Febbre e temperatura corporea

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Febbre e temperatura corporea

TEMPERATURA
Premessa

 

L’uomo appartiene agli omeotermi: la temperatura corporea è mantenuta costante nonostante le variazioni della temperatura esterna, tra 36° e 37° C.

Nella scala Celsius lo 0 corrisponde alla fusione del ghiaccio e il 100 corrisponde alla temperatura di ebollizione dell’acqua; nella scala Fahrenheit lo 0° corrisponde a 32 e il 100° a 212: 1° C = 1.8 F.

La temperatura corporea è mantenuta costante dai centri termoregolatori ipotalamici che, stimolati da impulsi provenienti dalla cute e dal sangue, mettono in atto una serie di risposte tese a mantenere la omeotermia.

Di fronte ad una variazione ipertermica avremo una serie di eventi tesi a favorire la dispersione del calore:    

  • vasodilatazione cutanea
  • sudorazione
  • tachipnea
  • tachicardia

Di fronte ad una variazione ipotermica avremo fenomeni tesi ad evitare la dispersione del calore e a produrre maggior calore:

  • vasocostrizione cutanea
  • aumento dei processi metabolici (adrenalina e tiroxina)
  • intensa attività muscolare involontaria con brivido e tremore.

TEMPERATURA
Come si misura

 

Il termometro clinico è graduato da 35° C a 42° C perché queste sono le massime escursioni possibili della temperatura corporea; ogni grado è suddiviso in 10 frazioni.

Il termometro clinico comune è quello a mercurio: il mercurio a contatto con la superficie corporea si dilata, sale lungo il capillare e si ferma quando è raggiunta la temperatura massima che viene letta direttamente. Il mercurio conserva la sua dilatazione fino a quando non la si fa scendere forzatamente.

Oggi esistono termometri elettronici basati sulla presenza di una membrana in grado di misurare i raggi infrarossi emessi dal timpano e dai tessuti circostanti. La temperatura auricolare rilevata in questo modo riflette la reale temperatura interna corporea in quanto il timpano condivide i vasi sanguigni con il centro di controllo della temperatura situato nell’ipotalamo.

La temperatura può essere rilevata a livello:

  • ascellare o inguinale, normale tra 36° C e 37° C, con termometro a mercurio;
  • orale o rettale, normale fino a 37.5° C, con termometro a mercurio;
  • auricolare, normale fino a 37.5° C, con termometro a membrana;
  • ogni punto della superficie corporea, normale fino a 37° C, con apparecchi specifici chiamati termografi.

Variazioni fisiologiche della temperatura:

  • ritmo del sonno e della veglia (ritmo nictemerale), con valori minimi nel primo mattino e massimi nel tardo pomeriggio;
  • nelle donne ciclo mensile della temperatura, con valori minimi durante il mestruo, incremento progressivo nei 14 giorni successivi e un incremento brusco al 15° giorno corrispondente all’ovulazione e poi ritorno alla normalità.

TEMPERATURA
Meccanismi che provocano la febbre

 

Sono raggruppabili in 6 classi:

  • Stimolazione chimica dei centri termoregolatori:

è la base patogenetica più comune, legata alla produzione di sostanze piretogene di origine esogena (microbi, virus, ecc.) o di origine endogena da parte dei leucociti (tumori, flogosi, ecc.)

  • Stimolazione diretta dei centri termoregolatori:

la sollecitazione può essere meccanica (traumi cranici, tumori, emorragie) o flogistica (meningiti, encefaliti).

  • Deficienza dei meccanismi periferici addetti alla termoregolazione, in particolare la sudorazione:

per esempio il cosiddetto “colpo di calore” capita a chi è vestito troppo pesantemente e lavora in situazioni surriscaldate (militari durante le marce estive) o in ambienti caldo-umidi (minatori, fuochisti). Alcune persone hanno proprio una aplasia o ipoplasia delle ghiandole sudoripare per cui nei mesi estivi hanno febbre.

  • Eccesso dei meccanismi di produzione endogena del calore:

contratture muscolari generalizzate come nel tetano, ipertiroidismo.

  • Febbre psicogena e febbre idiopatica:

a volte la febbre è presente, anche per anni, in persone in cui non si riesce a dimostrare alcuna causa.

  • Febbre simulata:

il termometro a mercurio può essere messo volontariamente a contatto con fonti di calore per simulare una febbre che non c’è.


TEMPERATURA
Curva termica e tipi di febbre (1)

La curva termica riporta in un grafico la temperatura misurata ogni 3 o 4 ore nel corso delle 24 ore per diversi giorni: in ordinata la temperatura e in ascissa il tempo.

 

Possiamo considerare 9 tipi di curve termiche:

  • Febbre continua:

la t. è sempre superiore ai 37° C nell’arco delle 24 ore e per diversi giorni e le oscillazioni non sono superiori a 1° C (es. polmonite lobare).

  • Febbre remittente:

la t. oscilla nelle 24 ore anche notevolmente e comunque oltre 1° C, ma non si riporta mai sotto 37° C per diversi giorni (es. ascesso epatico).

  • Febbre intermittente:

la t. oscilla molto nelle 24 ore e spesso scende a valori normali (es. setticemie, pielonefriti acute).

  • Febbre ricorrente:

la t. si alza molto e in modo brusco, rimane elevata e continua per alcuni giorni, poi cede improvvisamente riportandosi a livello normale per alcuni giorni e poi risale ancora bruscamente con periodi di iperpiressia continua e apiressia (es. spirochetosi).

  • Febbre intermittente biquotidiana:

ci sono 2 accessi febbrili e 2 cadute della t. sotto 37° C nelle 24 ore (es. sepsi gonococciche).

  • Febbre intermittente terzana, quartana, quintana:

la t. sale di colpo con brivido e dura 1 giorno poi scompare per 1, 2 o 3 giorni, poi di nuovo sale per 1 giorno e così via; cioè c’è febbre il 1° e il 3° giorno – terzana, il 1° e il 4° giorno – quartana, il 1° e il 5° giorno – quintana (es. malaria, riskettsiosi).


TEMPERATURA
Curva termica e tipi di febbre (2)

 

 

  • Febbre erratica:

è una febbre intermittente che dura 24 ore o poco più, poi scompare per un tempo imprecisato e si ripresenta senza un ciclo preciso (es. foci settici cronici, cistopieliti croniche).

  • Febbre ondulante:

è caratterizzata da un progressivo incremento e da un progressivo decremento che dura alcuni giorni, poi c’è un periodo di apiressia e quindi riprende nello stesso modo (es. brucellosi e linfomi).

  • Febbricola:

è una febbre intermittente che non supera i 37.5°-37.8° C e si protrae per settimane, mesi e a volte anni. Spesso è serotina, cioè compare nel tardo pomeriggio (es. TBC; focolai settici tonsillari, appendicolari, sinusitici, endometriali, dentari).

 

In generale si parla di iperpiressia quando la febbre supera 39.5° C.


TEMPERATURA

 

Modalità di esordio della febbre

La febbre può insorgere in maniera      -   subdola

  • brusca
  • drammatica
    • Nel 1° caso il p. avverte solo un progressivo senso di calore.
    • Nel 2° caso il p. ha brividi e senso di freddo.
    • Nel 3° caso il p. ha brividi, freddo intenso ed è scosso da un tremore muscolare generalizzato, non arrestabile, che dura anche diversi minuti con segni di orripilazione per la contrazione dei m. pilomotori (pelle d’oca) e pallore intenso. Nei bambinmi vi possono essere crisi epilettiche.

 

Dopo 10-30 minuti la sensazione di freddo si attenua, compare un inteso calore, la cute diventa rossa (specie sul volto), calda anche al termotatto, inizia una sudorazione e si accelera il polso e il respiro, fino a quando la t. non raggiunge il grado massimo (fastigio).
La tachicardia si accompagna di regola a febbre: in generale per ogni grado di t. si alzano di 10 le pulsazioni cardiache al minuto. A volte questa regola non è rispettata e ci sono sproporzioni tra t. e frequenza cardiaca in difetto (es. tifo) o in eccesso (es. miocarditi).

 

Modalità di risoluzione della febbre

La risoluzione può avvenire         -   per lisi

  • per crisi
  • Nel 1° caso la t. diminuisce e torna alla norma in modo lento e progressivo (es. influenza).
  • Nel 2° caso si riporta alla norma in modo brusco e improvviso (es. cistopieliti, terapia antibiotica).

TEMPERATURA
Ipotermia

 

E’ il contrario della febbre: la t. corporea si porta sotto il livello di normalità, attorno a 35° C o meno.

 

Consideriamo 3 possibili cause di ipotermia:

  • Rallentamento dei processi metabolici che producono calore:

insufficienza tiroidea (ipotiroidismo), insufficienza surrenalica (morbo di Addison), insufficienza ipofisaria (morbo di Simmonds).

  • Ipotensione grave e collasso cardio-circolatorio:

si parla anche di algidismo, il p. si presenta pallido, freddo, madido di sudore, con chiazze cutanee rosso-cianotiche (ipostatiche); l’abbassamento della t. è particolarmente spiccato alle estremità; la PA diventa imprendibile.

  • Assideramento:

la t. esterna è talmente bassa che a nulla possono i meccanimi termoregolatori, la t. corporea si abbassa fino anche a 20°-25° C, il polso rallenta, la coscienza si annebbia, compare coma e poi morte.


TEMPERATURA
Variazioni distrettuali della temperatura

 

La t. può essere più alta del normale o più bassa solo in una parte del corpo.
Oltre che con il termotatto, le variazioni distrettuali della temperatura possono essere registrate o obiettivate con la termografia: apparecchi che sono in grado di registrare il calore emesso dalla cute per irradiazione oppure si può usare il termometro a membrana.
In ogni parte della superficie corporea possiamo avere ipertermie o ipotermie distrettuali.

Ipertermie distrettuali:
sono dovute in genere ad un iperafflusso di sangue arterioso in una parte del corpo. Esempi:

  • zone di flogosi (erisipela, flebiti, sinusiti)
  • adenoma tossico e m. di Basedow (collo in corrispondenza della tiroide)
  • m. di Paget (a livello della tibia)
  • mastiti e neoplasie superficiali della mammella
  • menopausa e carcinoidi intestinali (ipertermie parossistiche che il p. riferisce come “vampate di calore” al volto)
  • appendicite acuta e altri processi infiammatori del piccolo bacino (la t. rettale è patologica, mentre quella ascellare può essere normale).

Ipotermie distrettuali:
sono dovute ad una stenosi o occlusione arteriosa o ad un rallentamento del circolo venoso. Esempi:

  • occlusione embolica o trombotica di una arteria di un arto (arto freddo, pallido e dolente)
  • vasospasmo arterioso (crisi acroasfittiche del m. di Raynaud alle dita della mano)
  • difettoso afflusso arterioso e difettoso scarico venoso (acrocianosi, per es. il piede è freddo e cianotico).

 

 

Fonte: http://medicina.unipr.it/didattica/att/fec7.file.doc

Sito web da visitare: http://medicina.unipr.it

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