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Le Emozioni sono la risposta psicofisiologica a eventi interni o esterni.
Questa risposta può esprimersi in molti modi.
Esiste una espressione interna (accelerazione o rallentamento del battito cardiaco, dilatazione pupillare, tremori, iperattività gastrointestinale, ecc.) e una espressione esterna (postura corporea, mimica facciale, tono della voce).
In alcuni casi le Emozioni nascono di fronte a situazioni nuove o impreviste. In altri casi attivano e in altri casi ancora bloccano ogni azione.
Il modo in cui la persona vive internamente l’Emozione è soggettivo, mentre il modo in cui la esprime esternamente è appreso dal contesto familiare e culturale.
Le Emozioni di base sono:Paura, Rabbia, Distacco, Piacere, Quiete, Vergogna, Attaccamento.
Esse nascono tutte entro il primo anno di vita come risposta ad un evento biologico,che, generalizzata, diventa un modo di sentire e comportarsi tipico.
Per esempio, la paura è il prodotto del dolore. La sensazione di dolore più comune nel neonato è quella legata allo svuotamento dell’intestino, che, in più, fa sentire il piccolo vulnerabile.
Esiste anche un’altra paura che può essere vissuta dal neonato e può renderlo insicuro, cioè l’imprevedibilità nelle abitudini della madre.
La rabbia nasce quando il neonato non vede esaudito un suo bisogno affettivo o di nutrimento.
Il distacco nasce quando il neonato comincia a capire che la madre è un oggetto separato da lui. Oppure quando sperimenta situazioni di sorpresa (come una porta che si chiude), o di disgusto (un sapore diverso dal latte materno.
Il piacere nasce dall’esperienza di fusionalità, di essere tutt’uno con la madre e si esprime nei sorrisi e nei gridolini di gioia.
La quiete nasce dall’assenza di qualsiasi bisogno o sensazione e viene vissuta dal neonato quando è appagato e tranquillo.
La vergogna nasce dalla sensazione di essere gettati nel mondo, di essere travolti da tutti gli stimoli esterni. Il bambino vuole ritrarsi, nascondersi, perché si sente incapace di gestire troppe cose tutte insieme.
L’attaccamento nasce dalla sensazione piacevole di essere oggetto di cura, di essere avvolto affettivamente e riconosciuto dalla madre.
Tale sensazione è tanto gradevole, che il piccolo può avere paura di perderla, cioè paura del dolore.
Ovvero, le emozioni sono fenomeni in costante divenire, che si evolvono e fluiscono naturalmente, laddove non si verifichino resistenze nella personalità.
In altre parole, La paura attiva l'attenzione ed il controllo; così, produce un innalzamento della carica interna.
La carica interna serve a far crescere la motivazione all'azione, sia essa costruttiva, sia essa distruttiva (Rabbia). La tensione interna attiva molte idee ed energie, che non possono essere seguiti contemporaneamente dal soggetto. Quest'ultimo è così costretto a distanziarsi da loro e ad osservarli più da lontano con distacco. Dal distacco può prendere forma il processo di intuizione con la sorpresa che veicola. La sorpresa apre le porte al piacere dell'emozione ed al desiderio di sperimentarne la massima intensità, oltrepassata la quale il piacere si riduce, divenendo paura di perdere il piacere.
A questo punto, la persona si difende, spegnendosi nella anestesia emotiva, nella Quiete. Nella Quiete la persona percepisce un senso di inadeguatezza, che si trasforma in Vergogna. La Vergogna conduce alla sensibilità dei vissuti propri e altrui. Così, la persona comincia a percepire il Bisogno di Attaccamento e di condivisione con l’altro. Quando il bisogno è soddisfatto può innescarsi la paura di perdere l'oggetto dell'attaccamento e quindi si innalza l'attenzione, le difese, l'ansia.
Tutti gli esseri umani sperimentano tutte le emozioni di base fin dai primi mesi di vita.
Tuttavia, ogni essere umano sperimenta più frequentemente una delle sette, che si trasforma con il tempo in una personalità ben definita, che caratterizza quella persona.
La personalità può subire delle modificazioni nel tempo; tuttavia, l’Emozione di base da cui si è originata può ridursi, non sparire del tutto, tranne nei casi di eventi fortemente traumatici o di malattie neurologiche gravi.
In più, ogni tipologia di Personalità, che non è mai pura, ha sia delle qualità e dei difetti, sia uno specifico stile comunicativo, che la contraddistingue.
Dall’Emozione della Paura deriva la personalità dell’Avaro, che si esprime attraverso una stabile affidabilità.
L’Avaro è preciso e meticoloso; cerca di avere il massimo controllo sulle proprie emozioni; tuttavia viene tradito dal corpo che può manifestare disturbi gastrointestinali anche gravi.
E’un brontolone, che preferisce star fermo, piuttosto che sbagliare.
Oppure è incapace di trovare pace, anche quando ha svolto tutti i suoi compiti e raggiunto i suoi obiettivi.
Ogni attività gli costa una gran fatica, dal momento che ha paura di essere criticato, anche quando ha svolto ogni azione in modo accurato.
Nella forma matura è una persona responsabile, affidabile, che sa prendersi cura, anche se rischia di non saper esprimere le proprie emozioni.
Nella forma non evoluta l’Avaro è la persona ansiosa, che a causa dell’ansia rimane bloccata sulle stesse cose per anni.
Dalla Emozione di base della rabbia prende forma la personalità del Ruminante,caratterizzato da uno Stile Comunicativo carico di Energia.
E’il tipo che ribolle costantemente,che è iperattivo e sa faticare per ciò che vuole ottenere. Gran lavoratore, è potente e riesce ad attivare gli altri con la sua energia; è forte e resistente.
Quando è maturo, la sua personalità è contraddistinta dalla tensione protettiva, dal desiderio di giustizia, dalla carica interiore, dall'impegno, dalla motivazione al lavoro e dal coraggio. Tuttavia, anche in questo caso si sdegna e si irrita facilmente e facilmente esplode in crisi di rabbia.
Se non ha imparato a gestire la sua carica interna, diventa aggressivo e violento, paranoico,oppure depresso, quando scarica contro se stesso la rabbia fino all’autodistruzione.
Dall’emozione del Distacco prende forma la personalità del Delirante, che si esprime attraverso la creatività.
Questa persona vive soprattutto nel pensiero, staccata com’è dal mondo delle relazioni e degli oggetti. Non riesce neanche ad avere un buon controllo sul suo corpo (che appare disarticolato), sui capelli (spesso scompigliati), sul suo non verbale (incoerente con il verbale).
Spesso lo spazio in cui si muove, è disordinato e caotico, pieno di cose diverse, a cui cambia destinazione d’uso a seconda delle esigenze.
Nella sua forma evoluta il Delirante è una persona libera, autosufficiente, capace di gestire la propria solitudine, dotato di un buon livello di autostima ed estremamente acuto e originale.
Nella sua forma immatura questa persona si contraddistingue per la facilità al disgusto, per lo snobismo, per l’emarginazione sociale,per la predisposizione al narcisismo e all’anoressia.
Dall’emozione del Piacere deriva la personalità dell’Emozionale, anche detto Effervescente, che ha uno Stile Comunicativo Coinvolgente.
Questo tipo è alla continua ricerca di emozioni intense,in un’oscillazione costante tra angoscia e piacere.
Nella forma matura questa personalità si esprime con la generosità, con il carisma,con lo slancio e l’attrazione verso gli altri, la fantasia, l’entusiasmo e la felicità.
Nella forma immatura questa tipologia si esprime con narcisismo, incoerenza e volubilità, incontenibilità, scarsa capacità di concentrazione.
Dall’Emozione della quiete deriva l’Apatico, che si esprime con uno Stile Comunicativo Flessibile, accomodante.
L’Apatico è il tipo flemmatico,, elegante, demotivato e indolente; può essere tanto pigro, da odiare i conflitti, solo perché lo agitano e disturbano la sua quiete
Nei casi positivi è una persona che sa tranquillizzarsi e tranquillizzare, che si rilassa e dona pace a se stessa e agli altri.
Nei casi negativi, è la fuga dagli impegni e dalla realtà attraverso l’incantamento,attraverso l’anestesia emozionale e l’indifferenza.
Dall’Emozione di base della Vergogna si forma la personalità dell’Invisibile, che si esprime attraverso l’empatia e la sensibilità.
L’invisibile è un introverso che non riesce a gestire la sua sensibilità perché i significati, che dà alle cose che succedono, sono troppo carichi di simboli inquietanti. Per questo si sente piccolo e indifeso, inferiore agli altri e incapace, inutile e intrappolato nella vergogna o nel panico.
La sua sensibilità lo può condurre a vissuti di chiusura e timidezza estreme, nei quali rischia di rimanere intrappolato.
L’Emozione dell’Attaccamento produce il tipo Adesivo. Questo tipo ha sempre bisogno di essere visto, guardato, riconosciuto.
E’il tipo in soprappeso, perché mangia quando si sente triste. è un po’maldestro, perché mette molta energia nel fare le cose, per conquistare l’amore altrui.
A questo tipo è mancato l’amore e lo cerca ovunque. La qualità principale di questa Tipologia di Personalità è la devozione, la fedeltà e la lealtà. Il limite consiste nel grande rischio di diventare dipendente.
Fonte: http://www.prepos.it/DISPENSE/quattro%20laboratori%20per%20migliorare%20le%20relazioni.doc
Sito web da visitare: http://www.prepos.it/
Autore del testo: Daniela Troiani da QUATTRO LABORATORI PER MIGLIORARE LE RELAZIONI
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