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La Fibromialgia era stata precedentemente descritta come “Fibrosite “ (Glowers 1904) e ritenuta una affezione infiammatoria del tessuto fibroso.
In seguito l’esame dei tessuti sottocutanei e muscolari dei pazienti con Fibromialgia non ha mai evidenziato segni di infiammazione o altre anomalie biochimiche.
Quindi il termine Fibromialgia significa solo dolore nei tessuti fibro-muscolari.
Altri termini usati sono:
-
All’inizio degli studi era stata compilata una classificazione che attualmente è priva di significato, non potendo distinguersi tra di loro le varie forme:
1) Fibromialgia primaria.
2) Fibromialgia secondaria ad altre affezioni, oppure concomitante ma non dipendente
da queste.
3) Fibromialgia dell’anziano. E’ importante la diagnosi differenziale con altre forme, come la polimialgia reumatica, il Parkinson, ecc.
4) Fibromialgia giovanile.
Attualmente si tengono in considerazione solo due forme:
Fibromialgia primaria
Fibromialgia concomitante ad altre malattie
Dal punto di vista etiologico, nonostante la mole di studi di questi ultimi anni, non si sono potute mettere in evidenza cause certe.
Dal punto di vista fisiopatologico è emerso ormai chiaramente che la fibromialgia è legata a vari tipi di disturbi:
1) Disturbi del sonno.
2) Disturbi non specifici nella sfera cardiaca, digestiva, ormonale.
3) Disturbi nella sfera psicologica.
Queste caratteristiche cliniche ricorrenti sono state meno valorizzate dal protocollo di diagnosi dell’American College of Rheumatology (ACR, 1990), che ha messo in primo piano la ricerca di in certo numero di punti dolorosi predeterminati.
L’epoca di inizio dei sintomi è molto variabile.
Nella maggior parte dei casi i sintomi cominciano gradualmente e senza precisi motivi nell’età adulta; in altri casi i pazienti ritengono che siano iniziati nell’adolescenza, e per altri, a seguito di un trauma fisico o psichico.
I sintomi più frequenti sono i dolori artro muscolari, i disturbi del sonno, la fatica, la rigidità mattutina; la cefalea, il colon irritabile, le parestesie, il senso di gonfiore, i disturbi della sfera psichica.
Fattori aggravanti sono il clima freddo e/o umido, l’eccesso di attività fisica, o la totale inattività, lo stress psicologico.
DIAGNOSI
E’ attualmente basata sui criteri dell’A.C.R.:
1) dolore diffuso (alla metà destra o sinistra o alla metà superiore o inferiore del corpo);
può essere presente al rachide.
2) Dolore in 11 dei seguenti 18 punti, alla palpazione digitale (con una forza di circa 4
Kg., cioè quella che serve a far divenire bianco il letto ungueale).
I.Occipite: bilaterale, alla inserzione dei suboccipitali.
II.Rachide Cervicale inferiore: bilaterale, alla faccia anteriore degli spazi intertrasversari C5 – C7.
III.Trapezio: bilaterale, al punto di mezzo del bordo superiore.
IV.Sopraspinato: bilaterale, alle origini, sopra la spina della scapola presso il bordo mediale.
V.Seconda costa: bilaterale, alla seconda articolazione costo condrale, lateralmente, sulla superficie superiore.
VI.Epicondilo laterale: bilaterale, 2 cm. distalmente all’epicondilo.
VII.Gluteo: bilaterale, nel quadrante supero-esterno della natica, nel bordo anteriore del muscolo.
VIII.Gran trocantere: bilaterale, posteriormente all’eminenza trocanterica.
IX.Ginocchio: bilaterale, al cuscinetto adiposo mediale, prossimale alla rima articolare.
1) una volta iniziati, i sintomi probabilmente persisteranno in vario grado lungo il corso
di tutta la vita
1) Rapporto medico-paziente
È necessario spiegare che i disturbi, spesso mal compresi o ignorati dai familiari o dai medici, fanno parte di una vera sindrome ben conosciuta, di cui è necessario esporre lecaratteristiche, la diagnosi, la terapia, a cui il paziente deve collaborare strettamente.
2) Terapia farmacologica
a) Antidepressivi
Sono utili l’amitriptilina e la ciclobenzapride, a piccole dosi (4 – 20 mgr) , prima di dormire
b) Antidolorifici e antinfiammatori
non hanno una vera azione teraupetica al dì la di quella sintomatica sul dolore.
c) I cortisonici, benchè altrettanto privi teoricamente di azione sulla patogenesi, nonché in baseai lavori clinici, sono nella nostra esperienza utili nelle fasi più acute, soprattutto nel dolore discoradicolare della Fibromialgia.
d)I miorilassanti sono in genere utili nelle forme di lieve e media gravità, insufficienti in quelledi elevata gravità.
e) Antiepilettici,che hanno azione sul dolore neurogeno e si sono dimostrati efficaci su questo tipo di dolore
3) Terapia Fisica strumentale
E’ quasi del tutto sprovvista di azione con qualche eccezione per la Tens, che ha comunque effetto transitorio.
4) Terapia manuale
Nella nostra esperienza sembrano diventare più efficaci dopo un prolungato trattamento farmacologico, cosa difficile da dimostrare con gli studi evidence –based.
I massaggi sono qualche volta utili , ma devono essere leggeri, decontratturanti e non stimolanti, altrimenti compaiono peggioramenti.
5) Autotrazione lombare
L’impiego del il lettino di Lind Natchev è utile, e non provoca effetti secondari, soprattutto nella patologia disco-radicolare che può essere una delle manifestazioni più difficili da trattare, anche chirurgicamente, nei Pazienti con Fibromialgia.
6) Gli esercizi,
sono, secondo molti autori, indicati, ma all’inizio provocano in genere una riacutizzazione del dolore e della rigidità; nel tempo vi sono però dei miglioramenti dello stato preesistente.
I migliori esercizi sono :
Lo stretching
Gli esercizi aerobici
Gli esercizi di rinforzo muscolare
In ogni caso vanno somministrati con cautela, a dosi iniziali minime e poi crescenti, ed adattati caso per caso, tenendo conto di quanto detto sugli effetti secondari.
7) Tecniche su base psicologica
Sono tecniche che comprendono la modifica delle abitudini di vita, interventi psicologici come la terapia cognitivo-compartamentale per il dolore cronico, (molto più efficace però se associata agli esercizi e al EMG – Biofeedback); il massaggio con integrazione sensoriale; l’ipnosi classica; le tecniche di psicoterapia breve, il training autogeno, e altre tecniche di rilassamento psicofisico. Anche la Bioenergetica di Loewen può dare buoni risultati (vedi articolo in appendice).
Noi utilizziamo da anni il EMG-BFB associato a terapia farmacologica soprattutto per migliorarela qualità del sonno, con buoni risultati.
Nel lavoro “La Fibrosite o Panrachialgia“ avevamo nel 1984, in un’epoca in cui in Italia non si parlava ancora di fibromialgia, esposto alcuni elementi emersi dalle nostre osservazioni cliniche. Sostanzialmente possiamo ritenere che queste constatazioni, seppur non ancora passate al vaglio della E.B.M. siano ancora valide, e stiamo lavorando per dimostrarlo correttamente. Sopratutto chi, come noi, ha avuto una formazione di Medicina Ortopedica in Francia e ha conosciuto e studiato la Spasmofilia, malattia descritta da Trousseau nel 1862, appare evidente che la Fibromalgia non è che il quadro muscolo-scheletrico della spasmoflia normacalcemica, considerando anche il corteo dei sintomi interessanti vari organi e apparati. che permettono di inquadrare la Spasmofilia in 4 forme principali, muscolo- scheletrica, digestiva, cardiaca e psicopatologica.
Questi sintomi sono presenti già nei primi protocolli di diagnosi di Yunus ( 1981).
Queste caratteristiche cliniche ricorrenti sono state meno valorizzate dal protocollo di diagnosi dell’American College of Rheumatology (ACR, 1990), che ha messo in primo piano la ricerca di in certo numero di punti dolorosi predeterminati.
(G.BRUGNONI)
Fonte: http://easyadmin.lucavignali.it/media/aimm/img/LA%20FIBROMIALGIA.doc
Sito web da visitare: http://easyadmin.lucavignali.it
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