Ossigenoterapia

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Ossigenoterapia

Somministrazione di ossigeno ad una concentrazione superiore a quella normalmente presente nell’atmosfera attraverso vari presidi (catetere, maschera, cannula) al fine di migliorare o correggere l’ipossia e migliorare l’ossigenazione dei tessuti.
L’ipossia può verificarsi per un’alterazione in qualunque fase della respirazione-ventilazione, distribuzione, diffusione, per fusione.

L’ossigeno è fondamentale per la sopravvivenza delle cellule e dei tessuti e quindi per il mantenimento delle funzioni vitali.
E’ un gas inodore e incolore, facilmente combustibile. E’ presente nell’aria ambiente e introdotto nell’organismo con la respirazione tramite la quale sono garantiti gli scambi di O2 e anidride carbonica a livello degli alveoli polmonari. Esso è trasportato nel sangue legato all’emoglobina.

Indicazioni

Ipossiemia (segni e sintomi=tachicardia, aumento frequenza respiratoria e costo del respiro, dispnea, cianosi, disorientamento, confusione mentale)
Insufficienza respiratoria acuta
Scompenso cardiaco
Shock
Anemia grave…..

 

Valutazione della persona sottoposta ad ossigenoterapia:

frequenza respiratoria e cardiaca
stato di coscienza
concentrazione ematica di O2 e anidride carbonica nel sangue
sudorazione
colorito cutaneo e delle mucose
disturbi visivi
segni di depressione respiratoria quali sonnolenza, diminuzione frequenza respiratoria, cianosi
tremori
sonnolenza, torpori
dispnea

 

 

 

 

 

 

 

rischi legati alla somministrazione di O2

fibrosi per diminuzione dell’elasticità del tessuto polmonare
cecità
irritazioni alla mucosa orale e nasofaringea

E’ considerato un farmaco e viene somministrato sotto prescrizione medica.
La dose non deve superare quella prevista

Obiettivo da rispettare nella somministrazione:

effetti terapeutici
storia clinica della persona
valori emogas
grado di ipossia
litri/min da erogare

Gli effetti terapeutici dell’ossigenoterapia

Miglioramento dell’ossigenazione:

-normale frequenza respiratoria e cardiaca
-riduzione del lavoro respiratorio
-respirazione fisiologica (atti non volontari)
-paziente lucido, orientato
-colorito roseo della cute e delle mucose
-valori emogasanalitici nella norma

prevenzione effetti indesiderati:

-considerare l’O2 un farmaco
(controllare l’Ega, mantenere il flusso di O2 come deciso)
-valutare segni e sintomi dell’ipossiemia e ipercapnia
-controllare gli effetti fisiologici come l’irritazione e il danno dei tessuti e delle mucose
(l’O2 a dosi >4l/m deve essere erogato umidificato)
-l’O2 è un gas che favorisce la combustione
(adottare le misure ambientali di sicurezza)
-valutare la tollerabilità soggettiva del paziente
-mantenimento di una corretta gestione procedurale dei presidi utilizzati

sistemi erogatori

sistemi ad alto flusso
erogano volumi di gas maggiori rispetto la ventilazione del paziente
il pz con sistema ad alto flusso respira solo il gas che è fornito dall’attrezzatura
vantaggi:
-fio2 costante nel tempo
-controllo dell’atmosfera inspirata compresa temperatura e umidità

sistemi a basso flusso
erogano ossigeno in quantità tale da aggiungere il gas al volume d’aria ventilato ma in quantità tale da sostituirlo
le variabili che controllano la frazione inspirata di O2 (fio2) sono:
-capacità dei serbatoi di riserva anatomici
-velocità del flusso di o2 /l/m)
-tipo di ventilazione
la concentrazione reale di ossigeno inspirato è determinata:
-quantità di aria richiamata (inspirata)
-dalla diluizione dell’O2 puro
-dalla frequenza respiratoria

I criteri di scelta dei presidi dipendono:

la concentrazione di ossigeno
condizioni cliniche
tolleranza del presidio

devono essere indicati:

dose da somministrare in l/min
durata della somministrazione
eventuali variazioni

i sistemi erogatori di ossigeno comprendono:

fonte di ossigeno
flussometro che permette di erogare l’ossigeno in l/min
tubo di collegamento
presidio di somministrazione
umidificatore (in presenza di secrezioni l’O2 non umidificato ne ostacola l’eliminazione.
L’umidificazione dell’O2 evita l’essiccamento e la lesione delle membrane mucose che interferiscono con il movimento ciliare e permettono l’invasione di virus e batteri)

Preparazione dell’attrezzatura

-raccogliere l’attrezzatura accanto al letto del malato
-controllare la data di scadenza di ogni confezione sterile
-controllare che non ci siano tracce di umidità
-se utilizzata una bombola occorre trasportarla con apposito carrello, mantenerla ancorata in modo stabile in un luogo sicuro lontano da fonti di calore, le valvole devono essere bloccate, se non utilizzate
-sistemare flussometro
-sistemare umidificatore cilindrico con serbatoio asportabile o monouso generalmente di plastica trasparente  segnalati da un livello minimo e massimo
-riempire il flacone fino al limite indicato (l’eccessivo riempimento può provocare il rigurgito dell’acqua nelle tubature dell’ossigeno
-l’acqua utilizzata è quella bidistllata (previene i depositi calcarei)
-avvitare il flacone umidificatore al flussometro e all’adattatore
-l’intero sistema deve essere periodicamente lavato,asciugato,disinfettato,sterilizzato, sempre e comunque al termine dell’utilizzo (per prevenire contaminazioni batteriche)
-aprire l’ossigeno e accertarsi che l’acqua gorgogli (testimonia che l’umidificatore è pervio)
--dall’apertura del flacone (e in seguito direttamente dal presidio erogatore) controllare il flusso dell’aria e dell’umidità
-collegare il presidio prescelto al tubo di connessione e collegare il tubo all’uscita dell’umidificatore

fasi essenziali

-controllare prescrizione
-controllare condizioni del paziente
-spiegare la procedura e la ragione dell’ossigenoterapia
-spiegare le precauzioni da prendere
favorire la sicurezza ambientale: non avvicinare liquidi e materiali infiammabili, non fumare, utilizzare apparecchiature elettriche con scarico a terra , non fumare, non lubrificare i tubi di connessione con sostanze oleose o grasse.

 

In ambito ospedaliero l’ossigeno viene conservato in grandi serbatoi controllati dal servizio tecnico e distribuito nella degenza attraverso una rete di tubature intramurarie terminanti in prese a muro o in bombole per il trasporto.

 

Procedura con cannula nasale

Descrizione:
tubi di gomma o plast
ica atti all’inserimento in narice

Flusso:
1 a 6 l/min

% di O2 mediamente dal 22-30%

non garantiscono una concentrazione costante di O2 che è influenzata dalla frequenza e dalla profondità del respiro
relativamente ben accetto dal malato al quale consente di esplicare ogni attività
orientare gli augelli ricurvi verso il pavimento delle narici in modo da seguire la curva naturale delle cavità
appoggiare i tubi della cannula dietro le orecchie e sotto il mento
evitare un’applicazione troppo stretta che può provocare una pressione eccessiva sulla cute e sulle mucose
esaminare costantemente la cute del viso e le mucose nasali per prevenire irritazioni, arrossamenti, secchezza

Procedura con sondino nasale

Misurare mediante l’estremità del catetere, tenuto in linea retta, la distanza dalla punta del naso del pz al lobo dell’orecchio (è approssimativamente la lunghezza per la quale dovrete inserire il catetere attraverso la narice)
Effettuare se necessario l’igiene del cavo orale
Controllare la pervietà
Lubrificare con acqua sterile o gel idrosolubile (in quanto ben riassorbibili dalle membrane delle vie respiratorie. Altri lubrificanti possono provocare polmoniti o gravi irritazioni polmonari croniche)
Iperestendere leggermente il collo del paziente (se non controindicato)
Con l’O2 regolato a basso flusso , per evitare che le secrezioni ostruiscano i fori del catetere, inserire dolcemente il catere attraverso una narice fino al nasofaringe
Una volta visualizzato il catetere dietro l’ugola ritirarlo leggermente (per evitare distensione gastrica) finchè la punta non sia più visibile
Ritirarlo ancora se il pz presenta tosse, vomito…
Fissarlo con il cerotto.

Procedura con maschera

Applicare la maschera al naso, alla bocca e sul mento del paziente e premere il bordo metallico in modo che si adatti al naso
Controllare se la persona tollera fisicamente la mascherina affinché mantenga il più possibile la tenuta d’aria altrimenti senza questa precauzione l’aria ambiente potrebbe diluire l’ossigeno impedendo la somministrazione della concentrazione prescritta
Igiene e controllo della cute per prevenzione decubiti

 

Tipi di maschera

Maschera tradizionale
Trasparente, è dotata di fori posti sulla superficie laterale dai quali passa l’aria espirata e fanno si che l’O2 si mescoli con l’aria ambiente in funzione del volume richiesto dal paz.

Flusso:
da 6 a 12 l/min.

% di O2 dal 40 al 65%

maschera a rirespirazione parziale

fornisce ossigeno fino al 60%
è costruita in modo da conservare circa il primo terzo dell’aria espirata dal pz. che viene inviata nel serbatoio.Poichè l’aria proviene dalla trachea e dai bronchi, dove non si verifica alcuno scambio di gas il pz respira in pratica lo stesso ossigeno

maschera senza rirespirazione

fornisce fino al 90% di O2.
E’ dotata di tre valvole a senso unico:
una collocata tra il serbatoio e la maschera
le altre nella maschera stessa:
Queste valvole evitano l’entrata di aria ambiente e permettono al pz di respirare solo i gas della sacca.
Accertarsi che le valvole siano funzionanti per assicurare la corretta somministrazione di ossigeno e dispersione dell’anidride carbonica. Poiché questa maschera esclude l’aria ambiente un eventuale mal funzionamento della valvola può provocare l’accumulo di anidride carbonica e portare a un’asfissia di un pz. incosciente.
Osservare la sacca mentre il pz. sta respirando, uno svuotamentomarcato o completo indica un flusso eccessivamente basso
Evitare che la sacca si pieghi, ondeggi, sia coperta dalla biancheria personale o del letto in modo che sia completamente libera di espandersi.
Evitare una forte umidificazione affinché non si accumuli nella sacca.

Maschera di Venturi

% di ossigeno dal 24 al 50% costruita per un’alta concentrazione di ossigeno.
Con questo dispositivo l’O2 entra nei tubi con un flusso predeterminato,
Quando raggiunge ul sistema Venturi incontra un orifizio ristretto e per mantenere lo stesso flusso di velocità aumenta provocando una caduta di pressione sulle pareti dei tubi e permettendo un’aspirazione di aria ambiente attraverso i fori di entrata.
La quantità di aria che entra è determinata dalla grandezza dell’orifizio: più è piccolo maggiore è l’aumento della velocità, maggiore la riduzione di pressione e maggiore la quantità di aria ambiente che riesce ad entrare. Ciò porta ad una maggiore diluizione dell’o2 e ad una FIO2 inferiore.
(L’O2 passa attraverso un tubo cilindrico con 2 diversi diametri alle estremità prossimale e distale. In uscita la presenza del diametro più piccolo crea le premesse per un’aspirazione d’aria dall’ambiente esterno inversamente proporzionale al diametro del tubo.

Considerazioni

-Sostituire il flacone dell’umidificatore monouso ogni giorno e l’acqua dal serbatoio riutilizzabile completamente invece di aggiungerla per ripristinare il livello (per evitare la crescita batterica)
-Tenere a disposizione una seconda bombola di scorta
-Alcuni sistemi di umidificazione provocano una forte sensazione di freddo
-Evitare lesioni cutanee (tenendo asciutta la cute a contatto con i presidi erogatori e utilizzando  pellicole o garze protettive)
-tenere puliti i dispositivi per O2terapia (muco, secrezioni)
-tubi di connessione lunghi per permettere alla persona di muoversi favorendo la ventilazione e la circolazione
-se è possibile far tossire e respirare profondamente la persona per mantenere i polmoni insufflati

Umidificatori

 

Aggiungono del vapore acqueo all’aria inspirata per evitare l’essiccamento e l’irritazione della mucosa respiratoria e per facilitare la fluidificazione delle secrezioni e la loro eliminazione. Alcuni umidificatori provvedono anche al riscaldamento del vapore acqueo aumentando la capacità di trasporto dell’umidità da parte dei gas e aumentando la quaota di vapore somministrata ala pz.

Nebulizzatori

 

Sono utilizzati per fornire aria umidificata o somministrare farmaci, producono il 100% di umidità sotto forma di fine nebbia aerosolica di goccioline di liquido che si depositano nelle parti più profonde dei polmoni.
I grossi nebulizzatori, per la terapia a lungo termine, forniscono una nebulizzazione calda e  fredda.
Nebulizzazione fredda è indicata:
pz. estubati di recente
traceotomizzati recenti
Nebulizzazione calda:
Pazienti con via aerea artificiale
Neonati.

 

Aerosol dosati

Costituiti da bombolette pressurizzate maneggevoli e pratici di dimensioni tascabili.
Il contenitore è corredato da una valvola ad erogazione costante e viene inserito in un supporto plastico con un orifizio per il flusso del gas. Il farmaco in soluzione o sospensione è frammisto ad un propellente pressurizzato.

Modalità d’uso:

-agitare la bomboletta per miscelare il prodotto al propellente così da uniformare la concentrazione del farmaco

-il contenitore deve essere posto ad una distanza di circa 8 cm dalla bocca al fine di permettere una distanza tale da consentire un  flusso aereo che permetta al farmaco di raggiungere le diramazioni bronchiali

-attraverso l’inspirazione profonda si permette al prodotto di raggiungere i bronchi

-mantenere una condizione apnoica al termine dello spray al fine di rendere possibile il deposito nelle vie aeree del farmaco

-aspettare almeno 2 minuti prima di ripetere l’erogazione

 

La terapia inalatoria

Terapia aerosolica
Somministrazione di farmaci alle vie bronchiali al fine di depositarle in sito o distribuirle al parenchima polmonare

Vantaggi:
-scarsità di effetti collaterali
-rapidità di azione

Svantaggi
-ridotta capacità di alcuni farmaci ad interagire metabolicamente con le strutture biochimiche, recettoriali dell’apparato respiratorio

Fonte: http://www.carlandi.it/universita/universit%C3%A0%20I%20anno/fedi/laboratorio/Ossigenoterapia.doc.laboratorio.doc

Sito web da visitare: http://www.carlandi.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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