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Scopo:
Il percorso diagnostico terapeutico riguarda bambini asmatici di età compresa tra 5 e 16 anni non ospedalizzati, è rivolto a medici ed infermieri operanti sul territorio e nell’ambito delle U.O. di Pediatria del ASL provincia di Milano 1
Epidemiologia:
L’asma è la più frequente patologia cronica dell’infanzia, è una delle malattie più frequenti al mondo, la prevalenza è variabile nelle varie regioni al mondo, maggiormente frequente nelle nazioni occidentali.
In Italia la prevalenza è stimata tra il 9,5 e il 10,5% della popolazione infantile, registrando un progressivo aumento negli anni.
La prevalenza di asma è una notevole causa di aumento dei costi sia medici, in termini di spesa per i ricoveri e gli accessi in Pronto Soccorso, per spesa la farmaceutica, sia sociali intesi come perdita di giorni di scuola, perdita di giorni lavorativi da parte del genitore che assiste il bambino.
L’asma, come malattia cronica, ha un notevole impatto psicologico sul bambino e sulla sua famiglia; spesso i bambini con asma mostrano una bassa autostima, i genitori li escludono dalla normale attività fisica.
Il mancato controllo ottimale della malattia comporta un ulteriore aggravio dei costi sia medici che sociali, anche nell’ottica di una prevenzione della patologie invalidanti delle età successive a quella pediatrica.
Definizione (linee guida GINA aggiornate 2006, BTS 2008)
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da:
La gravità delle manifestazioni cliniche dell'asma è in genere correlata alla entità dell'ostruzione bronchiale, ma può essere percepita in modo diverso da diversi individui o nelle diverse fasi della malattia.
La relazione tra infiammazione e conseguenze fisiopatologiche, e tra queste e le manifestazioni cliniche e funzionali dell’asma, non è stretta e ciò ha conseguenze rilevanti nella valutazione della malattia e nelle scelte terapeutiche
Dal punto di vista anatomopatologico è caratterizzato da infiammazione cronica e quindi dalla presenza di cellule infiammatorie nelle vie aeree, quali eosinofili, neutrofili, mastociti, linfociti che rilasciano diversi tipi di mediatori e citochine che permettono il mantenimento dell’infiammazione; le cellule infiammatorie e quelle epiteliali presentano un aumentata espressione di molecole di adesione.
La diagnosi dell’asma è prevalentemente clinica e si basa su:
Principali sintomi asmatici
Fattori di rischio
La presenza di uno di questi segni e sintomi dovrebbe indurre il sospetto di asma:
• Respiro sibilante o fischi respiratori, (un esame obiettivo del torace negativo non esclude l’asma)
• Presenza nella storia di uno dei seguenti sintomi:
• Sintomi che si presentano o peggiorano di notte, risvegliando il paziente.
• Sintomi che si presentano o peggiorano in alcune stagioni.
• Il paziente presenta anche
• I sintomi peggiorano in presenza di:
- animali con pelo
- inquinanti chimici
- cambiamenti di temperatura
- acari della polvere domestica
- farmaci (aspirina, beta-bloccanti)
- esercizio fisico
- pollini
- infezioni respiratorie virali
- fumo
- emozioni intense
• Sintomi che rispondono a farmaci antiasmatici.
• Raffreddori di lunga durata che impiegano più di 10 giorni per risolversi
I sintomi possono essere:
Esame obiettivo :
l’esame obiettivo di un bambino con asma nel periodo di asintomaticità può essere silente;
i segni clinici di riacutizzazione possono essere:
La misurazione della funzione respiratoria permette di valutare la gravità, la reversibilità e le variabilità dell’ostruzione bronchiale e può aiutare a confermare la diagnosi di asma.
La spirometria è il modo preferibile per valutare la limitazione del flusso aereo e la sua reversibilità, la spirometria è applicabile solamente in bambini con età > 5-6 anni collaboranti
• Un incremento o del FEV1> 12% (o ≥ 200 ml) dopo somministrazione di un broncodilatatore indica una limitazione al flusso reversibile compatibile con asma (la maggior parte dei pazienti, però, non mostra sempre reversibilità e spesso è necessario ripetere il test con broncodilatatore più volte).
La misurazione del Picco di Flusso Espiratorio (PEF) può essere un importante contributo sia per la diagnosi che per il monitoraggio dell’asma.
• Le misure del picco di flusso sono idealmente confrontate ai valori migliori ottenuti dal paziente precedentemente.
• Un incremento di 60 L/min (o > al 20% del valore PEF prebroncodilatatore) dopo l’inalazione di un broncodilatatore, o la variazione giornaliera del PEF superiore al 20%, suggerisce la
diagnosi di asma.
Il test da sforzo è facilmente applicabile in età pediatrica (più specifico ma meno sensibile rispetto al test con metacolina)
Ossido nitrico espirato: la misura dell’Ossido Nitrico espirato può essere utile sia nella diagnosi che nel monitoraggio della flogosi allergica; tale metodica non è ancora disponibile capillarmente.
La maggior parte dei bambini che sviluppano respiro sibilante dopo i 5 anni hanno l’asma. Tuttavia, la diagnosi di asma in bambini più piccoli di questa età rappresenta un problema particolarmente difficile. Il respiro sibilante episodico e la tosse sono comuni in bambini che non hanno l’asma, specialmente in bambini di età inferiore ai 3 anni.
Più piccolo è il bambino e maggiore è la possibilità di una diagnosi alternativa che spieghi il respiro sibilante ricorrente. Nonostante esista la possibilità di ipertrattare il bambino, gli episodi di respiro sibilante possono essere abbreviati e ridotti di intensità attraverso l’uso di farmaci antiinfiammatori e broncodilatatori piuttosto che di antibiotici.
Altre possibili cause, anche se rare, di respiro sibilante sono rappresentate, specialmente nella prima infanzia, da rino-sinusite cronica, fibrosi cistica, reflusso gastroesofageo, ricorrenti infezioni virali del tratto respiratorio inferiore, displasia broncopolmonare, tubercolosi, malformazioni congenite che causano il ravvicinamento delle vie intratoraciche, inalazione di corpi estranei, la sindrome di discinesia ciliare primitiva, l’immunodeficienza e le malattie cardiache congenite. Nei bambini di età inferiore ai cinque anni, la diagnosi di asma deve essere basata principalmente sul giudizio clinico e sulla valutazione dei sintomi e dei reperti fisici; inoltre dovrebbe essere periodicamente rivista in relazione alla crescita del bambino. Un utile metodo per confermare la diagnosi in questo gruppo di età è quello di prescrivere un ciclo di trattamento con broncodilatatori a breve durata d’azione. Un miglioramento clinico significativo durante il trattamento e un peggioramento osservabile all’interruzione del trattamento, suggerisce la diagnosi di asma.
Bambini di 4-5 anni possono essere stimolati all’uso di un misuratore di picco di flusso, ma è richiesta la supervisione dei genitori per assicurare risultati accurati.
Altri contributi diagnostici utilizzabili nei bambini che possono indirizzare alla diagnosi di asma sono rappresentati da:
• Registrazione di un diario dove il bambino può raccogliere i dati, i sintomi e i valori del PEF (utilizzabile in bambini più grandi di 5 anni).
• Le prove allergiche cutanee, o il dosaggio delle IgE specifiche nel siero, possono aiutare ad identificare fattori di rischio, così che possono essere raccomandate appropriate misure di controllo ambientale. Nella diagnostica dell’asma può essere importante l’individuazione di fattori scatenanti, pertanto appare utile l’indagine allergologica.
Valutazione allergologica approfondita.
Skin prick test come indagine di primo livello utilizzando estratti allergenici standardizzati.
Il dosaggio delle IgE specifiche sieriche è un esame di secondo livello.
Valutazione della presenza di rinite o rinosinusite.
Valutazione della presenza di reflusso gastro-esofageo.
Prick test da eseguirsi nel bambino asmatico:
I test per allergeni alimentari devono essere presi in considerazione solamente in casi selezionati e dopo una anamnesi approfondita.
Diagnosi differenziale nell’asma del bambino:
Asma vs. wheezing transitorio
Anomalie strutturali (tracheo-broncomalacia, compressioni esterne, etc. )
Infezioni persistenti
Reflusso gastroesofageo
Fibrosi cistica
Prematurità,
Displasia broncopolmonare
TBC
Discinesia ciliare
Cardiopatie congenite
Corpo estraneo
Bronchiectasie
Alla prima visita e ad ogni controllo deve essere sempre stabilita la gravità e la severità dell’asma, nel modo più corretto possibile al fine di poter impostare la terapia nel modo più appropriato.
Comunque, è importante riconoscere che la gravità dell’asma coinvolge sia la gravità della malattia sottostante sia la sua risposta al trattamento. Inoltre la gravità non è un aspetto invariabile nell’asma di ogni soggetto, ma può cambiare nel corso di mesi o anni.
Da ciò deriva che per la gestione dell’asma è più importante e più utile classificare l’asma attraverso il livello di controllo della malattia.
ASMA INTERMITTENTE |
ASMA PERSISTENTE CONTROLLATA |
ASMA PERSISTENTE PARZIALMENTE CONTROLLATA |
ASMA PERSISTENTE NON CONTROLLATA |
< 1 volta/settimana |
< 2 volte/settimana |
>2 volte/settimana |
3 o più aspetti di asma parzialmente controllato presenti in qualsiasi settimana |
Nessuna limitazione attività |
Qualche limitazione attività |
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< 2 volte/mese sintomi notturni |
Necessità di terapia < 2 volte sett |
Qualche sintomo notturno |
|
Necessità di terapia > 2 volte/settimana |
|||
PEF o FEV nella norma fra gli attacchi |
PEF o FEV nella norma |
PEF o FEV < 80% |
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1 o più riacutizzazioni/anno |
L’obiettivo del trattamento dell’asma è quello di raggiungere e mantenere il controllo delle manifestazioni cliniche della malattia per periodi prolungati. Quando l’asma è controllato, i pazienti possono evitare la maggior parte degli attacchi, evitare sintomi pericolosi sia diurni che notturni e mantenere un’attività fisica attiva.
Per raggiungere questi obiettivi, sono richieste quattro componenti di terapia tra loro correlate:
Parte 1.
Sensibilizzare il paziente a sviluppare uno stretto rapporto di collaborazione con il medico:
Con l’aiuto del medico e del personale sanitario, i pazienti possono imparare a:
L’educazione del paziente dovrebbe essere parte integrante della relazione medico-paziente. Utilizzare una serie di metodi come ad esempio i colloqui (con il medico, gli infermieri, gli educatori), le dimostrazioni, materiale scritto, gruppi di lavoro, materiale video o audio, rappresentazioni teatrali o gruppi di supporto al paziente, aiuta a rinforzare i messaggi educazionali.
Il personale sanitario deve preparare per iscritto, con il paziente, un programma individuale di trattamento, corretto, comprensibile, che il paziente possa effettivamente eseguire
Parte 2
Identificazione e riduzione dell’esposizione a fattori di rischio
Per migliorare il controllo dell’asma e ridurre la necessità di farmaci al bisogno, i pazienti dovrebbero evitare l’esposizione a fattori di rischio che causano i loro sintomi di asma.
Misure di allontanamento che migliorano il controllo dell’asma e riducono il bisogno di farmaci:
- fumo di tabacco: evitare il fumo di tabacco. I pazienti e i loro conviventi non dovrebbero fumare;
- farmaci, cibi, e additivi: non assumere queste sostanze se causa di sintomi asmatici.
Ragionevoli misure di allontanamento che possono essere raccomandate ma per le quali non esiste dimostrazione di efficacia:
- acari della polvere: lavare la biancheria del letto una volta alla settimana in acqua calda ed asciugare in asciugatore caldo o al sole. Ricoprire il cuscino e il materasso con federe antiallergiche. Eliminare tappeti e moquette in particolare nella camera da letto (se possibile utilizzare aspirapolvere provvisti di filtro). Usare mobili di vinile, pelle o legno invece di quelli imbottiti;
- animali con pelliccia: allontanare cani e gatti e altri eventuali animali da casa, e in particolare dalla camera da letto. Lavare frequentemente gli animali;
- scarafaggi: pulire accuratamente e spesso la casa, utilizzare anche insetticidi spray assicurandosi che il paziente non ne venga esposto;
- pollini e muffe degli ambienti esterni: chiudere porte e finestre e rimanere al chiuso fino a quando il livello di muffe e pollini nell’aria rimane alto;
- muffe degli ambienti chiusi: ridurre l’umidità della casa; pulire spesso le zone umide.
L’attività fisica è uno stimolo in grado di scatenare sintomi di asma, ma i pazienti non dovrebbero evitare l’esercizio fisico. I sintomi possono essere prevenuti prendendo un farmaco al bisogno a rapida insorgenza prima di iniziare un’intensa attività fisica (alternative sono rappresentate dagli antileucotrienici).
L’obiettivo del trattamento dell’asma per raggiungere mantenere il controllo clinico può essere raggiunto nella maggior parte dei pazienti, attraverso un ciclo continuo che comprende
• valutare il controllo dell’asma
• trattare per raggiungere il controllo
• monitorare e mantenere il controllo
Ogni paziente deve essere valutato per stabilire il corrente regime terapeutico, l’aderenza al trattamento prescritto e il livello di controllo dell’asma.
Ad ogni step di trattamento, i farmaci al bisogno dovrebbero essere forniti per risolvere rapidamente i sintomi di asma quando necessario. È tuttavia importante sapere quanto uso di farmaco al bisogno il paziente stia assumendo; l’uso regolare o un aumento della quantità delle somministrazioni indica che l’asma non è ben controllato.
Dallo step 2 allo step 5, i pazienti richiedono inoltre uno o più farmaci di fondo che tengano sotto controllo i sintomi ed evitino l’inizio degli attacchi. I glucocorticosteroidi inalatori sono
i più efficaci farmaci di fondo attualmente disponibili.
La maggior parte dei pazienti con nuova diagnosi di asma o non ancora sotto trattamento medico, dovrebbero iniziare il trattamento partendo dallo step 2 (o se il paziente è molto sintomatico, dallo step 3). Se l’asma non è ancora controllato con il regime terapeutico prescritto, il trattamento dovrebbe essere aumentato fino a che il controllo non sia raggiunto.
Dosi quotidiane comparative di corticosteroidi per via inalatoria nei bambini
I farmaci per via inalatoria.
L’uso della via inalatoria è da preferire perché consente di somministrare i farmaci direttamente nelle vie aeree, ottenendo un potente effetto terapeutico, minimizzando o evitando effetti collaterali sistemici.
I farmaci inalatori per asma sono disponibili come aerosol predosati in bombolette pressurizzate (MDI), aerosol predosati in bombolette pressurizzate azionate dal respiro, erogatori a polvere secca (DPI) e aerosol nebulizzati. L’uso di un distanziatore (o camera di espansione) migliora l’erogazione del farmaco, riduce l’assorbimento sistemico e gli effetti collaterali dei glucocorticosteroidi somministrati per via inalatoria. È importante insegnare ai bambini e ai genitori come usare i farmaci per via inalatoria, poiché le tecniche di inalazione sono diverse a seconda dell’erogatore utilizzato.
- Vanno fornite dimostrazioni ed istruzioni scritte ed illustrate.
- Ad ogni visita si deve chiedere al paziente di mostrare come usa gli erogatori consigliati.
Per ogni bambino, selezionare il dispositivo di inalazione più appropriato.
In generale:
Età |
Dispositivo da preferire |
Dispositivo alternativo |
< 4 anni |
MDI* con camera di espansione e maschera facciale |
Nebulizzatore con maschera o boccaglio |
4 - 6 anni |
MDI* con camera di espansione con boccaglio o maschera facciale |
Nebulizzatore con maschera o boccaglio |
> 6 anni |
MDI* con camera di espansione con boccaglio o erogatore di polvere |
Nebulizzatore con boccaglio |
DISPOSITIVI
Indicazioni: pazienti con impossibilità all’impiego di altri inalatori, durante la fase di riacutizzazione (in alcuni casi).
In questi casi è raccomandato l’impiego di distanziatori o camere, di MDI attivati dal respiro del paziente e DPI.
L’HFA in alternativa ai CFC (che saranno banditi tra alcuni anni) è attualmente il propellente utilizzato dalla maggior parte dei MDI; tale formulazione consente di ottenere caratteristiche granulometriche migliori rispetto all’impiego del CFC.
Camere o distanziatori: risolvono il problema della coordinazione ventilo motoria, migliorano la deposizione polmonare dei farmaci, riducono la deposizione oro-faringea ma sono ingombranti; inoltre, per problemi elettrostatici, parte del farmaco si deposita sulle pareti.
Raccomandazioni :
La terapia farmacologia dell’asma ha lo scopo di eliminare e prevenire i sintomi della malattia e la broncostruzione e comprende farmaci di fondo e farmaci sintomatici.
Farmaci di fondo: devono essere assunti quotidianamente e per lungo tempo e servono per ottenere e mantenere il controllo dell’asma persistente; consistono negli agenti antinfiammatori e broncodilatatori a lunga durata d’azione. Tra i farmaci di fondo con attività antinfiammatoria i cortisonici per via inalatoria sono al momento i farmaci più efficaci.
Diversi studi clinici hanno dimostrato che il trattamento con agenti antinfiammatori è più efficace del trattamento con broncodilatatori nel controllo a lungo termine dei sintomi, per il miglioramento della funzionalità respiratoria e per la diminuzione della responsività delle vie aeree. (LG GINA)
I farmaci di fondo comprendono: glucocorticoidi per via inalatoria (ICS) e per via orale, il disodiocromoglicato, il nedocromile sodico, la teofillina a lento rilascio, i B2 agonisti a lunga durata d’azione per via inalatoria (LABA) e gli antileucotrienici per via orale. (LG. GINA)
Farmaci sintomatici: farmaci a rapida insorgenza d’azione per la risoluzione della broncoostruzione e dei relativi sintomi, i più efficaci sono i B2 agonisti (SABA: short acting beta agonists), altri sono gli anticolinergici a breve durata per via inalatoria, la teofillina a breve durata d’azione, i B2 agonisti orali a breve durata d’azione, i glucocorticoidi sistemici. (LG GINA)
(A .1) Farmaci di fondo :
Modalità di somministrazione: inalatoria
Meccanismo d’azione: il trattamento condotto per periodi superiori al mese, riduce i segni dell’infiammazione nelle vie aeree e l’iper reattività bronchiale.
Ruolo nel trattamento: sono i farmaci antinfiammatori più efficaci nell’asma (che, ricordiamo, è una malattia infiammatoria).
Numerosi studi hanno dimostrato la loro efficacia nel migliorare i sintomi e la funzione respiratoria, nel diminuire l’iper responsività bronchiale, ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni e migliorare la QV. (evidenza A . LG GINA)
Rappresentano pertanto il trattamento di prima scelta per tutti i pazienti con asma persistente a tutti i livelli di severità
I più utilizzati sono: Beclometasone dipropionato, Budesonide, Flunisolide, Fluticasone
Si differenziano tra loro per biodisponibilità sistemica (che è in funzione della modalità di somministrazione, dell’assorbimento intestinale e polmonare), per il grado di inattivazione durante il primo passaggio epatico, la loro emivita e potenza antinfiammatoria; tali parametri ne definiscono il rapporto dose/risposta riguardo agli effetti terapeutici e collaterali. In tabella è riportato uno schema di possibile equivalenza con i relativi dosaggi.
Si sottolinea che dato che la curva dose/risposta degli ICS è piatta, è difficile ottenere dei dati di equivalenza di attività negli studi sui pazienti asmatici.
Effetti collaterali: i numerosi studi clinici effettuati su bambini in terapia con steroidi inalanti anche per lunghi periodi di tempo, non hanno evidenziato significativi effetti collaterali con le dosi usualmente utilizzati, anche l’effetto sulla crescita staturale di questi bambini non sembra significativo,l’altezza definitiva risulta nel target genetico alla fine dell’accrescimento; comunque è indicato un attento monitoraggio auxologico nei bambini in terapia con sterodi inalanti specialmente quando si utilizzano dosaggi elevati
Modalità di somministrazione: orale o parenterale
Meccanismi d’azione : sono gli stessi degli ICS
Ruolo nel trattamento: un trattamento a lungo termine con cortisonici orali è giustificato solo nei soggetti affetti da asma severa dopo aver massimizzato e ottimizzato la terapia con ICS , LABA, ev teofillinici ed antileucotrienici. Infatti l’indice terapeutico (benefici/effetti collaterali) è molto migliore con gli ICS rispetto ai cortisonici orali. Nel caso in cui debba essere effettuata terapia sistemica, devono essere applicate tutte le misure per minimizzare gli effetti collaterali: utilizzare cortisonici a breve emivita (prednisone, metilprednisolone), eventualmente con trattamento a giorni alterni, assumere il farmaco al mattino.
Effetti collaterali : soppressione asse ipotalamo ipofisario.
c. Sodio cromoglicato e nedocromile sodico
modalità di somministrazione: inalatoria
meccanismo d’azione : probabilmente inibiscono il rilascio di mediatori dai mastociti da altre cellule infiammatorie ( macrofagi, eosinofili, monociti). Ci sono scarse o nulle evidenze nella riduzione dell’infiammazione nell’asma per trattamenti cronici
ruolo nel trattamento : inibiscono la broncoostruzione indotta da allergeni e da stimoli fisici (nebbia, esercizio fisico) riducono, in maniera modesta, la frequenza dei sintomi e delle riacutizzazioni e la reattività bronchiale aspecifica sebbene in modo meno marcato rispetto agli ICS ( evidenza B , LG GINA)
effetti collaterali : sono trascurabili
d. Metilxantine
modalità di somministrazione: orale
meccanismo d’azione: broncodilatatore con effetti extrapolmonari e modesti effetti antinfiammatori verosimilmente connessi alla inibizione della fosfodiesterasi, necessita di concentrazioni plasmatiche > 10 mcg/l (broncodilatazione)
ruolo nel trattamento: può essere utilizzata come aggiunta alla terapia di fondo con ICS , quando è necessario un ulteriore controllo dell’asma (evidenza B, LG GINA), ma come terapia aggiuntiva è meno efficace dei LABA (evidenza A , LG GINA)
effetti collaterali: nausea, vomito, aritmie, convulsioni (sono spesso dose correlati)
e. B2 agonisti a lunga durata d’azione (salmeterolo, formoterolo)
modalità di somministrazione: inalatoria
meccanismo d’azione: il loro effetto persiste per almeno 12 ore; rilasciano la muscolatura bronchiale e determinano un effetto broncodilatatore, inibiscono inoltre la broncoostruzione indotta da agenti chimici e fisici. Il formoterolo ha una rapidità di insorgenza dell’effetto broncodilatatore maggiore rispetto al salmeterolo.
ruolo nel trattamento: sono da utilizzarsi quando l’asma non è controllata con dosi medio-basse di ICS ( evidenza A ) e devono quindi essere sempre associati agli ICS (evidenza A). (Walters et al metanalisi Cochrane 2002).
L’associazione tra ICS e LABA migliora i sintomi dell’asma notturna e la funzionalità respiratoria (evidenza A)
effetti collaterali: sono ridotti rispetto ai B2 agonisti orali, i più comuni sono tremori, ipopotassiemia, stimolazione cardiaca.
INIZIO E DURATA D’AZIONE DEI B2 AGONISTI PER VIA INALATORIA |
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Inizio dell’azione |
Durata dell’azione |
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Breve |
Lunga |
Rapida |
Fenoterolo |
Formoterolo |
Lenta |
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Salmeterolo |
LG CMAJ: I LABA non sono raccomandati per essere utilizzati in assenza di una terapia anti infiammatoria di fondo ( evidenza livello II)
f. Antileucotrienici (montelukast, zafirlukast)
modalità di somministrazione: orale
meccanismo d’azione: inibisce i leucotrieni (LT,E4,D4,C4) a livello recettoriale, impedendo l’effetto broncoostruttivo, pro infiammatorio.
ruolo nel trattamento: migliorano il controllo dell’asma nei pazienti con asma non controllata con dosaggi medio-basse di ICS (evidenza A), ma come terapia aggiuntiva è meno efficace dei LABA (evidenza A , LG GINA). Possono essere utili nei pazienti che non assumo terapia orale.
effetti collaterali: solitamente ben tollerati; è poco chiara l’eventuale associazione con la Sindrome di Churg Strass, probabilmente dovuta a slatentizzazione in pazienti che assumevano cortisonici orali il cui dosaggio è stato ridotto grazie agli anti LT (Duchrame et al 2003, Duchrame metanalisi Cochrane 2002).
g. Antistaminici di IIa generazione
modalità di somministrazione: orale
meccanismo d’azione e ruolo nel trattamento: antagonismo recettoriale, bloccano gli effetti dell’istamina sulla risposta allergica, ma non sono farmaci consigliati nel trattamento dell’asma.
effetti collaterali : sedazione
(A.2) Farmaci sintomatici
a. B2 agonisti a breve durata d’azione (SABA) (salbutamolo, fenoterolo, terbutalina, reproterolo)
modalità di somministrazione: inalatoria
meccanismo d’azione: effetto broncodilatatore a rapida insorgenza (pochi minuti) (evidenza A) per rilasciamento delle fibrocellule muscolari lisce ed effetto antireattivo (prevenzione dell’asma da sforzo) ( evidenza A).
ruolo nel trattamento: da utilizzarsi al bisogno per risolvere rapidamente situazioni di broncoostruzione. L’aumento dell’impiego dei SABA è indicativo di uno scarso controllo dell’asma.
effetti collaterali: sono ridotti rispetto ai B2 agonisti orali, i più comuni sono tremori, ipopotassiemia, stimolazione cardiaca (Walters metanalisi Cochrane 2002, studio TRUST 2000)
b. Anticolinergici
modalità di somministrazione: inalatoria
meccanismo d’azione: antagonizzano il recettore dell’acetilcolina inibendone gli effetti, pertanto esplicano un effetto broncodilatatore, scarso effetto antireattivo (prevenzione del broncospasmo);
ruolo nel trattamento: utili come terapia di associazione ai SABA nella grave riacutizzazione asmatica. Non trovano posto, in monoterapia, solitamente nella terapia a lungo termine nell’asma, eccetto l’impiego nei pazienti che tollerano poco i B2 agonisti (tremori extrasistolia..). In associazione ai SABA migliorano, a lungo termine, la funzionalità respiratoria (evidenza B) Non ci sono studi sull’attività e indicazioni del tiotropio bromuro (anticolinergico a lunga durata d’azione) nell’asma; è possibile prevederne un impiego solo nei casi di asma severa come terapia broncodilatatrige aggiuntiva.
effetti collaterali : secchezza delle fauci, tachicardia, ecc.
c. Metilxantine: vedi paragrafo precedente
Come farmaco sintomatico è da utilizzarsi per via endovenosa nell’asma acuta.
d. B2 agonisti a breve durata d’azione per via orale
modalità di somministrazione : orale
Indicati solo nei soggetti che non possono assumere terapia inalatoria vista la maggior incidenza di effetti collaterali.
L’ immunoterapia specifica con estratti allergenici (ITS) viene utilizzata (in molti paesi) per il trattamento delle malattie allergiche compresa l’asma, ed ha dato buoni risultati in particolare nel trattamento della rinite allergica.
Alcuni lavori suggeriscono che l’ITS determini una differenziazione a carico del sistema immunitario delle cellule TH2 (che sostiene il fenotipo atopico) in senso TH1.
I migliori risultati sono stati ottenuti nel paziente affetto da rinite allergica , oppure nei pazienti non disponibili ad assumere farmaci per periodi prolungati, e l’efficacia contro placebo è stata dimostrata da una recente metanalisi Cochrane (evidenza A)
A causa degli interrogativi ancora non completamente risolti (quando ed in quali soggetti, con quanti allergeni, con quale dosaggio totale, per quanto tempo?) e del modesto effetto dell’immunoterapia specifica nell’asma, specialmente rispetto ai cortisonici inalatori, i possibili benefici di questa terapia devono essere valutati in relazione al rischio di effetti collaterali (occasionalmente fatali) ed alla scomodità di una terapia sottocutanea prolungata.
In base alle conoscenze fino ad ora acquisite l’ITS dovrebbe essere presa in considerazione dopo il fallimento delle misure di prevenzione ambientali e della terapia farmacologia, compresi gli ITS. Non esistono studi che confrontino ITS e terapia farmacologia (LG GINA)
asma e allergia non sono sinonimi
E’ possibile riconoscere una componente allergica in circa il 50% degli adulti con asma bronchiale e nel 70% dei bambini. Per consuetudine gli asmatici con componente allergica vengono definiti ‘estrinseci’ e quelli senza componente allergica “intrinseci”.
Non esistono differenze dal punto di vista terapeutico (né anatomo-patologico) tra le due tipologie di asmatici, tranne che nei soggetti con asma lieve, nei quali può essere considerata l’opportunità di effettuare un’ITS, mentre in tutti gli allergici devono essere messe in opera tutte le norme possibili in modo da evitare il contatto con gli allergeni.
Si può cosi sintetizzare il problema: gli atopici rappresentano circa il 25-30% della popolazione, ma solo il 8% sono asmatici (adulti) di cui il 50% sono allergici (4%).
L’atopia e la rinite allergica rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma, ma se un soggetto diventerà o meno asmatico dipende dall’interazione genotipo-fenotipo-ambiente ed attualmente non abbiamo gli strumenti per poterlo prevedere. Non è ancora noto l’effetto,sulla storia naturale dell’asma, di un trattamento antinfiammatorio precoce o dell’immunoterapia (possibilità di remissione della malattia?).
Classificazione dei farmaci antiasmatici di fondo
Classe di farmaci |
Dosaggio abituale |
Effetti collaterali |
commenti |
Glucocorticosteroidi |
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Per via inalatoria Beclometasone |
Per via inalatoria |
inalatori |
inalatori |
Compresse o sciroppo Idrocortisone |
Compresse o sciroppo Per il controllo quotidiano usare la minima dose efficace di 5-40 mg di prednisone o di una dose equivalente di altro glucocorticoide al mattino. Per le riacutizzazioni 40-60 mg/die in 1-2 dosi negli adolescenti o 1 – 2 mg/Kg/die nei bambini. |
Compresse o sciroppo I glucocorticosteroidi assunti per lungo tempo possono causare osteoporosi, ipertensione arteriosa sistemica, diabete mellito, cataratta, soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrenalico, obesità, atrofia cutanea, debolezza muscolare. Valutare condizioni concomitanti che potrebbero essere aggravate da steroidi orali, ad es. infezioni da herpes virus, varicella, tubercolosi, ipertensione, diabete e osteoporosi. |
Compresse o sciroppo Utilizzo a lungo termine: una dose al mattino a giorni alterni causa meno tossicità Utilizzo a breve termine: trattamento intensivo per 3-10 giorni al fine di ottenere un rapido controllo; somministrare finché PEF> 80% del teorico o fino alla risoluzione dei sintomi. |
Disodio cromoglicato |
Aerosol predosato 2-5 mg: 2-4- inalazioni 3-4 volte al giorno. |
Minimi effetti collaterali. Dopo somministrazione per via orale può comparire tosse. |
Poi impiegare 4-6 settimane per produrre effetto massimo. |
Nedocromile |
Aerosol predosato 2 mg spruzzo: 2-4 inalazioni 2 – 4 volte al giorno. |
Può verificarsi tosse dopo inalazione. |
Alcuni pazienti sono incapaci di tollerare il gusto. |
Beta2-agonisti a lunga durata d’azione. |
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(continua)
(continuazione) Classificazione dei farmaci antiasmatici di fondo
Classe di farmaci |
Dosaggio abituale |
Effetti collaterali |
commenti |
Per via inalatoria
Compresse a lento rilascio |
Per via inalatoria
Compresse |
Per via inalatoria
Compresse |
Per via inalatoria
Compresse |
Combinazione CSI/LABA |
DPI-F/S 100, 250 o 500 ug/50ug l’inalazione bid MDI- F7S 50, 125 o 250 ug/25 ug DPI – B/F 100 o 200 ug/6ug MDI – B/F 80 o 160 ug/ 4,5ug |
Simili a quelli descritti sopra per i singoli componenti della combinazione |
Nell’asma severo persistente, la combinazione è più efficace del raddoppio della dose dei corticosteroidi inalatori. |
(continua)
(continuazione) Classificazione dei farmaci antiasmatici di fondo
Classe di farmaci |
Dosaggio abituale |
Effetti collaterali |
commenti |
Teofillina a lento rilascio |
Dose iniziale |
I più frequenti sono nausea e vomito. in presenza di elevate teofilline mie si possono avere gravi effetti collaterali comprese convulsioni, tachicardia, aritmia |
E’ necessario spesso il monitoraggio della teofilline mia. L’assorbimento e il metabolismo possono essere influenzati da vari fattori, incluso lo stato febbrile. |
Antileucotrienici |
Bambini: |
Ad oggi non si conoscono effetti indesiderati specifici alle dosi raccomandate. aumento degli enzimi epatici con Z; segnalazioni di casi limitati di insufficienza epatica con Z |
Gli antileucotrienici sono particolarmente efficaci in pazienti con asma lieve persistente. Questi farmaci forniscono un ulteriore beneficio quando somministrati assieme a corticosteroidi inalatori, sebbene non siano così efficaci come i broncodilatatori beta2-agonisti a lunga durata di azione. |
Immunomodulatori |
Adolescenti |
Dolore e bruciore nel sito di iniezione (5-20%) e molto raramente anafilassi (0,1%) |
Il farmaco deve essere conservato in frigorifero a 2-8° C e può essere somministrata al massimo una dose di 150 mg per sito di iniezione |
CLASSIFICAZIONE DEI FARMACI ANTIASMATICI SINTOMATICI
Classe di farmaci |
Dosaggio abituale |
Effetti collaterali |
commenti |
Beta2-agonisti a breve durata d’azione Albuterolo/salbutamolo |
Pur essendoci differenze nel rapporto dose-effetto, tutte le molecole sono confrontabili sulla base dell’effetto del singolo spruzzo. per l’uso sintomatico e il pretrattamento prima dell’attività fisica: aerosol predosato (MDI) 2 puff o 1 inalazione con inalatore a polvere secca (DPI). |
Inalatori: tachicardia, tremore muscolare, cefalea, irritabilità. A dosi molto elevate iperglicemia, ipopotassiemia La somministrazione sistemica mediante compresse o sciroppo aumenta il rischio di questi effetti collaterali |
Sono i farmaci di scelta per gli episodi acuti di broncospasmo. L’assunzione per via inalatoria ha una più rapida insorgenza d’azione e una maggiore efficacia rispetto alle compresse o allo sciroppo. Un progressivo incremento di impiego, la mancanza degli effetti attesi o l’utilizzo di più di 1 erogatore al mese, indicano uno scarso controllo dell’asma; di conseguenza occorre aggiustare la terapia a lungo termine. L’impiego di > 2 erogatori al mese è associato ad aumentato rischio di acutizzazione asmatica severa, pericolosa per la vita. |
Anticolinergici |
IB: aerosol predosato (MDI) 4-6 puff ogni 6 h o ogni 20 min in Pronto Soccorso. |
Lieve secchezza del cavo orale o sensazione di cattivo sapore in bocca |
Possono apportare un effetto aggiuntivo ai beta-agonisti ma con insorgenza d’azione più lenta. Rappresentano un’alternativa per pazienti con intolleranza ai beta-agonisti
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Teofillina a breve durata d’azione |
Dose di carico di 7 mg/kg in 20 min, seguita da 0,4 mg/kg/ora per infusione continua |
Nausea, vomito. |
Necessario il monitoraggio della teofilline mia. Disporre dei livelli sierici 12 – 24 h dall’inizio dell’infusione. Mantenere la teofilline mia tra 10-15 ug/ml |
Iniezioni di epinefrina/adrenalina |
Soluzione 1:1000 (1mg/mL): da 0,01 mg/Kg fino ad una dose massima di 0,3 – 0,5 mg ogni 20 min per 3 volte |
Effetti collaterali simili, ma più gravi di beta2-agonisti. Inoltre: ipertensione, febbre, vomito e allucinazioni nel bambino. |
In generale, se sono disponibili beta2-agonisti, non sono raccomandate per trattare le crisi asmatiche |
Monitorare per raggiungere il controllo.
il monitoraggio del buon controllo dell’asma si basa su alcuni punti fondamentali:
Controllo clinico
Visite di controllo con valutazione globale delle condizioni cliniche del bambino, compreso il monitoraggio de dati auxologici, valutazione del controllo domiciliare, controllo della corretta esecuzione della terapia, valutare il diario dei sintomi
Spirometria.
Nei bambini collaboranti devono essere programmate un numero sufficiente di spirometrie durante tutto l’anno, in particolare è opportuna una spirometria al momento della diagnosi prima di iniziare la terapia .
Particolare attenzione deve essere posta alla dimostrazione di asma da sforzo mediante spirometria dopo sforzo fisico
Autocontrollo domiciliare
Cardine della terapia è l’istruzione della famiglia e del bambino, valutare la opportunità di utilizzare il misuratore di picco di flusso in casi selezionati.
esempio di questionario da somministrare al paziente per monitorare il trattamento antiasmatico
Il programma di trattamento dell’asma ha raggiunto gli scopi prefissati? |
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domande da porre al paziente |
Cosa fare |
l’asma è controllato di notte? |
Cambiare la terapia farmacologica e il programma di trattamento a secondo delle necessità (aumento o riduzione). Prima di tutto verificare l’adesione alla terapia |
ha avuto bisogno di più farmaci del solito? |
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ha avuto bisogno di viste urgenti? |
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il suo PEF è al di sotto del miglior valore personale? |
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riesce a svolgere le normali attività quotidiane? |
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Il paziente sta usando correttamente gli inalatori, il distanziatore |
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Per cortesia mi mostri come usa i farmaci |
Mostrare la corretta tecnica di somministrazione dei farmaci |
Il paziente sta assumendo i farmaci e sta evitando i fattori di rischio |
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Per una terapia corretta è necessario sapere quante volte assume in un giorno i farmaci |
Rendere più agevole il programma di trattamento |
Quali problemi ha nel seguire il programma di trattamento o nell’assumere i suoi farmaci? |
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Nell’ultimo mese ha mai smesso di prendere i farmaci perché si sentiva meglio? |
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Il paziente ha dubbi? |
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Quali dubbi ha sull’asma, sui farmaci e sul programma di trattamento? |
Educare ulteriormente il paziente/famigliari a superare i dubbi |
Parte 4. gestire la riacutizzazione asmatica : vedi le linee guida SIP
classificazione della riacutizzazioni asmatiche in base alla gravità*
parametro |
lieve |
Moderata gravità |
grave |
Arresto respiratorio imminente |
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dispnea |
camminando |
parlando |
A riposo |
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Può mettersi disteso |
Nei bambini pianto debole e corto; difficoltà nell’alimentazione |
I bambini smettono di mangiare |
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conversazione |
discorsi |
frasi |
Parole |
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Stato di coscienza |
Può essere agitato |
Sempre agitato |
Sempre agitato |
Sonnolento o confuso |
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Frequenza respiratoria |
aumentata |
aumentata |
Spesso > 30/min |
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|||
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Frequenza respiratoria normale nel bambino sveglio |
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età |
Frequenza normale |
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< 2 mesi |
<60/min |
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Uno dei muscoli accessori e retrazioni sovrasternali |
assente |
presente |
presente |
Movimenti toraco-addominali paradossi |
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sibili |
Modesti, spesso solo espiratori |
intensi |
intensi |
assenti |
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Frequenza cardiaca/min |
<100 |
100-200 |
>120 |
bradicardia |
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Frequenza cardiaca normale in età pediatrica |
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Lattanti |
2-12 mesi |
<160/min |
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Polso paradosso |
Assente |
Può essere presente |
Spesso presente |
L’assenza suggerisce fatica dei muscoli respiratori |
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PEF % del teorico del migliore valore personale, dopo broncodilatatore |
>80% |
Circa 60-80% |
<60% (100 L/min negli adolescenti) oppure la risposta al broncodilatatore permane per meno di 24 h |
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PaO2 (in aria ambiente) ** |
Normale |
>60 mmHg |
>60 mmHg |
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e/o PaCO2 ** |
<45 mmHg |
>45 mmHg |
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SaO2 |
>95% |
91-95% |
<90% |
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L’ipercapnia (ipoventilazione) si sviluppa più rapidamente nei bambini piccoli che negli adolescenti |
* la presenza di alcuni parametri, ma non necessariamente tutti, indica la generale classificazione dell’esacerbazione
** i Kilopascal sono anche usati a livello internazionale; se necessario ricorrere ad una conversione appropriata
LA GESTIONE INTEGRATA DEL BAMBINO ASMATICO: PERCORSO SANITARIO
ESORDIO con ATTACCO DI GRAVE ENTITA’ |
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1° attacco di grave entità |
P.S. |
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PLS |
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ESORDIO con ATTACCO DI MEDIA / LIEVE ENTITA’ |
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1° attacco di lieve / media entità |
PLS |
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INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO |
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PLS |
In alternativa a quanto sopra, invio allo specialista di 2° livello per visita e successive indagini sino alla definizione diagnostica |
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SPECIALISTA |
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ASMA INTERMITTENTE (senza necessità di terapia di fondo) |
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< 1 volta/settimana |
PLS |
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SPECIALISTA |
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ASMA PERSISTENTE CONTROLLATA |
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< 2 volte/settimana |
PLS |
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SPECIALISTA |
Se inviato dal PLS che non ha attivato APA:
altrimenti effettuazione spirometria di controllo su richiesta PLS che ha attivato APA |
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ASMA PERSISTENTE PARZIALMENTE CONTROLLATA |
|||
>2 volte/settimana |
PLS |
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SPECIALISTA |
Se inviato dal PLS che non ha attivato APA:
altrimenti effettuazione spirometria di controllo su richiesta PLS che ha attivato APA |
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ASMA PERSISTENTE NON CONTROLLATA |
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3 o più aspetti di asma parzialmente controllato presenti in qualsiasi settimana |
PLS |
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SPECIALISTA |
Se inviato dal PLS che non ha attivato APA:
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Fonte: http://www.aslmi1.mi.it/modulistica/doc_view/2364-linee-guida-asma-in-pediatria.html
Sito web da visitare: http://www.aslmi1.mi.it
Autore del testo: AZIENDA SANITARIA LOCALE
DELLA PROVINCIA DI MILANO N° 1
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