I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
La parafrasi viene svolta in tre fasi distinte:
La prima, che possiamo chiamare costruzione, consiste nel mettere gli elementi della frase in ordine logico, cioè: soggetto, verbo, complemento diretto, complementi indiretti.
La seconda, che possiamo chiamare decifrazione, consiste nel comprendere il significato delle parole più difficili, dei termini arcaici o insoliti, e soprattutto delle figure retoriche (metafore, sinestesie …). In questo modo le frasi o le parole più complesse del testo vengono sciolte. Per meglio svolgere questa fase il significato delle parole complesse può essere messo tra parentesi vicino al termine stesso.
La terza fase, quella più interessante, è la interpretazione. Il testo, come esce dalla seconda fase, risulta spesso un po’ troppo letterale, anche se corretto. Per miglioralo è possibile riscriverlo con parole nuove, più efficaci, magari più aderenti al linguaggio moderno, anche se occorre fare attenzione a non traviare lo “spirito” del testo. E’ però possibile, in certi casi, la personale esegesi dello studente.
Qui sotto pubblichiamo, come esempio, l’esercizio svolto dalla studentessa Giulia Vergelli durante una prova scritta, la cui consegna era quella di svolgere la parafrasi della poesia di Pascoli “L’assiuolo”
LA PARAFRASI DELLA POESIA “L’ASSIUOLO”
Testo:
L'assiuolo
Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù...
Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù...
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù...
Fonte: http://www.davidegrassi.it/attachments/article/93/LA+PARAFRASI.doc
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Autore del testo: G.Vergelli
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