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Cos’è la rachicentesi o “puntura lombare”. E’ una metodica mediante la quale si prelevano alcuni cc di un liquido (detto liquido cefalorachidiano o “liquor”), in cui sono immerse le strutture del Sistema Nervoso Centrale, allo scopo di ottenere informazioni utili per formulare una corretta diagnosi e di instaurare una appropriata terapia. L’esame, eseguito in asepsi rigorosa, consiste nell’introduzione di un apposito ago con mandrino nello spazio compreso tra due processi spinosi vertebrali, solitamente tra L3-L4 o L4-L5 ove il Midollo Spinale non è più presente. Giunti nello spazio subaracnoidea, il mandrino viene ritirato ed il liquor può essere raccolto nella quantità minima necessaria allo svolgimento degli esami richiesti dal caso, raccogliendolo in apposite provette che verranno successivamente inviate al Laboratorio Analisi. Terminata la raccolta, il mandrino viene re-inserito e l’ago estratto. Durante la procedura il paziente manterrà una posizione seduta con il dorso flesso e le gambe pendenti oppure, se ciò non è possibile, distesa in decubito laterale con gli arti inferiori paralleli flessi sull’addome.
Indicazioni dell’esame. Tale esame presenta una elevata sensibilità e specificità, comunque dipendenti dalla patologia da indagare e risulta indispensabile per una corretta diagnosi delle seguenti patologie:
La rachicentesi inoltre può costituire la manovra preliminare a particolari procedure radiologiche, quali la sacculo-mielo-radicolografia. La rachicentesi è un esame che si esegue solo in caso di necessità e pertanto non vi sono manovre alternative ad essa.
Cosa fare prima dell’esame. E’ consigliabile essere a digiuno, salvo in caso di urgenza, ed attenersi alle istruzioni per il corretto posizionamento del corpo che verranno impartite dal personale infermieristico e dal medico che eseguirà la procedura.
Che cosa ci si deve aspettare durante e dopo una Rachicentesi. Il dolore che avvertirete durante l’esecuzione dell’esame è di poco superiore a quello avvertito durante una normale iniezione intramuscolare. In rari casi, soprattutto in presenza di una patologia artrosica del rachide lombare che rende più difficoltoso il reperimento dello spazio subaracnoideo, l’operatore può essere costretto a ripetere la procedura, con conseguente aumento del disagio per il paziente. Dopo l’esame può insorgere una cefalea dovuta ad una ipotensione liquorale da deflusso del liquor in corrispondenza della breccia durale aperta dall’ago, che compare classicamente in stazione eretta e che tende alla spontanea risoluzione nel giro di alcuni giorni. Per prevenire tale complicanza si usano aghi sottili e si preleva la quantità di liquor minima indispensabile, compatibilmente con le necessità del laboratorio. Successivamente all’esame si esegue una piccola medicazione, e si invita il paziente ad rimanere sdraiato per le successive 24 ore assumendo abbondanti liquidi. Se necessario si provvederà a somministrare infusioni idratanti per via endovenosa e terapia analgesica. Raramente può essere avvertito un transitorio dolore folgorante a livello di uno od entrambi gli arti inferiori che indica la puntura delle radici nervose ed è un inconveniente benigno.
Cosa fare dopo l’esame. E’ necessario rimanere in decubito prono per un’ora dopo l’esame e, nelle successive 24 ore, è consigliabile mantenere un decubito supino, possibilmente senza cuscino, per evitare la comparsa di cefalea
Controindicazioni all’esame. Presenza di lesioni cutanee infettive in sede di puntura, facilmente evidenziabili ad un semplice esame visivo della cute. Presenza di masse intracraniche determinanti ipertensione endocranica. Disturbi della coagulazione quali gravi piastrinopenie o trattamento con anticoagulanti.
Rischi dell’esame. Cefalea da ipotensione liquorale, di natura benigna e già precedentemente trattata. L’erniazione di masse intracraniche, ovvero un possibile spostamento verso il basso della massa cerebrale con rischio di morte del paziente, evenienza possibile solo in caso di presenza di masse intracerebrali che viene scongiurata eseguendo prima dell’esame una valutazione del fondo oculare e se possibile una TC. Contaminazione delle meningi da processi settici. Tale rischio viene ridotto da una rigorosa asepsi ottenuta con un accurato lavaggio delle mani dell’operatore, una rigorosa disinfezione della cute del paziente e dall’uso di teli, guanti e strumenti sterili. Emorragia subaracnoidea ed ematoma intrarachideo, eventi rari che occorrono solo in caso di presenza di diatesi emorragiche non note prima dell’esame.
Fonte: http://www.medinterna.it/DocumentiOlogie/-381036271/Rachicentesi.doc
Sito web da visitare: http://www.medinterna.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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