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Le strutture anatomiche che intervengono in diverso modo nel meccanismo della deglutizione sono:
La conoscenza dettagliata degli aspetti neurofisiologici della deglutizione è indispensabile non solo ai fini diagnostici ma anche e soprattutto ai fini riabilitativi; infatti, qualsiasi manovra compensativa e ogni esercizio di rafforzamento muscolare o di stimolazione sensoriale ha le sue basi nella neurofisiologia.
I sistemi funzionali coinvolgono tutto il nostro sistema nervoso dalla corteccia motoria fino alla periferia motoria, ovvero i muscoli. Quindi tutto ciò che si estende dalla corteccia fino al muscolo è, in una serie di sistemi, deputato affinché l’atto della deglutizione venga compiuto in maniera corretta.
La deglutizione a seconda dell’età presuppone degli aspetti molto diversi ed è comunque un atto con un nesso neuromotorio che si svolge in quello che chiamiamo complesso aereo-digestivo, che è un punto cruciale.
La deglutizione è l’insieme degli atti deglutitori che assicurano un transfert degli alimenti solidi o liquidi dalla bocca allo stomaco, passando attraverso la faringe e l’esofago.
La deglutizione non concerne solamente gli alimenti, ma anche la deglutizione della saliva, che rappresenta un atto frequente, tanto diurno quanto notturno.
La fenomenologia della deglutizione:
Riteniamo che sia utile, a fini didattici, suddividere schematicamente l’intera fenomenologia della deglutizione in sei sottofasi, anche se sarà opportuno introdurre una fase ulteriore che è la fase anticipatoria:
Questa fase consiste in tutte quelle modificazioni che coinvolgono il cavo orale e faringeo, prima che il cibo oltrepassi lo sfintere labiale. La funzione è quella di preparare tutte le strutture deglutitorie e digestive a svolgere al meglio queste due funzioni.
Fondamentalmente è il ruolo svolto dagli organi di senso quali la vista e l’olfatto, e dalla memoria. Infatti, gli input sensoriali forniti principalmente da vista e olfatto, combinati con i ricordi espliciti ed impliciti, modificano la secrezione salivare e gastrica, così come il tono della muscolatura liscia e striata. La fase anticipatoria ha sia un significato di preparazione ad una migliore deglutizione, sia un significato opposto: infatti, a molte persone spesso capita che l’odore di alcuni cibi stimoli dei conati di vomito.
Lo scopo di questa fase è quello di fornire l’assimilazione di sostanze favorevoli allo sviluppo e al mantenimento e di cercare di evitare il contatto con sostanze o alimenti nocivi.
La fase di preparazione extraorale comprende tutte quelle modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensione del cibo che deve essere introdotto nel cavo orale. L’importanza di questa fase da un punto di vista riabilitativo è enorme, dal momento che la modificazione delle caratteristiche degli alimenti è uno dei capisaldi della riabilitazione della deglutizione.
Questa fase (Figura 1) è costituita da tutte quelle modificazioni del cibo che lo trasformano in bolo e che in quanto tale può essere deglutito. Di questa fase fanno parte la salivazione e la masticazione.
Alla fine della preparazione buccale la lingua mette insieme in una piccola palla o bolo i pezzi di cibo che sono nelle varie parti della bocca. Quando il cibo è raccolto in una singola palla, generalmente la lingua circonda il bolo e lo tiene verso la parte centrale del palato immediatamente prima dell’atto deglutitorio.
In questa fase il bolo entra nell’orofaringe sospinto dalla forza propulsiva posteriore e verso l’alto della lingua; durante questa fase avviene il sollevamento del velo palatino, che chiude il rinofaringe ed impedisce il reflusso nasale. Il piano inclinato posteriormente rappresentato dalla lingua favorisce la progressione del bolo nel cavo faringeo.
Questa fase ha inizio nel momento in cui il bolo oltrepassa lo sfintere palatoglosso e termina con il superamento dello sfintere esofageo superiore. E’ la fase più complessa e avviene in un tempo inferiore al secondo ( variabile a seconda delle caratteristiche e dimensione del bolo).
Questa fase comprende tutte quelle modificazioni che portano il canale faringeo da una configurazione respiratoria ad una deglutitoria, per poi tornare a quella respiratoria iniziale.
L’osso ioide e la laringe iniziano il loro spostamento in alto ed in avanti. L’epiglottide si sposta verso il basso e si orizzontalizza; i muscoli del faringe, contraendosi, creano un’onda contrattile che spinge il bolo in ipofaringe ed in esofago.
Allo scopo di proteggere le vie aeree dal passaggio di alimenti sia le corde vocali false che le vere sono in questa fase completamente chiuse. Il vestibolo laringeo si chiude mentre l’epiglottide si ripiega in basso.
La fase esofagea inizia con il passaggio del bolo oltre lo sfintere esofageo superiore e termina con il superamento dello sfintere esofageo inferiore.
La durata è compresa tra 8-20 secondi circa.
Riapertura del faringe e della laringe: tutte le strutture ritornano alla condizione di partenza con completa apertura del rinofaringe e del vestibolo laringeo
La fase gastrica comprende tutto quel lasso di tempo in cui il cibo oltrepassa lo sfintere esofageo inferiore e permane all’interno dello stomaco, fino al suo scaricarsi nel duodeno. In questa fase è essenziale l’azione della muscolatura liscia gastrica, mentre gli sfinteri pilorico ed esofageo inferiore mantengono la loro contrazione tonica.
Aspetti neurofisiologici della deglutizione:
Come abbiamo visto, la deglutizione è il risultato dell’attività coordinata e sequenziale di numerose strutture nervose e muscolari; affinché l’elevato numero di strutture coinvolte nella deglutizione (cavo orale, faringe, laringe, esofago), siano strettamente coordinate, è necessario un controllo nervoso centrale estremamente efficiente, sia da parte delle ricche e precise afferenze sensitive, sia da parte delle numerose ed altrettanto rapide efferenze motorie.
In particolare nel bambino abbiamo un sistema riflesso (deglutizione riflessa) che è presente alla nascita, tanto che il feto già alla XII settimana di gestazione è in grado di deglutire prima ancora che si sviluppino le strutture corticale e sottocorticali; un sistema automatico (degl. automatica) e’ quella esercitata senza attenzione e si acquisisce nei primi 6/7mesi di vita.
La deglutizione innata o riflessa è controllata al livello del tronco encefalo.
Nell’ adulto possiamo parlare di un sistema riflesso involontario, un sistema automatico (senza attenzione) e un sistema intenzionale o volontario ed è quella che si adotta per scelta e cioè per un atto volontario, intenzionale.
Le deglutizioni acquisita automatica volontaria sono controllate dalla corteccia cerebrale, dai gangli della base e dal cervelletto.
Fonte: http://viainternet365.com/logopediaoggi/public/docs/6200007_anatomomia.doc
Sito web da visitare: http://viainternet365.com/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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