Fibromialgia

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Fibromialgia

LA FIBROMIALGIA

DEFINIZIONE

La denominazione di questa sindrome è dovuta a Yunus, che ne ha descritto i sintomi e i segni in  unostudio del 1981, a seguito di precedenti studi di Smithe.

La  Fibromialgia  era  stata  precedentemente  descritta  come  “Fibrosite “ (Glowers  1904)  e  ritenuta una affezione infiammatoria del tessuto fibroso.
In seguito l’esame dei tessuti sottocutanei e muscolari dei pazienti con Fibromialgia non ha mai evidenziato segni di infiammazione o altre anomalie biochimiche.
Quindi il termine Fibromialgia significa solo dolore nei tessuti fibro-muscolari.
Altri termini usati sono:

  • Reumatismo Fibromialgico
  • Reumatismo non-articolare
  • Polientesopatia.

-

All’inizio  degli  studi  era  stata  compilata  una  classificazione  che  attualmente  è  priva  di significato, non potendo distinguersi tra di loro le varie forme:
1) Fibromialgia primaria.
2) Fibromialgia secondaria ad altre affezioni, oppure concomitante ma non dipendente

da queste.
3) Fibromialgia  dell’anziano.  E’  importante  la  diagnosi  differenziale  con  altre  forme, come la polimialgia reumatica, il Parkinson, ecc.
4) Fibromialgia giovanile.

Attualmente si tengono in considerazione solo  due forme:
Fibromialgia primaria
Fibromialgia concomitante ad altre malattie

 

ETIOLOGIA – PATOGENESI

Dal punto di vista etiologico, nonostante la mole di studi di questi ultimi anni, non si sono potute mettere in evidenza cause certe.
Dal punto di vista fisiopatologico è emerso ormai chiaramente che la fibromialgia è legata a vari tipi di disturbi:
1) Disturbi del sonno.
2) Disturbi  non specifici  nella sfera cardiaca, digestiva, ormonale.
3) Disturbi nella sfera psicologica.

 

Queste  caratteristiche  cliniche   ricorrenti  sono  state  meno  valorizzate dal protocollo di diagnosi dell’American College of Rheumatology (ACR, 1990), che ha messo in primo piano la ricerca di in certo numero di punti dolorosi predeterminati.

 


SINTOMI E SEGNI

 

L’epoca  di inizio dei sintomi è molto variabile.
Nella maggior parte dei casi i sintomi cominciano gradualmente e senza precisi motivi nell’età adulta; in altri casi i pazienti ritengono che siano iniziati nell’adolescenza,  e per altri, a seguito di un trauma fisico o psichico.
I  sintomi  più  frequenti  sono  i  dolori  artro  muscolari, i  disturbi  del  sonno,  la fatica,  la  rigidità mattutina; la cefalea,   il colon irritabile, le parestesie, il senso di gonfiore, i disturbi della sfera psichica.
Fattori aggravanti sono il clima freddo e/o umido, l’eccesso di attività fisica, o la totale inattività, lo stress psicologico.

DIAGNOSI
E’ attualmente basata sui criteri dell’A.C.R.:
1)        dolore diffuso (alla metà destra o sinistra o alla metà superiore o inferiore del corpo);

           può essere presente al rachide.
2)        Dolore in 11 dei seguenti 18 punti,   alla palpazione digitale (con una forza di circa 4
Kg., cioè quella che serve a far divenire bianco il letto ungueale).
I.Occipite: bilaterale, alla inserzione dei suboccipitali.
II.Rachide   Cervicale   inferiore:   bilaterale,   alla   faccia   anteriore   degli   spazi      intertrasversari C5 – C7.
III.Trapezio: bilaterale, al punto di mezzo del bordo superiore.
IV.Sopraspinato: bilaterale, alle origini, sopra la spina della scapola presso il bordo mediale.
V.Seconda costa: bilaterale, alla seconda articolazione costo condrale, lateralmente, sulla superficie superiore.
VI.Epicondilo laterale: bilaterale, 2 cm. distalmente all’epicondilo.
VII.Gluteo: bilaterale, nel quadrante supero-esterno della natica, nel bordo anteriore del muscolo.
VIII.Gran trocantere: bilaterale, posteriormente all’eminenza trocanterica.
IX.Ginocchio:  bilaterale,  al  cuscinetto  adiposo  mediale,   prossimale  alla  rima articolare.

Questi punti, per essere positivi devono essere considerati dal Paziente : Painfull (dolorosi) e non “tender”( sensibili)

 

 

 

PROGNOSI

1) una volta iniziati, i sintomi probabilmente persisteranno in vario grado lungo il corso

di tutta la vita

  • non si instaurano mai vere lesioni articolari che possano provocare disabilità.

 

TRATTAMENTO

 

1)  Rapporto medico-paziente
È necessario spiegare che i disturbi, spesso mal compresi o ignorati dai familiari o dai    medici, fanno parte di una vera sindrome ben conosciuta, di cui è necessario esporre lecaratteristiche, la diagnosi, la terapia, a cui il paziente deve collaborare strettamente.

2)  Terapia farmacologica

       a) Antidepressivi
Sono utili l’amitriptilina e la ciclobenzapride, a piccole dosi (4 – 20 mgr) , prima di dormire
b)  Antidolorifici e antinfiammatori
non hanno una vera azione teraupetica al dì la di quella sintomatica sul dolore.
c) I cortisonici, benchè altrettanto privi   teoricamente di azione sulla patogenesi, nonché             in  baseai lavori clinici, sono nella nostra esperienza utili nelle fasi più acute, soprattutto nel dolore discoradicolare della Fibromialgia.

d)I miorilassanti sono in genere utili nelle forme di lieve e media gravità, insufficienti in       quelledi elevata gravità.
e) Antiepilettici,che hanno azione sul dolore neurogeno e si sono dimostrati efficaci su questo tipo di dolore

3) Terapia Fisica strumentale

E’  quasi  del  tutto  sprovvista  di  azione  con  qualche  eccezione  per  la  Tens,  che  ha  comunque effetto transitorio.

 

 

 

4) Terapia manuale

 

In genere le manipolazioni non sono indicate: a volte si ha un effetto tipo placebo spesso seguitoda un peggioramento, altre volte un vero peggioramento dei sintomi e dei segni.

Nella   nostra   esperienza   sembrano   diventare   più   efficaci   dopo   un   prolungato   trattamento farmacologico, cosa difficile da dimostrare con gli studi evidence –based.
I massaggi sono qualche volta utili , ma devono essere leggeri, decontratturanti e non stimolanti, altrimenti compaiono peggioramenti.

5) Autotrazione lombare

 L’impiego del il lettino di Lind Natchev è utile, e non provoca effetti secondari, soprattutto nella patologia disco-radicolare che può essere una delle manifestazioni più difficili da trattare, anche chirurgicamente, nei Pazienti con Fibromialgia.

 

6) Gli esercizi,
sono, secondo molti autori, indicati, ma all’inizio provocano in genere una  riacutizzazione  del  dolore  e  della  rigidità;  nel  tempo  vi  sono  però  dei  miglioramenti  dello stato preesistente.
I migliori esercizi sono :
Lo stretching
Gli esercizi aerobici
Gli esercizi di rinforzo muscolare
In ogni caso vanno somministrati con cautela, a dosi iniziali minime e poi crescenti, ed adattati caso per caso, tenendo conto di quanto detto sugli effetti secondari.

7)        Tecniche su base psicologica

Sono tecniche che comprendono la modifica delle abitudini di vita, interventi psicologici come la terapia cognitivo-compartamentale per il dolore cronico, (molto più efficace però se associata agli esercizi e al EMG – Biofeedback); il massaggio con integrazione sensoriale; l’ipnosi classica; le tecniche di psicoterapia breve, il training autogeno, e altre tecniche di rilassamento psicofisico. Anche la Bioenergetica di Loewen può dare buoni risultati (vedi articolo in appendice).
Noi utilizziamo da anni il EMG-BFB associato a terapia farmacologica soprattutto per migliorarela qualità del sonno, con buoni risultati.

 

 

 

CONCLUSIONI

 

Nel lavoro “La Fibrosite o Panrachialgia“ avevamo nel 1984, in un’epoca in cui in Italia non si parlava ancora di fibromialgia, esposto alcuni elementi emersi dalle nostre osservazioni cliniche. Sostanzialmente possiamo ritenere che queste constatazioni, seppur non ancora passate al vaglio della E.B.M. siano ancora valide, e stiamo lavorando per dimostrarlo correttamente. Sopratutto chi,  come  noi,  ha  avuto  una  formazione  di  Medicina  Ortopedica  in  Francia  e  ha  conosciuto  e studiato  la  Spasmofilia,  malattia  descritta  da  Trousseau  nel  1862,  appare  evidente  che  la Fibromalgia   non   è   che                                              il   quadro   muscolo-scheletrico   della   spasmoflia   normacalcemica, considerando  anche  il  corteo  dei sintomi  interessanti  vari  organi  e  apparati.  che  permettono  di inquadrare  la  Spasmofilia  in  4  forme  principali,  muscolo-  scheletrica,  digestiva,  cardiaca  e psicopatologica.
Questi sintomi sono presenti già nei primi protocolli di diagnosi di Yunus ( 1981).
Queste  caratteristiche  cliniche   ricorrenti  sono  state  meno  valorizzate dal protocollo di diagnosi dell’American College of Rheumatology (ACR, 1990), che ha messo in primo piano la ricerca di in certo numero di punti dolorosi predeterminati.
(G.BRUGNONI)

 


 

 

 

 

Fonte: http://easyadmin.lucavignali.it/media/aimm/img/LA%20FIBROMIALGIA.doc

Sito web da visitare: http://easyadmin.lucavignali.it

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