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Intorno all’anno Mille l’aumento della produzione agricola e la ripresa dell’allevamento diedero un forte impulso alle attività commerciali. Le merci più vendute erano il grano, il sale, il vino, la lana e il cotone, insieme agli schiavi, che erano molto richiesti dai paesi islamici. Le prime città ad aprirsi ai traffici con l’Oriente furono le Repubbliche marinare italiane - Amalfi, Pisa, Genova e Venezia - e quelle della Lega, detta Hansa, che riuniva alcune grandi città del Nord Europa, che si amministravano autonomamente rispetto all’autorità imperiale.
In Oriente il commercio seguì la cosiddetta Via della seta, grazie anche al lungo periodo di pace imposto da Gengis Khan, capo dei Mongoli, che aveva unificato in un vasto regno quasi tutta l’Asia.
In Europa nei luoghi in cui i mercanti si incontravano più frequentemente (le Fiandre; la regione della Champagne, in Francia) sorsero le fiere. Vennero introdotte nuovissime tecniche finanziarie, come le lettere di cambio (antenate dei moderni assegni), il prestito a interesse, le assicurazioni. I cambiavalute fecero la comparsa in ogni mercato cittadino con la loro tavola mobile, il banco, su cui facevano i conti. Da questo nome derivò loro l’appellativo di banchieri.
La ripresa delle attività commerciali favorì la rinascita dell’artigianato cittadino. Le manifatture tessili si svilupparono soprattutto in Italia e nelle Fiandre; altri settori produttivi furono quelli della carta, dell’industria navale, della metallurgia, dell’oreficeria, del vetro e delle ceramiche artistiche. Gli artigiani, chiamati maestri, erano aiutati nelle botteghe da giovani apprendisti e facevano parte delle corporazioni di arti e mestieri (chiamate Gilde in Germania). Queste associazioni di categoria tutelavano gli interessi dei propri membri, fissando i prezzi di vendita e i salari dei lavoratori, controllando la qualità delle merci e assicurando mutua assistenza ai soci. Tra le Arti
maggiori (quelle più importanti) vi erano le associazioni dei banchieri, dei pellicciai, degli orefici, dei medici e dei giuristi; tra le Arti minori vi erano quelle dei calzolai, dei fabbri, dei fornai e dei falegnami. Grazie al loro peso economico alcune corporazioni erano in grado di influenzare anche le scelte politiche delle autorità cittadine.
Le attività artigianali e mercantili favorirono l’espansione delle città, nelle quali sorsero sedi di botteghe e di magazzini pieni di prodotti preziosi. Queste zone della città, chiamate borghi, furono cinte di mura: i loro abitanti furono chiamati borghesi. In varie città europee, per difendere i loro interessi dalle interferenze del padrone del feudo in cui si trovavano, i borghesi si unirono e ottennero dal feudatario una serie di libertà in campo economico e politico. Nacquero così i primi Comuni medievali. Con il tempo la popolazione cittadina si divise in due categorie: i magnati, rappresentati dai mercanti e dagli artigiani più ricchi, e il popolo, costituito da piccoli commercianti, artigiani e salariati. I magnati, grazie al loro potere economico, riuscirono a occupare le cariche politiche più importanti delle città, a svantaggio del popolo. Nei Comuni spesso scoppiavano rivalità e lotte armate tra opposte fazioni di cittadini. Quando non si riusciva a frenare queste lotte si nominava un podestà, scelto solitamente all’esterno del Comune affinché governasse con imparzialità. Nonostante l’intervento dei podestà, all’interno dei Comuni continuarono le lotte: ecco perché si passò gradualmente alla Signoria.
La crescita delle attività mercantili favorì la diffusione della cultura, che non fu più riservata quasi esclusivamente ai membri del clero, come nell’Alto Medioevo. L’esigenza di una più accurata preparazione fece sorgere le prime università.
Nel Medioevo il sentimento religioso aveva un ruolo fondamentale nella vita delle persone, che attribuivano grande valore al culto dei santi e delle reliquie. Il terrore della dannazione eterna condizionava la vita quotidiana e per assicurarsi la remissione dei peccati si compivano pellegrinaggi nei Luoghi santi.
Nel corso dell’undicesimo secolo la Chiesa di Roma perse la propria autorità religiosa in parte del mondo cristiano. Per motivi religiosi e politici si era infatti creata una divisione tra i cattolici della Chiesa di Roma e gli ortodossi della Chiesa di Costantinopoli. Questa divisione portò nel 1054 allo Scisma d’Oriente. Per recuperare prestigio il Papato incitò i sovrani spagnoli a ricacciare gli Arabi musulmani dalla Spagna con una guerra di riconquista. Per quanto riguarda l’Oriente invece, quando i Turchi Selgiuchidi occuparono Gerusalemme, papa Urbano II indisse le Crociate per liberare il Santo Sepolcro dagli Infedeli, promettendo a ogni partecipante la remissione dei peccati. In Europa la carestia spinse grandi masse di contadini a partecipare alla crociata popolare guidata da Pietro l’Eremita nel 1096 per ricercare terre fertili in Oriente, ma la spedizione fallì. Alle Crociate, che tra il 1096 e il 1270 furono complessivamente otto, parteciparono nobili, uomini di chiesa e re, soprattutto per procurarsi ricchezze e conquistare nuovi territori dove trapiantare il sistema feudale.
Con la prima Crociata, guidata da Goffredo di Buglione, nel 1099 Gerusalemme venne conquistata e furono fondati i Regni latino-cristiani d’Oriente, che resistettero però solo fino al 1144. Le altre Crociate furono nel complesso un fallimento. Esse si rivelarono però un grande affare soprattutto per le città marinare italiane, che misero a disposizione le loro flotte e conquistarono il dominio del Mediterraneo. Nel corso del ‘200 Venezia divenne la città egemone e riuscì a dirottare una crociata contro Costantinopoli: i Veneziani saccheggiarono la capitale bizantina e si sostituirono a essa nel dominio politico e commerciale sulle coste del Mediterraneo orientale.
In Occidente le conseguenze delle Crociate furono la disgregazione dell’organizzazione feudale e lo sviluppo di Comuni indipendenti, l’introduzione di nuovi prodotti (come lo zucchero di canna e l’indaco, una tinta per stoffe) e lo sviluppo delle conoscenze matematiche e mediche grazie agli scambi culturali con il mondo arabo.
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
Sito web da visitare: http://rossanaweb.altervista.org/
Autore del testo: R.Cannavacciuolo
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