I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
“RISPETTO”
Mi sono chiesto cosa significa rispettare se stessi.
Decine, centinaia di volte facciamo esperienza di cosa sia il rispettonelle nostre giornate. Quando apriamo con cura la custodia di un CD, quando infiliamo la chiave nella serratura per entrare in casa nostra o quando stendiamo la tovaglia sul tavolo… Se vogliamo utilizzare una cosa, dobbiamo conoscerne la natura e il funzionamento, altrimenti ?…Rischiamo di romperla, di diventare impacciati, inefficienti, goffi.
Riguardo al rispetto di noi stessi penso funzioni allo stesso modo.
Se volgiamo rispettarci dobbiamo conoscere come siamo fatti nelle nostre tre dimensioni fondamentali (Cuore-Corpo-Mente). E’ la “conditio sine qua non” al raggiungimento del benessere.
Il corpo ci parla 24 ore su 24 della sua/nostra esigenza di essere rispettato, attraverso il sonno, il tono muscolare, la regolarità dei nostri atti respiratori, le variazioni della pressione sanguinea, il livello di ansia…
Se non fosse così non avrebbero ragione di esistere tutte le forme di cura del corpo dal Fitnes allo Yoga, dalla pratica sportiva alle scuole di ballo, dai centri benessere al Training autogeno.
Le dipendenze stesse sono una conferma di questo bisogno imprescindibile. Ho bisogno di calmarmi: fumo o mangio in continuazione…Voglio essere su: mi carico con la musica, bevo caffè o assumo sostanze…Ahimè!
Quello che chiamiamo è cuore la cassa di risonanza delle emozioni che proviamo, a decine nella nostra giornata ed è il secondo indicatore del nostro benessere psico-fisico, esso risuona differentemente in base a chi ci sta vicino, al compito che dobbiamo svolgere, ai ricordi che ci attraversano, ai bilanci o alle previsioni che operiamo, ai messaggi verbali e non verbali che ci provengono dalle persone con le quali interagiamo e tanto più queste sono significative per noi, tanto maggiore sarà la loro intensità evocativa.
Le emozioni negative ci mettono in allerta. Ci dicono che uno dei nostri bisogni basilari (Essere Amato, Essere Valido, Essere Rispettato o Essere Libero) è stato frustrato. Le emozioni positive ci confermano, ci danno energia, ci riavvicinano al bello, alla voglia di vivere. Entrambe queste tipologie ci parlano della distanza che ci divide dal raggiungere l’armonia: il fine della nostra esistenza.
La nostra mente tiene sotto controllo il mondo interno monitorandolo in continuazione; valuta, opera bilanci e previsioni, calcola le probabilità di successo dei nostri orientamenti. Controlla, inoltre, la coerenza dei nostri comportamenti rispetto alle esperienze precedenti e rispetto al progetto complessivo che abbiamo dentro di noi. Contiene dentro di sé le nostre scale di valore e in base a queste esprime giudizi su noi stessi, sull’andamento delle cose e su chi ci sta di fronte. E’ la sede della memoria dei vissuti pregressi e ci ripropone le sue rielaborazioni, facendoci rivivere i momenti di conflitto, come su un palcoscenico nel quale noi stessi copriamo contemporaneamente i ruoli di giudice, avvocato, parte lesa o giustiziere.
Queste nostre tre dimensioni hanno una tale ricchezza, complessità e profondità da non essere ancora state esplorate completamente nonostante l’impegno profuso da tutte le facoltà psico-neuro-fisiologiche esistenti.
Ciò che vorrei qui sottolineare è l’interdipendenza che esiste tra queste tre espressioni dell’essere umano.
Al nostro interno convivono, interagiscono e si influenzano reciprocamente: pensieri, emozioni e reazioni organiche in modo quasi simultaneo e con una ciclicità ripetitiva che la psicologia chiama personalità, il nostro precipuo modo di reagire alle situazioni, ai rapporti e ai segnali che il nostro corpo ci invia.
Ciò che succede ai piani più bassi della nostra psiche influenza anche i nostri pensieri:un conflitto relazionale si scarica sul nostro tono muscolare e sulla regolarità di respirazione e battito cardiaco, ad esempio. Se ascoltiamo una musica possiamo ritrovare la calma o la carica giusta. Alcune pratiche di autocontrollo o di yoga possono portare cambiamenti respiratori, muscolari o pressori. E via di seguito.
G.Perna parla dei mutamenti fisiologici legati agli stati emozionali, nel testo “Le emozioni della mente”, per mettere in luce quei processi neuro-biologici.
Ma già A. Damasio ne”L’errore di Cartesio” e “Alla ricerca di Spinoza” aveva identificato le vie somato-sensitive come le strade neurologiche dell’emozionalità.
E. Soresi ne ”Il cervello anarchico” chiarisce come le reazioni psico-somatiche siano un segnale che il cervello mette in atto per riportare l’organismo all’omeostasi.
Già P. Vayer aveva parlato del tono muscolare (la Funzione Tonica) come la risultante sia dei fattori fisiologici che relazionali. La mia esperienza di insegnante di Educazione Fisica mi ha confermato spessissimo questo dato: iperattivi e ipotonici non hanno una coordinazione ottimale, il loro approccio al gioco e alla motricità in genere è alterato da un a-priori esperienziale collegato al vissuto precedente.
Quello che vorrei sottolineare e che se pensiamo al comportamento, al modo di stare in mezzo agli altri dobbiamo ritenere che la dimensione corporea e neuro-fisiologica abbia una rilevanza molto superiore a quanto siamo abituati a considerare.
Questa SIMULTANEITA’-INTERDIPENDENZA delle tre dimensioni considerate condiziona le nostre modalità di rapporto come se il nostro stile relazionale funzionasse come un flipper, caratterizzato da scambi veloci, reattività agli impulsi, rimbalzi, barriere che si alzano o si abbassano…E noi a giocare, cercando un controllo improbabile.
Un’altra immagine che potrebbe chiarire questa tripla dimensione è quella di un traghetto che per poter navigare e raggiungere il porto deve sfruttare e gestire la forza del motore, seguire la guida degli ufficiali che tengono in considerazione correnti, vento e informazioni radar ed avere un buon equipaggio che abbia sistemato in sicurezza il carico, si occupi dei passeggeri e faccia funzionare ogni reparto durante l’intera traversata.
In seguito alla malattia mentale di una delle mie tre figlie (per fortuna, curata nell’arco di 18 mesi) ho approfondito lo studio di queste dinamiche tentando una sintesi dei miei percorsi formativi (Corso biennale per insegnanti di sostegno, biennio di filosofia nei domenicani, Diploma ISEF, 11 esami di pedagoia, docenza in due corsi biennali di specializzazione con 11 tesi su motricità e handicap, Corsi sulla personalità e sulla relazione di coppia, paternità, osservazione di migliaia di alunni nel gioco e nell’attività motoria, referenza nella prevenzione del disagio scolastico, ecc.) e vorrei dire attraverso questo sito e il “Laboratorio delle parole chiave della relazione educativa e familiare” una banale verità:
solo se stiamo bene riusciamo a voler bene.
Nonostante tutti i corsi fatti, le catechesi, la preghiera, la meditazione della Parola di Dio…quando tra me e Claudia non funziona bene la relazione, non funziona neanche il resto: non va bene lo stato d’animo, non sto bene fisicamente, sono meno disponibile agli altri.
E’ come se queste tre dimensioni fossero talmente impastate assieme da non riconoscere dove finisce l’una e dove inizia l’altra; come in un impasto per il pane non puoi più distinguere farina,acqua, lievito e sale. D’altra parte è logico: noi siamo una’unica persona.
Se poi pensiamo che il Padre eterno ci ha fatti così, diventa ovvio dedicare tempo, interesse, denaro, ricerca alla conoscenza di noi stessi; perché sapendo come funzioniamo possiamo essere anche più utili agli altri, entrando in confidenza con questa nostra natura per rispettarla, per viverla ecologicamente, in armonia.
Partire dal corpo con lo Yoga o il Focusing (1), partire dalla mente con la meditazione, lo studio o corsi come l’Ennagramma (2), o partire dal cuore perdonando una persona o vivendo un fine settimana di Incontro Matrimoniale (3) per migliorare la relazione di coppia…va, comunque, bene.
Fonte: http://associazioni.comune.fe.it/2151/attach/comitatoponte/docs/il%20rispetto.doc
Sito web da visitare: http://associazioni.comune.fe.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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