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Definizione e origine del concetto di “fantasie inconsce” nella letteratura psicoanalitica
Lorella Tassi Psicologa Psicoterapeuta
Prima di dare una definizione del “fantasma inconscio”,è necessario soffermarci su una modalità di pensiero che anticipa e struttura il fantasma inconscio:la fantasia.
Questa viene definita come quella attività del pensiero che consente a una persona di superare i limiti della realtà e del controllo cosciente,lasciando vagare la mente in assoluta libertà.
Paragonando il pensiero immaginativo con quello razionale possiamo dire che il primo gode di una minore organizzazione ,riproducendo una forma regressiva di pensiero infantile, dominato dall’emotività che trascura le strutture logiche,casuali e temporali.
Sono stati individuati diversi tipi di fantasticherie,qui distinguiamo tra fantasticherie legate maggiormente ad una dimensione della realtà materiale, quali potrebbero essere quelle che una persona fa come progetto per il futuro (e s .vacanze, acquisto di un automobile…),ed altre più vicine alla realtà psichica di un individuo toccando contenuti quali quelli dell’ aggressività, della sessualità...
Abadi (1978) fa giustamente rilevare che nell’ ambito della psicoanalisi il concetto di fantasia è estremamente articolato con altri concetti attraverso i quali cerca di integrare uno schema teorico unitario e coerente.
Questi sarebbero concetti quali quelli di difesa,desiderio,pulsione ,ricordo, simbolizzazione ecc ..Inoltre il termine immaginazione o fantasia non è usato con gli stessi significati in psicoanalisi; possiamo notare come alcuni autori tendano a distinguere la funzione del fantasticare dalla fantasia ,altri invece a considerare questi elementi come un tutto.
Freud parla di “sogni ad occhi aperti”dove la fantasia si esprime con scene in cui trovano soddisfazione i bisogni egoistici,di ambizione,di potenza,o desideri erotici della persona.
Per Freud la fantasia costituisce o la realizzazione di un desiderio oppure può fornire una gratificazione sostitutiva di fronte a una frustrazione,inoltre la realizzazione del desiderio può essere deformata in varie misure delle manovre difensive.
G. Fossi (1981)riferito a ciò,ammette che rimandare l’immaginario solo ad una funzione di realizzazione di un desiderio ne da una visione riduttiva,ammettendo che essa è presente anche nelle esperienze più tristi senza dar mostra di volerci fornire al momento nessuna gratificazione sostitutiva. Il continuare a chiamare realizzazione di desiderio il mondo immaginario secondo l’autore,può essere accettato solo nel senso che ogni prodotto,ogni processo mentale può essere in ultima analisi considerato come tale. Lo sforzo di Freud,e di tutto il pensiero psicoanalitico,consiste nel cercare di spiegare il carattere relativamente organizzato della vita fantasmatica del soggetto;infatti la gestione del fantasma rientra per la psicoanalisi,nell’ambito dell’esperienza soggettiva e come tale è considerato possibile oggetto di indagine. Il fantasma,come organizzazione psichica inconscia,fa la sua comparsa,nella letteratura psicoanalitica nel 1895 in “Studi sull’isteria” di Freud.
In questa opera, J. Breuer parla di “ organizzazioni rappresentazionali “ inconsce agenti sulla base dei disturbi nevrotici. La rappresentazione designa il contenuto di un atto di pensiero,la riproduzione di una percezione anteriore,di un residuo mnemonico che per Freud vengono investiti da una certa quantità d’affetto,è questo investimento che da forza alla rappresentazione.
Riguardo il loro aspetto formale,Freud distingue le fantasie consce,preconsce,ed inconsce;le ultime,quelle inconsce sono altamente organizzate e libere da contraddizioni interne. Le differenze tra i tre tipi vengono ridotte al principio economico e sull’essere o meno ritenute reali. Le fantasie inconsce sono simili ai sogni per il fatto di fondarsi sui desideri infantili e di godere di un allentamento delle censura,queste vengono inoltre utilizzate dal lavoro onirico nel senso di una loro semplice ripetizione nell’atto di sognare. Le fantasie possono nascere a livello cosciente quindi essere rimosse nel sistema preconscio e restare tali,oppure in quel inconscio e anche qui restare tali,,in quanto la rimozione agisce in status nascendi.
Notiamo quindi che,per Freud la rimozione può intervenire a tutti i livelli.
Breuer afferma: “ogni attività psichica è guidata da rappresentazioni che in gran parte sono solo inconsce;infatti soltanto la rappresentazioni più chiare,più intense vengono percepite dall’autocoscienza,mentre la gran massa di rappresentazioni più debole rimane” (Freud 1895). Quindi possiamo dire che fantasia e fantasmi fanno parte di una dimensione rappresentazionale in cui si dispiega lo scenario della vita psichica dalla nascita.
Il grande merito riconosciuto a Breuer e Freud è stato quello di aver capito nei loro studi sulla patologia isterica,che mentre nella persona sana,tutte le rappresentazioni che sono atte a diventare attuali entrano di fatto nella coscienza quando hanno sufficiente intensità,nei malati troviamo affiancate alla rappresentazioni ammissibili alla coscienza,altre rappresentazioni inammissibili,producendo quello che Breuer chiama “ scissione della psiche” causa di sintomi nevrotici.
M. Klein afferma che il bambino nel primo periodo della sua vita è immerso in un universo di relazioni prevalentemente fantasmatiche ad impronta sadica e pregenitale. Ella ipotizza che tali processi siano promossi dalla necessità di fronteggiare l’angoscia persecutoria mobilitata dalle prime relazioni intrattenute con il corpo materno. La primissima realtà,quindi per il bambino è totalmente fantasmatica,ciò creerebbe la base per tutti i processi di simbolizzazione e per la costruzione di tutte le relazioni oggettuali. La storia è promossa dal corpo quindi e dalle vicissitudini biofisiologiche,cosi come dagli eventi,e situazioni del mondo circostante al neonato e trova in tutte queste fonti le condizioni per il suo costituirsi. Inoltre i Kleiniani apportano un’ altra dimensione al tema dei fantasmi inconsci,tali autori ammettono che questi ultimi costituiscono un’espressione psichica delle pulsioni.
Gli autori Laplanche e Pontalis scrivono: “il termine tedesco phantasie designa l’immaginazione,non tanto la facoltà di immaginare nel senso filosofico del termine,quanto il mondo immaginario,i suoi contenuti, l’attività creatrice da cui è animato”.
In questo modo tale termine da la possibilità di indicare i fantasmi consci,sogni ad occhi aperti,fantasmi inconsci,fantasmi originari,cioè tutte le modalità di esperienza psichica.
Quindi con il termine fantasma non si vuole alludere ad una esperienza soggettiva influenzata da una stimolazione esterna,ma ad una esperienza intima che prende vita e si anima dalla realtà psichica individuale.
Laplanche e Pontalis (1934)propongono una classificazione dei fantasmi distinguendoli secondo la proprio origine:il fantasma originario e il fantasma secondario. Il primo si può ritrovare dietro le diversità dei racconti soggettivi,è tipico di tutti gli individui e si rapporta alle origini del soggetto,della sessualità e della differenza tra i sessi,riguarda quindi la scena primaria e le scende di castrazione e di seduzione. Questi fantasmi alla stessa stregua dei miti tentano di apportare una soluzione agli enigmi principali del bambino. Il fantasma secondario invece è divenuto inconscio per effetto della rimozione secondaria esercitata sulla fantasia diurna cosciente. Questo tipo di fantasma variabile da un soggetto all’altro,è legato più del fantasma originario alla storia di un individuo. Sintetizzando i vari significati che la letteratura psicoanalitica dal al concetto di fantasma inconscio possiamo citare quanto scrive G. Fossi (1981):”… il termine può venire usato ad indicare:
Non sempre quindi siamo coscienti delle nostre fantasie,il livello di coscienza nel quale si svolge la nostra vita fantasmatica può variare sia nel sogno che nello stato veglia e con esso anche la consapevolezza che stiamo vivendo una fantasia da noi costituita;inoltre vi sono tutta una serie di fantasticherie che inconsapevolmente sono in grado di dirigere il nostro comportamento e di influenzare i nostri stati d’animo,in questo senso la fantasia cosciente non è altro che il modo più o meno elaborato di esprimere un fantasma inconscio. Ciò che è essenziale delle fantasie coscienti è il ruolo onnipresente nella vita mentale e il loro costituirsi come punto di passaggio obbligato tra la nostra attività inconscia e la nostra concreta presenza del mondo.
BIBLIOGRAFIA
Freud O ., “Trattato di psicoanalisi”
Astrolabio, Roma, 1951
Freud S ., (Trad. it) Opere Boringhieri,
Torino,1975.
Laplanche J., Pontalis J.B., “Fantasma
originario,fantasmi delle origini,origini
del fantasma”Il Mulino, Milano,1988
Segal H., “ Introduzione all’opera di M.
Klein” G. Martinelli,Firenze,1984
Fonte: http://s0f28c617749de6a8.jimcontent.com/download/version/1361200222/module/7332735094/name/le%20fantasie%20inconscie.doc
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