Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi

Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi

Del testo proponiamo una parafrasi a fronte in modo da permettere una comprensione abbastanza rapida del contenuto generale della poesia. L’infinito è una lirica che si può leggere e interpretare a vari livelli di complessità, e di difficoltà: è quindi importante stabilire una prima conoscenza del significato denotativo della  poesia  leopardiana [è Denotativo, Connotativo] allo scopo di preparare un commento più articolato che potrà avvalersi anche del contributo personale degli alunni.
Una lettura-commento in classe potrebbe risultare molto utile per attivare la ricerca di interpretazioni originali, per ricostruire l’occasione da cui il poeta è partito per la sua ideazione della poesia, per confrontare la situazione emotiva de L’infinito con il vissuto personale degli alunni.

 

Dopo la lettura e la parafrasi, l’insegnante potrebbe  soffermarsi sulle varianti del testo. Il manoscritto de L’infinito presenta pochissime correzioni: una in particolare si trova al verso 3. Leopardi aveva scritto del celeste confine ma poi lo modifica con ultimo orizzonte.
Anche più avanti cambia infinito con interminato per poi optare alla fine per interminati. Al verso 14 sostituisce immensità con infinità ma poi decide di rimettere immensità.

Testo                                                        Parafrasi

 

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Mi è stato sempre caro questo colle solitario,
e anche questa siepe che priva lo sguardo di una parte così grande dell’orizzonte più lontano.

Ma sedendo e contemplando (lasciando viaggiare l’immaginazione), io mi costruisco nella mente illimitati spazi al di là di quella (la siepe), e silenzi sovrumani (che trascendono la mente umana), ed una quiete profondissima, a tal punto che provo quasi paura.

E quando sento passare il fruscio del vento tra queste piante, io comincio a paragonare l’infinito silenzio di prima a questo rumore: e così mi giunge alla mente il tempo infinito, il passato (morte stagioni), e la stagione presente e viva, di cui mi arrivano le voci ed i rumori (e il suon di lei).

Pertanto in questa immensità, si annega, si sprofonda il mio pensiero: ed è dolce il naufragare del pensiero nel mare dell’infinito.


 

Come è costruito L’infinito? 

 

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura.

E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce

vo comparando:

e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

 

Lavorare sul testo

  • Nello Zibaldone, la raccolta degli appunti che Leopardi tenne nel corso di molti anni, ad un certo punto il poeta scrive: “A ciò che ho detto altrove delle voci ermo, eremo, romito […]. Queste voci e simili sono tutte poetiche per l’infinità o vastità dell’idea. Così la deserta notte e tali immagini di solitudine, silenzio”.

La parola ermo è dunque dotata secondo Leopardi di una proprietà poetica quasi naturale per l’idea che essa riesce a suggerire. Sapresti indicare qualche altra parola che secondo te è dotata di questa caratteristica? Puoi indicare delle parole prese dalle poesie di Leopardi o anche tua scelta.

  • Nella poesia Leopardi impiega molti tempi verbali al gerundio, che è il tempo della continuità e della contemporaneità: individuali nel testo. Sapresti spiegare il motivo di questo utilizzo in un testo di non più di 40 parole?
  • Conta e osserva la funzione della congiunzione “e” all’interno della poesia: come mai Leopardi ne fa un uso così frequente?

Corrispondenze e contrapposizioni

La poesia si struttura intorno ad una serie di corrispondenze e di contrapposizioni attorno al nucleo del finito vs. infinito.
Dopo aver considerato l’alternanza questo/quello si possono individuare le relazioni in alcuni campi oppositivi: concreto/astratto; particolare/universale; ascesa/abisso e poi se ne possono trovare anche altri.

 

Nella poesia si alternano due aggettivi/ pronomi dimostrativi, questo e quello. Riconosci quando è aggettivo e quando ha funzione di pronome.

Quindi osserva come questo indica vicinanza dell’io del poeta al reale o all’infinito.
Mentre invece quello indica lontananza dell’io del poeta dal reale o dall’infinito.

 Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

 

 

 

Fonte: http://carlomariani.altervista.org/indire2_manoscritto/materiali/Scheda9_Infinito.pdf

Sito web da visitare: http://carlomariani.altervista.org/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Parafrasi L’infinito di Giacomo Leopardi