorno.
Le vescicole, al momento della gemmazione, sono coadiuvate da un rivestimento che nel momento del distacco funge da chiusira per la membrana donatrice:
Il rivestimento per le vescicole di via biosintetica è costituito da proteine reclutate sul RER e sull’apparato di Golgi:
Al momento dell’assemblaggio si ha l’attivazione di un monomero proteico che lega GTP in prossimità del legame alla membrana:
Dal reticolo endoplasmatico al Golgi il rivestimento è di tipo COP-II, mentre dal Golgi ad altri apparati il rivestimento è COP-I.
Le vescicole mantengono il rivestimento COP fino a quando non sono agganciate alla membrana di destinazione:
Un altro tipo di rivestimento è quello di clatrina, che comprende le vescicole impegnate nel trasporto nato da:
La molecola di clatrina è una molecola esamerica con tre braccia:
Il trasporto attuato dalle vescicole clatriniche è tipicamente selettivo:
Il traffico delle vescicole deve essere precisamente indirizzato:
Affinché la fusione delle due membrane avvenga, occorre un ancoraggio che vinca le forze di repulsione elettrostatiche:
Il perossisoma è una vescicola di diametro di 0,6-0,7 µm, delimitato da una membrana:
Nel nucleoide cristallino che si forma in zone addensate del perossisoma, sono localizzati tre enzimi funzionalmente correlati tra loro:
L’uricasi catalizza l’ossidazione dell’acido urico, degradando le purine, dando come prodotto l’allantoina e acqua ossigenata
La D-amminoacido ossidasi da come sottoprodotto acqua ossigenata.
L’acqua ossigenata viene poi degradata dalla catalasi presente nel perossisomi.
Il nucleoide dei perossisomi e la funzione enzimatica nell’ossidazione delle purine, è presente solamente negli animali non mammiferi:
I perossisomi, sono tuttavia presenti in tutte le cellule eucariotiche e contengono enzimi ossidativi differenti a seconda delle specie:
Gli enzimi dei perossisomi impiegano ossigeno molecolare per rimuovere idrogeno dalle molecole, dando come sottoprodotto acqua ossigenata:
I perossisomi sono utilizzati per neutralizzare la tossicità di numerose molecole introdotte con la dieta (ad esempio l’alcol etilico):
Si calcola la presenza di numerosi enzimi, tra cui molti anche impegnati nella biosintesi dei lipidi e fosfolipidi.
Con il termine inclusione si intende sostanza contenta in una cellula che non fa parte di organuli, ma che è morfologicamente visibile.
I più importanti inclusi sono rappresentati dalle sostanze di riserva e dai pigmenti.
SOSOTANZE DI RISERVA
I materiali di deposito fungono da riserva energetica. Sono presenti nel citosol senza alcuna delimitazione da parte di membrane.
I glucidi sono immagazzinati sotto forma di un polisaccaride chiamato glicogeno:
I lipidi si conservano in alcuni tipi cellulari sotto forma di goccioline di trigliceridi, oppure come nel caso delle cellule adipose, come grossi accumuli che formano un’unica goccia al centro della cellula.
I lipidi appaiono come spazi tondeggianti all’interno della cellula.
PIGMENTI
I pigmenti sono inclusioni citoplasmatiche di varia natura chimica. Si possono distinguere in:
Esempi di pigmenti endogeni possono essere:
I pigmenti esogeni, sono immessi con la dieta, per inalazione o per immisione cutanea:
I mitocondri sono organuli presenti nel citoplasma delle cellule animali e vegetali, benché mancano nei procarioti.
Sono organuli estremamente dinamici:
Nella mitosi il patrimonio mitocondriale delle due cellule figlie è dimezzato rispetto alla cellula madre:
La principale funzione dei mitocondri è la produzione di ATP come fonte energetica per tutto il metabolismo cellulare:
Forma, dimensioni, numero, localizzazione.
In cellule in coltura, i mitocondri possono essere osservati dopo colorazione con il verde Janus, che rimane nella forma ossidata solamente nei mitocondri, che sono ben visibili.
La forma dei mitocondri è estremamente variabile, da tondeggiante a tubulare.
Le dimensioni variano con il variare della forma:
Il numero dei mitocondri in relazione al fabbisogno energetico della cellula:
Si ritiene che il 30-35% delle proteine di una cellula siano dislocate nei mitocondri:
La distribuzione dei mitocondri è generalmente omogenea. Possono tuttavia esservi delle eccezioni, in relazione alla posizione ove è necessaria maggiore energia:
Ultrastruttura
Al microscopio elettronico si osserva che un mitocondrio è formato da una superficie con una doppia membrana:
Nei mitoocndri delle cellule che producono ormoni steroidei (es. corteccia surrenale o gonadi) hanno creste disposte a tubuli.
Le due membrane delimitano uno spazio denominato spazio perimitocondriale o camera esterna.
La camera interna, invece, è lo spazio delimitato dalla membrana interna del mitocondrio:
la matrice mitocondriale contiene enzimi che servono per l’ossidazione di acidi grassi e del piruvato e per il funzionamento del ciclo di Krebs:
Nella matrice mitocondriale sono presenti molecole di DNA ad anello, con le relative tre classi di RNA (messaggero, transfer, ribosomiale) e dei ribosomi di dimensioni leggermente più piccole di quelli citoplasmatici.
Sulle creste mitocondriali, sul lato della matrice, si possono riscontrare dei complessi proteici denominati F1:
Le subunità del complesso F1 sono legate a quelle del complesso F0, che è totalmente inserito nella membrana interna e la attraversa completamente:
Composizione chimica
In generale i mitocondri sono costituiti per la maggior parte da proteine, con la seguente composizione chimica:
è anche possibile ottenere dati sulla composizione chimica delle componenti isolate:
Altri componenti dei mitocondri sono:
Modificazioni ultrastrutturali dei mitocondri nei vari tessuti
In differenti condizioni fisiologiche i mitocondri possono presentare forme differenti:
La forma condensata viene raggiunta poiché quando il mitocondrio è in attività, vengono pompati protoni dalla camera interna a quella esterna, con conseguente aumento di pH:
Nel digiuno prolungato i mitocondri si gonfiano e mostrano una diminuzione delle creste ed una rarefazione della matrice.
In ambiente anaerobio la membrana interna si presenta liscia e le creste scompaiono.
Ciclo vitale, biogenesi ed origine.
Un mitocondrio si divide per frammentazione, e parte della sua membrana viene conservata:
I mitocondri possiedono un proprio genoma e un proprio apparato sintetico:
La maggior parte delle proteine mitocondriali proviene dal citoplasma:
Il DNA mitocondriale, invece, codifica per:
Per quanto siano dotati di DNA e di tutto il corredo per la produzione di proteine, i mitocondri non sono in grado di produrre tutte le molecole di cui sono costituiti:
Si pensa che il punto in cui le due membrane siano parecchio vicine sia un sito di traslocazione di proteine da una membrana all’altra e dalla membrana esterna alla matrice.
Dal citosol vengono anche importati i costituenti della membrana, in gran parte fosfolipidi, tra cui la cardiolipina, che è un fosfolipide che conferisce impermeabilità.
Sull’origine dei mitocondri vi sono due ipotesi:
Funzione
La funzione principale dei mitocondri è quella di fornire energia alla cellula. L’energia è fornita alla cellula sotto forma di ATP (adenosintrifosfato), sintetizzata dai mitocondri grazie ad una serie di processi ossidoriduttivi con la catalisi dell’enzima ATP-sintetasi.
La sintesi dell’ATP si svolge in tre fasi:
Un mitocondrio può avere anche altre funzioni:
Fonte: http://www.bluejayway.it/Enrico_Colombos_Page/Medicina_files/CORSO%20DI%20CITOLOGIA.doc
Sito web da visitare: http://www.bluejayway.it/Enrico_Colombos_Page
Autore del testo: Parolini
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