I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Molto spesso sentiamo psicologi, psichiatri e specialisti di sociologia parlare di un argomento che sta ormai alla base di molti dibattiti: il rapporto tra genitori e figli.
Fare i genitori non è assolutamente un lavoro semplice, ma anche essere figli non sempre è facile.
Purtroppo l’era moderna ha portato ad una notevole disgregazione dell’istituzione famigliare che fino a pochi decenni fa era davvero alla base della vita di ogni individuo.
Il rapporto tra genitori e figli è sempre stata una relazione molto particolare e in alcuni casi problematica.
Durante l’infanzia il figlio pende dalle labbra del genitore che considera un essere superiore a tutti gli altri e infallibile.
Con il passare degli anni, però, la situazione cambia e soprattutto con l’avvicinarsi dell’adolescenza inizia la conflittualità tra genitori e figli.
I figli lottano per avere maggiore libertà e vedono purtroppo in alcuni casi i genitori come dei nemici.
Studiosi in questo campo molto spesso attribuiscono la colpa della crisi nel rapporto genitore/figlio al poco tempo che i genitori dedicano alla loro famiglia.
In effetti sempre più genitori decidono di prediligere la carriera e di affidare l’importante compito dell’educazione dei figli a nonni, baby sitter o alla televisione ritrovandosi poi adulti sconosciuti che non li rispettano quali genitori.
Il rapporto tra genitori e figli va protetto e difeso perché sta alla base della riuscita della vita di un essere umano.
Sono proprio i genitori gli unici in grado di educare davvero i figli e di iniziarli alla vita adulta con le sue problematiche, le sue gioie e le sue delusioni da condividere.
La Comunicazione Genitori-Figli
Nella comunicazione familiare il dialogo, l'ascolto, l'attenzione sono gli elementi fondamentali per la crescita, lo sviluppo e la maturità dei figli.
Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire da una dimensione di ascolto, prestando attenzione alle emozioni e alle opinioni che i figli possono esprimere.
E' una modalità di comunicazione che va costruita quotidianamente, con pazienza e attenzione.
E' fondamentale prendere seriamente quello che dice il figlio, che ha bisogno di essere ascoltato attentamente e non superficialmente.
L'essere sempre interrotto o criticato non gli permette di acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare un buon livello di autostima, ma anche, dargli sempre ragione, lasciarlo parlare continuamente quando ha bisogno di essere corretto, non gli permettere di sviluppare un proprio senso critico e la capacità di interpretare in modo obiettivo ed equilibrato un evento, una situazione, un argomento, ecc.
Un aspetto fondamentale della comunicazione in famiglia è l’apertura al dialogo, infatti, è possibile uno sviluppo più armonico e sereno se c’è maggiore confidenza con i genitori e se si creano situazioni in cui è possibile per ognuno raccontare le proprie esperienze, quanto accade durante la giornata; i bambini, i ragazzi risultano emotivamente più equilibrati e socialmente maturi.
Una fase dello sviluppo che mette a dura prova la comunicazione fra genitori e figli è la fase adolescenziale. La conflittualità tra i bisogni di autonomia e di protezione dell'adolescente si esprimono all'interno della famiglia attraverso nuove e diverse forme di comunicazione sia verbali come silenzi, aggressività verbale, aumento dei conflitti, provocazioni, che non verbali come modo di vestire e di atteggiarsi, rapporto con il cibo, modalità di gestire gli spazi personali.
La fase dell'adolescenza caratterizzata da comportamenti che vanno dal rifiuto delle regole familiari (fino ad allora accettate) al rifiuto scolastico, dalle nuove richieste ed esigenze relative al desiderio di avere il motorino, di andare in discoteca, di non avere orari da rispettare, comporta delle irregolarità di condotta nel contesto familiare, che rischiano di compromettere in modo drastico la comunicazione all'interno della famiglia.
Le domande più frequenti che i genitori pongono agli psicologi riguardo alle situazioni difficili che stanno vivendo sono:
La comunicazione fra genitori e figli può, quindi, diventare difficile, i genitori possono sentirsi insicuri, poco informati, e i figli possono sentirsi incompresi, non ascoltati, e non trovare argomenti da condividere con i genitori.
Per i genitori è importante essere flessibili e cambiare le modalità comunicative adottate: mantenere inalterato il rapporto maturato con il figlio dall'infanzia rischia, infatti, di portare incomprensioni e continue ed esasperate richieste e provocazioni da parte del ragazzo, con il rischio di compromettere il dialogo e di rompere i rapporti. Il rapporto con il figlio va modificato man mano che il figlio cresce (non bisogna trattare il figlio sempre allo stesso modo dalla nascita all’adolescenza e all’età adulta).
Una buona comunicazione permette al genitore di conoscere ciò che i figli sanno, i loro punti di vista, per questo motivo l'ascolto non dovrebbe essere giudicante, così da capire le reali richieste dei figli.
Anche nelle decisioni da prendere e nella definizione delle regole è importante cercare di mantenere un atteggiamento di negoziazione. L'atteggiamento più efficace, in base all'età, potrebbe essere quello di stabilire degli orientamenti, dopo averli discussi, con i figli, cercando di arrivare a delle regole il più possibile condivise, senza imposizioni troppo rigide. Nella famiglia, il dialogo e il confronto rappresentano, un mezzo per creare senso di fiducia, affetto e senso di appartenenza.
Parlare ai figli in modo da tenere aperti i canali di comunicazione permette di superare i disaccordi.
Mettersi in una posizione di ascolto può modificare molto ciò che si vuole dire e anche il modo di dirlo.
In questo caso l'intervento psicologico propone percorsi di approfondimento e miglioramento degli stili educativi e della comunicazione in famiglia attraverso un coinvolgimento attivo e concreto.
Sono noti alcuni comportamenti a rischio, apparentemente contrapposti negli adolescenti, tra cui atteggiamenti di autosvalutazione o di ipervalutazione di sè accompagnati da esagerate e fumose aspettative che vanno da un'irremovibile passività ad un frenetico attivismo che tutto tocca e niente coglie (i ragazzi, a volte pensano di non essere nessuno, altre volte di essere i più forti). Da qui può nascere una sensazione di vuoto interiore, una sensazione di avere tutto e non riuscire a godere di niente, con conseguente bisogno di amplificare sempre di più gli stimoli per poterne percepire il senso, il gusto, qualcosa di nuovo.
Altri comportamenti a cui dedicare attenzione sono le abitudini a far dipendere il proprio divertimento esclusivamente dalle cose, svalutando le proprie risorse inventive e, soprattutto, emotive. Oppure l'anticipare comportamenti che vorrebbero apparire adulti, ad esempio precoci tentativi di indipendenza abitativa (lasciare casa), affettiva (non avere più bisogno dei genitori), sessuale, seguiti da altrettanti repentini fallimenti. Il ragazzo, o la ragazza, sembra che diventi improvvisamente adulto. Assume in modo caricaturale tutte le sembianze di comportamento degli adulti. Questi cambiamenti grotteschi, istantanei, paradossalmente possono sedare l'ansia, ma spesso si tramutano in fallimenti: fingere di cambiare tutto per lasciare tutto come prima, vado, fallisco e torno.
Cosa vuol dire intervenire in queste situazioni?
I genitori devono cercare di notare questi comportamenti al loro nascere, farli notare ai figli e confrontarsi con loro per aiutarsi reciprocamente.
La discussione, il dialogo in famiglia non è soltanto un mezzo per sviluppare conoscenze e consapevolezze. E' anche una delle vie per creare senso di fiducia, affetto e senso di appartenenza.
LETTERA DI UN DICIOTTENNE: “IL RAPPORTO CON I MIEI GENITORI”
Il rapporto tra genitori e figli sta pian piano andando in briciole.
Nel film la stanza del figlio di Nanni Moretti, che ho avuto la possibilità di vedere non tanto tempo fa, si vede una famiglia che fa colazione insieme, pranzano tutti insieme senza il televisore acceso e la famiglia in generale passa tanto tempo insieme. Secondo me è un film che non rispecchia la realtà. Adesso nessuno fa colazione insieme alla propria famiglia. A pranzo (soprattutto a casa mia) non c’è nessuno perché i genitori lavorano, i figli tornano tardi da scuola, i fratelli hanno l’università e non sono a casa prima di cena. L’unico momento che si ha per stare insieme alla famiglia è durante la cena che, però, si svolge con il televisore acceso che non permette di comunicare. Io trovo la comunicazione con i miei genitori sempre più difficile. La sera i genitori sono stressati dopo una giornata lavorativa e quando magari si riesce ad iniziare un piccolo dialogo con loro, molte volte si passa dal racconto della propria giornata scolastica ad una discussione per una minima cosa.
Mia madre (come sicuramente tutte le mamme) vorrebbe sapere più cose di me, vorrebbe sapere che persone frequento vorrebbe conoscermi. E’ quasi impossibile. Per qualche motivo che ai nostri occhi risulterà incomprensibile loro diranno: non uscire con quel ragazzo perché non mi piace! non fare questo perché… non fare quello perché….
Quante cose poi facciamo (tutti noi ragazzi) di nascosto ai genitori. Saranno anche sbagliate ma oggi la regola numero 1 che dà la società è: Non dare retta ai genitori.
I genitori vorrebbero controllarci di più. Si sa che alla mia età si iniziano a fumare le prime sigarette, le prime canne e si iniziano a fare cose che se non vengono fatte sei out per la società.
Forse proprio perché vorrebbero controllarci di più e non ci riescono diventano poi troppo invadenti.
Iniziare a fumare per molti è un tipo di debolezza. Una debolezza che si ha con la famiglia. Forse una debolezza che si ha con la non comunicazione con i genitori.
Sembra una banalità la comunicazione ma non lo è. Vorrei 10 minuti per parlare con i miei, anche di cose stupidissime, non chiedo discorsi filosofici o cose più complicate. 10 minuti che potrebbero cambiarti la vita. 10 banalissimi minuti che in fin dei conti risulteranno essenziali.
SONDAGGIO: GENITORI-FIGLI, CHE RAPPORTO E’ IL TUO?
6.71% - Ho un ottimo rapporto con loro, li definirei "i miei migliori amici" 46,31%
39.60% - Buon rapporto, equilibrato, senza picchi eccessivi, ne troppe crisi
47.65% - Così e così. Ogni tanto ci scontriamo in modo più o meno forte 53,69%
6.04% - Rapporto pessimo, con scontri quotidiani piuttosto violenti
RAPPORTI GENITORI FIGLI: PER SDRAMMATIZZARE:
I FIGLI:
A 10 anni pensano: I miei genitori sanno tutto.
A 15 anni pensano: i miei genitori non sanno alcune cose.
A 20 anni pensano: i miei genitori non capiscono niente.
A 25 anni pensano: i miei genitori qualche volta hanno ragione.
A 30 anni pensano: AH! Se avessi dato retta ai miei genitori…
Fonte: http://www.oratoriosalesianobarriera.org/down/RAPPORTI%20GENITORI-FIGLI.doc
Sito web da visitare: http://www.oratoriosalesianobarriera.org/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve