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Il/la fitness può ormai, visti i numeri, essere definito un fenomeno di massa. Fitness è un termine di difficile traduzione. Letteralmente significa idoneità. Nel manuale ISSA, uno degli enti privati più attivi sul piano della formazione degli operatori sportivi e degli allenatori si legge” …Fitness in senso traslato identifica ora tutto ciò che è utile per raggiungere uno stato di buona salute.”, e ancora “…una particolare condizione di benessere fisico e psichico che permette all’intero organismo di sopportare senza problemi i vari tipi di stress che la vita quotidiana impone.”
L’uso di sovrappesi per rinforzare la muscolatura è documentata fin alla cultura ellenica, e molto probabilmente la pratica risale anche a tempi più antichi. La nascita del body building moderno però, che letteralmente significa “costruzione del corpo”, si può collocare nel 1947, con la prima competizione a Philadelphia per l’assegnazione del titolo di Mr. Universo, ai margini del primo campionato del mondo di sollevamento pesi.
Nel 1950 viene poi fondata in Inghilterra la NABBA , National Amateur Bodybuilders Association, che da allora cura l’organizzazione delle competizioni internazionali di questo che è da tempo considerato e strutturato come un vero e proprio sport.
Ma dal body building presto il mercato si sposta verso pratiche diverse, meno estremistiche, non competitive e con una forte motivazione estetica: l’aerobica, tipicamente rivolta al pubblico femminile ( con Jane Fonda in veste di prima grande “presenter”, famosi i suoi video andati subito a ruba negli USA).
Dall’inizio degli anni ottanta il fitness diventa un fenomeno diffuso sempre più nel mondo occidentale, e ancora oggi è in netta espansione.
“L'11% della popolazione italiana con un età superiore ai 14 anni, pari a 5.666.439 individui, dichiara di essere iscritto ad una struttura per la pratica del fitness. Di questi il 3% frequenta una struttura pubblica (centro comunale, palestra scolastica) mentre l'8% frequenta una struttura gestita da privati (centro fitness, club).
La pratica del fitness presso una struttura è diffusa sia fra gli uomini che fra le donne. Queste ultime evidenziano una percentuale superiore a quella dichiarata dagli uomini: il 13% contro il 9%.
La proporzione di iscritti risulta correlata negativamente rispetto all'età: all'aumentare dell'età decresce il fenomeno. Si passa infatti dal 21% della popolazione di età tra i 14 e i 24 anni, al 6% della fascia di età più matura (oltre i 45 anni). Tuttavia l'incidenza della penetrazione degli over 45 anni sulla popolazione degli iscritti rappresenta già oggi il 25% (di cui un 9% al di sopra dei 65 anni). Sussistono sin da ora quindi potenziali motivazioni ad un'adeguata predisposizione dell'offerta, rafforzate anche in considerazione della prevista onda generazionale nel prossimo futuro.
Relativamente alla distribuzione territoriale il fenomeno risulta equamente distribuito in tutte le aree. Si osserva una maggiore penetrazione degli iscritti nei centri di grandi dimensioni: è possibile asserire che la pratica del fitness sia più diffusa dove l'offerta è più ampia e diversificata. D'altra parte l'ampiezza dell'offerta può essere legata alla qualità della vita, variabile inversamente proporzionale all'ampiezza dei centri abitativi.
Una forte differenza appare invece legata alla scelta di una struttura pubblica nei confronti di una privata. Sia al Nord Ovest che al Nord Est, la percentuale di individui che praticano fitness in una struttura pubblica è superiore, rispetto alla quota rilevata al Centro e al Sud. In queste due ultime aree territoriali, infatti, è maggiormente diffusa la pratica presso strutture private.”
Rapporto AC Nielsen, fonte: http://www.fitnesstrend.com
Recentemente Roberta Sassatelli ha pubblicato un accurato studio sociologico del centro fitness, a partire dall’osservazione sistematica di due centri italiani . Molte delle riflessioni qui esposte sono estratte dal suo lavoro, quando non citazioni dirette.
Il fitness nella sua dimensione ricreativa è un’attività fisiche che riunisce un insieme di esercizi e pratiche di grado piuttosto leggero e generalmente di mira salutistica.
Oggi fitness è un lemma che si riferisce sempre più spesso all’idea di una pratica sportiva, di tipo particolare certo, più chiusa e autoreferente rispetto allo sport inteso in modo tradizionalista, ma sempre uno sport. La sua trasformazione da ginnastica a sport è anche osservabile attraverso le metodologie di intervento e di allenamento attuate solitamente nei centri fitness, dove vengono utilizzati in modo sempre più massiccio gli strumenti e gli obbiettivi tipicamente propri dello sport, e dove la gestualità risultato dell’allenamento è ormai comunemente identificata in termini di prestazione.
Al contempo soggetto e oggetto della prestazione è se stessi e il proprio corpo in particolare, e ciò rende il fitness uno sport assolutamente particolare nel panorama della pratica sportiva consueta. In questo senso è infatti concepibile più come ginnastica che come sport, ma la moderna strutturazione del percorso di fitness prevede tappe ed obbiettivi tipicamente sportivi, con test e monitoraggio costante, esercizi aspecifici e simulazioni.
Le attività sportive vere e proprie però si ispirano all’atletismo, mentre il rendimento ultimo dell’allenamento in palestra va oltre l’esecuzione degli esercizi, coincide con la possibilità di trasformare il proprio corpo.
Il corpo giovane, snello, sodo, efficiente e dinamico è diventato un'immagine potente della cultura del consumo, e con esso lo sport, l'esercizio fisico e la palestra si sono imposti come ambiti di azione carichi di significato ed emozione.
Anche perché un corpo tonico è il simbolo di un corretto atteggiamento innanzi tutto nei confronti di se stessi.
Le ragioni che spingono ad entrare per la prima volta in un centro fitness sembrano essere molteplici.
In parte la clientela mostra fin da subito il bisogno di recuperare una maggior sicurezza di sé, una maggior confidenza con il proprio corpo, che spesso viene considerato inadeguato alla propria persona nel suo complesso, in parte per una forma di evasione, per trovare “uno spazio per se stessi”.
Uno dei valori centrali della soggettività moderna è la creazione di un sé che sceglie di disciplinare il proprio corpo per realizzare appieno la propria natura.
Circa le motivazioni che spingono gli utenti ad abbandonare l’attività presso i centri fitness si osservano ragioni “interne” ed “esterne”. Scopriamo che molti sono i clienti che chiudono la propria esperienza a causa di un giudizio negativo sugli esercizi, per la loro impostazione basata su numerose ripetizioni, per la difficoltà di stringere rapporti interpersonali di una ragionevole consistenza o l’eccessivo ammontare di energie che un allenamento efficace richiede. D’altro canto osserviamo clienti che rinunciano a proseguire la frequenza quando prendono consapevolezza della fragilità e inadeguatezza delle loro aspettative, spesso eccessive e basate su una assoluta mancanza di conoscenza dei percorsi del fitness.
Il luogo fitness per eccellenza sono i “centri fitness”, o ancora comunemente chiamati “palestre”.
Nati attorno alla pratica del body building di origine californiana, i centri dove si praticano le diverse discipline del fitness sono oggi luoghi molto frequentati.
La palestra lavora al lavoro del corpo. Quel che la palestra sembra poter fare è mettere a disposizione dei clienti un ambiente in cui è possibile pensare solo a far esercizio.
E’ un ambiente separato e relativamente autonomo dallo scorrere della vita quotidiana.
Normalmente frequentare una palestra non ha un costo elevato, e comunque in media decisamente tra i più bassi richiesti per un sevizio temporalmente e contenutisticamente così distribuito e consistente.
Le palestre sono generalmente ambienti ristretti che richiedono forte coordinazione tra i clienti.
Sembra di trovarsi in un ambiente separato e relativamente autonomo dallo scorrere della vita, in una speciale occasione sociale riservata all'attività fisica.
Andare in palestra è soprattutto un processo di apprendimento che si svolge in un ambiente particolare secondo alcune specifiche regole di comportamento.
Nella palestra la complessità culturale si traduce in un notevole numero di possibilità e scelte personali e, come sostiene felicemente la Sassatelli, “Essa [la palestra fitness] si connota tipicamente come una istituzione individualistica e universalistica…”
Rivolgendosi a un pubblico di individui la palestra per la fitness innanzitutto favorisci percorsi individuali di frequentazione.
Una caratteristica fondamentale e particolare del centro fitness è l’appiattimento della distanza sociale che si crea al suo interno: casalinghe, professionisti, impiegati e industriali possono faticare quasi a contatto di gomito. Non sono molte infatti le istituzioni moderne in cui, sia pure in proporzioni diverse, si possono trovare fianco a fianco, a faticare e a sudare, persone di estrazione socioculturale diversissima.
Questa commistione di ceti riesce a mantenersi anche a fronte di un eventuale impegno duraturo, e può protrarsi nel tempo fino a costituirsi in un modus vivendi specifico e riservato al contesto a cui si riferisce, una sorta di ricollocazione sociale strettamente funzionale all’obiettivo prefissatosi.
Il fitness è apertamente organizzato in modo molto diverso della maggior parte delle attività sportive contemporanee individuali o di squadra.
Si riconoscono quattro tipi di risorse interne:spazi, attrezzatura, attività, insegnanti.
L'organizzazione delle aree per gli esercizi è tesa ad offrire ai clienti la possibilità di seguire attentamente i movimenti prescritti. le numerose attività fisiche vengono smistate in aree specifiche e relativamente separate proprio per fa sì che non si trovino in conflitto fra loro.
I clienti i gestori e gli stessi allenatori riconoscono che l’allenatore è una figura fondamentale nell’ambiente della palestra.
Le attività che si svolgono in gruppo chiedono all’insegnante di rafforzare l’impressione di una uguaglianza formale tra i clienti, per questo l’allenatore non può andare oltre una generale cortesia, eppure è proprio la cortesia ad ammorbidire approcci altrimenti eccessivamente rigidi, meccanici e irriverenti.
L’insegnante deve anche essere, oltre che cortese, capace di controllare i sottogruppi che rischiano derive.
In un centro fitness moderno e attrezzato si possono riconoscere diverse attività di fitness:
Il fitness in sala attrezzi
Il fitness in sala corsi
Il fitness in piscina
Il fitness terapeutico
Sia con le macchine che in gruppo il centro dell’attenzione è l’esercizio.
Le varie forme di ginnastica in gruppo si strutturano come vere e proprie lezioni in cui l’allenatore si mette di fronte a più file di clienti e mostra loro i movimenti corretti da fare.
Esse si fondano sulla simultanea riproduzione dei movimenti, cosicché c’è un centro d’attenzione condiviso. Con le macchine no.
Proseguire l’esercizio in gruppo è possibile solo ai clienti capaci e sufficientemente concentrati.
I clienti si concentrano quindi sull'esercizio secondo regole espressive distinte e quasi contrapposte: mediante la condivisione degli stessi movimenti nelle attività di gruppo e mediante l'astrazione dai movimenti degli altri nell'allenamento con le macchine.
Il fitness cosiddetto olistico mira al raggiungimento in primo luogo del raggiungimento di un ottimale stato di relax, senza troppo preoccuparsi della dimensione fisica in sé e aprendo l’orizzonte delle esperienze motorie verso pratiche da un lato di origine orientale dall’altro con stretti riferimenti alle tecniche occidentali di rilassamento. Si ricerca così un più elevato grado di consapevolezza circa il proprio stato psicofisico. A volte si collocano nel fitness olistico anche tecniche sostanzialmente di ginnastica rieducativa o terapeutica.
Vi sono poi le discipline più nuove, si vorrebbe provare tutto e verificare di persona i benefici. Proprio per rispondere a questa esigenza, i fitness center americani più all'avanguardia stanno rapidamente offrendo alla loro clientela ore di lezione "ibride", chiamate combo, o fusion, in cui l'energia del t'ai chi si combina al relax dello yoga, la morbidezza del Pilates all'elasticità dei passi di danza, il karate si affianca allo step, e l'acqua ospita energiche sedute di kick boxing e arti marziali.
Si chiamano yo-chi, yogaboxing, yogalates o chi ball, e tutte queste curiose varianti, già sperimentate o in via di sperimentazione, hanno origine dal principio primo della fitness fusion, ossia le lezioni di NIA (Neuromuscolar Integrative Action), che combina in pratica la storia del fitness degli ultimi anni: danza jazz, yoga, tae kwon do e t'ai chi per una lezione rapida e liberatoria, in cui spesso si finisce ad accompagnare gli esercizi con urla liberatorie e anti stress.
www.nabba.com
Roberta Sassatelli, Anatomia della palestra, Il Mulino, Bologna, 2000.
Fonte: http://www.dsnm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid777786.doc
Sito web da visitare: http://www.dsnm.univr.it
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