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DIARREA
Definizione
Per diarrea si intende l’emissione di feci liquide o semiliquide alterate per quantità (più o meno importanti) e qualità (presenza di muco, grassi, pus, sangue).
In molti casi la diarrea si accompagna ad un aumento della frequenza delle evacuazioni.
La diarrea può essere acuta o cronica: 4-6 settimane.
Si parla di dissenteria se c’è un’evacuazione imperiosa e spesso dolorosa di liquidi con caratteristiche non più fecali, ma di materiali organici: acqua, elettroliti, muco, proteine, sangue, grassi e pus.
Per tenesmo rettale, che spesso accompagna la diarrea, si intende lo stimolo continuo ad evacuare, anche in assenza di emissione di materiale fecale.
DIARREA
Fisiologia
DIARREA
Meccanismi fisiopatologici
DIARREA
Cause più frequenti e più importanti
In moltissimi casi i meccanismi patogenetici prima descritti agiscono in modo variamente combinato nell’ambito di una stessa causa.
Cause infettive: batteri, virus e parassiti, (colera, TBC, salmonellosi, tifo).
Disfunzione motoria: colon irritabile.
Cause infiammatorie: m. di Crohn, colite ulcerosa.
Farmaci: lassativi, antibiotici, ecc...
Alimenti: intolleranze , allergie.
Malassorbimento: congeniti (mucoviscidosi) o acquisiti (insufficienza pancreatica).
Lesioni anatomiche: soprattutto post-chirurgiche (resezioni ileali, by-pass intestinali).
Neoplasie: linfomi e carcinomi intestinali.
Cause immunologiche: gastroenterite esosinofila, deficit di immunoglobuline.
DIARREA
Caratteri semeiologici ed esame delle feci
Durata: acuta (cause infettive) o cronica (oltre 4-6 settimane).
Modalità d’insorgenza: dopo certi cibi (funghi, carne, creme, uova), dopo certi viaggi (diarrea del viaggiatore), dopo interventi chirurgici (resezione o by-pass intestinale), diurna (funzionale) o notturna (organica).
Volume delle feci e frequenza delle evacuazioni: si correlano con il rischio di grave disidratazione soprattutto in bambini e anziani; la frequenza può arrivare a 10-20/die.
Carattere delle feci: molto liquide, contenenti sangue, muco, pus (dissenterie coleriche o amebiche).
Presenza o meno di dolore e tenesmo rettale: più spesso si tratta di una patologia del colon e del retto.
Presenza o meno di febbre: di solito cause infettive.
Esame delle feci: occorre valutare sempre:
DIARREA
Complicanze
Sono soprattutto legate alla disidratazione , agli squilibri idro-elettrolitici e acido-base e all’eventuale perdita di sangue e proteine.
Disidratazione: per perdita di acqua, soprattutto grave nei p. non autonomi (bambini, anziani, p. polipatologici). Se le perdite idriche non vengono reintegrate la disidratazione porta a ipotensione, inizialmente ortostatica e poi anche clinostatica, tachicardia con polso piccolo e frequente, contrazione del VEC, ipoperfusione renale, oliguria ipertonica (PS > 1030) e anche IRA organica.
Perdita di sodio: con iposodiemia, soprattutto se la reintegrazione è fatta solo con acqua. L’iposodiemia può ridurre il senso della sete e quindi peggioramento.
Perdita di potassio: e quindi ipokaliemia con rischio di aritmie cardiache. L’ipokaliemia è conseguenza delle perdite intestinali di K ma anche dell’iperaldosteronismo secondario alla contrazione del VEC con conseguente iperpotassiuria. Se la deplezione di K diventa severa e persiste, soprattutto se c’è concomitante malnutrizione e vomito, può instaurarsi una nefropatia Kaliopenica con danno tubulare e poliuria ipotonica che aggrava la disidratazione.
Acidosi metabolica: se vi è perdita importante di bicarbonato dall’intestino.
Alcalosi metabolica: se vi è diarrea cloridrica da alterazione della pompa Cl/HCO3. L’alcalosi è mantenuta anche dalla contrazione del VEC.
Anemia e ipoalbuminemia: per perdite ematiche e proteiche, specie in caso di diarrea con malassorbimento.
Coliche renali: di acido urico o di ossalato di calcio nelle diarree croniche di lunga durata.
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Definizione di Stipsi
Per stipsi o costipazione intendiamo un disturbo riferito dai p. in vario modo:
Prima di tutto bisogna escludere che sia una stipsi soggettiva: come criterio generale la stipsi deve comportare un numero di evacuazioni inferiore a 2/settimana.
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Fisiopatologia della Stipsi
I meccanismi generali che provocano stipsi sono 5:
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Cause più frequenti di Stipsi
Stipsi semplice: detta anche funzionale o idiopatica. E’ la forma più diffusa, soprattutto femmine, non causata da lesioni organiche o malattie sistemiche.
E’ molto in rapporto ad abitudini alimentari errate (poche fibre, poca acqua), stile di vita (sedentario), stress emotivi (professione), allattamento, cambiamenti di ambiente, uso incongruo di lassativi o diuretici.
Spesso si può dimostrare un rallentato transito intestinale o una sindrome del colon irritabile.
Stipsi da cause intestinali organiche: stenosi neoplastiche, stenosi infiammatorie, diverticoliti, megacolon congenito o acquisito, dolicocolon, prolasso rettale.
Stipsi da lesioni neurologiche: lesioni del midollo, vasculopatie cerebrali, m. di Parkinson, sclerosi multipla.
Stipsi da malattie endocrino-metaboliche: ipotiroidismo, iperparatiroidismo, diabete, anemia, ipokaliemia, ipercalcemia.
Stipsi iatrogena: analgesici, antidepressivi, antispastici, antiacidi, oppiacei, anticonvulsivanti, calcioantagonisti, beta bloccanti, diuretici, ferro, tranquillanti.
Stipsi gravidica: per fattori multipli (psicologici, ormonali, sedentarietà, aumento dell’utero, modificazioni dietetiche e di stile di vita, uso di tranquillanti o ferro.)
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Conseguenze della Stipsi
Di per sé non sono in genere rilevanti:
La stipsi non va mai sottovalutata perché può essere un sintomo “banale” ma causato da una malattia grave, soprattutto tumori intestinali.
Per cui, una volta accertata la sua presenza reale, fare sempre:
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Definizione di meteorismo
La quantità di gas che transita dalla bocca al retto in una giornata è di 300-350 ml e la rapidità di questo transito è in rapporto con la peristalsi intestinale.
Gli altri gas ben rappresentati sono l’idrogeno e il metano e piccole quote di idrogeno solforato, amine volatili, indolo, scatolo, ammoniaca, acido butirrico e acido valerianico, in gran parte provenienti dai processi digestivi e dal metabolismo della flora batterica intestinale.
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Meccanismi patogenetici di meteorismo
I meccanismi che possono portare al meteorismo sono 4:
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Sintomi e segni di meteorismo
Gonfiore addominale: è il sintomo prevalente che il p. riferisce come fastidio, a volte dolore, necessità di slacciare la cintura, senso di pienezza, a volte nausea, in rapporto o meno con i pasti e certi cibi; le donne a volte lo scambiano per grasso accumulato. La distensione, il peso e il fastidio a livello dell’ipocondrio destro sono riferiti come mal di fegato, fegato gonfio.
Difficoltà respiratorie: la distensione addominale genera disturbo nella contrazione del diaframma e quindi dispnea che può trovare sollievo in clinostatismo.
Alitosi: non c’è sempre, è legata alla ritenzione e assorbimento dei gas intestinali poi eliminati per via respiratoria; soprattutto segno di alterazione dei processi digestivi.
L’esame obiettivo mette in rilievo:
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Definizione di occlusione intestinale
L’ileo meccanico è un ostruzione organica del tubo intestinale che non può essere vinta dall’iperperistaltismo che si genera a monte dell’ostruzione e che può essere percepita con l’ascoltazione (almeno in un primo tempo).
L’ileo dinamico è determinato da una paralisi della muscolatura intestinale che condiziona un arresto della peristalsi e quindi della progressione delle feci e dei gas; in questo caso con l’ascoltazione non si percepisce più il rumore della peristalsi su tutto l’ambito addominale.
STIPSI – METEORISMO
OCCLUSIONE INTESTINALE
Principali cause di occlusione intestinale
Cause di ileo meccanico
Cause di ileo dinamico
Per vomito si intende l’espulsione rapida dalla bocca di parte o di tutto il contenuto gastrico, che può essere alimentare o non alimentare.
Non va confuso con il rigurgito che è la emissione di cibo subito dopo l’atto della deglutizione, in genere dovuto a stenosi o diverticoli esofagei (il cibo in questo caso non arriva allo stomaco).
Di solito il vomito è preceduto dalla nausea che esprime la sensazione di vomito imminente. Il vomito è dovuto alla contrazione violenta del diaframma e dei muscoli addominali che provoca aumento della pressione intragastrica con fuoriuscita del suo contenuto.
A livello bulbare esiste un centro del vomito che può essere sollecitato da vari stimoli.
Nell’atto del vomito si distinguono 3 fasi:
Questa fase manca nel vomito da sollecitazione meccanica dei centri bulbari;
VOMITO
Meccanismi e cause del vomito
Sono molteplici, ma si possono classificare in 4 gruppi.
VOMITO
Tipi di vomito in rapporto alla natura del materiale vomitato
Possiamo evere vomiti alimentari o non alimentari:
Naturalmente a volte il vomito è misto, alimentare e non.
VOMITO
Altri caratteri del vomito oltre alla natura
Quantità: va valutata almeno con approssimazione (numero di episodi e quantità emessa ogni volta: scarsa, discreta, abbondante). E’ importante per il bilancio idrico e salino e quindi la reintegrazione.
Modalità di espulsione: valutare se c’è nausea o meno (il vomito centrale da stimoli meccanici non è preceduto da nausea); valutare i rapporti con i pasti o meno (il vomito centrale è spesso a digiuno).
Sapore: denunciato dal p. come acido (succo gastrico), amaro (bile), disgustoso (fecaloide).
Odore: normalmente acre e nauseante, può essere fecaloide nelle occlusioni basse.
VOMITO
Complicanze del vomito
Sono di 3 tipi:
1) Complicanze respiratorie: il materiale va nell’albero tracheo-bronchiale con rischio di soffocamento, atelettasia, polmonite ab ingestis, edema polmonare. Rischio elevato nei p. defedati, in coma, anestetizzati, che hanno turbe muscolari-neurologiche con alterato funzionamento della glottide o tracheostomizzati.
2) Complicanze meccaniche: la più grave è la rottura dell’esofago, oppure emorragie esofagee, strozzamenti di ernie inguinali o sventramenti addominali in post-operati.
3) Complicanze metaboliche: compaiono con vomiti abbondanti e ripetuti. Il succo gastrico è costituito soprattutto da acqua, HCl (il cloro è 90-150 mEq/l), sodio (30-60 mEq/l), potassio (5-10 mEq/l) e un po’ di proteine (2 g/l).
In una prima fase prevale la perdita di acido cloridrico con aumento della bicarbonatemia che può superare la capacità di riassorbimento dei bicarbonati da parte del tubulo prossimale; arriva dunque molto NaHCO3 nel tubulo distale: il Na è riassorbito in scambio con il potassio ad opera dell’aldosterone e il HCO3 è eliminato con le urine. Il risultato finale nella prima fase è: alcalosi metabolica con aumento del pH urinario.
In una seconda fase, alla perdita di HCl si associano gli effetti della disidratazione e della contrazione del VEC per la perdita di acqua e sodio. La contrazione del VEC provoca da una parte accentuazione del riassorbimento tubulare di HCO3 e dall’altra una forte attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone con forte scambio distale Na/K-H. Alla perdita di K con questo sistema si associa la perdita di K propria del vomito per cui il risultato ultimo sarà: alcalosi metabolica extracellulare, acidosi intracellulare, ipopotassiemia e caduta del pH urinario (aciduria paradossa).
Se il vomito è abbondante e reintegrato solo con acqua avremo anche iposodiemia.
Se il vomito è abbondante e ripetuto e impedisce un’alimentazione regolare provocherà anche perdita di peso.
Fonte: http://medicina.unipr.it/didattica/att/e4f3.file.doc
Sito web da visitare: http://medicina.unipr.it
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