I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
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FARINE LATTEE ED ALTRI LATTICINI
CEREALI
Indichiamo in questa categoria i prodotti esclusivamente a base di cereali, adatti ad essere utilizzati come ingrediente semplice. Analoghi preparati, ma addizionati con verdure o altro, sono compresi nella categoria delle MINESTRINE E PASTI COMPLETI. Alcuni raggruppamenti (ad esempio, "crema o farina" e "fiocchi, semolino o pastina" sono motivati piuttosto da una differente funzione d'uso (età diverse, pasti diversi), che non da differenze di contenuto.
OMOGENEIZZATI E LIOFILIZZATI
Sono prodotti attraverso la frantumazione delle fibre in particelle finissime, dell’ordine di millesimi di millimetro, mediante passaggio ad elevata pressione in filtri sottilissimi. Ciò li rende incomparabilmente più fini e digeribili rispetto alle comuni preparazioni domestiche.
Gli omogeneizzati di carne di proseguimento contengono carne in piccoli pezzettini
MINESTRINE E PASTI COMPLETI
Sono prodotti complessi, che mirano a fornire un pasto quasi completo e pronto: sono costituiti da cereali, liofilizzato di carne, liofilizzato di verdure ed aromi. Trovano indicazione, oltre che per la praticità d'uso, anche in situazioni di inappetenza o problemi di gusto.
BEVANDE E SUCCHI
Una sezione ricca di esempi, che rispecchia l'ampia gamma di scelta disponibile nei punti vendita del commercio. In realtà, si tratta di una categoria di prodotti che trova pochissime indicazioni d'uso: fatta eccezione per le proprietà attribuite ad alcune miscele di erbe, il resto dei prodotti costituisce piuttosto un elemento di disturbo nella corretta programmazione alimentare della giornata. L'apporto di zuccheri è spesso eccessivo e difficile da controllare, comporta ovvi problemi di calorie in più da conteggiare, costituisce un danno per lo smalto dentale e, infine, spesso rappresenta un elemento di non corretta educazione al gusto.
INTEGRATORI
Una sezione conclusiva ed eterogenea, per quei prodotti che non si inquadrano nelle precedenti.
Schema dei pasti a 5-6 mesi
Circa 4-5 pasti nella giornata, così suddivisi:
Per la preparazione della prima pappa, utilizzare il seguente schema:
In caso di stipsi, utilizzare la crema di mais-tapioca e aumentare la quantità di zucchina; in caso di diarrea, utilizzare la crema di riso e aumentare la quantità di patata e carota.
Verso i 6 mesi, aumentare la quantità di liofilizzato (10 grammi = 1 vasetto) e provare carni diverse: pollo, vitello, manzo.
Note: nei bambini allattati esclusivamente al seno, è preferibile rinviare l'introduzione della prima pappa al sesto mese o oltre.
Brodo/passato di verdure - versione base
Preparazione base per la prima pappa.
Fare bollire in un litro di acqua una patata, una carota e una zucchina a fuoco lento per circa 2 ore (fino a far dimezzare la quantità di acqua) e poi filtrare per togliere le verdure.
Conservare in frigorifero in recipiente chiuso e rifare ogni due giorni.
Non aggiungere altri tipi di verdura fino ai 6 mesi compiuti. Non aggiungere sale, né dado.
Quando il bambino si è abituato e la pappa è ormai gradita (circa qualche settimana dall'inizio del divezzamento), passare le verdure filtrate e aggiungerne qualche cucchiaio al brodo.
Schema dei pasti a 6-8 mesi
Circa 4-5 pasti nella giornata, così suddivisi:
Per la preparazione della pappa, utilizzare il seguente schema:
Pappa serale
Dai 6-7 mesi, alla sera il bambino può provare una seconda pappa, identica a quella del mezzogiorno, ma con il formaggio (formaggino, ricotta, emmenthal, asiago, formaggi freschi senza conservati) o il prosciutto cotto (liofilizzato o magro al naturale frullato oppure omogeneizzato) al posto della carne.
Introduzione del glutine
A partire dai 6 mesi non è più obbligatorio usare alimenti senza glutine. Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali (frumento, orzo, segale e avena), che qualcuno non tollera: è per questo che la si prova tardi.
D'ora in poi è quindi permesso mangiare alimenti derivati da queste farine: pasta, pane, semolino, creme multicereali, fiocchi integrali, creme d'orzo, biscotti (senza uovo, però) e fette biscottate.
Brodo/passato di verdure - versione intermedia
In una seconda fase, è opportuno che nella preparazione della pappa si incominci ad utilizzare verdure diverse. Oltre a patata, carota e zucchina, si può aggiungere: sedano, spinaci, bietole/coste, zucca, cipolla, finocchio, lattuga. È però buona regola effettuare sempre un cambiamento per volta, provando una nuova verdura alla settimana: così facendo si individuerà più facilmente la o le verdure non bene tollerate.
Preparazione: fare bollire le verdure in un litro di acqua a fuoco lento per circa 2 ore (fino a far dimezzare la quantità di acqua) e poi filtrare; passare le verdure filtrate e aggiungerne qualche cucchiaio al brodo.
Conservare in frigorifero in recipiente chiuso e rifare ogni due giorni; possibile la conservazione in freezer, surgelando il quantitativo occorrente per un pasto in contenitori diversi e scongelando giorno per giorno.
Non aggiungere altri tipi di verdura fino ai 9 mesi compiuti. Non aggiungere sale, né dado.
Brodo di carne
Dopo i 7 mesi (non prima!) si potrà alternare il brodo di carne a quello di verdure nella preparazione della minestrina. Utilizzare per il brodo un pezzo di carne di pollo, coniglio o manzo, insieme a sedano e carota; sgrassare il brodo dopo la bollitura; cuocere nel brodo la pastina, il semolino o il pane grattugiato; aggiungere l'olio, il formaggio e la carne frullata.
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Schema dei pasti nel secondo-terzo anno
COLAZIONE:
PRANZO e CENA:
MERENDA:
Da evitare: gli insaccati; i piatti piccanti; la frutta secca (che è difficile da masticare e può facilmente andare di traverso); i dolci in eccessive quantità; il caffè, il tè (non deteinato) e la Coca-Cola (in quanto contengono caffeina); le bevande alcoliche come il vino e la birra; le bibite gassate e zuccherate in eccessive quantità; le fritture (concesse solo saltuariamente, purché preparate in casa a regola d’arte).
PRIMA PAPPA
Il brodo vegetale si prepara con verdure fresche di stagione adatte al bambino: patate, carote, fagiolini, piselli, spinaci, sedano, carciofi, coste, bietole, zucchine, zucca e tutte le varietà di insalate.
Inizialmente utilizzarne solo alcuni tipi (patata, carota e zucchina), poi progressivamente aggiungere una verdura nuova tutte le settimane. Così facendo si abitua pian piano il bambino a nuovi sapori e si valuta se le novità sono ben tollerate (reazioni allergiche, peggioramento delle scariche, ecc.).
Sono da evitare cavoli, cavolfiori, verze, cipolle che hanno aromi troppo forti, spesso sgraditi al bambino e il pomodoro, che può essere potenzialmente allergizzante.
Le verdure disponibili devono essere ben pulite, lavate e bollite per un'ora circa in un litro di acqua non salata. Il brodo così preparato può essere conservato in frigorifero, ben tappato, per 1-2 giorni.
Per le prime pappe si utilizza solo il brodo filtrato, scartando le verdure bollite. Nelle settimane successive le verdure utilizzate si passano (o si frullano) e se ne aggiungono 1-2 cucchiai al brodo vegetale
omogeneizzati
Molte mamme oggi si affidano ai cibi per l'infanzia. In effetti, i "pro" di questo tipo di alimenti sono numerosi:
praticità e velocità (in viaggio, fuori casa, al ristorante, basta solo aprire un vasetto o sciogliere una bustina, far riscaldare il preparato e servirlo, senza preoccuparsi di dover cucinare)
igiene (sterilizzati e sottovuoto, i cibi per l'infanzia sono più igienici di quelli preparati in casa, almeno fino all'apertura del vasetto)
la sicurezza (privi di additivi, conservanti, coloranti e di cibi transgenici, sottoposti a regole rigorose. Nel caso di alcune marche vengono anche fornite garanzie su una coltura o un allevamento biologici)
la digeribilità (farine precotte, cibi liofilizzati e alimenti omogeneizzati sono difficili, se non impossibili da ottenere in casa. Gli ultimi, in particolare, presentano uno sminuzzamento ideale dei cibi, soprattutto all'inizio dello svezzamento)
UOVO
Il tuorlo d’uovo viene in genere inserito nell’alimentazione del bambino a partire dai 7-9 mesi di vita.
Solitamente si inizia con un cucchiaino di tuorlo (il cosiddetto rosso dell’uovo) crudo o eventualmente preparato alla coque poiché sotto queste forme è più digeribile. Il livello di digeribilità dipende infatti dal modo in cui viene cucinato: ad esempio l’uovo alla coque viene digerito in un’ora e tre quarti, mentre per l’uovo fritto ne servono due, che diventano tre in caso di uova sode o di frittate.
In media un uovo del peso di 60 grammi contiene 8 grammi di proteine che, al pari di quelle della carne, sono definite nobili, cioè contenenti tutti gli aminoacidi essenziali e quindi ad alto valore biologico.
Il rosso dell’uovo è particolarmente ricco di proteine, grassi, vitamine (A,D e del complesso B) e sali minerali (calcio, ferro, fosforo e zinco). Nell’albume sono invece presenti molte proteine mentre mancano quasi completamente i grassi.
La quantità di colesterolo è elevata (all’incirca 300 milligrammi) ma è bilanciata dalla presenza di acidi grassi insaturi che riducono il colesterolo Ldl (quello detto cattivo perché si deposita sulle pareti delle arterie provocando a distanza di tempo problemi cardiaci).
Non bisogna mai comprare uova sfuse se non si è più che sicuri della loro freschezza. Sono molto più garantite quelle confezionate perché sono le più protette dal punto di vista dell’igiene e, avendo indicata sulla confezione la data di imballaggio e di scadenza, danno ampia garanzia di freschezza.
Il pericolo di trasmissione della Salmonella è abbastanza remoto: è stato calcolato che solo un uovo su 7.000 ospita il batterio. Questo perché le uova sono ben protette dall’attacco dei microrganismi grazie alla presenza del guscio e della membrana interna. Il bianco dell’uovo (l’albume) contiene inoltre sostanze antimicrobiche che sono in grado di combattere l’attacco dei batteri. Il rischio della Salmonella diminuisce comunque per le uova fresche che è molto più difficile che risultino contaminate.
Per uccidere la salmonella non sono però sufficienti i tre minuti canonici di bollitura di un uovo alla coque, ma è necessario che l’uovo rimanga completamente immerso nell’acqua bollente per 7 minuti.
Le uova vanno sempre conservate in frigorifero o in un luogo molto fresco poiché le basse temperature sono in grado di impedire la moltiplicazione della Salmonella.
I metodi di conservazione a freddo si dividono in refrigerazione, congelazione e surgelazione. La refrigerazione consiste nel sottoporre un alimento a temperature inferiori a quelle ambientali, ma mai a temperature così basse da determinare la solidificazione dei liquidi organici contenuti nello stesso alimento. Aggirandosi le temperature tra 0°C e 5°C, il metodo permette una conservazione molto limitata nel tempo. Nella congelazione e surgelazione, invece, l’alimento è sottoposto a temperature così basse da determinare il passaggio dei liquidi organici allo stato solido. Tale passaggio, nella congelazione, avviene in tempi lunghi; nella surgelazione in tempi brevissimi. E la differenza è fondamentale ai fini della conservazione delle qualità organolettiche e nutrizionali degli alimenti. Vediamo ora perché.
I tessuti degli alimenti sono costituiti da miriadi di cellule. Queste, semplificando, sono composte da un nucleo, da un citoplasma e da una parete semipermeabile. Costituente principale delle cellule è l’acqua. Nella struttura di un tessuto organico, questa, sotto forma di soluzioni di varia natura, si trova sia all’interno della cellula (liquidi intracellulari), sia tra cellula e cellula (liquidi intercellulari). Sia nella congelazione che nella surgelazione il passaggio da uno stato di aggregazione della materia (liquido) a un altro (solido), determina la cristallizzazione con conseguente aumento di volume. Se il passaggio avviene in tempi brevissimi (surgelazione), si formeranno numerosissimi microcristalli con ridotto aumento di volume. Se il passaggio avviene in tempi più lunghi (congelazione) si avrà la formazione di cristalli di dimensioni maggiori e, quindi, un maggiore aumento di volume: questi macrocristalli tenderanno a lacerare le pareti cellulari intaccandone l’integrità.
Le differenze tra i due procedimenti sono fondamentali ai fini della conservazione delle qualità organolettiche e nutrizionali degli alimenti. Nella fase di scongelamento, infatti, acqua e liquidi cellulari ritornano allo stato originale. Se la congelazione è avvenuta in tempi lunghi e la formazione di macrocristalli ha leso le pareti cellulari, dai punti di rottura si avrà la fuoriuscita dei liquidi. Di quei liquidi in cui, diluite in acqua, si concentrano le sostanze nutritive (vitamine, sali minerali, proteine, carboidrati, ecc.) e le sostanze gustative dell’alimento. La fuoriuscita dei liquidi dalla membrana cellulare comporta la perdita di tali sostanze privando l‘alimento dei suoi principi nutrizionali e organolettici. Se la congelazione, al contrario, è avvenuta in tempi brevi, come nella surgelazione, le membrane cellulari restano praticamente integre. I liquidi cellulari, con tutta la ricchezza delle sostanze in essi contenuti, restano all’interno della cellula e gli alimenti, anche se congelati, mantengono quasi inalterati, rispetto ai prodotti freschi, i contenuti di vitamine, proteine, sali minerali, ecc.
Tornando alla domanda in questione, si può affermare che, essendo noto che la verdura dopo la raccolta, se non viene conservata adeguatamente, perde molte vitamine con il passare del tempo, una valida alternativa è rappresentata dalle verdure surgelate, in quanto, come abbiamo visto, con il freddo le sostanze nutritive vengono "bloccate" all’interno del prodotto, che conserva la sua naturale freschezza. Ricerche effettuate in tal senso hanno rilevato che il contenuto di alcune vitamine è mediamente più alto nei prodotti surgelati rispetto a quelli freschi dopo tre giorni dalla raccolta in condizioni di vendita al di fuori dei banchi frigoriferi. Le confezioni di verdure surgelate hanno inoltre una protezione igienica migliore, offrono un’ampia possibilità di scelta anche al di fuori delle stagioni e si conservano più facilmente.
Fonte: http://www.ferrandoalberto.com/Articoliperilgiornale/Inserto%20Secolo%20XIX/svezzamento.doc
Sito web da visitare: http://www.ferrandoalberto.com
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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