I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
1890 , anno delle dimissioni di Bismarck. I rapporti fra le grandi potenze subirono grandi mutamenti.
Dando luogo ad un assetto bipolare fondato sulla contrapposizione fra due blocchi di potenze. A mettere in crisi il vecchio sistema di alleanze furono 2 fattori.
austroungarico e russo (in perenne tensione nel settore balcanico).
Il successore di Bismarck optò solo per l’alleanza con l’Austria. Non rinnovando il trattato di contro assicurazione stipulato 3 anni prima con la Russia
impegnava la Russia a non aiutare la Francia in caso di attacco alla Germania e la Germania a non unirsi all’Austria in una guerra contro la Russia. (convinti che la Russia non avrebbe mai stretto alleanza con la Francia repubblicana, solo che entrambe avevano bisogno di un alleato nonostante le diversità).
1891 in estate il primo accordo franco-russo che nel 1894 si trasformò in una vera alleanza.
- La Francia si impegnò in una serie di ingenti prestiti alla Russia, che stava cercando di avviare un processo di industrializzazione.
è Con la stipulazione della Duplice franco-russa, veniva meno il pilastro che sosteneva il sistema bismarckiano: l’isolamento della Francia.
Pochi anni dopo la Germania diede via alla costruzione di una potente flotta da guerra capace di contrastare la superiorità britannica nel Mare del Nord provocando un inasprimento dei rapporti fra germani a Inghilterra.
1904 Inghilterra e Francia stipularono un accordo: l’intesa cordiale.
1907 Inghilterra e Russia regolarono i loro contratti in Asia con un accordo che limitava le rispettive sfere di influenza.
La tendenza all’aumento delle spese militari per il riarmo si accompagnava quasi ovunque a un parallelo aumento della spesa sociale.
Esisteva un sostanziale ottimismo della borghesia europea: ottimismo giustificato dal rinnovato slancio dell’economia.
Gli anni precedenti al primo conflitto mondiale sarebbero stati ricordati come la belle époque. Che in realtà fu un periodo di crescita complessiva della società europea, ma anche di forti contrasti politici e di grandi conflitti sociali.
Negli ultimi decenni del 800 la Francia ha compiuto notevoli progressi sulla strada della democrazia.
Tutte queste correnti mettevano a serio repentaglio la vita della Terza Repubblica.
è il caso di Dreyfus.
Un ufficiale ebreo condannato ai lavori forzati nel 1894 con l’accusa di aver fornito documenti riservati all’ambasciata tedesca.
A cavallo tra i due secoli, gli anni dell’esaltazione imperialistica, la gran Bretagna fu governata dalla coalizione fra conservatori e liberali unionisti con Joseph Chamberlain, ministro delle colonie, e si cerco di contemperare l’imperialismo con una certa dose di riformismo sociale.
Nelle elezioni i liberali che si erano opposti al progetto conquistarono ampia maggioranza e fece anche ingresso per la prima volta alla Camera, un gruppo di 30 deputati laburisti.
I governi liberali si qualificarono per una linea meno aggressiva in campo coloniale e per una più energica e organica politica di riforme sociali:
Il tentativo si scontrò con la reazione della camera dei Lords, che in base alla costituzione non scritta su cui si reggeva il sistema politico inglese, aveva diritto di respingere le leggi votate dalla camera dei Comuni. il diritto di veto non si applicava per tradizione alle leggi finanziarie, per cui la mancata approvazione avrebbe bloccato la macchina statale.
Nel 1909, quando i Lords violarono questa prassi respingendo il bilancio preventivo presentato dal governo liberale, ne nacque un conflitto costituzionale che contrappose le due Camere, l’una a maggioranza liberale, l’altra dominata dai conservatori.
Nel 1890 la vittoria dei socialdemocratici segno la fine del cancellierato di Otto von Bismarck. Il nuovo imperatore Guglielmo II aveva annunciato di voler inaugurare un nuovo corso nella vita del paese.
L’imperatore, messe da parte le aperture vagamente democratiche degli esordi, mostro inclinazione alle soluzioni autoritarie e all’esercizio personale del potere.
Alla fine degli anni 800 la germani imboccò la via della Weltpolitik (politica mondiale) e diede via al riarmo navale, la coscienza della superiorità delle tecnologie e la paragonabilità alle industrie statunitensi, accentuò nella classe dirigente, ma anche nel popolo, le tendenze nazionaliste e imperialiste.
Pur essendo un paese ricco di risorse naturali, era priva di un impero coloniale e quindi non aveva le risorse di materie prime come l’impero britannico.
La germani a guglielmina rafforzava la tradizionale alleanza tra grande industria, aristocrazia terriera e vertici militari, e finiva con l’ottenere l’appoggio di tutte le forze politiche, socialdemocratici esclusi.
1848, comincia il declino dell’impero asburgico, dovuto:
Dal punto di vista economico era un paese agricolo. Più ricco d’Italia ma meno di Francia e Germania.
Allo sviluppo economico e civile dei grandi centri, alla eccezionale vitalità culturale, allo sviluppo dei grandi partiti di massa:
Ma il principale motivo di disagio e di crisi era costituito dai conflitti nazionali.
Alla fine del XIX secolo il potere imperiale riuscì a controllare la situazione appoggiandosi agli elementi conservatori e all’aristocrazia agraria delle varie nazionalità.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 si assistette ad una crescita dei movimenti nazionali:
I più irrequieti erano gli slavi, il movimento dei giovani cechi si batteva contro la politica di “germanizzazione” del governo di Vienna. Gli slavi avevano tendenze nazionaliste.
Si voleva trasformare la monarchia dualistica in trialistica: staccare gli slavi del Sud dall’Ungheria e di creare un terzo polo nazionale accanto a quello tedesco e magiaro.
La Russia era la sola ad avere un sistema autocratico.
Sul piano politico rimaneva immobile, invece sul piano industriale, la Russia compiva il suo primo decollo. Cominciato agli inizi degli anni 90, sotto lo stimolo delle grandi costruzioni ferroviarie, lo sviluppo sotto Sergej Vitte, ministro delle finanze, fu molto concentrato.
Tutte le sue contraddizioni si rilevarono nella rivoluzione del 1905. Ristabilito l’ordine e svuotato l’esperimento parlamentare della Duma (assemblea rappresentativa) che avrebbe dovuto aprire nuovi spazi di libertà nella vita politica russa. (i bolscevichi non nutrivano alcuna fiducia nelle istituzioni borghesi, ed erano convinti che la classe operaia dovesse guidare in prima persona il processo rivoluzionario alleandosi con gli strati più poveri).
Nel 1906 Stolypin divenne primo ministro in sostituzione del troppo liberale Vitte. Sotto di lui ci fu una spietata repressione di ogni opposizione politica.
godettero di facilitazioni creditizie per l’acquisto di altre terre sottratte al demanio statale o cedute dai latifondisti
Il decennio precedente la prima guerra mondiale vide un acuirsi dei contrasti internazionali, dalle due crisi marocchine (1905-1911) la Germania uscì sconfitta, mentre la Francia ottenne un protettorato sul Marocco.
Più gravi furono gli avvenimenti nella penisola balcanica.
- L’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria (1908), la guerra italo - turca (1911)provocata dall’Italia che occupa la tripolitania, le due guerre balcaniche (1912-13) segnarono un profondo rivolgimento degli equilibri in questa area.
Il ridimensionamento dell’Europa.
La vittoria del Giappone sulla Russia diede inizio lotte nazionali e anticoloniali dei popoli asiatici. Movimenti indipendentisti si svilupparono.
In Cina sorse un movimento nazionalista democratico guidato dal un medico, Sun Yat-sen, La sua organizzazione segreta era basata su 3 principi.
- L’indipendenza nazionale, la democrazia rappresentativa, il benessere del popolo vale a dire, l’essenza della tradizione democratica occidentale
Eletto poi presidente della repubblica dopo la rivoluzione del 1911, iniziata a causa del contrasto con la scelta del governo di affidare a imprese straniere il controllo della rete ferroviaria cinese, provocando appunto sommosse e ammutinamenti.
Nel 1912 cade il più antico impero del mondo, la dinastia manciù.
Cresceva la potenza giapponese e nello stesso tempo si rafforzava l’egemonia degli stati uniti.
Per contrastare le tendenze monopolistiche e la conseguente lievitazione dei prezzi, fu varata una legge(sherman antitrust act) nel 1890, che vietava gli accordi sui i prezzi fra imprese operanti nello stesso settore.
Il partito populista nasce dal malcontento dei contadini alimentato dallo strapotere delle corporations e dal rigido protezionismo, creando cosi la principale espressione della politica. Il partito si ispirava a ideali democratici e ugualitari.
Una svolta decisiva in tema di politica sociale, avvenne negli anni della presidenza di Roosevelt, esponente dell’ala progressista.
Mostrò grande decisione nella difesa degli interessi americani nel mondo, alternando con disinvoltura:
L’occasione per mettere in pratica la sua politica fu la questione del canale di panama, nel 1901 ottennero dal governo della colombia l’autorizzazione a gestire per un periodo di 100 anni un canale che tagliasse istmo di panama.
Canale realizzato nel giro di 10 anni ed aperto nel 1914.
Imperialista e aggressiva all’estero, la linea di Roosevelt in politica interna si caratterizzò
- Per un’apertura ai problemi sociali sconosciuta alle precedenti amministrazioni, sia repubblicane che democratiche.
Pur senza mai mettere in discussione i principi cardine del capitalismo americano e senza modificare la politica protezionistica ereditata dai suoi predecessori.
La lotta contro i monopoli procurò in Roosevelt una vasta popolarità e contribuì a dare alla sua presidenza un segno marcatamente progressista.
Dopo due mandati bisogna eleggere altro presidente.
Alle elezioni del 1912, salì Wilson, che riprese l’impegno sociale reinserendolo in un quadro politico e ideologico completamente diverso.
Nei 30 anni precedenti la prima guerra mondiale, il notevole sviluppo economico dei paesi dell’America latina non attenuò la loro indipendenza dagli Stati industrializzati dell’occidente.
- Le campagne erano dominate dal latifondo, mentre una ristretta oligarchia terriera controllava la vita sociale e politica.
I maggiori mutamenti sul piano politico furono:
Negli ultimi anni del 1800 l’italia fu teatro di una crisi politica paragonabile a quella della Francia con il caso Dreyfus, o scontro con i lord e la camera in Inghilterra:
è In Italia lo scontro si concluse con un’affermazione delle forze progressiste, sufficiente a far evolvere la vita del paese. Anni con un intenso sviluppo industriale.
La caduta di Crispi (1896) per gli insuccessi coloniali non attenuò le tensioni. Anzi, con il ritorno di Rudinì:
ci fu la tendenza di tornare a una interpretazione restrittiva dello statuto che rendesse il governo:
tendenza a riprendere i modi crispini in maniera di ordine pubblico: colpendo indiscriminatamente ogni forma di protesta sociale.
Nel 1898 la tensione esplose con l’aumento dei prezzi, in tutto il paese manifestazioni spontanee.
è Non diminuì il dazio sul grano, cosa invece da fare.
Proclamò lo stadio d’assedio.
L’8 e il 9 maggio 1898 le truppe del generale bava Beccaris sparano sulla folla e li si raggiunse il culmine. Una volta riportato l’ordine, i gruppi moderati e conservatori che detenevano la maggioranza alla Camera cercarono di dare una base legislativa all’azione repressiva dei poteri pubblici.
Caduto il primo progetto di Rudinì , che si dimise nel giugno del 1989, il tentativo fu ripreso dal suo successore luigi Pelloux.
gruppo di estrema sinistra (socialisti, radicali, repubblicani) risposero con l’ostruzionismo (prolungare all’infinito le discussioni, paralizzando così l’azione di maggioranza).
Pelloux, incapace di venire a capo dell’ostruzionismo, e indebolito dalle opposizioni dei gruppi liberali-progressisti che facevano capo a Zanardelli e Giolitti decise di sciogliere la Camera. Nel giugno del 1900 alle elezioni, l’opposizione guadagnò dei seggi.
Saracco inaugurò una fase di distensione nella vita politica, favorita dal buon andamento dell’economia e dall’allentamento delle tensioni sociali.
Al contrario il nuovo re, Vittorio Emanuele III, si mostrò più propenso alle forze progressiste.
Il governo Saracco si dimise, in occasione di un suo comportamento incerto sullo sciopero indetto dai lavoratori genovesi.
Il re, interpretando il nuovo clima politico, chiamò alla guida del governo Zanardelli (sinistra), che affidò il ministero degli Interni a Giovanni Giolitti.
Scelta significativa in quanto al dibattito parlamentare sullo sciopero, aveva formulato la teoria secondo cui lo Stato liberale:
è Anzi, aveva tutto l’interesse a consentirne il libero svolgimento. (per quei tempi, nuovi rapporti tra stato e lavoratori).
In quei 3 anni ci furono delle riforme:
Più importante delle riforme fu:
Le organizzazioni sindacali si svilupparono rapidamente. Si costituirono le camere del lavoro, , mentre crescevano anche le organizzazioni di categoria, anche lo sviluppo delle organizzazioni dei lavoratori agricoli.
Nasceva la feder-terra, federazione italiana dei lavoratori della terra, miravano alla :
negli ultimi anni del secolo, inizio il decollo industriale italiano, preparato, negli anni precedenti:
Lo sviluppo industriale, se non ridusse il divario con i paesi più ricchi,
servizi pubblici,anche se le condizioni abitative dei lavoratori erano precarie, ci fu la diffusione dell’acqua corrente nelle case e il miglioramento delle reti fognarie
I meridionali migravano verso l’America del nord. Questo fenomeno aveva:
Il progresso economico non si distribuì uniformemente nel paese.
Sviluppata nel triangolo industriale(Milano, Torino, Genova) e molto arretrata e con pochissimi progressi, l’agricoltura meridionale.
L’arretratezza meridionale, creava cosi una buona parte dei mali storici della società meridionale:
Chiamato alla guida del governo nel novembre del 1903 dopo le dimissioni di Zanardelli, Giolitti cercò di portare avanti l’esperienza liberal-progressista e di allargarne le basi offrendo un posto nella compagnia governativa al socialista Filippo Turati.
Leggi speciali per il mezzogiorno (1904),
Nel maggio del 1906 Giolitti torno alla guida del governo. In quell’anno fu realizzata:
Nel 1907 ci fu una crisi delle banche e per le imprese dipendenti dai loro crediti, ma tutto superato grazie al’intervento della Banca D’Italia.
Nel 1909 Giolitti fece una nuova ritirata strategica. Aprendo la strada ad un secondo governo Sonnino. Che dirò poco , e a un successivo governo Luzzatti che avviò un’importante riforma scolastica (la legge Daneo-Credaro, che dava allo Stato, sottraendolo ai comuni, l’onere dell’istruzione elementare.)
Nel 1911 Giolitti tornò al governo.
- Introdusse il suffragio universale maschile (1912), monopolio statale delle assicurazioni sulla vita,
tutti queste riforme, rappresentarono i punti qualificanti della politica di Giolitti, che rimase capo di governo, con alcune interruzioni, dal 1903 al 1914.
L’età giolittiana va dal superamento della crisi di fine secolo alla vigilia della prima guerra mondiale.
Quella di Giolitti fu una “dittatura parlamentare” simile a quella di Depretis nel 1876- 1887.anche se diversa e decisamente più aperta.
I tratti caratteristici dell’azione di Giolitti furono:
Ma la linea politica era ancora di stampo ottocentesco.
Il controllo delle Camere costituiva l’elemento fondamentale del sistema di Giolitti.
Il controllo del Parlamento era ottenuto a prezzo della perpetuazione dei vecchi sistemi trasformistici, che furono affinati ed estesi, e di un intervento spregiudicato e costante del governo nelle lotte elettorali:
tutto ciò limitava gli aspetti progressisti del sistema giolittiano e con il contraddirne le stesse premesse.
Per i socialisti e cattolici democratici, Giolitti era colpevole di far opera di corruzione all’interno dei rispettivi movimenti.
I liberal-conservatori (Sonnino o Albertini) accusavano Giolitti di attentare alle tradizioni risorgimentali, venendo a patti con i nemici delle istituzioni e mettendo cosi in pericolo l’autorità dello Stato.
Al riformismo empirico di Giolitti, Sonnino contrappose un programma con aperture sociali anche coraggiose.
Anche gli intellettuali cominciarono a criticare Giolitti e la di crebbe sempre più l’impopolarità dello statista piemontese.
Sul piano della politica estera, Italia si avvicinò, tra la fine del 800 e inizio del 900, alla Francia, pur restando fedele alla triplice alleanza.
Mutò contemporaneamente l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti delle imprese coloniali, che cominciarono ad essere caldeggiate soprattutto dal nuovo movimento nazionalista.
La svolta liberale agli inizi del 900 aveva come protagonisti i socialisti. Il psi aveva incoraggiato la politica di Giolitti.
Secondo turati la via delle riforme e della collaborazione con la borghesia progressista fosse:
La tesi di turati comincio a trovare opposizioni:
Nell’aprile del 1904 sfocia il primo sciopero generale nazionale della storia d’Italia che rappresento un trauma per la borghesia italiana.
Nel 1906 nasce il CGL controllata dai riformisti. Bisognava un coordinamento nazionale.
Ma dopo l’espulsione dei revisionisti nel 1912 il controllo del partito (psi) passo ai rivoluzionari, uno dei cui maggiori leader era Mussolini:
In età giolittiana si sviluppo, in campo cattolico, il movimento democratico cristiano, condannato dal nuovo papa Pio X. Ebbero un grande sviluppo, le organizzazioni sindacali bianche.
Sul piano politico le forze clerico-moderate stabilirono alleanze elettorali, in funzione conservatrice, con i liberali:
- questa linea politica avrebbe avuto consacrazione, nelle elezioni del 1913 con “patto Gentiloni.”
L’allargamento del suffragio universale non ebbe effetti sconvolgenti sugli equilibri parlamentari.
I mutamenti in atto nel sistema politico italiano ala vigilia della grande guerra, (sviluppo del nazionalismo, accresciuto peso dei cattolici, prevalenza dei rivoluzionari nel psi) segnavano la progressiva crisi della politica giolittiana, sempre meno in grado di controllare la radicalizzazione politica che si stava verificando (e di cui, nel 1914, la settimana rossa fu un rilevante sintomo, dove morirono 3 dimostranti in uno scontro con la forza pubblica).
l’evento che scatenò la prima guerra mondiale fu l’uccisione a Sarajevo il 28 giugno del 1914, dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono degli Asburgo.
La Russia che proteggeva la Serbia, mobilitò il suo esercito provocando la reazione della Germania, alleata dell’Austria.
Il 3 agosto la Germania dichiara guerra alla Russia e alla Francia sua alleata.
Il 5 agosto dopo che la Germania invade il Belgio neutrale, scese in campo anche Inghilterra contro gli imperi centrali.
Allo scoppio del conflitto e alla sua successiva estensione su scala mondiale, concorsero una serie di tensioni preesistenti, ma anche errori e scelte avventate commesse dai capi politici e militari dei paesi interessati.
Tutti i governi sottovalutarono la gravità dello scontro che si andava preparando
Gli eserciti scesi in campo nell’estate del 1914 non avevano precedenti per dimensioni e per novità armamenti.
Tutti avevano eserciti tranne la gran Bretagna che non aveva un esercito di leva. Eserciti armati con fucili a ripetizione e di cannoni potentissimi.
I tedeschi in particolare, puntavano sull’ipotesi di una rapida guerra di movimento:
- Cioè sulla manovra offensiva, sullo spostamento rapido di ingenti masse di uomini in vista di pochi e risoluti scontri.
Sul fronte orientale, i russi misero in difficoltà gli austriaci.
Ma dopo essere penetrati nel territorio francese, furono bloccati sulla Marna perché presi di sorpresa.
Nessuno fece risultati decisivi sul piano strategico
Già alla fine del 15, il conflitto assunse dunque i caratteri di guerra di posizione e di guerra di logoramento o usura.
L’Italia entrò nel conflitto mondiale nel maggio del 1915, schierandosi al fianco dell’Intesa contro l’impero austro-ungarico fin allora suo alleato. l’opinione pubblica si spaccò su due fronti.
Il 2 agosto del 1914 a guerra scoppiata, il governo di Salandra, aveva dichiarato la neutralità dell’Italia.
Decisione giustificata col carattere difensivo della triplice alleanza. (Austria non era ne stata attaccata prima, ne aveva consultato l’Italia prima di intraprendere l’azione contro la Serbia). Per l’Italia, scartata l’ipotesi di un intervento a fianco con gli imperi centrali, prese in considerazione una guerra contro l’Austria.
Portavoce di questa linea interventista furono i.
Sull’opposto versante politico, anche favorevoli all’entrata in guerra:
Nazionalisti, affinché l’Italia potesse affermare la sua vocazione di grande potenza imperialista.I gruppi liberal-conservatori erano più prudenti e graduali,i loro punti di riferimento erano Salandra e Sonnino, e per loro un “non intervenire al conflitto” significava:
Lo schieramento liberale, quella cui faceva parte Giolitti, era schierata su una linea neutralistica:
Ostile all’intervento il mondo cattolico italiano.
Psi e CGL condannavano la guerra che contrastava la scelta patriottica, ma rispecchiava il pacifismo delle masse operaie.
L’unica defezione fu quella del direttore dell’“Avanti!” Benito Mussolini.
- Prima neutrale e poi favorevole all’intervento.
Destituito dal suo incarico e poi espulso dal suo partito, Mussolini fondò un nuovo quotidiano:”Il Popolo d’Italia”.
I neutralisti erano in netta prevalenza ma non costituivano un’alleanza politica omogenea.
IL fronte interventista era lo stesso ma aveva uno scopo comune:
Il partito della guerra poteva contare su giovani dinamici, la piccola e media borghesia, colta e più sensibili ai valori patriottici.
(Gentile, Croce, Prezzolini, Einaudi, Salvemini, D’Annunzio.)
Dopo il fallimento del piano di guerra tedesco, Salandra e Sonnino allacciarono contatti segretissimi con l’Intesa. Accettarono i patti dell’Intesa senza informare il parlamento e :
Restava da superare l’opposizione della camera., cui spettava la ratifica del trattato.
Giolitti, non ancora al corrente del patto di Londra, si pronunciò per la continuazione delle trattative con l’Austria, trecento deputati gli manifestarono solidarietà, inducendo Salandra a rassegnare le dimissioni. Ma la volontà neutralista del parlamento fu scavalcata. Il re respinse le dimissioni di Salandra.
Nel 1915-1916 la guerra sui fronti italiano e francese si risolse in una immane carneficina, sia a somme che a verdun.
senza che nessuno dei due schieramenti riuscisse a conseguire risultati significativi.
Nel giugno del 1916, mentre si andava esaurendo l’offensiva tedesca contro verdun, l’esercito austriaco passo all’attacco sul fronte italiano, tentano di penetrare nel trentino.
Più alterne le vicende sul fronte orientale, dove gli imperi centrali ottennero alcuni importanti successi.
Due anni e mezzo di guerra non avevano risolto la situazione di stallo. Sul piano tecnico, la trincea fu la vera protagonista del conflitto:
fortificazione difensiva: un fossato scavato nel terreno per mettere i soldati al riparo dal fuoco nemico.
Inizialmente concepito come rifugi provvisori, per divenire poi la sede permanente dei reparti di prima linea.
- La vita monotona ma pesante che vi si svolgeva era interrotta solo, di quando in quando, da grandi sanguinose offensive, prive di risultati decisivi.
Da ciò, soprattutto nei soldati semplici, uno stato d’animo di rassegnazione e apatia, torpore mentale e fisico, vivevano in condizioni igieniche deplorevoli, che a volte sfociava in forme di subordinazione.
gli assalti iniziavano nelle prime ore del mattino, preceduti da un intenso tiro di artiglieria (fuoco di preparazione ).
L’entusiasmo fino dopo pochi mesi e gli successe la rassegnazione. Gli ufficiali di complemento:
Diverso l’atteggiamento dei soldati semplici:
Nei reparti speciali:
Altra novità fu l’utilizzazione di nuove armi:
mezzi di offensiva subdola e micidiale come le armi chimiche:
- gas che veniva indirizzato verso le trincee, provocando morte per soffocamento.
La guerra sollecitò lo sviluppo dei settori giovani, come quello delle automobili, dell’aeronautica, e della radiofonia.
Il perfezionamento delle telecomunicazioni, via radio e via filo, permise di coordinare o movimenti delle truppe.
In aviazione, nel 1903 o fratelli Wright avevano fatto sollevare da terra un apparecchio, la tecnica del volo aveva fatto piccoli passi.
Un altro protagonista fu il carro armato, sperimentato dagli inglesi nel 1916:
- il primo mezzo corazzato, un autoblindo, auto ricoperta di lastre d’acciaio e muniti di mitragliatrici.
Ma i primi risultati non bastarono a convincere gli alleati dell’utilità dei mezzi corazzati, che invece avrebbero potuto rappresentare un’arma vincente.
Invece il sottomarino, usato dai tedeschi, era usato per attaccare le navi nemiche, sia per affondare senza preavviso le navi mercantili che portavano rifornimento ai porti dell’intesa.
La guerra sottomarina, era un’arma molto efficace. Urtava però gli interessi commerciali degli stati uniti.
il conflitto trasformò profondamente la stessa vita civile dei paesi coinvolti.
In campo economico si dilagò enormemente l’intervento statale, teso per garantire le risorse necessarie allo sforzo bellico.
Il potere dei governi fu largamente condizionato da quello dei militari e, in genere, tutta la società fu soggetta a un processo di militarizzazione.
Nasce la propaganda , che cercava di raggiungere non solo le truppe, ma anche la popolazione civile, organizzare poi manifestazioni di solidarietà ai combattenti.
Col protrarsi del conflitto si rafforzarono i gruppi socialisti contrari ad esso, divisi però tra il pacifismo dei riformisti e la proposta dei rivoluzionari di utilizzare la guerra la guerra come occasione per la rivoluzione.
Nel 1916 nel convegno di Zimmerwald, Lenin, leader riconosciuto dei bolscevichi, aveva sostenuto la tesi, secondo cui:
Nei primi mesi del 1917 due fatti mutarono il corso della guerra: la situazione in Russia:
La sorte della monarchia fu segnata: lo zar abdicò il 15 marzo e fu arrestato con l’intera famiglia. Si mise in moto un processo che avrebbe portato la Russia a un collasso militare. Dopo la rivoluzione del novembre il paese si ritirò dal conflitto, cessando di fornire qualsiasi contributo militare agli alleati.
In aprile gli stati uniti entrarono in guerra con l’intesa.
Anche per l’Italia il 17 fu l’anno più difficile della guerra.
Condona ordinò delle offensive sull’Isonzo, con risultati modesti e costi umani pesanti.
L’unico episodio insurrezionale di verificò a Torino fra il 22 e il 26 agosto:
Fu in questa situazione che i comandi austro-tedeschi decisero di profittare delle truppe disponibili provenienti dal fronte russo per infliggere un colpo decisivo all’Italia.
il 24 ottobre 1917, un’armata austriaca con divisioni tedesche, attaccò le linee italiane sull’Isonzo e le sfondo nei pressi del villaggio di Caporetto con la nuova tattica dell’infiltrazione (penetrare il più in fretta possibile senza preoccuparsi di consolidare le posizioni raggiunte ma sfruttando la sorpresa per mettere in crisi lo schieramento avversario).
Il generale Cadorna, poi sostituito da Armando Diaz, gettò le colpe della disfatta sui suoi stessi soldati, accusando i reparti investiti dall’offensiva si essersi arresi senza combattere.
è Le conseguenze della sconfitta furono ingigantite dallo stato di stanchezza e di demoralizzazione delle truppe: una situazione però comune a tutti gli eserciti, soprattutto a quello austriaco.
Paradossalmente, la svolta imposta dalla disfatta di Caporetto finì con l’avere ripercussioni positive sull’andamento della guerra italiana.
Intorno al nuovo governo, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando(giurista siciliano), le forze politiche parvero trovare una maggiore concordia. Solidarietà allo sforzo di resistenza del paese.
Anche il cambio di Cadorna con Diaz ebbe effetti positivi sul morale delle truppe. Era più attento alle esigenze dei soldati.
Agli inizi del 1918, fu svolta un’opera sistematica di propaganda fra le truppe, attraverso la diffusione di giornali di trincea e la creazione di un servizio P (propaganda).
Tra il 6 e il 7 novembre del 1917 un’insurrezione guidata dai bolscevichi rovescia in Russia un governo provvisorio.
Per concludere la pace, 3 marzo 1918, la Russia dovette accettare le durissime condizioni imposte dai tedeschi, che comportavano la perdita di circa ¼ dei territori europei dell’impero russo.
Con la pace Lenin riuscì comunque:
Gli Stati dell’Intesa per rispondere alla sfida di Lenin e per scongiurare la minaccia di un ulteriore diffusione del “disfattismo rivoluzionario”:
Questa idea di guerra aveva il suo interprete nel presidente americano Wilson:
Egli dichiarò che gli stati uniti, entravano in guerra, non per rivendicazioni territoriali, ma con il solo obiettivo:
Nel gennaio del 1918 quasi in risposta all’armistizio russo tedesco, Wilson precisò la sua politica in un programma di pace in 14 punti.
Abolizione della diplomazia segreta, ripristinò la libertà di navigazione, l’abbassamento delle barriere doganali, la riduzione degli armamenti, la piena reintegrazione del Belgio , della Serbia e della romani, l’evacuazione dei territori russi occupati dai tedeschi, proponeva l’istituzione di un nuovo organismo internazionale, “la società delle nazioni” per assicurare il mutuo rispetto delle norme di convivenza tra i popoli.
Gli ultimi giorni di marzo del 1918 i tedeschi sferrarono l’ultima offensiva nel territorio francese. A fine luglio le forze dell’intesa, superiori in uomini e mezzi, passarono al contrattacco ad agosto i tedeschi subirono la prima grave sconfitta sul fronte occidentale. I generali tedeschi capirono di aver perso la guerra e la loro principale preoccupazione divenne quella di sbarazzarsi del potere che avevano cosi largamente esercitato e di lasciare ai politici la responsabilità di un armistizio che si annunciava durissimo ma che avrebbe permesso alla Germania di concludere la guerra con l’esercito ancora integro e il territorio nazionale intatto.
Il compito ingrato di aprire le trattative toccò ad un nuovo governo di coalizione democratica, formatosi con la partecipazione dei socialdemocratici e dei cattolici di centro.
Gli alleati della germani crollavano militarmente o si disgregavano internamente. Il bilancio della guerra:
è La guerra che era nata da una contesa locale e si era trasformata in uno scontro fra due blocchi di potenze per l’egemonia europea e mondiale, si chiudeva con un tragico bilancio di perdite umane ma anche con un drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente sulla scena internazionale.
Il compito dei vincitori era ridisegnare la carta politica e tener conto di quei principi di democrazia e giustizia richiamati nell’ultima fase della guerra.
Applicare i 14 punti di Wilson si rivelò problematica:
Questi problemi si manifestano fin dall’inizio delle discussioni fra i capi di governo delle principali potenze vincitrici: l’americano Wilson,il francese Clemenceau, l’inglese Lloyd George e l’italiano Orlando(il quale, pur figurando nominalmente fra i 4 grandi, svolse in realtà un ruolo marginale).
il contrasto fra l’ideale di una pace democratica e l’obiettivo di una pace punitiva risultò evidente soprattutto quando furono discusse le condizioni da imporre alla Germania.
La Francia on si accontentava della sola restituzione dell’Alsazia-Lorena, ma chiedevano di spostare i loro confini fino alla riva sinistra del Reno. Questo incontrava l’opposizione di Wilson e degli inglesi che erano contrari allo strapotere di un unico stato sul continente europeo.
La Germania accettò senza discutere le clausole che sarebbero state sufficienti a cancellarla per molto tempo dal novero delle grandi potenze.
Il 28 giugno 1919 fu firmato il trattato di pace a Versailles. La Germania perse le colonie che vennero spartite tra Francia Gran Bretagna e Giappone.
la parte più pesante del Diktat era costituita dalle clausole economiche e militari:
Erano condizioni umilianti, tali da ferire profondamente la Germania nel suo orgoglio nazionale, oltre che nei suoi interessi.
Nuove nazionalità emerse dalla dissoluzione dell’impero asburgico.
L’Ungheria perse, non solo tutte le regioni slave, ma anche alcuni territori abitati da popolazioni magiare.
A trarre vantaggio dalla dissoluzione dell’impero asburgico oltre all’Italia furono soprattutto i popoli slavi.
Boemi e slovacchi confluirono nella repubblica di Cecoslovacchia, uno stato federale che comprendeva anche una minoranza,di tre milioni di tedeschi, i sudeti.
Un problema delicato per gli stati vincitori era quello dei rapporti con la Russia rivoluzionaria.
- Non riconobbero la Repubblica socialista, anzi, cercarono di abbatterla aiutando in ogni modo i gruppi controrivoluzionari.
Furono riconosciute e protette le nuove repubbliche indipendenti nei territori baltici perduti dalla Russia. Finlandia, estonia, lettonia, lituania.
La Russia si trovò così circondata da una cintura di stati cuscinetto che le erano tutte fortemente ostili.
L’Europa uscita dalla conferenza di Parigi contava ben otto nuovi stati sorte dalle rovine dei vecchi imperi, ad esso si sarebbe aggiunto lo stato libero d’Irlanda.
Per assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia della pace, avrebbe dovuto provvedere la Società delle Nazioni.
Il senato degli stati uniti respinse nel marzo del 1920 l’adesione alla Società delle Nazioni e fece cadere anche l’impegno di Wilson circa la garanzia dei nuovi confini franco-tedeschi.
Wilson gravemente malato non si presentò alle elezioni presidenziali, che videro una netta vittoria dei repubblicani:
- Inizio per gli stati uniti una stagione di isolazionismo, ossia, il rifiuto delle responsabilità mondiali e di ritorno a una sfera di interessi continentali.
Nel marzo 1917 la rivolta degli operai e dei soldati di Pietrogrado provocò la caduta dello zar e la formazione di un nuovo governo provvisorio, dominato dalle forze liberal-moderate.
Nel maggio si formò un secondo governo provvisorio, cui parteciparono tutti i partiti ad eccezione dei bolscevichi che si rifiutarono di partecipare, secondo loro solo la classe operaia alleata con i contadini, avrebbe potuto assumersi la guida della trasformazione del paese.
accanto al potere legale del governo veniva crescendo il potere parallelo dei soviet:
Quando Lenin, leader dei bolscevichi, rientro in Russia dalla svizzera trovò questa situazione.
diffuse un documento di 10 punti. (le considerava tesi d’aprile).
Con il ritorno di Lenin in Russia, i bolscevichi accentuarono la loro posizione al governo provvisorio, chiedendo la pace immediata, la socializzazione della terra e il passaggio di tutti i poteri ai soviet.
Il contributo da essi dato alla sconfitta del tentativo di colpo distato di kornilov rafforzò ulteriormente la loro posizione. A questo punto, grazie alla determinazione di Lenin, decisero di conquistare il potere con la forza bolscevichi.
La decisione di rovesciare con forza il governo Kerenskij fu presa di bolscevichi il 23 ottobre. La mattina del 7 novembre (per i russi il 25 ottobre), soldati rivoluzionari e guardie rosse,circondarono e isolarono il palazzo d’inverno, già residenza dello zar e ora sede del governo provvisorio e se ne impadronirono la sera stessa. Senza incontrare grandi resistenze.
la fulminea presa di potere e il governo rivoluzionario da essi formato incontrarono l’opposizione della maggioranza delle forze politiche.
In dicembre i socialisti rivoluzionari (socialrivoluzionari)riportarono un grande successo nelle elezioni per l’assemblea Costituente:
Facile per i bolscevichi impadronirsi del potere centrale, ma più difficile era il compito di gestire questo potere, di amministrare un potere immenso, di governare una società tanto complessa quanto arretrata.
Il compito era difficile perché i bolscevichi non potevano contare su nessun appoggio di forze politiche, ne sulla collaborazione di strati sociali più elevati.
Convinti di poter conquistare in breve l’appoggio delle masse popolari, i leader bolscevichi volevano rapidamente costruire un nuovo stato proletario ispirato all’esperienza della Comune di Parigi, secondo il modello delineato da Lenin nella sua opera “Stato e rivoluzione”.
è Nella società socialista non vi sarebbe stato bisogno di parlamenti, di magistratura, di eserciti e di burocrazia, ma le masse stesse si sarebbero autogovernate secondo i principi di democrazia diretta sperimentati dai soviet.
L’uscita della Russia dalla guerra (trattato di Brest-Litovsk, marzo 1918) provocò l’intervento militare dell’Intesa, che considerò la pace come un tradimento e in risposta cominciarono ad appoggiare le armate bianche costituite dalle truppe ribelli al governo guidato dai bolscevichi.
Con l’insurrezione d’ottobre e la vittoria nella guerra civile,i bolscevichi avevano compiuto il miracolo di far nascere il primo Stato socialista in un paese profondamente arretrato e circondato da potenze ostili.
Nata ufficialmente nel 1919, ma effettivamente operante nel luglio del ’20. Nel II congresso, i partecipanti erano numerosi e autorevoli.
il problema centrale del congresso fu rappresentato dalle condizioni cui i singoli partiti avrebbero dovuto sottostare per essere ammessi a far parte dell’internazionale.
la terza internazionale o internazionale comunista estese a tutto il movimento operaio europeo la frattura tra comunismo e socialdemocrazia che si era verificata in Russia.
I partiti comunisti dei vari paesi nacquero strettamente dipendenti dalle direttive dell’internazionale, controllata dai russi.
Nel 1918 il governo bolscevico attuò in campo economico una politica più energica e autoritaria definita comunismo di guerra.
Fu incoraggiata la formazione di comuni agricole volontarie, le cosiddette “fattorie collettive (kolchoz)”.
Furono istituite le fattorie sovietiche “sovchoz”, gestite dallo stato direttamente. Questa politica ebbe tuttavia scarsi risultati, finendo con l’alimentare il malcontento dei contadini e operai.
Nel marzo 1921 ci fu un mutamento di rotta con la Nep nuova politica economica.
La Nep stimolò la ripresa produttiva, ma ebbe anche effetti sociali non previsti e non desiderati:
Le condizioni della grande industria di Stato e degli operai in essa impiegati, non migliorarono sensibilmente.
Nella città cresceva il numero dei disoccupati, per i lavoratori, i salari, pagati in danaro, erano bassi, la contrattazione era resa difficile dalla mancanza di una vera organizzazione sindacale.
Nel 1922 nacque l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss).
La nuova costituzione comportava di fatto la dittatura del partito comunista, l’unico del quale fosse consentita l’esistenza. I bolscevichi si proposero anche di trasformare cultura e valori tradizionali:
nuove norme sulla famiglia
Nell’aprile del 1922 l’ex commissario alle Nazionalità Josip Djugasvili, detto Stalin, fu nominato segretario generale del partito comunista.
Poche settimane dopo Lenin venne colpito da una malattia che lo portò poi alla morte nel 1924. Con la malattia di Lenin e l’ascesa di Stalin alla segreteria le cose cambiarono rapidamente.
Stalin riuscì dapprima ad emarginare Trotzkij: Fautore di un continuo sviluppo e di una continua estensione del processo rivoluzionario.
Quindi Stalin si sbarazzò dell’opposizione di sinistra che chiedeva la fine della Nep e l’accelerazione dello sviluppo industriale.
Con la vittoria l’Italia aveva superato la prova più impegnativa della sua storia unitaria. L’economia presentava i tratti tipici della crisi postbellica.
- Deficit gravissimo del bilancio statale, inflazione galoppante, sviluppo abnorme di alcuni settori industriali con conseguenti problemi di riconversione.
La classe operaia ritorna alla libertà sindacale, chiedeva miglioramenti economici e reclamava maggiore potere in fabbrica e manifestava tendenze rivoluzionarie.
I contadini tornati dalla guerra erano più consapevoli dei loro diritti.
I ceti medi, fortemente coinvolti nell’esperienza della guerra.
Questo era un problema comune a tutti gli stati usciti dal conflitto.
Ma si presentavano in forma pi acuta in un paese come l’Italia dove, rispetto alla Francia e Inghilterra, le strutture economiche erano meno avanzate e le istituzioni politiche meno profondamente radicate nella società.
Il processo di democratizzazione era appena agli inizi: da poco applicato il suffragio universale maschile (1913).
La classe dirigente liberale si trovo sempre più contestata e isolata.
Risultarono favorite quelle forze, socialiste e cattoliche, che si consideravano estranee alla tradizione dello stato liberale.
Furono i cattolici a portare il primo e più importante fattore di novità:
Si presentava con un programma di impostazione democratica e, pur ispirandosi alla dottrina cattolica di dichiarava aconfessionale.
un ‘altra novità fu la crescita impetuosa del Partito socialista.
I massimalisti (corrente di sinistra) avevano il loro leader nel direttore dell’ “Avanti!” Gioacchino Menotti Serrati, che Si poneva come obiettivo immediato:
in realtà i massimalisti italiani avevano ben poco in comune con i bolscevichi russi.
In polemica con questa impostazione si formarono nel Psi gruppi di estrema sinistra, composti da giovani, che si battevano per un più coerente impegno rivoluzionario.
Fra questi gruppi emergevano:
Il partito socialista era schierato su posizioni apertamente rivoluzionarie.
Fra questi movimenti, fece spicco quello fondato a Milano, il 23 marzo 1919, da Benito Mussolini, con il nome di Fasci di combattimento.
Ai suoi esordi, il fascismo raccolse solo scarse ed eterogenee adesioni.
i fascisti furono protagonisti del primo grave episodio di guerra civile dell’Italia postbellica:
Dal punto di vista degli equilibri internazionali, l’Italia era uscita dalla guerra nettamente rafforzata:
La dissoluzione dell’Austria – Ungheria, poneva problemi non previsti dal patto di Londra.
In esso si stabiliva che la Dalmazia (con prevalenti abitanti slavi) fosse annessa all’Italia e che la città di fiume (con prevalenti abitanti italiani) restasse all’impero austroungarico.
Per i governanti italiani si poneva una scelta:
Alla conferenza di Versailles la delegazione italiana, capeggiata dal presidente del consiglio Orlando e dal ministro degli esteri Sonnino.
Tali richieste incontrarono l’opposizione degli alleati (in particolare di Wilson che non era vincolato dalle clausole del patto di Londra).
Nell’aprile del 1919, per protesta contro Wilson, Sonnino e Orlando abbandonarono Versailles e fecero ritorno in Italia, dove furono accolti da manifestazioni patriottiche, un mese dopo ritornarono a Parigi senza ottenere risultati.
Questo insuccesso segno la fine del governo Orlando, che si dimise a metà giugno.
gli avvenimenti del 1919 avevano suscitato ostilità verso gli ex alleati, accusati di voler defraudare l’Italia dei frutti della vittoria. E l’opinione pubblica giudicava incapace la classe dirigente, nel tutelare gli interessi nazionali.
La manifestazione più clamorosa di questa protesta fu nel settembre del 1919, quando alcuni reparti militari ribelli assieme a gruppi di volontari, sotto il comando di D’Annunzio, occuparono la città di fiume e ne proclamarono l’annessione all’Italia.
sul piano interno, il ’19 e il ’20 fu una fase di acute agitazioni sociali:
Le elezioni del novembre del 1919, tenutesi con il sistema proporzionale, segnarono la perdita del controllo del Parlamento da parte delle forze liberali, nonché un successo di socialisti e popolari.
Il Psi rifiutava ogni collaborazione coi gruppi borghesi, l’unica maggioranza possibile era quella basata sull’accordo fra popolari e liberal democratici.
Indebolito dall’esito delle elezioni, il governo Nitti sopravvisse fino a giugno del 1920, quando assunse il nuovo governo, l’ormai ottantenne Giolitti. Rimasto ai margini della vita politica negli anni della guerra. Torno al potere con un programma molto avanzato.
Tuttavia il disegno giolittiano di ridimensionare le spinte rivoluzionarie del Psi attraverso un’apertura riformista fallì.
Il maggior episodio di conflittualità del periodo fu l’occupazione delle fabbriche nel settembre del 1920.
L’occupazione delle fabbriche e la scissione di Livorno segnarono la fine del biennio rosso.
La classe operai accusava i colpi della crisi recessiva che stava investendo l’economia italiana ed europea. Traducendosi in un forte aumento della disoccupazione.
Tra la fine del ’20 e l’inizio del ’21 il fascismo, abbandonando gli originari caratteri radical- democratici e la marginalità politica:
Questa trasformazione si spiega in parte con una scelta di Mussolini, che decise di cavalcare l’onda di riflusso antisocialista seguita al biennio rosso.
In due anni di lotta, quasi sempre vittoriose, le leghe socialiste avevano ottenuto miglioramenti salariali.
Le cause della repentina crescita del fascismo agrario furono varie:
dalle organizzazioni socialiste nelle campagne e che accettarono il sistema delle leghe perché ne ricevevano vantaggi in termini sindacali.
L’atto di nascita del fascismo agrario viene individuato nei fatti di Palazzo d’Accursio, a Bologna, del 21 novembre del 1920, quando:
Da ciò i fascisti trassero pretesto per scatenare una serie di ritorsioni antisocialiste in tutta la provincia.
I socialisti furono colti di sorpresa e la loro incertezza e vulnerabilità accrebbe l’audacia degli avversari.
I proprietari terrieri scoprirono nei Fasci lo strumento capace di abbattere il potere delle leghe e cominciarono a sovvenzionarli generosamente.
L’offensiva squadrista ebbe ovunque le stesse caratteristiche.
La magistratura adottò nei confronti dei fascisti criteri ben diversi da quelli usati contro i sovversivi di sinistra.
Giolitti pur evitando di favorire lo squadrismo apertamente, guardo con malcelata compiacenza allo sviluppo del movimento fascista, pensando di servirsene per indurre a più miti pretese i socialisti ei popolari e poi in seguito costituzionalizzare assorbendolo nella maggioranza liberale.
In questa strategia si inquadrava la decisione di convocare nuove elezioni per i maggio 1921 e di favorire l’ingresso dei candidati fascisti nei cosiddetti “blocchi nazionali”:
L’esito delle elezioni di maggio mise alla fine l’ultimo esperimento di Giolitti, che si dimise all’inizio di luglio. Lo successe Ivanoe Bonomi:
Il patto rientrava nella strategia di Mussolini, che mirava a inserirsi nel gioco politico ufficiale e temeva il diffondersi di una reazione popolare contro lo squadrismo.
Ad un congresso dei fasci Mussolini sconfesso il patti di pacificazione che in verità non aveva mia funzionato.
Nasceva cosi il Partito nazionale fascista (Pnf).
Il fascismo acquistava forza e il ministero di Bonomi si consumava. La giuda del governo fu affidata a Luigi Facta, giolittiano,
la scarsa autorità politica del nuovo governo finì col dare ulteriore spazio alla dilagante violenza squadrista.
Già dalla primavera del ’22 il fascismo si rese protagonista. All’offensiva fascista i socialisti non seppero reagire.
Il 1° agosto i dirigenti sindacali decisero di proclamare uno sciopero generale legalitario in difesa delle libertà costituzionali.
I fascisti colsero il pretesto per atteggiarsi a custodi dell’ordine e per lanciare una nuova e violenta offensiva contro i movimento operaio.
i primi di ottobre nel ’22, poco prima che il fascismo conquistasse il potere, in un congresso a Roma, i riformisti guidati da Turati abbandonarono il Psi per fondare il nuovo partito socialista unitario. (Psu) .
Assicuratosi il controllo della piazza e sbaragliato il movimento operaio, il fascismo si poneva il problema del controllo dello Stato.
In questa fase delicata, Mussolini come al solito giocò su due tavoli: Da un lato:
Dall’altro:
Cominciò cosi a prendere corpo il progetto di una “marcia su Roma”:
è Un piano del genere non avrebbe avuto nessuna possibilità di successo se avesse incontrato una ferma reazione da parte delle autorità.
Lo stesso Mussolini credeva poco nelle possibilità di successo militare e pensava di servirsi della mobilitazione come mezzo di pressione politica, contando sulla debolezza del governo. In effetti fu l’atteggiamento del re a risultare decisivo, nel generale disfacimento dei poteri statali.
Vuoi perché non si curò della lealtà dei vertici militari, vuoi perché deciso a evitare a ogni costo una guerra civile, Vittorio Emanuele III rifiutò, la mattina del 28 ottobre, a firmare il decreto per la proclamazione dello stato d’assedio( passaggio dei poteri all’autorità militare.) che era stato preparato dal governo già dimissionario.
Il rifiuto del re apri alle camice nere la strada di Roma e al loro capo la via del potere. Mussolini non si accontentò della soluzione auspicata dal re e dagli ambienti moderati:
Ma chiese ed ottenne di essere chiamato lui stesso a presiedere il governo. Il 30 ottobre Mussolini fu ricevuto dal re.
La crisi era dunque risolta in modo ambiguo.
I fascisti gridarono al trionfo, i moderati si rallegrarono per il fatto che la legalità costituzionale , violata nei fatti, era stata rispettata almeno nelle forme.
I rivoluzionari si illusero che nulla fosse cambiato.
il paese nel suo complesso segui gli eventi con un misto di indifferenza e di rassegnazione.
Una volta assunta la guida del governo, Mussolini continuo ad alternare la sua linea dura alla linea morbida, le promesse di normalizzazione moderata alle minacce di una seconda ondata rivoluzionaria. Questo reso possibile dalla miopia degli alleati liberali e cattolici.
il 22 dicembre fu istituito il “Gran consiglio del fascismo”. Che aveva il compito di indicare le linee generali della politica fascista e di servire da raccordo fra partito e governo.
il 23 gennaio le squadre fasciste furono inquadrate nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: un corpo armato di partito che aveva come scopo quello di:
Istituzionalizzare la milizia non servì a far cessare le violenze illegali contro gli oppositori. Il numero degli scioperi scese già dal 21 fino ad arrivare a livelli insignificanti nel 23.
Furono alleggerite le tasse gravanti sulle imprese.
Fu abolito il monopolio statale delle assicurazioni sulla vita istituito nel’12. Il servizio telefonico fu privatizzato.
Si cercò infine, di contenere la spesa pubblica con un energico sfoltimento nei ruoli del pubblico impiego che colpì la categoria dei ferrovieri. Licenziamenti.
Sul piano economico, la politica liberista con a capo il ministro delle finanze De Stefani, parve ottenere discreti risultati.
Tra il ’22 e il ’25 vi fu un notevole aumento delle produzione, sia industriale sia agricola e il bilancio dello Stato tornò in pareggio.
Un sostegno decisivo Mussolini lo ebbe anche dalla Chiesa cattolica, in cui, dopo l’avvento del ’22 del nuovo papa Pio XI, stavano prendendo il sopravvento le tendenze conservatrici.
Mussolini, fu prodigo di riconoscimenti per la missione universale della chiesa e si mostro disposto ad importanti concessioni.
anche la riforma scolastica varate nella primavera del ’23 dall’allora ministro dell’istruzione gentile, andava incontro per molti aspetti alle attese del mondo cattolico:
La prima vittima dell’avvicinamento tra chiesa e fascismo, fu il Partito popolare, considerato un ostacolo per il miglioramento dei rapporti con lo stato.
Nell’aprile del 23 Mussolini impose le dimissioni dei ministri popolari. Poco dopo Sturzo, la segreteria del Ppi.
Mussolini doveva però rafforzare la sua maggioranza parlamentare.
Il successo delle elezioni rafforzo la posizione di Mussolini e alimentò le speranze dei fiancheggiatori che speravano in una evoluzione del fascismo in senso liberal-conservatore. A apocopi di due mesi dalle elezioni, un evento tragico:
Dieci giorni prima di essere ucciso, Matteotti aveva pronunciato alla Camera una durissima requisitoria contro il fascismo, denunciandone le violenze e contestandola validità dei risultati elettorali.
Era naturale che la sua scomparsa suscitasse nell’opinione pubblica un’ondata di indignazione contro il fascismo e il suo capo.
Sebbene gli esecutori materiali fossero stati arrestati, ne allora ne poi si poterono individuare con certezza i mandanti diretti.
Il paese capì che il delitto era il risultato di una pratica ormai consolidata di violenza e di impunità, di cui Mussolini e i suoi seguaci portavano la responsabilità.
La cessione dell’Aventino aveva un indubbio significato ideale, prima anche di qualsiasi efficacia pratica.
I partiti aventiani si limitarono infatti ad agitare di fronte all’opinione pubblica una questione morale, sperando in un intervento della corona o in uno sfaldamento della maggioranza fascista.. ma il re non intervenne.
I fiancheggiatori, pur accentuando le loro critiche all’illegalismo fascista, non tolsero l’appoggio al capo di governo.
In pochi mesi l’ondata antifascista rifluì. Mussolini decise di contrattaccare.
La svolta del 3 gennaio non lasciava più spazio per gli equivoci e i compromessi: la scelta era tra:
Molti uomini politici sentirono la necessità di prender posizione.
Iniziarono i manifesti di Gentile per i fascisti e di Croce per gli antifascisti che rivendicava i diritti di libertà ereditati dalla tradizione risorgimentale.
Il fascismo portava a compimento l’occupazione dello stato. E chiudeva ogni residuo spazio di libertà politica e sindacale.
Tra il ’25 e il ’26 si consumò la fine dello stato liberale.
Fascistizzazione della stampa, persecuzioni antifasciste, rafforzamento dei poteri del capo di governo, legge per la difesa dello stato che istituiva il tribunale speciale, composto non da giudici ordinari, ma da ufficiali delle forze arate e della milizia, e lo scioglimento di tutti i partiti, tranne quello fascista:
Crisi e trasformazione.
Alla fine degli anni ’20, l’Europa e il mondo sembravano avviati a superare traumi e ferite del primo conflitto mondiale.
L’economia occidentale aveva ripreso a svilupparsi.
Scoppiata nell’autunno del 1929 e prolungatasi per buona parte negli anni ’30, la grande crisi, fece sentire i suoi effetti anche sulla politica e sulla cultura, sulle strutture sociali e sulle istituzioni statali:
Nel corso degli anni 30 ci furono problemi:
Durante la grande guerra, gli Stati Uniti avevano sia rinsaldato le loro posizione come primo paese produttore, ma avevano anche concesso cospicui prestiti ai loro alleati in Europa, divenendo cosi il maggiore esportatore di capitali.
-a guerra finita il dollaro era la moneta forte dell’economia mondiale.
Superata la depressione post bellica. Cominciò per il sistema statunitense un periodo di grande prosperità.
è Taylorismo: organizzazione scientifica del lavoro: OSL. 1800 produzione per piccoli lotti. 1900 produzione grandi serie. 200 produzione grandi serie per piccoli lotti.
La produzione industriale salì, il reddito nazionale aumento, ma nonostante gli incrementi produttivi, il numero degli occupati dell’industria calò sensibilmente, a causa della disoccupazione tecnologica: gli sviluppi della tecnica diminuivano la quantità di lavoro necessaria a ottenere un determinato prodotto, in misura tale da non poter essere compensata dall’aumento della produzione.
Andava crescendo l’occupazione nel settore dei servizi, più occupati nel terziario che nell’industria.
L’espansione industriale portò notevoli mutamenti nell’organizzazione della vita quotidiana. In USA circolava negli anni 20 un’automobile ogni 5 abitanti (Europa 1 su 83) mentre l’uso degli elettrodomestici si era largamente diffuso nelle famiglie anche grazie ai sistemi di vendita rateale.
Dal punto di vista politico c’è un’incontrastata egemonia del partito Repubblicano.
I presidenti repubblicani costruirono le proprie fortune alimentando le pi ottimistiche aspettative sui destini della prosperità americana
Il ritmo di aumenti dei salari era molto inferiore a quello dei profitti.
Mentre, gli operai di alcune industrie (ford) e altre minoranze di lavoratori qualificati erano favoriti sul piano retributivo e assistenziale e potevano così inserirsi nel circuito della prosperità.
Misere invece le condizioni di vita e di lavoro degli operai comuni, e dei lavoratori immigrati e di colore.
Vi fu un’ondata di conservatorismo ideologico. Furono introdotte leggi limitative dell’immigrazione, anche per impedire la contaminazione dei caratteri etnici della popolazione yankeee la diffusione di ideologie sovversive di origine europea.
Lo stesso proibizionismo,- il divieto di fabbricare e vendere bevande alcoliche, introdotto nel ’24 e rimasto in vigore fino al’34-, scaturì da questo retroterra culturale, poiché l’ubriachezza era ritenuta un vizio tipico dei neri e proletari in genere.
Questa realtà sociale cosi contraddittoria, non intaccava il sostanziale ottimismo della borghesia americana e la sua fiducia in una continua moltiplicazione della ricchezza.
la conseguenza più vistosa fu la frenetica attività della borsa di New York, chiamata wall street dal nome della via in cui ha sede.
La domanda sostenuta di beni di consumo durevoli aveva fatto si che nel settore industriale si formasse una capacità produttiva sproporzionata alle possibilità di assorbimento nel mercato interno:
La generale ripresa dell’economia europea nella seconda metà degli anni ’20, resa possibile dal cospicuo afflusso di capitali americano sotto forma di prestiti, aveva consentito all’industria statunitense, protetta dalle barriere doganali, di allargare la sua penetrazione nei nercati europei.
In una situazione già incerta, si abbatterono anche gli effetti catastrofici del crollo della borsa di New York:
il 24 ottobre, il giovedì nero, furono scambiati 13 milioni di titoli, il 29 le vendite ammontarono a 16 milioni.
Molte fortune di erano volatilizzate, nel solo giovedì nero ci furono 11 suicidi fra gli speculatori e agenti di borsa.
il crollo del mercato azionario colpì in primo luogo i cetili ricchi e benestanti,
gli effetti planetari della crisi furono aggravati dal fatto che gli Usa, anziché assumersi le responsabilità connesse al ruolo di potenza egemone sul piano economico,
Negli stati uniti molte aziende dovettero chiudere. Le misure protezionistiche adottate subito in Usa e poi negli altri paesi, provocarono una brusca contrazione del commercio internazionale.
In Europa al declino delle attività produttive e commerciali si sovrappose una crisi finanziaria che ebbe le sue manifestazioni prima in Austria e in Germania, dove poi si aggiunse il collasso del sistema bancario.
Alla crisi bancaria si aggiunse una crisi monetaria.
I crolli in Austria e in Germania provocarono un allarme sulla solidità delle finanze inglesi e sulla stessa tenuta della sterlina.
Nel settembre del ’31 si sospese la convertibilità della sterlina e la valuta inglese fu svalutata: l’Inghilterra era ritenuta il banchiere del mondo.
Nel 1932 divenne presidente degli stati uniti il democratico Roosevelt, con una brillante carriera politica.
Non aveva un programma organico da contrapporre ai repubblicani ma:
La sua politica (New deal- nuovo patto) si caratterizzò per un energico intervento dello stato nell’economia e per alcune iniziative di riforma sociale.
Un po' in tutti i paesi la grande crisi finì con il far adottare nuove forme di intervento dello stato in campo economico, che giunsero a configurare una forma di capitalismo diretto.
Quanto i governi fecero solo empiricamente fu teorizzato dall’economia Keynes che sottolineò il ruolo della spesa pubblica ai fini dell’incremento della domanda e del raggiungimento della piena occupazione.
La sua teoria era:
Nei paesi europei si verificò proprio durante la grande crisi uno sviluppo di quei consumi di massa che si erano affermati negli Usa negli anni ’20.
L’occidente industrializzato subì in impoverimento, ma questo non impedì la nascita di nuove abitudini di vita:
Grande diffusione ebbero le radio e il cinema, che divennero elementi caratteristici della società di massa:
La stampa subì un rallentamento, la radio era un mezzo di svago per le classi popolari.
Lo sviluppo delle comunicazioni di massa, cambio il modo di concepire ed usare il tempo libero.
Negli anni ’20 e ’30 vennero fatte alcune scoperte scientifiche destinate a segnare la storia del XX secolo:
Sul piano delle applicazioni belliche della scienza, sono da ricordare i grandi sviluppi dell’aeronautica.
Aerei più sicuri e veloci e aumentava anche la capacità di carico e la loro autonomia. La tecnica aviatoria si sviluppa.
Aviazione civile mantenne i suoi alti costi, ma l’aviazione militare invece convinse i generali che essa era destinata ad un ruolo decisivo.
Nella cultura europea si accentuarono i dì fenomeni della disgregazione e di perdita dell’unità, tanto che nessuna delle correnti del periodo può essere assunta, da sola, come particolarmente rappresentativa.
Furono anni, per gli intellettuali, di grandi contrapposizioni ideologiche (liberalismo- comunismo, democrazia – fascismo), e di impegno politico.
L’eclissi della democrazia.
Dopo la crisi del ’29 si diffuse in Europa il fenomeno della disaffezione verso la democrazia. Parallelamente si affermarono, negli anni ’30, regimi antidemocratici, sia di tipo tradizionale, sia di tipo moderno:
Il fascismo significava, sul piano delle organizzazioni, accentramento nelle mani di un capo, struttura gerarchica dello stato, inquadramento della popolazione più o meno forzato nelle organizzazioni di massa, rigido controllo sull’informazione e sulla cultura.
Sul piano economico e sociale, il fascismo vantava di aver indicato una terza via fra capitalismo e comunismo, ma la verità è:
Nel novembre del 1923, quando finì in prigione, per aver tentato di organizzare un colpo di stato:
Era di origine austriaca, caporale durante la guerra e mancato pittore.
Meno di 10 anni dopo, nel gennai del 1933, Hitler, leader del partito che ormai rappresentava circa 1/3 dell’elettorato tedesco, riceveva l’incarico di formare il governo.
Fino al ’29 il partito nazista, rimase un gruppo minoritario, collocato fuori dalla legalità repubblicana, si serviva sistematicamente della violenza contro gli avversari politici e fondava la sua forza su una robusta organizzazione chiamata:
Hitler aveva cercato, sull’esempio di quanto aveva fatto Mussolini in Italia, di dare al partito un volto più rispettabile.
I suoi progetti a lungo termine li espose in un libro: la mia battaglia – mein kampf – scritto nei sei mesi di carcere.
Al centro dei piano c’era un’utopia nazionalista e razzista.
Hitler credeva nell’esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, progressivamente inquinatasi per la commistione con le razze inferiori..
Per realizzare questo sogno era necessario schiacciare i nemici interni: prima fra tutti gli ebrei, considerati popolo senza patria, i portatori di virus della dissoluzione morale, responsabili a un tempo dei misfatti del capitale finanziario e di quelli del bolscevismo, causa e decadenza della civiltà europea.
Una volta ricostituita la propria unità in un nuovo stato, i tedeschi, attorno ad un capo che sapeva interpretare i bisogni profondi del popolo, avrebbero voluto respingere le imposizioni di Versailles, recuperare i territori perduti ed espandersi verso est a danno dei popoli slavi. Nel ’24 i nazisti erano circa il 3%, nel ’28 appena il 2,5%.
A destra le forze conservatrici si sentirono sciolte da ogni vincolo di lealtà verso le istituzioni repubblicane, proposero cambiamenti e appoggiarono le forze eversive come il nazismo.
A sinistra la classe operaia si staccò dalla socialdemocrazia per avvicinarsi ai comunisti.
In questa situazione i nazisti poterono uscire dal loro isolamento e far leva sulla paura della grande borghesia, sulla frustrazione dei ceti medi, sulla rabbia dei disoccupati.
L’agonia della repubblica di Weimar cominciò nel settembre del 1930, quando i nazisti ebbero uno spettacolare incremento a spese della destra tradizionale.
nel 1932 la crisi raggiunse il suo apice. La produzione industriale calòa anche i disoccupati aumentarono.
Le piazze si riempirono di comizi e cortei, c’erano agguati, spedizioni punitive, si registrarono in 2 mesi più di 150 morti.
Per sbarrare la strada a Hitler per la presidenza della repubblica,
Per trasformare lo stato liberale in una dittatura, Mussolini aveva impiegato circa 4 anni. A Hitler bastarono pochi mesi per imporre un potere molto più totalitario di quello che Mussolini aveva e avrebbe mai esercitato in Italia.
Per Hitler c’erano ancora degli ostacoli da superare ed uno era l’ala estremista del nazismo: le SA e dall’altra la vecchia destra.
Con l’assunzione della presidenza di Hitler, scomparivano le ultime tracce del sistema repubblicano.
Esistevano delle organizzazione come il Fronte del lavoro che costituiva i disciolti sindacati, o come le organizzazioni giovanili.
Queste organizzazioni, avevano il compito di:
Gli ebrei erano una ristretta minoranza, concentrati nelle grandi città e occupavano le zone medio alte della scala sociale. Erano per lo più commercianti, liberi professionisti, intellettuali e artisti.
I nazisti fecero una propaganda antisemita e risvegliarono dei sentimenti di ostilità.
La discriminazione fu sancita nel settembre 1935 dalle cosiddette leggi di Norimberga:
La persecuzione antisemita subì un’accelerazione nel novembre del 1938, quando, traendo pretesto dall’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di un ebreo, i nazisti organizzarono un gigantesco pogrom in tutta la Germania.
Finché, a guerra iniziata, Hitler non concepì il progetto mostruoso di una soluzione finale:
soluzione che prevedeva la deportazione di massa e il progressivo sterminio del popolo ebraico. Questa orribile politica razziale nazista aveva il programma di una difesa di razza.
Fino a quando non fu distrutta dalla guerra, la macchina del regime fascista non incontrò ostacoli.
L’opposizione comunista fu annientata, i cattolici, dopo lo scioglimento del centro, si adattarono al regime, incoraggiati anche dal concordato che la chiesa stipulò con il governo nazista:
Non vi fu, durante il razzismo, alcuna forma di opposizione politica.
La Chiesa cattolica e quelle luterane, finirono con l’adattarsi al regime.
L’efficienza dell’apparato repressivo spiega la mancanza di un esplicito dissenso, non l’estensione notevole del consenso al regime:
Già nel corso degli anni ’20 i regimi autoritari si erano affermati in molti paesi:nell’Europa centro orientale (Ungheria, Polonia) e nella penisola iberica, spagna e Portogallo.
In Urss, alla fine degli anni ’20, Stalin, pose fine alla Nep, dando inizio all’industrializzazione forzata.
Le attività agricole vennero collettivizzate e i kulaki di fatto sterminati. Parallelamente fu varato nel 1928, il primo piano quinquennale che segnò una strepitosa crescita della produzione industriale:
Gli anni ’30 videro anche il continuo rafforzamento della dittatura personale di Stalin, che eliminò tutti i suoi possibili rivali:
Con il 1934 ebbe inizio la stagione della grandi purghe e del terrore indiscriminato, funzionale al rafforzamento del potere di Stalin.
Le prime iniziative hitleriane in politica estera: il ritiro dalla società delle nazioni, l’appoggio al tentativo dei nazisti austriaci di impadronirsi del potere,
A partire dal 1935, la causa della sicurezza collettiva trovò il sostegno nella nuova politica
Negli stessi anni della guerra di Spagna, la politica di arrendevolezza praticata dalla Francia e Inghilterra nei confronti della germani finì coll’incoraggiare la politica espansionistica del nazismo.
Nel 1938 avveniva l’annessione dell’Austria.
Subito dopo Hitler avanzava mire sul territorio cecoslovacco abitato da popolazione tedesca (sideti).
Già negli anni ’20 lo stato totalitario in Italia era già una realtà consolidata.
La caratteristica essenziale del regime era la sovrapposizione di due strutture e di due gerarchie parallele:
- Quella dello stato e quella del partito.
Il punto di congiunzione fra le strutture era rappresentato dal gran consiglio, organo di partito investito anche di importantissime funzioni costituzionali
Mussolini era capo di governo e duce del fascismo. Il partito fascista dilatava le sue funzioni.
Un’importante funzione della fascistizzazione del paese fu svolta da alcune organizzazioni collaterali al partito:
I più importanti di tutti erano le organizzazioni giovanili del partito:
Le trattative iniziarono nell’estate del ’26, concludendosi nel febbraio del 29 con la stipula dei patti lateranensi.
I patti lateranensi, si articolavano in 3 parti distinte:
per il regime fascista i patti lateranensi rappresentarono un notevole successo propagandistico: presentandosi come l’artefice della conciliazione, come l’uomo che era riuscito laddove erano falliti gli altri governi.
Mussolini cosi consolidò la sua area di consenso e la estese.
Le prime elezioni plebiscitario, registrarono un afflusso alle urne senza precedenti. Se il fascismo trasse da Patti lateranensi vantaggi politici.
Fu però il vaticano a cogliere i successi pi significativi e duraturi.
La chiesa si occupò delle organizzazioni giovanili, non per fare opera di opposizione, ma se ne servì per educare ai suoi valori una parte on trascurabile della gioventù, per formare una classe dirigente, capace, all’occorrenza, di prendere il posto a quella fascista: cosa che di fatto si verificò nel secondo dopoguerra.
L’Italia del ventennio fascista ci appare attraverso l’abbondante materiale propagandistico, prodotto durante il regime.
I ritratti di Mussolini esposti ovunque. Edifici pubblici, copertine adorati con l’emblema del fascio littorio. I muri con scritte di guerra.
Gli scolari che sfilavano in formazione militare, vestiti in camicia nera e armati di fucile di legno.
Queste immagini ci sono state riproposte attraverso i film, documentari e rievocazioni d’ogni genere, da diventare quasi convenzionali.
Durante il periodo fascista, l’Italia continuò a muoversi e a svilupparsi secondo le linee di tendenze comuni a tutti i paesi europei occidentali.
Nonostante questi segni di sviluppo, alla vigilia della seconda guerra mondiale, l’Italia era ancora in uno stato di arretratezza e il suo distacco dalle altre potenze non si era ridotto. Il reddito medio di un italiano era poco più della metà di quello francese. La spesa del vestiario era circa la metà di quella di un inglese.
L’arretratezza economica e civile del paese pero fu in certi aspetti funzionale all’ideologia fascista.
La fascistatizzazione portava anche un’ideologia di uomo nuovo, che poté realizzarsi solo in parte:
Le motivazioni culturali e ideologiche erano importanti per un consenso e cosi il fascismo consapevole dedicò un’attenzione particolare alla cultura e alla scuola.
Il settore della stampa fu fortemente sorvegliato e soffocante.
Al controllo della carta stampata, il regime univa quello sulle trasmissioni radiofoniche, affidate nel ’27 a un ente di Stato denominato Eiar, progenitore della rai.
Come la radio anche il cinema fu oggetto privilegiato dell’attenzione del regime e ne ricevette generose sovvenzioni, che avevano lo scopo di favorire la produzione nazionale e di limitare la massiccia penetrazione dei film americani.
Il fascismo non costituì un nuovo sistema economico:
Sul piano della politica economica, si passo nel ’25 da una linea liberista a una linea protezionistica e di maggiore intervento dello stato.
La battaglia del grano doveva servire al raggiungimento dell’autosufficienza cerealicola. La rivalutazione della lira: quota novanta, aveva il compito di dare al paese un’immagine di stabilità monetaria.
Di fronte alla crisi del ’29, il regime reagì attraverso una politica li lavori pubblici:
Nel movimento fascista fu sempre presente una forte componente nazionalistica. Nonostante le delusioni subite a Versailles, l’Italia resta pur sempre una potenza vincitrice e che aveva risolto in modo soddisfacente l’intricata questione adriatica.
Fin dai primi anni 30, le aspirazioni imperiali del fascismo rimasero vaghe e spesso contraddittorie e si tradussero, più che in una coerente direttiva di politica estera, in una generica contestazione dell’assetto uscito dai trattati di Versailles.
bisognava rimanere all’interno di un sistema di sicurezza collettiva fondato sull’accordo fra le potenze vincitrici della guerra.
mentre si accordava con le democrazie occidentali per contrastare il riarmo tedesco,
I motivi che spinsero Mussolini ad un’impresa di cui pochi italiani sentivano la necessità furono di:
- Politica interna e internazionale.
è Con la guerra d’Etiopia Mussolini intendeva dare uno sfogo a quella vocazione imperiale del fascismo
è Creare una nuova occasione di mobilitazione popolare che facesse passare in secondo piano i problemi economico-sociali del paese (la disoccupazione che era a livelli molto alti.)
l’Italia nell’ottobre del 1935 diede inizio all’invasione dell’Etiopia, senza nememno farla precedere da una dichiarazione di guerra.
Ci fu una mobilitazione popolare contro le sanzioni:
Gli etiopici si batterono ma il loro esercito era male organizzato. Il 5 maggio del 1936 entrarono a Addis Abeba e 4 giorni dopo Mussolini poteva annunciare alla folla applaudente, la riapparizione dell’impero sui colli fatali di Roma e offrire al sovrano la corona di imperatore d’Etiopia.
Mussolini diede a molti la sensazione di aver conquistato per l’Italia:
Mussolini era consapevole di questo.
Il dinamismo aggressivo della Germania era tale da non consentire a Mussolini i tempi e gli spazi di manovra necessari per attuare il suo programma di lucrare qualche altro vantaggio in campo coloniale.
Credendosi di potersi servire dell’amicizia tedesca, il duce ne fu sempre più condizionato al punto di dover accettare passivamente tutte le iniziative di Hitler (comprese quelle più sgradite come l’annessione dell’Austria ), finché nel maggio del 1939, privato di ogni margine d’azione, si decise alla scelta che sarebbe stata fatale al regime e al paese:
In Italia la maggioranza degli antifascisti – ex popolari e liberali - rimasero in una posizione di silenziosa opposizione.
I comunisti invece si impegnarono, benché con scarsi risultati, nell’agitazione clandestina. Sulla stessa linea si mosse il gruppo di giustizia e libertà, di indirizzo liberal –socialista.
Gli altri gruppi in esilio all’estero (socialisti, repubblicani, democratici, federati nel 27 nella concentrazione antifascista) svolsero soprattutto un’opera di elaborazione politica in vista di una sconfitta del regime che l’antifascismo non era in grado di provocare.
Il consenso ottenuto dal regime cominciò ad incrinarsi dopo l’impresa etiopica.
La politica dell’autarchia – finalizzata all’obiettivo dell’autosufficienza economica in caso di guerra – ottenne solo parziali successi e suscitò un diffuso malcontento.
Soprattutto l’avvicinamento alla Germania e la politica discriminatoria nei confronti degli ebrei,
Le origini e la responsabilità.
Gli 11 mesi che vanno dalla pace di Monaco allo scoppio della guerra, mostrano come la falsa pace era soltanto un rinvio di uno scontro ormai inevitabile.
A provocare il conflitto fu:
Nel 1939, accantonata la politica dell’appeasement, Gran Bretagna e Francia diedero vita a una vera e propria offensiva diplomatica , volta a contenere l’aggressività dell’Asse con una rete di alleanze.
Patti di assistenza militare furono stipulati con il Belgio, Olanda, Grecia, Romania e Turchia.
Per impedire che la Polonia subisse la stesa sorte della Cecoslovacchia, le potenze occidentali erano disposte ad affrontare anche la guerra.
Mussolini inizialmente cercò di contrapporre una propria iniziativa alle iniziative di Hitler:
Un mese dopo Mussolini, sapendo che l’Italia no potesse rimanere neutrale in uno scontro, e sicuro della superiorità della Germania, decise di accettare le pressanti richieste tedesche di:
Mussolini e Ciano accettarono sconsideratamente un impegno così grave, sapevano che l’Italia non era preparate militarmente a un conflitto europeo, si fidarono della parole di Hitler che gli aveva assicurato la sua intenzione di non scatenare la guerra prima di due o tre anni.
L’incognita era l’atteggiamento dell’urss.
Una coalizione antitedesca forse avrebbe bloccato i piani di Hitler.
Ma le trattative con l’urss furono compromesse da una serie di diffidenze:
I sovietici si convinsero che gli occidentali non offrivano nulla in cambio del loro aiuto e cominciarono a prestare attenzione alle offerte di intesa da parte di Hitler.
Il 23 agosto del 1939ci fu un patto fra Germania e Russia:_
In realtà il patto assicurava considerevoli vantaggi:
L’1 settembre la Germania invade la Polonia.
Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiarava o guerra alla Germania, mentre l’Italia il giorno stesso della scoppio della guerra, si era affrettata a proclamare la sua non belligeranza.
è La seconda guerra mondiale cominciava come una continuazione o replica della prima.
Le prime settimane di guerra furono sufficienti alla Germania per sbarazzarsi della Polonia. L’offensiva tedesca era accompagnata da micidiali bombardamenti aerei.
La repubblica polacca cessò di esistere dopo appena 20 anni di vita. Per i successivi 7 mesi la guerra rimase congelata (strana guerra o guerra per finta, drole de guerre).
L’URSS prese l’iniziativa attaccando la Finlandia il 30 novembre.
Nel ’40 la Finlandia cedette alle richieste dell’URSS ma conservò la sua indipendenza.
La Germania, cogliendo tutti di sorpresa, prevenì le mosse anglo-francesi,
L’offensiva tedesca sul fronte occidentale ebbe inizio il 10 maggio del 40 e si risolse nel giro di poche settimane.
La Francia fu sconfitta. Nonostante il suo esercito era più numeroso, disponeva di una forte aviazione, e di ingenti forze corazzate, a provocare la sconfitta degli alleati furono:
Come nel 1914, i tedeschi iniziarono l’attacco violando la neutralità dei piccoli stati confinanti.
Questa volta, oltre al Belgio, furono invasi anche olanda e Lussemburgo.
Le truppe tedesche dilagarono in pianura e puntarono verso il mare, chiudendo a sacco i reparti francesi e belgi e l’intero corpo di spedizione inglese.
Nell’estate del 39 l’Italia era stata colpita dal precipitare della crisi.
Quindi allo scoppio della guerra dichiaro la propria non belligeranza. Giustificando inadempienza agli impegni del patto d’acciaio con l’impreparazione ad affrontare una guerra di lunga durata.
La sconfitta della Francia allontanò da Mussolini le ultime esitazioni – deciso a non consentire che l’Italia restasse spettatrice nel conflitto. – e a vincere le resistenze di quelli che non erano favorevoli alla guerra: il re, i gerarchi dell’ala moderata, gli industriali.
Anche l’opinione pubblica, prima avversa alla guerra e all’alleanza con la Germania, cambiò orientamento di fronte alla prospettiva di una vittoria da ottenersi con pochissimo sforzo.
L’offensiva sulle alpi nel 21 giugno, in condizioni di netta superiorità numerica contro un avversario praticamente già sconfitto, il 22 Francia firmava armistizio con la Francia,
sul fronte inglese le cose non andarono meglio:
Un’offerta di aiuto da parte della Germania fu respinta da Mussolini,
Convinto che l’Italia dovesse combattere una sua guerra, parallela a quella tedesca.
dal 1940 la gran Bretagna era rimastra sola a combattere la Germania e i suoi alleati.
Ma ogni ipotesi di tregua trovò ostacolo nella classe dirigente e nel popolo britannico di continuare la lotta, fidando su una potenza marittima ancora intatta.
A luglio, Hitler dava via al progetto per l’invasione dell’Inghilterra:
Nel 1940, tra Germania e Inghilterra, ci fu la prima grande battaglia aerea della storia, nel corso della quale, Coventry fu rasa al suolo.
Il 28 ottobre del 1940 l’esercito italiano attaccava dall’Albania la Grecia, un paese governato da un regime semifascista,
L’attacco fu determinato da ragioni di concorrenza con la Germania che aveva appena iniziato una penetrazione militare in Romania.
L’Italia, di gran fretta e senza un’adeguata preparazione, si scontro con una resistenza molto più dura del previsto.
L’esito fallimentare della campagna di Grecia determinò un terremoto nei vertici militari e provocò nel paese una diffusa crisi di sfiducia.
Tutto questo aumentava le notizie della disorganizzazione e sbandamento di truppe, che faceva eco ai contemporanei insuccessi in africa.
Nel dicembre del 1940 gli inglesi passarono al contrattacco e in meno di due mesi avevano conquistato la cirenaica: la parte orientale della Libia.
Questo fu un durissimo colpo per il prestigio dell’Italia, costretta ormai a rinunciare al sogno di una guerra parallela e ridotta ad avere il ruolo di alleato subalterno.
Con l’attacco tedesco all’unione sovietica, all’inizio del 1941, la guerra entrò in una nuova fase. La gran Bretagna non fu più sola a combattere:
L’URSS era stato sempre nelle mire di Hitler, Stalin si illuse che Hitler non avrebbe mai attaccato. Nell’estate del 41, l’offensiva tedesca trovò impreparati i russi.
L’attacco decisivo a mosca fu sferrato troppo tardi, e fu bloccato anche dalle condizioni di mal tempo che rallentò i movimenti degli automezzi.
In dicembre i russi passarono al contrattacco, allontanando la minaccia da mosca.
Allo scoppio del conflitto gli stati uniti avevano ribadito una linea di non intervento. Roosevelt, eletto per la terza volta, si impegnò in una politica di aperto sostegno alla gran Bretagna, rimasta sola a combattere contro la Germania.
Nel marzo del 41, fu approvata una legge degli affitti e dei prestiti, che consentiva la fornitura di materiale bellico a tutti quegli stati la cui difesa fosse considerata vitale per gli interessi americani.
In maggio gli stati uniti, ruppero ogni relazione diplomatica con la Germania e l’Italia. Il 14 agosto del 1941, Roosevelt e Churchill stipularono un accordo:
A trascinare gli USA in questo conflitto fu l’aggressione improvvisa subita nel pacifico da parte del Giappone.
Nella primavera-estate del 1942, le potenze del tripartito (Germania, Italia, Giappone) raggiunsero la loro massima espansione territoriale.
Nelle zone occupate, Germania e Giappone, cercarono di costruire un “nuovo ordine”, fondato sulla supremazia della nazione “eletta”.
I tedeschi in particolar modo miravano q ridurre i popoli slavi in condizioni di semischiavitù. La persecuzione si concentrò soprattutto contro gli ebrei: dai 5 ai 6 milioni ne furono sterminati nei lager. Inizialmente confinati nei ghetti e discriminati, anche visibilmente, con l’obbligo di portare nel braccio una stella gialla; furono portati in campi di prigionia (lager) situati in campi della Polonia o della Germania,dai nomi destinati a restare tristemente famosi.
Qui i deportati venivano sfruttati fino alla consumazione fisica, usati talora come cavie per gli esperimenti medici e, se non erano in grado di lavorare, eliminati in massa nelle camere a gas.
La soluzione finale del problema ebraico, progettata e avviata da Hitler, a partire dal 1941 e affidata alle SS, prevedeva infatti la pura e semplice eliminazione fisica degli ebrei.
Soprattutto dopo l’attacco tedesco all’URSS, si svilupparono in Europa, dei movimenti di resistenza, pur attraversati da divisioni di comunisti e non comunisti.
Nel 1942-43 si ebbe una svolta nella guerra.
I giapponesi subirono alcune sconfitte nel pacifico.
Sul fronte russo la lunga e sanguinosa battaglia di Stalingrado si risolse in una sconfitta dei tedeschi.
Sul fronte nordafricano gli alleati fermarono le forze del’asse a El Alamein e le costrinsero a ritirarsi.
La campagna dell’Italia ebbe inizio il 12 giugno del 1943 con la conquista alleata dell’isola di Pantelleria. Il 10 luglio gli angloamericani sbarcavano in Sicilia la popolazione locale, accolse gli alleati, non oppose resistenza, anzi, li accolse come liberatori.
Lo sbarco angloamericano rappresentò un colpo di grazia per il regime fascista, che, screditato da un incredibile serie di insuccessi militari, dagli scioperi del 1943. La prima vera protesta era il mal contento , il diffuso disagio delle masse popolari.
A determinare la caduta di Mussolini non furono le proteste popolari ma:
Il pretesto formale per l’intervento del re fu offerto da una riunione del Gran consiglio del fascismo, tenutasi nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943 e conclusasi con l’approvazione a forte maggioranza di un ordine del giorno presentato da Dino Grandi,ù
Il pomeriggio del 25 luglio, Mussolini era convocato dal re Vittorio Emanuele III, invitato a rassegnare le dimissioni e immediatamente arrestato dai carabinieri.
Capo di governo fu nominato il maresciallo Pietro Badoglio, ex comandante delle forze armate. L’annuncio della caduta di Mussolini fu accolto dalla popolazione con incontenibili manifestazioni di esultanza.
Quello del fascismo fu un crollo repentino e inglorioso, spiegabile in parte con le debolezze interne di un apparato privo di autonomia e iniziativa politica, in parte con i discrediti che negli anni della guerra si era accumulato sul regime e sul suo capo.
L’entusiasmo con cui il paese accolse la caduta del fascismo era dovuto non tanto alla gioia per la riconquistata libertà, quanto alla diffusa speranza di una prossima fine della guerra.
Con gli angloamericani, legati all’impegno della resa incondizionata, c’era ben poco da trattare.
Firmato il 3 settembre, l’armistizio fu reso noto solo l’8 settembre, in coincidenza con lo sbarco di un contingente alleato a Salerno.
L’annuncio dell’armistizio gettò l’Italia nel caos più completo.
Le conseguenze del disastro dell’8 settembre si ripercossero anche sull’andamento della campagna d’Italia.
A questo punto il paese era diviso in due:
Alla fine del 1943 si formarono le prime bande partigiane.
Tra la fine del 1942 e l’estate del 1943 si erano ricostituiti i partiti antifascisti, che nel settembre del 1943 diedero vita la comitato di liberazione nazionale (Cln).
La contrapposizione tra la Cln e governo Badoglio si sbloccò per l’intervento di Togliatti, che propose di accantonare ogni pregiudiziale contro il re o Badoglio.
Il 24 aprile del 1944 si formò il primo governo di unità nazionale, con i partiti del Cln.
Fra il 1943 e il 1944, mentre gli angloamericano erano impegnati nella campagna d’Italia, i sovietici prendevano l’iniziativa su tutto il fronte orientale. Nel giugno del 1944 gli alleati sbarcavano in Normandia con l’operazione Overlord e di li a poco, liberavano la Francia.
Nel 1945 i tedeschi arretrare su entrambi i fronti, sotto la pressione degli angloamericani e russi.
Il 25 aprile, mentre la resistenza proclamava l’insurrezione generale, l’Italia era liberata dalle forze alleate.
Il suo cadavere, impiccato per i piedi, fu esposto per alcune ore a pizza Loreto, a Milano.
Il 30 aprile, mentre i russi stavano entrando a Berlino, Hitler si suicidò nel bunker sotterraneo dove era stata trasferita la sede del governo, lasciando la presidenza del reich all’ammiraglio Karl Donitz, che chiese subito resa agli alleati.
Le ostilità cessarono il 7 maggio del 1945.
La guerra europea si concludeva così, a 5 anni e 8 mesi dal suo inizio, con la morte dei due dittatori che più di ogni altro avevano contribuito a scatenarla.
Gli alleati combattevano solo nel pacifico contro il Giappone che continuava a combattere con eccezionale accanimento, rifiutando di arrendersi anche nelle condizioni più disperate.
Fu a quel punto che il nuovo presidente americano, Truman, decise di impiegare contro il Giappone la nuova arma totale:
che era stata messa a punto da un gruppo di scienziati e sperimentata per la prima volta nel deserto del nuovo Messico.
Il 6 agosto del 1945 la prima bomba atomica venne sganciata su Hiroshima e 3 giorni dopo l’operazione venne ripetuta a Nagasaki.
In entrambi i casi le conseguenze furono spaventose, non solo per il numero dei morti e per la distruzione totale delle due città,
Le conseguenze della seconda guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale sancì la crisi definitiva della supremazia europea e l’emergere di due super potenze:
Nasceva cosi un nuovo equilibrio internazionale di tipo bipolare.
Di matrice soprattutto americana fu l’ispirazione di base dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ONU.
Creata nella conferenza di San Francisco – aprile giugno 1945 – al posto della vecchia e screditata società delle nazioni, con l’obiettivo di:
Ispirato ai principi della carta atlantica, lo statuto dell’ONU reca l’impronta di due diverse concezioni:
I principi dell’universalità (dell’organizzazione) e dell’uguaglianza (delle nazioni) sono rispecchiati nell’assemblea generale degli stati membri.
- Che si riunisce annualmente e ha il potere di adottare, a maggioranza semplice, risoluzioni che però non sono vincolanti.
Il meccanismo del direttorio è riflesso invece nel consiglio di sicurezza nel caso di crisi internazionale
ha il potere di prendere decisioni vincolanti per gli stati e di adottare misure che possono giungere fino all’intervento armato.Altri organi dell’ONU sono:
Nel 1944, fu creato il fondo monetario internazionale:
Le ostilità ancora non erano ancora cessate in Europa e in Asia e già si delineavano nettissimi i contrasti fra le due maggiori potenze vincitrici nel diverso approccio ai problemi della pace.
Roosevelt si era convinto di poter mantenere aperto un dialogo con l’URSS,
L’avvento di Truman alla presidenza degli stati uniti, nell’aprile del 1945, coincise con il brutale
Cambiamento del clima e con un irrigidimento americano nei confronti dei sovietici. Alla conferenza di Potsdam emersero i nodi del contrasto.
Per imporre la propria egemonia, l’URSS usò come mezzo: l’imporre al potere i partiti comunisti locali.
questo non poteva lasciare indifferenti le potenze occidentali.
La grande alleanza era ormai in frantumi e il processo negoziale sui trattati di pace ne subì le conseguenze.
La conferenza di Parigi fu l’ultimo atto della cooperazione postbellica fra URSS e potenze occidentali.
Durante la conferenza una grave crisi fu innescata dal contrasto con l’URSS e la Turchia, appoggiata dagli stati uniti, a proposito dello stretto di dardanelli.
fu la prima applicazione della teoria di contenimento sostenere la necessità di contenere l’espansionismo dell’URSS facendole sentire l’unica voce: la forza.
In base alla dottrina Truman gli stati uniti si impegnavano ad intervenire, se necessario, per sostenere i popoli liberi nella resistenza all’asservimento da parte di minoranze armate o pressioni straniere.
Nel giugno del 1947 gli americani lanciarono un programma di aiuti economici all’Europa il famoso piano Marshall.
I sovietici, convinti che l’aiuto economico fosse uno strumento per scalzare la loro influenza e per assoggettare l’Europa agli stati uniti,
Fra il 1948 e il 1952, il piano Marshall riversò sulle economie europee ben 13 miliardi di dollari fra prestiti a fondo perduto, macchinari e derrate (prodotti) agricole.
Un nuovo fattore di tensione fu rappresentato nel 47, dalla costituzione di un Ufficio di informazione dei partiti comunisti Cominform.
Il dialogo fra le super potenze era ormai cessato. Al suo posto subentrò la guerra fredda:
La capitale Berlino, che si trovava all’interno dell’area sovietica, era a sua volta divisa in 4 zone.
Saltata ogni possibilità di intesa coni sovietici, stati uniti e gran Bretagna integrarono le loro zone, attuando una riforma monetaria, liberalizzando l’economia e rivitalizzandola poi con gli aiuti del piano Marshall.
Nell’aprile del 1949, nonostante la crisi a Berlino, venne firmato il patto atlantico:
Il patto che si fondava su una comune professione di fede nella civiltà occidentale e nella democrazia, prevedeva:
In URSS si ebbe nel dopoguerra un’accentuazione dei caratteri autoritari del regime. La ricostruzione economica avvenne rapidamente, privilegiando l’industria pesante e comprimendo i consumi della popolazione.
L’URSS diventò una grande potenza militare, dotandosi anch’essa di bomba atomica.
La ricostruzione del paese avvenne grazie a massicce riparazioni imposte al paesi dell’Est ex nemici.
Tutti questi paesi furono trasformati, nella seconda metà degli anni 40, in satelliti dell’URSS, politicamente ed economicamente dipendenti dalle decisioni della potenza egemone e modellati secondo il sistema sovietico.
Negli stati uniti si esaurì, durante la presidenza di Truman, la spinta progressiva del new deal e si diffuse nei primi anni 50, una campagna anticomunista il cui protagonista era il senatore McCarthy.
L’Europa occidentale invece, fu attraversata da una forte spinta riformista.
Il caso più emblematico fu quello dell’Inghilterra, dove nel 45-51, quando i laburisti attuarono un vasto programma di riforme sociali che segnava la nascita del Welfar state.
In Francia, dove nel 46 fu varata una nuova costituzione democratico - parlamentare (quarta repubblica), la coalizione fra i partiti di massa resse fino al 1947, quando i comunisti furono esclusi dal governo.
Un altro miracolo economico fu quello del Giappone, dove gli stati uniti imposero una trasformazione in senso democratico – parlamentare senza tuttavia intaccare il potere delle grandi concentrazioni industriali.
La vittoria dei comunisti sui nazionalisti e la fondazione della repubblica popolare cinese (1949) segnarono la rinascita della Cina come stato indipendente e , insieme, un allargamento del campo socialista..
L’anno successivo la dimensione mondiale del confronto tra i due blocchi si manifesto con la guerra di Corea, originata dall’invasione del sud del paese da parte di truppe del nord comunista appoggiate dai sovietici.
Negli anni successivi ala fine della presidenza di Truman, 1952, e alla monte di Stalin, 1953, si affermo progressivamente un nuovo rapporto meno conflittuale tra le due super potenze.
Nel febbraio del 1956, nel corso del XX congresso del Pcus, leader sovietico Kruscev fece una clamorosa denuncia dei crimini di Stalin.
Il processo di destalinizzazione avviato in URSS alimentò nei paesi dell’Europa dell’est la speranza di un allentamento del controllo sovietico.
Negli anni 50 e 60, mentre l’economia britannica visse un prolungato ristagno, in tutti i paesi dell’Europa occidentale si verificò una crescita economica sostenuta.
Rapida fu la ripresa della Germania:
Il definitivo ridimensionamento politico dell’Europa, conseguenza del conflitto mondiale, favorì:
la Francia attraversò negli anni 50 una grave crisi istituzionale, legata al problema algerino.
Nel 1958 De Gaulle assunse la guida al governo, varando una nuova costituzione con cui nasceva la quinta repubblica e concedendo l’indipendenza all’Algeria.
In politica De Gaulle seguì una politica finalizzata alla creazione di un Europa indipendente dai due blocchi ed egemonizzata dalla Francia.
Un paese sconfitto.
Liberata e unificata, nella primavera del 45, l’Italia si trovò ad affrontare un difficile dopoguerra.
Tutto ciò rendeva drammatico il problema degli approvvigionamenti alimentari: la quantità di calorie media giornaliera era meno della metà di quella che già piuttosto scarsa del 38, e la situazione sarebbe stata ancora più insostenibile senza l’aiuto degli alleati..
la fame, la mancanza di alloggi e l’elevata disoccupazione contribuivano a rendere precaria la situazione dell’ordine pubblico
Nel settentrione iniziarono nuovamente le lotte sociali.
Nel centro sud i contadini iniziarono a occupare le terre incolte e i latifondi, ma la minaccia più grave del mezzogiorno e nelle isole all’ordine pubblico, veniva dalla malavita comune, in buona parte legata al contrabbando e alla borsa nera commercio clandestino.
In Sicilia si assisteva ad una ripresa del fenomeno mafioso, favorita anche dal comportamento delle autorità militari americane che non avevano esitato a servirsi di noti esponenti della malavita italo-americana per stabilire contatti con la popolazione. Si sviluppò in Sicilia il movimento degli indipendentisti,
Il ritorno della democrazia determinò una crescita della partecipazione politica.
La democrazia cristiana si presentava come perno di fronte moderato, in quanto era l’unico partito in grado di competere con i socialisti ei comunisti sul piano del’organizzazione di massa.
Poco seguito ebbero i liberali, i repubblicani e il partito d’azione.
A destra il movimento dell’Uomo qualunque ebbe per breve tempo notevole successo.
Il primo governo dell’Italia liberata, basato sulla coalizione fra i partiti del Cln, fu presieduto da Ferruccio Parri, capo partigiano ed esponente del Partito d’azione.
Nel novembre del 45 la guida al governo passò nelle mani del democristiano Alcide De Gasperi.
Il 2 giugno del 1946 un referendum popolare sancì la vittoria della repubblica e la caduta della monarchia.
Lo stesso giorno di tennero le elezioni per l’assemblea costituente, che videro il successo dei 3 partiti di massa, e soprattutto della Dc che divenne il partito di maggioranza relativa.
Nel 46-47i contrasti fra i partiti della coalizione antifascista si approfondirono. Le accresciute tensioni interne e internazionali provocarono nel gennaio del 47:
I contrasti tra i partiti non impedirono il varo della nuova costituzione repubblicana che entrò in vigore il 1° gennaio del 1948.
La costituzione affiancava agli istituti tipici di un sistema democratico-parlamentare alcuni importanti principi di tipo sociale (diritto al lavoro, libertà sindacale, ecc).
Uno scontro clamoroso si verifico nel marzo, quando si discusse la proposta democristiana di inserire nella costituzione un articolo (l’articolo 7) in cui si stabiliva che i rapporti fra stato e chiesa erano regolati dal concordato stipulato nel 1929 fra la santa sede e il regime fascista.
La campagna per le elezioni del 18 aprile 1948 – dalle quali poteva uscire il primo parlamento – vide una forte contrapposizione tra socialisti e comunisti (uniti nel fronte popolare), da un lato, e il Dc e i partiti laici minori, dall’altro.
I democristiani ottennero un enorme successo, anche grazie all’appoggio della chiesa e degli stati uniti.
Sul piano dell’economia politica, ebbero sempre il sopravvento le forze moderate, che seguirono una politica di restaurazione liberista, rifuggendo ad un uso incisivo degli strumenti di intervento statale nell’economia.
Il successo della linea di risanamento finanziario di Einaudi, ebbe forti costi sociali, soprattutto in termini di disoccupazione.
Il trattato di pace, che comportava la rinuncia alle colonie e secondarie rettifiche di confine a favore della Francia, f firmato dall’Italia nel 1947.
Restava aperta la questione di Trieste con la Jugoslavia, riunita all’Italia solo nel 54.
Negli anni del centrismo (48-53) la politica dei governi De Gasperi non fu priva di importanti interventi sociali:
La politica di austerità finanziaria e contenimento dei consumi perseguita dal governo suscitò numerose proteste di piazza cui le forze dell’ordine risposero con durezza.
In questa situazione la Dc cercò di rendere più stabile la propria maggioranza con una riforma del meccanismo elettorale:
gli anni 53-58 furono un periodo di transizione. Alle novità sul piano economico (piano Vanoni, ministero delle partecipazioni statali) e istituzionale (insediamento della Corte costituzionale) si affiancarono mutamenti entro i partiti che avrebbero poi reso possibile l’allargamento della maggioranza ai socialisti.
Nella Dc si affermò con la segreteria Fanfani (1954) una nuova generazione, più attenta all’intervento dello stato nell’economia e più sensibile ai problemi sociali.
Una caratteristica dei decenni del dopoguerra è il forte aumento della popolazione, concentrato però soprattutto nel terzo mondo, dove il calo della mortalità si è accompagnato un tasso di natalità elevato.
Nei paesi industrializzati l’aumento demografico è stato invece molto contenuto e in alcuni di essi si è giunti ormai alla crescita zero della popolazione.La notevole espansione ei consumi superflui è ormai caratteristica fondamentale delle società avanzate, ove ha suscitato fenomeni estesi di rifiuto ideologico, nonché di critica da parte di alcune correnti intellettuali.
------
Alla fine degli anni 60 si verifico un’esplosione di protesta giovanile contro la società del benessere:
L’episodio più clamoroso della contestazione studentesca fu la rivolta parigina nel maggio del 1968.
La fase di ribellione giovanile lasciò un segno profondo nelle società occidentali, soprattutto nel campo dei valori e dei modelli di comportamento.
------
Negli stessi anni si sviluppa un nuovo femminismo che – ormai raggiunta la parità dei sessi sul piano dei diritti politici –
------
Di fronte alla nuova realtà della società del benessere, la Chiesa cattolica, pur ribadendo una sua critica al diffondersi di valori materialistici e di comportamenti contrari alle sue dottrine,
- Tentò un proprio rinnovamento interno e un’apertura ai problemi del mondo contemporaneo.
Mito e realtà degli anni 60.
Kennedy e Kruscev: Crisi dei missili e la distensione
Negli Usa la presidenza di Kennedy (60-63, perché fu assassinato), fu improntata ad un indirizzo riformistico.
In politica estera, la grave crisi si lega alla presenza di missili nucleari sovietici a Cuba (1962) si risolse con un successo americano e non compromise la distensione:
In Cina, l’insuccesso della politica di viluppo agricolo lanciata nel 1958, favorì sul piano internazionale la definitiva rottura con l’URSS, mentre sul piano interno diede spazio alla componenti moderate del gruppo dirigente comunista.
Fra il 65 e il 68, per scalzare il potere di queste ultime, Mao stimolò un movimento di contestazione giovanile la rivoluzione culturale, che portò alla defenestrazione di molti dirigenti, finché fu frenato dallo stesso Mao.
A partire dalla metà degli anni 60 si sviluppò progressivamente l’intervento militare americano nel Vietnam del sud,
- Dove era attivo un movimento di guerriglia che godeva del diretto appoggio dei nordvietnamiti.
Dopo il ritiro delle truppe americane nel 1973, avvenuto anche in seguito alla forte opposizione che quella guerriglia aveva suscitato negli Stati Uniti,
La segreteria Breznev, 1964-82, mutò più lo stile che la sostanza della politica sovietica;
Per le democrazie dell’Europa occidentale, gli anni 60 e i primi anni 70 furono un periodo di stabilità economica e di mutamenti politici.
In Italia, Germania federale e Gran Bretagna,
In Germania il socialdemocratico Brandt inaugurò una politica estera di conciliazione con i paesi dell’Est.
Il Medio Oriente fu teatro in questi anni di due successive guerre:
In seguito alla guerra del 67, Israele occupò nuovi territori arabi, riacutizzando il problema palestinese.
L’aumento del prezzo del petrolio nel 1973,
generò una crisi economica internazionale di vaste proporzioni.
A differenza delle crisi del passato, la crescita della disoccupazione si sommava ad un elevato tasso di inflazione.
Giunta dopo un 25ennio di sviluppo pressoché ininterrotto e di benessere crescente, la crisi del 73-75 costituì un trauma fortissimo sul piano psicologico prima ancora che economico, rivelò un’insospettata fragilità delle economie capitalistiche avanzate e fece sorgere una serie di interrogativi sui fondamenti stessi della civiltà nata con la rivoluzione industriale.
Fonte: http://www.riassuntisdf.altervista.org/wp-content/uploads/2014/02/storia-contemporanea.pdf
Sito web da visitare: http://www.riassuntisdf.altervista.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve