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La letteratura scientifica che testimonia degli effetti benefici dell’attività fisica è vastissima. Sono infatti moltissimi i documenti che evidenziano come l’attività fisica in quanto tale, a prescindere dagli obbiettivi e dal contesto, tende a migliorare le condizioni igieniche dei praticanti.
Sulla scorta di queste conoscenze la WHO, World Health Organisation, ha ripetutamente attivato iniziative a favore di un active lifestyle nel quale l’attività fisica è valorizzata come fattore di sviluppo delle condizioni sanitarie dell’individuo e della sua comunità.
Gli effetti benefici dell’attività fisica si possono osservare in molti modi e da molti punti di vista, e quando l’attività fisica è una pratica moderata e regolare si può affermare che i miglioramenti sono sostanziali sia in termini biologici-isiologici sia psicologici-sociali. Nel complesso gli effetti conducono anche ad una riduzione dei rischi di deterioramento delle capacità funzionali generali.
Al contempo un certo numero di lavori evidenziano però il fatto che ad essa sono associati dei rischi.
Vantaggi e rischi sembrano essere funzioni di numerosissime variabili. Le più frequentemente osservate dalla letteratura sono:
Vediamo dunque vantaggi e rischi variabile per variabile:
L’attività fisica sembra essere in grado di modificare significativamente e con una buona persistenza d’effetto l’umore dei praticanti.
Per ottenere quest’effetto non è tra l’altro necessario che l’esercizio sia intenso o duraturo, ma con una seduta di yoga si possono ottenere miglioramenti in termini di tensione, affaticamento e irritazione.
Con questo la conclusione del lavoro di Kavussanu M. e McAuley E. , dove si rileva che chi pratica attività fisica è tendenzialmente una persona ottimista, sembra confermare l’ipotesi di una stabile relazione causa-effetto tra pratica fisica e stato o condizione psichica.
In termini generali i benefici di una moderata attività fisica sono ribaditi anche dall’International Society of Sport Psychology, per la quale gli effetti benefici sono in particolare:
Sempre secondo la International Society of Sport Psychology l’attività fisica inoltre funziona molto bene in ausilio di trattamenti professionali di depressioni forti, ed i suoi effetti sono trasversali rispetto all’età ed al sesso degli individui.
In termini di percezione e immagine di sé è stato dimostrato che:
Uno degli aspetti fondamentali dell’attività fisica ricreativa e della sua ricaduta in termini di benefici igienici nel complesso è il divertimento.
Nonostante non si conoscano le relazioni interne che legano il divertimento e l’apprezzamento dell’attività fisica con i benefici psicologici nel praticante già in un review del 1993 di Wankel L.M. si evidenzia l’importanza del divertimento come fattore facilitante la continuità del coinvolgimento nell’attività e come causa di benefici psicologici in relazione con gli aspetti attitudinali dell’individuo e con altri fattori della personalità.
Circa l’importante funzione di prevenzione dell’attività fisica, se da un lato appare chiaro che se correttamente programmata su criteri generalmente validi induce comunque miglioramenti nello stato di salute psicofisico del praticante, per una effettiva stabilità degli effetti stessi occorre tararla sulle caratteristiche del soggetto (prestazioni, età, genere e stato di salute).
Sono stati inoltre osservati altri rischi di abbattimento del grado di benessere correlati all’attività fisica, come:
Alcune ricerche sull’attività fisica intensa hanno inoltre dimostrato che provoca un incremento dello stato d’ansia che può persistere anche per molte ore, e che si sono dimostrati anche casi di dipendenza da attività fisica.
La totalità dei lavori che hanno osservato le relazioni attività-genere del praticante sostengono la validità dei benefici per entrambi i sessi; coerentemente le indicazioni di tutte le organizzazioni o associazioni che si occupano di promozione della salute pubblica forniscono indicazioni di pratica fisica senza distinguere per genere dei praticanti.
A sostegno di questa trasversalità specifiche indagini hanno dimostrato che una moderata attività induce significativi benefici nello stato di salute delle donne di qualsiasi età.
E’ stato dimostrato inoltre che l’attività fisica produce effetti postivi nelle donne anche nelle condizioni di:
Circa i rischi si è osservato che:
I bambini non solo traggono piacere dal muoversi, correre e giocare, come sappiamo, ma ne hanno forte bisogno.
Su bisogno e benefici dell’attività fisica nei bambini esiste una vasta letteratura di natura psicopedagogica.
In generale si può sostenere che le attività fisiche in forma di gioco si dimostrano necessarie alle funzioni primarie dello sviluppo, e che l’attività fisica in genere tende ad innalzare il processo globale dello sviluppo intellettuale e psicomotorio.
La Federazione Europea di Psicologia dello Sport chiarisce peraltro che nel caso di pratica sportiva l’influenza sui bambini dipende in primo luogo dalla natura delle interazioni che si creano e dalla qualità dell’atmosfera emotiva nello stesso contesto sportivo.
Nel complesso i principali benefici dell’attività fisica osservati nella popolazione adolescente sono:
Circa i rischi si riscontrati dolori alla schiena più frequentemente negli adolescenti coinvolti in attività fisica, mentre si riducono, rispetto ai coetanei più sedentari, i rischi di dolori non-muscoloscheletrici.
Inoltre sono stati rilevati tra i giovani rischi anche in termini di autostima. In un’indagine tra atleti delle high school americane quelli d’elite hanno mostrato, rispetto ai colleghi non-d’èlite un grado maggiore di selfefficacy rispetto a quello dei colleghi non d’èlite. Ma la cosa interessante e per certi aspetti preoccupante è il fatto che nella stessa indagine, svolta in una scuola sportivamente selettiva, anche gli studenti non sportivi (cioè non atleti) hanno mostrato un livello di autostima più alto dei colleghi sportivi non d’elite. Ciò sta evidentemente a significare che un clima sportivamente competitivo può indurre, in relazione ai risultati dell’individuo, un certo abbassamento del grado di autoefficacia e che, di conseguenza, l’uscita da quello stesso contesto sportivo da parte degli atleti non d’elite può rappresentare una difesa per la salvaguardia della stima del sé al pari della non-inclusione (non atleti).
L’American College of Sports Medicine sostiene che l’attività fisica bilanciata e regolare negli anziani:
Inoltre:
E’ stato infine osservato che per gli anziani risulta più vantaggioso partecipare ad attività di gruppo rispetto alla pratica individuale. Ciò perché il contesto collettivo stimola nuove relazioni sociali e permette un confronto sistematico con i coetanei coinvolti. Il risultato è il rinforzo dell’autoefficacia e il miglioramento delle condizioni psicologiche generali.
I vantaggi coronarici dell’attività si presentano solo oltre un certo livello di soglia.
Per smaltire l’eccesso di colesterolo sono consigliati circa 12-20 km alla settimana di jogging tranquillo per una spesa energetica complessiva 1200/1600 kcal.
Benefici effetti anche nella riabilitazione cardiaca nelle donne.
Anche nei bambini come negli adulti l’attività fisica riduce i rischi di problemi cardiovascolari.
E’ ormai noto che l’attività fisica rappresenta un importante strumento di prevenzione e cura dell’obesità e di riduzione del sovrappeso.
Il sistema più efficace e logico per ridurre o prevenire l’obesità è camminare.
Particolarmente importante nella prevenzione dell’obesità sono:
Prevenzione e cura obesità e diabete.
Le persone che soffrono di diabete, in particolare del tipo II mellito, traggono dalla pratica dell’attività fisica grandi vantaggi.
Secondo uno studio del 1996 una adeguata attività fisica riduce l’aumento del diabete mellito, e ne previene l’insorgenza nel 50% dei soggetti suscettibili.
L’attività fisica regolare:
I benefici per la popolazione disabile, come per la popolazione normalmente abile peraltro, possono essere:
Un programma di promozione della salute attraverso l’attività fisica per individui con disabilità fisiche dimostra inoltre effetti positivi sullo stile di vita e diminuisce l’importanza delle eventuali complicanze della patologia.
E’ consigliato, per ottenere effetti benefici sullo stato di salute generale mantenendo bassi i rischi, praticare attività ad intensità relativamente basse (solitamente ci si riferisce a valori tra il 60 e il 70% dell’intensità massima dell’individuo) ed eventualmente aumentare, mano a mano che cresce l’adattamento dell’organismo allo sforzo, gradualmente la frequenza e successivamente la durata dell’attività stessa.
I medici dovrebbero incoraggiare tutti gli adulti a praticare per 30 min per quasi tutti i giorni della settimana attività fisica moderata.
In relazione alla tipologia delle attività praticate si possono distinguere:
L’American College of Sports Medicine per il mantenimento di un buono stato di salute negli adulti sani suggerisce che si realizzi sempre un appropriato periodo di riscaldamento e di defaticamento e che l’allenamento preveda sia attività di potenziamento che di resistenza e mobilità.
Il fattore chiave nella valutazione dei benefici dell’attività fisica è la spesa energetica totale e la sua stabilità.
Di contro appare evidente che alcuni tipi di attività motorie implicano rischi superiori ad altre, sia sul piano organico che psicologico.
Inoltre risulta che per alcuni tipi di attività vi siano specifici benefici, ad esempio praticare yoga e tai-chi rilassa e mantiene basso il livello di sofferenza psicologica e di fatica. .
Camminare velocemente o correre producono invece effetti positivi su molti aspetti dello stato di salute sempre con bassissimi rischi.
E’ assolutamente dimostrato che affinché l’attività fisica induca dei benefici profondi e duraturi sullo stato di benessere generale dei soggetti attivi questa va accompagnata da un corretto regime alimentare, e che un adeguato accoppiamento alimentazione-attività fisica è fondamentale nella ricerca di continuità dell’attività praticata.
Kavussanu M, McAuley E, Exercise and optimism: are highly active individuals more optimisitc? Journal of Sport and Exercise Psychology, 1995, vol 17 (3); 246-58.
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Loland NW, Body image and physical activity: A survey among Norwegian men and women, International Journal of Sport Psychology, 1998 Oct-Dec,29(4):339-365
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per approfondire il tema vedere il cap Le popolazioni
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Fonte: http://www.dsnm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid977077
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