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Già dal I secolo a Roma cominciò ad espandersi il Cristianesimo. Fu creduto, in un primo momento, una setta ebraica discordante dalle altre (esseni, farisei, sadducei e zeloti). Della vita di Cristo abbiamo poche testimonianze. La tradizione vuole vedere i Re Magi che non erano re ma maghi, astrologi della Mesopotamia, di religione Mazdeista, quindi persiani.
Nell’impero c’erano varie religioni, alcune provenienti dall’Egitto come il culto di Iside, che fu accettato o perseguitato da imperatore a imperatore. Anche il Cristianesimo fu perseguitato poiché i Cristiani con riconoscevano l’imperatore come un dio.
I simboli cristiani:
Nel 60 d.C. il Cristianesimo era dilagato soprattutto in Oriente, sulla costa Adriatica e nelle grandi città. Una delle differenze fondamentali tra Cristiani e Romani, causa di persecuzioni, fu che i Cristiani non accettavano la schiavitù su cui si basava l’economia romana.
Nell’impero, molti padroni liberavano gli schiavi che prendevano quindi il nome di liberti, altri schiavi invece riuscivano a trovare i soldi per liberarsi. Quando erano liberati i liberti restavano “clienti” degli ex-padroni. Alcuni liberti diventarono molto ricchi grazie ai commerci o alla prostituzione.
Dopo la morte di Commodo, venne messo al potere Pertinace, egli cercò di ridare importanza al senato e per questo fu ucciso dalla guardia pretoriana dopo 3 mesi di regno.
Le legioni Danubiane e la guardia pretoriana allora misero al potere Settimio Severo (193-211). Settimio si accorse subito che la guardia pretoriana aveva troppo potere e decise di scoglierla, ma dopo un anno dovette riformarla, arruolando però più provinciali, facilmente governabili. Capì quanto fosse importante il benvolere dei militari e aumentò loro la paga e diede loro delle terre (dopo 10 anni di servizio soddisfacente) e il consenso di sposarsi durante la ferma.
Questo portò il bisogno di più denaro nelle casse, aumentò quindi le tasse e creandone una nuova, l’annona militare, pagata in cibo dai proprietari terrieri. I fondi dello stato però andavano soprattutto all’esercito e pochissimi furono dati per attività produttive, negando anche prestiti, e aumentando quindi la schiavitù per debiti. Settimio combatté i Parti riuscendone anche a conquistare una capitale. Un esercito di scozzesi poi cercò di superare il Vallo fermate dalle legioni comandate da Alvino Cromio. Settimio difese bene i confini e non ostacolò l’entrata di nuove religioni. Dopo la sua morte 211 l’impero fu diviso fra i suoi figli Marco Aurelio Antonino detto Caracalla e Geta. Caracalla si stufò presto del potere del fratello, uccidendolo e diventando il solo imperatore. Caracalla regnerà fino al 217. Cercò l’appoggio dell’esercito e dei pretoriani aumentandone ancora la paga, ma quindi si presentò davanti a lui il problema delle casse vuote. Cercò di portare più ricchezza dimezzando l’argento nelle monete, ma questo portò solo ad un forte inflazione. Estese la cittadinanza romana a tutti quelli che nell’impero sapevano parlare almeno una delle due lingue nazionali (greco e latino) e con questo ebbe più entrate dalla tassa di successione pagata solo dai cittadini romani. Questo è l’editto di Caracolla o Costituzione Antoniniana.
Caracolla tenterà di conquistare le terre dei Parti, ma sarà ucciso dalla sua guardia.
Il suo successore, Macrino venne ucciso in battaglia e al suo posto le legioni siriane metteranno al trono Elagalbo un ragazzo di 14-15 anni, che però non era molto equilibrato. Lo stato venne quindi gestito dalla nonna e dalla madre con grande scandalo e questo portò i pretoriani ad ucciderlo, mettendo al suo posto (222 d.C.) un altro ragazzo di 14 anni: Alessandro Severo. Il ragazzo regnerà sotto la guida della madre Giulia e per risanare le casse abbasserà la paga ai soldati portandolo alla morte nel 235 per mano dell’esercito.
Da quest’anno cominciò l’anarchia militare. Un susseguirsi di imperatori in 50 anni, dove ogni legione decideva il suo imperatore.
Massimino il Trace, un centurione della Tracia (fu il primo imperatore di origini barbariche), non parlava il latino e se non qualche parola di greco, il suo unico pregio era la forza e non metterà mai piede a Roma. Per risanare le casse perseguiterà i Cristiani confiscandone i beni, infatti molti nobili si erano convertiti. Aumentò le tasse impoverendo i contadini tanti dei quali si indebitavano perdendo terre e libertà, mentre altri diventavano briganti tanto che a Roma non si poteva uscire di sera se non armato. Massimino fu ucciso nel 238.
In questa anarchia c’erano molte crisi. Le guerre tra le stesse legioni sfavorirono i commercio e facendo scomparire molte merci. Il senato si indebolì ancora di più e le aggressioni di Germani dal Reno, dei Goti dal Danubio e dei Parti in Mesopotamia non aiutava la situazione. Le campagne si impoverivano, il commercio regrediva e a causa dell’inflazione e della poca fiducia nel denaro si tornò al baratto. Lo stato era poi segnato dall’impoverimento del popolo, l’aumento delle tasse, epidemie e crisi demografica. Ci fu una crisi anche in campo religioso dove entrarono molte religioni diverse, come il zaratrismo, il culto di Iside, del sole e il Cristianesimo.
Dal 249 al 251 fu imperatore Decio, che perseguitò molto duramente i Cristiani cercando di riportare una unità religiosa e fu in questo impero che i primi cristiani furono mandati in pasto ai leoni nel circo.
Valeriano (253-260) decise di occupare i territori presi dai Persiani, ma venne fatto prigioniero e schiavo e poi ucciso dal re persiano.
Gallieno (260-268) divise l’impero in due parti. Quella Orientale con capitale Palmira e l’imperium Galliarium (Spagna-Gallia-Britannia) diviso in due parti una comandata dal generale Postumo. Fu ucciso.
Aureliano (270-275) costrusse una nuova cinta muraria a Roma, di 20 km, 7 metri d’altezza e 4 di profondità, prevedendo il rischio di invasori.
Con gli imperatori illirrici finisce l’anarchia militare, infatti nel 284 salì al trono Diocleziano (284-305) (illiria= Dalmazia). Introdusse la tetrarchia 2 Augusti aiutati dai loro successori 2 Cesari. Come secondo Augusto scelse Massimiano. Divise quindi l’impero in due parti. Quella orientale con capitale Nicomedia dove risiedeva lui stesso e quella occidentale con capitale Milano dove risiedeva Massimiano.
I due Cesari erano Galerio per Domiziano e risiedeva a Sirmio sul confine Danubiano e Costanzo Cloro per Massimiano e risiedeva a Treviri sul Reno. Queste due città erano di forte importanza strategica. Questa divisione portò in luce che l’impero orientale era quello più ricco e che Milano era più importante di Roma.
Domiziano fece una riforma militare dividendo le legioni in:
In questo modo aumentò l’efficienza dell’esercito senza aumentarne il numero.
Fece anche una riforma amministrativa, abolendo la distinzione tra province Senatorie e Imperiali, aumentandone il numero e ponendole a capo un governatore. Ogni provincia faceva parte di una Diocesi, dentro la quale c’era un tribunale speciale.
Cercò di ristabilire i prezzi con “l’editto dei prezzi” dando, cioè un prezzo massimo per ogni prodotto, provocando la scomparsi di molti di questi prodotti, venduti a prezzo più alto sul mercato nero.
Molti contadini intanto, scappavano tra i barbari, o lasciavano le campagne per andare in città aumentando il sottoproletariato romano. Diocleziano allora farà una legge con cui impedirà ai contadini di lasciare la terra nella quale erano nati, così i contadini si trovarono a venderla ma a lavorarla comunque diventando servi della gleba. Intanto con un censimento stabilì il guadagno di ogni provincia decidendo di prendersi una percentuale e così facendo fece diventare ereditari i mestieri e impedendogli di lasciare la terra.
Per vedere se il suo sistema funzionasse, Diocleziano abdicò facendo lasciare il potere anche a Massimiano. Costanzo Cloro però morì e tra i suoi figli ci fu una guerra di potere dalla quale uscì vincitore Costantino, egli sconfisse poi il figlio di Massimiano, Massenzio con la battaglia del Ponte Milvio. La leggenda vuole che vinse grazie all’aiuto di Dio. Forse per questo nel 313 Costantino fece un editto di tolleranza o editto di Milano. Costantino irrigidì la legge con cui non si poteva lasciare le campagne, dando il permesso ai padroni di incatenare i contadini che tentavano la fuga. I prezzi intanto da Tiberio a Diocleziamo erano aumentati di 65 volte, nei seguenti 80 anni si moltiplicò dalle 3 alle 4000 volte.
In Oriente c’era al trono l’imperatore Licino, ma Costantino lo uccise per essere un imperatore unico oltre perché avevano idee contrastanti sul cristianesimo.
Costantino confermò la riforma militare di Diocleziano scegliendo però il corpo pretoriano. Aumentò le province aumentandone anche i burocrati. Promosse strade, acquedotti, archi di trionfo e per far fronte a questi costi aumentò le tasse facendo scappare tra i barbari i contadini o facendoli diventare servi della gleba. Fece sparire la moneta d’argento cercando di aiutare i burocrati ma questo fece solo in modo di far tornare il baratto. Costruì una nuova capitale Costantinopoli, dove sorgeva Bisanzio (oggi Instambul, Steretto del Bosforo, Turchia Europea).
Finanzierà la costruzione di molte basiliche cristiane, conferendo potere nelle cause civili ai vescovi. Tollera il paganesimo ma lo vede in modo freddo demolendo qualche tempio per far sorgere abbazie.
Costruì molte basiliche a Costantinopoli abolendo il culto dell’imperatore.
Nel 325 a Nicea ci fu il concilio ecumenico dove si decise del vero sul dogma della trinità e quindi Ario fu cacciato dall’impero. Ario credeva che Gesù fosse figlio di dio, e non dio stesso, di natura umnaa e non accettava il dogma, esiliato oltre al Danubio, convertirà i Goti, e questo sarà una delle cause dei contrasti dei goti con la chiesa.
Fonte: http://mirwen.altervista.org/file/appunti/Fino_Costantino.doc
Sito web da visitare: http://mirwen.altervista.org
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