Riproduzione umana

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Riproduzione umana

 

La riproduzione umana

La riproduzione ha la funzione biologica di perpetuare la specie.
Caratteri sessuali primari: sono quelli sostanzialmente presenti (anche se non funzionanti) dalla nascita, come le gonadi (testicoli e ovaie) e i genitali esterni.
Caratteri sessuali secondari: sono quelli che compaiono progressivamente a partire da una certa età, con tempi e modalità diverse, nei due sessi e determinano le differenze estetiche più marcate.
Compaiono principalmente per l’attivazione delle gonadi che producono ormoni (androgeni ♂ ed estrogeni ♀) che lentamente mascolinizzano/femminilizzano il corpo sostanzialmente “asessuato” del bambino/a piccolo.
Nella femmina l’attività e più regolare e sostanzialmente va dai 10 ai 16 anni mentre nel maschio i vari caratteri compaiono in periodi diversi e con sfasature abbastanza marcate da individuo a individuo.
Sono principalmente:

  • Altezza e muscolatura (più nel ♂.)
  • Spalle più larghe (♂., per inserz. masse muscolari.) e bacino più largo (♀, per un canale del parto maggiore), tono muscolare maggiore nel ♂
  • Grasso sottocutaneo/seno più sviluppato nella ♀. per fornire composti energ. per l’allattamento
  • Profilo frontale della capigliatura (più squadr. nel ♂, più arrotond. nella ♀.)
  • Maggiore villosità nonchè baffi e barba nel ♂
  • Pomo d’Adamo (cartilagine tiroidea più grande per inserimento corde vocali più potenti nel ♂ e relative differenze nella voce).

Il maschio
I due testicoli scendono nello scroto durante la fase fetale e dietro stimolazione degli ormoni ipofisari LH e FSH a partire dai 10/12 a. iniziano a produrre continuamente spermatozoi che, in caso di inattività, vengono periodicamente catabolizzati e sostituiti mentre, nel caso di eiaculazione, vengono spinti (per contrazione della muscolatura dei condotti seminali) fino al “bivio” con l’uretra, dove sostanzialmente ricevono i liquidi provenienti dal gruppo delle ghiandole dell’apparato sessuale (la prostata e le coppie di gh. seminali e bulbouretrali) che attivano la motilità del flagello dello spermatozoo, forniscono bicarbonato alcalinizzante per neutralizzare l’acidità del canale vaginale (dovuta all’acido lattico prodotto dall’attività di una “flora” batterica simbionte), fruttosio per nutrimento energetico dello spermatozoo e prostaglandine per stimolare le contrazioni del canale femminile per favorire la risalita spermatica.

La femmina
Ogni mese (orientativam. dai 12 ai 50 a, fino alla menopausa) in una ovaia (dietro stimolazione del FSH adenoipofisario, fase follicolare) iniziano a formarsi più follicoli (piccole “bolle”) al cui interno inizia a maturare un ovulo aploide (con metà del corredo cromosomico).Tale  fase “follicolare” inizia circa al 5 g  di mestruazione e termina al 14 g quando uno solo dei follicoli arriva a maturazione (gli altri si atrofizzano), espelle l’ovulo nella tuba ( o Tromba di Falloppio) e lentamente si modifica divenendo “corpo luteo” che normalmente, prima di atrofizzarsi,  produce un ormone (dietro stimolazione di LH ipofisario, fase luteinica) che stimola la mucosa uterina ad accrescersi preparandosi ogni mese ad accogliere l’eventuale uovo fecondato (annodamento).
Se l’annidamento non c’è il corpo luteo si atrofizza e dopo circa 10 gg (al 28 giorno del ciclo) la mucosa uterina si “desquama” (cioè si rompe) eliminando una certa quantità (200-300 cc) di sangue per circa 5 gg (la mestruazione o menarca se è la prima).
Altrimenti, dietro stimolazione ormonale della mucosa dell’utero, il corpo luteo diviene “gravidico” e rimane attivo per tutta la gravidanza e qualche mese di allattamento, producendo un ormone, il progesterone,   che blocca la maturazione di altri ovuli.

La fecondazione: se nel primo tratto della tuba sono presenti numerosissimi spermatozoi ognuno di essi, utilizzando gli enzimi presenti nella parte apicale (acrosoma) cerca di perforare la spessa membrana protettrice dell’ovulo: solo dopo tentativi di più spermatozoi l’ultimo riuscirà nell’intento e inserirà la testa all’interno (bloccando la possibilità di altre entrate)
Segue la fusione dei due nuclei e la formazione dello zigote diploide, la prima cellula dell’organismo figlio.
Quindi si dividerà in due cellule (blastomeri) che normalmente rimangono unite ma che in alcuni casi si separano formando due cellule autonome che poi daranno origine a due gemelli identici (monoovulari o monozigotici, mentre negli altri casi,  (i biovulari, circa 2/3 dei gemelli) si ha la maturazione contemporanea di due ovuli fecondati da due spermatozoi diversi.
Le divisioni continuano lentamente mentre l’ammasso di cellule viene trasportato (per effetto dei movimenti delle cilia delle cellule della mucosa tubarica) verso l’utero: dopo una settimana circa le continue divisioni hanno formato una massa compatta di un centinaio di cellule (la morula) che continuano lentamente a dividersi formando una masserella cava (blastula) che inizia ad essere “assorbita” dalla parete uterina (o endometrio) durante il processo di “annidamento”.
Utero e blastula producono una serie di ramificazioni che si intrecciano a formare la placenta, l’organo attraverso i quale avverranno tutti gli scambi madre-feto (senza che vi sia effettivo contatto tra i due apparati circolatori) che, orientativamente dopo due settimane dalla fecondazione, fanno iniziare la vera e propria gravidanza, ovvero la crescita dovuta alla nutrizione da parte materna.
All’interno della masserella cava (semplificando) si formerà un “tubo” di cellule attorno al quale
si formeranno tutte le parti del corpo.

La gravidanza
Il feto è un corpo che deve rimanere distinto dalla madre che altrimenti lo distruggerebbe con i propri anticorpi: di conseguenza si forma un sacco, l’amnios, nel quale il bambino si svilupperà in ambiente liquido fino al momento della nascita. Gli scambi vengono effettuati tramite la placenta, e, senza contatto di sangue, permette lo scambio bidirezionale di Ossigeno, Diossido di Carbonio, Glucosio e nutrienti ecc.
Dalla parte del feto la rete sanguigna si concentra formando il cordone ombelicale che si collega con la rete vascolare dell’addome, rimanendo attivo fino al momento della nascita, quando i polmoni si dilatano e inizia la respirazione autonoma e successivamente la nutrizione.
Al momento della nascita la ipofisi della mamma invia un ormone, l’ossitocina, che stimola le contrazioni uterine favorendo il parto. Intanto la prolattina ipofisaria ha stimolato l’aumento e l’attività della ghiandola mammaria che produrrà latte per circa un anno (nel caso di allattamento).

Ricordi: la formazione dei gameti (meiosi semplificata)
Nel testicolo ogni cellula spermatica ha un corredo diploide, cioè 23 coppie  di cromosomi: si divide una prima volta formando 2 spermatociti diploidi uguali che si dividono ancora formando questa volta 4 spermatozoi aploidi uguali, cioè con solo 23 cromosomi (uno per ogni coppia).
Nell’ovaia invece una cellula ovarica diploide si divide asimmetricamente in due ovociti diploidi, uno molto grosso con tutto il materiale cellulare e le 23 coppie nel nucleo (ovocita primario), l’altro molto piccolo, con solo il nucleo a 23 coppie ma poco materiale cellulare (globulo polare I) che viene eliminato. Poi, al momento dell’entrata dello spermatozoo, l’ovocita completa la maturazione dividendosi ancora asimmetricamente in un secondo piccolo globulo polare aploide (a 23 cromos., espulso ed eliminato) e in un grande ovulo aploide che “finalmente” unisce i suoi 23 cromosomi con i 23 dello spermatozoo realizzando la vera fecondazione (zigote).

Fonte: http://bellalavita.altervista.org/quinta/riprodsimpl.doc

Sito web da visitare: http://bellalavita.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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