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Francesco Petrarca – Il Canzoniere
12
Se la mia vita da l’aspro tormento
si può tanto schermire, et dagli affanni,
chi’i’ veggia per vertù degli ultimi anni,
donna, de’ be’ vostr’occhi il lume spento, 4
e i cape’ d’oro fin farsi d’argento,
et lassar le ghirlande e i verdi panni,
e ‘l viso scolorir che ne’ miei danni
a llamentar mi fa pauroso et lento: 8
pur mi darà tanta baldanza Amore
ch’i’ vi discovrirò de’ miei martìri
qua’ sono stati gli anni, e i giorni et l’ore; 11
et se ‘l tempo è contrario ai be’ desiri,
non fia ch’almen non giunga al mio dolore
alcun soccorso di tardi sospiri. 14
Presentazione di Sara Ponzio 4F
Francesco Petrarca, Se la mia vita da l’aspro tormento
Il poeta immagina Laura e se stesso giunti in un età avanzata, dove finalmente avrà il coraggio di confessarle il suo amore per lei e il tormento vissuto giorno dopo giorno generato da esso, così che i sospiri di lei, anche se giunti tardi (solo in vecchiaia), possano alleviare il suo tormento.
Petrarca spera che il tempo rendendo Laura meno bella, la faccia diventare più pietosa e provi pietà verso di lui.
Immagine del poeta che spera di godere da vecchio delle gioie negategli in giovinezza. In questo sonetto c’è una forte influenza del quinto canto di Dante.
COLLOCAZIONE E DATAZIONE DEL TESTO
Dodicesimo testo poetico, nono sonetto del Canzoniere.
Il periodo di stesura non è definito. È stato ipotizzato tra il 1351-52 perché il sonetto accenna a una situazione (la confessione del proprio amore in anni più avanzati), che sarà ripresa e svolta in tre sonetti (315-17) databili con sicurezza in questo periodo.
[Branca aveva ipotizzato che 12 potesse dipendere da due sonetti napoletani di Boccaccio (L’alta speranza, che li mia martiri; S’egli avvien mai che tanto gli anni miei), che ha suo parere Petrarca avrebbe conosciuto dopo il 1350.]
METRICA
Schema metrico: ABBA ABBA CDC DCD
PARAFRASI
Se la mia vita si può difendere tanto a lungo dal tormento,
e dagli affanni ,
che veda per effetto della vecchiaia,
donna, offuscato lo splendore dei vostri occhi,
e i capelli biondi fini diventare colore bianco (imbiancarsi),
e tralasciare gli ornamenti e i vestiti adatti all’età giovanile,
e scolorirsi quel viso che ora mi infonde tanta timidità,
che nei miei mali appena ardisco di lamentarmi:
finalmente mi darà tanto coraggio Amore
che io vi rivelerò le mie pene d’amore
quali sono stati gli anni, e i giorni e le ore;
e se il tempo (età avanzata) si opporrà ai desideri amorosi,
almeno verrà al mio dolore
qualche conforto di sospiri tardivi.
TEMI
Il tema di questo sonetto principalmente è il dissidio interiore del poeta. Questo lo possiamo capire da “l’aspro tormento”a v.1, “affanni” a v.2, “miei martiri” a v.10, “mio dolore” a v.13 e “tardi sospiri” a v.14.
Il secondo tema anche presente nel sonetto è lo scorrere del tempo: “ultimi anni” a v.3 e “et se il tempo” a v.12.
ANALISI
v.1 “tormento” = tormento d’amore
v.2 “schermire” = difendere
“affanni” = affanni generati dal desiderio amoroso
vv.1-2 Iperbato, che consiste nello spostare un gruppo di parole al termine di un enunciato per definirne meglio il significato. Infatti la parafrasi risulta: se la mia vita si può difendere tanto a lungo dal tormento e dagli affanni.
v.3 “ch’i’ veggia” = tal che si possa vedere
“per vertù” = per effetto
“ultimi anni”= della vecchiaia
v.4 “lume” = splendore. Richiamo RVF 90 a vv. 3-4 “e ‘l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi”. “spento” = offuscato
vv. 5-7 anafora: ripetizione a inizio verso della lettera “e”
v.5 “i cape’ d’oro” rimando RVF 90 a v.1 “Eran i capei d’oro a l’aura sparsi”
“farsi d’argento” = imbiancarsi
v.6 “le ghirlande e i verdi panni” = vestiario e ornamenti adatti all’età giovanile
v.7 “’l viso scolorir” = perdere di luminosità. Richiama “spento” a v.4. Sbiancare per l’età non per i turbamenti d’amore.
Richiamo INF V a v.131 “scolorocci il viso”.
Richiamo RVF 90 a v. 5 “e ‘l viso di pietosi color farsi”
v.8 “a llamentar mi fa pauroso et lento:” Richiamo INF V a v.117 “a lagrimar mi fanno tristo e pio” “pauroso et lento” = dittologia sinonimica: timoroso e esitante.
v.9 “pur” = finalmente
“baldanza” = coraggio. In opposizione a “pauroso” di v.8.
v.10 “discovrirò” = rivelerò. Francesismo.
“miei martìri” = pene d’amore. Richiamo INF V a v.116 “i tuoi martiri”, situazione come quella del canto di Francesca.
v.11 “qua’” = quali
“gli anni, e i giorni et l’ore;” Polisindeto. Richiamo RVF 61 a v.1 “Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, e l’anno”. Climax decrescente. Il tormento si individualizza. Da una visione generale diventa più circoscritta.
v.12 “’l tempo”= quello della vecchiaia,non più giovanile
“be’ desiri” = desideri d’amore. Richiamo INF V a v.120 “dubbiosi disiri”
v.13 “non fia ch’almen non giunga” Litote per “almeno verrà”
v.14 “alcun soccorso” = qualche conforto
“tardi sospiri” = sospiri di Laura finalmente mossa dalla pietà e ormai sicura che la sia virtù non corre più rischi. Richiamo INF V a v.118 “dolci sospiri”
È presente un forte richiamo a Dante in particolare al quinto canto dell’inferno.
v.10 “i miei martiri” à “tuoi martiri”
v.12 “bei desiri” à “dubbiosi disiri”
v.14 “tardi sospiri” à “dolci sospiri”
I verbi della certezza sono al futuro. I verbi al presente indicano la paura del poeta. L’immaginazione del futuro si mescola all’angoscia del presente. Il futuro è positivo (“baldanza” = coraggio) il presente è negativo (“pauroso et lento” = timoroso e esitante).
Non si parla mai del corpo della donna ma solo di frammenti (“capei”, “occhi”, “panni” e “viso”).
“martiri”, “desiri” e “sospiri” formano un sistema rimico di ascendenza stilnovistica più volte presente nel Canzoniere.
RIFERIMENTI Francesco Petrarca – Il Canzoniere
90
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi; 4
e ‘l viso di pietosi color farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’ésca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi? 8
…
Dante Alighieri – La divina commedia
Canto V
…
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?» 120
…
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132
…
Francesco Petrarca – Il Canzoniere
61
Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, e l’anno,
e la stagione, e ‘l tempo, e l’ora, e’l punto,
e ‘l bel paese, e ‘l loco ov’io fui giunto
da’ duo begli occhi, che legato m’hanno; 4
…
Fonte: http://3fscc.forumfree.it/?act=Attach&type=post&id=478031184
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Autore del testo: Ponzio
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