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La migrazione dei Dori provocò l’impoverimento e la decadenza della regione greca. Dopo i primi secoli di crisi, però, si ebbe proprio nella penisola greca un’esperienza molto importante, quella della polis. La polis, sorta tra l’VIII e il VII secolo a. C., è la “città-stato”, o meglio la “città dei cittadini”, cioè una comunità basata sull’autogoverno dei cittadini. Nella polis non esisteva più il re;
a decidere le questioni di pubblico interesse erano i cittadini stessi che si riunivano in assemblea nella piazza centrale, l’agorà.
Gli aristocratici (i nobili) furono quei cittadini che si sostituirono al re nel governo della città, dando origine alle Repubbliche aristocratiche. I nobili (in quanto possessori di appezzamenti di terreno) furono i soli a godere i diritti politici, a avere cioè la possibilità di essere eletti al governo. Il resto della popolazione, il demos (il popolo), era escluso dal potere politico, benché fosse la maggioranza della popolazione.
La difesa militare, affidata in un primo tempo quasi esclusivamente alla cavalleria formata da nobili, divenne con gli anni compito di una nuova formazione, la falange oplitica, uno squadrone di fanteria costituito da una doppia fila di soldati coperti da una pesante armatura. A combattere accanto ai nobili comparvero anche artigiani, piccoli proprietari e commercianti. Essi infatti disponevano di mezzi sufficienti per procurarsi l’equipaggiamento (armi e corazza) necessario per entrare a far parte degli Opliti.
Tra il 750 e il 650 a. C. nelle città della Grecia si ebbero problemi di ordine sociale ed economico. A sfamare la popolazione in costante aumento, infatti, non bastavano più i terreni agricoli già scarsi sul territorio greco, prevalentemente montagnoso. Per questo motivo masse di cittadini greci migrarono verso l’Asia Minore e l’Italia Meridionale, dove fondarono colonie agricole e commerciali e si diedero leggi scritte che tendevano a eliminare ingiustizie e disuguaglianze. I problemi sociali, tuttavia, non si risolsero e per un certo periodo le poleis, in patria e nelle colonie, vennero dominate da tiranni appoggiati dal popolo, che rovesciarono il potere degli aristocratici.
I Greci, come tutti i popoli antichi a eccezione degli Ebrei che erano monoteisti (perché credevano in un solo dio), furono politeisti, venerarono cioè molti dei. Il re degli dei era Zeus (detto poi Giove dai Romani); marito di Era (Giunone) e padre di molti altri dei, come Ares (Marte), Efesto (Vulcano), Atena (Minerva), Artemide (Diana).
Sparta e Atene furono a lungo le due protagoniste della storia greca. Esse ebbero fin dalle origini storie diverse e diverso fu quindi il carattere delle due città.
La polis degli Spartani fu fondata dai guerrieri Dori, che ridussero in schiavitù le popolazioni precedenti. Queste non si rassegnarono mai all’asservimento e mantennero la regione in un continuo stato di rivolta. Ciò spinse Sparta a darsi un governo oligarchico (basato cioè sul “potere di pochi”). I diritti di cittadinanza spettavano a soli 500 Uguali (o Spartiati), di origine dorica, che potevano dedicarsi completamente all’attività militare perché a mantenerli pensavano gli Iloti, i discendenti dei popoli sottomessi che lavoravano i campi. Una categoria intermedia era quella dei Perieci, che, pur godendo di alcune libertà, non aveva però il diritto di prendere decisioni politiche. La polis degli Ateniesi, invece, si era sviluppata dalla città di Atene del periodo miceneo. I suoi problemi derivavano dalla ineguale distribuzione delle terre. Da una parte c’era l’enorme ricchezza degli aristocratici, dall’altra la miseria e la schiavitù per debiti dei contadini.
A tale situazione si pose rimedio nel corso del VI secolo a. C., quando il legislatore Solone restituì la libertà ai cittadini caduti in schiavitù e divise la cittadinanza in quattro classi, in base al reddito. In modo ancora più deciso agì il tiranno Pisistrato, che tolse parte delle terre agli aristocratici per distribuirla ai contadini poveri. Morto Pisistrato e abolita la tirannide, intervenne Clistene che diede vita alla prima costituzione democratica della storia, dando i diritti politici a tutti i cittadini (ad eccezione degli stranieri, degli schiavi e delle donne).
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
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Autore del testo: R.Cannavacciuolo
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