Gratificazione

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SAPER GRATIFICARE PER INCREMENTARE L’AUTOSTIMA E AUMENTARE IL RENDIMENTO

I complimenti sono la comunicazione più semplice e diffusa di gratificazione. Mostrare apprezzamento e riconoscere un merito ad una persona la porta a consolidarsi nelle sue scelte. La gratificazione ha la proprietà di far entrare in contatto le persone con quella parte positiva di sé di cui mai sono del tutto certi. I complimenti possono però essere pericolosi per due motivi:

  • quando sono adulazione conducono alla (vana)gloria
  • per paura che contengano inganno possono aumentare la diffidenza, nelle sue conseguenze di ansia o di angoscia.

Per questo un complimento deve presentarsi circostanziato e preciso, diretto a far comprendere all'altro il vero motivo per cui è stato espresso. I veri complimenti sono acuti e mai formali. Chi fa un complimento superficiale rischia di essere frainteso per ragioni e sensazioni che spesso sono nascoste ad una osservazione superficiale. Solo le persone affettive sono immediatamente efficaci nel complimentarsi e nel gratificare. Sviluppano questa competenza comunicativa dal loro bisogno di affetto e riescono a capire a fondo cosa l'altro vorrebbe davvero scoprire di sé da un complimento. Non si tratta di dire ciò che uno vorrebbe sentirsi dire, si tratta di individuare qualcosa di più che l'altro non vede di sé.
In genere le persone ci dicono ciò che vorremmo sentirci dire; così facendo non si mettono in urto, non criticano e ci confermano anche nelle azione negative per noi e per gli altri. Solo un vero amico è capace di farci una critica che ci mette in discussione; lo fa perché tiene più a noi di quanto non tenga alla nostra approvazione nei suoi confronti. Ma è un amico davvero speciale quello che riesce a farci crescere facendoci un complimento che coglie nel segno: ci mette in luce una potenzialità che non conosciamo e ci indica una via per migliorare.
La gratificazione a questo livello è un'arte difficile e può ottenere un grande risultato con le persone in preda a grande confusione. La confusione mentale è indicativa del disordine disorganizzato di chi prende in considerazione una grande quantità di informazioni e non sa nemmeno più cosa davvero vuole e cosa davvero gli piace. Ha perso la strada che conduce alla determinazione ed alla semplicità. La gratificazione può essere l'unica strada per far scoprire la bellezza e il senso profondo di qualcosa che possa dare un concreto contatto con il mondo. è come aprire a chi è confuso una finestra che affaccia su qualcosa per cui “vale la pena”.
Il bimbo capriccioso è spesso indeciso, perplesso, turbato, disorientato, disorganizzato, annebbiato o sconcertato dalla presenza di molteplici pensieri, desideri o tendenze all'azione compresenti in lui. Di solito è un bimbo iperstimolato alla ricerca di qualcosa, ma non sa bene cosa davvero vuole. Dei tanti giocattoli che ha di fronte non sa sceglierne uno su cui attaccarsi e finisce per distaccarsi e detestarli tutti. Nel suo camminare a gattoni, ispezionando la casa, non riesce a soffermarsi ed a trovare soddisfazione su nulla. Egli può essere gratificato attraverso il ricordo di un bel gioco fatto da lui il giorno prima, in cui è riuscito ad avere successo e a divertirsi; deve però essere qualcosa di assolutamente vecchio ed usuale, che conserva inalterato il sapore. è indispensabile non commettere l'errore di proporgli qualcosa di nuovo, che finirebbe per aggiungere confusione alla confusione.
Dalla confusione si può uscire anche attraverso le sensazioni di piacere che l'ambiente produce. Il tepore o la freschezza della stanza, l'ambiente tonico e gratificante, hanno una funzione molto più efficace delle discussioni fatte di parole. Invitando chi è perso nella confusione mentale ad aprire il sipario ed a vedere il mondo come una scena aperta vengono stimolate le sue capacità di cogliere gli aspetti positivi circostanti: fargli ascoltare il fruscio delle foglie, osservare la ruota di un pavone, gli uccellini che si corteggiano, il colombo che tuba. Lo spostamento dalla confusione avviene attraverso quelle esperienze di percezione concreta che aprono all'amore verso le cose: quando si riesce a vedere una cosa nella sua bellezza, già si comincia ad amarla.
La comunicazione gratificante muove appunto con lo scopo di far percepire qualcosa dentro l'altro che è l'innesco di un'emozione con valenza affettiva.
La gratificazione ha anche un risvolto di stabilizzazione e di conferma del piacere di un vissuto. La gratificazione è anche un insegnamento alla fedeltà per chi non riesce ad essere stabile a causa della sua vanitosa volubilità; un complimento profondo lo fa soffermare su qualche vissuto piacevole per gustarne fino in fondo il sapore. Egli di solito fa sue solo le sensazioni nella loro espressione più acuta, non sa vivere nel meno effimero e meno eclatante sapore della fedeltà. Per lui la stabilità è la fine delle emozioni e di questa fine è spaventato perché dietro ogni emozione che scompare lui intravede costantemente l'angoscia.
Un intervento di gratificazione serve a fargli riconoscere altri gusti presenti negli stessi vissuti, gusti con un accento meno intenso, ma con un sapore infinitamente più duraturo. Un vero complimento delucida quegli aspetti terminali dello stato emotivo e ignora quegli iniziali, più dirompenti ma meno melodiosi. Ha poca importanza gratificarlo nel momento in cui si prepara ad un incontro e si dispone a dare il meglio di sé, è invece essenziale rivivere con lui quanto è accaduto, dopo che un vissuto sembra ormai finito.

 

Fonte: http://www.prepos.it/DISPENSE/quattro%20laboratori%20per%20migliorare%20le%20relazioni.doc

Sito web da visitare: http://www.prepos.it/

Autore del testo: Daniela Troiani da QUATTRO LABORATORI PER MIGLIORARE LE RELAZIONI

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