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Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
L’IMMAGINE DEL CORPO
di F. Dolto, psicanalista e scrittrice francese (1908-1988)
“ I problemi degli adolescenti”, trad. it. di C. Rognoni, Longanesi, Milano 1993
Il breve saggio che ti proponiamo analizza l'inquietudine che molti adolescenti provano di fronte al cambiamento del proprio aspetto esteriore; il senso di inadeguatezza che spesso ne deriva aiuta a comprendere come i tentativi, a volte goffi e disperati di mascherarsi di crearsi una specie di seconda identità non contribuiscano a risolvere i problemi.
Come i gamberi quando perdono il loro guscio, ci si ritrova adolescenti con un aspetto che cambia. È un po' la storia di tutti gli adolescenti. Il bambino si trovava molto bello con il guscio che conosceva.
Durante l'adolescenza ci si continua a chiedere: sono bello? sono brutto? Ci si sente a disagio con quell'acne sul viso. Ci si sente troppo alti, troppo grossi, goffi. Ci si sente come un appartamento dove stanno lavorando i muratori e in cui non c'è un angolo tranquillo per riposare. Si è in piena mutazione : all'interno come all’esterno.
Durante questo periodo si è completamente assoggettati allo specchio, al riflesso inerte rinviato dal cristallo, al riflesso vivo che si cerca di leggere negli occhi degli altri. Lo si spia per vedere se stessi conformi a un'immagine ideale . Ma è uno specchio che non mostra mai veramente quello che gli altri vedono quando ci guardano, perché un viso non rivela la personalità se non quando si anima. Un sorriso può illuminare tratti che, fissi, sembrano sgradevoli. Occhi belli e ben truccati sono solo una facciata che può trarre in inganno, ma lo sguardo che parla da dentro è molto più importante: non si trucca.
Talvolta non si sa neppure più chi si è e che cosa si vuole mostrare di sé. Ci si sente in imbarazzo con il proprio essere (ciò che si è) e con la propria apparenza (ciò che si vuol mostrare di sè). [...]
Poiché si avverte un senso di povertà, di vuoto interiore, si crede che farsi notare dagli altri sia un bene, sia un valore. E ci si nasconde dietro al proprio look . E questo look è una specie di guscio protettivo. Improvvisamente si hanno gusti propri [...]
Nell'adolescenza ci si costruisce un’immagine ideale di sé, basata sui criteri del gruppo, delle sue mode, della sua morale, dei suoi valori. Ci si sente belli o brutti nella misura in cui ci si avvicina o meno a questa immagine ideale di sé. Seguire una moda , quella del gruppo, è un modo di affermarsi e anche di portare la divisa del gruppo, ciò che gli altri hanno deciso di indossare. È un segno di allineamento , di integrazione ; nella moda e nel gruppo (il branco ) ci si sente spesso al riparo. Dal momento che non ci si piace più, si cerca di vedersi belli nello sguardo degli altri.
Ma le mode cambiano incessantemente e i canoni della bellezza mutano a seconda delle epoche e delle culture. Per seguire una moda si finisce spesso con il nascondere le cose belle e mostrare ciò che di meno bello si possiede.
Talvolta si è per natura vicini all'immagine di sé "alla moda", e allora la cosa è sopportabile. Altre volte, invece, se ne è molto lontani, e questo provoca sofferenza. [….]
Ma con la moda si può giocare, adattarla alla propria personalità, volgerla a proprio vantaggio. Spesso, non sapendo più chi si è, si avverte il bisogno di attirare l'attenzione: facendosi notare si ha l'impressione di esistere. Si provoca per essere guardati. Ragazze e ragazzi molto belli ne invidiano altri che non sono meglio di loro ma che sono molto sicuri e sanno farsi notare.
Può capitare che il bisogno di provocare, con gli abiti o il trucco, renda quasi ridicoli. E tuttavia è importante spingersi fino a quel punto. E necessario saper provocare sopportare gli sguardi, sapere rispondere. Ma farsi notare può essere pericoloso: attirando lo sguardo su ciò che non si possiede, si corre il rischio di apparire ciò che non ci si sente di essere, ci si può perdere tra se stessi e ciò che si esibisce.
Il trucco sta nell’ operare con ciò che si ha e valorizzarlo, e nell'operare con ciò che si è e valorizzarsi. È importante avere il coraggio di valorizzarsi senza mai scordare che la bellezza e il fascino sono due cose totalmente diverse!
Certi volti che sembrano perfetti sulla pagina patinata di un rotocalco possono molto presto diventare brutti nella realtà. E invece non si possono staccare gli occhi da altri volti, piuttosto irregolari, che però si aprono e si trasformano continuamente durante la conversazione.
Per questo certi brutti sono così affascinanti e fanno tante vittime...
Il fascino agisce là dove non ce lo aspettiamo, sorprende per meglio sedurre . In ciò sta il fascino del fascino, ed è proprio per questo che si è sempre i meno adatti a giudicare colui che lo sprigiona.
Del resto va bene così, perché, in fondo, non spetta a noi giudicarne gli effetti. Il fascino è qualcosa di naturale. È meglio non mascherarlo. E aggiungiamo: simulare di possedere fascino è uno sport pericoloso, si rischia di perdere quello di cui si dispone per natura.
Poiché non ci si conosce ancora, si cerca di piacersi negli sguardi degli altri. Per questo siamo pronti a calarci in una forma che non è la nostra. La cosa peggiore è che la forma che credevamo così seducente è talvolta proprio ciò che fa fuggire colui o colei che volevamo sedurre. In ogni caso, bruttezza e bellezza non esistono in assoluto. Si può soffrire molto scoprendo la bruttezza interiore in qualcuno la cui bellezza fisica ci aveva sedotti. Ci si è ingannati su una persona credendo che fosse bella dentro così come lo è esteriormente. Al contrario, basta innamorarsi di qualcuno che si credeva brutto per scoprire che, quando si ama, tutto questo non ha più alcun significato.
LETTURA ATTIVA
COMPRENSIONE
1. Che cosa rappresenta lo specchio? Perché i giovani, secondo l'autrice, in questo parti colare periodo della loro vita sono completamente assoggettati allo specchio?
2. Francoise Dolto, psicoanalista di fama mondiale, consapevole dei problemi dell'adolescenza e dei motivi di profondo disagio dei giovani, sottolinea il rischio che essi corrono adottando determinati comportamenti. Perché, secondo lei, è pericoloso, ad esempio, affidarsi al look, alle apparenze?
3. Che cosa sostiene l'autrice sul fascino?
4. Il saggio termina con una nota di ottimismo: qual è la conclusione a cui giunge l'autrice?
ANALISI
LESSICO E GRAMMATICA
RIFLESSIONE
8. Secondo te, con quale scopo l'autrice ha scritto questo testo?
9. E tu che rapporto hai con lo specchio? Quando ti osservi, che cosa pensi della tua immagine?
10. L’autrice sostiene che nell'adolescenza spesso i giovani seguono più o meno passivamente le mode per essere accettati dal gruppo che si frequenta o in cui si desidera inserirsi. Qual è la tua opinione in proposito? Motiva la tua risposta con esempi, dati, ed episodi.
Disagio: indica una situazione spiacevole, scomoda. Il termine è composto dal prefisso dis, che esprime valore negativo, e da agio, che significa "condizione di benessere e comodità".
acne: infiammazione della pelle che si manifesta con la formazione di pustole, brufoli sul viso; è tipica dell'adolescenza.
Mutazione: trasformazione, cambiamento.
Assoggettati: dipendenti.
riflesso inerte: che rinvia un'immagine fredda, priva di personalità.
Riflesso vivo: che comunica sensazioni, emozioni, aspetti della personalità di chi si osserva.
immagine ideale: l'immagine che vorremmo di noi; ci si guarda allo specchio nella speranza di vedervi ciò che ci si aspetta, un immagine che riconosciamo in cui si riflette la nostra identità.
look: termine inglese con cui si indica l'aspetto esteriore, I'immagine offerta attraverso abbigliamento e
acconciatura
moda: una tendenza generale o un atteggiamento diffuso, che influenza il modo di vivere, di comportarsi, di vestirsi, di mangiare e di pensare. Moda deriva dalla parola latina modum, che significa modo, maniera.
allineamento: adeguamento, l'uniformarsi agli altri.
integrazione: inserimento pieno e totale.
canoni della bellezza: le regole, i criteri secondo cui la società, un gruppo giudica la bellezza.
patinata: lucida.
rotocalco: periodico, settimanale, rivista illustrata.
sedurre: affascinare, attrarre.
Fonte: http://www.iccazzulani.it/areadocenti/index.php?action=dlattach;topic=1627.0;attach=2370
Sito web da visitare: http://www.iccazzulani.it
Autore del testo: sopra indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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