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IL SALTO IN ALTO
Cenni storici
Nel corso degli anni si è passati dal salto frontale, alla forbice semplice e doppia, all’Horine, al ventrale ed al Fosbury, tecnica utilizzata per la prima volta dall’atleta statunitense Dick Fosbury alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 con la quale vinse la medaglia d’oro nella specialità.
Questa tecnica di salto “dorsale” sostituì nel giro di poco tempo lo stile ventrale grazie ad indiscutibili vantaggi di ordine biomeccanico e tecnico.
Rispetto al ventrale che richiedeva maggiori capacità di forza esplosiva, oltre alla conoscenza di movimenti specifici più complessi, il Fosbury risulta più naturale e di più facile apprendimento.
Fino agli anni ’60 l’atterraggio dopo il salto avveniva su una zona ammucchiata di sabbia. Per questo motivo il regolamento prevedeva l’uso di uno stile che garantisse l’arrivo con i piedi. L’introduzione dei materassoni, nella zona di caduta, fu una vera rivoluzione per la specialità, Fu permesso infatti qualsiasi tipo di salto ad un piede.
Analisi tecnica del salto in alto (stile Fosbury)
Il salto in alto si divide in quattro fasi.
LA RINCORSA
Obiettivo della rincorsa è quello di consentire la realizzazione di uno stacco efficace.
Il Fosbury - flop, diversamente dagli altri stili di salto, adotta una rincorsa di tipo curvilineo che, a parità di altre condizioni, permette di sviluppare una velocità di entrata superiore.
Bisogna cercare la velocità adeguata attraverso una disposizione dei passi sul terreno che favorisca l’espressione ottimale dei parametri della corsa (ampiezza e frequenza) e che consenta di impostare correttamente lo stacco. Nel predisporre la rincorsa si deve tener presente che, più il raggio di curvatura è stretto, più i passi diventano frequenti e corti, più è largo e più i passi diventano ampi e meno frequenti.
La rincorsa è costituita da una prima parte rettilinea, generalmente perpendicolare al prolungamento dell’asticella, di 2 o 4 passi, e da una seconda parte in curva di 4 passi. Con i ragazzi generalmente vengono utilizzate rincorse che prevedono da 6 ad 8 passi.
Con atleti più evoluti si effettua una rincorsa di 15-20 metri (8-10 passi).
Grazie ad una corretta distribuzione della velocità si riesce ad incrementarla progressivamente fino allo stacco. Tale condizione si realizza attraverso una corsa caratterizzata da spinte molto accentuate nella prima parte e dall’inclinazione del corpo verso l’interno nella seconda parte. Per poter realizzare uno stacco ottimale è indispensabile che nella rincorsa si sviluppi un progressivo aumento della frequenza dei passi fino allo stacco.
Per ottenere un’adeguata velocità di entrata è indispensabile realizzare una corsa in curva che rispetti i seguenti parametri:
- correre sugli avampiedi ad esclusione degli ultimi due appoggi (penultimo e stacco), in cui il piede prende contatto di tutta pianta;
- mantenere la spalla interna (rispetto al raggio di curvatura della rincorsa) più bassa rispetto a quella esterna;
- modificare gradualmente l’atteggiamento delle spalle nei confronti dell’asticella attraverso il raddrizzamento del corpo dal terzultimo all’ultimo appoggio.
In particolare il penultimo passo è un po’ più lungo degli altri, mentre l’ultimo è più breve.
LO STACCO
Obiettivo dello stacco è quello di realizzare la massima elevazione del centro di gravità.
Per realizzare uno stacco efficace occorre aver eseguito una forte spinta in avanti sul penultimo appoggio.
Per effettuare un’azione corretta di stacco, l’appoggio del piede deve avvenire lungo la linea della rincorsa sull’asse dell’articolazione della caviglia.
Una volta stabilito con quale arto è preferibile staccare (piede di stacco o piede forte) bisogna porre attenzione alle seguenti posizioni dell’arto di stacco:
- piede davanti al baricentro;
- arto di stacco disteso (estensione della caviglia, del ginocchio e dell’anca);
- punto di stacco 30-60 cm. dopo il primo ritto (palo metallico di sostegno dell’asticella);
- appoggio del piede di tutta pianta.
In tutta l’azione di stacco giocano un ruolo importante gli arti liberi: il ginocchio della gamba non di stacco deve salire flesso fino all’altezza dell’anca, mentre gli arti superiori oscillano in modo alternato (continuando il movimento della corsa) o sincrono (slanciandosi insieme velocemente da dietro verso avanti-alto) a seconda della tecnica di salto utilizzata. Le braccia assumono molta importanza nella coordinazione globale dello stacco e quindi nella riuscita del salto finale. Per iniziare è opportuno utilizzare la tecnica più naturale e cioè quella con le braccia alternate.
IL VALICAMENTO e lo svincolo
Obiettivo principale del valicamento è quello di realizzare un avvolgimento dell’asticella passando al di sopra di essa.
Durante la fase di elevazione l’atleta prepara la rotazione sull’asse trasversale delle anche attraverso le azioni realizzate dalle braccia e dalla testa. Sia che si adotti il movimento alternato o quello sincrono delle braccia è sempre il braccio del lato della gamba di stacco che, ben alzato e flesso, provoca un innalzamento della spalla interna alla rincorsa, determinando la prima rotazione.
L’azione che consente all’atleta di disporsi con il dorso all’asticella è realizzata prevalentemente dall’azione di flessione e adduzione dell’arto libero inferiore.
Al momento dell’impostazione dello stacco l’atleta ha ancora una leggera inclinazione verso il centro della curva. Durante l’azione di stacco si realizza il raddrizzamento ed il successivo ribaltamento; quest’ultimo diventa automaticamente l’azione tecnica di valicamento tipica del Fosbury - flop (atteggiamento ad arco).
Superata l’asticella è necessario “richiamare” gli arti inferiori sul bacino (svincolo), flettendo le ginocchia al petto, per evitare che i piedi tocchino l’asta.
L’ATTERRAGGIO
Nella fase di caduta i segmenti corporei dovranno disporsi per effettuare un atterraggio sicuro e preciso. Gli arti inferiori, durante la fase di svincolo, hanno accumulato una buona velocità che fa ruotare tutto il corpo attorno alle anche in modo da favorire un atterraggio sulla parte alta della schiena e delle spalle (tratto dorsale della colonna vertebrale).
Le braccia, nel momento dell’atterraggio, si porteranno per fuori aumentando così la superficie di ammortizzazione della caduta.
Per motivi di sicurezza è conveniente arrivare sui materassoni con le gambe leggermente divaricate in modo che le ginocchia passino lateralmente al capo evitando di colpire il viso (naso e denti in particolare).
Cenni di regolamento tecnico
- Prima dell’inizio della gara i giudici devono annunciare ai concorrenti l’altezza iniziale e le diverse altezze alle quali sarà posta l’asticella alla fine di ogni turno, fino a quando non rimanga in gara un solo concorrente che abbia vinto la gara o vi sia parità per il primo posto.
A meno che non sia rimasto in gara un solo concorrente, l’asticella non dovrebbe mai essere alzata di meno di 2 cm. dopo ogni turno (con incrementi solitamente dell'ordine di 3 o 5 centimetri, ma possono essere di 1 centimetro per i tentativi record) e l’incremento nell’alzare l’asticella non deve mai essere aumentato.
- PARITA’: il miglior piazzamento verrà assegnato al concorrente con il minor numero di salti all’altezza in cui si è verificata la parità.
* Se la parità permane verrà assegnato il miglior piazzamento al concorrente che ha il minor numero di errori durante l’intera gara compresa l’ultima altezza superata.
* Se la parità permane ancora, i concorrenti in parità dovranno effettuare un altro salto alla più bassa altezza alla quale uno qualsiasi degli atleti in parità ha fallito e, se non si perviene ad una decisione, l’asticella sarà alzata o abbassata di 2 cm. Gli atleti effettueranno un salto a ciascuna altezza fino a che la parità sia decisa.
- Ogni atleta può cominciare a saltare a qualunque altezza precedentemente annunciata dal giudice, e può saltare a sua discrezione a qualunque altezza successiva. Dal segnale del giudice che è “tutto pronto” il saltatore ha a sua disposizione 1 minuto per eseguire la sua prova.
- Dopo tre salti consecutivi nulli, indipendentemente dall’altezza in cui ciascun fallo è avvenuto, l'atleta è eliminato dalla gara. Anche dopo che tutti gli altri concorrenti hanno fallito i tre salti consecutivi, un atleta è autorizzato a continuare a saltare fino a che abbia egli stesso perduto il diritto a gareggiare ancora. L'atleta che salta più in alto è dichiarato vincitore.
- Un concorrente può così rinunciare al suo secondo o terzo tentativo ad una certa altezza (dopo aver fallito una prima o una seconda volta) e tentare invece una successiva altezza. Se un concorrente rinuncia ad una prova ad una certa altezza non può fare nessun susseguente tentativo a quell’altezza, tranne che nel caso di parità per il primo posto.
- Il concorrente deve staccare con un solo piede.
- Un concorrente commette fallo se:
* dopo il salto l’asticella non rimane sui supporti a causa dell’azione dell’atleta durante il salto;
* tocca il terreno, compresa la zona di caduta, al di là del piano verticale dei ritti, sia all’interno che al di fuori di essa, con qualsiasi parte del corpo senza aver prima superato l’asticella. Tuttavia se, mentre salta, un atleta tocca con il piede la zona di caduta e, a giudizio del giudice, non ne trae vantaggio, il salto non deve essere considerato nullo;
* durante il salto, rimette deliberatamente, con le sue mani o le dita, un asticella sul punto di cadere sui supporti.
- Un concorrente può utilizzare segnali (forniti ed approvati dal Comitato Organizzatore) atti ad assisterlo nella rincorsa e nello stacco.
Fonte: http://didatticaonline.artisticobusto.it/edfisica/secondaparte/6.doc
Sito web da visitare: http://didatticaonline.artisticobusto.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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