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Per infondere una qualità positiva o negativa alle relazioni, trasformandole in relazioni affini o oppositive, si deve avere una qualche intenzionalità in un senso o nell’altro. Benché inizialmente si sia portati dalla situazione esterna e dalle caratteristiche personali a propendere per l’uno o l’altro tipo, il mantenimento, come tutti abbiamo sperimentato, di una certa qualità di relazione non è cosa semplice. L’intenzione, è l’elemento cruciale per lo stabilirsi di una relazione positiva o negativa.
Ciò che ci è opposto ci completa, ciò che è omogeneo ci rafforza; ciò che è opposto ci eccita e ci
stimola, ciò che è omogeneo ci tranquillizza. Cioè, con mezzi del tutto diversi sia l’uno che l’altro ci procurano un senso di legittimazione del nostro essere-così.
In quest’ottica, il conflitto non ha niente di patologico, ma è una dimensione normale di ciascuno di noi. Ogni giorno ci troviamo di fronte al compito di decidere tra gli opposti interessi che dimorano in noi e di regolare i conflitti tra impulsi inconciliabili.
Il concetto di relazione di affinità e di opposizione, assume concretezza e si declina nella realtà attraverso il costrutto di clima. Per “clima” si intende tutto quell’insieme di fattori che contribuiscono a formare un contesto in cui si vive, in cui si opera ed in cui si entra in relazione con altri.
Il clima é “il modo con cui il singolo individuo, sotto l’influenza del suo gruppo di appartenenza, percepisce l’organizzazione”, ovvero “una mappa cognitiva che i soggetti si costruiscono per dare un significato, ordinare la realtà nella quale si trovano ad agire codificando schemi di comportamento, funzionali all’interno della realtà nella quale si vengono a trovare ed agire.
Il clima può essere definito attraverso i fattori di soddisfazione o conflitto. Tra essi sembra utile ricordare la coesione di gruppo, il coinvolgimento nell’organizzazione e nelle attività del gruppo, l’autonomia e la responsabilità nell’organizzazione del lavoro, la libertà nel manifestare i propri sentimenti e le proprie idee, il tipo di ambiente fisico e psicologico in cui avviene la relazione.
Ognuno di questi elementi ha un polo positivo e uno negativo, che rintraccia una relazione di affinità o di opposizione.
Le relazioni di affinità sono quelle che s’instaurano tra coloro che sono affini elettivamente.
Nell'incontro tra persone affini ciascuno percepisce quanto l'altro può rappresentare per lui e come, attraverso la relazione, sia possibile acquisire modalità di vita, valori ed atteggiamenti su cui ciascuno è carente.
L'incontro tra le diversità diventa così scoperta ed attuazione delle personali affinità ed occasione di crescita
Invece le difficoltà relazionali insorgono quando si attua una relazione con modelli di vita e di valori che sentiamo opposti ai nostri. Si tratta di soggetti che ci bloccano, o ci manipolano, o ci opprimono o ci avvolgono o sono troppo apatici per le nostre disposizioni attuali. Spesso rivediamo in loro caratteristiche che ci ricordano altri momenti della nostra vita o persone che ci hanno ferito. La relazione con gli opposti è problematica e può diventare possibile solo attraverso la comprensione del loro punto di vista sulla realtà. Spesso la relazione tra opposti, ove non cresca la comprensione reciproca, diventa confliggente e si blocca.
L’affine è in possesso di qualche qualità, che l’altro può imparare ad apprezzare perché gli manca e lo completa, anche se i due soggetti non sono necessariamente in una posizione di reciprocità diretta ed univoca.
La valutazione della relazione in atto può avvenire anche a posteriori tramite l’analisi dei mutamenti concreti che tale relazione produce nella realtà dei soggetti. Se una relazione è di affinità si potranno osservare l’aumento dell’impegno, della disponibilità reciproca, dell’ascolto attento, della collaborazione, della solidarietà, ecc.., se è di opposizione si noteranno invece indifferenza, litigi, fraintendimenti, astenia, rigidità, dipendenza, condizionamenti, vacuità espressiva, silenzi taglienti, ecc..
Tale analisi può avvenire a posteriori, ma può anche essere prevedibile attraverso il riconoscimento del clima relazionale presente tra i due soggetti.
Come si è visto, le persone umane sono affini quando le loro caratteristiche di personalità si integrano reciprocamente delle loro modalità di sentire, esprimere ed essere nelle diverse emozioni della vita.
La dimensione della paura, delle difese e del controllo trova la sua affinità elettiva nella realizzazione contemporanea della pace e della calma insieme a quella del piacere e dello slancio.
L’energia di attivazione, che sospinge incessantemente verso l’azione, verso il superamento degli ostacoli ed il conflitto contro chi si oppone a tali azioni, trova la corretta canalizzazione nell’impegno concreto della difesa degli oppressi e si spegne nell’incontro con chi possiede la calma e la pace interiore.
L’isolamento e la mentalizzazione di se stessi in una espansione costante, superba, libera e schizoide trovano compimento nella umiltà della concretezza e nell’accettazione di essere amati ed avvolti dalla stabile fedeltà dell'attaccamento.
La tensione al piacere delle emozioni intense e la malinconia della separazione trovano nell’avvolgimento affettivo e nella coerenza dell’agire responsabile il terreno ad esse elettivo.
Il senso di inferiorità, la vergogna, la disposizione a lasciarsi opprimere sono superabili solo attraverso gli
incoraggiamenti all’impegno, la trasmissione di stimoli e di “carica”, mediante la disciplina e la fiducia in se stessi, lo sviluppo dell’autostima e la libertà interiore.
Il bisogno di attaccamento viene superato attraverso la realizzazione del gusto del vivere e la disposizione a gestire con libertà la propria accettata solitudine esistenziale.
In altre parole, il Responsabile è affine all’Effervescente e all’Apatico; il Pragmatico/Ruminante è affine all’Apatico/Saggio e all’Invisibile/Sensibile; il Creativo/Libero trova la sua affinità nel Sensibile/Invisibile e nell’Adesivo, l’Effervescente è affine all’Adesivo/Affettuoso e al Responsabile/Avaro, così come l’Apatico/Accomodante è affine al Responsabile/Avaro e al Pragmatico/Ruminante, il Sensibile/Invisibile è affine al Libero/Delirante e all’Affettuoso/Adesivo, come quest’ultimo è affine all’Effervescente e al Libero.
D’altronde, come si è detto, l’incontro tra le diverse Personalità Emozionali può generare anche relazioni oppositive.
Così, in sintesi,l’ordinato Avaro e il caotico Creativo possono instaurare una relazione di insofferenza; il Pragmatico spinto verso grandi obiettivi e l’Effervescente attivato dalla ricerca del piacere possono incontrarsi in un rapporto deludente; il Delirante pieno di idee e il placido Apatico insieme si logorano, come
si evitano il vitale Effervescente/Sballone e l’umile Invisibile; l’Apatico e l’Adesivo si infastidiscono, così come l’Invisibile e L’Avaro non si comprendono e l’Adesivo e il Ruminante si equivocano.
Fonte: http://www.prepos.it/DISPENSE/quattro%20laboratori%20per%20migliorare%20le%20relazioni.doc
Sito web da visitare: http://www.prepos.it/
Autore del testo: Daniela Troiani da QUATTRO LABORATORI PER MIGLIORARE LE RELAZIONI
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