Musica giapponese

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Musica giapponese

Il novanta percento della musica giapponese tradizionale è musica vocale.
Da questo si può capire che lo sviluppo della musica del Giappone è sempre stato legato alla sua lingua, anche in relazione alla sua particolare sonorità.
Conoscere la canzone giapponese permette di comprendere meglio lo sviluppo della musica del Giappone e la sua attuale situazione.
La storia della canzone giapponese è strettamente connessa all’alternarsi delle aperture o chiusure del Giappone alla cultura straniera, nonché alla sua successiva maturazione all'interno dell'isola. Questo flusso è stato determinato da eventi di natura politica. Lo sviluppo della musica giapponese è molto singolare nella storia della musica. Per esempio, quando fu importato il buddismo dall'India, attraverso la Cina (nel VI secolo D.C.), con esso arrivò anche la musica “Syoumyou”, legata alle pratiche musicali buddiste, la quale ebbe ampia diffusione in Giappone.
La musica giapponese che usava il tamburo, il flauto e il Wagon (lo strumento che precede il Koto, l'arpa giapponese), in accompagnamento alla voce, si eseguiva in occasione della preghiera per l'abbondanza del raccolto.
Questa musica tradizionale si mescolò con la musica “Syoumyou” ed andò a costituire un nuovo stile di “Syoumyou” Giapponese.
Questa tendenza si accentuò ancor di più dopo la chiusura dei rapporti con la Cina (nell'anno 894). Questo particolare “Syoumyou” adattato alla tradizione locale è all’origine di molta musica giapponese che possiamo ascoltare ancora oggi.
Nella sua storia, il Giappone ha sempre replicato questa alternanza di isolamento e apertura politica e, di conseguenza, anche culturale e musicale. In ogni occasione di apertura si imposero nuovi stili e generi musicali che, come semi lasciati in un terreno fertile, diedero i loro frutti soltanto dopo un periodo di chiusura: il nuovo stile che era penetrato in Giappone non veniva rimosso dopo la chiusura, ma veniva abilmente integrato nella musica preesistente che a sua volta si sviluppava in qualcosa di nuovo. Verso il 1600 penetrò il cristianesimo e con esso il giappone incontrò per la prima volta la musica europea. Purtroppo la proibizione del cristianesimo non permise, in questo periodo, l'approfondimento della conoscenza della musica occidentale. Così la musica giapponese continuò a maturare soltanto in rapporto con il teatro, con la corte e con la cultura dei Samurai.
Un’altro grande cambiamento nella storia della musica giapponese fu l’apertura al mondo esterno, dopo quasi mille anni di chiusura, nel 1879 (anno 12 dell'epoca Meiji) con la caduta del governo Edo. Il nuovo governo aprì le porte agli stranieri e, conseguentemente, cominciò anche una politica culturale che favorì lo studio della musica occidentale. Fu costituito dal Ministero dell’Educazione il “Ongaku Torishirabe Gakari”, uno specifico istituto scolastico per la ricerca sulla musica occidentale (il precedente storico dell’Università di Belle Arti e Musica di Tokyo). Tanti maestri stranieri vi furono invitati ad insegnare, soprattuto dalla Germania e dagli Stati Uniti, per istruire musicisti e docenti di musica giapponesi.

Quella nuova situazione politica favorì l’incontro tra la lingua e la musica giapponese e lo stile musicale occidentale. La lingua giapponese è molto poetica, ha un suono molto particolare, essendo caratterizzata dalla quasi totale assenza di accenti tonici. Al contrario, la musica vocale (e strumentale) europea si è sviluppata in relazione a lingue dotate di forti accenti tonici. Questo incontro di due opposte nature linguistiche ha dato vita ad un fruttuoso connubio. A causa di questa differenza fondamentale della lingua giapponese, l'adeguamento dello stile musicale nipponico a quello occidentale ha favorito la nascita di uno specifico stile melodico; un nuovo modo di usare la pentafonia (scale di cinque suoni) tradizionale. Le canzoni giapponesi, col tempo, furono ibridate con lo stile della canzone occidentale e quelle che vi presentiamo costituiscono un esempio di tale mescolanza.

Strumenti

  • SONO GOTO: è uno dei principali strumenti della musica giapponese. È una cetra a pizzico con 13 corde di seta tese su un corpo di legno che fa da cassa armonica. Si  suona con cinque plettri legati alle dita della mano destra.
  • HICIRIKI: è uno strumento a fiato ad ancia doppia, molto usato nelle cerimonie religiose sia in Cina che in Giappone. È formato da un tubo di canna di bambù avvolto in corteccia di ciliegio ed è assai difficile da suonare. Il suo timbro è molto nasale e penetrante.
  • LO SHAMISEN: è uno strumento a corda della famiglia del liuto con una piccola cassa armonica di forma approssimativamente quadrata formata da una fascia di legno ricoperta da entrambi i lati di pelle di gatto o di cane. Il manico è lungo e sottile e penetra attraverso tutta la lunghezza della cassa fuoriuscendo dalla parte opposta; su questo spuntone del manico alla base della cassa sono legate le tre corde di seta, che passano poi su un ponticello appoggiato sulla parte inferiore della cassa armonica e su un secondo ponticello fisso alla sommità del manico, per finire sui tre lunghi piroli di accordatura. Il manico è privo di tasti.
  • IL KOTO: è una grande cetra a 13 corde tese su una lunga cassa rettangolare di legno duro, cava all'interno. È usato in molti generi, e resta in qualche modo uno strumento diverso in ognuno di essi per accordatura, stile interpretativo, strutture formali ecc.; ha ricevuto molta attenzione da parte dei compositori contemporanei forse perché possiede duttilità di accordatura e intonazione e una grande possibilità di intervento sulla produzione del suono.

 

Caratteri della musica giapponese

La musica giapponese deriva da quella cinese, quindi le due correnti presentano caratteri molto simili:

  • I suoni hanno un potere magico e sono in stretta relazione con l’armonia universale;
  • La massima espressione musicale è la poesia cantata, accompagnata da strumenti e danze;
  • Il musicista ama improvvisare, la sua musica non ha un preciso sviluppo formale e scorre in maniera ripetitiva;
  • Ancora oggi le melodie si costruiscono su una successione di suoni che è quasi sempre una scala pentatonica , ovvero formata da cinque suoni che corrispondono all’incirca alle note fa-sol-la-do-re, oppure sol-la-si-re-mi del nostro sistema occidentale.

Nelle orchestre moderne sono presenti ancora oggi molti degli strumenti tradizionali.

Fuori dal Giappone la gente ha una opinione particolare della musica giapponese: essa è considerata una sorta di bubblegum pop, composto da canzoni con un miscuglio di testi in giapponese e di ritornelli in un inglese incomprensibile. Le pop star di questo genere musicale, generalmente giovani attraenti, formano band di ragazzi e gruppi di ragazze.
La musica giapponese è sempre stata collegata a rituali legati alla cultura, alla letteratura ed alla danza del paese.
La musica per il teatro è un settore molto importante nella tradizione giapponese.
L’importanza delle parole è testimoniata anche dalla musicologa Isabel Wong che rileva quanto i giapponesi siano molto più attenti alle parole che alla musica.

Rock giapponese o J-Rock
Il rock giapponese si sviluppò a partire dagli anni sessanta. Artisti come Happy End sono ritenuti come i capostipiti del genere. Durante gli anni settanta esso diventa sempre più popolare; il gruppo di Okinawa Champloose assieme ai Carol, RC Succession e Shinji Harada furono molto famosi e contribuirono alla definitiva affermazione di questo genere musicale. Negli anni ottanta i Boøwy ed i Southern All Stars divennero le maggiori band della storia del rock giapponese ed ispirarono alcuni gruppi di rock alternativo come gli Shonen Knife, i Boredoms ed i Tama & Little Creatures.
Negli anni ottanta si sviluppò la Yellow Magic Orchestra, che si dedicò alla sperimentazione della musica elettronica, diretta da Haruomi Hosono. Nell'ultimo periodo degli anni ottanta fece il suo debutto il duo B'z. Essi tennero sempre la testa della classifica delle vendite per tutti i loro singoli ed album, sin dal primo singolo Taiyou no Komachi Angel del 1990. Questo è il record giapponese nel campo della musica.
Dalla fine degli anni ottanta si sviluppa in Giappone un fenomeno musicale autoctono e caratteristico che prende il nome di visual kei. Si tratta di un inedito concentrato di molteplici generi musicali, dai più dolci ai più feroci indistintamente, caratterizzato da un look estremamente vistoso e ricercato nei vestiti, nelle acconciature, nel trucco e nell'atteggiamento. È un genere estremamente fecondo nel sottobosco musicale giapponesi ed principali rappresentati storici ne sono gli X JAPAN, i MALICE MIZER, i Dir en grey, i romantici LAREINE, i giovanissimi Raphael e molti altri,come il gruppo The GazettE e Miyavi molto conosciuti anche in Europa.

 

 

Musica per videogiochi e anime
I primi video games, a causa dei poco potenti chip dei computer di allora, avevano dei commenti musicali poco attraenti. Con l'avanzare della tecnologia la qualità del suono prodotto dalle schede audio dei computer aumentò in maniera esponenziale. Il primo game ad imporsi per la qualità della sua musica fu Xevious; in seguito si svilupparono altri grandi videogiochi con commenti musicali di alta qualità, come Dragon Quest o Chrono Trigger.
Koichi Sugiyama, un compositore noto per aver scritto la musica per vari film, fu coinvolto nel progetto di dare una vera colonna sonora ai videogiochi. Prima di questo suo coinvolgimento, la musica era spesso dimenticata nella produzione di un videogioco ed i programmatori, a corto di conoscenze musicali, erano forzati a produrre delle musiche che non stancassero i giocatori dopo ore e ore di gioco. Un altro noto compositore di colonne sonore per videogiochi è Nobuo Uematsu. Le prime sue composizioni per la serie Final Fantasy sono state arrangiate per orchestra.
Koji Kondo, il principale compositore per Nintendo, è anche uno dei massimi esponenti sulla scena giapponese della musica per videogiochi. Egli è noto per aver scritto le musiche per molte serie Nintendo, fra cui The Legend of Zelda e Super Mario.
Oggi le colonne sonore dei videogiochi più famosi sono vendute su CD.

Anche il mercato degli anime è molto fruttuoso e diversi artisti nella seconda parte del novecento, e in particolar modo a partire dagli anni novanta, hanno realizzato canzoni per anime, tra i quali Utada Hikaru, Porno Graffitti, Yui Horie, L'Arc~en~Ciel, Orange Range e Shoko Nakagawa.
Anche gli anime possono contare su numerosi artisti e simile notorietà: un esempio per tutti è la compositrice Yoko Kanno.

 

Fonte: http://cmapspublic3.ihmc.us/rid=1JHLF3H0R-T1PDNF-9K/Musica%20giapponese.doc

Sito web da visitare: http://cmapspublic3.ihmc.us/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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