I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
IL MONDO CONTEMPORANEO DAL 1848 A OGGI
Capitolo 1 - Le rivoluzioni del 18481933: la Chiesa di Roma stipulò un «concordato» col governo nazista.
Il conslidamento del potere di Hitler:
L'incendio del Richstag, la notte del 27 febbraio 1933, fornì al governo il pretesto per un'imponente operazione di polizia contro i comunisti.
Il Reichstag appena eletto lo assecondò approvando una legge suicida che conferiva al governo pieni poteri. Nel giugno del '33 la Spd, accusata di alto tradimento fu sciolta. La notte dei lunghi coltelli fu un massacro che fece inorridire il mondo intero.
Nell'agosto del '34, Hitler si trovò, in virtù di una legge emanata dal suo stesso governo, a cumulare le cariche di cancelliere e capo dello Stato.
Nasceva il Terzo Reich, il terzo impero. Il capo (Fuhrer), era fornito di quel potere che Max Weber ai primi del secolo aveva definito carismatico. Discriminazioni furono ufficialmente sancite, nel 1935, dalle cosiddette leggi di Norimberga.
'38 «notte dei cristalli». Da allora in poi la vita per gli ebrei rimasti in Germania divenne pressochè impossibile.
Nel 1939, alla vigilia della guerra era stata raggiunta la piena occupazione. Applicazione del Fuhrerprinzip all'interno dei luoghi di lavoro.
Il contagio autoritario
1927 in Austria: prima stretta autoritaria. 1934: nuova costituzione di ispirazione clericale e corporativa in parte ispirata al modello del fascismo italiano.
1923 in Spagna: colpo di Stato. 1931: Repubblica, anche se con vita breve e travagliata.
1926 in Portogallo: Regime autoritario, clericale e corporativo di Salazar
L'Unione Sovietica
Decisione di forzare i tempi dello sviluppo industriale e di porre fine all'esperienza della Nep, era necessario che lo Stato acquistasse il controllo completo dei processi economici.
1929: Stalin. necessità di collettivizzazione del settore agricolo e di «eliminare i kulaki come classe».
1932-33: grande carestia, nascosta al mondo.
Il vero scopo era quello che Stalin definì «la rivoluzione dall'alto». L'industrializzazione forzata: primo (1928) e secondo (1933-37) piano quinquennale. I risultati furono indubbiamente notevoli (stachanovismo).
Lo stalinismo:
Stalin assunse un ruolo di capo carismatico non diverso da quello svolto dai dittatori di opposta sponda ideologica. regime di rigida censura L'intero gruppo dirigente del bolscevismo «storico» fu sterminato fisicamente. Lo stesso Trotzkij, esule dal '29 fu ucciso nel 1940 in Messico da un sicario di Stalin.
1933: ritiro della Germania dalla confrenza internazionale di Ginevra. nonchè dalla Società delle nazioni.
1934: la Russia entrò nella Società delle nazioni.
1935: Conferenza di Stresa: Italia, Francia e Gran Bretagna si riunirono per condannare il riarmo tedesco, per ribadire la validità dei patti di Locarno. Fu l'ultima manifestazione di solidarietà. Aggressione italiana all'Etiopia. processo di riavvicinamento italo-tedesco.
1936: Hitler violò un'altra clausola di Versailles reintroducendo truppe tedesche nella Renania «smilitarizzata».
La guerra civile in Spagna
Da un lato i socialisti invocavano soluzioni «bolsceviche», dall'altro i cattolico-conservatori non si riconoscevano nella Costituzione e simpatizzavano per i regimi autoritari e fascisti.
1936: rivoluzione sociale. Francisco Franco.
Italia e Germania aiutarono massicciamente i nazionalisti. Dall'altra, l'Urss rifornendo il governo spagnolo di materiale bellico e favorì attraverso il Cominterin, la formazione di Brigate intrnazionali: Hemingway, Malraux, Orwell. Caduta di Madrid nel 1939.
Il programma di Hitler prevedeva:
1. distruzione dell'assetto di Versailles con la riunione di tutti i tedeschi in un unico «grande Reich»,
2. espansione verso est ai danni della Russia.
La più coerente opposizione venne da una minoranza di conservatori che faceva capo a Winston Churchill.
Crisi in Francia: politica timida e oscillante.
1938: primo successo clamoroso di Hitler con l'annessione dell'Austria al Reich tedesco.
Gli accordi di Monaco: Gli inglesi e i francesi accettarono un progetto presentato dall'Italia che prevedeva l'annessione al Reich dell'intero territorio dei Sudeti. Ai cecoslovacchi, nemmeno consultati, non restò che accettare
le potenze democratiche avevano distrutto la loro stessa credibilità. Il commento più appropriato agli accordi di Monaco fu quello di Winston Churchill:
«Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra».
Capitolo 20 – L'Italia fascista
Parola chiave: Consenso
Il totalitarismo imperfetto
Dalla fine degli anni '20 l'iscrizione al partito divenne una pratica di massa. Il tentativo attraverso organizzazioni di massa era quello di «occupare», insieme allo Stato, anche la società, di riplasmarla dalle fondamenta facendo leva soprattutto sui giovani.
1929: stipula dei Patti lateranensi
L'arretratezza economica e civile della società italiana fu per certi a spetti funzionale al regime e all'ideologia fascista.
Dedicò un'attenzione tutta particolare al mondo della cultura e della scuola. Ristrutturata già nel 1923 con la riforma Gentile, il regime si preoccupò di fascistizzare l'istruzione attraverso una stretta sorveglianza sugli insegnanti, e il controllo dei libri scolastici.
Come mezzo di comunicazione privato la radio entrò stabilmente nelle case della classe media solo negli ultimi anni '30, influenzandone non poco i gusti e le abitudini.
Il fascismo: affidava il suo successo alla forza dell'immagine e alla sua capacità di persuasione.
Inasprimento del dazio sui cereali (=> battaglia del grano) aveva come scopo il raggiungimento dell'autosufficienza, in parte raggiunto. l'obbiettivo di quota novanta (ossia 90 lire per una sterlina), fu raggiunto.
Giganteso programma di bonifica integrale, Agro Pontino,
Per salvare le banche dal fallimento fu creato un istituto di credito pubblico, l'Imi (1931), due anni dopo (1933) si diede vita all'Iri, che divenne azionista di maggioranza delle banche in crisi.
In questo modo lo Stato italiano diventò Stato-imprenditore oltre che Stato banchiere. A partire dal '35 => riarmo.
L'imperialismo fascista e l'impresa etiopica
1935: accordo di Stresa
Mentre si accordava con le democrazie occidentali per contrastare il riarmo tedesco, Mussolini stava già preparando l'aggressione all'impero etiopico, vendicando lo scacco subito dall'Italia nel 1896 con la sconfitta di Adua.
1935: l'Italia diede inizio all'invasione dell'Etiopia
1936: le truppe italiane comandate dal maresciallo Badoglio, entrarono in Addis Abeba. conquista dell'Etiopia
1936: firma di un patto di amicizia cui fu dato il nome di Asse Roma-Berlino.
1939: firma del Patto d'acciaio, un formale patto di alleanza con la Germania.
L'Italia antifascista
Rivista «La Critica» di Benedetto Croce. Per coloro che intendevano opporsi attivamente al fascismo, restavano aperte solo due strade: l'esilio all'estero e l'agitazione clandestina in patria. Concentrazione antifascista.
Togliatti, fu anche dirigente di primo piano del Cominterin.
Il movimento antifascista svolse, fra il '26 e il '43, un ruolo di grande importanza politica oltre che morale. Testimoniò con la sola presenza l'esistenza di un'Italia che non si piegava al fascismo e che rese possibile il sorgere, dopo il '43, di un movimento di resistenza armata al nazifascismo. Un'Italia che gli antifascisti contribuirono più di ogni altro a rifondare.
Apogeo e declino del regime fascista
Politica economica fascista: sempre più ispirata a motivi di prestigio nazionale e condizionata dal peso delle spese militari.
Ricerca di una sempre maggiore autosufficienza economica, traguardo irraggiungibile.
Il duce auspicava per l'Italia un avvenire di conquiste e di confronti militari.
Per avvicinarsi a questo obiettivo il regime sarebbe dovuto diventare più totalitario di quanto non fosse stato fin allora. Introduzione, nel 1938, di una serie di leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei => nuovo motivo di aggressività e compattezza nazionale. Ma anzichè suscitare consenso, suscitarono sconcerto.
Capitolo 21 – Il tramonto del colonialismo. L'Asia e l'America Latina
Parola chiave: Non violenza
Il declino degli imperi coloniali: Si sarebbe definitivamente compiuto durante e dopo il secondo conflitto mondiale.
Diffusione dell'ideologia wilsoniana, che riconosceva, almeno in teoria il diritto all'autodeterminazione dei popoli.
Gli inglesi in particolare, avevano giocato spregiudicatamente contro i turchi la carta del nazionalismo arabo. 1915-16 collaborazione militare con Hussein (beduini) contro l'Impero ottomano (figura leggendaria di Lowrence d'Arabia), in cambio: appoggio alla creazione di un grande regno arabo indipendente comprendente l'Arabia, la Mesopotamia e la Siria. Le vere intenzioni della Gran Bretagna sul futuro dei territori arabi sottratti all'impero ottomano erano però diverse.
1916: alla Francia la Siria e il Libano, all'Inghilterra la Mesopotamia e la Palestina.
1917: dichiarazione di Balfour: venne riconosciuto il diritto del movimento sionista a creare una sede nazionale per il popolo ebraico (legittimata, in termini alquanto ambigui, l'immigrazione sionista)
Definitivo collasso dell'Impero ottomano. generale Mustafà Kemal assunse la guida del movimento di riscossa nazionale.
Inglesi e francesi lasciarono la Grecia a vedersela da sola contro i nazionalisti turchi.
1922: in Turchia fu proclamata la Repubblica e fu nominato presidente con poteri semidittatoriali, Kemal (insignito del soprannome di Ataturk, ossia «padre dei turchi»).
Gran Bretagna: fin dagli anni '20 allentamento dei vincoli fra la madrepatria e i territori d'oltremare, creazione dei regni arabi di Iraq e Transgiordania (e più tardi, dell'Arabia Saudita), alla rinuncia al protettorato inglese sull'Egitto, ma conservò il controllo del canale di Suez.
1926: (Canada, Sud Africa, Australia) furono riconosciuti come «comunità autonome» e «liberamente associate come membri del Commonwealth britannico».
India: 1919: movimento nazionalista indiano, prestigioso leader indipendentista Mohandas Karamchand Gandhi. nuove forme di lotta, basate sulla resistenza passiva, sulla non violenza, India verso la piena indipendenza, cui si sarebbe giunti dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Cina: le grandi potenze occidentali che riconobbero al Giappone il diritto di subentrare alla Germania sconfitta nel controllo economico della regione dello Shatung.
Shangai, massimo centro industriale cinese e roccaforte dei comunisti
comunisti, soli autentici difensori degli interessi nazionali.
La strategia contadina impostata soprattutto da Mao Tse-tung rovesciava la teoria marxista ortodossa in modo ancor più radicale di quanto non avesse fatto a suo tempo Lenin.
Chang Kai-shek decise i dare la priorità alla lotta contro i comunisti, anche a costo di trascurare la minaccia giapponese, lunga marcia Mao Tse-tung, riuscì a salvare il nucleo dirigente comunista e a ricostruire la sua «Repubblica sovietica» proprio nelle zone in cui più forte era la minaccia giapponese.
1937: i giapponesi sferrarono un attacco in forze contro l'intero territorio cinese.
1939: il Giappone controllava buona parte della zona costiera, tutto il Nord-Est industrializzato e quasi tutte le città più importanti. A questo punto le vicende della guerra cino-giapponese cominciarono ad intrecciarsi con quelle del secondo conflitto mondiale che stava allora scoppindo in Europa.
Giappone: posizione di massima potenza asiatica, stagione di crescente autoritarismo.
America Latina: Dittature militari e regimi populisti
Trujillo a Santo Domingo (1930), di Batista a Cuba (1933) e di Somoza in Nicaragua (1936), tutte destinate a durare ben oltre la fine della seconda guerra mondiale, con l'eccezione del Cile, che riuscì a conservare le sue istituzioni parlamentari.
1930: in Argentina, il primo paese latino-americano ad aver conosciuto un processo di democratizzazione già prima della grande guerra.
In Brasile una rivolta popolare portò al potere Vargas
In Messico, forma di populismo molto avanzata sul piano sociale, presidenza di Cardenas (1934-40).
In Argentina il populismo si sarebbe affermato negli anni della seconda guerra mondiale, Juan Domingo Peron.
Capitolo 22 – La seconda guerra mondiale
Parola chiave: Genocidio
Le origini e la responsabilità
1939: L'occupazione italiana dell'Albania ebbe solo il risultato di accrescere la tensione fra l'Italia e le democrazie occidentali e di trasformare il generico vincolo dell'Asse Roma-Berlino in una vera e propria alleanza militare. Il «patto d'acciaio»
1939: patto tedesco sovietico, di non aggressione
1939, le truppe tedesche attaccavano la Polonia. Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiaravano guerra alla Germania, mentre l'Italia, dichiarò la «non belligeranza».
carattere totale della guerra, scontro ideologico.
Guerra-lampo.
Fine della Polonia, attaccata da tedeschi e russi
1939: L'Urss attaccò la Finlandia: rettifica sui confini.
1940: Attacco tedesco a Danimarca e Norvegia. Hitler controllava buona parte dell'Europa centro-settenrionale. I tempi erano maturi per scatenare l'attacco a occidente.
francesi, troppo fiduciosi nell'efficacia della linea Maginot.
I tedeschi iniziarono l'attacco violando la neutralità dei piccoli Stati confinanti. Oltre al Belgio, furono invasi anche Olanda e Lussemburgo. Sconfitta della Francia
Ogni rapporto con la Gran Bretagna fu interrotto dopo che la flotta francese fu attaccata e distrutta da quella inglese per evitare che cadesse in mano dei tedeschi.
L'intervento dell'Italia: classe dirigente e l'opinione pubblica cambiò orientamento di fronte alla prospettiva di una vittoria da ottenersi con pochissimo sforzo.
L'offensiva sulle Alpi, grossa prova di inefficienza: la penetrazione in territorio francese fu limitatissima.
La battaglia d'Inghilterra. Winston Churchill, da sempre deciso fautore di una linea intransigente contro le pretese hitleriane. Chiamato nel maggio '40 a guidare il nuovo governo di coalizione nazionale
Hitler dava il via al progetto per l'invasione dell'Inghilterra (l'operazione Leone marino). bombardamenti tedeschi, la guerra aerea:
Il fallimento della guerra italiana: i Balcani e il Nord Africa
Esito fallimentare della campagna di Grecia, Badoglio dovette rassegnare le dimissioni
Intanto l'Africa orientale itliana (Etiopia, Somalia, Eritrea), difficilmente difendibile per la sua posizione geografica, stava cadendo nelle mani degli inglesi
1941: la Jugoslavia e la Grecia, attaccate simultaneamente da truppe tedesche e italiane, furono rapidamente travolte, mentre gli inglesi erano costretti a ritirarsi.
Hitler non aveva più rivali in Europa e poteva concentrare il grosso delle sue forze verso l'obiettivo più ambito: la conquista dello «spazio vitale» ad est ai danni dell'Urss.
1941: I russi furono colti impreparati dall'offensiva tedesca, Operazione Barbarossa
Stalin seppe mobilitare il sentimento patriottico del popolo russo, la resistenza dei sovietici risultò infatti più efficace del previsto => guerra d'usura.
L'aggressione giapponese e il coinvolgimento degli Stati Uniti
1940: Roosvelt si impegnò in una politica di aperto sostegno economico alla Gran Bretagna, rimasta sola a combattere contro la Germania.
Ufficiale incontro tra Roosvelt e Churchill: ribadivano la condanna dei regimi fascisti
A trascinare gli Stati Uniti nel conflitto fu l'aggressione improvvisa subita nel Pacifico da parte del Giappone
1941: L'aviazione giapponese attaccò, senza previa dichiarazione di guerra, la flotta degli stati Uniti ancorata a Pearl Harbor. Pochi giorni dopo, anche Italia e Germania dichiaravano guerra agli Stati Uniti.
Alleati «minori»: Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Croazia e Francia di Vicky. Olanda, in Norvegia e in Boemia, Spagna, Turchia e Svezia
Controllo basato sulla rigida subordinazione degli altri popoli, trattamento particolarmente duro e inumano fu riservato ai popoli slavi.
Questo sistema di dominio costrinse però i tedeschi a mantenere nei territori occupati forti contingenti di truppe, sollevò infine contro la Germania nazista un'ondata di odio
Salto decisivo fu poi rappresentato dall'attacco tedesco all'Urss, che portò i comunisti di tutta Europa a impegnarsi attivamente nella lotta armata contro i nazisti.
1943: venne sciolto il Comintern
In Jugoslavia Tito.
1942-43: la svolta della guerra e la «grande alleanza»
Prime sconfitte giapponesi.
Battaglia di El Alamein: 1943 le truppe dell'Asse prese tra due fuochi dovettero arrendersi. definitiva cacciata dall'Africa di itliani e tedeschi
Fra il '41 e il '42: Conferenza di Washington. Tutte le 26 nazioni in guerra contro il Tripartito si erano riunite per sottoscrivere il patto detto delle Nazioni Unite: i contraenti si impegnavano a tener fede ai princìpi della Carta atlantica e a combattere le potenze fasciste.
1943: Conferenza di Casablanca, fu deciso che lo sbarco sarebbe avvenuto in Italia.
Principio della resa incondizionata
Lo sbarco in Sicilia
25 luglio 1943: approvazione a forte maggioraza di un ordine del giorno presentato da Dino Grandi, che invitava il re a riassumere le sue funzioni di comandante supremo delle forze armate. Mussolini, convocato da vittorio Emanuele, fu invitato a rassegnare le dimissioni e immediatamente arrestato dai carabinieri. Capo del governo era nominato il maresciallo Pietro Badoglio
L'uscita dal conflitto si sarebbe però rivelata per l'Italia più tragica di quanto non fosse stata la guerra stessa: atto di resa senza nessuna garanzia per il futuro.
8 settembre 1943: Fu annunciato l'armistizio, gettò l'Italia nel caos più completo.
Porta San Paolo a Roma: primo episodio della Resistenza italiana.
A Cefalonia fu sterminata un'intera divisione italiana che aveva rifiutato di arrendersi ai tedeschi.
Autunno 1943: l'Italia fu spezzata in due entità distinte,
Mussolini fu liberato e diede vita a un nuovo Stato fascista: la Repubblica sociale italiana (Rsi): Repubblica di Salò.
16 ottobre del '43, oltre 1000 ebrei di Roma furono prelevati nelle loro case e inviati nel campo di sterminio di Auschwitz.
La resistenza armata: le prime formazioni armate antifasciste si raccolsero sulle montagne dell'Italia centro-settentrionale
I tedeschi risposero con spietate rappresaglie, come quella particolarmente feroce in risposta a un attentato in cui avevano trovato la morte 33 militari tedeschi, furono fucilati alle Fosse Ardeatine 335 detenuti, ebrei, antifascisti e militari «badogliani».
Ricostruzione dei partiti antifascisti: il Partito d'Azione (Pda), la Democrazia Cristiana (Dc), il Partito liberale (Pli), il Partito Repubblicano (Pri) e quello socialista (Psiup), oltre alla Democrazia del lavoro, appena fondata da Ivanoe Bonomi.
Nell'ottobre del '43 il governo dichiarò guerra alla Germania e ottenne per l'Italia la qualifica di «cobelligerante»: 24 aprile, il primo governo di unità nazionale.
Nel giugno del '44, dopo che Roma era stata liberata dagli alleati, Umberto assunse la luogotenenza generale del Regno. Badoglio si dimise e lasciò il posto a un nuovo governo di unità nazionale presieduto da Ivanoe Bonomi, emanazione diretta del Cln.
Feroci rappresaglie effettuate dai tedeschi ( a Marzabotto, nell'Appennino bolognese, dove fu sterminato un intero paese).
Le vittorie sovietiche e lo sbarco in Normandia
Nuovo ruolo dell'Urss. conferenza interalleata di Teheran, la prima in cui i «tre grandi» - Roosvelt, Stalin, Churchill - si incontrarono personalmente. Il piano prevedeva lo sbarco sulle coste settentrionali della Normandia (operazione Overlord). In settembre la Francia era quasi completamente liberata.
La fine del Terzo Reich
Autunno 1944: la Germania poteva considerarsi virtualmente sconfitta.
1945: la conferenza di Yalta, in Crimea.
25 Aprile 1945: (giorno della liberazione e festa nazionale). Mussolini che tentava di fuggire, fu catturato e fucilato dai partigiani il 28.
7 maggio 1945: capitolazione delle forze armate tedesche.
il Giappone, continuava ostinatamente a combattere facendo ampio ricorso all'azione dei kamikaze.
Harry Truman decise di impiegare la bomba atomica.
6 agosto 1945: Hiroshima. Tre giorni dopo Nagasaki.
Con la firma dell'armistizio, il 2 settembre 1945, si concludeva così il secondo conflitto mondiale.
Capitolo 23 – Il mondo diviso
Parola chiave: Nucleare
Le superpotenze: Usa e Urss, ciascuna portatrice di una propria cultura, di un proprio messaggio globale, radicalmente contrapposto a quello dell'altra, sul modo di assicurare il benessere e il progresso dei popoli. Un nuovo sistema essenzialmente bipolare. Sul piano psicologico e morale, il secondo conflitto mondiale conferì certamente una nuova dimensione all'orrore per la guerra, che entrò durevolmente da allora nella coscienza collettiva, gettando una nuova luce sulla natura stessa della guerra nella nostra epoca.
1945-46: processo di Norimberga
Luglio 1944: con gli accordi di Bretton Woods fu creato il «Fondo monetario internazionale» e la «Banca mondiale».
Aprile-giugno 1945: nascita dell' Onu, creata nella conferenza di San Francisco al posto della vecchia e screditata Società delle nazioni. Statuto dell'Onu: ispirato ai principi della Carta atlantica.
La fine della «grande alleanza»
Roosvelt: possibilità di mantenere aperto il dialogo con l'Urss. Questo «grande disegno» di cooperazione morì con lui
1945: Harry Truman alla presidenza degli Stati Uniti
1946: Churchill denunciava il comportamento dei sovietici in Europa orientale
1946: conferenza di Parigi: accordo tra i vincitori relativamente ai trattati con l'Italia, la Bulgaria, la Romania, l'Ungeria e la Finlandia.
La «guerra fredda» e la divisione dell'Europa
1947: gli americani lanciarono un vasto programma di aiuti economici all'Europa (Erp), Piano Marshall.
La risposta di Stalin fu il Cominform.
Germania divisa dalla fine della guerra in quattro zone di occupazione. Berlino, a sua volta divisa in quattro zone.
1949: fu proclamata la Repubblica federale tedesca
1949: fu firmato a Washington il Patto atlantico, che prevedeva un dispositivo militare integrato: la Nato.
L'Urss rispose con il Patto di Varsavia.
L'Unione Sovietica e le «democrazie popolari»: una formula che mascherava l'imposizione a quei paesi di un sistema politico e sociale nella sostanza simile a quello vigente in Urss e la loro riduzione al ruolo di satelliti della potenza egemone.
L'unico fra i regimi dell'Est europeo che cercò, con successo, di sottrarsi all'egemonia sovietica fu quello jugoslavo di Tito: riproponendo la formula della Federazione fra serbi, croati e sloveni, riuscì per molto tempo a bloccare i conflitti etnici che avevano a lungo insanguinato il paese.
Anni della ricostruzione
La presidenza Truman: «Fair Deal»
A partire dal '49, in coincidenza con l'esplosione dell'atomica sovietica, si scatenò negli Stati Uniti una campagna anticomunista «maccartismo», fino al 1955
1945: il governo laburista in Gran Bretagna (Welfare State)
In Francia: governo provvisorio De Gaulle fra il '44 e il '45. L'instabilità sarebbe stata il male cronico della Quarta Repubblica, così come lo era stata della Terza.
Paradossalmente, fu proprio la Germania a riprendersi più rapidamente dai traumi della guerra
Gli Stati Uniti intendevano fare della Repubblica una vetrina del benessere «capitalistico», contrapposto al modello «spartano» dei paesi dell'Est.
Giappone: il paese si vide imporre, nel '46 una nuova costituzione redatta da funzionari americani, che trasformava l'autocrazia imperiale in una monarchia costituzionale
Con la guerra di Corea, il Giappone divenne base logistica e fornitore dell'esercito americano.
Così come la Germania, il Giappone trovava nell'alleanza con l'ex nemico, trasformatosi in tutore politico, la base per uno spettacoloso rilancio che gli avrebbe consentito di ottenere con mezzi pacifici gli obiettivi egemonici prima perseguiti attraverso la guerra.
La rivoluzione comunista in Cina e la guerra di Corea
1949: fu proclamata a Pechino la nascita della Repubblica popolare cinese, subito riconosciuta dall'Urss e dalla Gran Bretagna, ma non dagli Stati Uniti,
La Cina di Mao stipulò con l'Unione Sovietica un trattato di amicizia e di mutua assistenza. Il «campo socialista» allargava così i suoi confini al più vasto e popoloso Stato dell'Asia. La sfida al mondo capitalistico diventava più ampia e più temibile.
1950: le forze nordcoreane, armate dai sovietici, invasero il Sud.
Conseguenze: vasto riarmo americano, accresciuta sensibilità degli Stati Uniti alla minaccia comunista, rafforzamento dei legami militari fra gli Usa e gli alleati asiatici ed europei.
Con la fine della presidenza Truman (novembre '52) e con la morte di Stalin (marzo '53), la guerra fredda perse i suoi maggiori protagonisti e il confronto fra blocco occidentale e blocco sovietico cominciò ad assumere nuove forme.
Nuovo atteggiamento di accettazione reciproca, coesistenza pacifica
1953: l'esplosione della bomba all'idrogeno (o bomba H) sovietica, a un anno dal primo analogo esperimento americano, mostrava che in questo campo il divario tecnologico fra le due superpotenze andava scomparendo.
1956: crisi di Suez
1956: Nikita Kruscev: rilanciò l'agricoltura e dedicò maggiore attenzione alle condizioni economiche dei cittadini; rapporto Kruscev non metteva in discussione la validità del modello sovietico e della dottrina leniniana => gli errori e le deviazioni erano attribuiti alle scelte di Stalin.
=> protesta in Polonia; insurrezione ungherese => conferma del controllo sovietico sui paesi satelliti
Il «miracolo tedesco»: governi di guida cristiano-democratica (al governo fino al '63 con Adenauer), notevole stabilità politica.
Le nazioni europee, per il fatto stesso di aver perduto la posizione centrale a suo tempo occupata nel mondo, vedevano crescere gli elementi di affinità reciproca.
1951: creazione della Ceca (Francia, Germania federale, Italia, Belgio e Lussemburgo).
Marzo 1957: firma del trattato di Roma fra Francia, Italia, Germania federale, Belgio, Olanda e Lussemburgo, che istituiva la Cee. Scopo primario era la creazione di un Mercato comune (Mec)
1958: De Gaulle viene chiamato a formare un nuovo governo di coalizione. Processo di revisione costituzionale, come richiesto dal generale. In Francia nasceva la Quinta Repubblica.
Capitolo 24 – La colonizzazione e il Terzo Mondo
Parola chiave: Neocolonialismo
processo di decolonizzazione.
Con la carta atlantica del '41: principio di autodeterminazione dei popoli.
La democrazia parlamentare di tipo europeo si affermò solo in pochi paesi. ragioni: l'Europa aveva mostrato in Africa e in Asia non il suo volto liberale, ma quello autoritario del governo coloniale; prevalsero regimi di stampo autoritario, di sistemi a partito unico tanto di destra quanto di sinistra, di vere e proprie dittature militari.
Asia
1947: videro la luce , l'Unione Indiana, a maggioranza indù, e il Pakistan musulmano (il troncone orientale si sarebbe a sua volta separato nel 1971, prendendo il nome di Bangladesh). La creazione dei due Stati non impedì il moltiplicarsi degli scontri fra indù e musulmani. Gandhi stesso fu vittima di questo clima di violenza e di odio religioso e fu assassinato da un estremista indù, nel gennaio del 1948
India indipendente: aspetti autoritari e personalistici del potere esercitato prima da Nehru, poi da sua figlia Indira Gandhi (primo ministro dal '66 al '67 e dall'81 all'84, quando morì mano di un militante sikh), le istituzioni democratico-parlamentari, nate con l'indipendenza, ressero.
Il Pakistan fu invece a lungo governato da dittature militari.
Il sud est asiatico: Birmania e Malesia, Thailandia (l'ex Siam), Filippine
1945: Fu proclamata ad Hanoi la Repubblica democratica del Vietnam. Divisione provvisoria del Vietnam in due Stati: uno comunista a nord, l'altro filo-occidentale a Sud.
paesi mediorientali:
1946: la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza della Transgiordania e la Francia ritirò le sue truppe dalla Siria e dal Libano.
Iraq, Egitto, Arabia Saudita e Yemen formarono, nel 1945, la Lega degli Stati arabi
Questione palestinese e l'immigrazione ebraica:
La pressione del movimento sionista per la creazione di uno Stato ebraico si fece sempre più forte, alimentata dall'immigrazione degli ebrei europei che fuggivano dal terrore nazista. La causa sionista trovò un potente alleato negli Stati Uniti, dove la comunità ebraica era numerosa e influente, ma fu ostacolata dalle autorità inglesi, preoccupate di inimicarsi i vicini Stati arabi.
1947: la Gran Bretagna annunciò che avrebbe ritirato le sue truppe dalla Palestina il 15 maggio 1948. L'Onu approvò un piano di spartizione in due Stati, che venne però respinto dagli arabi.
Maggio 1948: gli ebrei proclamarono la nascita dello Stato di Israele e gli Stati della Lega araba reagirono subito attaccandolo militarmente.
prima guerra arabo-israeliana. sconfitta delle forze arabe e definitiva affermazione del nuovo Stato ebraico: Stato moderno, ispirato ai modelli delle democrazie occidentali, dimostrò una forza insospettata rispetto alle sue piccole dimensioni.
Con la guerra del '48 lo Stato ebraico si ingrandì rispetto al piano di spartizione dell'Onu, occupando anche la parte occidentale di Gerusalemme. La Transgiordania mutò il suo nome in Giordania, incamerò alcuni territori sottraendoli all'ipotizzato Stato arabo di Palestina, che non vide mai la luce. Un milione di profughi arabi abbandonarono i territori occupati da Israele e ripararono nei paesi vicini, per lo più in Giordania. Cominciò così il dramma palestinese, sul quale si sarebbe incentrato il conflitto arabo-israeliano.
Inizio anni '50: il nazionalismo arabo trovò il suo centro e la sua guida indiscussa nell'Egitto. sistema di governo sempre più corrotto e inefficiente.
1952: La rivoluzione nasseriana. Nasser assunse il potere rovesciando la monarchia. ottenne lo sgombero delle truppe inglesi dal Canale e stipulò accordi con l'Urss.
1956: gli Stati uniti bloccarono il finanziamento della grande diga di Assuan. Nasser rispose nazionalizzando la Compagnia del Canale di Suez.
La guerra di Suez => crisi internazionale.
1956: d'intesa con Londra e Parigi, Israele attaccò l'Egitto e lo sconfisse.
L'Urss inviò addirittura un ultimatum a Francia, Gran Bretagna e Israele. Prive dell'appoggio americano le due vecchie potenze coloniali dovettero cedere. L'effetto più immediato della crisi di Suez fu quello di rafforzare la posizione dell'Egitto e soprattutto il prestigio personale di Nasser, anche se in generale i sogni di unità panaraba si scontrarono ben presto con la realtà delle gelosie nazionali e delle divisioni ideologiche.
Libia: di ispirazione nasseriana fu la rivoluzione del 1969 che depose la monarchia e portò al potere Gheddafi, che nazionalizzò le compagnie petrolifere straniere ed espulse la numerosa comunità italiana ancora residente nel paese
Paesi del Maghreb: in Marocco e in Tunisia i francesi concessero l' indipendenza (1956). resistenza dei francesi in Algeria: 1957: battaglia di Algeri. Crisi della Quarta Repubblica => ritorno al potere di De Gaulle. Si apriva così la strada all'indipendenza algerina che sarebbe stata sancita con gli accordi di Evian nel 1962.
Africa nera
1958: la Guinea ottenne l'indipendenza dalla Francia
1960: fu chiamato «l'anno dell'Africa», ottennero l'indipendenza ben diciassette paesi. Fra questi, la Nigeria, il Congo belga (poi ribatezzato Zaire), il Senegal e la Somalia, il Kenya nel '63 (campagna terroristica dei Mau Mau), La Rhodesia del Sud nel 1965, e prese il nome di Zimbabwe nel 1980.
Unione Sudafricana: negli anni '50 e '60 fu inasprito il regime di apartheid.
Caso di decolonizzazione particolarmente drammatica e cruenta fu quello del Congo nel 1960 (dovette intervenire l'Onu)
Contrasti dopo la decolonizzazione:
In Nigeria, la sanguinosa repressione del tentativo secessionista, fra il '66 e il '68; le lotte degli indipendentisti eritrei contro il governo etiopico inaspritesi dopo il colpo di Stato del 1974.
Tentativo di imporre strutture da Stato-nazione a popolazioni eterogenee per etnia e religione. Il ricalco delle istituzioni democratico-parlamentari europee, non poteva essere che di breve durata e lasciarono il posto a regimi militari di stampo autoritario o decisamente dispotico.
«Seconda decolonizzazione»: l'Angola e il Mozambico, giunti all'indipendenza nel 1975.
1955: Conferenza afroasiatica di Bandung in Indonesia (29 Stati, inclusa la Cina)=> proclamò l'eguaglianza fra tutte le nazioni e il rifiuto delle alleanze militari egemonizzate dalle superpotenze e segnò l'atto di nascita del movimento dei non allineati e l'affermazione del Terzo Mondo sulla scena mondiale.
America Latina
Uno sviluppo socio-economico era già in parte avviato, ma scontava ancora il peso di una diffusa arretratezza e di una forte dipendenza dagli Stati Uniti (es del Messico: dominio delle grand corporations, come la United Fruit Company)
1948: fu creata in piena guerra fredda, l'Organizzazione degli Stati americani, che doveva realizzare una più stretta cooperazione economica frai paesi del continente.
1946: Peron in Argentina, culto carismatico della figura del presidente e di quella di Evita.
1955: Peron fu rovesciato da un coplo di Stato militare e costretto a lasciare l'Argentina. Nei dieci anni sucessivi: governi civili, per lo più a direzione radicale.
1966: ferrea dittatura di destra.
Anni '30: Brasile => il primo e più importante esperimento populista dell'America Latina, quello di Vargas. Rovesciato nel '45 dai militari, tornò al potere nel '50. Nel '54. Nel 1964, un nuovo colpo di Stato appoggiato dagli Stati Uniti riportò al potere i militari.
I soli paesi in cui le istituzioni democratiche tennero furono l'Uruguay, il Cile e il Messico.
Rivoluzione cubana: la dittatura reazionaria di Fulgencio Batista fu rovesciata nel 1959 da un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro. Schierato inizialmente su posizioni democratico-riformiste.
Gli Stati Uniti assunsero un atteggiamento ostile. Castro si rivolse allora all'Urss e nel giro di pochi anni il regime cubano si orientò sempre più decisamente in senso socialista.
Uno dei più stretti collaboratori di Castro, l'argentino Ernesto «Che» Guevara, si impegnò in prima persona nel vano tentativo di suscitare «fuochi» di guerriglia in tutta l'America Latina e fu catturato e ucciso nel 1967 dai militari in Bolivia, dove cercava di organizzare un movimento rivoluzionario.
Capitolo 25 – L'Italia dopo il fascismo
Parola chiave: Qualunquismo
Un paese sconfitto
1945: l'economia italiana era in condizioni gravissime, l'inflazione aveva assunto ritmi paurosi. Un serio problema era costituito dagli ex partigiani, spesso riluttanti a deporre le armi. Ma la minaccia più grave all'ordine pubblico, nel Mezzogiorno era legata al contrabbando e alla borsa nera. In Sicilia in particolare, ripresa del fenomeno mafioso.
La frattura Nord-Sud: A partire dal settembre '43, le due metà del paese avevano vissuto due esperienze completamente diverse.
Forze in campo:
Il ritorno alla dialettica democratica si era accompagnato a un'impetuosa crescita della partecipazione politica. Partito socialista (Psiup) pareva destinato ad assumere un ruolo da protagonista grazie anche alla popolarità del suo leader Pietro Nenni e posizione intermedia fra il Pci e i partiti borghesi.
Al contrario il Partito comunista, Togliatti, autentico partito di massa, legame con l'Urss. Democrazia Cristiana (segretario era Alcide De Gasperi) godeva invece di un esplicito e massiccio appoggio della Chiesa.
Partito liberale, Partito repubblicano, Partito d'azione, l'Uomo qualunque. Un ruolo importante, fu svolto anche dalla Cgil.
Dalla liberazione alla repubblica:
Il sucessore di Bonomi fu Ferruccio Parri, Partito d'azione, era stato uno dei capi della Resistenza. caduta del governo
La Dc riuscì a imporre la candidatura di Alcide De Gasperi
2 giugno 1946: elezioni dell'Assemblea costituente. vittoria repubblicana.
I due anni che vanno fino alle consultazioni politiche del 18 aprile '48 furono decisivi per la storia della neonata Repubblica.
Primo e provvisorio presidente della Repubblica fu Enrico De Nicola.
Secondo governo De Gasperi.
Scissione di Palazzo Barberini: il Psiup si scisse in Psi (Nenni) e Psdi (Saragat). crisi di governo. De Gasperi diede le dimissioni e, ottenuto il reincarico, formò un governo di soli democristiani (Einaudi al Bilancio e Carlo Sforza agli Esteri).
Il testo costituzionale entrò in vigore dal 1° gennaio 1948.
La scelta in favore di un modello parlamentare, unita a una legge elettorale proporzionale, obbligava i governi a fondarsi su accordi di coalizione e rendeva difficile ogni forma di alternanza: ciò avrebbe contribuito a bloccare il sistema politico italiano.
Marzo '47: proposta democratica di inserire nella Costituzione l'articolo 7, in cui si stabiliva che i rapporti fra Stato e Chiesa erano regolati dal concordato stipulato nel 1929.
Le elezioni del '48: travolgente successo della Dc.
14 luglio 1948: attentato a Togliatti. tre mesi dopo le elezioni,
Sul terreno della politica economica, le forze moderate bloccarono i tentativi delle sinistre di introdurre nel sistema forti elementi di trasformazione.
A tutto questo i dirigenti della sinistra non seppero contrapporre una coerente linea alternativa. costrette all'opposizione, si impegnarono in un'impopolare battaglia contro il piano Marshall.
Einaudi: manovra economica. scopi: fine dell'inflazione, il ritorno alla stabilità monetaria e il risanamento del bilancio statale, ottenendo i risultati che si era prefissato.
I fondi del piano Marshall non furono utilizzati per sviluppare la domanda interna, con poche concessioni alle politiche keynesiane.
L'Iri fu potenziato con nuovi finanziamenti e l'Agip, l'ente petrolifero di Stato, fu rilanciato dalla scoperta di giacimenti di idrocarburi in Val Padana.
1947: il trattato di pace fra l'Italia e gli alleati fu firmato a Parigi e ratificato dalla Costituente nel luglio dello stesso anno. L'Italia vi era considerata a tutti gli effetti come una nazione sconfitta. Doveva impegnarsi a pagare le riparazioni e a ridurre la consistenza delle sue forze armate. Rinunciva inoltre a tutte le colonie (nel '50 avrebbe ottenuto, per un decennio, l'amministrazione della Somalia). Mantenne l'Alto Adige.
Primavera-estate del 1945: migliaia di italiani, a Trieste, a Gorizia e in molti centri dell'Istria furono uccisi o deportati con la generica accusa di complicità con il fascismo. Molti di loro furono gettati, vivi o morti, nelle foibe. 1954: Trieste veniva riunita all'Italia; accordo definitivo: trattato di Osimo del 1975.
1949: l'adesione al Patto atlantico, per volontà di De Gasperi e Carlo Sforza
Gli anni del centrismo
1949-53: prima legislatura repubblicana
1948: Appoggiato dalla Dc, Luigi Einaudi fu eletto presidente della Repubblica; i suoi governi furono sempre presieduti da De Gasperi, seguendo la => formula del centrismo.
1950: Riforma agraria. incrementare la piccola impresa agricola: rafforzare il ceto dei contadini indipendenti, egemonizzato dalla Dc attraverso la Coldiretti. Legge che istituiva la «Cassa per il Mezzogiorno» (fu sciolta nel 1983). I risultati non corrisposero del tutto alle attese. Legge Fanfani sul finanziamento alle case popolari e riforma Vanoni che introduceva per la prima volta l'obbligo della dichirazione annuale dei redditi. Le sinistre continuarono a condurre contro i governi De Gasperi un'opposizione dura. Comunisti e socialisti furono «schedati» e a volte discriminati negli impieghi pubblici.
1953: la «legge truffa»: modifica dei meccanismi elettorali in senso maggioritario.
Elezini del '53: il premio di maggioranza non scattò e la Dc di De Gasperi dovette registrare la sua prima sconfitta.
lunga fase di transizione e di ricerca di nuovi equilibri. Il paese cominciava, sia pure lentamente, a modernizzarsi. Dimessosi De Gasperi, i sucessivi governi a guida democristiana continuarono ad appoggiarsi sulla esigua maggioranza quadripartita.
1955: fu presentato in Parlamento il piano Vanoni (dal nome dell'allora ministro del Bilancio) il primo e ancor timido tentativo di programmazione economica mai sperimentato fin allora in Italia.
1956: fu creato il ministero delle partecipazioni statali col compito di coordinare l'attività delle aziende di Stato (soprattutto l'Iri e l'Eni, Ente nazionale idrocarburi, fondato nel '53)
1956: insediamento della Corte costituzionle. Nel '58 fu insediato il Consiglio superiore della magistratura.
1953-58: Seconda legislatura repubblicana: progressiva emarginazione del gruppo dirigente degasperiano ed emergere della nuova generazione formatasi nell'Azione cattolica degli anni '20 e '30: Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Mariano Rumor e soprattutto Amintore Fanfani, che diventato nel '54 segretario della Dc, cercò di rafforzarne la struttura organizzativa e di svincolar il partito dai condizionamenti di Confindustria, collegandolo all'emergere dell'industria di Stato, in particolare all'Eni di Enrico Mattei.
1955: elezione di Giovanni Gronchi a presidente della Repubblica.
1956: La denuncia dei crimini di Stalin e l'invasione sovietica dell'Ungheria costituirono un trauma per tutti i militanti di sinistra. Ma, mentre il Pci si mantenne sostanzialmente fedele al modello sovietico, il Psi se ne distaccò in modo definitivo. Fu lo stesso Nenni a guidare la svolta autonomista. Il Psi si dichiarava disposto a collaborare a una politica di riforme.
1958: alle elezioni il Psi registrò un netto progresso. Le premesse politiche per l'apertura a sinistra c'erano tutte. Né mancavano i margini economici per una politica di riforme, dato che il paese stava cominciando a vivere il più rapido boom industriale della sua storia.
Capitolo 26 – La società del benessere
Parola chiave: Multinazionali
Il boom dell'economia
Anni '50 e '60: identificata come «l'età dell'oro» del capitalismo industriale.
tanto da far apparire lo sviluppo economico e l'aumento del benessere come la condizione normale delle società industriali. tecnologie avanzate, produzione di quei beni di consumo durevoli che raggiunsero in questi anni una diffusione di massa non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa Occidentale e in Giappone. Parallelamente cresceva il terziario. concentrazioni aziendali e grandi multinazionali.
migliore efficienza dei trasporti e alla stabilità dei cambi fra le monete, frutto degli accordi di Bretton Woods. .
nuove frontiere della scienza
Nel settore chimico: materie plastiche e fibre sintetiche; i nuovi farmaci,gli antibiotici e nel 1928 la scoperta della penicillina, per opera del chimico inglese Alexander Fleming.; isolamento di molte vitamine; la scoperta dei sulfamidici (antibatterici che poi sarebbero stati in parte soppiantati dagli antibiotici); gli ormoni, fra cui l'insulina e il cortisone; introduzione degli psicofarmaci e degli anticoncezionali.
progressi della chirurgia: risale agli anni '60 la realizzazione dei primi trapianti di organi.
Fine anni '50: nuovo capitolo nella storia della ricerca e delle esplorazioni, conquista dello spazio => sviluppi della missilistica in una gara accanita e spettacolare.
1957: in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik (Unione Sovietica)
1958: fu lanciato l'Explorer (Stati Uniti)
1958: primo astronauta nello spazio, Yuri Gagarin, a bordo della navicella Vostok (Unione Sovietica)
1969: sbarco sulla luna degli astronauti Armstrong e Aldrin discesi dalla navicella Apollo 11 (Stati Uniti)
messa in orbita di satelliti metereologici e per le telecomunicazioni, costruzione di «stazioni orbitanti», lancio di «navette spaziali» (gli Space Shuttles).
fisica nucleare e le bombe atomiche. 1960: invenzione del laser.
Il trionfo dei «mass media»
La radio e il transistor. Ma la vera protagonista fu certamente la televisione. portò lo spettacolo dentro le case.
Nuova cultura di massa: una cultura in cui l'immagine tende a prevalere sulla parola scritta.
Il boom della musica leggera. I progressi della tecnologia e dell'elettronica e l'egemonia commerciale e culturale dei paesi anglosassoni
Boom demografico, in generale è da attribuire ai continui progressi che aumentarono la qualità della vita. aumento della popolazione mondiale non si distribuì in modo omogeneo fra le diverse aree del pianeta.
esplosione demografica nel Terzo Mondo. paesi industrializzati conobbero una fase di relativo slancio demografico solo nel decennio successivo alla guerra, il «baby boom». Dopo la metà degli anni '50 riprese il sopravvento la tendenza al calo della natalità
La cviltà dei consumi e i suoi critici
Anni '50-'70: Società del benessere o civiltà dei consumi. boom dei consumi superflui. Moltiplicazione dei messaggi pubblicitari, amplificati dai mezzi di comunicazione di massa. Risultato: processo di omologazione, di standardizzazione.dei modelli di consumo. Tendenza allo spreco. Muta il ruolo e la posizione degli intellettuali. La trasformazione della società e del costume favorirono, soprattutto nei paesi anglosassoni, l'affermazione delle scienze umane, come la sociologia, la scienza politica, la psicologia. discipline considerate gli strumenti più adatti per capire la nuova realtà e, in una certa misura, anche per accettarla.
Filone di pensiero che aveva il suo nucleo originario nella Scuola di Francoforte (Francoforte era stata la sede dell'Istituto per la ricerca sociale, fondato nel 1923 e diretto da Max Horkheimer). La critica alla società dei consumi si congiungeva così alla diffusione delle tendenze «terzomondiste».
Contestazione giovanile e rivolta studentesca
prese l'avvio dagli Stati Uniti, dove la mobilitazione - iniziata con l'occupazione dell'università di Berkeley, in California, nel 1964 - s'intrecciò con la protesta contro la guerra del Vietnam e col movimento contro la segregazione razziale. A partir dal '66-67 - e con un apice nel '68, «l'anno degli studenti» - la rivolta giovanile si estese ai maggiori paesi dell'Europa occidentale (ma anche al Giappone e alla Cina).
impegno del movimentofemminista, rivendicazione di un trattamento egualitario per il lavoro femminile.
Anni '60: trovò i suoi testi fondmentali negli scritti di militanti come Betty Friedan e Kate Millet.
Papa Giovanni XXIII, salito al soglio nel 1958, (dopo la morte di Pio XII),
Due celebri encicliche: «Mater et magistra» del '61 e «Pacem in terris» del '63.
1962-65: convocazione a quasi cent'anni di distanza dal precedente, del Concilio Vaticano II. l'innovazione più importante fu l'introduzione della messa in volgare.
Capitolo 27 – Distensione e confronto
Parola chiave: Dissenso
Mito e realtà degli anni '60
La coesistenza fra i due blocchi politico-militari in cui era diviso il mondo si confermò e si consolidò
Kennedy (1960-63) e Kruscev (1953-64):
1960: scaduto il secondo mandato di Eisenhower, il candidato democratico John Fitzgerald Kennedy salì alla presidenza.
1961: primo incontro fra Kennedy e Kruscev a Vienna, dedicato al problema di Berlino Ovest: fallimento. Gli Stati Uniti riaffermarono il loro impegno in difesa di Berlino Ovest. I sovietici risposero innalzando un muro
America Latina: Kennedy tentò di soffocare il regime di Fidel Castro a Cuba. sbarco alla Baia dei Porci: totale fallimento. si inserì l'Unione Sovietica, che iniziò l'installazione nell'isola di alcune basi di lancio per missili nucleari.
1962: Kruscev acconsentì a smantellare le basi missilistiche in cambio dell'impegno americano ad astenersi da azioni militari contro Cuba.
nuova fase di distensione.
1963: Stati Uniti e Unione Sovietica firmarono un trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera.
Kruscev interpretò il confronto fra i blocchi soprattutto in chiave di competizione economica fra i due sistemi. eccesso di ottimismo, destinato di li a poco a essere smentito dall'andamento tutt'altro che brillante dell'economia sovietica. Kruscev, nel 1964, fu estromesso da tutte le sue cariche.
1963: Kennedy fu ucciso a Dallas (nel '68 furono uccisi Robert Kennedy, fratello di John e probabile candidato alla presidenza, e Martin Luther King).
1964: presidenza Lyndon Johnson, esperto uomo politico di formazione roosveltiana. Finì col legare il suo nome alla guerra del Vietnam.
La Cina di Mao:
Contrasto fra le due maggiori potenze comuniste: Unione Sovietica e Cina. i comunisti cinesi avevano dovuto sostenere un compito non meno difficile di quello affrontato nel '17 dai bolscevichi russi. Per promuovere in tempi brevi un rilancio della produzione agricola, la dirigenza comunista varò, una nuova strategia che fu definita «del grande balzo in avanti». simile a quella dei piani quinquiennali sovietici. colossale fallimento: la produzione agricola crollò, provocando una spaventosa carestia.
Rottura con l'Urss: i sovietici criticarono ampiamente la linea e , fra il '59 e '60, richiamarono i loro tecnici, infliggendo un duro colpo alla già provata economia cinese. Mobilitazione, che culminò, fra il '66 e il '68, nella cosiddetta «rivoluzione culturale»: sotto accusa insegnanti e dirigenti politici, intellettuali e artisti.
A partire dal '68, lo stesso Mao cominciò a porre un freno al movimento da lui suscitato.
1971: la rivoluzione culturale si chiudeva definitivamente.
1972: clamorosa apertura agli Stati Uniti, sancita, da un viaggio del presidente americano Nixon a Pechino e dall'ammissione all'Onu della Cina comunista.
La guerra del Vietnam:
gli accordi di Ginevra (1954) avevano diviso il Vietnam in due repubbliche: quella del Nord, retta dai comunisti e quella del Sud governata da un regime semidittatoriale cattolico appoggiato dagli americani che cercavano di sostituire la loro influenza a quella francese. Contro il governo del Sud, si sviluppò un movimento di guerriglia (il Vietcong) guidato dai comunisti e sostenuto dallo Stato nordvietnamita.
La continua dilatazione dell'impegno militare americano (l'escalation) non fu però sufficiente a domare la lotta dei vietcong.
Di fronte a un nemico inafferrabile, l'esercito statunitense entrò in una profonda crisi.
1968: Johnson decise la sospensione dei bombardamenti sul Nord annunciò la sua intenzione di non ricandidarsi alle elezioni. Il suo sucessore, Nixon, avviò negoziati ufficiali con il vietnam del Nord e ridusse progressivamente l'impegno militare americano.
1975: tutta l'Indocina era diventata comunista.
L'Urss e l'Europa orientale: da Kruscev a Brežnev (1964-82).
Romania, sotto la guida di Nicolae Ceausescu, riuscì a conquistare una certa autonomia.
1968: interessante esperimento di liberalizzazione mai tentato fin allora in un paese del blocco sovietico fu quello avviato in Cecoslovacchia, che visse in effetti una stagione di radicale rinnovamento politico e di esaltante fermento intellettuale, e parve dar corpo all'ideale di un socialismo dal volto umano, la «primavera di Praga» => repressione sovietica.
A condannare l'intervento non furono singoli intellettuali, ma interi partiti comunisti occidentali (a cominciare daquello italiano).
La crisi polacca del '70 fu risolta con la concessione di aumenti salariali e con il cambio del vertice.
Per le democrazie dell'Europa occidentale, gli anni '60 e i primi anni '70 rappresentarono un periodo di complessiva prosperità.
In Italia, in Germania occidentale e in Gran Bretagna, questa fase coincise con l'entrata al governo dei socialisti.
In Germania federale: Nel 1969 i socialdemocratici si allearono con i liberali e governarono per un quindicennio. Brandt e la «Ostpolitik»: graduale superamento dei blocchi, instaurazione di rapporti diplomatici coi paesi comunisti.
Più sfortunata fu l'esperienza di governo dei laburisti inglesi, con Wilson: congiuntura economica difficile e questione irlandese.
1972: adesione inglese al Mercato comune, che non sarebbe stata però sufficiente a risolvere i problemi dell'economia britannica, né a rilanciare il processo di integrazione politica fra gli Stati del vecchio continente.
Il Medio Oriente e le guerre arabo-israeliane:
Dopo la crisi di Suez del '56, il Medio Oriente continuò a rappresentare un pericoloso focolaio di tensione locale a causa della permanente ostilità fra Israele e i paesi arabi (che rifiutavano di riconoscere lo stato ebraico), ma anche un terreno di scontro fra l'Unione Sovietica, divenuta grande protettrice dell'Egitto, e gli Stati Uniti, che sostenevano con decisione Israele.
La guerra dei sei giorni: la distruzionne al suolo dell'intera aviazione egiziana fu un disastro per gli arabi, che contarono più di 30.000 morti, gli israeliani solo poche centinaia. La disfatta determinò il distacco dei movimenti di resistenza palestinese, riuniti nell'Olp, dalla tutela dei regimi arabi. Guidata a partire dal 1969 da Yasser Arafat, già leader del gruppo principale, quello di Al Fatah, l'Olp pose le sue basi in Giordania.
1970: «settembre nero». il re di Giordania Hussein mobilitò le sue truppe contro i feddayn e i profughi palestinesi, che dopo aver avuto migliaia di morti, furono costretti a riparare nel vicino Libano. Da allora l'Olp avrebbe esteso la lotta terroristica sul piano internazionale, con una serie di dirottamenti aerei e di attentati clamorosi, come quello attuato a Monaco contro gli atleti israeliani, durante le Olimpiadi del '72.
1973: guerra del Kippur. Le truppe egiziane attaccarono di sorpresa le linee israeliane, dilagando nel Sinai. Ma israele riuscì a capovolgere le sorti del conflitto, grazie anche ai massicci aiuti americani. La chiusura del Canale di Suez e il blocco petrolifero, decretato dagli Stati arabi, contro i paesi occidentali amici di Israele, diedero alla crisi una dimensione globale, con conseguenze di vasta portatasull'economia e sugli equilibri internazionali.
Capitolo 28 – Anni di crisi
Parola chiave: Monetarismo
inizio degli anni '70 due avvenimenti dalle conseguenze traumatiche
1971: Stati Uniti decisero di sospendere la convertibilità del dollaro in oro.
1973: decisione presa dai paesi produttori di petrolio, in seguito alla guerra arabo-israeliana, di quadruplicare il prezzo della materia prima.
=> Generale tensione inflazionistica (stagflazione) dovuto in parte all'origine «esterna» dell'inflazione, in parte alla maggiore rigidità dei salari. Crescita della disoccupazione. Crisi del «Welfare State». La crescita continua della spesa pubblica costrinse i governi a portare a livelli sempre più alti la pressione fiscale. Avvento al potere dei conservatori in Gran Bretagna, con Margaret Thatcher (1979) e l'elezione alla presidenza Usa del repubblicano Ronald Regan (1980)
La crisi delle ideologie
Cultura di sinistra era stata la cultura egemone: si basava sul presupposto di un'illimitata capacità espansiva del sistema economico. Queste e altre certezze cominciarono a venir meno.
incapacità dei regimi ispirati al modello leninista e collettivista di offrire soluzioni accettabili ai problemi della società contemporanea => fine del mito Urss.
Drammatica esplosione di terrorismo politico, attuato da piccoli gruppi clandestini fortemente militarizzati (le Brigate rosse in Italia; la Raf, ossia federazione dell'Armata rossa, attiva in Germania; il gruppo di Action directe in Francia) ispirate a una versione estremizzata del marxismo-leninismo. movimenti di liberazione del Terzo Mondo e quelli nati dalle lotte delle minoranze etniche nella stessa Europa (Ira ed Eta). terrorismo come fenomeno internazionale: terrorismo di matrice fondamentalista islamica (1981: papa Giovanni Paolo II fu gravemente ferito in Piazza San Pietro da un terrorista turco).
Gli Stati Uniti e la «rivoluzione reaganiana»
Stati Uniti gli anni '70: crisi del dollaro, la guerra del Vietnam, il caso Watergate, che nel 1974 costrinse alle dimissioni il presidente Nixon.
1976: Jimmy Carter cercò di promuovere una politica di tipo «wilsoniano», fondata sul difesa dei diritti umani => la linea di opposizione a quella sovietica e la rivoluzione iraniana contribuirono alla sconfitta di Carter
1980: Ronald Regan, anziano esponente dell'ala destra del Partito repubblicano. in politica estera adottò una linea più dura nei confronti dell'Urss, incarnando l'orgoglio nazionalista americano.
Fra l'83 e l'86 l'economia riprese a marciare,
Strategia di Regan: mantenimento di un alto livello di armamenti (lo scudo elettronico spaziale).
Sostegno in armi e materiali ai guerriglieri afgani in lotta contro l'invasione sovietica, sfida ai regimi intagralisti del Medio Oriente, l'Iran e la Libia.
Regan concluse il suo secondo mandato con una popolarità pressochè intatta, grazie anche al successo dei suoi incontri con il leader sovietico Gorbacev e all'avvio di una nuova fase di distensione.
1988: George Bush, già vicepresidente con Regan: significativo ridimensionamento dello scudo spaziale.
1989: intervento militare a Panama
1990-91: intervento massiccio contro l'Iraq di Saddam Hussein.
1991-92: dissoluzione della potenza rivale e definitiva vittoria degli Stati Uniti.
L'Urss: da Breznev a Gorbacev (1985-90 segreteria del Pcus e poi presidente dell'Urss nel '90)
Anni '70: furono gli anni del potere incontrastato di Breznev. Successo effimero fu quello ottenuto dall'Urss nel vicino Afghanistan
1975: Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa
Fine degli anni '70 i membri europei della Nato decisero l'installazione di nuovi missili a media gittata - gli euromissili - per rispondere allo spiegamento di armi analoghe da parte dell'Urss
Fine 1979: i sovietici inviarono in Afghanistan un forte contingente di truppe che si dovette scontrare per quasi dieci anni, contro l'accanita resistenza dei gruppi guerriglieri islamici (sostenuti dal Pakistan, dall'Iran e anche dagli Stati Uniti).
1982: morte di Breznev
1985: Gorbacev, svolta radicale: la «perestroika» (riforma) => serie di interventi nel segno della liberalizzazione, volti a introdurre nel sistema socialista elementi di economia di mercato.
Ginevra ('85)e a Reykjavik ('86): Incontri fra Reagan e Gorbacev, inaugurarono un clima più disteso nei rapporti Usa-Urss.
1987: terzo vertice a Washington che portò a uno storico accordo sulla riduzione degli armamenti missilistici in Europa.
Emergere di movimenti autonomisti e indipendentisti fra le popolazioni non russe: le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e le repubbliche caucasiche (Armenia , Georgia, Azerbaigian).
1988: l'Urss s'impegnò a ritirare le sue truppe dall'Afghanistan.
1989: nuovi incontri al vertice fra Gorbacev e Bush
1990: la Repubblica russa rivendicò la propria autonomia dal potere federale ed elesse Boris Eltsin
Nuovo ordine internazionale:
1990: Parigi. Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa
Gran Bretagna
1979: vittoria dei conservatori di Margaret Thatcher (che governò ininterrottamente per 11 anni).
1990: La presidenza passa a Hohn Major, conservatore.
Germania
1983: i governi Brandt e Smidth, ascesa al governo del cristiano-democratico Helmuth Kohl.
Francia
1981-93: presidenza il socialista Francois Mitterrand
Governi a guida socialista si affermarono, all'inizio degli anni '80 , nelle nuove democrazie dell'europa meridionale (Grecia, Spagna e Portogallo). ulteriore allargamento della Cee, cui aderirono tutti e tre i paesi: la Grecia nell'81, la Spagna e il Portogallo nell'86.
America Latina
quelli compresi fra la crisi petrolifera (1973) e la caduta del muro di Berlino (1989) furono anni di profonde trasformazioni.
Il Cile, da Allende a Pinochet.
L'Argentina, fra peronismo e dittature militari. 1983: vittoria del radicale Raul Alfonsin.
1984-85: si ebbero libere consultazioni in Perù, Uruguay, Bolivia.
1988: in Cile, il regime di Pinochet fu sconfitto => vittoria dei democristiani.
1989: fu rovesciata anche la dittatura del generale Stroessner in Paraguay.
1992: in Perù. Colpo di Stato, sospensione della Costituzione ed esautorazione del Parlamento.
Colombia: strapotenza dei grandi trafficanti di droga
1979: in Nicaragua il movimento sandinista rovesciò la dittatura di Somoza. 1989-90: elezioni che portarono al potere il fronte antisandinista.
La sconfitta dei sandinisti accentuava l'isolamento di Cuba, dove il regime di Fidel Castro era messo in seria difficoltà dal collasso dell'Urss.
Asia comunista
Negli anni sucessivi alla vittoria dei comunisti in Vietnam (1975) e alla morte di Mao in Cina (1976), l'Asia comunista attraversò una fase di profonde trasformazioni e di drammatici conflitti.
tragiche vicende in Cambogia, dove i khmer rossi misero in atto, fra il '76 e il '78, uno dei più radicali e sanguinari esperimenti di rivoluzione sociale mai tentati nella storia. i comunisti cambogiani consumarono uno spaventoso massacro, non solo dal punto di vista umano
1978: soldati vietnamiti, invadevano il paese e vi installavano un governo «amico» rovesciando quello dei khmer rossi.
1979: i cinesi effettuarono una spedizione punitiva nel Vietnam del Nord.
Solo nell'88, grazie alla mediazione dell'Onu, le forze vietnamite cominciarono a ritirarsi dalla Cambogia, raggiungendo solo nel '91 un precrio accordo di pacificazione.
La Cina dopo Mao
Fine anni '70: ascesa di Deng Xiaoping: furono introdotti nel sistema elementi di economia di mercato. La contestazione studentesca: Pechino, primavera dell'89, serie di imponenti e pacifiche manifestazioni di piazza per chiedere più libertà e più democrazia. intervento dell'esercito nella piazza Tienannen (giugno '89) che si risolse in un vero e proprio massacro, suscitò reazioni sdegnate in tutto il mondo democratico.
il paese più popoloso del mondo divenne teatro di un inedito esperimento di liberalizzazione economica all'interno di un regime che si proclamava ancora comunista.
Il «miracolo» giapponese
Uscito dalla guerra in condizioni disastrose, il Giappone era divetato, già negli anni '60, la terza potenza economica del mondo, dopo Usa e Urss.
Capitolo 29 – L'Italia dal miracolo economico alla crisi della prima repubblica
Parola chiave: Mafia
1958->1963: miracolo economico, tasso di sviluppo inferiore in Europa solo a quello tedesco.
1963-64: processo inflazionistico, battuta d'arresto. a partire dal '66, la crescita riprese, anche se a ritmi più lenti.
Profonde trasformazioni: l'Italia entrò nella civiltà dei consumi, disordinatamente, quasi di colpo.
crescita delle città, fra il '51 e il '63 a un fortissimo incremento dell'occupazione nei settori del commercio e dell'edilizia => espansione delle città in forme caotiche, senza piani regolatori => disordine urbano. simboli principali di questo cambiamento: la televisione, fu il maggiore strumento di unificazione linguistica e culturale dell'Italia del miracolo; l'automobile, fu l'espressione principale di una supposta parificazione economica e sociale..
Il centro-sinistra
Inizio degli anni '60, ingresso dei socialisti nell'area di governo. proteste dei partiti laici e della sinistra Dc. Tambroni fu sconfessato dalla stessa Dc e costretto a dimettersi. gravissima crisi, fu formato un nuovo governo monocolore presieduto da Fanfani. nuova alleanza sancita '62, grazie alla sapiente regia del segretario Aldo Moro, che riuscì a far accettare la svolta al grosso del suo partito. Il programma del centro-sinistra: realizzazione della scuola media unificata, attuazione dell'ordinamentoregionale previsto dalla Costituzione, l'imposizione fiscale nominativa sui titoli azionari e nazionalizzazione dell'industria elettrica. Queste due ultime riforme, erano state da tempo richieste dai socialisti come condizione per il loro ingresso nella maggioranza.
1962: creazione dell'Enel.
1963: le elezioni. Governo «organico» di centro-sinistra sotto la presidenza di Aldo Moro. rifiuto ideologico di scelte radicali erano tipici della cultura cattolica: Aldo Moro, tendeva a risolvere i contrasti col compromesso e la mediazione.
1964: scissione socialista e il Psiup. Morte di Togliatti. elezione alla presidenza della Repubblica del leader socialdemocratico Giuseppe Saragat, che successe a Segni.
la formula di centro-sinistra sarebbe durata, per oltre un decennio, con i governi presieduti fino al '68 da Moro, poi da Mariano Rumor e da Emilio Colombo.
1968: mobilitazione degli studenti universitari. Assunse in Italia come caratteristica specifica una forte ideologizzazione in senso marxista e rivoluzionario. Promosso all'inizio da una minoranza di estrazione borghese e allargatosi poi, col Coinvolgimento degli studenti medi, a strati sociali più ampi, il movimento studentesco, a partire dall'autunno '68 (l'autunno caldo) individuò il suo interlocutore privilegiato nella classe operaia.
Nuovi gruppi politici «extraparlamentari»: Potere operaio, Lotta continua, Avanguardia operaia, l'Unione dei marxisti-leninisti.
1970: approvazione dello Statuto dei lavoratori.
1968-70: furono approvati i provvedimenti relativi all'istituzione delle regioni.
1970: la legge Fortuna-Baslini introduceva in Italia l'istituto del divorzio.
La crisi del centro-sinistra
1969: strage di piazza Fontana: una bomba esplosa a Milano, nella sede della Banca nazionale dell'agricoltura. L'incapacità dello Stato a risolvere il caso.
1970: rivolta di Rggio Calabria, guidata dagli esponenti dell'Msi.
L'impotenza dimostrata, in questa come in altre occasioni, dai poteri pubblici rifletteva anche profonde divisioni all'interno dello schieramento di governo.
1972: ricorso a elezioni politiche anticipate, rivelatosi inutile sia durante il governo Andreotti ('73-73) che quelli di Mariano Rumor ('73-74). Le difficoltà economice furono aggravate dalle conseguenze della guerra arabo-israeliana del Kippur.
Si diffuse la sfiducia nel sistema dei partiti.
1974: riforma fiscale
1975: riforma del diritto di famiglia, che sanciva la parità giuridica fra i coniugi; abbassamento della maggiore età, cui era legato il diritto di voto, da ventuno a diciotto anni.
1978: il Parlamento approvò la legge che legalizzava e disciplinava l'interruzione volontaria della gravidanza.
metà degli anni '70: sull'onda del successo nel referendum sul divorzio il segretario del Pci Luigi Berlinguer stabilì contatti con i comunisti francesi e spagnoli per avviare una politica comune in Europa occidentale («eurocomunismo»).
spostamento a sinistra dell'elettorato => accentuò i dissensi fra Dc e Psi.
1975: si giunse così, al disimpegno socialista dal governo, fine dell'esperienza del centro-sinistra.
1976: elezioni anticipate. La Dc recuperò i voti perduti, il Pci avanzò ulteriormente, il Psi registrò una sostanziale sconfitta (ascesa alla segreteria di Bettino Craxi, leader della corrente autonomista). Nuova formula di governo: coinvolgimento del Pci nella maggioranza. governo monocolore, democristiano, guidato da Giulio Andreotti.
Terrorismo nero, terrorismo rosso:
Il tratto distintivo del terrorismo di destra fu il ricorso ad attentati dinamitardi in luoghi pubblici, che provocavano stragi indiscriminate, con lo scopo di diffondere il panico.
1974: bombe in piazza della loggia a Brescia e quelle sul treno Italicus.
1980: l'attentato alla stazione di Bologna, con oltre 80 morti. Solo in questo caso si giunse a una sentenza definitiva contro alcuni terroristi di destra.
Fattori che contribuirono alla nascita del terrorismo di sinistra: immagine di uno Stato debole e minato dalla corruzione politica, ma anche alla presenza del terrorismo di destra e alla psicosi di un colpo di Stato.
Le Brigate rosse. giovani provenienti per lo più dalla militanza nelle file del movimento studentesco, dei gruppi extraparlamentari e degli stessi partiti della sinistra storica. Sequestri di dirigenti industriali e di magistrati, del giudice Sossi nel '74, nel '76, uccisione del procuratore generale di Genova Coco e dei due uomini della sua scorta.
anni fra il '77 e l'80, quelli in cui il terrorismo sembrava non più arginabile, furono fra i più duri della storia della Repubblica.
6 marzo 1978: rapimento di Aldo Moro, presidente della Dc e principale artefice della nuova politica di «solidarietà nazionale».
9 maggio 1978: Moro fu ucciso.
1978: legge sull'equo canone, che avrebbe prodotto risultati disastrosi; riforma sanitaria (introduzione delle Usl) rivelatasi fonte di inefficienza e di sprechi.
Gli scandali giunsero a toccare la presidenza della Repubblica, costringendo alle dimissioni, nel '78, il democristiano Giovanni Leone.
1978: alla presidenza della Repubblica fu eletto il socialista Sandro Pertini. Si andava frattanto esaurendo l'esperienza della solidarietà nazionale. Il nuovo corso impresso da Craxi alla politica socialista ricreava le condizioni per una ripresa dell'alleanza fra il Psi e i partiti di centro. I comunisti minacciavano il passaggio all'opposizione.
1979: la crisi che seguì portò a nuove elezioni anticipate.
anni '80: significativi mutamenti nel panorama politico. ritorno alla coalizione di centro-sinistra (Dc, Psi, Pri, Psdi), allargata, a partire dall'81, anche al partito liberale
=> formula di governo detta di pentapartito. La Dc, per la prima volta dopo il '45, cedette la guida del governo, affidata nell'82-83 al segretario repubblicano Giovanni Spadolini e, dopo le elezioni dell'83, al leader socialista Bettino Craxi.
Per la Dc: segreteria di Ciriaco De Mita, cercò di cancellare l'immagine di una Dc logorata dagli scandali e dalle clientele.
Per il Pci: l'immagine di partito dalle «mani pulite» e il carisma personale di Berlinguer conservarono tuttavia al partito una larga base elettorale.
anni '80: ripresa economica: aumento delle esportazioni e profondo rinnovamento tecnologico
Scandalo della Loggia P2, una specie di branca segreta della massoneria, ben inserita nel mondo politico, nella burocrazia e nei vertici militarie sospettata di perseguire anche il fine di una ristrutturazione autoritaria dello Stato.
1982: assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, già protagonista della lotta al terrorismo, inviato come prefetto a Palermo per coordinare la lotta alla mafia.
1984: attentato su un treno nella galleria «direttissima» fra Firenze e Bologna: l'attentato si rivelò di origine mafiosa. Mafia e camorra trovavano la loro principale fonte di lucro nel controllo del mercato della droga.
La lotta contro il terrorismo rosso: un numero crescente di pentiti, grazie anche a una legge approvata nell'80 che concedeva forti sconti di pena, diede un notevole contributo alla sconfitta del terrorismo.
1985: Francesco Cossiga, democristiano, salì alla presidenza della Repubblica.
1987: crisi del lungo ministero Craxi e quinto scioglimento anticipato delle Camere. Novità delle elezioni fu l'apparizione di nuovi gruppi: gli ambientalisti (i Verdi),le Leghe regionali (presenti soprattutto in Lombardia e nel Nord).
Due sucessivi governi a guida democristiana: il governo Goria (1987-88) e il governo De Mita (1988-89)
1989: De Mita fu sostituito da Forlani alla guida del partito.
1989: governo Andreotti, che pure sulla carta si fondava su un accordo politico più forte rispetto ai precedenti «accordi di programma», riusciva a riportare la compattezza nella maggioranza, che anzi doveva affrontare una nuova crisi nel '91.
La crisi della prima Repubblica: al di là della tradizionale denuncia del malcostume politico, era il sistema nel suo insieme ad essere ora messo sotto accusa.
Capitolo 30 – Società postindustriale e globalizzazione
Parola chiave: Ecologia
1986: Chernobyl
«Sviluppo sostenibile»: si affermò una concezione tendeva a valutare la crescita in rapporto all'integrità dell'ambiente e delle risorse per realizzare uno sviluppo che recuperasse la centralità dell'uomo e la qualità della vita.
1987: Questa nuova prospettiva fu fatta propria dalla Commissione sull'ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni Unite e compiutamente enunciata nel rapporto Brundtland (dal nome della sua autrice, allora a capo del governo norvegese).
In parte però la spinta alla ricerca di fonti energetiche «alternative» venne in parte meno nel decennio seguente, in seguito alla stasi e poi al rapido calo, nell'85-86, dei prezzi del petrolio.
1992: conferenza di Rio de Janeiro organizzata dall'Onu, oltre 140 paesi i impegnarono a limitare l'inquinamento e a perseguire uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente. I risultati furono tuttavia inferiori alle aspettative.
1997: protocollo di Kyoto. programma che implicava alti costi per l'ammodernamento degli impianti, non fu però condiviso né dagli Stati Uniti, né da Cina ed India.
2007: vertice di Heiligendamm, in Germania, che ancora non prevedeva procedure vincolanti né tempi certi di applicazione.
Ultimi decenni del '900
Elettronica: branca della fisica che studia il movimento degli elettroni e che, già nella prima metà del '900, era stata alla base di alcune fondamentali scoperte nel campo delle comunicazioni radiofoniche e televisive). L'avvento del computer (la valvola, il transistor, il circuito integrato) fino ai computer della terza generazione, alla loro produzione di massa.
Informatica, telematica, cibernetica (scienza che studia i processi di controllo e di comunicazione negli organismi viventi e cerca di riprodurli nelle macchine). Figlia della cibernetica è la robotica, che si occupa specificamente della costruzione di macchine capaci di sostituire l'uomo).
La digitalizzazione (ossia la trasposizione nel linguaggio dei computer) ha consentito di unificare i linguaggi e di far circolare informazioni di diversa natura sugli stessi canali di comunicazione.
1991: il Cern (Consiglio eurpoeo per la ricerca nucleare) di Ginevra creò il primo server «world wide web» per permettere agli scienziati di scambiarsi informazioni composte da testo e immagini.
La «mondializzazione» della cultura di massa.
La società postindustriale
Il ruolo dominante delle attività industriali ormai da molti decenni è venuto declinando a vantaggio del settore dei servizi (compresi gli innumerevoli impieghi sottopagati e precari, i cosiddetti macjobs). Il Anche l'organizzazione del lavoro in fabbrica cambiava aspetto: sistema più flessibile che permetteva di adattarsi più agevolmente alle innovazioni tecnologiche.
Nuovo tipo di organizzazione del lavoro viene definito anche con il termine «postfordismo». Per gli sconomisti e i sociologi il passaggio al postfordismo implica il superamento della produzione standardizzata e del consumo standardizzato. Vengono introdotte così la flessibilità e la varietà sia sul versante della produzione sia su quello delconsumo di massa. Il termine «postindustriale» suggerisce che l'industria non è più l'asse portante delle attività produttive e delle relazioni umane e sociali.
Ciò che connota la società postindustriale è invece l'informazione. Il controllo dell'informazione, dei suoi linguaggi, delle sue procedure, dei suoi flussi è divenuto decisivo. Produrre e vendere informazione definisce le nuove gerarchie di potere e di ricchezza, di dominio e di libertà => meno spazio per le contrapposizioni di classe di tipo tradizionale => i conflitti sociali si collocano in ambiti diversi, meno condizionati dai sistemi di produzione.
Uso di un lingua vicolare comune, l'inglese, velocità delle comunicazioni e abbattimento dei costi => globalizzazione.
Apertura di sempre nuovi: rischio per i paesi della vecchia industrializzazione di perdere i privilegi di un benessere.
Il G8: La prima iniziativa, nata nel 1975 si tradusse nella convocazione di una serie di vertici annuali fra i governi dei paesi più industrializzati: all'inizio erano solo cinque, poi diventarono sette con l'ammissione di Italia e Canada e infine otto con l'ingresso della Russia postcomunista.
Il movimento «no global»: apparve per la prima volta, con manifestazioni molto vivaci e a tratti violente, in occasione di una conferenza del Wto a Seattle nel 1999. mira a sollecitare i governi dei paesi più avanzati ad attivare nuove forme di sviluppo economico più rispettose dell'uomo e dell'ambiente, in particolare per una redistribuzione più equa della ricchezza.
Tendenze demografiche
Nel 2000: 6 miliardi. il ritmo di crescita si ridusse lentamente. tendenza che in qualche caso è stata aiutata da politiche demografiche attuate dai gverni (Cina ed India). Ma più spesso va attribuita a fattori spontanei: la conquista di più elevati livelli di benessere, la penetrazione di nuovi modelli culturali. La crescita «zero» ha creato non pochi problemi proprio in relazione al mantenimento dei livelli di benessere raggiunti (contrazione delle nascite, unita al prolungamento della vita media). Crisi del modello di Welfare State che già aveva cominciato a manifestarsi in Europa alla fine degli anni '70.
L'incremento dei flussi migratori: problema di non facile soluzione.
Aspetti positivi: afflusso di nuova forza-lavoro funzionale allo sviluppo economico, apportatrice di nuovi valori, di nuove usanze, di nuove culture => multiculturalismo
Tendenza alla riscoperta, alla difesa gelosa, delle identità nazionali o religiose, già alimentata dalla caduta dei grandi sistemi ideologici.
Parità dei sessi. Mentre negli Stati Uniti e nell'Europa settentrionale i diritti civili delle donne furono ufficializzati assai presto, in molti casi prima della concessione del diritto di voto, nell'Europa meridionale la parità sessuale dei ruoli e l'indipendenza dei due membri della coppia furono progressivamente riconosciute soltanto a partire dagli anni '60.
1975: in Italia divenne legge il principio di responsabilità paritaria nei confronti dei figli e nell'amministrazione dei beni familiari. In Portogallo nel 1978, in Spagna nell'81 e in Grecia nell'83. Nel diritto privato, dunque, la completa uguaglianza tra uomini e donne è una conquista piuttosto recente.
Religione
Statistiche dei primi anni '90:
-atei e non credenti: 20%
-adepti alle grandi religioni: 70% (cristiani 33,5%, musulmani 18,7% in rapida espansione, ebrei, induisti, buddisti, confuciani, scintoisti).
-aderenti a religioni «minori»: 10%
1978: Papa Giovanni Paolo II. Svolse un ruolo importante nel rilancio planetario del cattolicesimo => grande apertura ai problemi sociali e al dialogo con le altre religioni e con gli stessi non credenti
2005: Benedetto XVI, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger.
Altro fenomeno caratteristico fu l'espansione della religione musulmana al di là delle sue aree tradizionali di insediamento. Il rilancio dell'Islam ha spesso preso le forme dell'integralismo. L'integralismo islamico ha assunto un notevole peso dopo la rivoluzione iraniana del 1979, creando preoccupazioe in Occidente.
La minaccia delle guerre di religione: l'integralismo non è una prerogativa esclusiva dell'Islam: correnti integraliste sono attive da sempre nell'ambito delle Chiese cristiane.
Medicina e bioetica
Sviluppi delle tecnologie diagnostiche: l'ecografia con ultrasuoni, priva degli effetti collaterali delle radiazioni, la tomografia assiale computerizzata (Tac), la risonanza magnetica nucleare (Rmn), la tomografia a emissione di positroni(Pet).
1953: ingegneria genetica, due biologi inglesi (Crick e Watson), individuarono la struttura dell'acido desossiribonucleico (Dna), responsbile della trasmissione ereditaria dei caratteri genetici negli esseri viventi.
1973: Watson, aveva avanzato la provocatoria (e inascoltata) proposta di sospendere gli esperimenti di ingegeria genetica. L discussione su questi twmi ha dato origine a una nuova disciplina, a metà fra scienza e filosofia, la bioetica, che affronta i problemi che derivano dalla generazione della vita nelle varie forme di procreazione assistita o quelli che investono la possibilità di riproduzione della vita: clonazione (pecora Dolly) -> rischi dimanipolazione.
Capitolo 31 – La caduta dei comunismi
Parola chiave: Pulizia etnica
Un sistema in crisi: Sconfitta dell'Urss tanto più evidente negli anni della stagnazione brezneviana; regimi spietatamente autoritari, o addirittura responsabili di genocidio, come quello di Pol Pot in Cambogia; il modello cubano aveva perso gran parte del suo fascino; fatti di piazza Tienanmen.
Gorbacev e il collasso dell'impero sovietico: Nel momento in cui il riformismo gorbaceviano aprì le prime brecce nel sistema, cercando di introdurvi dosi controllate di pluralismo e rinunciando all'uso della forza nei confronti dei satelliti, l'intera costruzione crollò in tempi rapidissimi.
I mutamenti in atto nell'Urss ebbero immediate ripercussioni nei paesi satelliti.
1980-1981: in Polonia era nato un sindacato indipendente a forte base operaia, e di dichiarata ispirazione cattolica, chiamato Solidarnosc («solidarietà»).
1981: Colpo di stato in cui Partito operaio polacco (l'equivalente del Partito comunista) assunse pieni poteri e mettendo fuori legge Solidarnosc.
La Chiesa e il sindacato continuarono tuttavia a operare in semiclandestinità e dopo la svolta gorbaceviana il dialogo si intensificò, fino al'apertura, nel 1989 di un tavolo ufficiale di negoziato.
1989: si svolsero libere elezioni, prime in un paese comunista, e videro la schiacciante vittoria di Solidarnosc, aprendo la strada alla nascita di un governo di coalizione.
Gli avvenimenti polacchi diedero avvio a una sorta di reazione a catena che, nel giro di pochi mesi, fra il1989 e il 1990 avrebbe messo in crisi l'intero sistema delle «democrazie popolari».
1989: anche in Ungheria si tennero libere elezioni. segnarono l'affermazione di un partito di centro-destra, e la quasi scomparsa degli ex comunisti.
Importanti decisioni: rimozione dei controlli polizieschi e delle barriere di filo spinato al confine con l'Austria.
9 novembre 1989: la caduta del muro di Berlino, simbolo della guerra fredda => rappresentò un evento epocale e assurse a simbolo della fine delle divisioni che avevano spaccato in due l'Europa e il mondo all'indomani del secondo conflitto mondiale.
In Cecoslovacchia: il Parlamento, presieduto da Dubcek, elesse alla presidenza della Repubblica lo scrittore Vaclav Havel, già perseguitato dal regime comunista.
In Romania: fine della dittatura di Ceausescu, catturato e condannato a morte assieme alla moglie Elena.
In Bulgaria: fu avviato un graduale processo di liberalizzazione.
1990: In Bulgaria e in Albania i comunisti mantennero il potere temporaneamente, ma furono sconfitti alle successive consultazioni politiche.
In Germania dell'Est vinsero i cristiano-democratici. Il governo Kohl riuscì a preparare con grande efficacia e in pochi mesi l'assorbimento della Germania orientale nelle strutture istituzionali ed economiche della Repubblica federale tedesca e a far acettare all'Est la nuova realtà di una Germania unita.
Maggio 1990: i due governi tedeschi firmarono un trattato per l'unificazione economica e monetaria.
3 ottobre 1990: Gorbacev diede il suo assenso alla riunificazione => la Germania vide entrare realmente in vigore il trattato e, dopo un quarantennio di divisione, tornò ad essere un paese unitario.
1991: Gorbacev fu sequestrato nella sua casa in Crimea. Il Golpe fallì clamorosamente e una gran folla si raccolse a presidio delle libere istituzioni appena conquistate e costringendo i golpisti alla ritirata. Decisivo fu il ruolo del presidente della Repubblica russa Eltsin che, dopo aver capeggiato la resistenza popolare e aver imposto laliberazione di Gorbacev, si propose come il vero detentore del potere, relegando in secondo piano lo stesso presidente sovietico.
Il fallimento del golpe valse a spazzare via quanto restava del regime comunista: morte dell'Unione Sovietica.
Il 25 dicembre 1991: Gorbacev annunciò in un discorso televisivo le sue dimissioni => la bandiera sovietica fu ammainata dalCremlino e sostituita da quella russa.
1992: separazione consensuale tra cechi e slovacchi => creazione di due repubbliche.
La crisi jugoslava
Fra il '90 e il '91: in Jugoslavia la crisi precipitò in seguito al contrasto fra le risorgenti aspirazioni egemoniche della Serbia di Milosevic e la volantà autonomistica delle repubbliche di Slovenia e Croazia, che proclamarono la propria indipendenza, seguite poi dalla Macedonia. 1992: la Bosnia divenne teatro di una guerra crudelissima, condotta, soprattutto dai serbi, all'insegna della «pulizia etnica». Né gli sforzi di mediazione della Comunità europea, né le iniziative dell'Onu, che impose l'embargo alla Serbia e inviò in Bosnia contingenti di pace, ottennero alcun esito. Sarajevo fu sottoposta a un lunghissimo assedio a opera delle milizie serbe.Per raggiungere una tregua d'armi, fu necessario l'impegno diretto, diplomatico e militare, degli Stati Uniti, che agirono sotto la copertura dell'Alleanza atlantica.
1995: la Nato attuò una serie di raid aerei contro le posizioni dei serbo-bosniaci e fu imposto il cessate il fuoco. Accordo di pace, la cui attuazione però si rivelò alquanto problematica.
1998: crisi del Kosovo, che era stato uno dei fattori scatenanti dell'intera crisi jugoslava.Ancora una volta furono i paesi della Nato,fra cui l'Italia, a intervenire.
I serbi risposero intensificando la «pulizia etnica» in Kosovo: drammatico esodo dei kosovari albanesi nelle vicine repubbliche di Albania e Macedonia, dove furono allestiti,con l'aiuto dei paesi della Nato (e in particolare dell'Italia), grandi campi per accogliere i profughi.
Ma alla fine grazie alla mediazione della Russia, Milosevic cedette e ritirò le sue truppe dal Kosovo. fu sostituito da Kostunica, alla guida di una coalizione democratica. Milosevic e venne sucessivamente arrestato, consegnato al Tribunale internazionale dell'Aja e processato per crimini contro l'umanità
2006: morì Milosevic, prima della conclusione del processo, e fu proclamata l'indipendenza della Repubblica del Montenegro.
2008: fu riconosciuta l'indipendenza del Kosovo.
Dal 1997: collasso delle istituzioni in Albania, fattore scatenante fu il fallimento di una serie di società finanziarie (Berisha e il Partito democratico erano accusati di connivenza coi responsabili delle società fallite).
L'Albania fu salvata dall'intervento dell'Onu che inviò nel paese un contingente di pace. Nuove elezioni che videro il successo dei socialisti.
Capitolo 32 – Il nodo del Medio Oriente
Parola chiave: Fondamentalismo
«Medio Oriente»: una zona dai confini non precisamente definiti che va dall'Egitto all'Iran, dalla Turchia all'Arabia Saudita. Un'area di grande rilievo strategico.
I fattori di tensione: accresciuto interesse per la risorsa petrolio, l'aggravarsi del conflitto arabo-israeliano per la Palestina, la rinascita del fondamentalismo islamico.
1974-75: Sadat (l'allora presidente egiziano), attuò un clamoroso rovesciamento di alleanze, espellendo i tecnici sovietici dall'Egitto, congelando i rapporti con l'Urss imprimendo alla sua politica un segno filo-occidentale.
1977: Sadat formulò a Gerusalemme una promessa di pace.
1978: accordi di Camp David grazie ai quali l'Egitto ottenne la restituzione della penisola del Sinai, occupata da Israele nel '67.
La scelta dell'Egitto fu però condannata dalla maggioranza degli Stati arabi e Sadat fu ucciso al Cairo in un attentato organizzato da un gruppo integralista islamico.
La rivoluzione iraniana
Laici e integralisti: il risveglio politico-culturale del mondo arabo-islamico in lotta contro la dominazione occidentale si era aspresso attraverso due canali diversi e contrapposti.
Al di fuori del mondo arabo, il nazionalismo laico in Medio Oriente aveva la sua principale roccaforte nella Repubblica turca, nata dalla rivoluzione kemalista dei primi anni '20.
E di questa identità erano custodi i militari, eredi di Ataturk, pronti a interferire pesantemente nella vita politica ogni qualvolta vedessero minacciati i valori laici a fondamento dello Stato.
L'Iran dello scià: a partire dagli anni '60 aveva avviato una politica di modernizzazione accelerata, e per molti aspetti traumatica, che mirava a trasformare il paese in una grande potenza militare, senza però riuscire ad assicurare significativi progressi nella condizione di vita delle masse.
1978: la rivoluzione (nata dalla crescente opposizione dei gruppi di sinistra e del clero islamico tradizionlista di osservanza sciita).
1979: lo scià dovette abbandonare il paese.
Si instaurò così una Repubblica islamica di stampo teocratico, ispirata a un vago riformismo sociale basato sui dettami del Corano e guidata dall'ayatollah Ruhollah Khomeini, massima autorità dei musulmani sciiti, violentemente antioccidentale e antiamericano.
1980: guerra tra Iraq e Iran => l'Iran fu attaccato dal vicino Iraq, che cercava di profittare della situazione per impadronirsi di alcuni territori da tempo contesi fra i due paesi. La guerra rappresentò un gravissimo fattore di tensione in un'area di eccezionale importanza strategica.
1988: il cessate il fuoco stabilito, gazie alla mediazione dell'Onu, trovò i contendenti sulle stesse posizioni dell'inizio del conflitto => fu una spaventosa quanto inutile carneficina.
La fine della guerra e la morte nel 1989 di Khomeini aprirono qualche spazio ale componenti meno estremiste del regime iraniano.
La questione palestinese
Gli accordi di Camp David, che prevedevano dei negoziati per la soluzione del problema palestinese, non furono mai avviati. L'ostacolo principale venne in un primo tempo dagli Stati arabi dell'Olp, che denunciarono il «tradimento» dell'Egitto e rifiutarono ogni trattativa col «nemico storico».
Anni '80: gli Stati arabi moderati (in particolare Giordania e Arabia Saudita) e la stessa dirignza dell'Olp assunsero una posizione più morbida e, sfidando la condanna del cosiddetto «fronte del rifiuto» (Siria, Iraq, Libia e l'ala radicale delle organizzazioni palestinesi), si dissero disposti a trattare con Israele e a riconoscrne l'esistenza in cambio del suo ritiro dai territori occupati (Cisgiordania e striscia di Gaza), dove sarebbe dovuto sorgere uno Stato palestinese. Ma furono proprio i dirigenti dello Stato ebraico a rifiutare la trattativa con l'Olp di Arafat.
1987: la tensione si accrebbe ulteriormente quando i palestinesi dei territori occupati diero vita una lunga e diffusa rivolta, detta intifada. in arabo «risveglio».
I riflessi dell'irrisolto nodo palestinese si erano fatti sentire pesantemente anche in Libano, un piccolo Stato pluriconfessionale, dove l'Olp aveva trasferito le sue basi dopo il «settembre nero» del 1970.
Dal 1975: sanguinosa guerra civile => non resse il fragile equilibrio su cui si reggeva la convivenza fra le diverse comunità libanesi (cristiani, musulmani sunniti, sciiti, drusi).
1982: l'esercto israeliano invase il paese spingendosi fino a Beirut per cacciarne, dopo sanguinosi combattimenti, le basi dell'Olp, il cui centro dirigente fu trasferito a Tunisi. La forza fu ritirata nel 1984.
La Siria impose una sorta di protettorato sul Libano, che era rimasto lacerato da lotte intestine.
1990: La guerra del Golfo. Il dittatore dell'Iraq Saddam Hussein, già protagonista della guerra di aggressione contro l'Iran (e per questo a lungo armatoe rifornito sia dall'Urss, sia da molti paesi occidentali, compresa l'Italia) invase il piccolo e confinante Emirato del Kuwait, affacciato sul Golfo Persico, uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio. L'invasione fu subito condannata dalle Nazioni Unite, che con voto pressochè unanime, decretarono l'embargo nei confronti dell'aggressore. Contemporaneamente gli Stati Uniti inviavano in Arabia Saudita un corpo di spedizione, a cui si univano anche alcuni Stati europei (in misura assai limitata l'Italia). Decisivo fu l'atteggiamento dell'Unione Sovietica: Gorbacev non si oppose all'intervento armato e consentì così alla forza multinazionale di agire sotto la copertura delle Nazioni Unite.
La strategia di Saddam: presentandosi come il vendicatore delle masse arabe oppresse e come il banditore di una guerra santa contro l'Occidente, trovò notevole eco fra le masse di molti paesi arabi, in particolarefra i paesi dell'Olp, il cui leader, Arafat, si schierò a fianco dell'Iraq.
1991: l'attacco all'Iraq. la forza internazionale scatenava un violento attacco aereo contro obiettivi militari in Iraq e nel Kuwait occupato. Saddam rispondeva lanciando missili con testate esplosive sulle città dell'Arabia Saudita e di Israele (che pure era rimasto estraneo al conflitto) e minacciando il ricorso alle armi chimiche. L'esercito iracheno cedeva di schianto abbandonando precipitosamente il Kuwait occupato (incendiandone prima gli impianti petroliferi). Ottenuto lo scopo principale (la liberazione del Kuwait) Bush decideva di arrestare l'offensiva della forza multinazionale per evitare il rischio di complicazioni diplomatiche. Saddam Hussein sopravviveva politicamente alla sconfitta. Ma gli Stati Uniti risultavano ugualmente trionfatori e contando su questo prestigio cercarono di profittare della situazione per rilanciare il processo di pace in tutta l'area mediorientale.
1991: fu convocata a Madrid la prima sessione di una conferenza di pace sul Medio Oriente.
1992: vittoria del partito labourista nelle elezioni politiche israeliane dopo quasi un ventennio di egemonia del Fronte nazionalista. Il nuovo primo ministro Itzhak Rabin fu più propenso dei suoi predecessori a concessioni territoriali in cambio della pace.
1993: nuova svolta storica => Rabin e Peres, presero la sofferta decisione di trattare direttamente con l'Olp, profittando di un Arafat uscito indebolito per l'appoggio fornito a Saddam Hussein..
Un lungo negoziato segreto fu firmato a Oslo (poi solennemente sottoscritto a Washington sotto gli auspici di Bill Clinton) e prevedeva un avvio graduale dell'autogoverno palestinese nei territori occupati, a partire dalla città di Gerico, in Cisgiordania, e dalla striscia di Gaza.
4 novembre 1995: Una nuova spirale di violenza e di fanatismo ebbe il suo culmine nell'uccisione del premier Rabin, avvenuta a Tel Aviv per mano di un giovane estremista israeliano.
1996: sale al potere Benjamin Netanyahu, leader della coalizione di destra. La vittoria della destra segnò una battuta d'arresto nel processo di pace, ma non ne interruppe il cammino. Netanyahu e Arafat firmarono un nuovo accordo che fissava i tempi del ritiro israeliano dai territori occupati i cambio di un più forte impegno da parte dell'autorità palestinese nella repressione del terrorismo.
1999: vittoria alle elezioni politiche israeliane della coalizione di centro-sinistra guidata dal laburista Ehud Barak.
2000: Clinton convocò le parti per una nuova tornata di colloqui di pace a Camp David. L'accordo per una pace globale e definitiva fu però ancora una volta mancato, si passò invece in brevissimo tempo a una nuova situazione di scontro generalizzato.
A innescare lo scontro fu, in settembre, una visita compiuta da Ariel Sharon, leader della destra israeliana, alla spianata delle Moschee di Gerusalemme: una provocazione agli occhi dei palestinesi. => seconda intifada, fu assai più cruenta ella prima, sia per la violenza delle manifestazioni,sia per la durezza della repressione.
2001: la crisi del governo Barak portò a elezioni anticipate che videro la netta vittoria del centro-destra, guidato questa volta proprio da Sharon. Il nuovo governo giunse a contestare l'autorità di Arafat, considerato un interlocutore non più credibile per la sua incapacità di bloccare gli atti di terrorismo che pure ufficialmente condannava.
2002: decisione del governo di Gerusalemme di costruire una barriera difensiva per proteggere i confini «storici» di Israele, con l'effetto di far calare il numero di attentati ma fu condannata da buona parte della comunità iternazionale, per il suo carattere unilaterale ( e anche perchè il tracciato includeva parti di territorio palestinese).
2004: morì Arafat.
2005: governo Sharon (diventato governo di unità nazionale grazie a un accordo con i lbouristi di Peres) prese la decisione di procedere al ritiro dell'esercito dalla striscia di Gaza.
2006: Sharon uscì di scena per le conseguenze di una gravissima malattia. Il suo partito si affermò ugualmente nelle sucessive elezioni con Ehud Olmert.
Ma i nuovi spazi di dialogo che erano sembrati aprirsi con l'autorità palestinese, guidata ,dopo la morte di Arafat, dal moderato Abu Mazen, furono vanificati dall'inatteso risultato delle elezioni a Gaza e in Cisgiordania che videro l'affermazione degli estremisti di Hamas, fermi nel rifiuto di riconoscere Israele. Dalla striscia di Gaza, non più occupata, continuarono a partire missili contro lo Stato ebraico, che rispose con pesanti rappresaglie, mentre si accentuavano i contrasti, in seno all'Autorità nazionale palestinese, fra le organizzazioni rivali di Hamas e di Al Fatah. Tali contrasti sarebbero poi sfociati in una vera guerra civile nella striscia di Gaza, passata sotto il completo controllo degli integralisti.
2007: l'amministrazione Usa riuscì a strappare a Olmert e Abu Mazen l'impegno per un nuovo negoziato da concludere entro il 2008. (?)
La crisi libanese: la Siria fu costretta a ritirare le sue truppe dal Libano ma continuò a far sentire la sua influenza soprattutto attraverso il movimento integralista sciita Hezbollah, appoggiato e armato anche dall'Iran.
Israele reagì alle continue provocazioni di Hezbollah con un attacco su vasta scala e invadendo il Libano meridionale. Una tregua fu stabilita grazie all'arrivo dell'Onu (con la partecipazione determinante dell'Italia) contestualmente al ritiro dei reparti israeliani.
L'emergenza fondamentalista
-I talebani in Afghanistan.
1996-97: gruppi fondamentalisti detti talebani (studenti delle scuole coraniche) assunsero il controllo di buona parte dell'Afghanistan. Vittime principali furono le donne, cui fu tra l'altro impedito di lavorare e di frequentare le scuole.
-I problemi in Turchia.
1995: un partito di ispirazione islamica (il Refah, Partito del benessere) assunse la guida del governo.
1997: le pressioni dei militari convinsero i partiti laici a formare una nuova maggiornanza (il Refah fu addiritturamesso fuori legge).
2002: siaffermò alle elezioni un altro partito di ispirazione islamico-moderata chiamato Giustizia e Sviluppo e guidato da R. T. Erdogan.
=> contraddizioni di un paese impegnato da molti decenni in una difficile (e incompiuta) modernizzazione, di uno Stato costretto, per difendere le proprie istituzioni democratiche, a tradirne in qualche misuralo spirito. Un problema evidenziato anche dalla sanguinosa repressione attuata ai danni dei movimenti separatisti curdi e che ebbe non poca responsabilità nelle difficoltà incontrate dalla Turchia per vedere accolta la sua richiesta di adesione all'unione europea.
-La tragedia algerina. Imponente debito con l'estero. 1992: prime elezioni libere del dopo-indipendenza videro la vittoria al primo turno degli integralisti del Fis (Fronte islamico di salvezza). Il governo annullò allora le elezioni, scatenando le reazioni dei gruppi islamici. Questa reazione assunse tratti di particolare ferocia, dal momento che le frange estreme del fondamentalismo, misero in atto una strategia del terrore a base di massacri indiscriminati fra la popolazione civile. I governanti risposero con una dura repressione che peraltro non riuscìa fermare le violenze, anche dopo un'iniziativa di pacificazione lanciata dal nuovo presidente della Repubblica.
Capitolo 33 – L'Unione europea
Parola chiave: Europeismo
1957: coi trattati di Roma nasce la Comunità europea
1974: Consiglio europeo con la responsabilità di tracciare le linee guida del processo di integrazione (mentre alla Commissione europea restavano affidati compiti tecnici. Il Parlamento europeo, sarebbe stato eletto d'ora in avanti, direttamente dei cittadini, con scadenza quinquennale, in base alle leggi elettorali vigenti nei singoli paesi).
1979: prime elezioni del Parlamento europeo. Entrò inoltre in funzione il Sistema monetario europeo (Sme).
1986: Atto unico europeo, firmato a Lussenburgo.
1985: Trattato di Schengen, impegnava i firmatari ad abolire i controlli allefrontiere sul transito delle persone.
1990: perfezionamento del trattato, che ebbe applicazione dal 1995.
1992: trattato di Maastricht, che istituiva l'Unione europea. La decisione più significativa e più visibile fu l'impegno a realizzare entro il 2009 il progetto di una moneta comune (euro) e di una Banca centrale europea. Si stabiliva anche, per l'adesione all'Unione monetaria, l'adeguamento a una serie di parametri comuni che avrebbero dovuto garantirne la solidità.
1993: la Gran Bretagna e l'Italia furono costrette asvalutare le loro monete e lo stesso sistema di cambi fissi attuato con lo Sme venne messo a dura prova.
Gli effetti del risanamento finanziario: servì a mettere a nudo alcuni caratteri distorsivi che da tempo affliggevano le economie del vecchio continente.
1998: venne ufficialmente inaugurata l'Unione monetaria europea con la partecipazione di undici Stati:restarono fuori la Grecia, ce non aveva raggiunto i parametri, la Gran Bretagna, la Danimarca e la Svezia, che rinviarono l'adesione per loro scelta.
Contemporaneamente venne istituita la Bce e si fissò al 1° gennaio 1999 l'entrata in vigore negli scambi finanziari della moneta unica, destinata tre anni dopo (1° gennaio 2002) a sostituire interamente le monete nazionali.
Le vicende politiche
1994: la coalizione fra cristiano-democratici, guidata da Helmut Kohl, prevalse per la quarta volvolta consecutiva in Germania
1195: presidenza della Repubblica del gaullista Jacques Chirac.
1996: i socialisti di Gonzalez , al potere da quindici anni, furono sconfitti dai conservatori di José Maria Aznar
1997: i labouristi di Tony Blair prevalsero con largo margine sui conservatori di John Major.
1997: in Francia vinse la coalizione di sinistra, portando al governo il socialista Lionel Jospin.
La vittoria delle sinistre suonò così come un'implicita protesta contro un'applicazione giudicata troppo rigida delle regole stabilite a Maastricht
1998: in Germania, netta vittoria dei social-democratici di Gerhard Schroder che pose fine alla lunga stagione politica del cancellirere Kohl: il più autorevole fra i leader del vecchio continente, che vantava al suo attivo la riunificazione tedesca ed era stato il più convinto promotore dell'Unione europea.
2001: in Italia. alla vittoria del centro-destra, seguì nel 2006 l'affermazione del centro-sinistra.
2002: in Francia. Ritorno al potere dei democratici, (nello stesso anno Chirac fu confermato presidente della Repubblica), vittoria replicata nel 2007, dopo l'ascesa alla presidenza di Nicolas Sarkozy.
2004: in Spagna ritorno al governo dei socialisti, sotto la guida di José Luis Rodriguez Zapatero, promotore di radicali riforme laice nel campo dei diritti civili.
2005: in Germania sale al governo una grande coalizione presieduta dalla cristiano-democratica Angela Merkel.
2007: in Gran Bretagna, Tony Blair, dopo l'impopolare campagna in Iraq, schierato a fianco degli Usa, si dimise lasciando la carica al suo collega di partito Gordon Brown.
Pur nella diversità delle risposte i governi e gli stessi cittadini europei si trovarono in questo periodo ad affrontare questioni in larga misura comuni: primo fra tutti il problema dell'immigrazione, soprattutto con gli accordi di Schengen.
Richieste di associazione furono avanzate nel corso degli anni '90 da tutti gli Stati dell'Europa ex comunista e anche da alcuni paesi della sponda sud del Mediterraneo, tra cui la Turchia.
1997: ebbero inizio negoziati per l'adesione; dopo una lunga valutazione dei requisiti per l'ammissione, fu deciso l'ingresso di dieci Stati dal 2004, estendendo così l'Unione a 25 membri. Nel 2007, con l'ammissione di Romania e Bulgaria, salì a 27.
2001: la Convenzione europea, composta da parlamentari e rappresentanti dei governi, con il compito di redigere una carta costituzionale della Ue. L'approvazionedi una Costituzione europea avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso una piena integrazione politica del continente.
2005: gli elettori della Francia e dell'Olanda (entrambi paesi fondatori della Comunità europea) chiamati a decidere mediante referendum sulla ratifica della Costituzione, si pronunciarono per il no con margini piuttosto netti.
Significativo delle difficoltà incontrate dal progetto europeo nel superare e amalgamare culture e identità nazionali ancora resistenti e vitali, fu il caso della Polonia, governata da una coalizione nazionalista e cattolico-conservatrice guidata dai fratelli Kaczynski che, nel 2005-2006, assunsero le criche rispettivamente di presidente della Repubblica e capo del governo.
2007: una nuova spinta al processo di integrazione venne da un vertice europeo tenuto a Lisbona. Il nuovo trattato di riforma, correggeva in parte, limitandone le ambizioni, la Convenzione di Nizza.
2008: questa volta erano gli elettori irlandesi a bocciare di stretta misura il trattato in un referendum.
Capitolo 34 – Sviluppo e disuguaglianza
Parola chiave: Debito estero
Le grandi trasformazioni ebbero l'effetto di abbattere molte frontiere, di rendere il mondo più unito dal punto di vista delle informazioni, degli scambi commerciali, delle transizioni finnziarie. Non lo resero però più omogeneo sotto l'aspetto delle culture, né sotto quello della distribuzione della ricchezza in rapporto alla popolazione.
1995: secondo le statistiche dell'Onu, il prodotto annuo pro-capitedello Stato più ricco (la Svizzera) era di circa cinquecento volte superiore a quello del più povero (il Mozambico). In molti paesi ancora alla metà degli anni '90, si riscontravano indici di analfabetismo largamente superiori al 50%(con punte dell'80% in Niger e Burkina Faso) e tassi di mortalità infantile ancora elevati (15% in Sierra Leone e in Liberia). Il problema della fame nel mondo. Ma il problema del debito estero rimaneva tra i principali ostacoli => Sono state avviate numerose campagne, fra cui quella sostenuta dalla Chiesa (Jubilee 2000), o quella promossa dal vertice del G8 del 2003.
Asia
Fra l'85 e il '95: quasi tutti i paesi asiatici fecero registrare tassi di crescita annua del prodotto interno largamente superiori a quelli dell'Occidente industrializzato.
Il Giappone. vide progressivamente venir meno i fattori di un «miracolo» in atto ormai da mezzo secolo. dopo aver subito una brusca battuta d'arresto a metà degli anni '90. A partire dal '98, vera e propria recessione, determinata soprattutto dalle difficoltà delsistema bancario, vero motore dell'intero sistema. Nonostante le difficoltà il Giappone mantenne la sua posizione di seconda potenza economica mondiale
La Cina dopo Deng. 1997: la Cina ristabilì la propria sovranità sull'antica colonia inglese di Hong Kong. 1999: fu la volta di Macao, ultimo residuo dell'Impero portoghese d'oltremare e ultima traccia della presenza coloniale europea sul continente asiatico. 2001: la Cina fu ammessa nella Wto ( l'organismo dell'Onu che dal 1995 ha sostituito il Gatt).
Le potenze occidentali assecondarono l'evoluzione della Cina, chiudendo un occhio sulla repressione del dissenso politico, sulle ricorrenti violazioni dei diritti umani, sulla larga applicazione della pena dimorte, nonchè sulla dura dominazione imposta fin dai primi anni '50 a un paese di grandi tradizioni culturali e religiose come il Tibet. Lo fecero soprattutto nel timore che una rapida democratizzazione potesse innescare un processo di disgregazione dell'immenso e composito paese, simile a quello già vissuto dall'Urss, con conseguenze dirompenti sugli equilibri continentali.
In tutta l'Asia, del resto, lo sviluppo economico non si accompagnò a un significativo processo di democrazia. A parte i casi dei regimi comunisti (Cina,Vietnam, Laos, Corea del Nord) e delle dittature militari più o meno mascherate, anche i paesi retti da sistemi formalmente democratici continuavano a essere caratterizzati da forme di governo in vario grado autoritarie.
L'India. L'eccezione più rilevante era costituita dall'India, la più grande democrazia del mondo dal punto di vista numerico => conosceva un intenso sviluppo industriale, sia nei settori tradizionali, sia in quelli più avanzati legati alla tecnologia informatica.
Il Pakistan. Vi erano presenti forti correnti di integralismo islamico; da tempo governi regolarmente eletti si altrenavano a regimi militari.
1998: fu un colpo di Stato militare quello che portò al potere il generale Parvez Musharraf: ufficialmente alleato degli Stati Uniti, si sarebbe trovato a svolgere un ruolo particolarmente delicato e ambiguo all'epoca dell'intervento militare americano nel vicino Afghanistan. Fra India e Pakistan restava oltretutto aperta l'antica vertenza per il Kashmir.
L'Indonesia. 1998: cadde la trentennale dittatura e si avviò un processo di democratizzazione. 1999: successo del Partito democratico, guidato da Megawatim Sukarnoputri (figlia di Sukarno, primo capo dell'Indonesia indipendente) che divenne presidente dal 2001.
Le Filippine. La maggiornaza cattolica era costretta a fronteggiare la guerriglia separatista di gruppi islamici e la caduta della dittatura, nell'86, non valse a dare stabilità alla democrazia.
Il modelllo asiatico era fondato sulla flessibilità e sui bassi salari, sull'elevata produttività e sulla repressione dei conflitti sociali. => questo modello fu in parte incrinato dalla grave crisi finanziaria che, fra il '97 e '98, colpì, con crolli borsistici e pesanti svalutazioni delle monete, tutti i principali protagonisti del boom degli anni precedenti (soprattutto i meno forti, come l'Indonesia e le Filippine). La crisi, originata da un eccesso di produzione e da un'incontrollata euforia speculativa, suscitò forti preoccupazioni anche nei paesi occidentali.
Africa
L'Africa nera vide i suoi mali aggravati da una lunga serie di colpi di Stato e di guerre civili che, anche nei paesi in apparenza più solidi, come la Nigeria, il più popoloso paese africano e uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio, eppure afflitto da una endemica povertà e attraversato da continui conflitti interni.
- Sud Africa: da qui vennero invece note incoraggianti dove si concluse la lunga stagione dell'apartheid. 1994: si svolsero pacificamente le prime elezioni a suffragio universale, vinte dall'Anc, e Mandela divenne capo dello Stato.
- Mozambico: fu fra i conflitti che trovarono soluzione 1992: le diverse fazioni firmarono un accordo a Roma, presso la comunità di Sant'Egidio, anche con la mediazione dell'Italia.
- Eritrea: fu fra i conflitti che trovarono soluzione, quello che per decenni aveva opposto gli indipendentisti eritrei allo Stato etiopico. 1991: nascita di un'Eritrea indipendente. Fra il 1998 e il 2000: dopo una fase di pacifica convivenza, però, i due paesi si scontrrono in un conflitto originato da questioni di confine.
- Somalia: altra ex colonia italiana. => la crisi. Il paese diventava teatro di una spietata guerra fra clan e bande rivali. 1992: le Nazioni Unite decidevano l'invio di un forte contingente multinazionale (di cui facevano parte anche reparti italiani), mentre gli Stati Uniti, nel quadro della stessa operazione facevano sbarcare proprie truppe a Mogadiscio. Ma l'operazione fallì tutti i suoi obiettivi e fu interrotta all'inizio del '95. Da allora la Somalia restò teatro degli scontri fra i signori della guerra, e si sviluppò un movimento a base religiosa, che , traendo aiuto e ispirazione da analoghji movimenti fondamentalisti attivi in Medio Oriente e in Africa, intendevano imporre l'applicazione della legge coranica. 2006: fulminea controffensiva sferrata dalla vicina Etiopia, paese in maggioranza cristiano, preoccupato per la diffusione dell'islamismo integralista.
- Sudan: il più vasto (e uno dei più poveri) fra gli Stati africani., fu sconvolto fin dagli anni '80 da carestie e sconri armati, ai dani soprattutto della popolazione cristiana, da gruppi di predoni con la sospetta complicità del governo centrale musulmano. 2003: epicentro delle violenze si concentrò nella regione del Darfur, che divenne teatro di una tragica mergenza umanitaria.
- Ruanda: piccolo e poverissimo, nel 1994 attraversò il conflitto più sanguinoso, fatto di massacri spaventosi e diederoluogo a un gigantesco flusso di profughi nei paesi vicini.
- Zaire: qui si ripercossero i conflitti del vicino Ruanda. 1997: lo Zaire riassumeva il vecchio nome di Repubblica del Congo. Lo scontro coinvolse anche i paesi vicini e non si concluse del tutto nemmeno dopo il raggiungimento ,nel 199, di un accordo provvisorio che apriva la strada al ritiro delle truppe straniere e all'intervento di reparti dell'Onu. 2006: si riuscirono a organizzare libere elezioni che videro la conferma di Joseph Kabila.
America Latina
Creazione di aree di integrazione economica fra i paesi del continente, in parte ispirati all'esempio della Comunità europea: Mercosur (1991), Nafta (1992,ma entrato in vigore nel 1994)
I tetativi di stabilizzazione:
In Argentina. energica politica di risanamento finanziario
In Brasile. nuova moneta, il real.
In Cile. crescita già avviata sotto il regime di Pinochet
In Messico. 1994-95: grave crisi finanziaria. Nascita di un movimento di guerriglia detto zapatista, animato dalle popolazioni indie della poverissima regione del Chiapas.
Dal 1998: nuova crisi per i maggiori paesi del Sud America.
Argentina. 1999: precipitò in una gravissima crisi finanziaria, e si assistette na un ritorno del populismo a sfondo social-progressista: in buona parte dell'America Latina in generale la tendenza alla stabilizzazione democratica si consolidò, seppure in presenza di scontri per il potere e nonostante la persistente vitalità dei movimenti populisti. 2001: la crisi giunse al suo culmine quando il governo arrivò a bloccare i depositi bancari. 2003: elezioni del peronista Nestor Kirchner. La situazione finanziaria andò gradualmente stabilizzandosi e l'economia argentina riprese a svilupparsi (restava però vivo il trauma della bancarotta subita).
Brasile. 2002: elezione alla presidenza della Repubblica di Lula da Silva, ex operaio, ex sindacalista e leader del partito dei lavoratori => gli effetti della crisi furono tutto sommato contenuti.
Venezuela. 1999: fu eletto l'ex generale Hugo Chavez, coinvolto pochi anni prima in un tentativo di colpo di Stato. Rieletto nel 2006, Chavez si atteggiò a campione di un populismo dai forti contenuti sociali, cui faceva riscontro la stretta amicizia con la Cuba di Castro.
Bolivia. 2005: le elezioni presidenziali diedero la vittoria a un indio diumili origini, Evo Morales
Ecuador. 2005: si affermava l'economista progressista Rafael Correa
Nicaragua. 2006: Daniel Ortega
Le democrazie (eccezioni):
Cile. Le forze democratiche mantennero saldamente il potere nonostante l'ingombrante presenza del vecchio generale Pinochet (morto di morte naturale nel 2006) e le ricorrenti polemiche sulla sua punibilità.
Perù. 2000: si era chiusa la stagione semiautoritaria del presidente Fujimori. 2006: salì alla presidenza il socialdemocratico Alan Garcia, già presidente negli anni '80.
Messico. 2000: rivolgimento storico. Si interruppe il dominio durato settant'anni del Partito rivoluzionario istituzionale, che consegnò la presidenza a Vicente Fox, moderato, che si affermava anche nel 2006.
Mentre la Colombia era sempre devastata dalla violenza legata al narcotraffico.
Capitolo 35 – Nuovi equilibri e nuovi conflitti
Parola chiave: Mulitculturalismo
Mentre l'Unione europea non riusciva a proporsi come soggetto di politica estera, e altre potenze emergenti come Cina e India stentavano ad affermarsi come protagoniste della scena internazionale, a svolgere il ruolo di potenza globale rimanevano solo gli Stati Uniti.
Questa posizione oggettivamente egemonica, portò quasi fatalmente la superpotenza americana a riscoprire, non senza qualche riluttanza, una vocazione interventista su scala planetaria; e ne fece al tempo stesso l'obiettivo privilegiato dell'attacco condotto dal fondamentalismo contro l'Occidente e i suoi valori.
L'egemonia mondiale e gli Stati Uniti
La presidenza Bush subì un forte calo di popolarità determinato essenzialmente dai problemi economico-sociali lasciati aperti da oltre un decennio di amministrazioni repubblicane:
1992: Bill Clinton, democratico, salì alla presidenza degli Stati Uniti. I maggiori successi diplomatici della presidenza Clinton (l'appoggio all'accordo israelo-palestinese del '93, la pacificazione imposta alla Bosnia) produssero risultati precari. In più, per ottenere l'assenso di Eltsin al progetto (avviato nel 1997), di allargamento della Nato ad alcuni Stati dell'Est europeo, i paesi dell'Alleanza atlantica dovettero fornire alla Russia garanzie circa la rinuncia all'installazione di armi nucleari sul territorio dei nuovi membri.
1996: rielezione di Clinton
Fra il '98 e il '99 la posizione del presidente fu minacciata dall'emergere di accuse relative alla sua vita privata, ma anche ai metodi usati nella raccolta difondi per la campagna elettorale.
2000: incredibile «pareggio» fra il vicepresidente democratico Al Gore e il candidato repubblicano George W. Bush: il risultato finale, a lungo contestato,vide Bush prevalere per poche centinaia di voti ottenuti nel decisivo Stato della Florida (di cui era governatore il fratello). Il rilancio del progetto (che già era stato di Regan) dello «scudo spaziale» finì con l'irritare soprattutto le altre potenze nucleari, a cominciare da Russia e Cina. La strategia «neoisolazionista» di Bush jr non potè comunque attuarsi appieno => L'attentato alle Twin Towers di New York avrebbe costretto gli Stati Uniti a un impegno su scala mondiale, in nome della lotta contro il terrorismo.
La Russia postcomunista
La Russia di Eltsin cercò di accreditarsi come l'erede del ruolo di grande potenza già svolto dall'Urss e, in questo, venne appoggiata dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale che le riconobbe il diritto di occupare il seggio dell'Unione Sovietica in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu.
1993: Bush, in procinto di lasciare la sua carica, firmò a Mosca con Eltsin un nuovo importante trattato per la riduzione degli armamenti nucleari strategici.
Minacciata dal proliferare dei separatismi, la Russia dovette affrontare una drammatica crisi economica, sociale e politica che la portò sull'orlo della guerra civile. All'origine della crisi, il tentativo di Eltsin, sostenuto e incoraggiato dai governi occidentali, di accelerare il processo di transizione verso il capitalismo e l'economia di mercato: operazione tremendamente difficile.
1993: i sostenitori del Parlamento assalirono il Municipio di Mosca e la sede della televisione. Dopo un iniziale sbandamento, Eltsin riassunse il controllo della situazione, decretando lo stato di emergenza. Ristabilito l'ordine, cercò di rafforzare il suo potere varando una nuova Costituzione dai tratti fortemente presidenziali. Elezioni: preoccupante crescita dei gruppi ultranazionalisti.
1994: La guerra in Cecenia. fu probabilmente allo scopo di non lasciare spazio ai nazionalisti che si decise un intervento militare in Cecenia. L'operazione si trasformò in un lungo e logorante conflitto.
1995: I neocomunisti divennero partito di maggioranza relativa alle elezioni.
1996: venne concluso con gli indipendentisti ceceni un difficile accordo, basato sulla concessione di ampie autonomie e sul rinvio della decisione circa l'eventuale indipendenza.
1998: La crisi giunse al suo culmine.
1999: riprendeva anche la guerra in Cecenia, accusata di dare ospitalità a gruppi terroristici islamici.
Eltsin decise un ennesimo cambio di governo designando come primo ministro uno sconosciuto dirigente dei servizi segreti, Vladimir Putin.
2000: Putin fu eletto alla presidenza e la Russia cominciò a manifestare qualche segno di stabilizzazione finanziaria e di ripresa produttiva.
Putin cercò di accreditarsi come partner affidabile dell'Occidente (nonostante i contrasti in tema di armamenti nucleari).
2002: vertice a Pratica di Mare.
2004: strage di Beslan, nella piccola repubblica caucasica dell'Ossezia.
2005 al 2007: si verificarono forti tensioni con l'Ucraina e la Georgia, dove erano salite al governo forze filo-occidentali, sia nella lotta contro i separatisti ceceni, di cui erano evidenti i legami col fondamentalismo islamico
2006-2007: la scomparsa in circostanze misteriose di giornalisti non allineati o di ex membri dei servizi segreti fece ulteriormente salire la tensione, in particolare con la Gran Bretagna, che ospitava non pochi esuli russi.
Il dialogo con l'Occidente non fu interrotto, ma era ugualmente evidente il ritorno a formule e modalità di azione tipiche degli anni della guerra fredda.
L'attentato dell'11 settembre 2001 destò ovunque enorme impressione.
Bush jr si preoccupò innanzitutto di predisporre le condizioni politiche per un'azione militare adeguata. L'obiettivo primario e obbligato era questa volta l'Afghanistan che ospitava il presunto capo dei terroristi ed era diventato il riferimento di tutti i gruppi integralisti (gli stessi che, paradossalmente, gli statunitensi avevano armato e finanziato negli anni '80 per la lotta contro l'invasione sovietica).
Ulteriore obiettivo era quello di isolare i regimi più estremisti e di rinsaldare i rapporti con gli Stati moderati, compresi quei paesi (Arabia Saudita e Pakistan in primo luogo) che, pur essendo formalmente alleati degli Usa, erano sospettati di intrattenere rapporti ambigui con i gruppi integralisti.
La Russia e gli altri paesi ex sovietici confinanti con l'Afghanistan offrirono agli Usa basi e appoggio logistico. Gli Stati arabi, eccetto l'Iraq, manifestarono comprensione. Persino l'Iran mantenne un atteggiamento di prudente neutralità. Subito dopo l'attentato ebbero inizio le operazioni militari. Poco più tardi Kabul fu occupata e cadde Kandahar, ultima roccaforte del regime, mentre mullah Omar e Osam bin Laden riuscivano a far perdere le loro traccie. Un nuovo governo, presieduto da Hamid Karzai, fu insediato a Kabul. Ma assai più difficile si rivelò il consolidamento del nuovo regime. I talebani, giovandosi delle basi di cui continuavano a disporre nel vicino Pakistan e dei proventi del commercio dell'oppio, ripresero il controllo di vaste zone del paese, dando vita a un'ostinata guerriglia controle forze governative e i contingenti stranieri.
La guerra all'Iraq: Bush contro Saddam Hussein
Dopo aver rovesciato il regime dei talebani in Afghanistan, gli Stati Uniti volsero la loro attenzione all'Iraq di Saddam Hussein, accusato di fiancheggiare il terrorismo internazionale e, soprattutto, di nascondere armi di distruzione di massa (chimiche e batteriologiche).
1998: il governo iracheno, in violazione delle risoluzioni dell'Onu, aveva espulso gli ispettori internazionali incaricati di vigilare sugli armamenti.
Dopo un infruttuoso negoziato tra Onu e Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna cominciarono a preparare un'operazione militare contro l'Iraq.
2003: lanciarono un ultimatum a Saddam Hussein: se non avesse lasciato il paese entro 48 ore, avrebbero sferrato un attacco militare. Due giorni dopo i primi missili statunitensi colpirono Baghdad. Come nel 1991, la resistenza dell'esercito iracheno fu debole e male organizzata.
Obiettivo: costruzione di un Iraq democratico e filo-occidentale.
In raeltà il processo di stabilizzazione dell'Iraq, si rivelò lento e difficile.
2003: nonostante la cattura di stesso Saddam Hussein, i sostenitori del dittatore deposto diedero inizio a un lungo stillicidio di sanguinosi attentati, per lo più suicidi, contro le truppe di occupazione.
Novembre 2003: morirono 19 italiani, dodici carabinieri, cinque soldati del contingente militare nella città di Nassirya e due civili.
2004: varo di una costituzione provvisoria.
La pratica dei sequestri di cittadini stranieri (o di iracheni accusati di «collaborazionismo») continuava.
2004: rielezione di Bush, con un margine abbastanza netto sul candidato democratico John Kerry.
Gli attentati in Europa:
2004: attentato a Madrid (11 marzo).
2005: fu la volta di Londra (metropolitana).
2005: Elezioni in Iraq e varo, grazie all'accordo fra sciiti e curdi, di una Costituzione federale successivamente approvata con referendum popolare.
Si aggiungeva la protesta, spesso violenta dei gruppi sunniti, scontenti per la nuova distribuzione del potere (uno sciita a capo del governo e un curdo alla presidenza), e delle stesse risorse petrolifere, collocate per lo più in aree sotto il controllo sunnita.
Dicembre 2006: impiccagione di Saddam Hussein.
Le armi di distruzione dimassa non erano state trovate. Il terrorismo fondamentalista di matrice sunnita aveva trovato nell'Iraq un nuovo terreno d'azione. L'affermazione della componente sciita apriva nuovi spazi per l'espansione di un altro fondamentalismo. Quello che faceva capo all'Iran del presidente Mahmoud Ahmadinejad, che aveva tra l'altro annunciato la sua intenzione di sviluppare un programma nucleare.
In Libano e in Palestina si rafforzavano i movimenti fondamentalisti come Hamas e Hezbollah, quest'ultimo strettamente legato all'Iran.
Capitolo 36 – La seconda repubblica
Parola chiave: Proporzionale/Maggioritario
Dal 1992-1994: Seconda repubblica: nuovo assetto politico determinatosi in Italia. Fattori determinanti: il crollo del sistema dei partiti, la nuova legge elettorale maggioritaria, il profondo rimescolamento e rinnovamento della classe politica, infine la nascita di un tendenziale bipolarismo. Il tutto mentre l'inflazione alimentata dalla crescita della spesa pubblica restava ben al di sopra della media europea e il deficit del bilancio statale non accennava a ridursi, il che costringeva lo Stato a continue emissioni di titoli attraevano il risparmio, distogliendolo dagli impieghi produttivi.
In Sicilia, in Calabria, in Campania e, anche se in misura minore, in Puglia, cresceva l'emergenza criminalità.
1989: trasformazione del Pci nel nuovo Partito democratico della sinistra (Pds), annunciata dal segretario Achille Occhetto. L'ala più legata all'eredità del vecchio Pci diede vita al partito di Rifondazione comunista.
Sull'opposto versante politico si consolidarono, nel Settentrione, i movimenti regionalisti.
La spinta verso le riforme: l'ipotesi di una nuova legge elettorale
1991: schiacciante successo del referendum abrogativo di alcune parti della legge elettorale promosso da un comitato presieduto da Mario Segni.
Francesco Cossiga si rendeva protagonista di una serie di accese polemiche e dichiarava apertamente la volontà di contribuire a cambiare il sistema di cui lui stesso era il più alto rappresentante.
1992: elezioni. Seccamente sconfitti la Dc e il Pds. Vere vincitrici delle elezioni risultavano le forze politiche nuove e tendenzialmente «anti-sistema»: in primo luogo la Lega Nord (guidata da Umberto Bossi, e nata dalla fusione della Lega lombarda con analoghe formazioni regionali) si affermava come quarta forza politica nazionale; i verdi rafforzavano la loro presenza in Parlamento, un significativo anche se esiguo successo otteneva la Rete capeggiata dall'ex sindaco democristiano di Palermo Leoluca Orlando.
La coalizione quadripartita conservava una maggioranza riddottissima.
Dimissioni di Cossiga due mesi prima del termine del mandato nella convinzione che solo un nuovo presidente potesse affrontare gli aspetti istituzionali della crisi politica. Un'ampia maggioranza elesse Oscar Luigi Scalfaro, democristiano, presidente della camera, parlamentare degli anni della Costituente.
Tangentopoli: un gravissimo scandalo stava coinvolgendo un numero crescente di uomini politici accusati di aver preso e ottenuto tangenti per la concessione di appalti pubblici. L'inchiesta svelava un diffusissimo sistema di finanziamento illegale dei partiti e di autofinanziamento dei politici.
23 maggio: un attentato dinamitardo lungo l'autostrada fra l'aeroporto di Palermo e la città uccise il magistrato Giovanni Falcone, direttore degli Affari penali del ministero della Giustizia, la moglie e i tre agenti della scorta. Meno di due mesi dopo il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta furono uccisi da un'autobomba in piena Palermo. Falcone e Borsellino erano stati in prima fila nella lotta alla mafia.
Il governo Amato e la crisi finanziaria: caduta la candidatura di Craxi dopo le indagini che avevano investito, per lo scandalo delle tangenti, molti uomini vicini al leader socialista, il presidente Scalfaro affidava l'incarico a un altro socialista, Giuliano Amato. Il problema finanziario prima con interventi di tipo fiscale, poi con una più incisiva manovra destinata a contenere le spese, fu affrontato subito. Tali interventi si rendevano tanto più necessari dopo che una violenta speculazione aveva costretto la lira ad uscire dal Sistema monetario europeo.
Il tema più discusso e il nodo più difficile da sciogliere era quello della legge elettorale.
1993: referendum. I cittadini approvarono a larghissima maggioranza, insieme con altri sette referendum, quello che, attraverso la sopressione di alcune formulazioni della legge elettorale, introduceva il sistema uninominale maggioritario al Senato. Contemporaneamente venne abolito il finanziamento pubblico dei partiti e furono mitigate le sanzioni penali contro i consumatori di droga introdotte da una legge varata fra molti dissensi nel 1990.
Frattanto alcuni fra i maggiori rappresentanti dei partiti di maggioranza erano stati raggiunti da numerosi avvisi di garanzia per reati legati al sistema delle tangenti. Nonostante la diversa gravità delle imputazioni, politici come i segretari del Psi Craxi, del Pri Giorgio La Malfa e del Pli Renato Altissimo vedevano scossa laloro credibilità ed erano costretti ad abbandonare le responsabilità di partito. Indagato per tangenti risultava anche l'ex segretario della Dc Forlani, mentre Andreotti era accusato da alcuni pentiti di collusioni con la mafia (ma assolto nel 2004).
Il presidente della Repubblica designò allora, come figura indiscussa al di sopra delle parti, il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi per formare il nuovo governo.
Intanto le nuove leggi elettorali per la Camera e il Senato, dopo un accidentato percorso, venivano approvate definitivamente introducendo il sistema maggioritario uninominale.
Una serie di ulteriori difficoltà derivavano al governo dalla improvvisa ripresa di gravissimi atti di terrorismo. Forse come risposta ai successi investigativi che avevano portato a importanti arresti e alla scoperta di alcuni intrecci fra politica e criminalità organizzata (cinque autobombe tra Roma, Firenze e Milano).
L'avvio del bipolarismo: nell'opinione pubblica si era ormai fatta strada la convinzione che solo una consultazione elettorale e un Parlamento depurato avrebbero potuto dare soluzione agli annosi problemi che stavano di fronte al paese e porre le basi per una nuova repubblica.
1994: la Dc, guidata da mino Martinazzoli, aveva deciso di tornare alle origini, riassumendo il nome di Partito popolare italiano (Ppi), mentre un gruppo di dirigenti democristiani formò il Centro cristiano democratico (Ccd); una scissione nel Partito popolare diede vita ai Cristiani democratici uniti (Cdu) nel '95; il segretario del Msi Gianfranco Fini avviò la trasformazione del suo partito in Alleanza Nazionale (conclusasi a Fiuggi nel '95).
L'elemento di maggiore novità fu l'ingresso in politica dell'imprenditore televisivo Silvio Berlusconi. Proprietario delle tre maggiori reti televisive private e del Milan. Berlusconi era sceso in campo con il dichiarato obiettivo di arginare un eventuale successo dlle sinistre (e in primo luogo del Pds), e di ricostruire un centro moderato ormai disperso e in crisi inarrestabile. Poteva contare sulla larghissima popolarità legata ai suoi successi di imprenditore fattosi da sé. Nel giro di qualche mese riuscì a fondare un proprio movimento, Forza Italia, ma anche a costituire un cartello elettorale con la Lega Nord nell'Italia settentrionale (Polo delle libertà), e con Alleanza nazionale nel Centro-Sud (Polo del buon governo). Confluirono in questo schieramento anche i radicali di Pannella, il Ccd e altri politici di centro. Sulfronte opposto il Pds coaugulò intorno a sé (nel cartello Progressisti) tutte le forze di sinistra da Rifondazione comunista ai socialisti, dai verdi alla Rete.
1994: elezioni politiche. Lo schieramento di centro-destra conquistava con largo margine la maggioranza assoluta alla Camera, e la mancava di poco al Senato. Le ragioni della vittoria di Berlusconi, una vittoria confermata e anzi accresciuta nelle elezioni europee di giugno, furono attribuite non solo al sostegno delle sue televisioni, ma soprattutto alla capacità di proporsi come l'unico in grado di sostituire il ceto di governo spazzato via dagli scandali di «Tangentopoli». Rimanevano irrisolte tutte le questioni derivanti dall'anomalia di un presidente del Consiglio grande imprenditore e proprietario delle maggiori reti televisive private => a dicembre fu costretto a dimttersi.
1995: Lamberto Dini, ministro del Tesoro del precedente governo, formò un ministero di tecnici con l'obiettivo di superare gli antagonismi su alcuni temi nodali, come la riforma del sistema pensionistico. Nell'anno in cui rimase in carica, nonostante l'originaria connotazione tecnica, il governo divenne espressione del centro-sinistra che lo sosteneva, mentre il centro-destra passava a una netta opposizione reclamando il ritorno alle urne. Intanto Romano Prodi, economista, ex presidente dell'Iri ed esponente del Ppi, si candidò come antagonista di Berlusconi e leader di una nuova alleanza di centro-sinistra (l'Ulivo).
Referendum di giugno: erano intesi a ridimensionare il potere televisivo di Berlusconi e la sconfitta dei proponenti fu interpretata come un successo anche politico dell'imprenditore milanese e della sua capacità di influenzare il grande pubblico.
I nuovi schieramenti: nelle nuove elezioni politiche anticipate i due schieramenti erano guidati da Berlusconi e da Prodi come leader e presidenti del Consiglio designati. La Lega si presentava da sola.
1996: le elezioni videro il succeso di misura dell'Ulivo che ottenne la maggioranza ssoluta al Senato e quella relativa alla Camera dove diventava determinante l'appoggio di Rifondazione. Il Pds scavalcava Forza Italia affermandosi come primo partito del paese (un significativo successo di Massimo D'Alema, succeduto a Occhetto nel 1994). Il nuovo governo presieduto da Prodi schierava molti esponenti del Pds (fra cui Walter Veltroni vicepresidente, Giorgio Napolitano agli Interni, Luigi Berlinguer all'Istruzione), slcuni verdi, Dini agli Esteri e ai Lavori pubblici Antonio Di Pietro, ex pubblico ministero, il più popolare dei magistrati impegnati nelle inchieste di Tangentopoli.
L'Italia nell'Unione europea: Il primo obiettivo del nuovo governo, perseguito con particolare determinazione dal ministro del Bilancio Ciampi, fu quello di ridurre il deficit => l'Italia riuscì, grazie anche al calo dell'inflazione fino a valori insolitamente bassi, a rientrare nel Sistema monetario europeo alla fine del '96, ad attestarsi al di sotto dell'obiettivo del 3% e ad ottenere nel '98 l'ingresso ufficiale nell'Unione monetaria europea (cui sarebbe seguita l'introduzione dell'euro, a partire dal 1° gennaio 2002). Rimanevano pressanti altri problemi: la revisione del Welfare State, l'eredità di Tangentopoli e l'ormai annosa questione delle riforme sociali.
I correttivi da introdurre nel sistema previdenziale apparivano necessarie (come l'innalzamento dell'età pensionabile) ma incontravano le resistenze dei sindacati e di Rifondazione comunista.
Problemi non meno delicati erano quelli legati all'amministrazione della giustizia. Le inchieste giudiziarie sul sistema delle tangenti, erano ben lungi dall'essere concluse, non solo per le lentezze consuete dei procedimenti giudiziari, ma per il continuo affiorare di nuovi intrecci illegali fra i politici, imprenditori,funzionari pubblici e anche magistrati.
Il contrasto era ulteriormente alimentato dal coinvolgimento in alcune inchieste del leader dell'opposizione, Berlusconi, che d'intesa con il segretario del Pds D'Alema, aveva favorito la costituzione di una Commissione bicamerale per delineare in Parlamento un progetto organico di riforme istituzionali tra cui quella, nel 1997, di una proposta che prevedeva l'istituzione di un sistema semipresidenziale e l'introduzione di una serie di elementi di federalismo. Ma l'improvviso acutizzarsi delle tensioni fra il centro-sinistra e il centro-destra impose la rinuncia a ogni progetto.
1997: elezioni amministrative. Il centro sinistra riusciva a riconquistare la guida di molti grandi centri come Torino, Roma, Napoli e Palermo, mentre il centro-destra sottraeva Milano alla Lega.
1998: Rifondazione comunista negò la fiducia al governo Prodi, che fu costretto a dimettersi. Si formò rapidamente un nuovo governo di centro-sinistra presieduto d D'Alema, sostenuto dall'Ulivo e dal convergente e inedito appoggio da un lato dell'Udr (una nuova formazione aggrgata intorno a Cossiga, composta prevalentemente da parlamentari eletti nelle liste del Polo) e dall'ala dissidente di Rifondazione (che aveva dato vita al nuovo Partito dei comunisti italiani, guidato da Armando Cossutta). La soluzione della crisi: la nascita dei Democratici, una formazione promossa da Prodi (poi chiamato alla guida della Commissione europea) e in cui confluirono Di Pietro e alcuni sindaci di grandi città (Rutelli di Roma, Bianco di Catania, Cacciari di Venezia).
1999: Referendum promosso per abrogare la quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei deputati e ridurre così il numero dei partiti => non ottenne la maggioranza e non potè essere convaliato. Analogo esito ebbe quello del 2000.
1999: le elezioni per il Parlamento europeo videro un successo di prestigio per Forza Italia, ma anche un buon successo dei Democratici e l'inattesa ottima riuscita della lista che faceva capo alla radicale Emma Bonino, già commissario europeo.
Nonostante la conflittualità tra i due schieramenti, in due occasioni, si manifestò un largo consenso tra le forze politiche: nell'elezione di Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza della Repubblica e nel sostegno alla partecipazione italiana alle operazioni militari contro la Jugoslavia per il Kosovo.
2000: il governo D'Alema non resse alla prova delle elezioni regionali e si dimise, al suo posto fu chiamato Giuliano Amato.
2001: approvazione di una legge costituzionale che introduceva alcune importanti modifiche all'ordinamento istituzionale italiano in materia di poteri degli enti locali.
1996-2001: il centro-sinistra aveva guidato l'Italia verso la nuova dimensione europea, ma persisteva una debolezza dell'esecutivo e la breve durata dei governi.
La società italiana alle soglie del nuovo secolo
Incremento demografico prossimo allo zero, l'Italia mostrava di aver ormai perduto il carattere di nazione giovane.
Pur in presenza di un'alta scolarizzazione, registrava percentuali inferiori di laureati e di diplomati, confermando l'inefficienza e l'improduttività del sistema formativo. Le differenze sociali derivavano soprattutto dalle disuguaglianze di reddito. La difesa dello status raggiunto e dei privilegi dei gruppi più tutelati era il crinale su cui si manifestava la conflittualità sociale. Le forme di difesa e di tutela si ponevano come ostacoli alla mobilità sociale. Emergeva un deficit di etica pubblica, nel persistere di forme di criminalità organizzata, e un diffuso disprezzo per le regole che caratterizzava molti comportamenti pubblici e privati e che nell'opinione comune era a volte giustificato come espressione di una vitale creatività.
Il centro-destra al governo
2000: Francesco Rutelli, sindaco di Roma, già militante dei radicali e poi dei verdi, fu preferito a Giuliano Amato: la campagna elettorale impostata da Berlusconi su un'accentuata personalizzazione, prese l'andamento di un referendum sulla sua persona. Berlusconi rifiutò il confronto a due in televisione. Il centro sinistra riproponeva l'alleanza dell'Ulivo con i Ds, la nuova formazione della Margherita.
2001:alle elezioni la vittoria della Cdl risultò nettissima.
I maggiori consensi venivano dalle fasce di età giovanili e anziane mentre geograficamente il risultato più favorevole fu realizzato nell'Italia meridionale e insulare, in particolare in Sicilia, dove conquistò tutti i collegi uninominali.
L'ex segretario dei Ds, Walter Veltroni, fu eletto sindaco della capitale.
Il governo presentò un ambizioso progrmma al fine di dare una scossa all'economia attraverso una serie di provvedimenti fndati su incentivi fiscali e snellimenti nelle procedure d'investimento.
G8 a Genova => vi furono gravi incidenti, con l'uccisione di un manifestante.
Abolizione delle tasse sulle successioni e donzioni anche per i patrimoni più cospicui, attenuazione delle pene previste per il falso in bilancio e modifica unilaterale e retroattiva delle norme sulle rogatorie internazionali (gli atti processuali compiuti fuori dalla giurisdizione dei magistrati italiani) => apparivano all'opposizione e a parte dell'opinione pubblica troppo mirati a tutelare le posizioni del presidente del Consiglio, che figurava , per di più, ancora imputato in alcuni procedimenti penali. Il conflitto di interessi che investiva Berlusconi come proprietario delle maggiori reti televisive private e in grado ora di influenzare quelle pubbliche, nonostante le ripetute assicurazioni, non trovava ancora l rapida soluzione più volte promessa.
Il progetto governativo di modifica dello Statuto dei lavoratori, al fine di rendere più flessibile il mercato del lavoro, incontrò l'aspra opposizione della Cgil e di partiti di sinistra, manifestatasi anche in una serie di imponenti manifestazioni di piazza.
Le nuove Br: una nuova formazione delle Brigate rosse, che aveva già colpito a morte, nel 1999 a Roma, il giurista del lavoro Massimo D'Antona, uccise, a Bologna nel 2002, Marco Biagi.
Frattanto i problemi giudiziari del presidente del Consiglio continuavano a suscitare tensioni e dibattiti, evidenziati da nuove forme di mobilitazione dell'opinione pubblica di sinistra (girotondi), mentre si riaccendeva, in forme esasperate, il conflitto tra Berlusconi e la magistratura.
2004-2005: esito negativo delle elezioni amministrative (2004), così come delle sucessive elezioni regionali (2005), quando 12 regioni su 14 andarono al centro-sinistra.
2005: la maggioranza del centro-destra impose la nuova legge elettorale che aboliva i collegi uninominali e reintroduceva un criterio proporzionale, con il risultato di confermare la frammentazione delle forze politiche.
2006: la riforma costituzionale che attribuiva maggiori competenze alle regioni, ampliava i poteri del presidente del Consiglio e istituiva un Senato federale fu poi cancellata dal referendum che avrebbe dovuto confermarla.
Alle elezioni il centro-destra ripresentava l'alleanza del 2001 (Forza Italia, An, Udc e Lega) e il centro-sinistra una nuova coalizione denominata Unione e sempre imperniata sull'alleanza fra Ds e Margherita che si estendeva su tutto il restante arco dello schieramento politico: dalle formazioni di centro moderato, come l'Udeur di Mastella e l'Italia dei valori di Di Pietro, fino al Pdci e a Rifondazione comunista, includendo anche una nuova sigle (la Rosa nel pugno, nata da una confluenza fra Socialisti italiani e Radicali).
Ma Berlusconi si spese con grande energia riuscendo, alla vigilia del voto, a mobilitare con efficacia propagandistica il suo elettorato. Il centro-sinistra vinse ottenendo però una ristrettissima maggioranza al Senato grazie al voto degli italiani all'estero.
Romano Prodi, che si ra presentato come candidato premier, formò il nuovo governo dopo che il Parlamento aveva eletto alla presidenza della Repubblica Giorgio Napolitano. L'articolata composizione del centro-sinistra e la limitata maggioranza di cui il governo disponeva al Senato resero faticosa l'approvazione della legge finanziaria che aveva l'ambizioso obiettivo di ridurre il deficit di bilancio e di rilanciare l'economia.
I contrasti della maggioranza: dai temi della bioetica dell'ambiente e le opere pubbliche, al più serio contrasto sulla politica estera.
2007: si aprì una nuova crisi. Prodi si dimise, ma Napolitano rinviò l'esecutivo al giudizio delle Camere che concessero la fiducia in tempi brevi => ciò rivelava però come le persistenti divisioni e l'esigua maggioranza in Senato continuassero a rappresentare un pericolo per la sopravvivenza del governo.
2008: un nuovo contrasto interno, questa volta legato a dissensi con l'Udeur di Clemente Mastella, portava alla crisi definitiva dell'esecutivo.
2007: nascita del Partito democratico (Pd) risultato della fusione dei Ds, della Margherita e di altre formazioni minori, che mirava tra l'altro a semplificare il quadro politico combattendone la frammentazione. Il suo leader, Veltroni, aveva deciso di presentarsi da solo nelle future consultazioni elettorali.
2008: alle elezioni Berlusconi riportò un successo nettissimo e, in virtù degli sbarramenti (4% alla Camera e 8% al Senato), furono ammesse alla rappresentanza parlamentare solo le due alleanze maggiori e l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Il successo del centro-destra fu completato con la conquista di molte amministrazioni locali, in particolare del comune di Roma dove Gianni Alemanno di An superò nettamente Francesco Rutelli.
2009: elezioni per il Parlamento europeo. Si affermarono le destre e i verdi.
Fonte: http://sidways.altervista.org/Joomla/upload_d/storia1/Sabbatucci%20Vidotto%20-%20Il%20mondo%20contemporaneo.doc
Sito web da visitare: http://sidways.altervista.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve