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Le capacità motorie sono
il presupposto di base per
produrre azioni e movimenti
consapevoli.
Le Capacità Motorie
Le capacità motorie sono quei presupposti della prestazione che permettono l’apprendimento e l’esecuzione di azioni motorie. Il loro grado di sviluppo condiziona la strutturazione degli schemi motori e l’apprendimento delle abilità motorie. Ciascun individuo, quindi, esprime azioni e movimenti efficaci e complessi in base al loro livello di sviluppo.
E’ impossibile acquisire abilità particolari se non si possiede un adeguato sviluppo delle capacità motorie: ad esempio è improbabile riuscire a lanciare un oggetto con precisione se non si possiede la forza necessaria per raggiungere il bersaglio.
Tali capacità rappresentano la base su cui costruire successivamente abilità specifiche: più questa base è solida e ampia e meglio le abilità saranno acquisite e utilizzate. Prima di affrontare un lavoro sulla tecnica è quindi indispensabile che l’istruttore si occupi di educare e sviluppare la capacità motorie.
Il loro sviluppo è legato ai processi di crescita e di trasformazione biologico-sessuale e di evoluzione psicologica; con l’avanzamento della maturazione biologica si ha una differenziazione delle funzioni motorie e quindi una maggior specificità. Perché questo sviluppo abbia luogo occorre che il bambino svolga correttamente l’attività motoria mediante interventi didattico-metodologici intenzionali e programmati: il carico motorio deve superare il livello di sollecitazione fornito normalmente dagli innumerevoli gesti della vita quotidiana, ma al contempo devono essere rispettati i tempi di maturazione di ognuno, senza sovraccaricare o pretendere prestazioni che i bambini non possono raggiungere.
Esistono inoltre delle fasi sensibili: dei periodi in cui determinate capacità motorie hanno particolari spinte di sviluppo, tassi di crescita più elevati che rendono alcune di loro, in specifici periodi, più allenabili delle altre. Per una corretta metodologia di allenamento è opportuno rispettare tali fasi.
In sintesi, le capacità motorie sono ciò che permette di imparare, svolgere e inventare movimenti e azioni consapevoli e la loro educazione ed il loro sviluppo va ricercato attraverso attività fisiche che presentino un carico motorio progressivo ed appropriato alla specificità (età, maturazione, ecc..) dei soggetti cui ci si rivolge.
Le capacità motorie sono molte e si possono ripartire in tre grandi gruppi (vedi schema n°2):
- capacità condizionali:
- mobilità articolare;
- capacità coordinative.
Il confine fra queste capacità è difficilmente determinabile, per cui educando e sviluppandone una, ne educhiamo e sviluppiamo contemporaneamente altre.
Le Capacità Condizionali
Le capacità condizionali sono l’insieme di quelle capacità fisiche determinate da fattori energetici (disponibilità di energia); sono costituite dalle caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali che permettono all’individuo di svolgere adeguatamente le attività motorie. Tali capacità sono perciò legate ai requisiti strutturali del corpo, a fattori quali l’età, il sesso, il peso, la statura, la massa muscolare e, inoltre ai processi biochimici e funzionali controllati dal sistema nervoso ed endocrino. Le capacità condizionali a loro volta si possono suddividere in:
Rapidità;
Forza;
Resistenza.
Nella fascia d’età 5-11 le capacità condizionali devono essere solo strutturate: non ne và ricercato lo sviluppo.
Rapidità
Di cosa si tratta
La rapidità ha una base fisiologica ed è la capacità di compiere movimenti nel più breve tempo possibile; minimizzare i tempi del processo di realizzazione di atti motori (vedi
Schema n°5)
Nella funzionalità del suddetto processo si possono distinguere tre tipi di rapidità (vedi schema n°3):
rapidità di reazione;
rapidità di movimenti singoli o rapidità d’azione;
massima frequenza dei movimenti.
Quando educarla
La massima frequenza dei movimenti e la rapidità di azione sono scarse fino ai 7 anni, hanno il massimo incremento dai 9 agli 11 anni e sono legate allo sviluppo delle capacità coordinative, condizionali e all’acquisizione del ritmo. Le funzioni neuromuscolari, dalle quali dipende la rapidità in senso lato, maturano comunque relativamente presto, consentendo così la precoce strutturazione della rapidità, già a partire dai 6 anni.
Come educarla
Per formare la rapidità è possibile lavorare in modo analitico o globale; allenando cioè separatamente rapidità di reazione, rapidità d’azione e massima frequenza dei movimenti (analitico) o allenando tutto assieme (globale). In ogni caso è fondamentale che gli esercizi e i giochi proposti siano dinamici, reattivi, elastici: utilizzino cioè stimoli vari (per intensità, per chiarezza, ecc..) e diversi (uditivi, visivi, tattili, misti) impegnino gli arti superiori o inferiori o entrambi in combinazione, prevedano sprint con partenze in posizioni varie, cambi di direzione, cambi di situazione improvvisi, scatti, salti, lanci.
In tutti i metodi diretti alla formazione della rapidità occorre ricordare che gli scatti, cioè i movimenti nei quali si usa la massima velocità possibile, affaticano rapidamente l’apparato neuromuscolare. Dopo ogni prova và quindi prevista una pausa di recupero. Solo un livello ottimale di freschezza neuromuscolare favorisce sia la massima rapidità nell’azione sia la massima efficacia dell’esercizio.
Proposte operative
Sprint su diverse distanze
(10 15 20 25 metri) singola, a coppie, a inseguimento, con partenza da fermi o lanciata, libera o a segnale (variare la posizione di partenza e i segnali).
Esempi:
Gara di velocità: due file ai lati del campo all’altezza della linea di metà campo. Posizionare due porte fatte con due birilli su entrambe le linee del tiro libero. Al segnale partono i primi di ogni fila e sprintano verso la porta di dx. il primo che la oltrepassa vince, ma se durante la corsa l’istruttore da un segnale l’obiettivo diventa l’altra porta. Lo stesso gioco in palleggio e/o con partenze e segnali diversi.
Lepre e volpe : Un giocatore sdraiato oltre la linea di fondo (volpe) e un altro giocatore un paio di metri più avanti pronto a scappare (lepre). Quando l’inseguitore decide si alza e scatta a toccare la lepre che nel frattempo è sprintata verso il canestro. Se la lepre riesce a realizzare il canestro senza essere toccata ha vinto; altrimenti, appena la volpe tocca la lepre si invertono i ruoli e la nuova lepre deve realizzare nel canestro opposto.
Staffette di corsa veloce
(brevi distanze) in tutti i modi (a navetta, in cerchio, a quadrato, ecc.)
Gare di passaggi
tutti i tipi di passaggi a coppie, a gruppi, contro il muro, da fermi, in movimento, dopo un esercizio di ball handling, ecc.
Giocare a prendersi
con uno o più “cacciatori” in tanto o poco spazio, cambiando all’improvviso l’area di gioco cambiando all’improvviso i cacciatori o le prede
Esempi:
Le due terre: I bambini si muovono in una metà campo divisi in due gruppi: uno con la palla e uno senza. Al segnale quelli con la palla devono palleggiando acchiappare chi è senza. Chi viene preso si ferma e al tocco di un compagno è di nuovo libero. Al segnale successivo si cambia metà campo e si invertono i ruoli: chi è senza palla prende e chi la ha scappa.
Acchiappa nome: Tutti i bambini si muovono palleggiando un cacciatore deve prendere un determinato bambino ad esempio Franco. Franco scappando può chiamare il nome di un altro bambino il quale diventa la nuova preda. Se la preda viene acchiappata diventa cacciatore e deve prende il cacciatore che lo ha appena preso.
Scappa Acchiappa: A coppie uno di fronte all’altro a circa due metri di distanza posizionati uno aldiquà e uno aldilà della linea di metà campo. Passarsi la palla e al segnale chi è senza palla scappa oltre la sua linea di fondo e l’altro lo insegue. Variante: chi ha la palla corre a far canestro prima di essere toccato dall’altro.
Salti e saltelli a segnale
gioco della palla due
gioco molla: due bambini accucciati sotto il canestro; dal canestro pende una pettorina ad una altezza a cui i bambini possano arrivare; al segnale i due giocatori saltano come molle e il primo che afferra la pettorina vince. Varianti: cambiare i segnali e la posizione di partenza.
Forza
Di cosa si tratta
La forza è la capacità che hanno i muscoli di sviluppare tensioni (contrazioni muscolari) che servono a vincere o ad opporsi a resistenze. Dipende da diversi fattori strutturali, biochimici e psicologici e si può suddividere a seconda che prevalga l’aspetto quantitativo o l’aspetto qualitativo in (vedi schema n°4):
forza rapida; forza massima; resistenza alla forza.
Quando educarla
La forza massimale è soggetta ad un notevole incremento solo al momento della pubertà; il tutto causato dalla produzione degli ormoni sessuali con carattere anabolizzante. Lo sviluppo della forza massimale non va assolutamente ricercato nell’età evolutiva poiché presenta numerosissime controindicazioni al corretto sviluppo fisico del soggetto: può portare all’insorgenza di fenomeni patologici a carico dell’apparato osteo - tendineo. Diversa situazione si pone per la forza rapida che mostra un incremento significativo a partire dai 9 anni fino ai 12. Nello sviluppo della forza rapida si può individuare un secondo picco presente nella fascia di età 14 - 15 anni. La resistenza alla forza è strettamente legata allo sviluppo della capacità di resistenza e segue quindi le stesse fasi sensibili.
Come educarla
Nella fascia d’età 5-11 l’educazione della forza và intesa come un irrobustimento generale del soggetto da ottenere attraverso la tonificazione dei diversi distretti muscolari (parete addominale, dorsale, arti inferiori e superiori) senza affaticare eccessivamente la colonna vertebrale, lavorando nel rispetto dell’età e della massa corporea dei bambini e favorendo principalmente lo sviluppo della forza rapida. Per queste ragioni i metodi per la formazione della forza vanno applicati in maniera complessa cioè in collegamento e in interazione con la rapidità e con la forza muscolare generale (lenta). Saranno da proporre quindi staffette, percorsi, circuiti, gare di lanci, passaggi, tiri, corse, salti e saltelli, esercizi e giochi a carico naturale, a coppie, con piccoli attrezzi, utilizzando spalliere, quadri svedesi, cordicelle, funi. E’ fondamentale prevedere un numero opportuno di serie - ripetizioni e tempi di recupero in modo da proporre un carico di lavoro che sia allenante ma non eccessivo. Bisogna inoltre ricordare che prima di irrobustire bisogna mobilizzare e pertanto le proposte di educazione della forza devono seguire quelle d’educazione della capacità di mobilità articolare.
Proposte operative
Percorso a stazioni
Organizzare quattro stazioni sui lati di un rettangolo (metà campo). Si dividono i ragazzi in gruppi e li si distribuisce nei vari punti di lavoro. Tali punti dovranno essere organizzati in modo che siano alternati i vari distretti muscolari e così pure esercizi blandi a esercizi intensi. Fare in modo che siano rispettati i tempi di recupero. Ruotare fra le stazioni.
AB saltelli in avanzamento a gambe piegate
BC recupero di passo
CA corsa rapida a gambe tese
AD recupero di passo
DB scivolamento laterale
BC recupero di passo
CD scatto e corsa veloce
DA recupero di passo
C D
Esercizi - gioco
1 Seduti, gambe tese: far passare la palla a “8” fra le gambe
2 Seduti, gambe tese e unite: far girare la palla attorno alle gambe
3 Supini, far passare la palla sotto la schiena da una parte all’altra
4 Supini, palla tra le caviglie: portare la palla dietro al capo sollevando le gambe e tornare alla posizione di partenza.
5 Supini, alzare le gambe e far rotolare la palla verso il petto e ritorno
6 Muoversi a “quattro zampe” trasportando la palla sull’addome.
7 Tutti i tipi di lanci
8 Tutti i tipi di salti e saltelli
9 A coppie, schiena contro schiena: passarsi la palla lateralmente o sopra il capo e sotto le gambe
10 A coppie, uno seduto e uno in piedi dietro al compagno seduto. Il ragazzo seduto ha la palla tra le caviglie, va giù con la schiena e alza le gambe fino a consegnare la palla tra le mani del compagno (gambe e busto si muovono a squadra) tornando in posizione seduto recupera con le mani il pallone dal compagno, lo posiziona fra le caviglie e ripete l’esercizio.
11 A coppie, schiena contro schiena o spalla contro spalla: spingersi
12 A coppie, a braccetto: cercare di correre in direzioni opposte senza sganciarsi
13 A coppie: carriola (prendersi per le cosce non per le caviglie)
14 Braccio di ferro
15 Lotta dei coccodrilli: a coppie paralleli al pavimento reggendosi su mani e piedi ( come per fare dei piegamenti sulle braccia): con un braccio cercare di far cadere l’altro levandogli il braccio su cui si appoggia.
Resistenza
Di cosa si tratta
La Resistenza è la capacità di resistere alla fatica, prolungare cioè il lavoro muscolare nel tempo, mantenendone costante la qualità (efficienza fisica e psichica).
E’ una capacita molto importante in quanto una sua adeguata strutturazione permette lo sviluppo delle altre capacità motorie e influisce positivamente sulle capacità di recupero, dando la possibilità di un lavoro più efficace e voluminoso nelle varie direzioni.
Ha come base fisiologica le possibilità aerobiche del soggetto, costituite da tutti quegli agenti che determinano la presenza di ossigeno nel sangue e nei tessuti. Numerosi quindi sono i fattori che condizionano questa capacità, dalle modificazioni dei metabolismi deputati alla produzione di energia, fino alle modificazioni degli apparati respiratorio e cardiocircolatorio. A tutto ciò si aggiunge l’acquisizione della coordinazione motoria che rende i movimenti più economici e meno affaticanti, per cui è possibile la produzione di lavori ciclici e relativamente prolungati.
Quando educarla
Lo sviluppo della resistenza aerobica, a differenza di altre capacità, ha uno sviluppo quasi lineare fin dall’infanzia. Nonostante i bambini tra i 6 e gli 11 anni abbiano una condizione cardiocircolatoria equilibrata, verso gli otto anni si registra un rapido progresso della capacità di resistenza di base e a 11 anni è allenabilissima; tuttavia, è opportuno strutturarla già in giovane età. La resistenza di breve durata, scarsamente sviluppata nei bambini, è una capacità che aumenta gradualmente con lo sviluppo adolescenziale.
Come educarla
Mentre per stimolare la capacità anaerobica si ricorrere a metodi indiretti come sollecitando ripetizioni veloci e di breve durata con ampie pause di recupero (evitare esercizi ad alta intensità per lungo tempo), la strutturazione della resistenza aerobica, dal punto di vista metodologico non crea particolari difficoltà; ve ne sono dal punto di vista della scarsa motivazione dei bambini a svolgere uno sforzo di bassa intensità per tanto tempo.
Comunque un’attività finalizzata alla resistenza, per essere efficace e determinare nuovi adattamenti fisiologici, deve fornire stimoli sufficienti a produrre un leggero affaticamento e influire positivamente sulla capacità di respirazione. Il tutto attraverso giochi coinvolgenti, divertenti, con e senza palla, individuali, a coppie, a squadra, percorsi, circuiti, staffette, esercizi di respirazione, con intensità e durata crescenti. Nella strutturazione della resistenza si evidenzia la necessità di una corretta educazione respiratoria che passi attraverso il rispetto dei tempi di recupero, la conoscenza dei movimenti e dei meccanismi del torace, la assunzione di corrette modalità di inspirazione (veloce e intensa) ed espirazione (meno intensa e prolungata).
Proposte operative
Circuiti a tempo
Organizzare stazioni di corsa (in tutti i modi), lanci, salti, palleggi ecc e cronometrare il tempo individuale o a squadra.
Staffette
Tutti i tipi, con e senza palla, a tempo, a punti, a inseguimento
Gare di tiro o di passaggio
Individuali, a coppie, a gruppi, a punti, a tempo, a obiettivi (venti canestri in un minuto, dieci canestri di seguito)
Saltare la funicella
Da fermo, in movimento
Partite
Di calcetto, pallamano, minibasket ecc
Esercizi - gioco di respirazione
Inspirare in tre quattro tempi ed espirare in uno solo e lungo
Gonfiare palloncini
Soffiare e spingere una pallina o un bicchiere di carta lungo un percorso
Gioco la bufera: ognuno con una piuma, lanciarla e tenerla in aria soffiando, chi la fa
cadere per ultimo vince
Breve apnea
La Mobilità Articolare
Di cosa si tratta
La mobilità articolare o flessibilità è il presupposto per un’economica esecuzione dei gesti e dei movimenti. Si identifica come la capacità di eseguire dei movimenti del corpo intero o dei singoli segmenti corporei con la massima ampiezza consentita dalle strutture anatomiche, ai limiti dell’escursione fisiologica individuale. Un’insufficiente educazione e sviluppo della flessibilità incide negativamente sull’apprendimento tecnico dei gesti fondamentali e più in generale sulla precisione e l’economicità dei gesti motori. Una buona flessibilità previene il verificarsi di infortuni e aumenta l’ampiezza e la rapidità di esecuzione di gesti e movimenti.
Quando educarla
I bambini possiedono generalmente un’elevata mobilità articolare. L’età infantile, infatti, è quella in cui si hanno crescite significative di questa capacità, anche se l’età puberale è ritenuta da alcuni studiosi come quella del massimo sviluppo. La fascia d’età 8 – 14 resta comunque quella in cui bisogna maggiormente esercitarsi. Senza esercizio la mobilità articolare non migliora, anzi, se non stimolata regredisce con la crescita.
Per tutto il periodo dell’età scolare la flessibilità è superiore nelle femmine rispetto ai maschi.
Come educarla
L’educazione della mobilità articolare è possibilmente da svolgersi, oltre che all’inizio, anche al termine di ogni lezione (rilassamento), deve interessare tutti i settori muscolari e mobilizzare tutte le principali articolazioni (rachide, articolazione coxo-femorale, cingolo scapolo-omerale) attraverso esercizi – gioco in forma statica e dinamica, con la palla, a coppie, a carico naturale, con piccoli e grandi attrezzi. Tenendo anche presente che a quest’età il bambino lavora maggiormente in flessione e che quindi le proposte dovranno essere mirate ad ottenere una corretta flessibilità in estensione.
Evitare lo stretching fino ai 12 - 13 anni in quanto le articolazioni non sono ancora pronte a sopportare un tipo di lavoro che preveda il mantenimento di una postura per un certo periodo di tempo.
Proposte operative
Esercizi - gioco
1 Ball handling da fermi, da seduti, da sdraiati, in movimento, a coppie.
2 Esercizi di manipolazione e sensibilizzazione con palle diverse e piccoli attrezzi (clavette, cerchi, bacchette, funi)
3 Tutti i tipi di andature in quadrupedia
4 Slanci, circonduzioni, spinte, oscillazioni in forma globale di arti superiori e inferiori.
5 Skip, corsa calciata.
Le Capacità Coordinative
Le Capacità Coordinative sono presenti in ogni azione umana che mette in moto più parti del corpo e si basano sulle condizioni neurologiche, fisiologiche e psicologiche che permettono di apprendere, organizzare, controllare e trasformare il movimento. L’aggiustamento ed il raggiungimento di un’azione motoria sono resi possibili infatti dalla coordinazione senso-muscolare che regola la cooperazione dei vari gruppi muscolari. Tale coordinazione è regolata dal sistema nervoso, costituito da sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) e dal sistema nervoso periferico (nervi spinali e nervi cranici che connettono i grandi centri nervosi ai distretti corporei periferici). Il midollo spinale veicola all’encefalo le informazioni che il sistema nervoso periferico e gli organi che ne sono a capo (occhi, orecchie, ecc.) captano dall’ambiente esterno. Tali informazioni sono elaborate dall’encefalo il quale programma risposte motorie che vengono successivamente trasmesse, tramite i nervi, ai diversi muscoli. Ovviamente al SNC giungono anche sensazioni provenienti dall’interno del nostro corpo. Distingueremo dunque le informazioni che giungono al SNC in enterocettive, propriocettive, esterocettive. Le prime provengono dagli organi interni e regolano le funzioni interne, le seconde informano su variazioni a livello muscolare, tendineo e articolare; le ultime provengono dal mondo esterno.
In sintesi il livello di coordinazione motoria è determinato dalla sensibilità dei sistemi di percezione, dalla capacità del SNC di integrare, elaborare e tradurre l’insieme delle informazioni / stimoli in un programma motorio che viene trasmesso ai vari settori muscolari per la creazione di un atto motorio. Inoltre, attraverso il feedback, vengono raccolti i risultati parziali e finali di ogni movimento e ritrasmessi al SNC che li confronta con il programma motorio che aveva fatto. In questo modo lo stesso programma motorio può essere continuamente modificato e corretto in base alle nuove informazioni (vedi schema n°5).
In base ai tipi di stimoli che giungono ai sistemi percettivi tutto il processo di realizzazione di atti motori è svolto da diversi analizzatori.
Definiremo “analizzatore” il complesso RECETTORE à VIA AFFERENTE à SNC
Gli analizzatori che regolano il controllo della coordinazione sono:
Analizzatore Cinestesico (propriocettivo) percepisce il movimento con recettori negli organi dell’apparato locomotore, quali muscoli, tendini, legamenti e articolazioni.
Analizzatore Vestibolare (esterocettore) trasmette la posizione del capo e del corpo nello spazio, assieme a quello cinestesico è detto interno, poiché interne sono le vie attraverso cui passano le informazioni.
Analizatore Visivo (esterocettore) elabora l’80% delle informazioni, controllando quello che succede al nostro corpo ed al mondo che lo circonda.
Analizzatore Uditivo (esterocettore) in grado di fornire informazioni verbali o acustiche (rumore del movimento dei compagni, rimbalzo della palla ecc.)
Analizzatore Tattile (esterocettore) riceve ed interpreta tutti gli stimoli agenti sulla cute, o prodotti dall’azione meccanica.
Il senso del movimento è dato dalla sintesi dei vari analizzatori. Tale sintesi viene elaborata, in base al tipo di informazioni, da diverse parti dell’encefalo o direttamente dal midollo spinale (sede dell’attività riflessa). I movimenti quindi saranno diversi a seconda che l’impulso motorio sia trasmesso da una zona dell’encefalo piuttosto che da un’altra o direttamente dal midollo spinale. In questo senso si distinguono tre tipi differenti di movimento (vedi schema n°6):
movimenti volontari : (dipendenti dalle aree associative della corteccia, dai nuclei della base, dal cervelletto e dalla corteccia cerebrale motoria)
movimenti automatici : (dipendenti da circuiti centrali e subcorticali)
movimenti riflessi : (dipendenti dalle vie neuronali e talvolta solo dal midollo spinale)
Lo sviluppo delle capacità coordinative và ricercato fin dai 5 anni e per tutto il minibasket anche se il periodo migliore per l’apprendimento dei movimenti va dai 10 ai 13 anni. Metodologicamente è bene ricercarne l’educazione e lo sviluppo proponendo esercizi e giochi vari e diversificati che utilizzino e combinino stimoli, spazi e tempi diversi, sollecitando tutti gli analizzatori, affrontando situazioni sempre diverse, risolvendo problemi piuttosto che memorizzando soluzioni, rispettando la gradualità nel progressivo aumento della difficoltà del gesto e la tempestività nell’intervenire stimolando le capacità coordinative nel periodo migliore (fasi sensibili).
Le capacità coordinative si suddividono in:
- Generali
- Speciali
La Capacità Coordinative Generali
Le capacità coordinative generali sono interdipendenti tra loro e hanno stretti rapporti con le abilità motorie; i fattori costitutivi di tali capacità sono identificabili nel bagaglio motorio, nella funzionalità degli analizzatori e nell’intelligenza.
Le capacità motorie generali sono tre:
- Capacità di apprendimento motorio
- Capacità di controllo motorio
- Capacità di adattamento e trasformazione motoria
Capacità di apprendimento motorio
Di cosa si tratta
La capacità di apprendimento motorio è quella che consente all’individuo di apprendere nuovi movimenti e di farli propri, determina i tempi e i progressi dell’apprendimento e si sviluppa attraverso tre fasi:
- coordinazione grezza
- coordinazione fine
- disponibilità variabile
Esse possono considerarsi come fasi progressive del processo di apprendimento motorio (vedi schema n°7) e del parallelo e integrato sviluppo della coordinazione.
Quando educarla
La capacità di apprendimento motorio ha una rapida evoluzione nel periodo della prima età scolare (6-10 anni); raggiunge il massimo sviluppo tra i 9 e i 10 anni. Anche la seconda età scolare (10 – 13 anni) è caratterizzata da una capacità di apprendimento molto elevata, frutto sia della completa maturazione del sistema nervoso, sia del bagaglio motorio accumulato, sia dall’incremento delle capacità condizionali.
Come educarla
Dal punto di vista metodologico è importante rispettare le fasi dell’apprendimento e fornire ai ragazzi gli stimoli giusti (l’apprendimento è per lo più visivo e solo in minima parte uditivo). L’istruttore presenterà il movimento e i ragazzi cercheranno di riprodurlo ognuno nel modo in cui è capace (coordinazione grezza), poi, con i consigli e le correzioni dell’istruttore (evitare correzioni analitiche), la rappresentazione del gesto diverrà più precisa e l’esecuzione verrà automatizzata (coordinazione fine). In fine i ragazzi saranno in grado, grazie anche all’esperienza motoria acquisita, di adattare e trasformare il gesto ogni qualvolta la situazione di gioco lo richiederà (disponibilità variabile). Le fasi dell’apprendimento devono essere vissute dai ragazzi in modo consequenziale, progressivo e al momento opportuno (ne precocemente ne in ritardo: rispettare sempre i tempi di crescita individuali).
Capacità di controllo motorio
Di cosa si tratta
La capacità di controllo motorio è la capacità del soggetto di controllare nello spazio e nel tempo i movimenti, rendendoli aderenti a quanto prefissato mentalmente prima dell’inizio dell’esecuzione.
Quando educarla
E’ una capacità che origina a 5 anni, raggiunge il suo picco tra i 7 ed i 10 dovuto anche ad una maggiore capacità di percepire il feedback sul proprio movimento e ad un eccellente miglioramento dei processi di regolazione. Successivamente questa capacità si evolve parallelamente alla capacità di apprendimento motorio.
Come educarla
Questa capacità và educata e sviluppata aumentando progressivamente le difficoltà di esecuzione dei gesti sia sul piano spaziale sia su quello temporale e integrando con spiegazioni e correzioni le informazioni gia elaborate dal sistema percettivo. Si tratta di proporre situazioni di gioco, giochi ed esercizi sempre differenti: in tanto o poco spazio, in sovrannumero o sottonumero, giocando vicino a… o lontani da…, utilizzando diversi attrezzi singolarmente o in combinazione, inibendo degli analizzatori (ad esempio lavorando con un occhio chiuso), ecc. In questo modo si rende più efficace la funzione dell’analizzatore motorio e si consente un maggior controllo e decorso dei movimenti.
Capacità di adattamento e trasformazione
Di cosa si tratta
La capacità di adattamento e trasformazione del movimento, rappresenta l’abilità di mutare il proprio gesto motorio precedentemente programmato, ottimizzandolo nel più breve tempo possibile, a nuove ed imprevedibili condizioni ambientali.
Quando educarla
Procede parallelamente alle altre capacità coordinative generali nonché alla rapidità, alla capacità di combinazione motoria e all’orientamento. Ha quindi il proprio picco di sviluppo fra i 7 e i 10 anni con buonissime prestazioni anche nella seconda età scolare
Come educarla
Per educare questa capacità bisogna mettere in condizioni i bambini di prendere autonomamente delle decisioni e, eventualmente di cambiarle quando la situazione di gioco lo richiede. Emerge quindi l’importanza di offrire un bagaglio motorio più ampio possibile in modo che, al momento della scelta il bambino abbia a propria disposizione un ampio “carnet” di movimenti da cui ricavare quello più adatto alla situazione di gioco. Si tratterà quindi di non impuntarsi sull’esecuzione di un solo gesto ma al contrario di farne conoscere di tutti i tipi (tutti i tipi di passaggio, tiro, salto, ecc) e tutte le combinazioni possibili, senza limitare la fantasia motoria dei ragazzi e facendo affrontare (e non fornendo la soluzione) situazioni di gioco sempre nuove e imprevedibili (sovrannumero, sottonumero, giochi “nel traffico”, tirare mentre si viene spinti, ecc).
Capacità coordinative speciali
Oltre alla coordinazione motoria generale si possono distinguere alcune capacità coordinative specifiche in relazione a diversi contesti di attività motoria. Tali capacità sono dette capacità coordinative speciali e sono:
- Combinazione motoria
- Equilibrio
- Orientamento
- Differenziazione spazio - temporale
- Differenziazione dinamica
- Anticipazione motoria
- Fantasia motoria
Quando educarle
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6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
Combinazione motoria |
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x |
x |
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Equilibrio |
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Orientamento |
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Differenziazione spazio temporale |
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Differenziazione dinamica |
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Anticipazione motoria |
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Fantasia motoria |
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x |
x |
Capacità di combinazione motoria
Di cosa si tratta
E’ la capacità di saper collegare in un'unica struttura motoria più forme autonome e parziali di movimento combinandole in successione temporale o simultaneamente. Questo tipo di coordinazione deve essere effettuata in rapporto al movimento globale del corpo e affonda le sue radici nella percezione del sistema sensomotorio e nell’intesa fra SNC e apparato locomotore.
Come educarla
Si sviluppa con progressioni di esercizi di coordinazione simmetrica, poi incrociata e più avanti bilaterale, con esercizi progressivi di coordinazione segmentaria fra arti superiori ed inferiori (in forma simultanea, con movimenti simmetrici ed asimmetrici) e con esercizi - giochi di coordinazione oculo manuale e oculo podale (lanci, prese, colpi al volo, ecc.).
Proporre giochi che combinino più gesti già conosciuti da fermi e/o in movimento, con più attrezzi (cerchio e palla, due palloni, bacchetta e palla, ecc.), con l’uso della funicella, ecc.
Proposte operative
Percorsi misti
Percorsi che combinino tre o quattro gesti conosciuti in forma di gara a staffetta, percorsi paralleli, altro
Esercizi – gioco
1Con cerchio e palla:
2 Con bacchetta e palla
3 Con 2 palloni
4 A coppie
Capacità di equilibrio
Di cosa si tratta
La capacità di equilibrio è la capacità di ricercare e mantenere l’esatta posizione del corpo nella statica e nella dinamica. Questa capacità è correlata col grado di controllo e di orientamento del corpo nello spazio e con la qualità delle informazioni sensoriali fornite dagli analizzatori cinestesico, tattile, visivo e vestibolare.
L’efficacia di tale capacità si manifesta quando il compito motorio viene svolto in condizioni precarie, su limitate basi di appoggio o sotto l’azione di forze esterne che tendono a disturbare l’azione programmata.
Si distinguono 4 tipi di equilibrio ognuno dei quali dipendente da certi analizzatori (vedi schema n°9).
Come educarla
L’equilibrio è una capacità che si sviluppa dalla nascita e va continuamente stimolata poiché tende ad involvere con l’età; va educata proponendo ai bambini, soprattutto nelle fasce d’età più basse, esperienze motorie varie e polivalenti per sensibilizzare gli analizzatori e prendere coscienza degli appoggi (contatto piede-terreno, ovvero con la superficie su cui è concentrato il peso del corpo), che hanno il compito di avvisare costantemente il cervelletto di come il peso sia distribuito e concentrato. Il bambino conquista l’equilibrio gradatamente, in base alla quantità e alla qualità delle esperienze motorie vissute, deve quindi imparare a “sfidare” l’equilibrio, accorgendosi di quando non lo possiede e cercare di recuperarlo nel più breve tempo possibile.
Dovrà inoltre sperimentare la differenza che esiste fra mantenere una posizione di equilibrio ad arti inferiori tesi e ad arti inferiori leggermente flessi, cioè come cambiano i riflessi d'equilibrio e, più in generale, quanto sia più economico e redditizio mantenere una qualsiasi postura se si è rilassati piuttosto che rigidi e contratti; dovrà eliminare le contrazioni superflue attraverso l'esercizio e una maggiore presa di coscienza del proprio corpo, che si tradurrà in un miglior controllo posturale e segmentario. Interiorizzerà i fattori di stabilità dell'equilibrio che è più facile da mantenere o da ripristinare se la base di appoggio è grande, se il baricentro è basso, se la perpendicolare tracciata dal baricentro cade all'interno della base d'appoggio, e se la superficie del corpo a contatto col suolo è ampia: tutti concetti che deve aver ben presenti, per esempio, quando è impegnato in un'azione di difesa e ha la necessità di mantenere una postura che consenta contemporaneamente equilibrio e rapidità di spostamento.
Le varie forme di equilibrio vanno strutturate agendo sugli analizzatori responsabili: inibendoli (ad esempio a occhi chiusi in modo da esaltare la percezione delle informazioni tattili-pressorie, cinestesiche e vestibolari) o sensibilizzandoli (ad esempio lavorando scalzi
e/o su superfici di appoggio differenti (rigide, elastiche, minime, mobili, instabili, dure, molli, ruvide, lisce), proponendo esercizi a difficoltà graduale e progressiva, eseguendo rapidi cambi di direzione ed attività combinate che compromettano l’equilibrio, educando parallelamente equilibrio statico, dinamico, statico dinamico e in volo.
Proposte operative
Equilibrio statico
- Oscillare con il corpo in avanti e indietro spostando il peso sui talloni, sugli avampiedi, sulle punte
- Inclinare il corpo lateralmente per spostare il peso sul bordo interno ed esterno della pianta del piede
- Spostare il peso del corpo da un piede all'altro (equilibrio monopodalico) sulla pianta, sull’avampiede, sul tallone
- Ripetere gli esercizi visti in precedenza e mantenere l'equilibrio su diversi attrezzi che consentono di modificare la base d'appoggio: stabile-instabile, larga-stretta, bassa-alta, di varia forma (piano-convessa), di varia natura (elastica-rigida-morbida).
- Rimanere in equilibrio per 10 sec. su un piede, sui talloni , sugli avampiedi, su un ginocchio, ecc.
- Gli stessi esercizi a occhi chiusi, con un occhio chiuso e uno aperto
- Camminare lentamente a piedi nudi senza toccare per terra ma traslocando su di percorso di oggetti vari (bacchette stese per terra, plinti, assi basculanti, assi d’equilibrio, palle mediche, tappeti inclinati, cerchi, ecc)
- Tirare o passare da posizioni con appoggi precari (asse, ceppi, un piede solo)
Equilibrio dinamico
- Marciare, correre, correre-arrestarsi e ripartire avanti e indietro seguendo una linea retta, spezzata o curva, linee perimetrali del campo o un percorso costruito con diversi attrezzi piccoli e grandi; eseguendo le traslocazioni sui talloni, sugli avampiedi, con le punte dei piedi convergenti e divergenti, incrociando le gambe, coordinando diverse posizioni delle braccia, ecc.
- Saltare liberamente a piedi pari, su un piede, avanti-indietro, destra-sinistra, in senso orario o antiorario.
- Controllare le posizioni di partenza e di arrivo realizzando una capovolta avanti e indietro o la ruota.
- Lotta delle cicogne: uno contro uno, sbilanciarsi stando in equilibrio su un piede solo; il primo che appoggia l’altro piede perde un punto
- Staffetta slalom e tiro effettuata su un piede solo
- Rodeo: a coppie uno a quattro zampe che cerca di disarcionare il compagno sopra che non può toccare terra, chi sta sotto non può staccare entrambe le mani da terra.
- Prendersi: Il cacciatore deve prendere le prede che, per salvarsi possono salire e restare in equilibrio su ceppi, mattoni, panche o altri oggetti sparsi nello spazio di gioco. Chi è toccato prima di salire sugli oggetti diventa cacciatore.
- Un giocatore, camminando al suolo, effettua passaggi con le mani per il compagno sulla trave che deve ricevere e ripassare
Equilibrio statico-dinamico
- Correre, saltellare e ripartire mantenendo in equilibrio stabile, su diverse superfici anatomiche, oggetti e palloni di peso, dimensioni e forme differenti (bacchetta sul palmo della mano, palla sulla nuca, plinto sul dorso della mano)
- A coppie, correre a slalom in due percorsi paralleli passandosi la palla
- Correre in tutte e le direzioni e muoversi su appoggi diversi tenendo la palla, alta, bassa, fuori, ecc
Equilibrio di volo
- Saltare in tutte le direzioni variando le posizioni di partenza e di arrivo (partire su due piedi e arrivare su uno, saltare verso il basso su un materassone e arrivare in ginocchio, seduti, ecc) e assumendo differenti posture in volo (toccarsi le punte dei piedi, effettuare rotazioni, divaricate, ecc)
- Saltare compiendo un quarto di giro, mezzo giro, un giro completo
- Sequenze di salti con cambi di direzione (destra – sinistra, avanti – dietro, alto – basso)
- Lanciarsi con la fune e atterrare in un punto definito, (curare l’atterraggio, morbido, preciso, in equilibrio, su un asse d’equilibrio, in un cerchio, altro)
- Saltare e rimbalzare sul trampolino elastico a piedi uniti, a gambe divaricate, riunendo e divaricando le gambe in volo, coordinando vari atteggiamenti delle braccia, ruotando di un quarto di giro, di mezzo di giro, di un giro, spostandosi sul tappeto avanti e indietro, a destra e sinistra.
Capacità di orientamento
Di cosa si tratta
E’ la capacità di determinare e variare la posizione del corpo, dei segmenti corporei e dei movimenti nello spazio e nel tempo. Tutto questo avviene in relazione ad oggetti o agli altri a loro volta fermi o in movimento.
Importante, al fine di un buon funzionamento di questa capacità, è il ruolo dei recettori cinestesico, visivo, acustico e vestibolare.
Come educarla
Per educare questa capacità proporre esercizi e giochi che facciano percepire al bambino il proprio corpo, il rapporto fra il proprio corpo e lo spazio esterno, fra i propri arti e il tronco e degli arti fra loro. Educare l’orientamento nello spazio e nel tempo significa far conoscere al bambino, attraverso il gioco, i fattori temporali e spaziali (vedi schema n°10) sperimentandoli in relazione agli elementi esterni, al proprio corpo e/o a parti di esso.
Proposte operative
Esercizi - gioco
- Correre e/o palleggiare liberi per il campo e al segnale correre vicini a… (canestro area, linea, persona,ecc) o lontani da (istruttore, oggetti, ecc)
- Correre liberamente in tanto / poco spazio cercando di stare lontani gli uni dagli altri
- Big ben: Tutti i bambini al centro del campo stretti intorno all’istruttore, al segnale c’è un esplosione e tutti i bambini corrono organizzandosi velocemente in una fila che si muove girando in tondo ma allargando sempre più la traiettoria e aumentando sempre più la velocità, al segnale la fila comincia a rallentare e a restringere gradualmente la traiettoria fino a tornare stretti e fermi attorno all’istruttore a centro campo
- Gioco della sedia utilizzando i cerchi al posto delle sedie, anche in palleggio
- Lanciare il pallone verso alto fare un giro di 360 gradi su se stessi, riprendere il pallone e tirare a canestro.
- Organizzare un percorso di over che parte dal lato della metà campo e và verso canestro. I ragazzi devono saltare gli over movendosi con il pallone in mano e concludere a canestro con tiro in corsa ma la regola e che da fermi possono aprire gli occhi mentre devono tenerli chiusi mentre si muovono. Quindi dovranno calcolare la distanza fra loro e il primo over, percorrerla e saltare l’over a occhi chiusi, fermarsi, aprire gli occhi, calcolare la nuova distanza, e ripetere. Stessa cosa per il tiro in corsa, calcolare le distanze ed effettuare il gesto a occhi chiusi, controllare il risultato subito dopo l’esecuzione.
- Passare la palla all’istruttore, effettuare una capriola, e ricevere subito dopo il pallone dall’istruttore
- Percorsi diversi. Ad esempio: rotolare, alzarsi e saltare più in alto possibile, passare sotto una panca, sprintare, raccogliere un pallone, arrestarsi e concludere a canestro.
- Far rotolare la palla e:
. correrle attorno,
. stopparla sedendocisi sopra e senza usare le mani
. superarla arrestarsi a gambe larghe farla passare in mezzo ad esse e raccoglierla
. correrle a fianco e saltarla da destra a sinistra e viceversa
- Lanciare la palla in tutte le direzioni e correre a riprenderla prima che cada a terra
Capacità di differenziazione spazio - temporale
Di cosa si tratta
E’ la capacità di dare un ordine sequenziale di tipo cronologico – spaziale ai processi motori parziali, collegandoli tra loro fino a farli diventare un atto motorio unitario e finalizzato. La percezione temporale inoltre non si limita alla valutazione della durata effettiva dell’azione ma a tutte le pause che la compongono. L’affinamento di questa capacità consentirà di adattare un movimento al ritmo più adatto.
Come educarla
Per educare la capacità di differenziazione spazio - temporale è necessario che i ragazzi conoscano i fattori temporali e spaziali (vedi schema n°10) e che svolgano movimenti parziali rispettando le coordinate di spazio e tempo, (eseguire un movimento in determinato spazio, velocemente/lentamente, prima/dopo/contemporaneamente a…, ecc) per arrivare ad affinare sempre più la capacità di articolare in un unico movimento tanti movimenti parziali ognuno con le proprie modalità spaziali e temporali.
Proposte operative
Esercizi - gioco
- Determinare nello spazio operativo diversi settori all’interno dei quali compiere determinati movimenti (corsa veloce, corsa lenta, salti a piedi pari, corsa indietro)
- Partire da fondo campo, corsa veloce fino a metà campo, corsa all’indietro fino all’altezza della linea del tiro libero, scivolamento laterale fino a metà campo, poi corsa veloce.
- Effettuare diverse andature sulle linee del campo
- effettuare in spazi determinati, cambi di direzione e di velocità
Capacità di differenziazione dinamica
Di cosa si tratta
E’ la capacità di discriminare e precisare ulteriormente le sensazioni che giungono all’apparato senso – motorio per poter rispondere meglio alle situazioni motorie.
La sensibilità muscolare e quindi la qualità e la precisione di ogni azione motoria dipendono dallo sviluppo di questa capacità di differenziare le informazioni prodotte dagli analizzatori. Questa capacità, insieme alla capacità di differenziazione spazio – temporale, è responsabile dell’acquisizione dei ritmi (capacità di ritmizzazione ossia di contrarre e decontrarre i gruppi muscolari rispettando gli intervalli di determinati stimoli sensoriali, adattandosi ad un ritmo e restando in grado di mutarlo repentinamente realizzando così di muoversi armonicamente nello spazio) e rende possibile, attraverso serie di ripetizioni, l’automatizzazione dei movimenti.
Come educarla
Per svilupparla è necessario far percepire diversi ritmi esecutivi (veloce, lento), adattarsi a ritmi esterni o a quelli di un compagno, o seguire ritmi acustici. Proporre situazioni e giochi che “costringano” a continue valutazioni spaziali, temporali, e qualitative (pesante, leggero, forte, piano, ruvido, liscio, duro, morbido) alle quali adeguare il proprio movimento. Si dovrà inoltre aumentare gradualmente il livello di precisione richiesto e invitare i ragazzi ad autovalutare la condizione e la posizione dei propri segmenti corporei.
Proposte operative
Esercizi - gioco
- Correre tra i cerchi posti a distanze diverse
- Superare di corsa gli “over” posti sul campo
- Lanciare nel canestro palla di forma e peso differente
- Palleggiare su diverse superfici (pavimento, materassino, panca, ecc)
- Palleggiare liberamente o effettuando delle sequenze definite (ad esempio: tre palleggi di destro, cambio mano, tre palleggi di sinistro, cambio mano) seguendo un tempo (musica, tamburo, altro)
- muoversi e palleggiare seguendo le variazioni di una musica (lenta, veloce, forte, piano, ecc) e stopparsi quando la musica finisce
Capacità di anticipazione motoria (scelta)
Di cosa si tratta
La capacità di anticipazione motoria consente di prevedere l’andamento, la successione ed il risultato di un’azione programmando conseguentemente i propri compiti motori. Tutto ciò avviene prevalentemente a livello psicologico. Prepararsi in anticipo ad avvenimenti, azioni, situazioni implica il possesso oltre che di buone capacità cognitive, di presupposti psicomotori che permettano di reagire rapidamente e in modo adeguato a stimoli semplici (reazione semplice: risposta ad uno stimolo conosciuto in precedenza) e a situazioni più articolate (reazione complessa: caratterizzata da più movimenti adeguati ad una situazione che si modifica)
Come educarla
E’ una capacità che deve essere educata e sviluppata proponendo giochi ed esercizi che si sviluppino dal facile al difficile, dal conosciuto allo sconosciuto, stimolando letture ed adattamenti a situazioni di gioco sempre diverse e articolate (sovrannumero, sottonumero, con limiti di spazio e/o di tempo, ecc..) facendo affrontare con attenzione, impegno e autonomia decisionale situazioni reali di gioco in modo da favorire nel ragazzo la memoria e la conoscenza delle esperienze motorie vissute (tali esperienze concorrono a costituire il bagaglio motorio individuale che rappresenta la base su cui si fondano le capacità di anticipazione, scelta e fantasia motoria; ovviamente più tale base è ampia più saranno affinate ed efficaci le suddette capacità).
Proposte operative
Esercizi - gioco
- Lanciare la palla in tutte le direzioni e riprenderla prima che tocchi terra
- Lanciare la palla in alto e posizionare un cerchio per terra in modo che il pallone cadendo rimbalzi dentro al cerchio
- Formare 4 squadre in fila a fondo campo, disporre diversi oggetti sul pavimento e poi dar dei compiti ai ragazzi del tipo toccare due oggetti blu, girare intorno ad uno giallo e tornare in dietro. Al segnale partono i primi di ogni fila e il primo che torna dopo aver assolto al compito assegnatogli dà un punto alla propria squadra. Cambiare ogni volta il compito combinando i fattori temporali spaziali e gli elementi esterni ( ad es. passare sotto un ostacolo, saltare delle righe e contemporaneamente lanciare il pallone, toccare in sequenza un oggetto di legno poi uno di plastica poi uno bianco, ecc).
- Torello: due si passano la palla e un terzo cerca di intercettare il passaggio ( passandosi la palla con i piedi, con le mani, in tanto / poco spazio, limitando il tempo in cui tenere la palla ferma, a gruppi di tre passatori e due intercettatori, ecc..)
- Tre file a fondo campo, una esterna con palla: al via le due esterne devono concludere nel canestro opposto usando il palleggio e/o il passaggio senza essere toccati quando in possesso di palla dal giocatore della fila centrale
- 1 Vs 1 con o senza palla, a tempo, partendo da situazioni diverse ( da fermi da in corsa, girati, ecc.)
- Tutti i giochi di sovrannumero e sottonumero
Fantasia motoria
Di cosa si tratta
Per fantasia motoria si intende il complesso delle caratteristiche intellettive, oltre che motorie, che consentono non solo di risolvere, in maniera originale e creativa, un problema motorio, ma anche di variare, ristrutturare e riprodurre continuamente nuove forme di movimento. A essa sono strettamente legate si la memoria motoria (a seguito dell’esperienza accumulata aiuta la risoluzione di problemi futuri, riducendo il numero dei tentativi e permette di immaginare l’esecuzione di nuove forme di movimento) sia la capacità di anticipazione (permette di prevedere le azioni di un determinato programma motorio e di predirne il risultato) e determina in buona parte la capacità di gioco individuale.
Come educarla
E’ fondamentale, per lo sviluppo della fantasia motoria, accumulare un grande bagaglio di esperienze di movimento, e bene quindi che l’istruttore proponga esercizi e giochi nuovi e fantasiosi che non annoino e che stimolino i ragazzi a ricercare soluzioni a problemi di gioco sempre nuovi e di difficoltà crescente, lasciando sbagliare e gratificando i ragazzi per il loro impegno. Durante i giochi tenere alto il livello di attenzione e di motivazione in modo da favorire, memoria e fissazione, basi necessarie per la creazione di bagaglio motorio.
Proposte operative
Esercizi - gioco
- Disponendo a caso nello spazio operativo cerchi, over, tappetini e panca far eseguire ai ragazzi esercizi in forma libera utilizzando cioè gli attrezzi come si vuole e nell’ordine desiderato
- Consegnare a ogni ragazzo una clavetta, due cerchi, una palla e una funicella e fargli inventare un percorso utilizzando gli attrezzi suddetti
- Organizzare percorsi a stazioni con compiti diversi in ogni stazione e organizzare tanti gruppi quante le stazioni. Ogni gruppo lavora sulla propria stazione e al segnale si cambia fino ad aver provato tutte le stazioni. Ad esempio: stazione A: correre fra gli over; stazione B: traslocare sulla panca; stazione C: saltare sequenzialmente tre bacchette appoggiate sui ceppi: stazione D: Slalomeggiare in avanti e indietro fra i birilli.
- Situazioni di gioco con regole sempre diverse (senza palleggio, con numero prefissato di passaggi, può tirare a canestro solo chi ha i capelli neri, solo le femmine, invertendo al segnale il canestro in cui tirare, ecc..)
Fonte: http://www.virtusgenova.com/public/materialeScuola/CAPACIT%C3%80%20MOTORIE_0.DOC
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