I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
GIUSEPPE UNGARETTI
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
PARAFRASI
Un’intera (sottolinea la pena e l’orrore per quella lunga vicinanza forzata) notte sdraiato (buttato: quasi come un corpo inerme, perché costretto a rimanere immobile in quella posizione per evitare spari che potrebbero uccidere anche lui) accanto al cadavere di un compagno massacrato (questa parola occupa un intero verso a rafforzare l’atrocità di quella morte) con la bocca contratta in una orrenda smorfia di dolore (digrignata: la deformazione dei tratti del compagno morto in una maschera d’orrore; questa immagine priva la scena di ogni eroismo), rivolta verso la luna piena (volta al plenilunio l’immagine della luna trasmette pace, serenità, in netto contrasto con l’immagine di morte e violenza della scena), con le sue mani contratte e congestionate (congestione: l’accumulamento rapido del sangue rende gonfie e livide le mani del morto - metonimia) che penetrano (penetrata - metafora) fin nel profondo dei miei pensieri (nel mio silenzio) ho scritto lettere piene d’amore (la contrapposizione tra vita e morte è totale: alla morte il poeta oppone la vita ”della scrittura” per recuperare i lontani legami affettivi e come reazione alla disperazione).
Non sono mai stato tanto attaccato alla vita (vi è dello stupore da parte del poeta per questa istintiva reazione che lo porta a sentirsi tanto legato alla vita. La stupita constatazione è messa in rilievo dalla pausa che stacca gli ultimi tre versi dal resto della poesia e dalla rima al mezzo stato/attaccato).
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
PARAFRASI
Di che….fratelli? = Il riferimento alla guerra lo si deduce dalla prima strofa della poesia, in questa domanda rivolta ai soldati che stanno passando accanto alla postazione dove si trova il poeta con i suoi commilitoni. Fratelli = rappresenta la parola-chiave del componimento.
Parola = è riferito a fratelli; tremante = la parola fratelli vibra/trema nel cuore della notte (il tremore trasmette il sentimento della paura per l’incertezza sulla propria sorte).
Foglia appena nata: analogia - quella parola di solidarietà, fratelli, è paragonata a una foglia appena sbocciata, fragile, così come è fragile il destino dell’uomo.
aria spasimante = nell’aria che è lacerata da scoppi, spari e lamenti.
involontaria rivolta = [la parola fratelli suona come] ribellione spontanea/istintiva all’orrore della guerra.
presente…fragilità = di ogni uomo consapevole della propria fragilità (cioè della precarietà della sua esistenza).
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato
PARAFRASI
Delle case di San Martino (queste: quelle del paesino di San Martino del Carso) non rimane che qualche pezzo di muro (brandello di muro: metafora che riconduce all’immagine di corpi mutilati, straziati, ridotti a brandelli).
Delle tante persone (di tanti – tanti compagni di trincea) che mi erano amiche (mi corrispondevano: con i quali vi era affinità di sentimenti perché uniti e solidali nell’esperienza della vita di trincea) non è rimasto di più (dei brandelli).
Ma nel cuore non manca nessun ricordo doloroso (croce – il cuore del poeta è un cimitero nel quale c’è il ricordo di ognuno dei compagni morti).
Il paese più straziato (l’immagine finale del cuore straziato richiama quella iniziale del brandello di muro, racchiudendo il componimento in un cerchio di dolore) rimane il mio cuore (cuore = paese – analogia. Il senso è che le case possono essere ricostruite mentre i compagni morti non possono tornare in vita).
Allegria di naufragi
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
ANALISI
Il testo ripropone il tema fondamentale della raccolta : nell’esperienza della guerra e del dolore come universale naufragio, si riafferma la forza della vita, l’uomo riprende il suo viaggio per una spinta istintiva che si sprigiona dal profondo in un’esperienza estrema. Ungaretti ritaglia il caso particolare di un marinaio di esperienza(lupo di mare) nel quale il naufragio fa scattare un nuovo impulso a vivere.
Il titolo Allegria di Naufragi è un ossimoro, qui naufrago è colui che si salva dopo una tempesta e la nave viene abbandonata, allegria indica uno stato lieto. Dopo ogni naufragio l’uomo, il superstite sente rinascere in sé la volontà di ricominciare da capo, sente un rinnovato impulso a vivere: questa vitalità istintiva è la sua allegria. In effetti l’individuo nella propria vita può essere travolto da forze più grandi di lui, praticamente devastanti, ma proprio allora trova lo slancio per riprendere il suo viaggio, reso anzi più vitale, più allegro, dal confronto con la catastrofe.
SPIEGAZIONE
La poesia si basa su una similitudine: come un superstite, che si salva da un naufragio, diventa felice per la salvezza e riprende il suo viaggio, così chi sopravvive alla guerra devastante è felice di essere salvo e riprende a vivere come sempre.
Figure retoriche:
La breve poesia, scritta da Ungaretti, composta da 5 versi,
“Allegria di naufraghi”, è la metafora delle mille difficoltà che
qualsiasi persona può incontrare nel cammino della propria vita.
Si possono riscontrare due enjambement, un artificio metrico
per il quale parole strettamente legate sul piano sintattico,
sono separate dalla pausa di fine verso.
Vi è un esempio di ossimoro nel titolo di una poesia: Allegria di Naufragi,
è una sorta di antitesi in cui si accostano parole di senso opposto
Mattina
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso.
PARAFRASI
Il poeta dichiara l’improvvisa illuminazione, uno stato d’animo quasi mistico che lo mette in contatto con l’assoluto. (m’illumino d’immenso – sinestesia – l’individualità del poeta si associa all’immenso)
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
PARAFRASI
Similitudine tra la caducità delle foglie in autunno e la fragilità della vita umana (si tratta di una similitudine classica presente già nella Bibbia e in Omero. Anche Virgilio e Dante vi ricorrono per indicare le anime dei morti in attesa di entrare all’inferno).
La madre
1930
E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia.
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
PARAFRASI
E quando il cuore, con il suo ultimo battito(E il cuore…battito – inversione sintattica), avrà fatto cadere il muro d’ombra (è il limite della vita ovvero quel qualcosa che, impalpabile e labile come un’ombra, ci divide da Dio e dall’eternità - analogia) per condurmi, madre, davanti al Signore. Come quand’ero bambino (Come una volta –l’anafora come introduce le similitudini delle prime tre strofe) mi terrai per mano.
In ginocchio, decisa (risoluta nel voler ottenere il perdono per il figlio), resterai immobile come una statua (sarai una statua – aspettando il giudizio divino) di fronte a Dio, nello stesso atteggiamento in cui ti vedevo in vita [quando si raccoglieva in preghiera – come…in vita - similitudine].
Alzerai tremante le braccia al cielo come quando morendo (come quando spirasti - similitudine) dicesti: eccomi mio Dio (nella madre vi è la stessa ansia di salvezza per il figlio provata per se stessa in punto di morte).
E solo quando Dio avrà espresso il suo perdono (m’avrà perdonato: il soggetto è Dio), desidererai guardarmi.
Allora ricorderai di avermi atteso a lungo e finalmente ti sentirai sollevata e serena (un rapido sospiro = un sospiro di tenerezza e di sollievo per l’avvenuto perdono).
Fonte: http://schedescuola.altervista.org/wp-content/uploads/2015/02/ungaretti-poesie-e-parafrasi.doc
Sito web da visitare: http://schedescuola.altervista.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve