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SOCIOLOGIA = fine 800 in Europa
Dal pensiero positivista
E
Dal pensiero storicista
No paradigma dominante ma caratteristiche proprie per affrontare i problemi complessi
Difficile fare riflessioni su vista associata perche’ ogni individuo ha la propria individualita’ ( causa nascita tardiva della disciplina ).
Perche’ la sociologia diventi scienza autonoma bisogna aspettare la Rivoluz.Industriale ( ascesa borghesia e delle masse ).
Comte = sociologia deve restituire l’ordine sociale turbato dalla Rivoluz. Industriale , per fare cio’ appoggiarsi su principi saldi e su un autorita’ spirituale riconosciuta e legittimata dall’umanita’.
La sociologia diventa tale con l’integrazione di teoria e ricerca empirica
Nasce nel 1897 con la pubblicazione del “ Suicidio “ di Durkheim
1.2 L’ oggetto della sociologia
Per Durkheim interessa definire l’oggetto della sociologia
l’oggetto è legato al metodo
biosogna definire l’oggetto e individuarne il metodo
Per studiare la condotta umana bisogna tener conto dei rapporti di causa effetto
Per fare della sociologia scienza autonoma individuare l’oggetto e carpire il metodo ( Comte e Spencer hanno trascurato il metodo )
1 ) distinguere i fatti sociali da fenomeni organici e psichici
2 ) i fatti sociali sono la rappresentazione delle azioni
3 ) i fatti sociali hanno luogo nella coscienza individuale e mediante la coscienza individuale
I due attributi che definiscono i fatti sociali:
Esteriorita’
Coercività
Questo avviene perche’:
La maggior parte delle idee ci viene data dal di fuori , esse penetrano in noi solo imponendosi
i fatti sociali sono credenze costituire, istituzionalizzate e cristallizzare
il fatto sociale = risultante di vita collettiva, prodotto di interazione che si stabilisce tra coscienze individuali
il fatto sociale è un modo di fare che esercita sul soggetto una costrizione esterna
Le regole del metodo sociologico sono le seguenti:
1 ) i fatti sociali vanno considerati come cose perche’ oggetti esterni al soggetto e non conoscibili con l’introspezione
2 ) nei fatti sociali scartare le prenozioni
3 ) il sociologo deve considerare un fatto sociale dal lato in cui si presenta ed isolato dalle manif individuali
1.3 La ricerca sociologica empirica
A Durkheim non interessa il suicidio sotto il profilo psicologico ma sotto quello sociale. ( studia il suicidio nei vari contesti, ne individua le cause sociali e solo dopo puo’ trovare giustificazione al singolo suicidio )
1 ) il suicidio e’ dipendente da fattori climatici e da tare ereditarie
2 ) cresce nei periodi di boom e di crisi economica
3 ) piu’ alti nei paesi di religione protestante
4 ) basso negli ebrei e nei periodi di guerra.
Correlazione tra integrazione sociale e suicidio
Paesi molto sviluppati, regole che entrano in crisi = + suicidi
Ebrei – suicidi = per anni perseguitati ed ora hanno molta solidarieta’ tra loro
in guerra la tensione aumenta e si accettano le norme societarie
i protestanti sono guidati meno rispetto ai cristiani per questo tasso suicidio piu’ alto
Per Durkheim 3 tipi di suicidio:
1 ) suicidio Anonimo: avviene con il venir meno di norme societarie
2 ) suicidio egoistico: fa parte del suicidio anonimo.Si attribuisce piu’ importanza alle proprie norme che a quelle societarie
3 ) suicidio altruistico: estrema interiorizz delle norme societarie x le quali si perde la vita ( kamikaze ).
Luis Wirth e Robert Lynd: due classici della ricerca del 900.
il primo lavoro s’intitola “ il ghetto “ 1928. Rappresentaz della realta’ sociale delle metropoli americane negli anni 20. Ghetto ebraico e disorganizzazione, segregazione.
opera “ Middletown “ descrive citta’ nordamericana, sottolinea rapporti tra sviluppo economic, espansione consumi, modificaz. Ruoli famigliari.
Lynd tende a sottolineare la struttura di classe di Middletown:
Mobilità sociale scarsa, la classe del business coesa, la classe operaia disorganizzata, la famiglia domina sull’industria, sulla finanza imponendo modelli di comportamento conformistici alla classe media. Il conformismo ostacola il mutamento sociale.
Opera “ Conoscenza a che scopo ? “ ( Lynd ) pone l’accento sulla necessità di giustizia sociale. Critica la ricerca sociale astratta perche’ fine a se stessa inquanto priva di ipotesi teoriche rilevanti
1.4 La matrice storicista
Sociologia nordamericana = componente pragmatica dominante, assente la parte storicistica.
Orientamento storicistico caratterizzato da: 1 ) ricerca dell’oggettività, 2 ) conoscenza storico sociale fondata su premesse ontologiche, 3 ) gli storicisti esaltano le differenze.
Windelband distingue:
Scienze scievre di valori
scienza dello spirito: prevale il metodo idiografico ( scienze degli accadimenti )
Rickert: riprende la tematica di Wildelband:
scienze della natura: volte al generale
scienze della cultura: scienze volte all’ individuale ( significa isolare un oggetto, individuarlo e attribuire a questo oggetto un valore ) La relazione ai valori orienta l’interesse conoscitivo del ricercatore e capta i valori universali.
Dilthey: non si possono analizzare i fenomeni sociali e politici usando le stesse categorie che le scienze naturali usano per i fenomeni fisici. Le Scienze sociali sono scienze comprendenti ( che hanno come oggetto l’agire sociale ).
Il Tipo Ideale di Weber:
risultato di un processo di astrazione
il tipo ideale si ottiene accentuando in modo unilaterale alcuni punti di vista e mediante la connessione di una quantita’ di fenomeni particolari diffusi e discreti.
non ha rispondenza nella realta’, e’ utopia e serve solo come momento d’indagine per misurare la realta’ empirica.
Le conclusioni dello scienziato sociale possono essere influenzate da un esperienza storica
Per Weber l’ideal tipo sono delle costruzioni di pensiero di cui lo scienziato sociale si serve per generalizzare i fenomeni analizzati. Gli Ideal tipi sono astrazioni attraverso cui e’ possibile condurre la realta’ a insiemi di categorie piu’ accessibili. ( usati per burocrazia, potere carismatico )
1.5 La sociologia di Max Weber
s’impegna a rendere operative le variabili ad illustrare i casi, gli eventi e i comportamenti
esiste una connessione tra variabili indipend e dipendenti
La gloria di Dio si identifica con un grande ordine sociale razionale che rigetta l’ostentare ricchezze sostituendosi come impegno personale e sociale.
Sceglie piu’ elementi piu’ rilevanti di un fatto
in noi e’ presente un idealtipo che ci fa dire cosa per noi e’ desiderabile e cosa non lo e’
Nessun argomento e’ superiore all’altro
prima di fare ricerca il soggetto parte considerando i suoi valori
Per Weber c’e’ una differenza metodologica che risiede nel fatto che la ricerca compiuta sulla natura prevede la regolarita’ e la costanza, quella condotta sull’uomo ha bisogno di individuare un periodo storico e di sottolineare l’aspetto individuale.
Per Weber ( al contrario di Durkheim ) il percorso conoscitivo e’ preceduto da un percorso extraconoscitivo ( valori, empatie ) per Weber e’impossibile liberarsi dei valori della propria soggettività perche’ fa parte dell’individuo.
L’inizio del percorso conoscitivo presuppone una domanda, solo gli animali non se ne fanno
Ogni agire e’ determinato:
a ) in modo razionale rispetto allo scopo: e’ l’agire spinto da aspettative circa l’atteggiamento di componenti o aspetti del mondo esterno
b ) in modo razionale rispetto al valore: dalla convinzione in una scelta etica a prescindere dalle sue conseguenze
c ) in modo affettivo
d ) in base alla tradizione: perche’ si e’ sempre fatto cosi’
Capitolo II
L’ ordine e il mutamento sociale
2.1 L’avvento della società industriale
il lavoro prima della rivoluzione industriale presupponeva:
1 ) uomo soggetto
2 ) materia
3 ) mediazione degli strumenti
Attivita’ del soggetto costituita da :
1 ) forza lavoro
2 ) procedura intellettuale ( intelligenza ).
Per Marx: non c’e’ lavoro senza intelligenza applicata
Luogo di lavoro: bottega, campi, tutti posti dove si puo’ interagire con l’esterno
Il lavoro dopo la rivoluzione industriale:
1 ) soggetto del lavoro e’ la macchina, l’uomo e’ strumento di questa, al posto dell’uomo ci sono spesso donne e bambini che costano meno.
2 ) aumentano le ore di lavoro: 14/16, il lavoro diviene un valore fondamentale, il luogo principale e’ la fabbrica.
Società industriale: con piu’ del 50% della popolazione attiva impegnata in un settore diverso da quello agricolo, caratterizzata dall’ investimento in grandi fabbriche e dalla produz.standardizzata
iniziano a svilupparsi delle organizzazioni della classe operaia ( sindacati, partiti )
divisione del lavoro e’ una prerogativa della societa’ industrializzata e Ferguston e Millar si concentrano su questo aspetto.
Per Ferguston: esiste una divisione del lavoro economica e sociale ( quella di Marx nel Capitale )
Divisione sociale del lavoro: è naturale, si origina nella famiglia ( data da esso, età )
Divisione economica del lavoro: frutto di esigenze economiche, esige specializzazioni, conduce all’alienazione del lavoratore dal prodotto del lavoro.Il sogg non produce un intero prodotto.
Societa’ contadini= divisione del lavoro naturale e ordinata, nel mondo capitalistico e’ anarchica ( Marx ).
Per Tonnies: c’e’ una divisione naturale del lavoro: ( forme comunitarie tradizionale, famiglie, villaggi ) e una divisione sociale ( scomposizione e articolazione di un lavoro unitario, prevalente nella comunita’ ).
Comunita’ contadina = unita’ produttiva in famiglia, interdipendenza
Societa’ industriale = dissenso, individualismo egoistico ed utilitaristico.
2.2 Industrializzazione e mutamento sociale
Industrializzazione = mutamento in tutte le sfere della vita.
Due schieramenti in Europa: Romantici ( Rousseau, l’uomo deve tornare alla natura solo cosi’ ritrovera’ se stetto ) e Apologeti ( i positivisti come anche Durkheim )
Da questi due filoni nascono gli apocalittici ( critici della societa’ di massa e dei modelli consumistici ) e gli integrati ( esaltano la societa’ di massa perche’ segna lo sviluppo dell’eguaglianza sociale ).
Per Simmel: l’uomo per essere libero deve opporsi ai rapporti prestabiliti ai quali e’ costretto dall’ organizzazione sociale
Per Durkheim ( apologeti ) lo sviluppo tecnico e’ stato culturalmente positivo perche’ crea interdipendenza tra i componenti della societa’ e sviluppa solidarieta’ organica in contraddizione a quella meccanica delle societa’ semplici ( fatta di legami di sangue ).
Societa’ fondate sulla divisione del lavoro migliori di quelle semplici. Societa’ complessa = mobilita’ sociale
2.3 Razionalità e organizzazione del lavoro
Con Tylor si cerca di razionalizzare il lavoro: si misurano i tempi e i metodi si un lavoro per svolgerlo in tempo breve, con minor dispendio di energie.
incentivi ai lavoratori + produttivi x scatenare competizione = alienazione individuale, tensione sociale.
teoria non valida perche’ portava conflitti, i sindacati lottarono per l’abolizione di tale teoria, la scuola di Mayo contribui’ all’abbandono di questa tesi. ( per Mayo: studi condotti nelle fabbriche di Chicago, relazione tra luce del posto di lavoro e rendimento.
2.4 L’ integrazione sociale
La societa’ industriale ha portato a mutamenti ed ora la societa’ ha bisogno di ordine sociale.
Ordine garantito dalla gratificazione e dalla sanzione ( Durkheim ).
Il paradigma strutturalfunzionalista: un sistema puo’ definirsi integrati quando la maggior parte dei componenti individuali del sistema stesso e’ motivata ad agire in conformita’ con le aspettative connesse ai propri ruoli .
Ci possono essere problemi all’integrazione, cio’ accade quando le mete culturali interiorizzate ed i mezzi istituzionali per conseguirle sono lontani.
Ci sono 5 tipi di adattamento per Merton:
1 ) conformismo
2 ) innovazione
3 ) ritualismo
4 ) rinuncia
5 ) ribellione
Non ci sono societa’ dove mete e mezzi sono del tutto corrispondenti.
Per Parsons: l’integrazione al sistema e’ l’identificazione dei singoli con la societa’ nel suo insieme.
2.5 La teoria dell’ anomia e l’alienazione
Delineata da Durkheim, pone accento sulle fasi di tensione tra istanze individuali e sociali
anomia: fatto sociale ( boom economico, sconvolgim improvvisi possono dar luogo ad anomia )
a- noms= mancanza di leggi. Esiste un ‘anomia semplice : conflitto tra sistemi di valori che sfocia in disagio, anomia acuta:deterioramento estremo,disintegrazione del sistema di valori.
bisogna misurare il grado di anomia della societa’.
La teoria dell’ alienazione è Marxiana e risale al ( 1844 )
l’uomo è in una realta’ capitalistica, e’ estraneato dal proprio prodotto di lavoro e quindi e’alienato.
1 ) impotenza: sentimento individuale di non poter influenzare il contesto in cui si vive
2 ) mancanza di significati: percezione di mancanza di valori che ispirano l’agire
3 ) assenza di norme : sensazione che vengano usati mezzi illegittimi x raggiungere certi scopi
4 ) isolamento: sentimento di estraniazione dalle mete culturali e dalla societa’
5 ) autoestraniamento: incapacita’ di trovare attivita’ autogratificanti
Marx: non esistono scale per misurare l’alienazione, o si e’ alienati o no.
L’alienazione varia dal contesto sociale nel quale ci si trova: fabbrica, azienda…
Capitolo III
3.1 L’ urbanizzazione come stile di vita
La vita Urbana in Europa Occidentale riprende nel IX secolo con il rifiorire del commercio che erano precedentemente rallentate.
Si tratto’ quindi di rinnovamento di centri esistenti e non della loro costruzione
Nei Paesi del Medioevo le citta’ si svilupparono soprattutto vicino alle Chiese, nei paesi nordici nel borgo militare privo di strutture civili.
Sviluppo città medievale = nuova possibilita’ di svolgere attivita’ mercantile.
classe mercantile: diede ai borghi nuova vita, i mercanti si fermano a vivere in quei borghi, tralasciano il nomadismo.
Alcuni “ cadetti “ si stancano dell’organizz.feudale e iniziano a vendere il surplus agricolo.
L’urbanizzazione moderna esplode in inghilterra nel XVIII sec e poi i Europa, crescono le incertezze ma si puo’ trovare cibo a pochi Km.
3.2 L’ urbanizzazione moderna
si riferisce alla grande concentrazione di popolazione nelle aree urbane e all’aumento delle citta’.
L’urbanizzazione moderna a differenza di quella antica e’ accompagnata dall’industrializzazione.
motivi urbanizzazione: progresso tecnico ( applicazione scienze )apparecchiature industriali, diminuzione mortalita’.
si crea eccesso di popolazione agricola, la gente cerca lavoro nei settori non agricoli integrando il proprio lavoro con attivita’ extra
Nel XIX secolo lo sviluppo dell’industria abbassa la possibilita’ di doppio lavoro, il sistema economico diventa complesso.
lo stile di vita urbano fa ormai parte anche del mondo agricolo.
3.3. Societa’ metropolitane
Nascono da massicci fenomeni migratori, ogni metropoli ha un centro storico che per lo piu’ e’ sempre centro di un livello socio culturale alto, a Londra invece il centro politico e finanziario e’ vicino ai borough dove e’ alta la presenza di immigrati.
Nei paesi poveri o in via di sviluppo cresce la vita urbana perche’ queste citta’ sono sempre meno in grado di fornire opportunita’ economiche e servizi essenziali ai nuovi arrivati.
3.4 Le origini della sociologia urbana
Marx ed Engels si occupano del rapporto tra citta’ e campagna
la citta’ fonda la sua economia sul capitale
la campagna fonda la sua economia sulla proprieta’ fondiaria
Per Durkheim la citta’ non e’ solo luogo d’innovazione e modernizzazione ma anche variabile influente sullo sviluppo della solidarieta’ organica
Per Tonnies e’ luogo tipico della societa’ ed e’ opposta alla comunita’, e’ caratterizzata da solidarietà meccanica
Per Weber la citta’ e’ luogo di potere di razionalita’.
Negli USA l’inurbamento ha portato alla crescita di metropoli e al diffondersi di criminalita’ urbana, L’area urbana di Chicago è la piu’ frequentata da immigrati. All’ universita’ di Chicago del 1892 Small fonda la scuola ecologica sociale urbana
Park con il volume The City racconta la storia ecologica della citta’ , per lui la citta’ e’ una struttura complicata articolata secondo uno schema a cerchi concentrici con zone dove si
3.5 Recenti tendenze nell’analisi sociologica della città
Ci si dedica meno all’analisi ecologica ma si punta sui problemi sociali
si studiano le articolazioni del potere, le forme di solidarieta’, quelle di emarginazione, i gruppi ecc…
Negli anni 60 negli USA si crea un filone di studi per pianificare le citta’, le metropoli e per il risanamento delle stesse.
Si vede una maggiore attenzione sui fenomeni urbani da parte della popolazione
lo studioso francese Chombart de Lauwle studia:
1 ) i bisogni collettivi degli operai e sottolinea come lo sviluppo della citta’ renda segregate certe categorie.
Capitolo IV
4.1 Diseguaglianze e classi sociali
l’idea che le diseguaglianze sono naturali entra in crisi in Europa e USA in seguito all’illuminismo
Il soggetto si riconosce come cittadino, cadono privilegi di nobili e aristocrazia, i soggetti hanno diritto di inseguire la felicità a prescindere dalla fede e dall’origine.
Marx non ha mai approfondito nel “ Capitale “ il concetto di classe sociale ma accennando a questa prende spunto dagli storici borghesi e pensatori socialisti. Dice Marx che le classi e i loro conflitti sono stai scoperti in precedenza appunto dai borghesi.
A Marx si deve dar atto di aver previsto la vittoria della classe operaia con l’instaurarsi di un assetto sociale nuovo dove il conflitto tra classi viene superato.
La societa’ socialista porta al superamento dei conflitti di classe
Marx parla di classe in sé e classe per sé: si riferisce in questi termini al proletariato.
distingue tra borghesia ( detiene i mezzi di produzione ) e proletariato ( persone che dispongono solo di forza lavoro e costrette a venderla per vivere ).
Il proletariato da classe in sé ( cioe’ esistente ) diventera’ classe per se’ ( quando acquistera’ la coscienza di essere una classe sfruttata dalla borghesia ed avra’ una coscienza di classe ).
Una volta acquistata la coscienza di classe ovvero la classe per sé dovra’ lottare contro la borghesia per raggiungere una “ societa’ senza classi “.
Questo cambiamento non potra’ avvenire in maniera pacifica, si avra’ bisogno di una rivoluzione anche violenta.
Per Marx il problema tra borghesia e proletariato muta nel corso della storia, la borghesia ha resto piu’ brutale l’interesse che sta alla base dei rapporti tra uomini, questi rapporti prima erano mediati da illusioni religiose e politiche, dalla famiglia, dagli affetti mentre con la borghesia verte tutto sugli interessi. La borghesia rivoluziona continuamente i modi di produzione ma mantiene il suo potere. L’elaborato degli operai con le macchine diviene sempre piu’ meccanico e tedioso e tende a deprezzarsi, il proletariato peggiora.
La borghesia e’ di numero ristretto ed è piu’ ricca.
Materialismo storico: Marx vede la storia racchiusa all’interno di uno schema esemplificativo: società attuale ( quella della germania del primo 800 piena di rivoluzioni industriali con gravi problemi economici dal punto di vista dei lavoratori ) composta da borghesi e proletaria, sara’ superata nel corso degli anni attraverso la rivoluzione proletaria.
4.2 I ceti sociali
Per studiare le classi sociali bisogna studiare il fattore economico, quello del prestigio e del potere, cosi’ si orienta la sociologia Americana che misura la stratificazione sociale tenendo conto di:
Per Weber la classe:ogni gruppo di uomini che si trovano in una eguale situazione di classe. Interazione tra soggetti con comune interesse di classe.
Situazione di ceto: privilegio positivo o negativo nella considerazione sociale fondato sul modo di condizione di vita, sul prestigio della nascita o del lavoro.
Per Warner: scopre tre classi sociali conducendo una ricerca in Massachusetts:
1 ) classe superiore suddivisa in:
strato alto superiore ( antiche famiglie di razza bianca anglosassone )
strato alto inferiore ( i nuovi ricchi )
fanno parte di questa classe soggetti con alto reddito,potere, prestigio
2 ) classe mediosuperiore: professionisti di successo repressi dal mancato passaggio alla classe superiore, vogliono distinguersi
3 ) classe medioinferiore: piccoli imprenditori, operai che tengono al decoro e al prestigio
Per Sorokin e’ possibile individuare 3 stratificazioni sociali:
i 3 strati si intrecciano ma non necessariamente corrispondono ( alto posto vita professionale, basso nello strato economico ) bisogna studiare separatamente i vari aspetti della stratificazione.
4.4 Oltre le classi sociali?
Secondo Weber esistono dei gruppi di status: gruppi di persone che condividono uno stile di vita e un identita’ ( etnica’, religiosa ecc ) , questi gruppi possono organizzarsi in gruppi di potere ( partiti ) ma spesso sono disomogenei e in conflitto.
Per Mrx: una classe economica presa coscienza della sua condizione puo’ trasformarsi in partito.
Al potere ci sono quindi dei particolari gruppi di Status
Per Mills: al vertice della societa’ americana agli inizi anni 50 si collocavano 3 gruppi di status diversi:
1 ) responsabili del grande sviluppo economico
2 ) establishment politico culturale della costa d’oriente ( affinita’ psicologica tra loro, interscambio ruoli, mediazione con un elite costituita da consulenti e tecnici del potere “ i media men “ che dirigono una classe d’impiegati. Questi impiegati sono i colletti bianchi e non sono una classe omogenea perche’ non sono una comunita’ di coscienza.
Jonathan Turner individua 6 diversi aspetti della stratificazione:
concentrazione della ricchezza materiale
concentrazione del potere
concentrazione del prestigio
: costruzione dei gruppi omogenei sotto l’aspetto culturale
:classificazione gruppi in base allo status
:mobilita’ sociale.
4.5 Le classi sociali in Italia
La frattura tra nord e sud e’ dagli inizi degli anni 70 attribuita alla frattura della societa’ industriale con quella della societa’ agricola ( nord e sud in sintesi ).
Negli anni 50 il reddito e’ cresciuto sia a nord che a sud ma le differenze strutturali sono rimaste le medesime.
Con l’industrializzazione:
il sud perde le caratteristiche di economia prevalentemente agricola
il Nord vede flettere il proletariato industriale agricolo
Capitolo V
5.1 L’avvento delle masse
industrializzazione e urbanizzazione = portano un assetto sociale nuovo all’inizio del 900 diverso dalle societa’ industriali dell 800
5.2 La societa’ di massa come societa’ del consenso
Shils e’ un sociologo americano che si occupa della massa in termini di “ consenso “.
genera nel soggetto un attaccamento alla societa’ e scatena affinita’ con i simili, i soggetti si aggregano in modo libero
i conflitti interni sono dati dal fatto che la massa non e’ ancora pienamente realizzata
la massa coltiva l’idea della polis: cittadinanza comune estesa ad un vasto territorio
si attenua la paura delle autorita’, si rafforzano i diritti
risorgono i valori soffocati nel medioevo ( egualitarismo, individualita’ )
la cultura di massa fa superare il dissenso prevedendo un unita’ culturale omogenea estesa a tutti
Secondo Wirth il consenso di massa si articola intorno a principi, valori , convinzioni che i mezzi di comunicazione possono rafforzare, non e’ dato dall’accordo di tutti ma dalla necessita’ di comunicazione, di dibattito.
Si costruisce un processo di persuasione con la mediazione di personaggi riconosciuti attendibili e capaci di interpretare i valori dei gruppi di cui fanno parte.
I messaggi persuasivi sono solitamente quelli che all’inizio sembrano neutri.
5.3 La cultura di massa
5.4 Consumi e manipolazione delle coscienze
Mannheim: la societa’ industriale porta a repressioni e rinunce, la societa’ di massa accumula energie psichiche non sublimate che minacciano di frantumare la vita collettiva.
Si pone il problema di controllare l’inconscio collettivo.
Secondo la scuola di Francoforte ( Marcuse, Adorno ) le masse potrebbero portare problemi anche in societa’ socialdemocratiche. Per Marcuse la massa porta alla creazione di uomini incapaci di giudizio autonomo che si muovono attraverso la cultura dominante. I bisogno secondari diventano primari.
Per Marcuse gli oggetti consumati soddisfano bisogni falsi anche se percepiti come bisogni primari, le persone si riconoscono nelle merci.
5.5 Teorie della societa’ postindustriale
Alain Touraine: sociologo francese utilizza le categorie diffuse in quel caos culturale per analizzare i movimenti collettivi che esplodono nel 68 in Francia.
Riprende il concetto di societa’ postindustriale gia’ citato da Bell.
il conflitto del 68 assume caratteri diversi da quelli della teoria di Marx, si oppongono al sistema studenti, operai, scienziati e piu’ tardi gli operai. Queste classi non erano classi sfruttate ma erano privilegiate perche’ avevano il potere legato alla produzione e alla conoscenza scientifica.
Prendono un ruolo centrale i “ produttori di conoscenza “ che espletano le loro attivita’ fuori dall’ industria: agenzie che controllano il sociale, laboratori di ricerca scientifica.
Queste societa’ sono secondo Turaine societa’ postindustriali:
1 ) perche’ l’industria sta’ perdendo il suo ruolo centrale di attivita’ econom, cultur e politica
2 ) e’ nel terziario avanzato che si diffondono norme e valori e non nell’industria
3 ) gli attori del nuovo conflitto non sono i componenti del proletariato industriale ma gli addetti al terziario avanzato.
Il conflitto e’ per lui scaturito dal conflitto di potere ( economico, politico, religioso ) e classi sociali che vogliono uscire dall’alienazione.
Per Dahrendorf: la societa’ postindustriale ha degli elementi che la distinguono da quella industriale.
Nella societa’ avanzata i manager, i dirigenti hanno gruppi di riferimento, norme, valori diversi da quelli del tradizionale proprietario dirigente, questi lavorano negli interessi degli altri.
le societa’ avanzate nella classe operaia ci sono categorie di specializzati che hanno un ruolo importante nell’azienda, percepiscono alti salari, i lavori poco qualific ad immigrati.
Espandersi classe media = uniformita’ stili di vita
Burocratizzazione delle funzioni del governo
Dahrendordf fa riferimento a societa’ industriali avanzate quali USA, Repubblica Federale Tedesca.
5.6 Conflitti e razionalita’ nelle societa’ postindustriali
1968 1980 fase acuta di conflittualita’ interna nell’Europa Occidentale
si emettono aspettative collettive tipiche delle societa’ di massa
la struttura sociale ed economica e’ arretrata
entrano nella societa’ di massa i paesi dell’ Est, paesi arabi, terzo mondo afroasiatico
diritti delle donne bloccati in islam
Per Touraine gli studenti del 68 furono in grado di gestire un movimento collettivo fluido e di grandi dimensioni perche’ collocati in dimensione contraddittoria:
si fecero portatori di utopie entrando in rotta con il sistema e le istituzioni.
Capitolo VI
6.1 Forme di potere
i dominati : accettano il potere politico per il proprio interesse personale.
un autorita’ assegna il diritto di comando e quello del dovere dell’ obbedienza. Il potere a che fare con l’influenza piuttosto che con l’imposizione. Il potere come imposizione e’ instabile e costoso.
Per Weber: ogni potere cerca di essere legittimato e poi di sviluppare un apparato per obbedienza.
CI sono 3 tipi di potere legittimo:
1 ) la legittimita’ razionale: poggia sulla legalita’ e del diritto al comando di chi esercita, si obbedisce a questo potere perche’ legale e prescritto. Chi obbedisce lo fa alla legge.
2 ) la legittimita’ di carattere tradizionale: credenza nel carattere sacro delle tradizioni valide da sempre e nella legittimita’ di coloro che sono chiamati a rivestire il ruolo di autorita’. Si obbedisce adl signore per reverenza. ( societa’ semplici ). ( premi, doni )
3 ) La legittimita’ di carattere carismatico: poggia sulla forza di una persona e degli ordinamenti creati da questa. Si obbedisce a questo potere perche’ si ha totale fiducia in chi lo riveste.
Tratti dello stato moderno:
accentramento potere politico accompagnato dal principio di solidarieta’ territoriale
potere politico diviene autonomo da altri tipi di potere
apparato burocratico amministrativo che rende razionale la gestione del potere
diritto come strumento di legittimazione del potere
emergere della societa’ civile rispetto allo Stato.
6.2 Il diritto e la razionalita’ burocratica
La legge legittima il potere.
Per Weber:
La burocrazia si distingue per:
1 ) regole generali a cui tutti sono soggetti
2 ) organizzazione gerarchica
3 ) impersonalita’ delle cariche
4 ) accentuata divisione del lavoro
Disagi: i burocratici potrebbero approfittare del loro potere per espandere la loro autorita’.
Merton: si dedica agli aspetti disfunzionali che porta la burocrazia ( attegg.meccanico dei burocrati )
Crozier: la burocrazia frena la razionalizzazione, è manifestazione patologica. Troppo rigida. Razionalizzazione e burocratizzazione processi divergenti.
6.3 Le teorie elitistiche
Fine 800 si inizia ad analizzare il governo e i governanti
rappresentanti di tali teorie: ( Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Robert Michels ) che criticano le teorie economiste di Marx e della democrazia liberale.
Gaetano Mosca:
strato superiore: ( numero ridotto, prende decisioni importanti )
strato inferiore: ( diffonde la formula politica che legittima il dominio ).
I governanti possono rovesciare la vecchia elite ma presto si formera’ una minoranza organizzata nuova che assumera’ un ruolo di nuova elite.
Robert Michels:
Alfredo Pareto:
azioni logiche: appropriate in vista del conseguimento dello scopo prefisso
azioni non logiche: non appropriate in vista del conseguimento dello scopo prefisso
6.4 i regimi politici
regime politico = contesto nel quale operano attori politici
delimita i confini entro i quali le organizzazioni di partito, i sindacati e le associazioni possono intervenire
e’ l’insieme di valori delel istituzioni, delle norme e delle regole
esistono 3 grandi regimi:
1 ) regime democratico: fondato su regole non mutabili mentre è in corso, e’ democratico se ci si puo’ opporre a questo
se c’e’ il suffragio universale
elezioni libere a scadenza regolare, tutte le cariche assegnate tramite elezione
piu’ partiti in competizione, piu’ forme d’informazione dei partiti
Per Marx la vera democrazia e’ solo quella economica fondata sulla ridistribuzione delle ricchezze e sulle eguaglianze materiali.
2 ) regime autoritario: Pluralismo politico limitato, limitate fonti d’informazione
no mobilitazione politica esteza
potere in mano di un piccolo gruppo o di un leader ed e’ arbitrario
3 ) regime totalitario: definizione che nasce dallo stalinismo in URSS e dal nazismo in Germania
Pluralismo politico assente, mobilitazione indotta dall’altro, leader senza limite d’esercitaz del potere, distruzione del precedente ordine, trasformazione della realta’ sociale.
Capitolo VII
7.1 L’organizzazione del consenso
regimi totalitari: il consenso e’ devoluto ad un unico partito molto ideologico dove sottostanno governo, burocrazia, cultura ed economica.
regimi autoritari: si tollerano spesso partiti satelliti a condizione che contribuiscano ad organizzare consenso di particolari referenti sociali
regimi democratici: i partiti devono creare autonomamente consenso intorno a un progetto
media men: uomini immagine che sono sempre centrali in ogni strategia elettorale
7.2 I partiti politici
Max Weber: osserva i partiti di massa e sottolinea come questi possono rappresentare interessi condizionati dalla situazione di classe o di ceto ma non necessariamente sono partiti di classe o di ceto.
Maurice Duvrger: ( anni 50 )
svolge un analisi sistematica dei partiti politici moderni facendo una serie di classificazioni delle strutture partitiche sulla base alcuni criteri
criteri di classificazione dei partiti secondo durverger:
Origine:
partiti di origine interna
partiti di origine esterna
Partecipazione:
partiti di notabili
partiti di massa
Adesione:
partiti a struttura diretta, adesione individuale
partiti a struttura indiretta, adesione collettiva
partiti misti
Unita’ di base organizzativa:
comitati
cellule
milizie
Rapporti tra unita’:
partiti verticali o orizzontali
partiti centralizzati o decentralizzati
Durvenger elabora poi da questa classificazione una tipologia generale delle diverse strutture partitiche, ce ne sono tre tipi:
1 ) Partiti liberali e conservatori: partiti privi di un organizzazione rigida e capillare, basati su comitati indipendenti di notabili la cui attivita’ e’ costituita dalla preparazione e conduzione delle battaglie elettorali, il potere e’ gestito dal gruppo facente capo al leader parlamentare che riesce a prevalere sugli altri
2 ) Partiti socialisti dell’ Europa continentale: inquadramento di grandi masse popolati. Partiti che si autofinanziano con autotassazione degli iscritti allo stesso.
3 ) Sociologico, fascismo, comunismo: sistemi analoghi di vincoli rigidi, dottrina rigida e totalitaria. Il potere decisionale e’ gestito da una ristretta oligarchia che domina su una base impotente.
7. 3 Forme e livelli di partecipazione politica
1 ) la presenza: forma meno intensa, comportamenti ricettivi o passivi
2 ) l’attivazione: il soggetto svolge attivita’ politiche sia su delega che per propria iniziativa
3 ) la partecipazione: vera e propria, quando il soggetto contribuisce direttamente o no alla decisione politica
7.4 I movimenti collettivi e gruppi d’ interesse
Sono propri dei movimenti collettivi la spontaneita’, la mobilitazione di massa, l’assemblerismo, cortei, proteste.
questi movimenti producono mutamento sociale.
Con Bentley l’analisi dei gruppi d’interesse si orienta su tre direttrici:
1 ) individuazione e classificazione dei gruppi
2 ) modalita’ d’azione dei gruppi e del sistema politico
3 ) ruolo che svolgono questi gruppi nel sistema politico
Per Almond e Powell esistono:
1 ) gruppi di interesse anomico: rappresentano interessi nuovi e non riconosciuti dal potere, tali gruppi adottano forme di partecipazione politica non convenzionali e a volte illegali e violente.
2 ) gruppi di interesse non associativi: basati sull’etnia, la famiglia, la parentela, sul riconoscimento di legami primari
3 ) gruppi di interesse istituzionale: si organizzano per la difesa della promozione di una serie di privilegi, si tratta della Chiesa, dei militari, della burocrazia
4 ) gruppi di interesse associativo: piu’ diffusi, il sindacato, le organizzazioni degli imprenditori.
7.5 Il sistema politico italiano
Si crea un regime consociativo dove restano nell’opposizione solo estrema destra e ultra sinistra movimentista.
Capitolo VIII
8.1 Lo stato sociale: origine e sviluppi
Nei paesi indicati da Edward Shils come primi esempi di societa’ di massa dell’ Europa Occidentale: G.B, Francia, Germania Occidentale sono quelli in cui negli anni 40 si sviluppa un riconoscimento da parte dello Stato verso il cittadino di diritti e doveri di conseguenza:
minimo reddito a tutti
diritto alla salute
istruzione
il Welfare State o lo stato sociale e’ di orientamento socialdemocratico, qui i soggetti rivendicano l’intervento dello Stato come diritto.
Mashall: per essere aiutato dalla collettivita’ il povero doveva essere visto fuori gioco dalla societa’, lo Stato lo aiutava perche’ lo vedeva come un pericolo per l’ordine pubblico e per l’igiene.
esisteva nella societa’ la filosofia del self help dimensione caritativa e motivata da principi umanitari e di prevenzione delle tensioni sociali.
il Friendly societies man mano va a sostituire il self help. ( societa’ mutuo soccorso in caso di malattia, disoccupazione, vecchiaia, morte ). Corrente fondata dalla classe operaia ( promuove nascita scuole adulti, nascita sindacato riformista ).
Nascono nel 1860 le prime forme centralizzate di mobilitazione sindacale e i primi partiti di classe operaia, queste manifestazioni servirono per l’affermarsi dei diritti delle classi svantaggiate.
Tra il 1905 e il 1911 in G. B vengono gettate le basi dei moderni sistemi di Welfare, Churchill quando entra a far parte del gabinetto dei liberali sente la necessita’ di portare a condizione di vita migliore i milioni di persone dimenticate.
Churchill e Lloyd George preparano il piano chiamato : National Insurance Act ( approvato 1911 ) , possiamo spiegarlo in questo modo:
1 ) Sistema di assicurazione obbligatoria per malattia
2 ) i lavoratori versano 4 scellini a settimana, 3 versati dal datore e due dal Tesoro
3 ) in caso di malattia il soggetto sarebbe stato curato gratuitamente ed avrebbe ottenuto un assegno di dieci scellini ogni settimana.
4 ) laburisti e conservatori appoggiano il piano
5 ) nascono con questo piano le prime forme di assistenza sociale non come caritas ma come diritto inalienabile , i sudditi diventano cittadini.
La welfare nella politica italiana fallisce, l’italia punta sull’iperprotezione di classi gia’ avvantaggiate.
8.2 Teorie dello stato sociale
Inizi anni 50 con welfare state ci si riferiva ai nuovi programmi introdotti dal governo Attlee e a un grado di societa’ che avesse soddisfatto i bisogni del cittadino dalla culla alla bara.
Beveridge afferma che indipendentemente dal reddito, tutti i soggetti hanno diritto di essere protetti da vecchiaia, disoccupazione, anzianita’.
James o’cconnor: si ispira al versante Marxista e vede l’emergere delle politiche sociali come conseguenza dello sviluppo di un settore industriale monopolistico. Distingue all’interno della societa’ capitalistica 3 piani economici:
1 ) settore monopolistico: (statale, cuore delle politiche sociali, la produttivita’ cresce piu’ veloce )
2 ) settore concorrenziale
3 ) settore stabile
l’ approccio conflittualista: distingue le politiche sociali come il prodotto di conflitti che vanno dalle periferie al centro ma situano le politiche sociali all’interno di una strategia, da parte dello Stato, finalizzata all’integrazione sociale. La cittadinanza come e’ stato rilevato da Marshall puo’ essere scomposta in 3 elementi: uno politico ( diritto di entrare a far parte del potere a prescindere dalla classe ), uno sociale ( diritto minimo di benessere economico, sicurezza sociale ) e civile ( assicura diritti della liberta’ individuale ).
All’interno del capitalismo e’ necessario istituzionalizzare le politiche sociali per 3 ragioni!:
1 ) la trasformazione di una massa informe di salariati in gruppo socialmente omogeneo rende necessario che le forme di vita esterne al mercato del lavoro siano regolate in modo vincolante dallo Stato
2 ) mettendo in crisi i rapporti sociali precedenti , l’organizzazione capitalistica del lavoro rischia di compromettere la riproduzione della forza lavoro che richiede forme di sicurezza sociale
3 ) la fluttuazione del mercato del muro rende necessaria l’arte famigliare e di raccolta in grado di garantire il controllo della forza lavoro anche quando questa rimane ai margini del processo produttivo oppure ne viene espulsa.
8.3 La crisi del welfare state
ci sono 3 grandi categoire del welfare state:
1 ) regimi sociopolitici genericamente liberali: sistemi di protezione riservati solo a coloro che non dispongono di mezzi sufficienti , danno modesti aiuti
2 ) paesi dell’ Europa continentale: programmi piu’ articolati. Preservano le differenze interne al mercato del lavoro , la famiglia gioca un gioco irrilevante, l’influenza della religione mantiene il suo ruolo.
3 ) paesi scandinavi: welfare improntato sull’intervento pubblico garantendo prestazioni di alto livello.
Il Welfare state non si dimostra piu’ efficiente nelle politiche sociali del periodo postindustriale.
Capitolo IX
9.1 Il nuovo disordine mondiale
Primo mondo ( societa’ socioeconomicamente avanzate a regime capitalistico e socialdemocratico )
Secondo mondo ( paesi a regime collettivista e autoritario dell’ Europa centrorientale )
Terzo mondo ( paesi variamente arretrati ).
Nel 2006 non e’ facile fare ancora una distinzione cosi’ netta, ci sono paesi in via di sviluppo ma ricchissimi di materie prime.
Gli Stati Uniti sono rimasti l’unica superpotenza mondiale.
Il crollo del bipolarismo Urss Usa disinnesca conflitti storici durati per moltissimo tempo.
9.2 Nord e Sud: teorie dello sviluppo
Teoria diffusionista di Daniel Lerner.
Analizza il processo di modernizzazione in cinque paesi del Medio Oriente.
Per Lerner, il percorso di sviluppo per il quale sono passati i paesi Occidentali e’ ripetibile e bisogna ricrearne le condizioni perche’ possa giovare anche ai paesi in via di sviluppo.
4 gli elementi che compongono il suo modello di sviluppo:
1 ) urbanizzazione
2 ) alfabetismo
3 ) partecipazione a mezzi di comunicazione di massa
4 ) partecipazione politica
a questi elementi si aggiunge la componente della personalita’ che Lerner definisce empatia, questa serve per mantenere coerenza interna quando le istituzioni mutano.
Per Marion Levy:
processo di sviluppo: fenomeno di acculturazione e diffusione di strutture sociali dai paesi sviluppati a quelli sottosviluppati.
il contatto tra strutture modernizzate e strutture sottosviluppate mette in moto queste ultime.
Per David McCleland:
formare giovani fortemente motivati all’imprenditorialita’
Per Lewis:
spostare manodopera a basto costo nella citta’, creare surplus da reinvestire.
Per Rostow:
Ogni paese passa per fasi di sviluppo:
1 ) societa’ tradizionale: sviluppata entro funzioni produttive su tecniche semplici
2 ) societa’ nel percorso di transizione: si sviluppano le condizioni per il “ decollo” imitando societa’ piu’ moderne.
3 ) il decollo: intervallo in cui le vecchie paure sono superate
Per Hoselitz: ( strutturalfunzionalista )
due schemi di societa’, quella tradizionale e quella moderna, questi due schemi si escludono a vicenda.
9.3 Nuovi approcci allo sviluppo
Il processo di sviluppo da imitare resta quindi quello dei paesi occidentali, crescita attivita’ economica fornendo capitale ( in questo si e’ impegnata inizialmente l’ ONU ).
Capitolo X
10.1 Il concetto di socializzazione
socializzazione = trasmissione di insieme di conoscenze, valori, norme, capacita’
coinvolge: societa’ ( che trasmette ) e il soggetto ( che ne e’ il destinatario ).
10.2 Fattori genetici e ipersocializzazione
la socializzazione e’ il prodotto di una serie di influenze ed esperienze ( famiglia scuola ) che definiscono le caratteristiche sociali del soggetto.
Il soggetto entra in societa’ con un patrimonio genetico che fa prevalere certi tratti comportamentali.
L’approccio sociologico : con la socializzazione si riduce questa componente genetica anche se alla fine dell’ 800 la concezione genetico deterministica secondo cui l’ereditarieta’ avrebbe condizionato l’impatto socializzante con fattori ambientali non coerenti era diffusa.
Per Parsons:
obiettivo centrale della socializzazione e’ interiorizzare le norme e i valori culturali che rendono possibile l’integrazione del soggetto con l’intero sistema
abbandona l’idea dei fattori genetici proposta dia colleghi
Per James, Cooley, Mead: ( interazionismo simbolico ).
Cooley introduce il concetto di “ Io riflesso “ = la formazione dell’ Io e’ dovuta a 3 processi fondamentali:
1 ) immaginazione del modo in cui gli altri percepiscono noi stessi
2 ) percezione del giudizio che gli altri esprimono su noi
3 ) senso di gratificazione/insoddisfazione che deriva da questa percezione
La personalita’ secondo gli interazionisti e’ il prodotto dell’interazione tra noi e gli altri
Per Mead:
noi ci vediamo come gli altri ci vedono, ci rivolgiamo a noi come gli altri si rivolgono a noi ( altro generalizzato )
Per Erickson:
Il bambino non e’ schiacciato dalla personalita’ dei genitori ma e’ lui stesso a modificare la loro, il ragazzo nell’arco della vita, nella societa’ industriale, passa attraverso molte agenzie socializzanti.
Il soggetto nello stesso tempo riveste posizioni differenziate in aggregati differenti ( figlio a casa, alunno a scuola ) proprio per questo si possono creare dissonanze ( competenze non conformi tra loro ) e incorrera’ in contraddizioni di ruolo che possono essere:
intraruolo: contraddizioni interne ad una stessa posizione ( medico al quale sono chieste diverse cure per una stessa malattia )
interruolo: contraddizioni tra insieme di competenze collegate a piu’ posizioni assunte dal soggetto ( donna, madre ecc ).
10.3 Processi e centri di socializzazione primaria
coinvolge le prime fasi di vita e le persone che stanno piu’ vicino al bambino
proprio qui il bimbo definisce la struttura di base ( insieme di valori ).
Le fasi precedenti di socializzazione influenzeranno quelle successive ( Parsons ).
fiducia /sfiducia
Ruolo: insieme di regole di condotta e delle aspettative che confluiscono su un determinato individuo in base allo status che egli detiene entro una rete organizzata ( gruppo, associazione )
Per Mead per la formazione del se’ e’ fondamentale assumere un ruolo.
Per Parsons:alla base dei processi di socializzazione primaria agiscono 2 diversi livelli:
livello gratificazionale : soddisfazione di un bisogno con oggetti appartenenti ad una certa classe fame = cibo )
livello cognitivo: riguarda le conoscenze che orientano la scelta di un oggetto piuttosto che di un altro per soddisfare lo stesso bisogno.
Tali meccanismi sono 5:
1 ) rafforzamentoestinzione: dopo un determinato comportamento…
2 ) inibizione: rinuncia a un comportamento per le conseguenze previste
3 ) sostituzione: sostituzione di un oggetto con un altro per soddisfare un bisogno
4 ) imitazione: il soggetto acquisisce dei tratti particolari della cultura, del comportamento di un altro soggetto
5 ) identificazione: assunzione di un modello e il suo assorbimento.
I processi di socializzazione primaria si svolgono quasi tutti all’interno della famiglia del bimbo.
10.4 Processi e centri di socializzazione secondaria
avviene quando un soggetto e’ in grado di assumere un ruolo entro un contesto sociale, cio’ avviene quando egli ha acquisito le competenze specifiche.
il soggetto puo’ assumere piu’ ruoli
il primo centro di socializzazione secondaria e’ la scuola
la famiglia e la scuola hanno un carattere decisivo ai fini dell’adesione del soggetto ad una data concezione del potere
un'altra agenzia socializzante e’ il gruppo dei pari, si caratterizza per rapporti simmetrici, sviluppa senso di collaborazione all’interno del gruppo e competizione all’esterno
La teoria dei gruppi di Merton: i soggetti si sentono vittime di una privazione relativa quando hanno la soggettiva convinzione che altri soggetti di un organizzazione li abbiano privati di qualcosa che era percepita come dovuta
dal punto di vista dell’integrazione sociale la televisione viene vista come strumento manipolatore capace di dare una visione distorta della realta’, puo’ dare problemi a soggetti adolescenti ed instabili
Per gli ottimisti i messaggi errati della tv per i piccoli non sono poi molto violenti rispetto alla favola di cappuccetto rosso. Spesso al televisione e’ scambio e interazione.
10.5 Il comportamento deviante
La socializzazione puo’ dar luogo a comportamenti devianti quando nel sistema c’e’ una sorta di anomia, questo avviene anche quando le norme sociali interiorizzate sono distorte, quando si frequentano culture devianti.
Sutherland:
l’atto deviante e’ una scelta razionale
Per Parsons: la devianza e’ dovuta a un momentaneo mal funzionamento della struttura sociale prodotto da un errata socializzazione, che chiunque ha interiorizzato in modo errato nelle norme.
Esistono due tipi di devianza:
Per Lemert
devianza primaria: avviene in piu’ contesti ( sociali, culturali, psicologici ) e possiede le implicazioni solo marginali per la struttura psichica del soggetto, essa non da luogo a riorganizzazione simbolica a livello di atteggiamenti nei riguardi di se e degli altri. Non e’ una devianza grave, lo diventa quando il comportamento deviante viene percepito dalla collettivita’ inadeguato.
devianza secondaria: comportamento deviante o nei ruoli sociali basati su di esso , diviene mezzo di difesa, di attacco o di adattamento nei confronti dei problemi
Capitolo XI
11.1 L’analisi sociologica dei piccoli gruppi
Società avanzate = crescita rapporti interpersonali, in un sistema si giocano piu’ ruoli.
Ogni gruppo , sia formale che informale porta con se una specifica subcultura o i singoli membri sono tenuti a conformarsi altrimenti vengono esclusi dallo stesso.
un soggetto fa parte di piu’ gruppi quindi ha comportamenti talvolta contraddittori
nel gruppo si apprendono degli schemi di comportamento
all’interno del gruppo il soggetto apprende
societa’, individuo, gruppo si scambiano continuamente informazioni. Per Asch non puo’ essere definito gruppo senza societa’ e neanche societa’ senza gruppo.
Parsons e Shils: relazione tra personalita’ individuale e struttura sociale. Tramite l’interiorizzazione dei valori culturali il soggetto adotta quei schemi di comportamento e quegli atteggiamenti che sono validi per inserirsi nella societa’.
11.2 Caratteristiche del gruppo ristretto
Cooley: distingue tra legami primari ( di natura affettiva ) e i legami secondari ( di natura pratica ).
I gruppi primari nascono per soddisfare bisogni emotivi, quelli secondari per raggiungere certe finalita’
Tonnies e Jennings: Nei gruppi primari si stabiliscono rapporto spontanei e informali, in quelli secondari i rapporti sono imposti da circostanze e funzionano in modo superficiale e automatico.
La divisione dei compiti suppune una stratificazione per importanza e pone al vertice un soggetto con funzione di guida.
IL gruppo visto come sistema di comunicazioni:
11.3 Ruoli e leadership
in un gruppo ogni soggetto a un ruolo voluto o imposto
il ruolo e’ determinato dalle aspettative sociali e dallo status
l’importanza dei ruoli e’ cruciale per coordinare i ruoli stessi
Sell:i ruoli entrano spesso in conflitto tra loro
il ruolo che ha maggior importanza all’interno del gruppo è quello di leader o di capo, anche il capo deve rispettare un insieme di prescrizioni, egli impersona i valori del gruppo, è un punto di riferimento.
Deve perseguire le aspettative degli altri membri del gruppo.
Il leader puo’ emergere spontaneamente durante un interazione in questo caso i membri conferiscono una certa autorita’ al capo perche’ credono in lui.
il leader puo’ imporsi dall’esterno, i membri sono tenuti ad attenersi a tale leader
11.4 Tipi di leadership
Kurt Lewin:
Capo autoritario:
Capo democratico:
Capo lassista
Con il termine gatekeeper ( guardaporte ) s’intende un personaggio che gioca un ruolo importante nel processo della comunicazione, si tratta della cellula del gruppo aperta verso l’esterno da cui i messaggi vengono convogliati e rimessi all’interno del gruppo.
Il leader d’opinione : grazie al suo prestigio e’ in grado di modificare l’opinione altrui.
Per Merton:
leader cosmopolita: ha influenza su un argomento particolare che riguarda non solo il gruppo
Capitolo XII
12.1 Conoscenza e strutture sociali
Si scopre una connessione tra conoscenza, strutture sociali e mutamento sociale.
Gli uomini stabiliscono rapporti sociali conformemente alla loro produttivita’ materiale e producono anche principi e idee conformi ai loro rapporti sociali.
La classe dominante stabilisce anche i principi dell’ideologia.
Per lo studioso si danno delle configurazioni proprie della realta’ che esauriscono le diverse possibilita’ di sapere, tra queste possibilita’ la scelta e’ condizionata dalla societa’.
C’e’ una conoscenza teologica ( la saggezza e la salvezza ) e una conoscenza filosofica ( volta alla costruzione di un sistema di idee per interpretare il mondo, da qui nascono le scienze fisiconaturali ), questa conoscenza e’ condizionata da esigenze socioeconomiche.
le idee sono per lui condizionate dalla classe di appartenenza e dall’assetto sociale in cui le classi si determinano.
Vuole sottoporre allo stesso procedimento critico tutte le forme di ideologia compresa quella borghese e del proletariato.
l’individuo non pensa ma porta avanti il pensiero dei suoi predecessori
elabora i vecchi modelli e li adatta ai nuovi problemi
nella societa’ moderna la mobilita’ rende valide non solo le proprie idee ma anche quelle diverse, prendono validita’ anche le teorie delle classi subalterne, emergono molte idee in conflitto pero’. Si dissolve l’idea dell’unita’ nel pensare e si arriva all’idea di pluralita’ del pensiero moderno.
L’incertezza dell’uomo nella Chiesa trova risposte nella scienza alla quale si affida.
ideologia per M: i fattori inconsci di alcuni gruppi tendono a nascondere lo stato reale della societa’ a se e agli altri
utopia per M: esistono gruppi impegnati alla trasformazione di una condizione sociale da non scorgere la realta’.
dell’ideologia puo’ esserci una concezione particolare e una totale:
Concezione particolare dell’ideologia: indica come le ideologiche solo alcune asserzioni dell’avversario. Riflette la dinamica della lotta politica e nella sua forma rozza e primitiva. Gli errori e le menzogne sono sempre dell’avversario
Concezione totale dell’ideologia: vuole individuare la connessione tra una certa situazione sociale e un'altra. Puo’ portare alla tolleranza dell’altro ma anche alla distruzione..
Questa forma di ideologia si raggiunge solo quando il ricercatore ha il coraggio di sottomettere anche il proprio punto di vista all’analisi ideologica.
12.3 La sociologia della scienza
Merton: l’ogetto della sociologia della scienza e’ l’interdipendenza dinamica tra scienza intesa come attivita'’sociale in progresso che da'’origine a prodotti culturali e di civilta'’e la circostante struttura sociale.
Le reciproche relazioni tra scienza e societa’ costituiscono l’oggetto di studio.
Quattro elementi costituiscono la scienza moderna: universalismo, comunismo, disinteresse, dubbio sistematico. Il fine istituzionale della scienza e’ l’assunto che impone di vedere nella scienza un processo cumulativo.
12.4 Le rivoluzioni scientifiche e la nuova sociologia della scienza
Kuhn: preferisce la visione sociologica della scienza piuttosto che quella epistemologica.
Un paradigma e’ cio’ che viene condiviso dai membri di una comunita’ scientifica.
Fonte: http://www.sociologia.uniroma1.it/users/studenti/Riassunti/riassuntospirito.doc
Sito web da visitare: http://www.sociologia.uniroma1.it
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