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Costruzione e rottura dei legami affettivi
Bowlby nel 1956 viene invitato al centenario della nascita di Freud ad una conferenza sulla Psicoanalisi e le cure infantili. Freud ha portato alla luce grandi verita’ nella sua carriera, ha affermato per prima cosa che le radici del nostro comportamento sono da ricercarsi nell’ infanzia e nei primi anni di vita. Freud incontra molte difficolta’, alcuni psichiatri nel 1950 affermano che non ci sono basi scientifiche per sostenere che i processi della prima infanzia incidono sulla salute mentale dell’uomo. Ora molte riviste note riprendono il concetto di Freud, un bambino infelice sara’ un grande nevrotico sottolineando l’importanza della madre nella sua crescita. Il bambino dovrebbe ricevere cure regolari sempre dalla stessa persona. Le influenze che formano di piu’ l’individuo sono quelle che sperimentate della prima infanzia.
Donald Winnicott ha trattato il problema del senso di colpa e la capacita’ di vivere questo in modo normale. Il senso di colpa fa parte di ogni essere umano, ogni soggetto e’ portato ad arrabbiarsi anche con le persone alle quali tiene di piu’ al mondo. Il bambino dovrebbe essere educato a regolare il conflitto tra amore ed odio.
Freud ci parla di questo tema dell’ambivalenza partendo dai sogni, spesso l’individuo sogna la morte di un parente caro perche’ inconsciamente la desidera, questo accade perche’ nei primi anni di vita il piccolo prova sentimenti ambivalenti di amore ed odio sia per le figure genitoriali sia per i fratelli.
Secondo Freud gli istinti sessuali e quelli dell’ Io originano l’odio e l’amore , quest’odio e amore puo’ essere dovuto alla Non fusione degli istinti di vita e degli istinti di morte.
La paura e il senso di colpa che sono al vertice di questi conflitti possono dar luogo a disturbi psicologici se non si riesce a risolverli.
Il soggetto puo’ inoltre usare espedienti psicologici che consistono del reprimere una delle due parti del conflitto, o l’amore o l’odio, si nega cosi’ l’esistenza del conflitto.
Cio’ che rende difficile il conflitto e’ la vastita’ delle sue componenti.
Per l’educazione di un bambino e’ importante che ci si comporti in modo che nessuno dei due impulsi di amore ed odio diventino troppo forti. L’affetto dei genitori e’ un tratto fondamentale, con il loro amore faranno si’ che il desiderio libidico e l’odio non crescera’ in maniera spropositata.
Se da parte dei genitori non ci sara’ questa attenzione egli tendera’ a cercare costantemente amore e ad odiare chi non si cura di lui.
Bowlby ha studiato la separazione del bambino dalla propria madre analizzandone il fenomeno del conflitto che si crea.
Quando un bambino mostra odio verso un genitore farglielo notare e accrescere il suo senso di colpa non puo’ che peggiorare la situazione. Questo metodo fa controllare al soggetto i suoi impulsi negativi ma la conseguenza e’ l’infelicita’. Anche la punizione puo’dare lo stesso effetto portando il bambino a far accrescere la sua aggressivita’ e a diventare un potenziale delinquente.
Non e’ detto con questo che il bambino puo’ far cio’ che vuole ma compito del genitore e’ quello di proporsi verso di lui in modo amichevole senza usare punizioni ( perche’ generano angoscia e rancore ). Il terrore non serve a nulla, il bambino non appena il genitore sara’ assente ripetera’ la stessa azione che poco prima era stata proibita.
Vediamo ora il problema dal punto di vista dei genitori. Si puo’ chiedere al genitore di essere sempre paziente e tollerante? La risposta e’ no.
Perdere la pazienza fa parte del lavoro di ogni genitore che afferma cosi’ i propri limiti e puo’ chiedere scusa se e’ andato oltre ma resta il fatto che la punizione non e’ un qualcosa di educativo. I figli in presenza dei genitori hanno reazioni molto piu’ primitive mentre se a contatto con sconosciuti possono sembrare bambini buonissimi. Per un bambino e’ anche molto importante cio’ che la mamma non dice esplicitamente ma i suoi gesti, i tratti piu’ o meno rilassati del suo volto, il tono della voce. Spesso i problemi dei genitori ricadono sui figli, la mamma e’ portata ad un d’amore per il figlio che lo vorrebbe tutto per se ma spesso a questo amore si associa un sentimento di odio, un genitore che e’ stato geloso del fratello puo’ nutrire gelosia per il nuovo arrivato ( molto comune nei padri ).
I genitori che da piccoli hanno negato i loro sentimenti di amore ed odio verso i propri genitori perche’ puniti o squalificati si trovano impreparati di fronte ad una nuova nascita e al risorgere di un conflitto che hanno gia’ sperimentato. La loro paura di non essere in grado di essere pazienti ed amorevoli viene risolta con gli stessi mezzi usati quando erano piccoli.
Gran parte dei disturbi e dell’infelicita’ sono attribuibili a condizioni esterne sulle quali si puo’ intervenire e modificarle. Molti bambini crescono senza problemi mentre altri ne sono tormentati, cio’ e’ da ricercarsi nel patrimonio ereditario e nelle influenze ambientali
Il conflitto extrapsichico riguarda invece i bisogni infantili e la scarsa possibilita’ di soddisfarli a causa dell’ ambiente.
L’ambiente entra in gioco quando c’e’ un grande conflitto di tipo intrapsichico tale da non essere piu’ regolato dall’individuo.
Capitolo II
Bowlby nel 1957 partecipa ad un congresso sul contributo delle attuali teorie alla comprensione dello sviluppo infantile. Lo studioso parlera’ dei contributi dell’ etologia.
Per rispondere a questa domanda gli psicologi adottano o l’approccio con la teoria dell’apprendimento o l’approccio con la psicanalisi.
Questi due approcci si sono pero’ verificati molto contraddittori e non hanno portato a grandi risultati sul campo d’indagine. Gli psicanalisti affermavano che le relazioni sociali dell’uomo fossero mediate da istinti biologici che spingevano il soggetto ad agire. I teorici dell’apprendimento sostengono che la loro teoria esegue esperimenti adeguati atti a confermare le loro idee cosa che non accade per la psicanalisi.
Bowlby non entra a far parte di nessuno di questi due tipi di approccio ma intraprende la strada dell’etologia affascinato in quanto quel mondo gli appariva simile a quello clinico.
L’etologia studia i comportamenti dei primati non umani ma che sono omologhi a quelli umani servendosi di metodi empirici.
Il padre dell’ etologia e’ Darwin, in uno suo libro dedica un capitolo all’ Istinto dove afferma che ogni specie e’ dotata di un repertorio di schemi di comportamento oltre a caratteristiche anatomiche.
Gli istinti si sono creati per selezione naturale ed hanno mantenuto le variazioni piu’ vantaggiose accumulate nel corso dei secoli.
Questi schemi di comportamento si sviluppano in un determinato modo pressochè uguale in tutti gli individui di una specie e si arriva a pensare che questi schemi siano ereditari e non appresi. In alcuni soggetti questi schemi sono piu’ sviluppati grazie anche all’influenza che ha esercitato l’ambiente esterno.
L’ uomo ha in comune con i mammiferi inferiori molte componenti fisiologiche ed anatomiche cosi’ come ha in comune dei componenti comportamentali.Gli stimoli segnale sono delle funzioni che permettono di attivare lo schema piu’ idoneo nella situazione che si sta’ presentando.( questi stimoli sono noti come stimoli sociali attivanti ).
Lo schema comportamentale puo’ essere attivato anche da condizioni interne come ad esempio puo’ accadere con la maturazione del corpo e del sistema nervoso centrale e con l’equilibrio che si viene a formare a livello endocrino.
Secondo Lorenz esistono una serie di serbatoi che contengono energia specifica di reazione adeguata ad un particolare schema di comportamento, ogni serbatoio e’ regolato di conseguenza da una valvola che viene aperta con la percezione degli appropriati stimoli segnale viene cosi’ scaricata l’energia specifica di quello specifico comportamento. Chiusa questa valvola accumula nuova energia e dopo un po’ quel processo potra’ esser ripetuto.
Questi modelli vengono abbandonati successivamente da Lorenz e da Tinbergen, gli schemi comportamentali cessano infatti non perche’ si e’ esaurita’ energia ma perche’ sono stati disattivati.
Il nostro comportamento di base per il comportamento istintivo e’ rappresentato da due meccanismi, uno ne controlla l’attivazione, l’altro la cessazione.
_ questi schemi possono non comparire se l’ambiente viene limitato ( la risposta nel beccare non si verifica piu’ nel pulcino se viene tenuto nei primi 14 giorni di vita al buio, la tendenza a seguire il primo oggetto in movimento 16 ore dopo la nascita per le oche non si verifica piu’ se queste non trovano entro 40 ore l’oggetto da seguire.
_Lo schema puo’ formarsi normalmente ma puo’ manifestarsi in eta’ adulta a causa di una particolare esperienza infantile. ( i topi che da piccoli per molto tempo sono stati soggetti alla mancanza di cibo accatasteranno piu’ pezzetti di alimenti rispetto agli altri ).
_ la parte motoria dello schema puo’ essere influenzata da processi di apprendimento ( cio’ avviene in un periodo limitato , Thorpe afferma che se alcune abilita’ nel canto dei fringuelli riescono a svilupparsi anche in casi d’isolamento altre invece vengono apprese e che questo apprendimento e’ limitato al primo anno di vita )
_lo schema comportamentale puo’ essere attivato o inibito, all’inizio questo avviene come un carattere generale mentre piu’ tardi attraverso un processo di apprendimento ( Lorenz ci spiega come all’ inizio il papero segua ogni oggetto in movimento con determinate dimensioni e come in seguito il piccolo seguira’ solo l’oggetto a cui si e’ abituato )
B. prende in considerazione per il comportamento sociale del bambino il sorriso e la tendenza dal sesto mese in poi ad attaccarsi alla figura materna.
IL sorriso e’ un social releaser , e’ uno schema di comportamento che matura nelle prime settimane di vita ed ha la funzione di suscitare un comportamento materno della madre.
Dieci anni dopo Spitz e Wolf fecero altri esperimenti sul sorriso infantile, indossando alcune maschere si accorsero che il sorriso era dato dalle caratteristiche della configurazione visiva del volto umano. Perche’ i bambini ridano la maschera deve essere dotata di due occhi centrali mobili.
Spitz arriva a pensare che il sorriso e’ uno schema comportamentale che si attiva in risposta alle cure materne ( cioe’ appresa tramite condizionamento operante ), non prende invece l’ipotesi che questo possa essere innato.
Bowlby afferma che il succhiare, il piangere, il sorridere siano alcuni dei molti schemi motori innati ma ha anche una base di apprendimento ( esperimento di Brackbill che prende in esame due gruppi di bambini tra i 14 e le 18 settimane, un gruppo di questi, ogni volta che sorridevano ricevevano delle ricompense rappresentate da particolari attenzioni da parte dello sperimentatore, alla fine dell’esperimento i sorrisi dei piccoli erano frequenti e persistenti come previsto, si evince allora che il sorriso e’ influenzato anche dal condizionamento operante come Spitz afferma ).
Capitolo III
Adolf Meyer sosteneva che le esperienze della prima infanzia e dell’infanzia determinano una predisposizione a patologie psichiatriche. La storia del paziente ed i suoi vissuti hanno quindi particolare importanza per questo noto psichiatra.
La teoria di Aolf Meyer con gli anni ha acquisito sempre maggiore importanza e validita’ ma coloro che la sostengono non hanno ben chiari pero’ quali processi dell’ infanzia possono portare i soggetto a problemi psichiatrici. Bowlby evidenzia come la perdita di cure materne nei primi anni di vita da luogo a personalita’ disturbate con comportamenti antisociali, con stati d’angoscia e depressioni patologiche.
La perdita della figura materna nel periodo che va dai sei mesi ai 6 anni d’eta’ puo’ portare gravi danni alla personalita’ di un individuo.
IL bambino nei primi mesi della sua vita impara ad amare la mamma e sente un desiderio costante di stare accanto a lei, dai sei mesi in poi fino i 3 anni di vita il bambino e’ felice se sta’ insieme alla mamma e turbato se lei non c’e’. Dal primo anno in poi anche altre persone possono entrare nei suoi affetti ma il piccolo preferisce sempre una determinata persona.
Il legame tra madre e figlio puo’ subire una rottura ad esempio se la mamma decide di non prendersi piu’ cura di lui, se muore ecc…La privazione materna puo’ avere dunque piu’ cause.
Bowlby prende in esame dei bambini dai due ai tre anni con comportamenti normali che vengono a contatto per periodi limitati con asili nido o reparti ospedalieri. Il bambino viene percio’ educato e curato anche se per tempi brevi da individui che non hanno nulla a che fare con i propri genitori. Un bambino con attaccamento a base sicura passera’ per tre fasi:
Il piccolo tornato a casa evidenziera’ un breve periodo di distacco che dipende da quanto e’ durata la lontananza per poi tornare quello di prima.
Se il distacco e’ stato breve il bambino richiedera’ cure costanti per un lasso di tempo variabile ed avra’ paura che la mamma andra’ di nuovo via.
Nel caso di allontanamenti della mamma che vanno oltre i 6 mesi il rapporto potra’ anche non essere piu’ recuperabile.
Il bambino attraverso la fase di protesta, disperazione e distacco ha cercato di elaborare un lutto, si e’ disperato richiedendo la presenza della mamma ma se questa non torna mettera’ in atto delle misure di distacco dalla persona persa.
Il lutto di un bambino dura molto di meno rispetto a quello della persona adulta e nell’infanzia i processi che portano al distacco si sviluppano prematuramente perche’ mascherano un desiderio di odio per la persona persa.
Impulsi a recuperare e rimproverare la persona persa: ruolo da essi svolto a livello psicopatologico
Due tradizioni nella teoria psicoanalitica
Freud sosteneva che l’isteria e la malinconia erano manifestazioni di lutto patologico che si verificavano in seguito alla perdita di una persona cara.
Gli studi e gli approfondimenti in merito sono stati molti ed e’ vera questa ipotesi che i disturbi psichici sono il frutto di lutti patologici.
Ci chiediamo pero’ come mai non tutti i soggetti reagiscono al lutto nello stesso modo, secondo Abraham la melanconia e’ dovuta ad eventi spiacevoli accaduti in eta’ infantile ed hanno cioe’ sofferto di una paratimia primitiva.
Edith Jacobson si riferisce ad una paziente di nome Peggy che all’eta’ di 24 anni e’ affetto da una grave forma di depressione, i suoi sintomi sono dati dalla perdita del suo innamorato.
Peggy pone l’accento su un argomento, all’eta’ di tre anni e’ stata lasciata con il papa’ e la nonna materna perche’ la mamma doveva partorire. Dopo alcuni litigi il padre se ne ando’ e Peggy rimase delusa e in attesa della mamma ma al suo ritorno c’era il fratellino nuovo arrivato.
La bambina affermava che quella era una altra persona e cadde per la prima volta in depressione.
Anna Freud e lo stesso Bowlby escludono pero’ che i neonati o i bambini piccoli devono i loro disturbi nevrotici a un lutto patologico.
Secondo Bowlby e Melanie Klein i processi di lutto quando si verificano nei primi anni di vita tendono ad avere maggiormente degli esiti patologici facendo si’ che il soggetto sia maggiormente predisposto rispetto gli altri a reagire da allora in poi ad ulteriori perdite in modo analogo.
Se fra perdita precoce e successivi disturbi si hanno ancora dei dubbi non ve ne sono :
Capitolo IV
Effetti della distruzione di un legame affettivo sul comportamento
Il fulcro di un legame affettivo e’ l’attrazione che un individuo ha per un altro individuo.
Gli psicoanalisti si sono sempre interessati ai sentimenti dei loro pazienti ma hanno sviluppato con lentezza una struttura che gli permettesse di comprenderli.
Questo vuoto e’ stato colmato dagli etologi ( Lorenz in particolare con i suoi esperimenti sull’ imprinting ).
Quando il legame prevale
I legami persistenti e intensi anche se non a livello umano sono presenti in moltissime specie. Gli individui uniti da un legame affettivo tendono a mantenere la vicinanza l’uno con l’altra ( genitore con il proprio figlio e genitore con un figlio non suo ).Ogni tentativo di un terzo di intromettersi nel legame viene ostacolato.
Legami distrutti e disturbi psichici
Chi soffre di disturbi psichici mostra sempre un deterioramento delle capacita’ di strutturazione dei legami affettivi. E’ tipico dei soggetti con uno sviluppo anomalo che si e’ verificato nell’infanzia passata in un ambiente famigliare atipico.
Lo psicopatico e’ un soggetto che commette atti contro la societa’ ( crimini ) atti contro la famiglia ( crudelta’, promiscuita’ sessuale ) atti contro se stesso ( tossicomania, suicidio ). Negli psicopatici e’ difficile instaurare e mantenere legami affettivi.La loro infanzia e’ turbata da morti,divorzio dei genitori.
Per i tentati suicidi invece si evidenziava la mancanza permanente dei genitori per almeno. ( Greer ) per i tentati suicidi su campioni invece non psichiatrici le perdite erano temporanee e riguardavano un dolo genitore.
Si e’ riscontrato nei genitori dei pazienti psichiatrici un eta’ molto piu’ alta rispetto a quella della media non si e’ riuscito a dimostrare che cio’ potrebbe avere anche effetti sul corredo genetico della prole.
Effetti a breve termine della distruzione dei legami
Quando un bambino si trova senza figure famigliari dei genitori ma e’ accudito da estranei cio’ porta a far si che i rapporti con i genitori subiscano un deterioramento anche momentaneo.
Capitolo V
Separazione e perdita all’interno della famiglia
L’ angoscia cronica, la depressione ciclica, i tentati suicidi siamo ora in grado di attribuirli in parte alla separazione o alla perdita da parte dell’individuo di una figura di riferimento importante.
Sappiamo ancora che in pazienti affetti da psicopatia e sociopatia hanno subito nei primi 5 anni di vita continue rotture di legami.
Dolore e lutto in età adulta
Siamo ormai in possesso di molti dati che ci permettono di capire come gli adulti reagiscono a gravi lutti, molte documentazioni provengono dagli scritti di Lindemann e Marris.
Il dolore varia da persona a persona ma esiste uno schema globale di base che si puo’ applicare per capire meglio la reazione di ciascun soggetto:
1 ) fase del torpore: dura poche ore a una settimana, puo’ essere interrotta da attacchi di collera e angoscia ( e’ preceduta da una reazione immediata data dalla notizia, molti rimangono impietriti e evitano coscientemente le proprie reazioni per paura di farsi travolgere e impazzire )
2 ) fase dello struggimento e della ricerca della figura persa : dura 3 mesi , spesso anni ( dopo una settimana o due dalla perdita della persona il soggetto inizia a realizzare la perdita, cio’ crea turbamento e pianto. Si possono iniziare a sentire segni e rumori come indizi del suo ritorno ( uomo che passava per strada scambiato per il marito appena perso ).
Queste teorie sono state riviste da Bowlby e sembra proprio che dopo la perdita della persona amata le vedove venivano prese da un impulso a recuperare la figura scomparsa. ( non sempre il soggetto e’ conscio di questo ). Questa fase puo’ comprendere:
_ muoversi senza tregue ed esplorare l’ambiente in ricerca di un segno
_pensare intensamente alla persona scomparsa
_lo sviluppo della persona di un set percettivo e cioe’ a far attenzione a ogni stimolo che alluda alla presenza della persona scomparsa
_ il dirigere l’attenzione perso parti dell’ambiente in cui la persona puo’ trovarsi
_il reclamare la persona scomparsa
Molte vedove secondo Lindemann e Morris provavano collera verso chi secondo loro era ritenuto responsabile della morte del marito ( anche verso il marito stesso che l’ha lasciata mentre lei aveva bisogno di lui ).
3 ) fase di disorganizzazione e disperazione
4 ) fase di maggior o minore grado di riorganizzazione
Dolore e lutto nell’infanzia
I bambini soffrono in maniera consistente per il distacco dalla mamma.
In un caso la mamma lascio’il suo bambino nell’asilo nido dicendogli di non piangere altrimenti non sarebbe andata piu’ a trovarlo: ( Freud )
Quando i soggetti che avevano avuto una perdita si presentavano dall’analista negavano il carattere definitivo della loro perdita e aspettavano una sorta di ritorno del genitore. Quando l’analista cerco’ di far loro elaborare il lutto dicendo che la mamma non sarebbe piu’ tornata questi reagirono con collera all’evento proprio come avevano precedentemente fatto le vedove.
Il bambino per riprendersi da un lutto dovrebbe avere a disposizione un singolo e permanente sostituto che possa gradualmente attaccarsi a lui, in questo modo il piccolo potra’ accettare il lutto e riorganizzare la propria vita.
Condizioni che favoriscono od ostacolano un lutto normale
Per dar esito favorevole a un lutto e’ positivo che prima o poi le sensazioni legate ad esso esplodano. La persona che ha subito un lutto ha paura di essere abbandonata e ha la collera per non poterla ritrovare.
Come si puo’ allora aiutare una persona che ha perso un parente caro?
Il nostro ruolo e’ quello di essergli amico, di essere un sostegno che sa’ ascoltare senza rimproveri e senza sottolineare cio’ che non ci sembra realistico, senza affermare che lui o lei non torneranno mai.
Una delle principali ragioni per le quali alcuni trovano difficile manifestare il proprio dolore e’ da ricondurre alla famiglia nella quale sono cresciuti e che ha poco considerato l’attaccamento del bambino come. Il pianto o altre manifestazioni possono essere considerate dai genitori atteggiamenti infantili percio’ quando il soggetto subira’ una perdita soffochera’ ogni emozione di dolore e di rabbia ( ne e’ l’esempio il caso di Patrick )
Maddison e Walker condussero un esperimento su due gruppi di vedove:
Nelle vedove che non hanno reagito al lutto si e’ potuta riscontrare una sindrome da dolore cronico dove anche la stessa famiglia era considerata dal soggetto incapace di aiutarla.
Capitolo VI
Fiducia in se stessi e alcune condizioni che possono favorirla
Il concetto di base sicura:
1 ) la presenza o no di una persona fidata che fornisca in primo luogo cure ed affetto
2 ) e’ la capacita’ o l’incapacita’ dell’ individuo di riconoscere se questa persona fidata è dotata della volontà di fornire una base. Una volta individuata la persona che puo’ fornire questa base sicura si crea con lei un rapporto gratificante.
_ sa di poter contare sugli altri
_sa di poter contare su se stesso
Studi su uomini giovani con fiducia in se stessi
Questi soggetti non hanno mai sofferto di personalita’ disturbata, sono sicuri di sé, hanno successo nei rapporti umani e nel lavoro. Sono questi soggetti cresciuti in famiglie molto unite dove i genitori hanno sempre dato sostegno e appoggiato le loro iniziative. L’autonomia in queste famiglie viene incoraggiata ma non e’ imposta, il soggetto si allontana per periodi sempre piu’ lunghi per conoscere il mondo. Questi soggetti riportano di essersi sentiti sempre sicuri soprattutto con la madre e se maschi di essersi identificati molto bene con il padre.
Sviluppo durante l’infanzia
Le fondamenta di una persona vengono strutturate nei primi anni di vita ( Freud ).
I bambini se hanno un attaccamento a base sicura riescono ad esplorare l’ambiente circostante perche’ sanno che la mamma e’ sempre li’ pronta a proteggerli e a rassicurarli in caso ce ne sia bisogno ( cosa che non accade nei bambini con attaccamento insicuro ).
Per classificare i l’attaccamento dei bambini bisogna attenersi a questa scala:
1 ) l’entita’ delle esplorazioni del bambino quando si trova in situazioni insolite
2 )il modo in cui tratta la madre quando e’ presente
3 ) il modo in cui tratta la madre quando si allontana
4 ) il modo in cui tratta la madre quando ritorna
Ainswoth elabora una quattro diverse scale di valori per individuare il tipo di cure materne ricevuto da ogni bambino che nel suo esperimento ha diviso in 5 gruppi.
Ogni scala possiede nove punti.
Punti di divergenza dalle formulazioni teoriche correnti
Quando il bambino ha imparato a sfamarsi da solo diverrebbe indipendente e ogni segno di dipendenza verso la madre sarebbe sinonimo di regressione sostiene ancora Freud.
Il problema dell’angoscia da separazione
Le reazioni delle scimmie sono molto simili a quelle dei primati umani rispetto alla separazione verso la figura d’attaccamento, questi primati non umani provano una sorta di depressione data dall’allontanamento della loro figura d’amore e tendono a marcare i comportamenti di affetto una volta che questa ritorna.
La mancanza della figura materna crea angoscia perche’:
La paura e’ comprensibile quando da sfondo c’e’ una causa vera e reale ma molto spesso non e’ cosi’, gli esseri umani molto spesso manifestano paure in situazioni non dolorose o pericolose.
Le paure piu’ frequenti sono le medesime in bambini tra i 2 e i 5 anni:
_ rumori
_altezza
_estranei o famigliari vestiti in modo strano
_oggetti e situazioni insolite
_animali
_dolore e persone associate a dolore
Secondo Freud l’angoscia che si manifesta per un pericolo reale puo’ definirsi angoscia realistica, un’ angoscia che si manifesta verso un pericolo ignoto e’ definita angoscia nevrotica.
Tutti i bambini sperimentano pero’ queste paure ( paura del buio ecc ) dovrebbero essere allora tutti bambini nevrotici? Questa soluzione di Freud non e’ forse attendibile.
Reagire con paura a situazioni potenzialmente pericolose ridurrebbero il rischio anche se questo rischio e’ del tutto inconsistente, queste paura ai primordi erano atte alla sopravvivenza.
Molte statistiche ci permettono di capire che lo stare da soli aumenti i rischi e ci sono buoni motivi per i quali l’uomo ha sviluppato dei sistemi comportamentali che lo portano ad evitare questo.
La risposta alla paura ha valore di sopravvivenza.
Capitolo VII
Costruzione e rottura dei legami affettivi
Cio che Bowlby intende per teoria dell’attaccamento e’ un modo per dire che l’essere umano ha la tendenza a creare legami affettivi solidi con particolari persone e che prova turbamento se questi si sciolgono.
Il comportamento di attaccamento e’ specifico in quanto e’ diretto verso uno o pochi individui, e’ persistente dura gran parte del ciclo vitale anche se man mano si attenua, ed ha un ruolo nelle emozioni
L’attaccamento e’ molto diverso dal concetto di dipendenza in quanto quest’ultima:non implica come oggetto d’amore una sola persona, non e’ correlata dal mantenimento della vicinanza, non e’ associata a funzioni biologiche.
Si puo’ verificare cosi’ angoscia da parte del soggetto che avra’ paura continua di perdere la sua figura di attaccamento ( attaccamento ansioso )
Alcuni principi di psicoterapia
Per aiutare un individuo con problemi di attaccamento bisogna scavare nella sua storia famigliare, la cosa pero’ piu’ difficile e’ che spesso questi pazienti omettono i fatti essenziali per la comprensione del caso.
Lo psichiatra non dovrebbe limitarsi all’ascolto del paziente ma dovrebbe qual’ora possibile poter dialogare con qualche membro della famiglia d’appartenenza del paziente.
L’ analista deve presentarsi come persona di fiducia e creare una base sicura per il paziente
Deve analizzare il passato con lui e non attenersi a giudizi personali
Indagare su come i genitori si sono comportati nella prima infanzia
Fonte: http://www.sociologia.uniroma1.it/USERS/studenti/Riassunti/Psico_Sociale_Attili/4_)_Costruzione_e_rottura_dei_legami_affettivi.doc
Sito web da visitare: http://www.sociologia.uniroma1.it
Autore del testo: indicato nel documento di origine
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